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View Full Version : Maxi Operazione Antimafia Italo-Americana


joesun
07-02-2008, 12:40
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/operazione-palermo-ny/operazione-palermo-ny/operazione-palermo-ny.html

Operazione "Old bridge": blitz congiunto polizia-Fbi dall'una e dall'altra parte dell'Oceano
Due anni d'indagini: nel mirino le famiglie Inzerillo, Gambino, Di Maggio
90 arresti tra Palermo e New York
Presi i boss del nuovo patto Italia-Usa
E' la vecchia mafia sconfitta dai corleonesi che cercava di rialzare la testa
Affari enormi e nuovi per riconquistare i territori e il potere perduti
di ATTILIO BOLZONI

ROMA - E' la più grande retata antimafia dai tempi della "Pizza Connection". I boss di Palermo e quelli di New York, la "famiglia" Inzerillo e la "famiglia" Gambino, un attacco a Cosa Nostra che da una parte all'altra dell'Atlantico stava prepotentemente tornando sulla scena mondiale dei grandi traffici.

Nella notte ci sono stati una novantina di arresti: sono tutti gli eredi degli storici "Don" siculo-americani. Trenta li hanno catturati nelle borgate palermitane di Passo di Rigano, di Cruillas, di Boccadifalco, nei paesi di Torretta e di Carini. Gli altri li hanno presi a Cherry Hill e a Brooklyn. E' un'operazione che la polizia italiana e il Federal Bureau of Investigation hanno chiamato in codice. "Old bridge".

LEGGI L'ORDINANZA

Questa retata è comunque solo l'inizio di una più vasta iniziativa anticrimine pianificata fra Italia e Usa, il primo degli assalti alle "famiglie" della Cosa Nostra di New York.

Da almeno due anni gli investigatori erano sulle tracce dei Padrini americani alleati degli Inzerillo, dei Mannino, dei Di Maggio e dei Gambino. Li hanno seguiti giorno dopo giorno, ascoltati con le microspie, filmati nei loro spostamenti. Hanno scoperto le loro società e i loro nuovi affari. Soprattutto hanno scoperto un patto fra "siciliani" e "americani" dopo più di due decenni di dominio mafioso corleonese. Una strategia di ristrutturazione di Cosa Nostra che puntava "all'antico".

Così le tradizionali consorterie criminali volevano ritrovare nuove opportunità e nuovi mercati dopo l'èra di Totò Riina. Così gli "scappati" - i mafiosi sfuggiti alla morte nella guerra fra cosche degli Anni Ottanta - volevano riconquistare territori. Erano tornati tutti nelle loro borgate di Palermo, erano pronti a riprendersi tutto.

Sono personaggi importanti quelli scivolati nell'indagine della polizia italiana e dell'Fbi, le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate a Palermo dai procuratori Giuseppe Pignatone, Maurizio De Lucia, Domenico Gozo, Roberta Buzzolani, Michele Prestipino, Nino Di Matteo e Guido Lo Forte; a New York i mandati di arresto sono stati ordinati dal procuratore distrettuale.

Il primo nome è quello di Francesco Paolo Augusto Calì, meglio conosciuto a Brooklyn come Frank o Franky Boy. E' considerato l'"ambasciatore" di Cosa Nostra americana nell'impresa di mettere ordine nei rapporti con le "famiglie" di Palermo. Sin dalla fine del 2003 molti mafiosi siciliani sono volati dall'Italia a New York per incontrarlo, per fare business, per riferire proprio a Franky Boy come andavano le cose in Sicilia.
Da più di dieci anni Franky Boy è un "wiseguy", un uomo d'onore della "famiglia" Gambino.

Ci sono due collaboratori dell'Fbi - uno è Frank Fappiano e l'altro Micheal Di Leonardo - che ai poliziotti americani hanno rivelato tutte le attività di Frank Calì all'interno dell'organizzazione dei Gambino d'America.

"Frank è amico nostro, è il tutto di là", confidava in una telefonata il mafioso Gianni Nicchi - uno degli uomini d'onore siciliani che hanno fatto la spola fra Palermo e gli States per un commercio di stupefacenti - al suo capomandamento Antonino Rotolo. Era chiaro che "è il tutto di là" voleva dire che era Frank a comandare a New York.

Se "di là" è stato arrestato l'"ambasciatore" della Cosa Nostra americana, a Palermo è finito nell'inchiesta Giovanni Inzerillo, il figlio secondogenito di Totuccio, uno dei grandi capimafia siciliani prima dell'avvento dei Corleonesi. Giovanni Inzerillo fa l'imprenditore edile come ufficialmente lo era anche il padre, ha 36 anni, secondo gli investigatori ha "debuttato" in Cosa Nostra in un summit tenuto l'11 agosto del 2003 al ristorante "Al Vecchio Mulino" di Torretta, un paesino a una ventina di chilometri da Palermo sulla strada provinciale che porta a Trapani.

Quel giorno, al "Vecchio Mulino", si riunirono una quindicina di mafiosi - c'erano anche il cugino Giuseppe Inzerillo e gli zii Giovanni Angelo Mannino e Calogero Mannino - per discutere il loro gran rientro nella Cosa Nostra palermitana. Qualche mese dopo a Giovanni Inzerillo fu affidato il compito di accompagnare il vecchio boss Filippo Casamento prima a Toronto e poi a New York, un viaggio di affari per incontrare in Canada uomini d'onore di origine italiana come Michele Modica e Michele Marrese.

E' Filippo Casamento un altro dei mafiosi coinvolti nel blitz di questa notte. Già sottocapo della "famiglia" di Boccadiflaco (prima che i Corleonesi prendessero il potere) e fra gli organizzatori dei traffici della "Pizza Connection", Filippo Casamento è fra i protagonisti del ritorno in Sicilia degli Inzerillo. E' stato lui a "garantire" per gli eredi di quelli che erano una volta i padroni di Passo di Rigano.

L'inchiesta sugli Inzerillo e sui Gambino per il momento non spiega fino in fondo cosa è accaduto negli ultimi mesi nella mafia siciliana e in quella del New Jersey, ma di certo rivela che il "piano" degli Inzerillo di riconquistare Palermo è fallito. I boss della mafia storica siculo-americana sono stati fermati proprio mentre si stavano riorganizzando. Anche loro stessi avevano intuito che non sarebbero andati molto lontano.

E' stata una microspia a svelare le loro paure.
Era il 30 agosto del 2007 quando Giovanni Inzerillo e suo cugino Giuseppe erano andati insieme a trovare in carcere lo zio Francesco, rinchiuso nella casa circondariale di Torino. Si sono salutati, hanno cominciato a fare commenti sul loro "ritorno" a Palermo già raccontato dai giornali italiani, hanno manifestato tutte le loro paure. Ogni loro frase è stata registrata. Ecco lo sfogo di Francesco Inzerillo ai suoi due nipoti in visita al carcere di Torino: "Qua c'è solo da andare via e basta.. se non fai niente devi pagare, se fai devi pagare per dieci volte.. Bisogna andarsene dall'Europa, non dall'Italia, dovete andare via dall'Europa perché non si può più stare, qua futuro non ce n'è, sei sempre sotto controllo, è tutta una catena e una catenella, bisogna andarsene in Sud America... basta essere incriminato per l'articolo 416 bis e automaticamente scatta il sequestro dei beni. Cosa più brutta della confisca dei beni non c'è".

(7 febbraio 2008)

Ora servirebbe qualche leggina ad hoc per rompergli le gambe in ambito economico. Tipo confisca dei beni. Ma mi sembra di sperare di trasformarmi un giorno in Super Saiyan :muro: :help:
Comunque avanti così, un applauso a chi ha condotto e portato a termine questa grandiosa operazione.

joesun
07-02-2008, 13:24
http://download.repubblica.it/pdf/2008/procura_palermo.pdf

ho letto qualche pagina dell'ordinanza...c'è da rimanerci così :eek:
semplicemente agghiacciante.

ed è proprio vero, non si può mai sapere con chi si ha a che fare. non so al centro-nord, ma qua sicuramente. e se si viene a sapere qualcosa, qualche nome e cose del genere, cioè ci si rende in parte conto di come siano "ingarbugliate" le cose, le uniche soluzioni possibili sono o tacere e fare finta di nulla o emigrare in una località segreta...:( insieme ai propri cari.

la lotta antimafia non la si può pretendere dai comuni cittadini che normalmente intrattengono rapporti cordiali con negozianti e conoscenti, che probabilmente potrebbero essere parte dell'organizzazione: il risultato sarebbe il terrore con il rischio di una mattanza generalizzata.

dopo l'arresto dei lo piccolo sono cambiati solo gli esattori, ma il racket delle estorsioni sta come prima.

così non si può proprio continuare. :nono:
sapere che questa gente a breve probabilmente sarà in libertà e che il loro potere economico non verrà mai intaccato, fa cadere le palle a terra.

scusate lo sfogo.

Ser21
07-02-2008, 13:31
Grande operazione....ricorda i tempi di Falcone,De Gennaro,Giuliani....

joesun
07-02-2008, 23:05
ma questa notizia non interessa proprio a nessuno?

Ser21
07-02-2008, 23:18
ma questa notizia non interessa proprio a nessuno?

incredibile...veri problemi dell'Italia....e ci sn 2 post....poi ci si chiede perchè cuffaro brindi per una condanna...tanto alla gente nn frega niente di ste cose,è troppo delusa....sanno gia che tanto i politici,il famoso terzo livello,in italia,non verrà mai fuori.
La mazzata l'hanno data prodi and co. con i casi De Magistris e Forelo...emblema del marcio in italia.
Pensate,nei due processi c'erano di mezzo:

- Politica
- Mafia
- Sanità
- Appalti
- Massoneria
- Corruzione
- Banche
- Clientelismo

L'espressione massima di golpismo politico.
Infatti,in pieno stile dittatoriale,sono state tolte ai magistrati e presto verrano trasferiti,magari con nuovo incarico.Chissà,la forleo tornerà a fare l'uditore a Brescia :confused: :rolleyes:

Il fatto è che 15 anni fa,i magistrati che tentavano di fare questo tipo di inchieste erano tanti e quindi qualcuno veniva fermata,qualche altra no...e alla fine si arrivava a condanna.E via con lo scalpore,i tg facevano ancora qualcosina di loro compito: la cronaca; e l'indignazione popolare saliva,le monetina le lanciavano....
Poi è arrivato il nuovo che avanza,grazie ai vecchi (solitio poteri forti..) che spingevano e così hanno messo mano sulla tv e su alcuni giornali (la maggiorazan) e hanno quindi preso in mano il vero potere del XXI secolo: l'informazione.con questo metodo hanno addormentato l'italia e intanto la sx inciucava nel peggiori dei modi,corrodendosi sempre di più,ha permesso che tutto ciò si creassi senza porsi il minimo dubbio.Anzi ha garantito per loro.

Ed ora siamo arrivati al punto che ,la DDA di Palermo in collaborazione con l'FBI arresta 90 persone e distrugge una rete di diffusione che avrebbe ulteriormente rimpinzato le casse di una delle TRE cosche che affliggono il paese come un Cancro, e nessuno si agita....nn fa notizia....di mafia nn si deve parlare...la mafia non esiste...è questo il tema politico.
Non informare = Non sapere.

Se si reclamizza troppo la notizia iniziano a farsi le domande le persone...tipo.."come mai ancora c'è la mafia in sicilia";"chi garantisce politicamente per loro";"come mai ci sn politici indagati per mafia" e poi alla fine fa 1+1 e capisce tutto.
Meglio non sapere.

Dark Jack
07-02-2008, 23:38
http://edition.cnn.com/2008/CRIME/02/07/gambino.arrests.ap/index.html#cnnSTCVideo

Crociato111
07-02-2008, 23:40
Quando non c'è un politico che li difende gli arresti si possono fare.

Xilema
07-02-2008, 23:52
Fra i nomi degli arrestati mi aspettavo di vedere pure Jack Lupino, Angelo Puncinello, Vinnie Gognitti, i fratelli Finito, Pilato Providence (detto il grande fratello), Joe "padella" Salem e Vince Mugnaio :D :D :D
A parte gli scherzi... sono contento che li abbiano beccati, ma questi sono come le metastasi, crescono e si espandono ovunque...

[JaMM]
08-02-2008, 00:05
eccellente, spero continuino così. mi rammarico solo del fatto, che ancora, in italia, il problema più grande non è cosa nostra siciliana, ma la ndrangheta calabrese. è la mafia europea più potente e pericolosa tra tutte, ed il fatto che se ne parli poco non significa sia meno pericolosa; semplicemente, è la più difficile e ostica da combattere, e a parte qualche sporadico successo, siamo ben lontano da un impegno anche solo paragonabile a quello profuso in sicilia.

joesun
09-02-2008, 11:22
Mafia, al setaccio le carte di uno studio legale
Gela, i clan volevano uccidere il sindaco
Caccia al tesoro dei boss
I segreti a New York
Dalle scommesse al gioco d'azzardo sul web fino alle tangenti: tutti gli affari negli Usa
di FRANCESCO VIVIANO

PALERMO - Il cuore degli affari della multinazionale Cosa nostra americana è all'interno di uno studio di avvocati ed esperti in transazioni finanziarie internazionali di Brooklyn. Lì è custodito il tesoro di Frank Calì e della sua "famiglia", quella dei Gambino, e degli Inzerillo. Un tesoro valutato in decine di milioni dollari, frutto di attività illecite non solo negli Usa ma anche in Italia dove Calì avrebbe investito parte della sua fortuna accumulata in pochissimi anni della sua fulminea carriera all'interno di Cosa nostra americana, dove era diventato il vero e proprio "amministratore delegato" delle società della mafia. Ed è sui soldi di Frank Calì, arrestato l'altro ieri nella retata compiuta tra la Sicilia e gli Stati Uniti, che gli investigatori americani hanno puntato la loro attenzione.

E mentre l'operazione scattata giovedì fra gli Stati Uniti e l'Italia svela i segreti dei nuovi padrini, in Italia i magistrati scoprono un piano per un attentato delle cosche. Bersaglio: Rosario Crocetta. il sindaco Pdci di Gela che in passato ha lottato contro i clan arrivando a licenziare la moglie del boss assunta dal Comune perché ritenuta nullatenente.

Al piano, i magistrati della Dda di Caltanissetta sono arrivati attraverso intercettazioni e col ritrovamento di alcuni "pizzini". "È il mio compleanno, compio 57 anni - commenta Crocetta - e scopro dell'attentato. Davvero un bel regalo della mafia". Crocetta ha ricevuto solidarietà bipartisan da decine di esponenti politici, dal Pdci e An.

Progetti di attentati sventati a Gela e strategie finanziarie sotto osservazione sull'asse New York-Palermo. Nel mirino, soprattutto, Calì, "Franky Boy", uno degli arrestati del blitz della polizia di giovedì. Una retata dalla quale sono riusciti a scappare in una dozzina: ma ieri uno dei latitanti, Jackie D'Amico, si è consegnato all'Fbi.

L'indagine finanziaria delinea il ruolo di spicco dello studio legale di Brooklyn che gestisce operazioni finanziarie, intermediazioni per l'acquisto di immobili, e il controllo di numerose società per conto di "Franky boy". L'analisi dell'Fbi sui flussi finanziari riferibili al gruppo mafioso di New York Calì-Inzerillo, ha consentito di individuare numerose società americane che operano nel settore delle costruzioni e della distribuzione di prodotti alimentari, con un giro d'affari di milioni di dollari. Il clan mafioso di Calì, come ha sostenuto il procuratore distrettuale del Queens, Richard Brown, gestiva le bische clandestine elettroniche, le scommesse sul football ed il baseball, l'edilizia, il gioco d'azzardo, la prostituzione e la gestione dei detriti e dei rifiuti, al controllo dei sindacati. Molte delle attività si svolgevano sull'isola di Staten Island.

La famiglia Gambino controllava anche la gestione dei detriti provocati dalla costruzione di una pista per le gare automobilistiche Nascar, a Staten Island, chiedendo un pizzo per tonnellata trasportata e trattata dai camion del clan. Il sistema di bische elettroniche gestito nel Queens da Corozzo, che "non è stato ancora arrestato" secondo Brown, era ingegnoso e ruotava intorno ad almeno quattro siti web, uno dei quali in Costa Rica, ed era molto redditizio, permettendo di finanziare altre attività malavitose.

(9 febbraio 2008)

Forse da questo articolo viene fuori quello che dovrebbe essere il nome del candidato del csx alla presidenza della regione.

Lorekon
09-02-2008, 11:28
Forse da questo articolo viene fuori quello che dovrebbe essere il nome del candidato del csx alla presidenza della regione.

un comunista in Sicilia?
GIAMMAI :p



(vabbè che dopo l'elezione di Vendola... tutto è possibile! :yeah: )

_fred_
09-02-2008, 13:49
Tanto di cappello, molto bravi.
Fortuna che a questi picciotti piace la bella vita, mostrarsi ecc... finchè si comporteranno così ci sarà sempre una speranza di fermarli...

drakend
09-02-2008, 13:51
Complimenti alle forze dell'ordine per l'ottima operazione portata a termine! :)

nomeutente
09-02-2008, 14:31
ma questa notizia non interessa proprio a nessuno?

Le belle notizie vengono sempre commentate poco ;)

Dj Ruck
09-02-2008, 22:57
Complimenti alle forze dell'ordine per l'ottima operazione portata a termine! :)

:ave: :ave: