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View Full Version : il capitalismo salva i poveri


Wilde
07-02-2008, 07:36
Ludwig von Mises. Solo il capitalismo salva i poveri
di Alberto Mingardi

“L’elemento caratteristico del capitalismo, che lo distingue dai metodi di produzione pre-capitalistici, è il rivoluzionario principio del mercato. Il capitalismo non è semplicemente produzione di massa, ma produzione di massa finalizzata a soddisfare i bisogni delle masse”. La cesura è di quelle storicamente significative: “Le corporazioni delle arti e dei mestieri della vecchia epoca avevano soddisfatto quasi esclusivamente i bisogni del ricco. Al contrario, le nuove fabbriche producevano beni convenienti per molti”. “I dipendenti stessi sono i clienti, che consumano la gran parte dei beni prodotti. Essi sono quei clienti sovrani che hanno ‘sempre ragione’”.

La lucidità di Ludwig von Mises è leggendaria. In poche righe, riesce a dare espressione compiuta e convincente alla tesi per cui il liberismo sarebbe “di sinistra”: cioè, fuor di metafora, a spiegare bene come mai il modo di produzione capitalistica tenda ad avvicinarsi molto di più agli umili, di quelli che l’hanno preceduto. Il paragrafo precedente è tratto da “Liberty and Property”, un saggio del 1958 originariamente presentato come relazione al nono meeting della Mont Pelerin Society. Assieme ad altri quattro testi misesiani, è ora tradotto in “Libertà e proprietà” (Soveria Mannelli-Treviglio, Rubbettino-Facco, pp.104. € 10), pubblicato sotto gli auspici della Confedilizia.
Sia di destra o di sinistra, il liberismo è difficilmente comprensibile senza fare riferimento alla sua istituzione centrale: i diritti di proprietà privata. Quanti, più di recente, hanno sottolineato i benefici che un’economia di libero mercato produce a vantaggio dei più poveri, si sono tipicamente trovati a ridimensionare il ruolo della proprietà. Anche nel discorso comune, la società di mercato passa ormai per società di consumatori, non per società di proprietari. Le due cose non sono mutuamente esclusive, ma complementari.

Per Mises, “nel capitalismo, la proprietà privata dei fattori di produzione ha una funzione sociale. Gli imprenditori, i capitalisti e i proprietari terrieri sono dei delegati dei consumatori; e il loro mandato è revocabile. Per essere ricco, non è sufficiente avere risparmiato e accumulato il capitale una volta. È necessario investirlo ripetutamente in quelle produzioni che meglio soddisfano i bisogni dei consumatori”.
La “funzione sociale” che ha in mente il grande austriaco non è sicuramente quella alla quale si riferisce la Costituzione italiana. Per Mises, è il sistema del profitto stesso ad essere “sociale”: la ricchezza esce dall’antico schema aristocratico, diventa un fattore dinamico. Ricchi si può anche diventarlo, oppure si può smettere di esserlo. Ma non solo a causa di un furto, di una predazione: semplicemente, il benessere dei produttori viene aggiogato alle libere preferenze dei consumatori. Nell’età borghese, “gli attori [economici] diventavano non solo lavoratori liberi, ma anche clienti. Questo cambiamento radicale era riflesso nell’importanza assunta dagli scambi di mercato. Quello di cui gli affari necessitano prima di tutto sono mercati e ancora mercati. È questa la chiave di volta della produzione capitalistica. Mercati, cioè acquirenti, compratori, consumatori. Sotto il capitalismo esiste una via alla ricchezza: servire i consumatori meglio e a minor costo degli altri”.

La critiche al capitalismo si fondano tutte, a vari livelli, su un’incomprensione: “i socialisti vedono solo l’organizzazione gerarchica delle varie imprese e impianti e non riescono a rendersi conto che la ricerca del profitto costringe gli imprenditori a servire i consumatori”. Gli attori economici, in una economia di mercato, sono costretti ad imbrigliare il proprio egoismo. È vero, come diceva Adam Smith, che non è dalla benevolenza del macellaio che ci aspettiamo la carne in tavola: ma è anche vero che un macellaio che non si sforzasse di fornire un buon prodotto e di essere gentile e corretto con la sua clientela, non andrebbe lontano.
Ciò avviene per la stessa natura del mercato. Da una parte abbiamo una pluralità nell’offerta. Dall’altra, abbiamo consumatori che spendono del proprio. Il fatto di poter scegliere fra più fornitori di uno stesso bene “regola” l’offerta, attraverso i prezzi e meccanismi di carattere reputazionale: non si va da chi ha fama di dare carne di seconda scelta. Ma la pluralità di possibilità è solo un pezzo, della scelta: l’altro pezzo è dato dal fatto che il consumatore è proprietario. Per “sovranità del consumatore”, non si intende il diritto delle camarille di categoria di estorcere risarcimenti alle aziende. Bensì la cruda realtà della dipendenza dei “padroni”, dai quattrini - tanti o pochi - impegnati dai consumatori per acquistare i beni che vendono loro.
Spiega Mises: “esiste una mutua relazione tra la ricchezza dell’uomo d’affari (acquisita servendo i consumatori), l’accumulazione di capitale e l’aumento dello standard di vita dei salariati, che rappresentano la maggioranza dei consumatori”. Questo circolo virtuoso di interdipendenze, è l’economia di mercato.

I quattro saggi misesiani raccolti in questo volume sono corredati da una ispirata prefazione di Lorenzo Infantino, e da un ricco contributo su Mises di uno dei suoi più noti allievi: Murray N. Rothbard. Lungo tributo a un “maestro”, e testimonianza dell’influenza che egli ha saputo suscitare. Anche dopo essere dovuto fuggire dall’Europa, quando a New York occupava una posizione accademica davvero “precaria”, Mises, scrive Rothbard “riuscì a essere un faro solitario per la libertà, per il laissez-faire e per l’economia austriaca. La sua straordinaria produttività non si affievolì neanche in America. Fortunatamente, un discreto numero di seguaci traduceva i suoi vecchi lavori e pubblicava le sue nuove opere. Nel periodo successivo alla guerra Ludwig von Mises rappresentò il centro del movimento libertario americano: una guida e una continua ispirazione per tutti noi”. Lo stesso possono dire, oggi, i lettori di questo volume.


L'opera completa di Von Mises dovrebbe essere letta da tutti per comprendere con chiarezza il funzionamento del lmercato fondato sulla libera intrapresa e dei mezzi di produzione privati. Anni di propaganda hanno trasformato la parola capitalista in un insulto, mentre il capitalista ha un importante funzione sociale contribuendo a creare ricchezza, lavoro e benessere per la nazione. Dopo la rivoluzione industriale abbiamo assistito alla piu grande esplosione dei consumi e miglioramento della qualità della vita nella storia. I paesi con pochi capitali fanno ancora la fame, mentre i paesi dove il capitalismo è diffuso hanno visto crescere il benessere dei cittadini.

LucaTortuga
07-02-2008, 08:43
Mah, mi convince poco.
Soprattutto quando parla di "libera scelta" dei consumatori.
A me sembra, invece, che i maggiori sforzi del capitalismo attuale siano concentrati sul creare fittiziamente nuovi "bisogni" piuttosto che soddisfare quelli esistenti.
Il vero scopo non è "servire il consumatore", ma spillargli più soldi possibile vendendogli cose che non gli servono dopo averlo convinto del contrario.

the_joe
07-02-2008, 08:48
Mah, mi convince poco.
Soprattutto quando parla di "libera scelta" dei consumatori.
A me sembra, invece, che i maggiori sforzi del capitalismo attuale siano concentrati sul creare fittiziamente nuovi "bisogni" piuttosto che soddisfare quelli esistenti.
Il vero scopo non è "servire il consumatore", ma spillargli più soldi possibile vendendogli cose che non gli servono dopo averlo convinto del contrario.

Innescando un circolo vizioso, per cui per aumentare il benessere devono aumentare i bisogni che per essere soddisfatti richiedono di nuovo sacrifici e si ritorna daccapo......con l'aggravante del fatto di sfruttare sempre di più e sempre peggio le risorse messe a nostra disposizione dal nostro beneamato pianeta.....

nomeutente
07-02-2008, 08:52
Che il capitalismo sia meglio dei sistemi precapitalisti non credo sia in discussione: forse solo qualche gruppuscolo reazionario ha pensato di sostenere che si stesse meglio prima perché c'era più ordine e gerarchie più definite. Ma va bene iniziare da lì, così si mette subito il lettore in condizioni di darti ragione o passare per cretino.

Il resto è la solita minestra apologetica che non tiene conto né della realtà dei fatti (ci si può arricchire anche senza produrre ricchezza e benessere per gli altri, ma anzi a discapito degli altri) né delle effettive critiche che sono state fatte al capitalismo, che non è certo "il capitalista è brutto e cattivo" ma sono un po' più argomentate.
Comunque questa è solo la prefazione... penso che il libro sia un po' più approfondito. Ma dubito che lo leggerò :stordita:

LucaTortuga
07-02-2008, 09:02
Il resto è la solita minestra apologetica che non tiene conto né della realtà dei fatti (ci si può arricchire anche senza produrre ricchezza e benessere per gli altri, ma anzi a discapito degli altri) né delle effettive critiche che sono state fatte al capitalismo, che non è certo "il capitalista è brutto e cattivo" ma sono un po' più argomentate.


...non solo si può, mi sembra proprio che sia ormai il sistema che va per la maggiore. ;)

nomeutente
07-02-2008, 09:06
...non solo si può, mi sembra proprio che sia ormai il sistema che va per la maggiore. ;)

In termini astratti non è scorretto scrivere che il capitalismo crea benessere per tutti, in quanto a certe condizioni ciò è verò.
In altre condizioni (che in larga parte si verificano in questo periodo) ciò è falso.
L'errore è infatti pretendere che un sistema funzioni sempre allo stesso modo a prescindere dal contesto in cui viene applicato.

kaysersoze
07-02-2008, 09:17
Potrebbe avere ragione se accanto alla parola capitalismo ci fosse la parola "ETICO"!!!
Purtroppo l'etica è qualcosa che i capitalisti+ sfrenati non conoscono, per loro l'unico interesse è perdeguire la richhezza in qualunque modo, ed è questo a mio avviso ciò che rende il capitalismo come lo abbiamo nella nostra società uno schifo!!!!:fagiano: :fagiano:

willywilly77
07-02-2008, 09:20
Direi che le idee sono sempre ottime: socialismo, comunismo, capitalismo.
Poi devi fare i conti con gli uomini e stai a vedere che il modo per distorcere o mandare a rotoli le idee lo troviamo

bjt2
07-02-2008, 09:44
E' anche un problema di oligopolio/duopolio/monopolio. In una concorrenza perfetta è veramente il consumatore che decide la sorte dell'azienda. Ma raramente un mercato è anche solo lontanamente paragonabile ad una concorrenza perfetta...

LucaTortuga
07-02-2008, 09:48
Potrebbe avere ragione se accanto alla parola capitalismo ci fosse la parola "ETICO"!!!
Purtroppo l'etica è qualcosa che i capitalisti+ sfrenati non conoscono, per loro l'unico interesse è perdeguire la richhezza in qualunque modo, ed è questo a mio avviso ciò che rende il capitalismo come lo abbiamo nella nostra società uno schifo!!!!:fagiano: :fagiano:

Esatto.
Definire "schiavo dei consumatori" qualcuno che invece ha come scopo primario quello di manipolarne i bisogni (come sempre, con la differenza che ora ha anche mezzi estremamente efficaci per farlo), è un'affermazione decisamente avulsa dal contesto reale.

FabioGreggio
07-02-2008, 10:15
E' anche un problema di oligopolio/duopolio/monopolio. In una concorrenza perfetta è veramente il consumatore che decide la sorte dell'azienda. Ma raramente un mercato è anche solo lontanamente paragonabile ad una concorrenza perfetta...


Punto.

fg

twinpigs
07-02-2008, 10:19
Mia opinione è che in realtà (non in teoria) il Capitalismo si basi esclusivamente sullo sfruttamento della forza lavoro per fare concorrenza e non "sulla qualità dei beni prodotti dove la forza lavoro viene remunerata per come dovrebbe DAL MERCATO cioè da tutti i produttori"
vedi Cina, industrie nell'est europeo, etc.

è come se la "teoria" capitalistica utilitaristica (quella convenzionale che io non concepisco... io condivido quella del valore-lavoro) fosse LA LEGGE ma come al solito i "furbetti" la eludono... ieri per mancanza di tutela dei lavoratori, oggi grazie alla "globalizzazione" (cina, africa-negri, est europeo... cioè sfruttamento del capitale umano)

OBIETTIVO dell'mercato Economico (per economia si intende sfruttare al meglio le risorse disponibili) dovrebbe essere il BENESSERE SOCIALE GENERALIZZATO
quindi magari se il capitalista ha un aumento del profitto del 30%, la ricompensa del capitale umano impiegato deve aumentare del 30%
Un minimo stipendio (ccnl) ci deve essere sia per il lavoratore sia per l'imprenditore (se no ESCE DAL MERCATO e non riceve soldi a palate dallo stato come la FIAT ad esempio che fa le fabbriche in Polonia)
Così ci sarebbe un circolo virtuoso (aumento dei consumi - con aumento di produzione ed occupazione - e degli investimenti proveniente dal piccolo risparmio che comprano azioni od obblifgazioni di aziende)
Senza bisogno che lo Stato tolga ai poveri (IMPOSTE alla maggior parte dei cittadini che rimangono col salario di sussistenza... ed AIUTARE i ricchi con sovvenzioni, rottamazioni etc.)

zerothehero
07-02-2008, 10:45
E' anche un problema di oligopolio/duopolio/monopolio. In una concorrenza perfetta è veramente il consumatore che decide la sorte dell'azienda. Ma raramente un mercato è anche solo lontanamente paragonabile ad una concorrenza perfetta...

C'è un tipo di duopolio in cui le aziende non fanno extraprofitti...ed è simile alla concorrenza perfetta. :D (duopolio di Cournot).

Onisem
07-02-2008, 10:48
“esiste una mutua relazione tra la ricchezza dell’uomo d’affari (acquisita servendo i consumatori), l’accumulazione di capitale e l’aumento dello standard di vita dei salariati, che rappresentano la maggioranza dei consumatori”.
E' una tendenza che si sta invertendo. Poi non solo si mira a soddisfare i bisogni dei consumatori, ma ad indurne di continuo. E il capitalismo credo abbia la sua essenza nell'accumulo di capitali, non nella sua redistribuzione.

FabioGreggio
07-02-2008, 10:51
C'è un tipo di duopolio in cui le aziende non fanno extraprofitti...ed è simile alla concorrenza perfetta. :D (duopolio di Cournot).


Bellissima la gag di Cournot fatta da Gaber tempo fa.

Un cacciatore mira al cielo per aspettare un uccello.
Improvvisamente ne passa uno dalla parte opposta.
Allora si pone dalla parte opposta.
Ne passa uno dall'altra parte.

Alla fine decide di non cambiare posizione, per un calcolo di probabilità.
Nulla, l'uceello ripassa dalla stessa parte.

Commento di Gaber: "Cournot, che pirla!"

fg

zerothehero
07-02-2008, 10:52
E' una tendenza che si sta invertendo. Poi non solo si mira a soddisfare i bisogni dei consumatori, ma ad indurne di continuo. E il capitalismo credo abbia la sua essenza nell'accumulo di capitali, non nella sua redistribuzione.

Il capitalismo ha come essenza non l'accumulo, ma l'investimento del capitale, per avere (si spera) un capitale maggiore nel periodo successivo....se si accumula senza investire, la crescita economica si ferma. :D
La redistribuzione compete allo stato, che deve decidere quanto tassare i salari e quanto i profitti.

zerothehero
07-02-2008, 10:55
Bellissima la gag di Cournot fatta da Gaber tempo fa.

Un cacciatore mira al cielo per aspettare un uccello.
Improvvisamente ne passa uno dalla parte opposta.
Allora si pone dalla parte opposta.
Ne passa uno dall'altra parte.

Alla fine decide di non cambiare posizione, per un calcolo di probabilità.
Nulla, l'uceello ripassa dalla stessa parte.

Commento di Gaber: "Cournot, che pirla!"

fg

Sii serio. :O ..in Cournot non abbiamo extraprofitti (come in concorrenza perfetta nel L.P.) perchè la migliore strategia è l'underpricing, ad un livello di tale che prezzo=costo marginale (come in concorrenza perfetta)...se una delle due aziende vende ad un prezzo differente, ha una domanda pari a 0 e profitti pari a 0.

FabioGreggio
07-02-2008, 10:56
Il capitalismo ha come essenza non l'accumulo, ma l'investimento del capitale, per avere (si spera) un capitale maggiore nel periodo successivo....se si accumula senza investire, la crescita economica si ferma. :D
La redistribuzione compete allo stato, che deve decidere quanto tassare i salari e quanto i profitti.

Quando la tassazione dei profitti è fittizia e mal perseguita, non c'è redistribuzione.
Lo Stato sociale è mantenuto in gran parte da 14 milioni di buste paga.

in Italia non c'è il capitalismo.
C'è l'anarcocapitalismo, cioè la sua interpretazione degenerata.

fg

zerothehero
07-02-2008, 10:57
è come se la "teoria" capitalistica utilitaristica (quella convenzionale che io non concepisco... io condivido quella del valore-lavoro)

Quale?
La teoria del valore-lavoro di Marx è incompleta. :D

FabioGreggio
07-02-2008, 10:58
Sii serio. :O ..in Cournot non abbiamo extraprofitti (come in concorrenza perfetta nel L.P.) perchè la migliore strategia è l'underpricing, ad un livello di tale che prezzo=costo marginale (come in concorrenza perfetta)...se una delle due aziende vende ad un prezzo differente, ha una domanda pari a 0 e profitti pari a 0.

Ma infatti il duopolio non è molto praticato.
E' il monopolio o il trust che, estremizzazione del duopolio, degenerano il capitalismo.

fg

FabioGreggio
07-02-2008, 10:59
Quale?
La teoria del valore-lavoro di Marx è incompleta. :D

quoto.
Ma il presupposto non è male.

fg

the_joe
07-02-2008, 10:59
Quando la tassazione dei profitti è fittizia e mal perseguita, non c'è redistribuzione.
Lo Stato sociale è mantenuto in gran parte da 14 milioni di buste paga.

in Italia non c'è il capitalismo.
C'è l'anarcocapitalismo, cioè la sua interpretazione degenerata.

fg

Magari!!!!

In Italia c'è il comunista/anarco/capitalismo dove quando le imprese guadagnano, i soldi se li prende l'imprenditore e ci paga le tasse quando e se vuole, quando le imprese sono in perdita, queste perdite se le accolla lo Stato e di conseguenza noi cittadini dipendenti che le tasse le paghiamo sempre e comunque.....

Onisem
07-02-2008, 10:59
Il capitalismo ha come essenza non l'accumulo, ma l'investimento del capitale, per avere (si spera) un capitale maggiore nel periodo successivo....se si accumula senza investire, la crescita economica si ferma. :D
Vabbè, ho sbagliato parolina. Accrescimento va meglio? :D In quel senso.

La redistribuzione compete allo stato, che deve decidere quanto tassare i salari e quanto i profitti.
Certo, ma mi faceva sorridere quell'affermazione secondo cui pare che di per sè, l'aumento di ricchezza dell'uomo d'affari sia direttamente proporzionale all'aumento di ricchezza dei salariati. Non mi pare proprio. Poi non sono del tutto d'accordo che la redistribuzione competa in toto allo stato, se il capitalismo è responsabile in una certa misura vi provvede.

FabioGreggio
07-02-2008, 11:00
Magari!!!!

In Italia c'è il comunista/anarco/capitalismo dove quando le imprese guadagnano, i soldi se li prende l'imprenditore e ci paga le tasse quando e se vuole, quando le imprese sono in perdita, queste perdite se le accolla lo Stato e di conseguenza noi cittadini dipendenti che le tasse le paghiamo sempre e comunque.....


No, questo si chiama berlusconismo, che è la degenerazione del Furbismo.

fg

zerothehero
07-02-2008, 11:00
Quando la tassazione dei profitti è fittizia e mal perseguita, non c'è redistribuzione.
Lo Stato sociale è mantenuto in gran parte da 14 milioni di buste paga.

in Italia non c'è il capitalismo.
C'è l'anarcocapitalismo, cioè la sua interpretazione degenerata.

fg

In Italia c'è un'altissima tassazione sia sui profitti che sui salari, a cui però non corrisponde un livello di servizi paragonabili a paesi con analoga tassazione (penso alla Francia e alla Germania)....poi, è chiaro che spesso molte aziende trovino dei modi per eludere (anche legalmente) il fisco.

the_joe
07-02-2008, 11:03
No, questo si chiama berlusconismo, che è la degenerazione del Furbismo.

fg

In realtà la storia insegna che le prime aziende a beneficiare di questo modus-operandi siano state la FIAT e quelle statali/para-statali molte delle quali collegate in vari modi ad esponenti della sinistra......

FabioGreggio
07-02-2008, 11:09
In Italia c'è un'altissima tassazione sia sui profitti che sui salari, a cui però non corrisponde un livello di servizi paragonabili a paesi con analoga tassazione (penso alla Francia e alla Germania)....poi, è chiaro che spesso molte aziende trovino dei modi per eludere (anche legalmente) il fisco.

E' un ragionamento metafisico.
Il problema falso dell'ipertassazione è la mancata perseguibilità delle imposte.
Il circolo vizioso fu innescato di vecchi governi di csx a maggioranza DC:
"ti chiedo moltissimo perchè so che chiedendo 150 invece di 100 mi dai il 40".

Una volta perseguita la legalitaà con la lotta all'evasione, le tasse risultano abnormi, e il grado di evasione pure.
Il problema è diverso per le buste paga, in quanto non hanno possibilità di evasione e quindi sono le più basse d'Europa.

La questione servizi è quindi relativa al debito pubblico che succhia le risorse e dequalifica i servizi.

Una politica capitalista giusta, in Italia, (detta da un socialsita come me è il massimo) sarebbe dertassare abbondantemente le imposte sul profitto e sul lavoro, non prima aver dotato lo stato di un apparato informatico indagativo, come quello USA che abbia accesso senza permessi ai dati bancari e ai patrimoni catastali.

Fino ad allora avremo altissime tasse pagate parzialmente sui profitti ed altissime tasse pagate completamente dalle buste paga.

E scarsissime risorse per i servizi.

Il Capitalismo liberale nella sua massima espressione è quello americano, anche se la componente socialdemocratica è troppo debole e crea arre di mancanza welfare davvero insostenibili.

fg

zerothehero
07-02-2008, 11:25
Vabbè, ho sbagliato parolina. Accrescimento va meglio? :D In quel senso.

Si più o meno.. :D


Certo, ma mi faceva sorridere quell'affermazione secondo cui pare che di per sè, l'aumento di ricchezza dell'uomo d'affari sia direttamente proporzionale all'aumento di ricchezza dei salariati. Non mi pare proprio. Poi non sono del tutto d'accordo che la redistribuzione competa in toto allo stato, se il capitalismo è responsabile in una certa misura vi provvede.

Kaldor dice che affinchè un'economia cresca in piena occupazione del capitale e del lavoro(gw=gn) è necessario che i profitti non superino una determinata quota (vgn/sp)...tutto il resto (1-vgn/sp) va dato ai salariati. :D

v=rapporto capitale/prodotto
gn=saggio crescita naturale
sp=propensione al risparmio

Tutto questo avviene "naturalmente"?
Secondo me, no. Non avviene perchè il singolo capitalista non può avere una visione di lungo periodo (rinuncio a parte dei miei profittidandone una parte ai salariati per evitare che ci sia carenza di domanda.. )

Se i profitti eccedono quella quota, si viene a creare inevitabilmente un eccesso di risparmio e carenza di domanda (se i salariati non hanno sghei non comprano..) :D

Di volta in volta, quindi lo stato dovrà o alleggerire la tassazione sui profitti o alleggerire la tassazione sui salari, dipende dalla situazione di gw e di gn. :sofico:
Ne abbiamo una controprova (reale) negli USa (paese ultra-iper-mega liberista)...nel 2001 Bush pose in essere degli ingenti sgravi fiscali per i cosidetti "ricchi" e riuscì a superare la crisi del 2000-2001, adesso nel 2008 serve una politica differente (sempre Bush ha fatto approvare degli sgravi fiscali per le classi medie http://newscontrol.repubblica.it/item/403388/usa-wsj-bush-vara-sgravi-fiscali-per-famiglie-e-imprese), per sostenere i consumi.
La mano invisibile, non funziona sempre, come si vede.

LucaTortuga
07-02-2008, 11:45
Tutto questo avviene "naturalmente"?
Secondo me, no. Non avviene perchè il singolo capitalista non può avere una visione di lungo periodo (rinuncio a parte dei miei profittidandone una parte ai salariati per evitare che ci sia carenza di domanda.. )

Se i profitti eccedono quella quota, si viene a creare inevitabilmente un eccesso di risparmio e carenza di domanda (se i salariati non hanno sghei non comprano..) :D

Di volta in volta, quindi lo stato dovrà o alleggerire la tassazione sui profitti o alleggerire la tassazione sui salari, dipende dalla situazione di gw e di gn. :sofico:


Scusa, premetto di non essere un economista, e quindi probabilmente sto per dire una vaccata ma...mi sfugge un passaggio.
Partendo dal presupposto che il capitalista (non avendo visione di lungo periodo) decida di tenersi in tasca l'eccesso di profitto.
In che modo uno sgravio fiscale sul profitto (ci pagherà meno tasse) dovrebbe convincerlo a redistribuire l'eccesso sui salariati (quello che dovrebbe fare se avesse il famoso "occhio lungo")?

zerothehero
07-02-2008, 12:01
Scusa, premetto di non essere un economista, e quindi probabilmente sto per dire una vaccata ma...mi sfugge un passaggio.
Partendo dal presupposto che il capitalista (non avendo visione di lungo periodo) decida di tenersi in tasca l'eccesso di profitto.
In che modo uno sgravio fiscale sul profitto (ci pagherà meno tasse) dovrebbe convincerlo a redistribuire l'eccesso sui salariati (quello che dovrebbe fare se avesse il famoso "occhio lungo")?

Non è che ti sfugge, è che ho semplificato io (altrimenti staremmo qua per una settimana).
:D
Se il profitto eccede quella determinata quota (che ho riportato) conviene che lo stato aumenti la tassazione sui profitti e lo redistribuisca (con una tantum o riducendo la tassazione sui salari) in modo tale che vi sia un riequilibrio tra gw e gn (evitando o lo scenario inflattivo o lo scenario recessivo-depressivo), qualora invece si fosse nella situazione opposta occorre fare il contrario.
L'obiettivo è uguagliare il tasso di crescita garantito (gw) e il tasso di crescita naturale (gn), in modo da avere piena occupazione del lavoro e del capitale.
E' chiaro che politiche del genere non sono sufficienti, infatti è necessario (oltre a controllare il livello della domanda) anche porre in essere delle politiche monetarie, alzando o riducendo i tassi di sconto. (alzandoli in caso di scenario inflattivo, riducendoli in caso di scenario recessivo-depressivo).
Infatti la FED ha tagliato i tassi di quasi 1,5 punti, in due riprese.

Correx
07-02-2008, 12:05
Ma infatti il duopolio non è molto praticato.
E' il monopolio o il trust che, estremizzazione del duopolio, degenerano il capitalismo.

fg

quoto
rilancio con gli interessi

zerothehero
07-02-2008, 12:08
quoto
rilancio con gli interessi

Anche qui dipende...in alcuni casi il monopolio (e le integrazioni verticali tra produttore e distributore monopolista) è positivo sia per le imprese che per il consumatore. :D

FabioGreggio
07-02-2008, 12:17
Anche qui dipende...in alcuni casi il monopolio (e le integrazioni verticali tra produttore e distributore monopolista) è positivo sia per le imprese che per il consumatore. :D

Ma anche no. http://www.italy.dk/bambini/img-bambini/nutella-okok.jpg


fg

blamecanada
07-02-2008, 12:33
E' una tendenza che si sta invertendo. Poi non solo si mira a soddisfare i bisogni dei consumatori, ma ad indurne di continuo. E il capitalismo credo abbia la sua essenza nell'accumulo di capitali, non nella sua redistribuzione.
Concordo.

Il capitalismo ha come essenza non l'accumulo, ma l'investimento del capitale, per avere (si spera) un capitale maggiore nel periodo successivo....se si accumula senza investire, la crescita economica si ferma. :D
No. L'investimento è un mezzo, il fine è l'accumulo. Del resto tu stesso scrivi "avere un capitale maggiore" sotto forma di subordinata finale.

La redistribuzione compete allo stato, che deve decidere quanto tassare i salari e quanto i profitti.
Cosa impraticabile in un'economia globalizzata in cui le imprese delocalizzano se osi alzare un minimo la tassazione. Servirebbe un ente di tassazione mondiale, per fare ciò.

In Italia c'è il comunista/anarco/capitalismo dove quando le imprese guadagnano, i soldi se li prende l'imprenditore e ci paga le tasse quando e se vuole, quando le imprese sono in perdita, queste perdite se le accolla lo Stato e di conseguenza noi cittadini dipendenti che le tasse le paghiamo sempre e comunque.....
Del resto lasciar fallire un'impresa grande può creare gravi danni all'economia (migliaia di disoccupati), anche piú che sovvenzionarla per un po'. Il problema è diventa quando l'impresa diventa soltanto una perdita per la collettività.

Correx
07-02-2008, 12:52
Anche qui dipende...in alcuni casi il monopolio (e le integrazioni verticali tra produttore e distributore monopolista) è positivo sia per le imprese che per il consumatore. :D

fammi qualche esempio di monopolio positivo per il consumatore :D Oddio po esserci qualcosa ma tipo lo zero virgola... Forse ti riferisci ai monopoli statali boh...
Comunque imho gli interessi (troppo alti) sono il vero problema del <<capitalismo>>. Dovrebbero essere bassissimi, se non addirittura negativi...

Fritz!
07-02-2008, 12:57
Concordo.


No. L'investimento è un mezzo, il fine è l'accumulo. Del resto tu stesso scrivi "avere un capitale maggiore" sotto forma di subordinata finale.



Giusto per essere pignoli, il fine del capitalismo è la ricerca costante di migliori ritorni sul capitale

Non è l'accumulo, perchè a qual punto non si capirebbe la differenza con l'economia feudale latifondista.

FabioGreggio
07-02-2008, 13:00
Giusto per essere pignoli, il fine del capitalismo è la ricerca costante di migliori ritorni sul capitale

Non è l'accumulo, perchè a qual punto non si capirebbe la differenza con l'economia feudale latifondista.

Chi decide la soglia tra accumulo e profitto?

fg

Fritz!
07-02-2008, 13:01
Chi decide la soglia tra accumulo e profitto?

fg

sono due cose diverse

una grandezza di stock e una di flusso

il discrimine è la staticità vs dinamicità

FabioGreggio
07-02-2008, 13:04
sono due cose diverse

una grandezza di stock e una di flusso

il discrimine è la staticità vs dinamicità


Chi decide la staticità e la dinamicità?

Sono termini impropri al fine statistico.

fg

zerothehero
07-02-2008, 13:05
fammi qualche esempio di monopolio positivo per il consumatore :D Oddio po esserci qualcosa ma tipo lo zero virgola... Forse ti riferisci ai monopoli statali boh...
Comunque imho gli interessi (troppo alti) sono il vero problema del <<capitalismo>>. Dovrebbero essere bassissimi, se non addirittura negativi...

2 esempi:
1)è meglio avere un'integrazione verticale in monopolio, che due imprese separate. (no al doppio markup e prezzi più bassi).
2) è meglio avere un'unica azienda monopolista (in una fase di preindustrializzazione ad es.) che tante imprese senza potere di mercato, quando si hanno dei monopoli naturali.

zerothehero
07-02-2008, 13:06
Concordo.
No. L'investimento è un mezzo, il fine è l'accumulo. Del resto tu stesso scrivi "avere un capitale maggiore" sotto forma di subordinata finale.


L'accumulo lo si ha anche nel pre-capitalismo (es. economia mercantilista).
Nel capitalismo l'essenziale investimento capitale per avere altro capitale (in misura maggiore dell'investimento, se le cose vanno bene) :D

LucaTortuga
07-02-2008, 13:07
Giusto per essere pignoli, il fine del capitalismo è la ricerca costante di migliori ritorni sul capitale

Non è l'accumulo, perchè a qual punto non si capirebbe la differenza con l'economia feudale latifondista.

La differenza, forse, sta nella lungimiranza di gestione (tra chi si accontenta di accaparrarsi il guadagno immediato senza pensare alle conseguenze e chi si industria, investendo, perchè il guadagno sia durevole e aumenti nel tempo).
Ma il vero fine ultimo è sempre comprarsi l'ottava villa in Sardegna. :D

Fritz!
07-02-2008, 13:10
La differenza, forse, sta nella lungimiranza di gestione (tra chi si accontenta di accaparrarsi il guadagno immediato senza pensare alle conseguenze e chi si industria, investendo, perchè il guadagno sia durevole e aumenti nel tempo).
Ma il vero fine ultimo è sempre comprarsi l'ottava villa in Sardegna. :D

L'ottava villa in sardegna ce l'ha anche la contessa de me cojoni, che non è certo una borghese capitalista

la differenza tra ancien régime feudale e capitalismo borghese è evidente, se non la cogliete leggetevi marx:read: :read: :read:

Se come qualcuno ha detto c'è chi critica il comunismo senza sapere di che si tratti, mi pare che ci siano molti che criticano l'economia di mercato senza avere il minimo punto di riferimento

zerothehero
07-02-2008, 13:11
Cosa impraticabile in un'economia globalizzata in cui le imprese delocalizzano se osi alzare un minimo la tassazione. Servirebbe un ente di tassazione mondiale, per fare ciò.


Come mai non si delocalizza tutto nello stato che ha il livello più basso di tassazione?
Perchè il capitalista guarda anche alla produttività del lavoro e del capitale..e non è detto che uno stato con la più bassa tassazione al mondo garantisca la migliore produttività del lavoro e del capitale. :D

zerothehero
07-02-2008, 13:13
Ma anche no. http://www.italy.dk/bambini/img-bambini/nutella-okok.jpg


fg

Ma anche si. :D

laowai
07-02-2008, 13:29
Ma anche no. http://www.italy.dk/bambini/img-bambini/nutella-okok.jpg


fg

Concordo.

La cosa che trovo risibile degli economisti è che, applicando metodi matematici ai loro modelli, evidentemente in contrasto, ottengono in modo corretto di dimostrare uno l'esatto contrario dell'altro!

Secondo me, ma ragiono da ingegnere, un po' testa quadra, c'è qualcosa che non va...

Correx
07-02-2008, 13:32
2 esempi:
1)è meglio avere un'integrazione verticale in monopolio, che due imprese separate. (no al doppio markup e prezzi più bassi).
2) è meglio avere un'unica azienda monopolista (in una fase di preindustrializzazione ad es.) che tante imprese senza potere di mercato, quando si hanno dei monopoli naturali.

ammazza due esempi pratici no eh? :D Queste mi sembrano piu' affermazioni (e' meglio...) che esempi... (che e' sto markup?)

LucaTortuga
07-02-2008, 13:36
L'ottava villa in sardegna ce l'ha anche la contessa de me cojoni, che non è certo una borghese capitalista


Era una battuta! :D

zerothehero
07-02-2008, 13:44
ammazza due esempi pratici no eh? :D Queste mi sembrano piu' affermazioni (e' meglio...) che esempi... (che e' sto markup?)

Il mark-up del monopolista...in soldoni dal momento che il monopolista ha un potere di mercato, alza i prezzi, senza perdere tutta la domanda.
Se (primo caso) integri verticalmente due imprese (a monte e a valle) monopoliste, si evita che sia il produttore che il distributore abbiano extraprofitti (che sono presenti nel caso di due imprese monopoliste separate)...ad es. il produttore imporrà un prezzo consigliato al distributore eliminando il mark-up del distributore..si avrà maggiore quantità venduta a prezzi più bassi e un solo mark-up (quello del produttore, che impone a valle i prezzi).
Il secondo caso è più chiaro: se devo costruire in fretta una rete telefonica nazionale, non ha senso avere migliaia di imprese concorrenti, ha più senso avere un'unica impresa monopolista...quindi non sempre avere un monopolio è "male" e avere una concorrenza perfetta è "bene". :D

blamecanada
07-02-2008, 14:15
L'accumulo lo si ha anche nel pre-capitalismo (es. economia mercantilista).
Nel capitalismo l'essenziale investimento capitale per avere altro capitale (in misura maggiore dell'investimento, se le cose vanno bene) :D
Sono questioni semantiche... l'obiettivo è aumentare il proprio capitale, io per esprimere quel concetto ho usato il verbo "accumulare", ma per accumulare non intendo che il capitare rimanga fermo, ma solo che questo non viene speso in beni per migliorare la propria vita materiale, se non in minima parte.

Come mai non si delocalizza tutto nello stato che ha il livello più basso di tassazione?
Perchè il capitalista guarda anche alla produttività del lavoro e del capitale..e non è detto che uno stato con la più bassa tassazione al mondo garantisca la migliore produttività del lavoro e del capitale. :D
A parità di tutti gli altri parametri, è UNA variabile, non l'UNICA variabile...
Il concetto è che gli Stati sono spinti a tenere bassa la tassazione per evitare fughe di capitali, la delocalizzazione selvaggia che copre settori sempre piú ampli (ed anche specializzati) penso ne sia un esempio lampante.

pistacchio89
07-02-2008, 15:45
Il capitalismo i poveri non li salva, casomai li genera e li sfrutta.
Persegue un unico fine: l'arricchimento dei singoli captalisti, proprietari privati che mirano continuamente all'accumulo dei mezzi di produzione.
Questi mezzi di produzione non sono utilizati per soddisfare i bisogni delle masse come l'articolo vuole far credere, ma per lucrare su di essi e tali bisogni spesso e volentieri sono controllati e indotti da chi li vuole sfruttare per il proprio tornaconto. :mad:

Dream_River
07-02-2008, 16:12
Non ho saputo trovare parole per esprimere adeguatamente quanto "stimo" il capitalismo, perciò vi posto un immagine che valga molto più di mille parole

http://bp2.blogger.com/_sKmUW8U4m0c/RhAGx1whELI/AAAAAAAAAKU/u5Km5bCRXbU/s400/food3qp.jpg

Fritz!
07-02-2008, 16:26
Non ho saputo trovare parole per esprimere adeguatamente quanto "stimo" il capitalismo, perciò vi posto un immagine che valga molto più di mille parole

http://bp2.blogger.com/_sKmUW8U4m0c/RhAGx1whELI/AAAAAAAAAKU/u5Km5bCRXbU/s400/food3qp.jpg

ovvero,

il capitalismo permetterà a quel bambino a destra di avviarsi verso lo sviluppo, di non morire piu di fame ma di affrontare quei problemi tipicamente benestanti come l'obesità:p

Dream_River
07-02-2008, 16:28
ovvero,

il capitalismo permetterà a quel bambino a destra di avviarsi verso lo sviluppo, di non morire piu di fame ma di affrontare quei problemi tipicamente benestanti come l'obesità:p

Era una battuta vero???

Fritz!
07-02-2008, 16:30
Era una battuta vero???

no

zerothehero
07-02-2008, 16:33
Non ho saputo trovare parole per esprimere adeguatamente quanto "stimo" il capitalismo, perciò vi posto un immagine che valga molto più di mille parole

http://bp2.blogger.com/_sKmUW8U4m0c/RhAGx1whELI/AAAAAAAAAKU/u5Km5bCRXbU/s400/food3qp.jpg

Il capitalismo comporta che vi sia denutrizione?
No, i bambini denutriti esistono a prescindere del capitalismo.

Dream_River
07-02-2008, 16:36
no

Si certo, è risaputo che le multinazionali danno borse di studio e vitto è alloggio gratis ai bambini dei paesi dove attuano la loro politica sfruttatrice

Fritz!
07-02-2008, 16:41
Si certo, è risaputo che le multinazionali danno borse di studio e vitto è alloggio gratis ai bambini dei paesi dove attuano la loro politica sfruttatrice

Vabbeh allora postiamo qualche foto con la montagnetta di teschi dei morti di Pol Pot, le stime dei morti per malnutrizione in corea del nord, e i resoconti della carestia causata dalla rivoluzione culturale di Mao

Io sono convinto che l'economia di mercato, basata sul libero scambio, la libertà di impresa personale, the rule of law, e un potere pubblico che cigili sulla concorrenza siano ricette ottime per lo sviluppo economico

Tu no e mi pare evidente, ma la propaganda spicciola di quella immagine da te postata che utilità vuoi che abbia in una discussione?

zerothehero
07-02-2008, 16:44
Si certo, è risaputo che le multinazionali danno borse di studio e vitto è alloggio gratis ai bambini dei paesi dove attuano la loro politica sfruttatrice

La povertà non si è originata con il capitalismo, anzi è grazie al capitalismo che Cina, India e sud-est asiatico stanno vedendo una progressiva riduzione della povertà.

L'area più disgraziata è l'africa sub-sahariana, con il 30% dei bambini sottopeso...troppo capitalismo in Africa sub-sahariana? ^_^

blamecanada
07-02-2008, 17:02
Il capitalismo comporta che vi sia denutrizione?
No, i bambini denutriti esistono a prescindere del capitalismo.
La denutrizione c'era anche prima.

Però se chi ha il capitale industrializzasse le zone povere, a prescindere dal fatto che sia poco conveniente, non ci sarebbe la denutrizione.
Ovviamente un capitalista non lo farà mai, perché va contro i suoi interessi, anche se potrebbe farlo.

Fritz!
07-02-2008, 17:07
La denutrizione c'era anche prima.

Però se chi ha il capitale industrializzasse le zone povere, a prescindere dal fatto che sia poco conveniente, non ci sarebbe la denutrizione.
Ovviamente un capitalista non lo farà mai, perché va contro i suoi interessi, anche se potrebbe farlo.
Ma il capitale STA industrializzando le zone povere.

E' quello che succede in Vietnam, piuttosto che in Polonia o in India. E causa a delocalizzazione che prima criticavate

blamecanada
07-02-2008, 17:09
Ma il capitale STA industrializzando le zone povere.
Solo quelle dove è conveniente farlo (per ovvi motivi).

Io non ho detto che prima del capitalismo si stava meglio, ho detto che se le risorse economiche fossero usate non per profitto personale ma per il benessere collettivo, la denutrizione sarebbe stata sconfitta già da un pezzo.

zerothehero
07-02-2008, 17:13
La denutrizione c'era anche prima.

Però se chi ha il capitale industrializzasse le zone povere, a prescindere dal fatto che sia poco conveniente, non ci sarebbe la denutrizione.
Ovviamente un capitalista non lo farà mai, perché va contro i suoi interessi, anche se potrebbe farlo.

Non è detto che l'industrializzazione comporti necessariamente la fine della denutrizione. :O
Se il reddito è distribuito in modo squilibrato (es. il Brasile, che ha un alto indice del Gini) è possibile che via denutrizione e povertà.

Dream_River
07-02-2008, 17:15
Ma il capitale STA industrializzando le zone povere.


ma certo, sfruttando i lavoratori e pagandoli da fame, vivendo sui bisogni della povera gente sfortunata (Ricorda molto l'atteggiamento dei Condor) :rolleyes:

Fritz!
07-02-2008, 17:15
Solo quelle dove è conveniente farlo (per ovvi motivi).

Io non ho detto che prima del capitalismo si stava meglio, ho detto che se le risorse economiche fossero usate non per profitto personale ma per il benessere collettivo, la denutrizione sarebbe stata sconfitta già da un pezzo.

no

tu hai detto che il capitale non industrializza le zone povere, ma ti sei accorto di aver cappellato ora cambi versione.

Alla fine della seconda guerra mondiale si moriva di fame in parti di europa ancora... Probabilmente nel futuro il capitalismo porterà alla fine della malnutrizione anche negli ultimi angoli del globo

Fritz!
07-02-2008, 17:17
ma certo, sfruttando i lavoratori e pagandoli da fame, vivendo sui bisogni della povera gente sfortunata (Ricorda molto l'atteggiamento dei Condor) :rolleyes:

In quei paesi sfruttati, le multinazionali garantiscono generalmente condizioni di vita migliori rispetto aGLI STANDARD LOCALI

pistacchio89
07-02-2008, 17:21
Vabbeh allora postiamo qualche foto con la montagnetta di teschi dei morti di Pol Pot, le stime dei morti per malnutrizione in corea del nord, e i resoconti della carestia causata dalla rivoluzione culturale di Mao

Io sono convinto che l'economia di mercato, basata sul libero scambio, la libertà di impresa personale, the rule of law, e un potere pubblico che cigili sulla concorrenza siano ricette ottime per lo sviluppo economico

Tu no e mi pare evidente, ma la propaganda spicciola di quella immagine da te postata che utilità vuoi che abbia in una discussione?

Pol Pot in questa discussione c'entra come i famigerati cavoli a merenda.

Nel 1982 e nel 1983 solamente gli USA votarono all'ONU contro una dichiarazione per il riconoscere l'educazione, il lavoro, la salute, l'alimentazione adeguata e lo sviluppo di ogni paese come diritti dell'umanità.
Nel 1996 alla conferenza sull'alimentazione indetta dalle Nazioni Unite furono gli Stati Uniti ad opporsi all'affermazione secondo la quale tutti hanno diritto ad accedere a un cibo sano e nutriente, proprio nel nome del libero mercato e per paura di vertenze legali da parte ei paesi poveri.

Questo era solo per fare un paio di esempi di come il paese capitalista per antonomasia abbia a cuore le sorti degli affamati.

P.S.
Comunque più che di economia parlerei di crematistica.

blamecanada
07-02-2008, 18:06
tu hai detto che il capitale non industrializza le zone povere, ma ti sei accorto di aver cappellato ora cambi versione.
Riporto quello che ho scritto.

La denutrizione c'era anche prima.
Ossia ho detto che è la malnutrizione non è causata dal capitalismo, ma è antecedente ad esso.

Però se chi ha il capitale industrializzasse le zone povere, a prescindere dal fatto che sia poco conveniente, non ci sarebbe la denutrizione.
Ovviamente un capitalista non lo farà mai, perché va contro i suoi interessi, anche se potrebbe farlo.

Cosa non ti è chiaro di tutto ciò?

Dream_River
07-02-2008, 18:19
In quei paesi sfruttati, le multinazionali garantiscono generalmente condizioni di vita migliori rispetto aGLI STANDARD LOCALI

Che scusa patetica per mettersi la coscienza in pace dalla consapevolezza di sostenere un movimento che si nutre e cresce sulla fame e sulla sofferenza altrui.
Ma immagino che per i capitalisti e i suoi sostenitori ogni pretesto sia buono per ridurre le spese

---edited---
07-02-2008, 18:58
Che scusa patetica per mettersi la coscienza in pace dalla consapevolezza di sostenere un movimento che si nutre e cresce sulla fame e sulla sofferenza altrui.
Ma immagino che per i capitalisti e i suoi sostenitori ogni pretesto sia buono per ridurre le spese

non è bello lo ammetto ma cavolo se non ci fossero le persone morirebbero ancora di più

io ho paura per quando tutti diverranno più o meno "ricchi". Non saremo più noi a dettare le regole...

blamecanada
07-02-2008, 19:20
non è bello lo ammetto ma cavolo se non ci fossero le persone morirebbero ancora di più
Dipende da qual è l'alternativa.

Se l'alternativa è il feudalesimo è ovvio, ma se l'alternativa è un sistema economico maggiormente attento agl'interessi collettivi no.

---edited---
07-02-2008, 19:38
Dipende da qual è l'alternativa.

Se l'alternativa è il feudalesimo è ovvio, ma se l'alternativa è un sistema economico maggiormente attento agl'interessi collettivi no.

come alternativa bisognerebbe confrontare lo standard di un paese comunista che dovrebbe rappresentare appieno gli interessi collettivi

al giorno d'oggi penso che non esista un paese del genere (forse cuba?:confused: )

per non parlare della cina, non mi pare che si viva tanto bene (ma cmq discretamente penso per il giusto mix tra capitalismo e comunismo)

CarloR1t
07-02-2008, 20:00
http://www.youtube.com/watch?v=2sjqkrhlnI4

blamecanada
07-02-2008, 20:03
come alternativa bisognerebbe confrontare lo standard di un paese comunista che dovrebbe rappresentare appieno gli interessi collettivi
al giorno d'oggi penso che non esista un paese del genere (forse cuba?:confused: )
per non parlare della cina, non mi pare che si viva tanto bene (ma cmq discretamente penso per il giusto mix tra capitalismo e comunismo)
Un Paese per rappresentare gl'interessi della popolazione deve essere democratico, un Paese non democratico non può essere completamente comunista.

In ogni caso a Cuba c'è povertà, ma non denutrizione, nonostante sia un Paese autoritario questo problema non esiste piú. Quindi da quel punto di vista è un esempio positivo.
Però sicuramente non si può prendere come modello di democrazia.

---edited---
07-02-2008, 20:21
Un Paese per rappresentare gl'interessi della popolazione deve essere democratico, un Paese non democratico non può essere completamente comunista.

In ogni caso a Cuba c'è povertà, ma non denutrizione, nonostante sia un Paese autoritario questo problema non esiste piú. Quindi da quel punto di vista è un esempio positivo.
Però sicuramente non si può prendere come modello di democrazia.

cavolo onestamente a me cuba sembrava ancora la migliore
che stato è ideale secondo te?

blamecanada
07-02-2008, 22:17
cavolo onestamente a me cuba sembrava ancora la migliore
che stato è ideale secondo te?
Beh, sicuramente migliore rispetto ai Paesi dell'est, ma secondo me la libertà di parola è fondamentale per il socialismo, ed a Cuba non è completamente tutelata.
Ovviamente questo non toglie che Cuba sia migliore degli altri Paesi Sud Americani per la maggior parte degli aspetti.

I migliori? Probabilmente i sandinisti (http://it.wikipedia.org/wiki/Fronte_Sandinista_di_Liberazione_Nazionale) (stroncati dai soliti Stati Uniti).
In ogni caso uno Stato non è mai "ideale": uno Stato è una cosa concreta, con pregi e difetti. Io difendo Cuba da chi la attacca ingiustamente, però non posso far finta che sia il paradiso in terra.

LightIntoDarkness
08-02-2008, 09:50
In quei paesi sfruttati, le multinazionali garantiscono generalmente condizioni di vita migliori rispetto aGLI STANDARD LOCALIChiaro.
Il rispetto dei diritti umani è un'optional, l'importante è ingrassare un po' i governi locali, tutti gli operati carcerati dentro le zone franche di esportazione sono effetti collaterali di un progressivo miglioramento che, semplicemente, non esisterà mai.
Il gioco è al ribasso, è chiaro.