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View Full Version : Videogiochi violenti: fabbrica di piccoli mostri


19ouch83
08-02-2008, 14:27
Per la seconda volta nel giro di qualche mese mi sono imbattuto in un nuovo attacco al mondo dei videogiochi,in particolar modo di quelli cosiddetti "violenti" (che proprio oggi dall'ESRB s'è scoperto essere solo il 25% del mercato, giochi per "teen" e adulti), ad opera di Marcello Pamio sul sito disinformazione.it
Il 6 febbraio su http://www.disinformazione.it/videogiochi.htm ha scritto:


Videogiochi violenti: c’è un piano genocidi dietro la loro diffusione
Contributo di Liliana Gorini, Presidente del Movisol, Movimento internazionale per i Diritti Civili Solidarietà (Milano)
Tratto dalla dispensa di Marcello Pamio: "Videogiochi violenti: fabbrica di piccoli mostri"

Che vi sia una correlazione diretta tra le stragi nelle scuole e nelle università, da Colombine al Politecnico in Virginia, e i videogiochi violenti che insegnano ad uccidere a sangue freddo, è stato dimostrato più volte, e non soltanto negli Stati Uniti (si pensi alla strage compiuta l’anno scorso da uno studente nel liceo finlandese di Jokela, a quella nel liceo Gutenberg di Erfurt nel 2002, ma anche all’omicidio di Meredith Kercher a Perugia, in cui la violenza era annunciata su MySpace e Facebook). In alcuni casi, come quello di due diciottenni di Detroit, che hanno ucciso un giovane che neanche conoscevano, bruciandone i resti, per imitare “Manhunt2” (caccia all’uomo), uno dei tanti videogiochi violenti, la correlazione è così diretta che molti hanno pensato di trascinare in tribunale non soltanto gli esecutori materiali degli omicidi, ma anche la Microsoft che è la principale produttrice di tali videogiochi, e possiede Facebook, mentre MySpace è di proprietà del magnate dell’informazione Rupert Murdoch.

C’è da chiedersi: chi promuove i videogiochi “killer” ed a quale scopo? Inizialmente furono sviluppati dal Pentagono come “war games”, giochi di guerra, per insegnare a superare la soglia di inibizione naturale ad uccidere un altro essere umano, soprattutto nell’ambito della privatizzazione degli eserciti promossa dal vicepresidente americano Cheney e dalla sua “Revolution in Military Affairs”. Dopo il 2000, e con l’insorgere della crisi finanziaria dovuta alla bolla speculativa, i videogiochi violenti divennero un gigantesco business per la Microsoft e gli interessi della Silicon Valley. Prendiamo “Counterstrike” o “Halo 3” , che hanno avuto grande successo di mercato: appena uscirono la Microsoft intascò 170 milioni di dollari negli Stati Uniti. Non è possibile pensare che lanciare sul mercato videogiochi che inneggiano alla violenza, all’omicidio, soprattutto di stranieri, non persegua un disegno preciso. Secondo l’economista e leader democratico americano Lyndon LaRouche, “l’intento è quello di privare intere nazioni della capacità di distinguere tra realtà e fantasia, tra bene e male. L’intento è quello di ridurre la popolazione mondiale, scatenando istinti omidici e suicidi, a meno di un miliardo di abitanti, dagli attuali 6,5 miliardi. E intendono farlo rapidamente. Ecco il perché di questa operazione, che diffonde i videogiochi per addestrare i giovani a uccidere e suicidarsi. Col dilagare dei ‘killer games’ sui computer, in Europa come negli Stati Uniti, assisteremo ad un fenomeno come quello dei terroristi suicidi in Medio Oriente”.

Gli interessi finanziari che stanno dietro alla Silicon Valley o alla Microsoft ritengono, riducendo la popolazione mondiale, di potersi salvare dall’esplosione della bolla speculativa a cui stiamo assistendo da alcuni mesi, con la crisi del mutui subprime, e degli hedge funds che li hanno promossi. “Mors tua vita mea”, sembra essere il loro motto, che si rifà alla concezione malthusiana secondo cui sopravvivranno solo i più forti. E tra questi non ci sono certo i giovani. Già in crisi perché sanno di non avere un futuro sicuro usciti dalla scuola o dall’università, bombardati ogni giorno da immagini violente alla TV, vittime della controcultura del “sesso, droga e rock and roll”, creata anch’essa in modo sintetico negli anni Sessanta da Timothy Leary in California e dagli altri guru della droga libera, oggi sono facile preda di siti e videogiochi che inneggiano all’odio razziale, al satanismo, all’omicidio ed al suicidio.

Ecco perché il movimento giovanile che fa capo a LaRouche (LYM) sta diffondendo sia negli Stati Uniti che in Europa, e soprattutto nelle università, milioni di copie di un opuscolo dal titolo significativo “C’è il diavolo nel tuo portatile?” in cui denuncia il malsano progetto che si nasconde dietro giochi apparentemente innocui. Le denunce del LYM sono state riprese da numerose associazioni, tra cui quella degli psicoterapeuti tedeschi (GwG). Il giorno di Santo Stefano, l’avvocato Jack Thompson ha consegnato alla stampa un comunicato dal titolo “Un attivista dichiara guerra alla Dannata Alleanza tra il Pentagono e l’industria dei videogiochi”. Il comunicato punta il dito sulla “collaborazione” tra i produttori di videogiochi e alcuni sinistri soggetti del Pentagono, che è meglio analizzata nell'opuscolo prodotto dal LYM. Nel testo del comunicato si legge, tra l’altro: “Una delle conseguenze di questa collaborazione è il numero crescente di assalti omicidi nello stile tipico di un commando, condotti da giovani avvezzi ai videogiochi, come dimostra il recente massacro avvenuto in un supermercato di Omaha, nel Nebraska. Stando al Washington Post, lo studente Cho, dell’Istituto Tecnico della Virginia, era ossessionato dal videogioco militare CounterStrike. I ricercatori hanno dimostrato l’esistenza di effetti a lungo termine dell’immersione nella violenza interattiva. L’autore del più grave massacro scolastico nella storia europea s’era allenato con lo stesso simulatore di uccisioni in campo militare.” Thompson prosegue dicendo: “Ciò che diventa sempre più evidente è che la maledetta alleanza tra l’industria dei videogiochi e il Pentagono sta insegnando ad un’intera generazione di bambini che la guerra è affascinante, simpatica, desiderabile e senza conseguenze.” “Credeteci o no, è formalmente attiva una collaborazione tra il Pentagono e l’industria dei videogiochi, presso l’Istituto per le Tecnologie Creative che ha sede nel campus dell’Università della California Meridionale.” Thompson ha vinto numerosi processi nei tribunali statali sulla vendita di videogiochi violenti, contro l’Associazione per il Software d’Intrattenimento (Entertainment Software Association) che rappresenta l’industria dei videogiochi. Successivamente, in appello, il tribunale federale ha ribaltato i verdetti.

Teniamo presente il fatto che questa cultura della violenza non inizia nei licei e nelle università, ma fin dall’infanzia. Se un tempo i bambini imparavano dai giochi, ad esempio i famosi mattoncini della Lego, a costruire case, ponti e navi, oggi la stessa ditta produce solo mostri distruttivi e guerrieri spaziali tratti dai cartoni animati e dai videogiochi. La Sony Computer Entertainment è arrivata a produrre video games esplicitamente satanici, ed è stata per questo citata in giudizio a Paducah, nel Kentucky, nel processo contro Michael Carneal, un quattordicenne videodipendente che ha ucciso tre ragazzine. La correlazione è così evidente, che alcuni videogiochi (come Manhunt 2) sono stati vietati in Gran Bretagna e in Italia. Andrebbero banditi per “istigazione a delinquere” e sostituiti nelle scuole da una cultura positiva, quella cultura classica che si vede sempre più raramente sui nostri schermi, forse soltanto quando Benigni legge la “Divina Commedia” di Dante, che dipinge a colori forti la differenza tra male e bene col possente strumento della poesia, che nessuna arma letale potrà mai distruggere.



devo dire che non ho mai visto tante imprecisioni..
forse in questo suo pezzo precedente http://www.disinformazione.it/videogiochi_violenza.htm
non so se per malafede o per ignoranza e superficialità. gli ho anche scritto (per la seconda volta a distanza di qualche mese) facendoglielo notare e mi ha risposto che sembro l'avvocato delle lobbies. :O
voi che ne dite?

Fedozzo
08-02-2008, 14:50
prima di esprimermi, puoi postare la mail che gli hai inviato?

mimmo77
08-02-2008, 14:50
la violenza virtuale rimane inevitabilmente nel mondo virtuale.
la violenza nel mondo reale si apprende e si diffonde operando nel mondo reale, non nel mondo virtuale.
Le persone violenti, sopratutto quelle minorenni, sono persone che non amano i videogiochi, al limite giocano a quelli di calcio o di corse. Spesso guardano con disgusto le persone che giocano ai videogiochi, che frequentemente sono oggetti delle loro violenze.
Se dobbiamo guardare la realtà, le persone meno violente sono quelle che giocano ai videogiochi.

Se si vuole criticare QUALSIASI cosa è necessario portare delle prove concrete, perché le seghe mentali non bastano. Ognuno è libero di farsi seghe mentali su ogni cosa ma non è libero di andare a propagandare le proprie seghe mentali, specialmente quando pretende che gli altri debbano crederci.

La realtà dei fatti mostra che in circa 30 anni di videogiochi violenti non è mai manifestato il caso accertato di una qualsiasi persona che sia diventata violenta o più violenta a causa dei videogiochi. Anzi, i psicologi dicono che i videogiochi violenti possono far sfogare la persona violenta.

tsunamitaly
08-02-2008, 14:53
Personalmente non darei molta importanza a questo articolo. Non conosco il sito che lo ospita ma dal tono ritengo appartenga alla purtroppo lunga serie di fonti pseudo-indipendenti che hanno trovato libero sfogo dopo l'11 settembre. L'unico intento di questi blog integralisti è quello di generare allarmismi e sospetti tra i più disparati, perseguendo spesso finalità politiche.

Il tema della violenza nei giochi (ma direi anche nei film, in tv ecc.) può essere argomento di seria discussione.

Ma davanti a chi afferma che sia un disegno di Microsoft e Silicon Valley atto a ridurre la popolazione mondiale per attenuare la crisi dei mutui subprime, beh... facciamoci solo una gran bella risata ed evitiamo anche la perdita di tempo, di cui a quanto pare loro dispongono in quantità, di rispondergli.

19ouch83
08-02-2008, 14:58
la sua mai di risposta non la posto, io gli ho mandato, ieri e qualche mese fa, le seguenti mail:


Gentile Marcello Pamio,

non so se si ricorda di me, visto che mi ha già ignorato 3 mesi fa cestinando una mia mail (che allego qui sotto), in ogni caso mi sono sentito in dovere di scriverle di nuovo dopo che lei ha pubblicato sul sito disinformazione.it l'articolo "Videogiochi violenti: c’è un piano genocidi dietro la loro diffusione". http://www.disinformazione.it/videogiochi.htm
Questa volta si è avvalso del contributo di Liliana Gorini, evidentemente ha avuto bisogno di nuove ispirazioni per sparare a zero sui videogiochi.

Passiamo ad analizzare le inesattezze del suddetto articolo.

Videogiochi violenti: c’è un piano genocidi dietro la loro diffusione
Contributo di Liliana Gorini, Presidente del Movisol, Movimento internazionale per i Diritti Civili Solidarietà (Milano)
Tratto dalla dispensa di Marcello Pamio: "Videogiochi violenti: fabbrica di piccoli mostri"

Che vi sia...Stati Uniti
Queste affermazioni vanno motivate citando le fonti di eventuali studi. In ogni caso si faccia un giro tra i siti e forum che trattano di videogiochi, troverà tesi del tutto opposte a quelle da lei affermate.

(si pensi...Facebook).
Io abito a Perugia, ci vivo da sempre e qui sto facendo l'università, e ho seguito con particolare attenzione il caso. Ebbene di videogiochi non ho sentito parlare neanche lontanamente. Forse si riferisce alla bislacca ipotesi che Sollecito e Guede (che pur se gravemente indiziati di colpevolezza, ancora non sono stati condannati da nessuna sentenza) abbiano ucciso la povera inglese perché accaniti lettori di "manga" violenti (anche gli articoli scritti a proposito dai giornali erano pieni di inesattezze)? Tra l'altro Myspace e Facebook coi videogiochi non hanno niente a che vedere. Ma si sa, tutto ciò che è "giovane" e tecnologico, finisce nello stesso pentolone...

In alcuni...Murdoch.
Quasi quasi ora chiamo la Microsoft e gli chiedo qualche soldo per una soffiata. La frase "Microsoft che è la principale produttrice di tali videogiochi" relativa alle accuse da lei mosse nell'articolo, a mio parere sarebbe passibile di querela. Microsoft, in quanto a "videogiochi violenti", ha prodotto la serie di Halo e poco altro, a occhio meno dell'1% dei suddetti. Cosa c'entri poi una social network come Facebook con omicidi, violenza e videogiochi poi, è un mistero.

C’è da...Valley.
Di nuovo, Microsoft è solo una piccola parte del mercato dei "videogiochi violenti". "War game" invece non è certo un termine nato con i videogiochi.

Prendiamo...Uniti.
"Counter-strike", che NON è un prodotto Microsoft, è un gioco uscito nel '98 in forma gratuita (era un "mod"). E' stato poi acquistato dalla Valve e nel 2003 è stata rilasciata la nuova versione "Counter-strike:Source". Come abbia fatto quindi a portare dollari nelle casse di MS rimane anch'esso un mistero. Immaginare che abbia guadagnato dall'indotto per assetati di sangue (di altri giocatori,visto che è volto al gioco online) che hanno comprato WindowsXP per poterci giocare è un po' troppo...

Non è...Oriente”.
I giochi in cui si uccide (non solo esseri umani, ma le concedo anche altre "forme di vita") NON rappresentano in nessun modo la totalità dei videogiochi.

Gli interess...promossi.
Questo è un autentico volo pindarico, degno delle migliori teorie complottiste. D'altronde, l'11 settembre l'hanno voluto gli americani.

“Mors tua ...al suicidio.
Odio razziale? Satanismo? Suicidio? Ma di quali videogiochi stiamo parlando? Se ci sono, e la invito a farne i nomi, me lo dica. In ogni caso essi non rappresenterebbero che lo 0,01% del mercato.

Ecco...innocui.
Quindi ora siamo passati dai "videogiochi violenti" (o addirittura satanici o razzisti) a videogiochi "apparentemente innocui"...

Le denunce ...Thompson
(se non ci fosse bisognerebbe inventarlo... Quante risate ha suscitato con le sue centinaia di interventi!).

ha ...e senza conseguenze.”
La TOTALITA' dei c.d. "videogiochi violenti" è sottoposta DA ANNI alla regolamentazione di enti quali ESRB(USA) e PEGI(EU), che provvedono, dopo averne analizzato i contenuti, a classificare i videogiochi in base all'età minima necessaria per la fruizione. E' responsabilità dei genitori e dei negozianti se un bambino delle elementari finisce a giocare a "Gran Theft Auto:San Andreas", non certo della RockstarGames!!

“Credeteci o ...i verdetti.
Immagino abbia sbagliato a ribaltare i verdetti,vero?

Teniamo ...videogiochi.
Vedi poco sopra. Per i bambini ci sono migliaia e migliaia di giochi in cui non si uccide nessuno. Se voi vogliamo passare ai messaggi subliminali, tipo che raccogliere il miele con Tigro spinge i bambini a rubare nei supermercati, allora siamo alla frutta...

La Sony ...tre ragazzine.
Quali sono questi "video games esplicitamente satanici"? Poi qui non dice che la causa non è andata a buon fine. In quel caso il buon vecchio Jack Thompson citò in guidizio produttori di film, videogiochi, operatori di internet per aver distribuito contenuti violenti (ai quali Carnea, quattordicenne, non avrebbe dovuto accedere,se solo a casa l'avessero controllato di più).

La correlazione...distruggere.
Nelle scuole si insegna "Manhunt2"? Che peccato essere nato così presto... Ad averlo saputo, mi sarei evitato il Manzoni, Seneca e Montale!

Come si evince dalla mia pur veloce e incompleta disamina del suo scritto, lei continua a scrivere inesattezze spacciandole per verità assoluta. Io l'ammiro per voler fornire un'informazione diversa, che cerca di andare oltre i teatrini di studio aperto e del tg4. Ma se tutto ciò che scrive contiene tali imprecisioni, buonanotte al secchio...

Giuseppe, Perugia





PS:la mia vecchia mail

Gentile Marcello Pamio,

le scrivo a proposito dell'articolo
"Videogiochi & violenza"
La strategia per condizionare e deviare le menti dei giovani
(I videogiochi inducono comportamenti e pensieri aggressivi),
pubblicato l'8 marzo 2007 a questo indirizzo:
disinformazione.it/videogiochi_violenza.htm
Mi sono accorto dell'articolo in questione soltanto ieri, e non ho potuto fare a meno di scriverLe, mostrando tutto il mio disappunto.
Ci sono in effetti alcune imprecisioni sparse nel pezzo.
Andiamo in ordine:
In "Street Fighter II" (Capcom) nessun giocatore ha "armi". I giocatori usano solo il proprio corpo. Principalmente mosse di kung-fu e altre arti marziali.
Decine e decine di milioni di persone hanno giocato a "Doom"(ID Software). Ma di stragi di columbine ce n'è stata una sola; e per fortuna, dico io, anche se è fresca di oggi la notizia proveniente dalla Finlandia, pur se per ora non hanno tirato in ballo i videgames.
E mi sembra ovvio che, come ha detto Lei, forse senza sottolinearlo abbastanza, erano altre le cause di quel gesto, non lo sparare nei videogiochi. Quello era malato e basta.
I "Pokemon"(Nintendo) non si ammazzano mai.. Si sconfiggono in battaglia, come se facessero degli incontri di pugilato tra loro. Spesso invece si sottolineano valori come il coraggio, l'amicizia e la voglia di rialzarsi quando qualcosa è andato male.
E poi, a proposito di "Rule of Rose" (Punchline):
"Per capire la pericolosità è bene evidenziare che sono state fatte interpellanze parlamentari affinché venga tolto dal commercio." Nel vostro stesso sito fate notare spesso la pochezza della nostra classe politica, e adesso ne prendete le iniziative come oro colato? Tra l'altro tutto era nato da un articolo su "Panorama" che non descriveva correttamente il gioco(che in ogni caso è brutto, davvero riuscito male).
Anche: "Risultavano avere un atteggiamento più ostile nei confronti di insegnanti e autorità in genere!" Essere ostili al potere non è sempre un male. Dipende dal tipo di potere.. Non possiamo mica crescere come amebe in balia dei potenti.
" - Riducono la capacità di concentrazione e le capacità razionali;"
Ci sono studi che affermano il contrario. Allenarsi con gli FPS (scopra Lei cosa vuol dire, se s'è documentato in profondità lo saprà) aumenta i riflessi..
Ma soprattutto, Lei denota una completa e totale malafede, ignorando che da tempo immemore esistono due organismi di autoregolazione del mercato dei videogiochi.
L'ESRB (americano) e il PEGI (europeo), che per ogni videogioco immesso sul mercato assegnano una "etichetta" volta a segnalare l'età a cui ne è consigliata la fruizione, e il motivo (se per esempio ci sono scene di violenza).
La colpa è forse dei legislatori che (come per tabacco e alcool) non costringono i negozianti a vendere i giochi solo ai videogiocatori abbastanza "grandi" a seconda del gioco.
La colpa è dei negozianti che se ne fregano di chi compra cosa se non c'è una legge, a loro basta vendere.
La colpa è dei genitori che comprano GTA San Andreas ai bambini di 4a elementare (lupetti del mio gruppo scout ci giocavano tranquillamente).
La colpa è di chi fa cattiva informazione.
Basta con questo sparare a zero sui videogiochi. Essi possono essere addirittura una forma d'arte, e rappresentano in molti casi una validissima forma di intrattenimento.

polli079
08-02-2008, 15:20
Non condivido niente di ciò che c'è scritto in quell'articolo, una persona sana di mente non ucciderà ne dopo aver giocato a chissà che gioco, ne dopo aver visto chissà che film, ne dopo aver letto chissà che fumetto.
Questa è la soluzione semplicistica di chi vede in questi divertimenti i mali della società, spesso e volentieri le persone più violente sono quelle che tutto fanno tranne stare attaccate a un computer o a una televisione, fosse così semplice risolvere il problema della violenza nel mondo sarei il primo ad abolire queste cose.
Questo articolo, in linea con la società moderna, cerca semplicemente di attribuire un male che ha sempre afflitto l'uomo (e probabilemte lo affliggerà sempre), a cause che non contano nulla. Se basta un videogame per far ammazzare una persona si può essere certi che questa, ucciderà anche senza giocare.
La cosa che mi chiedo sempre è se certa genta ci creda veramente, o se lo faccia solo per far parlare di se

mimmo77
08-02-2008, 15:39
Non condivido niente di ciò che c'è scritto in quell'articolo, una persona sana di mente non ucciderà ne dopo aver giocato a chissà che gioco, ne dopo aver visto chissà che film, ne dopo aver letto chissà che fumetto.
Questa è la soluzione semplicistica di chi vede in questi divertimenti i mali della società, spesso e volentieri le persone più violente sono quelle che tutto fanno tranne stare attaccate a un computer o a una televisione, fosse così semplice risolvere il problema della violenza nel mondo sarei il primo ad abolire queste cose.
Questo articolo, in linea con la società moderna, cerca semplicemente di attribuire un male che ha sempre afflitto l'uomo (e probabilemte lo affliggerà sempre), a cause che non contano nulla. Se basta un videogame per far ammazzare una persona si può essere certi che questa, ucciderà anche senza giocare.
La cosa che mi chiedo sempre è se certa genta ci creda veramente, o se lo faccia solo per far parlare di se


ci crede veramente, te lo posso testimoniare

Soulless
08-02-2008, 15:45
Premettendo che io ritengo che effettivamente i videogiochi violenti possano avere influenze negative sui bambini che ancora non han sviluppato una razionalità che gli consenta di capire come funziona il mondo ma non a delle persone adulte che ormai sanno benissimo cos'è la vita e non solo perchè riducono a colapasta un alieno pensano di fare lo stesso con il primo che gli passa davanti(ovvio che poi ci sono dei soggetti deviati che traggono ispirazione dai videogames ma potrebbero fare lo stesso da un muratore che costruisce la casa e spaccare a tutti il cranio(giusto per riprendere l'esempio dei lego). Anzi mi son trovato molto spesso con un paio di mitragliate a dimenticare dei problemi che mi avrebbero altrimenti poi portato a spaccare qualcosa e/o qualcuno.

Di questo problema se nè parlato mille mila volte ma evidentemente scagliarsi contro i videogiochi è più facile che prendersi le proprie responsabilità.
Dopotutto i politici son contenti(si parla meno del loro andamento schifoso e delle direttive per far rispettare le leggi(fra cui c'è anche il divieto di vendita sotto una certa età di alcuni videogiochi)), la televisione è contenta(si parla meno di quanto fa schifo) i genitori pure, cisto che come i precendenti pensano(o almeno dichiarano) che il problema se le nuove generazioni sono violente è dei videogiochi(mica loro che fanno i moralisti con tante parole di togliergli i videogiochi violenti e poi gli regalano Manhunt e gli fan vedere e regalano gadget di wrestler(bhe quelli non son violenti li possono vedere anche i neonati:mad: )).

p.s. Non mi sembra che tenti di fare differenza con studio aperto anche loro pur di vedere complotti contro i caprioli di qualche collina direbbero di tutto, infatti anche di loro vidi un servizio su youtube(non guardo mai la tv) in cui infangavano i videogames...