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View Full Version : Dieta a Zona


TonyManero
30-01-2008, 14:14
Non sapevo se era più "Sport e motori" o più "Scienza e tecnica"... e quindi ho postato qua.

Qualcuno per caso ha mai provato questa "miracolosa" dieta?

Informando mi su internet ho letto cose praticamente incredibile e, tra l'altro, documentate con un'apparente base scientifica solidissima! :eek:

C'è qualche "zonista" qua?

P.S. Per chi non lo sapesse in breve la dieta a zona si basa sul concetto di mantenere il livello di insulina "nella zona" controllando la proporzione tra i tre macronutrienti: proteine, carboidrati, grassi.

Un Copia & Incolla:

Questa proporzione si è rivelata essere la più efficace nel tenere i livelli di INSULINA (un ormone secreto dal pancreas in risposta all’assunzione soprattutto di Carboidrati ) nella Zona , cioè né troppo bassi né troppo alti. Il costante controllo dell’insulina è il principale obiettivo ormonale di tutto il programma in quanto da esso derivano, in modo diretto od indiretto, tutti i benefici che il programma stesso può assicurare. Di fondamentale importanza è che, ad ogni pasto, venga stimolato adeguatamente anche l’ormone "antagonista" dell’insulina: il GLUCAGONE. Quest’ormone, la cui secrezione è stimolata dalle Proteine, consente di accedere alle scorte energetiche immagazzinate nel fegato (glicogeno) e nel tessuto adiposo (grassi). Solo se la stimolazione di entrambi, ad ogni pasto, sarà adeguata si otterranno tutti i benefici che il vivere nella Zona può garantire:

UNA SENSAZIONE COSTANTE DI PIENA EFFICIENZA FISICA
LUCIDITA’ MENTALE AI MASSIMI LIVELLI PER TUTTO IL GIORNO
PERDITA FISIOLOGICA E DEFINITIVA DELLA MASSA GRASSA IN ACCESSO
ASSENZA DI FAME TRA UN PASTO E L’ALTRO
MIGLIORE QUALITA’ DEL RIPOSO NOTTURNO
SCOMPARSA DI PICCOLI E GRANDI DISTURBI DI NATURA INFIAMMATORIA
MIGLIORAMENTO DELL’UMORE E DELL’AUTOSTIMA
RIDIMENSIONAMENTO CLINICO DI MOLTE TRA LE PIU’ DIFFUSE PATOLOGIE
PROCESSI DI INVECCHIAMENTO RALLENTATI
RAPIDO E DEFINITIVO SMALTIMENTO DELL’EVENTUALE RITENZIONE IDRICA

tecnologico
30-01-2008, 14:21
non esiste la dieta a zona, non puoi decidere il punto di dimagrimento.

TonyManero
30-01-2008, 14:29
non esiste la dieta a zona, non puoi decidere il punto di dimagrimento.

Ecco.... :muro:

Aggiorno il primo post con una breve spiegazione...

-RauL-
30-01-2008, 14:37
Io sto facendo la DIETA CHETOGENICA

provala, funziona davvero ;)

tecnologico
30-01-2008, 14:43
http://www.my-personaltrainer.it/dieta_chetogenica.htm

TonyManero
30-01-2008, 14:47
http://www.my-personaltrainer.it/dieta_chetogenica.htm

Esatto... essendo basata sull'assunzione prevalente di proteine non può considerarsi un regime alimentare da usare "per sempre", pur rimanendo comunque ottimo per necessità dimagritive immediate.

Invece della zono sullo stesso sito si dice questo http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-zona.html che sono proprio i "miracolosi" effetti di cui volevo qualche conferma pratica da qualcuno che realmente la segue!

cuoricinoblu
30-01-2008, 14:50
Non preoccuparti gli adepti cominceranno ad arrivare in massa :asd:

giovane acero
30-01-2008, 15:03
io sto facendo la dieta a bizona!

cuoricinoblu
30-01-2008, 15:06
io sto facendo la dieta a bizona!

E' assolutamente la migliore, imbattibile!!!! :ave:

bananarama
30-01-2008, 16:00
io me magno tutto e se qualcuno c'ha da ridire perche' c'ho la panza lo investo

TonyManero
30-01-2008, 16:02
io me magno tutto e se qualcuno c'ha da ridire perche' c'ho la panza lo investo

Da crepare dal ridere questo 3d... :rolleyes:

bananarama
30-01-2008, 16:05
Da crepare dal ridere questo 3d... :rolleyes:

non sai quanto! :rotfl:

TonyManero
30-01-2008, 16:13
ALIMENTAZIONE 40/30/30:

Con questa formula sintetica si intende specificare che l’apporto calorico, per ogni singola assunzione di cibo, deve essere fornito per il 40% dai Carboidrati, per il 30% dalle Proteine e per il restante 30% dai Grassi.Per stabilire il fabbisogno individuale giornaliero è innanzitutto necessario calcolare la Massa Magra di ogni singolo soggetto. Questo dato viene poi moltiplicato per un fattore proporzionale al grado di attività fisica che il soggetto stesso svolge abitualmente. Tutte le indicazioni necessarie ad effettuare questi conteggi sono contenute nel libro La nuova Zona facile, di Paolo Perucci con Edoardo Rosati, Editore Sonzogno. E’ un testo che chiunque voglia seguire la Zona è necessario legga attentamente e tenga poi sempre a portata di mano.

Il dato ricavato dalla moltiplicazione della Massa Magra per il fattore di attività fisica ci fornisce la quantità in grammi di Proteine che quel dato soggetto deve assumere nell’arco della giornata. Da questo dato si ricavano le quantità degli altri due macronutrienti (Carboidrati e Grassi ) secondo il rapporto seguente:
ad ogni 7 grammi di Proteine debbono corrisponderne 9 di Carboidrati e 3 di Grassi.

Questa proporzione si è rivelata essere la più efficace nel tenere i livelli di INSULINA (un ormone secreto dal pancreas in risposta all’assunzione soprattutto di Carboidrati ) nella Zona , cioè né troppo bassi né troppo alti. Il costante controllo dell’insulina è il principale obiettivo ormonale di tutto il programma in quanto da esso derivano, in modo diretto od indiretto, tutti i benefici che il programma stesso può assicurare. Di fondamentale importanza è che, ad ogni pasto, venga stimolato adeguatamente anche l’ormone "antagonista" dell’insulina: il GLUCAGONE. Quest’ormone, la cui secrezione è stimolata dalle Proteine, consente di accedere alle scorte energetiche immagazzinate nel fegato (glicogeno) e nel tessuto adiposo (grassi). Solo se la stimolazione di entrambi, ad ogni pasto, sarà adeguata si otterranno tutti i benefici che il vivere nella Zona può garantire:

UNA SENSAZIONE COSTANTE DI PIENA EFFICIENZA FISICA
LUCIDITA’ MENTALE AI MASSIMI LIVELLI PER TUTTO IL GIORNO
PERDITA FISIOLOGICA E DEFINITIVA DELLA MASSA GRASSA IN ACCESSO
ASSENZA DI FAME TRA UN PASTO E L’ALTRO
MIGLIORE QUALITA’ DEL RIPOSO NOTTURNO
SCOMPARSA DI PICCOLI E GRANDI DISTURBI DI NATURA INFIAMMATORIA
MIGLIORAMENTO DELL’UMORE E DELL’AUTOSTIMA
RIDIMENSIONAMENTO CLINICO DI MOLTE TRA LE PIU’ DIFFUSE PATOLOGIE
PROCESSI DI INVECCHIAMENTO RALLENTATI
RAPIDO E DEFINITIVO SMALTIMENTO DELL’EVENTUALE RITENZIONE IDRICA


E’ di primaria importanza distinguere tra Carboidrati "favorevoli" e "sfavorevoli". I Carboidrati "favorevoli" sono quelli contenuti in frutta e verdura, che sono anche ricche di fibre, vitamine e sali minerali. Stimolano in modo meno intenso e più graduale l’insulina perché il loro assorbimento è più lento. Viceversa quelli "sfavorevoli" (pane, pasta, riso, pizza, birra ecc.) entrano rapidamente in circolo provocando (nel 75% abbondante delle persone) un brusco ed elevato innalzamento dell’insulina.

Sulla base del tipo di risposta insulinica che provocano (modesta od elevata) ai Carboidrati viene attribuito un INDICE GLICEMICO. E’ un numero che quantifica, sulla base del tipo di zuccheri contenuti in un dato alimento e sulla rapidità con cui vengono assorbiti, il grado di stimolazione dell’insulina che farà seguito all’ingestione di quel tipo di Carboidrato. Tanto minore sarà l’indice glicemico tanto più "favorevole" sarà quel Carboidrato.

Un altro aspetto fondamentale del mangiare "nella Zona" è la tempistica. Come per ogni farmaco gli orari di assunzione sono di vitale importanza per la sua efficacia terapeutica, così per il cibo.

Il numero minimo di assunzioni giornaliere deve essere 5, divise in 3 pasti e 2 spuntini:
Colazione: entro 1 ora dalla sveglia
Pranzo: entro 5 ore dalla Colazione
Spuntino: (merenda) entro 5 ore dal Pranzo
Cena: entro 2,5 ore dalla merenda
Spuntino circa 1 ora prima di coricarsi

E’ di estrema importanza che non trascorrano mai più di cinque ore di digiuno dopo un pasto e 2/3 ore dopo uno spuntino.

Le quantità di cibo saranno diverse a seconda si tratti di un pasto o di uno spuntino ma le proporzioni tra i macronutrienti debbono essere sempre le stesse.

Questo fa si che le risposte ormonali al cibo siano il più possibile costanti durante le 24 ore garantendo all’organismo il carburante migliore , con flusso regolare.

Trattandosi di criteri totalmente diversi da quelli cui siamo abituati - basati su calorie e bilancia invece che su modulazione ormonale e Massa Grassa - risulta spesso non semplice capire da subito, a fondo, il metodo ed organizzare di conseguenza il proprio programma alimentare personalizzato. E’ consigliabile rivolgersi ad un esperto che, con alcune varianti ed opportuni aggiustamenti, sarà in grado di adattare alle nuove regole il cibo che già usate correntemente. Salvo casi particolari,infatti, non sarà necessario apportare modifiche troppo radicali ai vostri gusti ed abitudini poiché, se ben gestito, è un programma estremamente flessibile. Di grande utilità, a fini della comprensione del metodo Zona, la lettura attenta del testo già citato.

Alcune note in merito ai grassi alimentari.

La Zona non è un metodo "grasso-fobico" (senza grassi si muore), ma è sicuramente a basso tenore di Grassi, soprattutto saturi.

Come abbiamo visto, solo il 30% dell’apporto calorico deriva da questo macronutriente, e, se consideriamo che un grammo di Grassi contiene 9 kcal contro le 4 circa degli altri macronutrienti, è facile dedurre che le quantità totali sono molto ridotte. Non tutti i grassi sono uguali.

Semplificando molto si può dire che la chiave per entrare nella Zona consiste nello scegliere fonti proteiche a basso contenuto di grassi saturi (Soia, pesce, carni bianche, albume, latte scremato, yogurt magro ecc.) usando per cuocere e condire esclusivamente OLIO DI OLIVA e, comunque, come grassi aggiunti, solo quelli monoinsaturi (olive, mandorle, arachidi, pistacchi ecc.).

E’ importante ricordare che uno degli obiettivi fondamentali di questo programma alimentare consiste nel rendere disponibile il grasso contenuto del tessuto adiposo (inaccessibile per motivi enzimatici con una dieta iperglucidica, come la maggioranza di quelle più frequentemente consigliate).

Ciò equivale, prendendo come esempio ottimistico un soggetto con "solo" 4 kg di massa grassa in eccesso, a circa 36.000 kcal pronte all’uso! Tutto ciò che serve è una corretta modulazione della risposta ormonale al cibo, che si ottiene con le proporzioni tra i macronutrienti di cui sopra.

Questo è il motivo per cui, almeno inizialmente, la Zona prevede una dieta ipocalorica: lo scopo è appunto quello di mettere a disposizione, e bruciare come fonte energetica, il grasso in eccesso. Quando sarà stata raggiunta la percentuale ideale di Massa Grassa (13-15% per l’uomo e 19-22% nella donna ) dovranno essere apportati dei correttivi, aumentando esclusivamente i grassi MONOINSATURI.

TonyManero
30-01-2008, 16:14
Cos'è la Zona

La Zona è un metodo alimentare che si propone, attraverso l'uso bilanciato del cibo, di raggiungere uno stato ottimale di salute in cui l'organismo lavora al massimo dell'efficienza.
Passaporto per questo stato metabolico sono gli eicosanoidi, potentissimi ormoni che sono stati oggetto di studio per Bergstrom, Samuelsson e Vane che hanno, per questo, conseguito il premio Nobel per la fisiologia e per la medicina nel 1982.

Barry Sears ha cercato di individuare il codice nutrizionale che dirige la formazione degli eicosanoidi, dirottandola e promuovendola verso la sintesi di quelli favorevoli alla salute.
Per lo scienziato americano il cibo va considerato alla stessa stregua di un medicinale e , come tale, va trattato con grande rispetto. È il mezzo più potente che abbiamo per collocare il nostro corpo in una Zona controllata ormonalmente per 24 ore al giorno.
Dobbiamo abituarci a guardare il cibo con una prospettiva diversa perchè quello che mangiamo e come lo mangiamo, ha un effetto fondamentale sulle complicate connessioni biochimiche che regolano il funzionamento del nostro organismo.

Con questo metodo alimentare, o stile di vita, come qualcuno ama chiamarlo, non si considera il corpo unicamente come una macchina che necessita di energia, espressa in calorie, per funzionare, ma come una macchina metabolica qual è: i componenti alimentari che introduciamo con la dieta non servono solo a fornire la necessaria energia per vivere, ma stimolano una risposta ormonale che va considerata e controllata perchè non incida negativamente sulla nostra salute.
È questo l'obiettivo della Zona.

TonyManero
30-01-2008, 16:14
Dieta a zona
dieta a zona - la dieta più discussa del momento -




La dieta a zona è stata proposta per la prima volta agli inizi degli anni ’90. Ideata da Barry Sears (scienziato americano, laureato in biochimica, specializzato nella terapia del tumore e nel controllo dietetico delle risposte ormonali), è stata ed è tuttora adottata da molti atleti della nazionale olimpica degli USA. Per “zona” si intende il picco di massima efficienza fisica e mentale, che tale dieta dovrebbe aiutarci a raggiungere e soprattutto a mantenere. Massima efficienza fisica vuol dire, tra l’altro, più massa magra e meno massa grassa, più forza e più resistenza, ma anche più salute; l’efficienza mentale comprende una perfetta capacità di concentrazione e di attenzione e la massima lucidità.

Barry Sears parte dalla considerazione che tutte le funzioni fisiologiche dell’organismo umano sono controllate dagli ormoni e che è l’equilibrio ormonale che ci mantiene in salute. Nella “dieta a zona” il cibo è considerato come il mezzo per il controllo del rilascio degli ormoni, anziché una semplice fonte di calorie, quindi, assumendo i macronutrimenti (proteine, grassi e carboidrati) in proporzioni appropriate è possibile:

determinare le risposte ormonali;

raggiungere l’equilibrio ottimale;

controllare tutte le funzioni vitali del nostro corpo.

Il cibo può essere la più potente medicina a nostra disposizione, ma, in seguito ad un’alimentazione scorretta, può anche risultare veramente deleterio. Per costruire la propria dieta a zona si comincia con il quantificare il fabbisogno giornaliero di proteine che, essendo determinato: dal peso corporeo, dalle percentuali di massa magra e massa grassa e dal livello di attività fisica praticata, è diverso da persona a persona. Stabilita la quantità di proteine da assumere, che secondo Sears, non deve mai essere comunque inferiore ai 77 grammi, dobbiamo dividerla in “blocchetti” di 7 grammi. Otterremmo almeno 11 blocchi da 7 grammi da suddividere in cinque pasti: 3 blocchi a colazione, 3 blocchi a pranzo, 1 blocco per merenda, 3 blocchi a cena ed un blocco nello spuntino prima di coricarsi. Nella dieta a zona ogni pasto deve sempre comprendere proteine, carboidrati e grassi in modo che le calorie apportate derivino per il 40% dai carboidrati, per il 30% dalle proteine e per il restante 30% dai grassi. In considerazione che proteine e carboidrati producono 4 calorie per grammo, mentre i grassi 9, per “rimanere nella zona, ad ogni blocchetto di 7 grammi di proteine, dovremmo aggiungere circa 9,5 grammi di carboidrati e 3 grammi di grassi.

Riassumendo, la dieta a zona per un individuo che necessita di 77 grammi di proteine (minor fabbisogno possibile), prevede:

una colazione con 21 grammi di proteine (84 calorie), 28,5 grammi di carboidrati (114 calorie) e 9 grammi di grassi (81 calorie);

un pasto ed una cena con le stesse quantità di macronutrimenti;

due spuntini (a metà pomeriggio e prima di coricarsi) con 7 grammi di proteine (28 calorie), 9,5 grammi di carboidrati (38 calorie) e 3 grammi di grassi (27 calorie).

Totale calorie, per un individuo che necessita di 77 grammi giornalieri di proteine, circa 1020/1030.

Ovviamente questa è la “dieta a zona” minima esistente, applicabile ad un individuo che, per peso corporeo e percentuali di massa grassa e magra, necessità, secondo le teorie di Sears, di soli 77 grammi di proteine giornaliere.

Le calorie totali assunte sono solo 1020/1030, l’individuo, con la dieta a zona, può molto facilmente attingere energia dalle riserve di grasso, diminuendo la percentuale di massa grassa, aumenterà il fabbisogno proteico e quindi il numero totale delle calorie da assumere.

Fine prima parte "dieta a zona"


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Seconda parte DIETA A ZONA


COME CALCOLARE IL FABBISOGNO PROTEICO QUOTIDIANO:



Per quantificare il fabbisogno proteico giornaliero occorre moltiplicare la propria massa magra per un coefficiente, determinato tenendo conto delle attività svolte, che indica la quantità di grammi di proteine necessarie per kg di massa magra.



grammi di proteine per un kg di massa magra


sedentario puro (divano, sedia, televisione, pantofole)
1,1

lavoro tranquillo senza alcuna attività fisica
1,3

lavoro più attività fisica leggera;

soggetti obesi (uomini con oltre il 30% di massa grassa, donne con oltre il 40%)
1,5

lavori stressanti;

soggetti che si allenano regolarmente almeno tre volte a settimana o che praticano costantemente uno sport
1,7

lavoro più allenamento atletico quotidiano
1,9

pesante allenamento quotidiano
2,1

intenso allenamento a scopo agonistico, integrato da sedute giornaliere con i pesi;

doppio allenamento sportivo professionale quotidiano
2,3





I kg di massa magra si possono facilmente quantificare conoscendo il proprio peso totale e la percentuale di massa grassa:



il proprio peso moltiplicato la % di massa grassa diviso 100

corrisponde al peso totale di grasso del corpo



il proprio peso meno il peso totale di grasso del corpo

corrisponde al proprio peso di massa magra.



Facciamo un esempio: un individuo di 75 kg con una % di massa grassa del 20% ha (75 x 20 : 100) 15 kg di grasso e di conseguenza una massa magra di 60 kg (75 – 15).

Supponendo che pratichi un pesante allenamento quotidiano (coefficiente 2,3) necessiterà giornalmente di (60 x 2,3) 138 grammi di proteine, che equivalgono a 20 blocchetti da 7 grammi, con l’arrotondamento al multiplo di 7 superiore. 140 grammi di proteine, in virtù delle correlazioni previste dalla dieta a zona, comportano l’assunzione giornaliera di 190 grammi di carboidrati (20 blocchetti da 9,5 grammi) e 60 grammi di grassi (3 x 20), per un totale di circa 1.860 calorie.

Fine seconda parte "dieta a zona"

Adesso che siamo in grado di quantificare la necessità giornaliera di proteine e di conseguenza degli altri macronutrimenti, non ci resta che descrivere e comprendere quali sono gli alimenti da preferire e quali quelli da evitare nella formazione dei famosi “blocchetti” che contraddistinguono la “dieta per la zona”.






Terza parte DIETA A ZONA
Nel prendere in esame i macronutrimenti cominciamo dai Carboidrati.

I carboidrati sono indispensabili: l’organismo deve produrre energia ed il cervello ha un costante bisogno di glucosio. L’organismo può immagazzinare i carboidrati solo nel fegato o nei muscoli, sotto forma di glicogeno, ma mentre quello muscolare non può essere usato per ottenere glucosio adoperabile dal cervello, quello trattenuto nel fegato si. È, però, opportuno non assumerne troppi, in quanto le scorte immagazzinabili nel fegato e nei muscoli sono molto limitate e l’eventuale eccedenza non potrebbe che essere tramutata in grasso che andrebbe ad incrementare le riserve adipose. Inoltre un eccesso di carboidrati provocherebbe alti livelli di insulina nel sangue con conseguente negativo squilibrio nei confronti del glucagone (ormone antagonista all’insulina che facilita l’uso delle riserve di grasso come fonte energetica). I livelli elevati di insulina ordinano al corpo di immagazzinare grasso ed impediscono l’utilizzo di quello già accumulato. Troppi carboidrati si traducono, quindi, in troppa insulina, che provoca ulteriori depositi di grasso e non ne permette l’eliminazione. Non tutti i carboidrati hanno eguale effetto sull’insulina: più entrano in circolo velocemente (indice glicemico), più alzano i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) e più determinano picchi di secrezione insulinica con le negative conseguenze già descritte. La logica riflessione che ne consegue è che i carboidrati con un alto indice glicemico sono assolutamente da evitare. Non è quindi una questione solo di calorie (anche se pasti al di sopra delle 500 calorie sono sempre da evitare perché determinano un’alta secrezione insulinica in ogni caso), ma anche di che cosa e di quando mangiamo. È vantaggioso preferire carboidrati con lenta induzione insulinica e nutrirsi quando le scorte di glicogeno sono quasi terminate o per lo meno non sono complete, come, per esempio dopo l’allenamento, in cui vi è una necessità di reintegro delle riserve.

Vedi: classificazione degli alimenti, che apportano carboidrati, in funzione dell'indice di induzione insulinica


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Quarta parte "dieta a zona": quali sono i grassi vantaggiosi?
I grassi devono far parte della dieta, in quanto svolgono parecchie funzioni essenziali, inoltre:

rallentano l’immissione in circolo dei carboidrati, frenando di conseguenza la risposta insulinica;

provocano la secrezione nello stomaco dell’ormone che segnala al cervello la sensazione di sazietà.

Esistono, però, grassi favorevoli e grassi sfavorevoli, ovviamente, occorre cercare di limitare il più possibile l’uso di quelli sfavorevoli, attingendo la maggior parte del proprio fabbisogno dai favorevoli.

Sono sfavorevoli:

l’acido arachidonico (è contenuto nel tuorlo d’uovo, nelle frattaglie, nella carne rossa grassa);

i grassi saturi (si trovano nella carne rossa grassa, nel latte intero e nei formaggi preparati con latte intero);

gli acidi grassi di tipo “trans” (derivano dalla lavorazione industriale, si trovano negli oli vegetali idrogenati e nella margherina).

Sono favorevoli:

i grassi monoinsaturi (olio di oliva, avocado);

gli EFA (acidi grassi essenziali, la cui presenza nella dieta è indispensabile, in quanto il corpo umano non è in grado di sintetizzarli).

Gli EFA sono in totale otto, divisi in due gruppi: gli Omega 6 e gli Omega 3.

Quali sono gli EFA più importanti:

l’acido linoleico, è un omega-6 presente in quasi tutti i cibi;

l’acido gamma linolenico, è un omega-6 di fondamentale importanza, ma rarissimo, la fonte più ricca è il latte materno, se ne possono riscontrare piccole tracce nella farina di avena, l’organismo umano se lo procura grazie ad una conversione dell’acido linoleico permessa dall’attività enzimatica;

l’acido eicosapentaenoico (EPA), è un omega-3 dal ruolo fondamentale, è contenuto in alcuni pesci (salmone, sgombri, sardine).

Un omega-3, che è bene non consumare in quantità elevate, è l’acido alfa linolenico, presente in grande concentrazione nei semi di lino, nell’olio di lino e nelle noci.

Fine quarta parte DIETA A ZONA







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Quinta parte "dieta a zona": le proteine.


Le proteine sono la base di ogni forma di vita. Esclusi i liquidi, costituiscono metà del nostro peso. Sono formate dagli aminoacidi (ne esistono venti, di cui alcuni essenziali, cioè, che non potendo essere sintetizzati dall’organismo, devono essere assunti con il cibo). Un costante apporto proteico giornaliero è indispensabile alla vita ed alla salute, ma non bisogna esagerare, infatti, dopo un pasto eccessivamente ricco di protidi, il nostro organismo, per abbassare il livello di aminoacidi a “spasso” per il sistema circolatorio, rilascia insulina, con le conseguenze già sottolineate.

Gli alimenti proteici da evitare sono quelli che contengono grosse quantità di grassi saturi: come la carne rossa grassa ed i latticini interi. Carni bianche e pesce sono ottimi perché forniscono tutti gli aminoacidi essenziali, senza grossi problemi di grassi.

È facilmente intuibile come una dieta iperlipidica sia dannosa, abbiamo evidenziato il perché una dieta troppo ricca di carboidrati non funzioni, ma anche una dieta iperproteica è inadeguata, infatti, i regimi alimentari iperproteici provocano uno stato metabolico anormale, chiamato chetosi, in cui l’organismo, di fronte alla mancanza di carboidrati, intacca la massa muscolare, convertendola in zuccheri, per permettere al cervello di funzionare.

La dieta a Zona si contraddistingue per il giusto rapporto tra proteine, grassi e carboidrati, ed ha come obiettivo, attraverso il controllo della velocità di assorbimento dei cibi, il mantenimento di un efficiente equilibrio ormonale, soprattutto tra insulina e glucagone. Tale equilibrio, in considerazione che l’insulina fa calare i livelli di glicemia e che il glucagone li alza, permette all’organismo di mantenere sotto stretto controllo il glucosio nel sangue.

L’insulina è un ormone di immagazzinamento (estrae dal sangue i carboidrati e gli aminoacidi in eccesso) e di immobilizzo (blocca il glicogeno nel fegato e nei muscoli, impedendo che possa essere rilasciato); il glucagone è, invece, un ormone di mobilizzazione (il suo compito principale consiste nel liberare i carboidrati conservati nel fegato sotto forma di glicogeno).

Fine quinta parte DIETA A ZONA



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Dieta a Zona: riflessioni conclusive: i vantaggi della dieta a Zona


Fino ad ora, ci siamo occupati dei macronutrimenti, ma il nostro organismo, oltre a proteine, grassi e carboidrati, necessita anche dei cosiddetti micronutrimenti, e cioè, di vitamine, di minerali e di coenzimi (o cofattori enzimatici).

Seguendo questo tipo di dieta, ci si può facilmente rendere conto che tutti gli alimenti che vengono considerati vantaggiosi ne risultano ricchi. Ne consegue, che eventuali integrazioni si possano ritenere superflue, eccezion fatta per la vitamina E e nei casi di attività fisiche di lunga durata molto intense e svolte in ambienti molto umidi e con alte temperature.

Quali sono i benefici che si possono ricavare dalla Zona?

una riduzione dell’eccesso di adipe;

il miglioramento delle prestazioni atletiche;

un più facile incremento della massa muscolare;

un’azione positiva sul proprio sistema immunitario;

effetti benefici su malattie quali: il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’aterosclerosi, le infiammazioni in genere.

Il tutto giustificato dal perfetto equilibrio ormonale che seguendo questo regime alimentare si dovrebbe ottenere.

I primi risultati si possono cominciare a percepire già dopo 20 giorni, ma, purtroppo, è di fondamentale importanza rispettarne scrupolosamente le regole. Gli effetti possono essere sicuramente amplificati con l’associazione di una corretta e costante attività sportiva.

In ogni caso, prima di modificare il proprio modo di nutrirsi, è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico, soprattutto se si fa uso abituale di medicinali.

TonyManero
30-01-2008, 16:15
La dieta a zona
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La dieta a zona si è inventata tutto?



Il percorso dello zonista

Le mail più significative sulla dieta a zona



La dieta a zona (o dieta Zona o Metodo alimentare Zona ecc.) fu proposta nel 1995 da Sears (nell'immagine a destra, secondo voi che percentuale di massa grassa ha?); tale dieta si basa sulla riduzione della produzione di insulina, responsabile di trasformare i carboidrati in eccesso in adipe.

I calcoli della dieta a zona - La dieta a zona funziona così:

a) si calcolano le proteine necessarie, tenendo conto della massa magra del soggetto e del suo indice di attività;

b) si calcolano i carboidrati per evitare di scatenare un picco d'insulina. Per Sears il rapporto fra proteine e carboidrati deve essere compreso fra 0,6 e 0,8, ottimale 0,75. Poiché il rapporto ottimale è 30:40, i grassi si stimano nel 30%. Sears suggerisce perciò la formula 40-30-30.

Questa formula ha dato luogo a una grande confusione e rivela una scarsa propensione ai modelli matematici dell'ideatore della dieta a zona. Poiché si parte dal calcolo delle proteine, la quantità di carboidrati si calcola successivamente (indice 0,75). I grassi secondo la formulazione classica devono essere pari al 30% delle calorie totali. In tal modo però si ottiene una dieta fortemente ipocalorica.



L'errore principale della dieta a zona



Per chiarire una volta per tutte cosa non funziona nella dieta a zona, cerchiamo di essere sintetici, precisi e rigorosi. Il nostro soggetto è un sedentario (per semplicità, in modo da non dover calcolare i contributi lavorativi o sportivi) di 70 kg e con massa grassa accettabile (diciamo un 15%, cioè non è obeso né particolarmente sovrappeso). Quindi:



PESO=70 kg



NOTE PER GLI ZONISTI - Prima di leggere questa critica alla zona, considerate che:

1) Scientificamente per dimostrare che una teoria non è valida basta dimostrare che esiste UN SOLO caso per cui non vale. Se la zona fosse più modesta, probabilmente questa pagina non sarebbe stata scritta, ma visto che si è posta come deus ex machina dell'alimentazione che risolve sovrappeso e patologie gravi (che tristezza leggere l'elenco delle patologie, oggi incurabili, che la zona curerebbe, un vero insulto a chi soffre!), basta trovare una o più situazioni in cui non vale o produce risultati deludenti.

2) Non hanno pregio affermazioni del tipo "su di me ha funzionato". Questa non è una posizione scientifica. Qualunque dieta su qualcuno funziona. La presunzione della zona è che possa andar bene per tutti. Ricevo almeno una ventina di mail al mese di ex-zonisti che, dopo il periodo iniziale, hanno incominciato ad avere problemi: donne con amenorrea, uomini stanchi, stitichezza ecc.

3) Non ha pregio la posizione semplicistica di chi risolve questi casi dicendo: "hanno fatto male la zona". Molti di questi zonisti hanno pagato profumatamente dei dietologi convertiti alla zona e sono stati da loro seguiti.

4) Non ha pregio chi cerca di smontare le critiche di questa pagina in maniera superficiale. Se c'è un errore va evidenziato e segnalato. Analizzate i ragionamenti e poi indicate gli errori (se ci sono).

5) Poiché la zona è spesso "personalizzata", critico tre formulazioni, fra di loro indipendenti. Leggetele tutte e tre e poi scegliete quella che interpreta la vostra idea di zona e cercate di demolire le critiche. Non ha pregio mischiare le varie formulazioni per fare confusione e concludere che "le critiche alla zona sono sciocchezze".




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PRIMA FORMULAZIONE: 40-30-30

Nella formulazione classica della dieta a zona si parte dal fabbisogno proteico. Secondo Sears, le proteine necessarie al nostro sedentario sono 1,1 g per ogni kg di massa magra, cioè 65,5 g pari a 262 kcal. In una prima "correzione", si parla di assumere comunque 77 g di proteine, ma ciò sposta il nostro conto al massimo di 153 kcal, lasciando sempre una miseria totale; in una seconda correzione si dice che un uomo dovrebbe assumere 13 o 14 blocchetti di proteine, ma ciò porta comunque a una dieta ipocalorica al massimo da 1306 kcal ed è in contrasto con tutte le ricerche sul fabbisogno proteico che parlano di 0,83 g/kg di peso per una persona normale, proprio pari al coefficiente 1,1 originario (riferito alla massa magra). Sears era partito dai dati scientifici, poi ha fatto marcia indietro perché da tali dati si ricavavano fabbisogni calorici da fame e ha "allargato", facendo credere che 1,1 fosse il dato per persone ospedalizzate (in realtà le ricerche ricavano tale dato da sedentari perfettamente normali): gli zonisti hanno abboccato, felici di aver ripristinato un fabbisogno calorico più realistico, senza accorgersi che i 14 blocchetti contraddicono i dati scientifici sul fabbisogno proteico. Insomma la coperta è troppo corta, tiri da un lato e ti scopri dall'altro!

Utilizziamo in questa prima formulazione, il dato originario di Sears, 1,1 (coerente con ciò che la scienza dice essere il fabbisogno scientifico di un sedentario sano e attivo). Calcoliamo i carboidrati secondo il rapporto 40:30 e troviamo 350 kcal. I grassi contribuiscono alla dieta nella stessa quantità delle proteine e sono pari a 262 kcal.

Totale: 874 kcal.

Se il fabbisogno calorico del nostro soggetto (cioè la quantità di calorie giornaliera che lo mantiene allo stesso peso) è superiore a 900 kcal (praticamente per il 100% della popolazione di 70 kg), come conseguenza della dieta a zona il soggetto comincerà a dimagrire (ecco perché la dieta a zona come dieta dimagrante va benissimo!); anche l'osservazione che il metabolismo potrebbe abituarsi a una dieta da 900 kcal (cosa peraltro molto dubbia), non ha pregio perché vivere tutta la vita a 900 kcal al giorno non è poi il massimo…




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SECONDA FORMULAZIONE: il rapporto 0,6

Sears ci avverte che il rapporto ottimale proteine/carboidrati è 0,75, ma ancora con 0,6 si è in zona. Rifacciamo i conti e i carboidrati diventano (le proteine, e quindi i grassi, restano uguali a prima): 437 kcal.

Totale: 961 kcal.

87 kcal in più non modificano di certo le osservazioni precedenti.




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TERZA FORMULAZIONE: nella zona i grassi possono aumentare

Questa formulazione nell'opera originaria di Sears non è presente, ma è stata "concepita" successivamente per rendere fattibile (direi "umana") la dieta a zona. L'importante è il rapporto proteine/carboidrati; per i grassi si può integrare fino al fabbisogno giornaliero. A parte che è evidente la confusione che nasce dopo aver proposto una formulazione 40-30-30, rifacciamo i conti.

Consideriamo uno dei tanti sportivi: 56 kg per 12% di massa grassa -> massa magra 49,3 kg, fabbisogno proteico -> 1,7*51,4=83,8 g -> calorie 335; calorie da carboidrati: 4/3*335=447. Visto che fa in media 15 km di corsa al giorno, il suo fabbisogno calorico è di circa 2200 kcal (1400 di basale, già molto basso, + 800 di dispendio sportivo); anche ammesso, come sostengono molti zonisti, che potrebbe ridursi (ma come, visto che il lavoro energetico per compiere 15 km in un soggetto di 56 kg è scientificamente accettato essere fra 750 e 850 kcal?) a 1800 kcal, avrei una ripartizione: 447-335-1018, cioè 24,8-18,6-56,5 (se prendo il dato reale di 2200 kcal ottengo: 447-335-1418, cioè: 20,3-15,2-64,4). In pratica per chi fa sport attivamente la zona è una dieta lipidica. Che vita è assumere ogni giorno il 60% circa di grassi???

Uno dei punti critici della dieta a zona di Sears è proprio la gestione degli acidi grassi. In teoria dovrebbe essere sufficiente mantenere un rapporto corretto fra proteine e carboidrati, in realtà si scopre che dall'analisi degli acidi grassi e degli eicosanoidi (buoni e cattivi) Sears trova tutta una serie di limitazioni (alcune delle quali positive come il consiglio di non utilizzare oli idrogenati) che praticamente rendono impossibile il seguire la dieta a zona: per esempio dovete evitare di assumere troppo acido alfalinolenico che blocca la produzione di eicosanoidi buoni. Purtroppo quest'ultimo è contenuto nella frutta secca che guarda caso è indispensabile per avere una quantità di grassi sufficiente nella dieta senza usare grassi animali (saturi); se come alimento lipidico nella dieta si limita anche la frutta secca, si dovrebbe vivere praticamente a olio e a olive, gli unici alimenti grassi buoni.

Che vita è? Oppure, come fanno molti zonisti, si bara con i conti e poi si afferma di "fare la zona"...




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In realtà Sears ha il merito di:

a) aver smitizzato i carboidrati e la dieta mediterranea;

b) aver introdotto il concetto di ripartizione dei macronutrienti;

a questo punto doveva arrivare a concludere che:

c) per un sedentario è impossibile avere una dieta equilibrata e gestibile;

d) introducendo i dispendi sportivi è possibile alzare la quota di carboidrati (anche l'insulina serve quando ripristina le scorte di glicogeno! Altra dimenticanza di Sears).



L'ortoressia della dieta a zona



In realtà anche altre formulazioni (come la zona italiana) sono così complesse nei calcoli che si contraddicono da sole. La dieta a zona è una forma di ortoressia matematica e di ortoressia salutista a un tempo. Infatti secondo Sears si avrebbero reali benefici sulla salute in generale (prevenzione del diabete, riduzione del colesterolo, dell'ipertensione ecc.), grazie agli eicosanoidi "buoni". Gli eicosanoidi sono superormoni che vengono sintetizzati a partire dagli acidi grassi essenziali (omega-6 e omega-3). L'insulina attiva la produzione di quelli "cattivi" (favoriscono l'aggregazione piastrinica con formazione di trombi, la vasocostrizione, le infiammazioni e le allergie, la proliferazione cellulare, deprimono la risposta immunitaria), mentre il glucagone attiva quelli "buoni" (antagonisti di quelli cattivi). A prescindere dal fatto che lo stesso Sears mette in evidenza che il concetto di buono o cattivo (anche gli eicosanoidi cattivi svolgono funzioni positive per l'organismo!) è sempre relativo a una condizione di equilibrio come quello fra insulina e glucagone, in realtà le cose sono molto più complesse di quanto Sears voglia far intendere. Il discorso sugli acidi grassi essenziali e sulla loro integrazione è lungi dall'essere concluso.

Come tutte le diete affette da ortoressia matematica, basare una dieta su calcoli matematici significa scavarsi da soli la fossa. Per la dieta a zona due sono i fattori che rendono impossibile tale approccio.

La variabilità individuale - Lo stesso Sears suddivide la popolazione in tre fasce, una normale rispetto alla risposta insulinica (50%) e due anomale. Per un 25% la reazione insulinica è lenta: il soggetto può abbondare di carboidrati senza ingrassare, né entrare nel circolo vizioso della fame continua (tipologia a-insulinica). Per l'altro 25% della popolazione (tipologia b-insulinica) la risposta insulinica è esaltata: basta annusare un bignè e già si è messo su mezzo chilo. In sostanza il 75% della popolazione deve controllare il consumo di carboidrati. È evidente che se gli individui si comportano in modo diverso non è possibile generalizzare le conclusioni in maniera matematicamente maniacale. Per un individuo il rapporto ideale può essere 0,6, per un altro 0,5, per un altro 0,75 ecc.

La variabilità dei cibi - È impossibile calcolare una ripartizione esatta dei macronutrienti su blocchi e miniblocchi. I calcoli di Sears sono pure elucubrazioni mentali perché un dato alimento può variare moltissimo le proprietà; non è un problema di zona geografica (USA o Europa), ma anche di:

a) metodo e tempo di raccolta

b) qualità (specie) del prodotto

c) metodo di produzione

d) conservazione (che incide per molti alimenti sulla percentuale di acqua ecc.).

Il dipartimento americano dell'agricoltura ha un database con le proprietà di tutti gli alimenti sul mercato americano. Se si cerca pomodoro si ottengono 71 record: le proprietà cambiano a seconda della qualità, del mese di raccolto, della conservazione ecc.

Quando si dice che un pomodoro ha 24 kcal si esprime una media; il singolo pomodoro può averne 19 o 28. Il tonno al naturale può avere 100 kcal, ma ne ha 125 se cotto a pressione! Come si vede ogni dieta che diventa maniaca dei conti sul singolo pasto può essere messa facilmente in difficoltà e quindi non ha senso. Se mi limito al semplice calcolo delle calorie giornaliere, i vari errori si mediano e si ottiene un risultato vicino alla realtà, ma se pretendo di trattare con blocchi e miniblocchi non posso che fallire miseramente.



L'errore dei macronutrienti nella dieta a zona



Sears considera solo l'azione dell'insulina, ma non parte dalle reali necessità del corpo umano..



Se si calcolano le proteine e i carboidrati necessari all'individuo (cioè le quantità minime giornaliere usate dal corpo), si scopre che tale rapporto non è quello indicato da Sears.



Per un sedentario (per uno sportivo è ancora peggio perché Sears non tiene conto che i carboidrati persi con l'attività sportiva devono essere ripristinati) tale rapporto (Appendice 18) è 10,3/3,3 = 3,1 ben lontano da quell'1,33 che indica Sears. Il sistema non ammette cioè soluzioni. Sembrerebbe quindi che la natura si diverta da un lato a richiedere un rapporto diverso, dall'altro a fare in modo che questo rapporto sia dannoso. Se si rispetta il rapporto di Sears, si limita l'azione dell'insulina, ma si obbliga il corpo a trasformare le proteine e i grassi (e, ricordiamolo, la trasformazione origina scorie che devono essere eliminate) in carboidrati; se non si rispetta, parte il processo insulinico.

Chi va a fare i conti nella zona trova che le cose non tornano. È per questo che Sears è stato snobbato dalla comunità scientifica internazionale (in parte a torto, ma è difficile dialogare con chi si va a impelagare in posizioni insostenibili partendo da un principio corretto) e ha le prime pagine solo di giornali "divulgativi".



L'errore del glicogeno



La dieta a zona di Sears ha innescato una grossa confusione sul reale ruolo dell'insulina sulla nostra salute. Un'evoluzione non corretta dei ragionamenti di Sears può portare a demonizzare questo ormone, cosa di principio assurda perché ogni sostanza che è presente nel nostro metabolismo ha una funzione positiva.

Come tutti sanno, per gli sportivi è fondamentale avere a disposizione riserve di carboidrati da utilizzare negli sforzi di una certa intensità. I carboidrati utilizzati durante l'attività fisica provengono:

a) dal glucosio circolante nel sangue

b) dal glicogeno immagazzinato nei muscoli

c) dal glicogeno immagazzinato nel fegato.

La quantità relativa al primo punto è molto modesta e non potrebbe garantire sforzi prolungati. È per questo che il corpo immagazzina energia sotto forma di glicogeno.

Il meccanismo di regolazione delle scorte di glicogeno è modificato dall'insulina; è quindi un errore pensare che l'insulina agisca solo sul glucosio circolante nel sangue (glicemia). Infatti la secrezione di insulina aumenta la formazione di glicogeno a spese del glucosio, abbassando così il glucosio presente nel sangue (azione ipoglicemizzante). In realtà il tasso di glucosio è influenzato anche da altri ormoni (come il glucagone) che agiscono in controtendenza all'insulina. Il processo è descritto nella sua completezza in Perché si ingrassa.

Cosa accade quando le riserve di glicogeno sono al massimo? Nel magazzino non c'è più posto e si deve immagazzinare l'energia in altra forma (fra l'altro più compatta perché richiede meno acqua): il grasso. Ecco che allora l'azione dell'insulina diventa negativa perché da agente energetico diventa un agente "ingrassante": il surplus di carboidrati è trasformato in grassi.

L'errore di Sears consiste nel non aver compreso che l'azione dell'insulina è seriale: prima riempie le scorte di glicogeno e poi passa alla trasformazione in grasso. Solo in un sedentario sovrappeso in cui le scorte sono già al massimo, la prima fase non esiste e il ragionamento di Sears è corretto. Del resto in tutti i libri di fisiologia dello sport si spiega il processo, tant'è che per un recupero veloce si consigliano cibi ad alto indice glicemico (mentre se le scorte sono già al massimo è meglio limitare l'azione dell'insulina e usare cibi a basso indice glicemico onde avere un carico glicemico globale minore).


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IL COMMENTO



Gigliola cinguetta...



Eugenio mi indica che sul sito Enerzona, la dottoressa Gigliola Braga (nell'immagine) replica, senza mai nominarmi, alle mie critiche sulla zona (in particolare agli esperimenti sul controllo della glicemia da me proposti). Eugenio continua scrivendo:



Il suo (della Braga - N.d.R.) ragionamento, per la verità, non mi è chiarissimo se non per il fatto che sostiene che il tuo "errore" è di avere utilizzato negli esperimenti sempre carboidrati ad alto indice glicemico (la marmellata, evidentemente) e di non avere controllato i valori di glicemia utilizzando, a parità di calorie, carboidrati a basso indice glicemico.
Da quanto scrive la dottoressa Braga sul sito ufficiale della zona italiana si scopre che il rapporto 40-30-30 non serve a controllare il picco insulinico ma, al contrario, a mantenere alta la glicemia agendo sul glucagone!!
Il picco glicemico si controllerebbe solo attraverso l'uso dei carboidrati a basso indice glicemico (ma allora la zona non dice niente di più di quello che da anni va dicendo un qualunque Montignac).

Ho aggiunto all'articolo (La dieta a zona si è inventata tutto?) una brevissima nota per rispondere alle confuse elucubrazioni della Braga, il cui solo merito è di dimostrare chiaramente che la zona è ormai alla frutta. Sicuramente resterà con noi ancora anni perché questi fenomeni sono lenti a dissolversi a causa della lentezza con cui si diffonde l'informazione quando è contrastata da interessi economici notevoli.

Premesso che tutti sanno che nelle prime formulazioni della zona si parlava proprio di controllare i picchi di insulina grazie al rapporto indicato fra proteine e carboidrati, prendiamo atto di questa "svolta". Peccato che se i picchi di insulina si controllano con cibi a basso indice glicemico (quando si fa questo semplicistico ragionamento ecco che si dimenticano le quantità, perché si dovrebbe considerare il carico glicemico: meglio poco zucchero che tanto fruttosio!), l'idea "geniale" non è della zona, ma appartiene anche ad altri modelli alimentari (Eugenio per esempio cita il metodo Montignac).

Però ora la Braga ci dice che il famoso rapporto serve per mantenere alta la glicemia agendo sul glucagone. Come dire: anche le proteine servono a far aumentare la glicemia che era diminuita troppo perché si erano usati pochi carboidrati e con basso indice glicemico.

Ma non occorre essere superesperti di matematica per capire che allora il sistema glicemia si può controllare in infiniti modi e la zona è solo uno dei tanti, ma è un modo molto maniacale di farlo. Basta mangiare il giusto, senza abbuffarsi di calorie e di carboidrati, con cibi a indice glicemico normale (senza impazzire a cercare quelli che teoricamente sono a basso indice glicemico – poi magari si scoprirebbe da un'analisi del prodotto che non lo sono - vedi il grande abbaglio dell'indice glicemico). Proprio quello che viene affermato dalla dieta italiana la quale non illude nessuno, ma non rischia nemmeno di doversi arrampicare sugli specchi per sostenere posizioni insostenibili.

mad sun
30-01-2008, 16:21
il mio dietologo (vice primario al niguarda) la considera una porcata..
fai un po' tu

tavanic
30-01-2008, 16:25
Io sto facendo la DIETA CHETOGENICA

provala, funziona davvero ;)

http://www.my-personaltrainer.it/dieta_chetogenica.htm

Iperchetonemia e acidosi metabolica; stai mettendo alla prova i reni?!!

-RauL-
30-01-2008, 18:31
Iperchetonemia e acidosi metabolica; stai mettendo alla prova i reni?!!

questo è vero se non ricarichi il weekend e se la prolunghi per oltre 2 mesi

Gemma
31-01-2008, 07:32
eccomi.
A parte le informazioni chilometriche che hai postato esattamente cos'è che volevi sapere?

TonyManero
01-02-2008, 07:15
eccomi.
A parte le informazioni chilometriche che hai postato esattamente cos'è che volevi sapere?

Ho postato tutta quella roba al solo fine di riportare il 3D in riga... visto che i classici "rombib@11e" se vedono più di 10 righe in un solo post scappano via... ;)

Esattamente volevo sapere se qualcuno la sta facendo e sentire le sue impressioni! :)

Mi sono documentato più che abbondantemente in rete e la rigorosità scientifica della dieta mi sembra buona... anche se vedo che ha molti oppositori. Quiandi cercavo qua una statistica...

RiccardoS
01-02-2008, 07:36
La dieta a zona
Copyright by THEA 2004-2005-2006
[supercuttone:D]


direi che con questo ti sei già risposto da solo. ;)

se non bastasse:
il mio dietologo (vice primario al niguarda) la considera una porcata..
fai un po' tu

Non preoccuparti gli adepti cominceranno ad arrivare in massa :asd:

:asd: immancabili :asd:

io sto facendo la dieta a bizona!

:sbonk:

Gemma
01-02-2008, 08:21
Ho postato tutta quella roba al solo fine di riportare il 3D in riga... visto che i classici "rombib@11e" se vedono più di 10 righe in un solo post scappano via... ;)

Esattamente volevo sapere se qualcuno la sta facendo e sentire le sue impressioni! :)

Mi sono documentato più che abbondantemente in rete e la rigorosità scientifica della dieta mi sembra buona... anche se vedo che ha molti oppositori. Quiandi cercavo qua una statistica...

l'abbiamo fatta in famiglia nel momento in cui si è reso indispensabile per mio figlio perdere peso.
Risultati ottimi. In primavera non ha nemmeno avuto l'annuale allergia.
Il consumo smodato di carboidrati è un atteggiamento dietetico errato da non sottovalutare.
Per contro una dieta iperproteica è sempre da sconsigliare per l'affaticamento che causa ai reni.

La dieta a zona poi può essere fatta in maniera più o meno flessibile: con un ragazzino di 13 anni capirai che mica puoi stare a pesare tutto al grammo!
:)

Gemma
01-02-2008, 08:24
direi che con questo ti sei già risposto da solo. ;)

se non bastasse:




:asd: immancabili :asd:



:sbonk:

chi parla di adepti solitamente è un detrattore tout court.
Mi sembra che nessuno dei due atteggiamenti sia indicato ad una discussione che voglia essere evolutiva.

TonyManero
01-02-2008, 10:43
l'abbiamo fatta in famiglia nel momento in cui si è reso indispensabile per mio figlio perdere peso.
Risultati ottimi. In primavera non ha nemmeno avuto l'annuale allergia.
Il consumo smodato di carboidrati è un atteggiamento dietetico errato da non sottovalutare.
Per contro una dieta iperproteica è sempre da sconsigliare per l'affaticamento che causa ai reni.

La dieta a zona poi può essere fatta in maniera più o meno flessibile: con un ragazzino di 13 anni capirai che mica puoi stare a pesare tutto al grammo!
:)

Ottimo...
Per il problema delle troppe proteine cerchiamo di bilanciare con i classici 2 litri di acqua al giorno...

Per adesso non la stiamo facendo veramente... abbiamo intenzione di provare a seguirla alla lettera per provare se è così miracolosa come si dice!

Per inciso nessuno dei due ha bisogno di perdere peso (io 85Kg per 1.90 di altezza e lei 45Kg per 1.65). L'intenzione era di seguirla per definire al massimo il fisico e per vedere se veramente ci si sente così energici e concentrati come si dice...

:)

Marzapan
01-02-2008, 12:30
io l'ho seguita alla lettera per alcuni mesi e ti posso dire che i risultati fisici si vedono quasi da subito,soprattutto se fai attività fisica costante.
Credo che poi il sentirsi bene e l'essere concentrati dipenda dalle persone.
io sono stato bene i primi due mesi che l'ho seguita poi ho iniziato a rendermi conto che stava diventando un'ossessione il dover bilanciare tutto al grammo(anzi se vuoi un sito che ti programma il pasto eccolo: http://diet.zone.massamagra.com/ZoneCalculator.htm)
E poi mi sono ritrovato a sentirmi più stanco e più nervoso e allora ho cercato di essere più flessibile ma comunque non faccio mai un pasto solo carboidrati o solo proteine...ho aumentato i carboidrati (ma non di molto e soprattutto in frutta e verdura) e mantenuto costante le proteine ma di certo non vado a sbattermi ogni volta a pesare al grammo(ormai faccio a occhio) e i risultati si vedono:sono molto più concentrato, mi sento molto meglio e ho un fisico niente male :p

Gemma
01-02-2008, 12:30
Ottimo...
Per il problema delle troppe proteine cerchiamo di bilanciare con i classici 2 litri di acqua al giorno...

Per adesso non la stiamo facendo veramente... abbiamo intenzione di provare a seguirla alla lettera per provare se è così miracolosa come si dice!

Per inciso nessuno dei due ha bisogno di perdere peso (io 85Kg per 1.90 di altezza e lei 45Kg per 1.65). L'intenzione era di seguirla per definire al massimo il fisico e per vedere se veramente ci si sente così energici e concentrati come si dice...

:)

l'acqua non bilancia le proteine :mbe:

e la dieta zona non è pensata per uncalo ponderale, quanto piuttosto per ristabilire l'equilibrio fra insulina e clucagone.
Infatti è molto indicata come dieta per diabetici.

Ci si sente più energici semplicemente perchè evitando di ingerire grandi quantità di carboidrati (che, lo ricordo, sono fondamentalmnete zuccheri) eviti il picco insulinico conseguente , che è quello che causa la tipica "sonnolenza post pasto".
Il fisico comunque da una immissione di macronutrienti bilanciata piuttosto che pendente verso uno dei tre poli trae generalmente un giovamento.

Un solo consiglio: se non siete abituati a mangiare grandi quantità di verdure o di fibre, cominciate gradualmente, onde evitare fastidiosissimi gonfiori.

Ultima cosa: non preoccuparsi se nei primi giorni di dieta l'evaquazione non è regolare, ma piuttosto... rara :D è del tutto normale :)

TonyManero
01-02-2008, 13:04
l'acqua non bilancia le proteine :mbe:



Ok, però dovrebbe aiutare i reni a lavorare in modo più continuativo e quindi più efficente... penso! :confused:

Comunque a breve proveremo a seguirla alla lettera. Vediamo che succede!

Chevelle
01-02-2008, 13:17
L' ho seguita con un dietologo e oltre ad avere una fame boia, ho perso forza e quasi niente grasso. Non ero per niente concentrato perchè mi mancava il cibo...
Recentemente ho bruciato diversi cm di addome mantenendo una dieta molto ricca di calorie, fate voi.

TonyManero
01-02-2008, 14:02
L' ho seguita con un dietologo e oltre ad avere una fame boia, ho perso forza e quasi niente grasso. Non ero per niente concentrato perchè mi mancava il cibo...
Recentemente ho bruciato diversi cm di addome mantenendo una dieta molto ricca di calorie, fate voi.


Vabhè... ma tu hai addosso un paio di tonnellate di massa muscolare... avrai un metabolismo che serve un software di calcolo distribuito per graficarlo. :D

Gemma
02-02-2008, 06:41
L' ho seguita con un dietologo e oltre ad avere una fame boia, ho perso forza e quasi niente grasso. Non ero per niente concentrato perchè mi mancava il cibo...
Recentemente ho bruciato diversi cm di addome mantenendo una dieta molto ricca di calorie, fate voi.

allora mi dispiace dirlo ma l'hai fatta male.

La zona non ha limiti quantitativi, quindi non è praticamente possibile avere fame!
E' la qualità del cibo che assumi che cambia, non la quantità.
Se il tuo metabolismo equivale a quello di uno che corre 6 ora al giorno anche se lavori ad una scrivania, il resto va di conseguenza.
Se uno ha bisogno di mangiare di più, basta che quel di più lo mangi comunque bilanciato ;)

Oltretutto la zona prevede da 5 a 6 pasti al giorno...
mi domando come uno possa avere fame :confused:
Io a volte facevo fatica a mangiare gli spuntini, mi limitavo ad un mezzo blocco giusto per non avere un lungo intervallo fra due pasti.

TonyManero
27-02-2008, 14:51
allora mi dispiace dirlo ma l'hai fatta male.

La zona non ha limiti quantitativi, quindi non è praticamente possibile avere fame!
E' la qualità del cibo che assumi che cambia, non la quantità.
Se il tuo metabolismo equivale a quello di uno che corre 6 ora al giorno anche se lavori ad una scrivania, il resto va di conseguenza.
Se uno ha bisogno di mangiare di più, basta che quel di più lo mangi comunque bilanciato ;)

Oltretutto la zona prevede da 5 a 6 pasti al giorno...
mi domando come uno possa avere fame :confused:
Io a volte facevo fatica a mangiare gli spuntini, mi limitavo ad un mezzo blocco giusto per non avere un lungo intervallo fra due pasti.

Sto provando a seguirla alla lettera da questo lunedì... ma sono già in crisi! Come diavolo posso mangiare praticamente mezzo chilo di verdura a past!!!!! :eek:

Gemma
28-02-2008, 16:48
Sto provando a seguirla alla lettera da questo lunedì... ma sono già in crisi! Come diavolo posso mangiare praticamente mezzo chilo di verdura a past!!!!! :eek:

quando si inizia di solito si consiglia di non seguire alla lettera, ma di cominciare l'approccio in maniera più soft (anche per abituare l'organismo all'ingestione di grandi quantitativi di verdura ;) )

Invece di stare a pesare al grammo concediti un po' di imprecisione.
L'importante è cominciare a tagliare fuori i carbo raffinati e a selezionare bene le proteine.

L'insidia maggiore viene dai grassi.

TonyManero
29-02-2008, 07:16
Invece di stare a pesare al grammo concediti un po' di imprecisione.
L'importante è cominciare a tagliare fuori i carbo raffinati e a selezionare bene le proteine.

L'insidia maggiore viene dai grassi.

I know... difatti questo lo stavo già facendo da un paio di mesi. Ora ero curioso di vedere cosa succede seguendola al grammo! :sofico:

Prendo pure i pastiglioni di olio di pesce.... :D

Gemma
29-02-2008, 07:48
I know... difatti questo lo stavo già facendo da un paio di mesi. Ora ero curioso di vedere cosa succede seguendola al grammo! :sofico:

Prendo pure i pastiglioni di olio di pesce.... :D

se non hai una situazione che lo richiede (tipo diabete) non hai bisogno di seguirla al grammo comunque :)