ilsensine
31-01-2008, 09:35
Premessa
Seguo le vicende legate ai brevetti software da alcuni anni, denunciando le conseguenze e i pericoli nell'apposito thread nella sezione di Programmazione. I brevetti software, non necessari per la tutela del proprio lavoro, sono utilizzati per fini ben diversi rispetto a quello che potete pensare. Esistono negli USA aziende con reparti tecnici vuoti, ma ben fornite di reparti legali, il cui unico scopo nella vita è raccogliere brevetti (da aziende in fallimento, comprandoli, o depositandoli coprendo quanto di più banale possa essere concepito) per poi partire all'attacco con cause di violazione di brevetti contro i malcapitati bersagli. Ed hanno successo, hanno bilanci in attivo per decine di milioni. Altri li usano per impedire la concorrenza, imponendo prima cosiddetti standard all'utenza per poi usare i brevetti in modo che i concorrenti non possano essere interoperabili con i propri prodotti (o in modo da selezionare i concorrenti in base a logiche che non hanno niente a che vedere con il libero mercato). Altri ancora li usano per sbarazzarsi velocemente di potenziali concorrenti, o per controllarli e limitarne la libertà di azione.
Non è il caso di portarvi ora i (numerosi) esempi, il thread in programmazione offre tutti gli spunti necessari. Chi non sa di cosa sto parlando però può dare una veloce occhiata a questa immagine, simbolo di una battaglia di qualche tempo fa:
http://webshop.ffii.org/
Purtroppo denunciare il pericolo dei brevetti software non è azione facile, in quanto il pubblico non informato non percepisce il pericolo. Difficile spiegare ad esempio che buona parte del costo di un software come Windows Vista dipende, direttamente o indirettamente, dai brevetti.
Veniamo all'argomento di questa sezione, la sicurezza.
E' notizia di questi giorni di una azione legale di Trend Micro contro Barracuda, fornitrice di numerosi servizi di sicurezza basati su software quale ClamAV:
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=20842383&postcount=427
e questo è il brevetto, in tutta la sua infausta potenza:
http://patft.uspto.gov/netacgi/nph-Parser?Sect1=PTO2&Sect2=HITOFF&p=1&u=%2Fnetahtml%2FPTO%2Fsearch-bool.html&r=1&f=G&l=50&co1=AND&d=PTXT&s1=5,623,600.PN.&OS=PN/5,623,600&RS=PN/5,623,600
Questo attacco è particolarmente grave in quanto ha come bersaglio un software libero, open source, rilasciato sotto licenza GPL. I software open source di per se sono partiocolarmente vulnerabili ai brevetti (in quanto non nascondono nulla); non credo sia il caso in questione in quanto il brevetto 5,623,600 è così generale e astratto da colpire il solo fatto che un software fa una certa cosa, indipendentemente da come la fa. Il punto più grave però è questo: per evitare che il proprio lavoro vada ad arricchire indebitamente le tasche di altri, chi rilascia software sotto licenza GPL ha stabilito una clausola secondo la quale se il prodotto non può essere distribuito liberamente (in particolare, se qualche brevetto ne blocca la diffusione o limita il libero uso), il software è "morto", non può più essere distribuito, almeno nelle nazioni dove il brevetto è valido. E' la clausola "liberty or death".
In soldoni, ClamAV stesso - che viene sviluppato negli USA - sta correndo un gravissimo pericolo.
Spero di essere riuscito a rovinare la colazione almeno a qualcuno di voi, vuol dire che non ho sprecato tempo nel fare questa denuncia.
Seguo le vicende legate ai brevetti software da alcuni anni, denunciando le conseguenze e i pericoli nell'apposito thread nella sezione di Programmazione. I brevetti software, non necessari per la tutela del proprio lavoro, sono utilizzati per fini ben diversi rispetto a quello che potete pensare. Esistono negli USA aziende con reparti tecnici vuoti, ma ben fornite di reparti legali, il cui unico scopo nella vita è raccogliere brevetti (da aziende in fallimento, comprandoli, o depositandoli coprendo quanto di più banale possa essere concepito) per poi partire all'attacco con cause di violazione di brevetti contro i malcapitati bersagli. Ed hanno successo, hanno bilanci in attivo per decine di milioni. Altri li usano per impedire la concorrenza, imponendo prima cosiddetti standard all'utenza per poi usare i brevetti in modo che i concorrenti non possano essere interoperabili con i propri prodotti (o in modo da selezionare i concorrenti in base a logiche che non hanno niente a che vedere con il libero mercato). Altri ancora li usano per sbarazzarsi velocemente di potenziali concorrenti, o per controllarli e limitarne la libertà di azione.
Non è il caso di portarvi ora i (numerosi) esempi, il thread in programmazione offre tutti gli spunti necessari. Chi non sa di cosa sto parlando però può dare una veloce occhiata a questa immagine, simbolo di una battaglia di qualche tempo fa:
http://webshop.ffii.org/
Purtroppo denunciare il pericolo dei brevetti software non è azione facile, in quanto il pubblico non informato non percepisce il pericolo. Difficile spiegare ad esempio che buona parte del costo di un software come Windows Vista dipende, direttamente o indirettamente, dai brevetti.
Veniamo all'argomento di questa sezione, la sicurezza.
E' notizia di questi giorni di una azione legale di Trend Micro contro Barracuda, fornitrice di numerosi servizi di sicurezza basati su software quale ClamAV:
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=20842383&postcount=427
e questo è il brevetto, in tutta la sua infausta potenza:
http://patft.uspto.gov/netacgi/nph-Parser?Sect1=PTO2&Sect2=HITOFF&p=1&u=%2Fnetahtml%2FPTO%2Fsearch-bool.html&r=1&f=G&l=50&co1=AND&d=PTXT&s1=5,623,600.PN.&OS=PN/5,623,600&RS=PN/5,623,600
Questo attacco è particolarmente grave in quanto ha come bersaglio un software libero, open source, rilasciato sotto licenza GPL. I software open source di per se sono partiocolarmente vulnerabili ai brevetti (in quanto non nascondono nulla); non credo sia il caso in questione in quanto il brevetto 5,623,600 è così generale e astratto da colpire il solo fatto che un software fa una certa cosa, indipendentemente da come la fa. Il punto più grave però è questo: per evitare che il proprio lavoro vada ad arricchire indebitamente le tasche di altri, chi rilascia software sotto licenza GPL ha stabilito una clausola secondo la quale se il prodotto non può essere distribuito liberamente (in particolare, se qualche brevetto ne blocca la diffusione o limita il libero uso), il software è "morto", non può più essere distribuito, almeno nelle nazioni dove il brevetto è valido. E' la clausola "liberty or death".
In soldoni, ClamAV stesso - che viene sviluppato negli USA - sta correndo un gravissimo pericolo.
Spero di essere riuscito a rovinare la colazione almeno a qualcuno di voi, vuol dire che non ho sprecato tempo nel fare questa denuncia.