sempreio
03-02-2008, 11:59
"Sarò il presidente d'Europa"
ecco il piano di Tony Blair
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
<B>"Sarò il presidente d'Europa"<br>ecco il piano di Tony Blair</B>
L'ex premier britannico Tony Blair
LONDRA - Sette mesi dopo le sue dimissioni da Downing street, Tony Blair sta pensando seriamente a diventare presidente dell'Unione Europea, il nuovo incarico previsto dal Trattato d'Unione firmato l'anno scorso a Lisbona dai leader dei 27 paesi della Ue.
A rivelare le intenzione di Blair è il Guardian, con un lungo servizio di prima pagina il cui contenuto è riassunto dal titolo: "Farò il presidente d'Europa se mi date abbastanza potere".
L'ex-primo ministro britannico non lo ha dichiarato pubblicamente, ma è quello che, secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano londinese, sta dicendo in questi giorni a consiglieri, alleati e sostenitori in vista di una sua possibile candidatura ufficiale all'incarico. Blair avrebbe confidato ai più stretti collaboratori che non ha ancora preso una decisione definitiva, ma che è sempre più favorevole ad accettare l'incarico se ci sarà la garanzia di avere poteri reali, in particolare riguardo a questioni di affari internazionali, difesa e commercio.
L'ex leader laburista, sempre secondo le fonti consultate dal Guardian, riconosce che, se diventasse presidente della Ue, dovrebbe rinunciare ai ben pagati lavori di consulente per banche e società private, e allo stipendio da almeno 10 milioni di euro l'anno che gli procurano. E sua moglie Cherie, di cui si dice che sia ancora più interessata del marito ai soldi, lo sosterrebbe nell'ipotesi di una candidatura a presidente d'Europa, aggiunge il giornale.
Al posto di presidente della Ue, naturalmente, non ci si candida, ma si viene candidati o meglio nominati, in una battaglia diplomatica dietro le quinte. Non è chiaro se Blair la vincerebbe. Nicolas Sarkozy è il suo grande elettore, e lo ha detto esplicitamente di recente (non a caso, nota in un articolo sull'argomento il Times, Blair ha migliorato molto il suo francese, tanto da avere dato un'intervista alla radio francese senza bisogno di interpreti, impresa senza precedenti per un leader o lex-leader britannico).
Ma ci sono anche vari oppositori. Angela Merkel sembra pensare che un laburista alla presidenza d'Europa sarebbe un vantaggio per i socialdemocratici tedeschi. Gordon Brown sarebbe contrario, secondo la stampa inglese, a vedere il suo ex-rivale all'interno del Labour in un ruolo politico di primo piano, mentre lui perde terreno nei sondaggi e governa tra crescenti difficoltà. Gli oppositori della guerra in Iraq si oppongono anche all'idea che uno dei leader che più l'hanno voluta sia premiato con un incarico di grande prestigio. I paesi più europeisti si domandano se possa diventare presidente della Ue un uomo politico di un paese che non appartiene né all'eurozona né al trattato di libera circolazione di Schengen.
In ogni caso la questione sarà decisa dopo che i 27 membri della Ue avranno ratificato il Trattato d'Unione, dunque solo nella seconda metà del 2008.
(3 febbraio 2008)
http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/blair-europa/blair-europa/blair-europa.html
ma cosa vogliono gli inglesi che non fanno neppure parte dell' euro! e neppure del trattato di Schengen, questo è colonialismo:rolleyes:
ecco il piano di Tony Blair
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
<B>"Sarò il presidente d'Europa"<br>ecco il piano di Tony Blair</B>
L'ex premier britannico Tony Blair
LONDRA - Sette mesi dopo le sue dimissioni da Downing street, Tony Blair sta pensando seriamente a diventare presidente dell'Unione Europea, il nuovo incarico previsto dal Trattato d'Unione firmato l'anno scorso a Lisbona dai leader dei 27 paesi della Ue.
A rivelare le intenzione di Blair è il Guardian, con un lungo servizio di prima pagina il cui contenuto è riassunto dal titolo: "Farò il presidente d'Europa se mi date abbastanza potere".
L'ex-primo ministro britannico non lo ha dichiarato pubblicamente, ma è quello che, secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano londinese, sta dicendo in questi giorni a consiglieri, alleati e sostenitori in vista di una sua possibile candidatura ufficiale all'incarico. Blair avrebbe confidato ai più stretti collaboratori che non ha ancora preso una decisione definitiva, ma che è sempre più favorevole ad accettare l'incarico se ci sarà la garanzia di avere poteri reali, in particolare riguardo a questioni di affari internazionali, difesa e commercio.
L'ex leader laburista, sempre secondo le fonti consultate dal Guardian, riconosce che, se diventasse presidente della Ue, dovrebbe rinunciare ai ben pagati lavori di consulente per banche e società private, e allo stipendio da almeno 10 milioni di euro l'anno che gli procurano. E sua moglie Cherie, di cui si dice che sia ancora più interessata del marito ai soldi, lo sosterrebbe nell'ipotesi di una candidatura a presidente d'Europa, aggiunge il giornale.
Al posto di presidente della Ue, naturalmente, non ci si candida, ma si viene candidati o meglio nominati, in una battaglia diplomatica dietro le quinte. Non è chiaro se Blair la vincerebbe. Nicolas Sarkozy è il suo grande elettore, e lo ha detto esplicitamente di recente (non a caso, nota in un articolo sull'argomento il Times, Blair ha migliorato molto il suo francese, tanto da avere dato un'intervista alla radio francese senza bisogno di interpreti, impresa senza precedenti per un leader o lex-leader britannico).
Ma ci sono anche vari oppositori. Angela Merkel sembra pensare che un laburista alla presidenza d'Europa sarebbe un vantaggio per i socialdemocratici tedeschi. Gordon Brown sarebbe contrario, secondo la stampa inglese, a vedere il suo ex-rivale all'interno del Labour in un ruolo politico di primo piano, mentre lui perde terreno nei sondaggi e governa tra crescenti difficoltà. Gli oppositori della guerra in Iraq si oppongono anche all'idea che uno dei leader che più l'hanno voluta sia premiato con un incarico di grande prestigio. I paesi più europeisti si domandano se possa diventare presidente della Ue un uomo politico di un paese che non appartiene né all'eurozona né al trattato di libera circolazione di Schengen.
In ogni caso la questione sarà decisa dopo che i 27 membri della Ue avranno ratificato il Trattato d'Unione, dunque solo nella seconda metà del 2008.
(3 febbraio 2008)
http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/blair-europa/blair-europa/blair-europa.html
ma cosa vogliono gli inglesi che non fanno neppure parte dell' euro! e neppure del trattato di Schengen, questo è colonialismo:rolleyes: