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View Full Version : [3d uniti] Poteri Forti: Ior,Mafia,Stragi,Calciopoli,Finanza,Scalate,P2


Ser21
26-01-2008, 15:51
L'Istituto Opere Religiose è la banca del Vaticano. In deposito 5 miliardi di euro

Ai correntisti offre rendimenti record, impermeabilità ai controlli e segretezza totale

Scandali, affari e misteri tutti i segreti dello Ior

di CURZIO MALTESE


LA CHIESA cattolica è l'unica religione a disporre di una dottrina sociale, fondata sulla lotta alla povertà e la demonizzazione del danaro, "sterco del diavolo". Vangelo secondo Matteo: "E' più facile che un cammello passi nella cruna dell'ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". Ma è anche l'unica religione ad avere una propria banca per maneggiare affari e investimenti, l'Istituto Opere Religiose.

La sede dello Ior è uno scrigno di pietra all'interno delle mura vaticane. Una suggestiva torre del Quattrocento, fatta costruire da Niccolò V, con mura spesse nove metri alla base. Si entra attraverso una porta discreta, senza una scritta, una sigla o un simbolo. Soltanto il presidio delle guardie svizzere notte e giorno ne segnala l'importanza. All'interno si trovano una grande sala di computer, un solo sportello e un unico bancomat. Attraverso questa cruna dell'ago passano immense e spesso oscure fortune. Le stime più prudenti calcolano 5 miliardi di euro di depositi. La banca vaticana offre ai correntisti, fra i quali come ha ammesso una volta il presidente Angelo Caloia "qualcuno ha avuto problemi con la giustizia", rendimenti superiori ai migliori hedge fund e un vantaggio inestimabile: la totale segretezza. Più impermeabile ai controlli delle isole Cayman, più riservato delle banche svizzere, l'istituto vaticano è un vero paradiso (fiscale) in terra. Un libretto d'assegni con la sigla Ior non esiste. Tutti i depositi e i passaggi di danaro avvengono con bonifici, in contanti o in lingotti d'oro. Nessuna traccia.

Da vent'anni, quando si chiuse il processo per lo scandalo del Banco Ambrosiano, lo Ior è un buco nero in cui nessuno osa guardare. Per uscire dal crac che aveva rovinato decine di migliaia di famiglie, la banca vaticana versò 406 milioni di dollari ai liquidatori. Meno di un quarto rispetto ai 1.159 milioni di dollari dovuti secondo l'allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta. Lo scandalo fu accompagnato da infinite leggende e da una scia di cadaveri eccellenti. Michele Sindona avvelenato nel carcere di Voghera, Roberto Calvi impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, il giudice istruttore Emilio Alessandrini ucciso dai colpi di Prima Linea, l'avvocato Giorgio Ambrosoli freddato da un killer della mafia venuto dall'America al portone di casa.

Senza contare il mistero più inquietante, la morte di papa Luciani, dopo soli 33 giorni di pontificato, alla vigilia della decisione di rimuovere Paul Marcinkus e i vertici dello Ior. Sull'improvvisa fine di Giovanni Paolo I si sono alimentate macabre dicerie, aiutate dalla reticenza vaticana. Non vi sarà autopsia per accertare il presunto e fulminante infarto e non sarà mai trovato il taccuino con gli appunti sullo Ior che secondo molti testimoni il papa portò a letto l'ultima notte.
Era lo Ior di Paul Marcinkus, il figlio di un lavavetri lituano, nato a Cicero (Chicago) a due strade dal quartier generale di Al Capone, protagonista di una delle più clamorose quanto inspiegabili carriere nella storia recente della chiesa. Alto e atletico, buon giocatore di baseball e golf, era stato l'uomo che aveva salvato Paolo VI dall'attentato nelle Filippine. Ma forse non basta a spiegare la simpatia di un intellettuale come Montini, autore della più avanzata enciclica della storia, la Populorum Progressio, per questo prete americano perennemente atteggiato da avventuriero di Wall Street, con le mazze da golf nella fuoriserie, l'Avana incollato alle labbra, le stupende segreterie bionde e gli amici di poker della P2.

Con il successore di papa Luciani, Marcinkus trova subito un'intesa. A Karol Wojtyla piace molto quel figlio di immigrati dell'Est che parla bene il polacco, odia i comunisti e sembra così sensibile alle lotte di Solidarnosc. Quando i magistrati di Milano spiccano mandato d'arresto nei confronti di Marcinkus, il Vaticano si chiude come una roccaforte per proteggerlo, rifiuta ogni collaborazione con la giustizia italiana, sbandiera i passaporti esteri e l'extraterritorialità. Ci vorranno altri dieci anni a Woytjla per decidersi a rimuovere uno dei principali responsabili del crac Ambrosiano dalla presidenza dello Ior. Ma senza mai spendere una parola di condanna e neppure di velata critica: Marcinkus era e rimane per le gerarchie cattoliche "una vittima", anzi "un'ingenua vittima".

Dal 1989, con l'arrivo alla presidenza di Angelo Caloia, un galantuomo della finanza bianca, amico e collaboratore di Gianni Bazoli, molte cose dentro lo Ior cambiano. Altre no. Il ruolo di bonificatore dello Ior affidato al laico Caloia è molto vantato dalle gerarchie vaticane all'esterno quanto ostacolato all'interno, soprattutto nei primi anni. Come confida lo stesso Caloia al suo diarista, il giornalista cattolico Giancarlo Galli, autore di un libro fondamentale ma introvabile, Finanza bianca (Mondadori, 2003). "Il vero dominus dello Ior - scrive Galli - rimaneva monsignor Donato De Bonis, in rapporti con tutta la Roma che contava, politica e mondana. Francesco Cossiga lo chiamava Donatino, Giulio Andreotti lo teneva in massima considerazione. E poi aristocratici, finanzieri, artisti come Sofia Loren. Questo spiegherebbe perché fra i conti si trovassero anche quelli di personaggi che poi dovevano confrontarsi con la giustizia. Bastava un cenno del monsignore per aprire un conto segreto".

A volte monsignor De Bonis accompagnava di persona i correntisti con i contanti o l'oro nel caveau, attraverso una scala, in cima alla torre, "più vicino al cielo". I contrasti fra il presidente Caloia e De Bonis, in teoria sottoposto, saranno frequenti e duri. Commenta Giancarlo Galli: "Un'aurea legge manageriale vuole che, in caso di conflitto fra un superiore e un inferiore, sia quest'ultimo a soccombere. Ma essendo lo Ior istituzione particolarissima, quando un laico entra in rotta di collisione con una tonaca non è più questione di gradi".

La glasnost finanziaria di Caloia procede in ogni caso a ritmi serrati, ma non impedisce che l'ombra dello Ior venga evocata in quasi tutti gli scandali degli ultimi vent'anni. Da Tangentopoli alle stragi del '93 alla scalata dei "furbetti" e perfino a Calciopoli. Ma come appare, così l'ombra si dilegua. Nessuno sa o vuole guardare oltre le mura impenetrabili della banca vaticana.

L'autunno del 1993 è la stagione più crudele di Tangentopoli. Subito dopo i suicidi veri o presunti di Gabriele Cagliari e di Raul Gardini, la mattina del 4 ottobre arriva al presidente dello Ior una telefonata del procuratore capo del pool di Mani Pulite, Francesco Saverio Borrelli: "Caro professore, ci sono dei problemi, riguardanti lo Ior, i contatti con Enimont...". Il fatto è che una parte considerevole della "madre di tutte le tangenti", per la precisione 108 miliardi di lire in certificati del Tesoro, è transitata dallo Ior. Sul conto di un vecchio cliente, Luigi Bisignani, piduista, giornalista, collaboratore del gruppo Ferruzzi e faccendiere in proprio, in seguito condannato a 3 anni e 4 mesi per lo scandalo Enimont e di recente rispuntato nell'inchiesta "Why Not" di Luigi De Magistris. Dopo la telefonata di Borrelli, il presidente Caloia si precipita a consulto in Vaticano da monsignor Renato Dardozzi, fiduciario del segretario di Stato Agostino Casaroli. "Monsignor Dardozzi - racconterà a Galli lo stesso Caloia - col suo fiorito linguaggio disse che ero nella merda e, per farmelo capire, ordinò una brandina da sistemare in Vaticano. Mi opposi, rispondendogli che avrei continuato ad alloggiare all'Hassler. Tuttavia accettai il suggerimento di consultare d'urgenza dei luminari di diritto. Una risposta a Borrelli bisognava pur darla!". La risposta sarà di poche ma definitive righe: "Ogni eventuale testimonianza è sottoposta a una richiesta di rogatoria internazionale".

I magistrati del pool valutano l'ipotesi della rogatoria. Lo Ior non ha sportelli in terra italiana, non emette assegni e, in quanto "ente fondante della Città del Vaticano", è protetto dal Concordato: qualsiasi richiesta deve partire dal ministero degli Esteri. Le probabilità di ottenere la rogatoria in queste condizioni sono lo zero virgola. In compenso l'effetto di una richiesta da parte dei giudici milanesi sarebbe devastante sull'opinione pubblica. Il pool si ritira in buon ordine e si accontenta della spiegazione ufficiale: "Lo Ior non poteva conoscere la destinazione del danaro".

Il secondo episodio, ancora più cupo, risale alla metà degli anni Novanta, durante il processo per mafia a Marcello Dell'Utri. In video conferenza dagli Stati Uniti il pentito Francesco Marino Mannoia rivela che "Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano". "Lo Ior garantiva ai corleonesi investimenti e discrezione". Fin qui Mannoia fornisce informazioni di prima mano. Da capo delle raffinerie di eroina di tutta la Sicilia occidentale, principale fonte di profitto delle cosche. Non può non sapere dove finiscono i capitali mafiosi. Quindi va oltre, con un'ipotesi. "Quando il Papa (Giovanni Paolo II, ndr) venne in Sicilia e scomunicò i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano. Da qui nacque la decisione di far esplodere due bombe davanti a due chiese di Roma". Mannoia non è uno qualsiasi.

E' secondo Giovanni Falcone "il più attendibile dei collaboratori di giustizia", per alcuni versi più prezioso dello stesso Buscetta. Ogni sua affermazione ha trovato riscontri oggettivi. Soltanto su una non si è proceduto ad accertare i fatti, quella sullo Ior. I magistrati del caso Dell'Utri non indagano sulla pista Ior perché non riguarda Dell'Utri e il gruppo Berlusconi, ma passano le carte ai colleghi del processo Andreotti. Scarpinato e gli altri sono a conoscenza del precedente di Borrelli e non firmano la richiesta di rogatoria. Al palazzo di giustizia di Palermo qualcuno in alto osserva: "Non ci siamo fatti abbastanza nemici per metterci contro anche il Vaticano?".

Sulle trame dello Ior cala un altro sipario di dieci anni, fino alla scalata dei "furbetti del quartierino". Il 10 luglio dell'anno scorso il capo dei "furbetti", Giampiero Fiorani, racconta in carcere ai magistrati: "Alla Bsi svizzera ci sono tre conti della Santa Sede che saranno, non esagero, due o tre miliardi di euro". Al pm milanese Francesco Greco, Fiorani fa l'elenco dei versamenti in nero fatti alle casse vaticane: "I primi soldi neri li ho dati al cardinale Castillo Lara (presidente dell'Apsa, l'amministrazione del patrimonio immobiliare della chiesa, ndr), quando ho comprato la Cassa Lombarda. M'ha chiesto trenta miliardi di lire, possibilmente su un conto estero".

Altri seguiranno, molti a giudicare dalle lamentele dello stesso Fiorani nell'incontro con il cardinale Giovanni Battista Re, potente prefetto della congregazione dei vescovi e braccio destro di Ruini: "Uno che vi ha sempre dato i soldi, come io ve li ho sempre dati in contanti, e andava tutto bene, ma poi quando è in disgrazia non fate neanche una telefonata a sua moglie per sapere se sta bene o male".
Il Vaticano molla presto Fiorani, ma in compenso difende Antonio Fazio fino al giorno prima delle dimissioni, quando ormai lo hanno abbandonato tutti. Avvenire e Osservatore Romano ripetono fino all'ultimo giorno di Fazio in Bankitalia la teoria del "complotto politico" contro il governatore. Del resto, la carriera di questo strano banchiere che alle riunioni dei governatori centrali non ha mai citato una volta Keynes ma almeno un centinaio di volte le encicliche, si spiega in buona parte con l'appoggio vaticano. In prima persona di Camillo Ruini, presidente della Cei, e poi di Giovanni Battista Re, amico intimo di Fazio, tanto da aver celebrato nel 2003 la messa per il venticinquesimo anniversario di matrimonio dell'ex governatore con Maria Cristina Rosati.

Naturalmente neppure i racconti di Fiorani aprono lo scrigno dei segreti dello Ior e dell'Apsa, i cui rapporti con le banche svizzere e i paradisi fiscali in giro per il mondo sono quantomeno singolari. E' difficile per esempio spiegare con esigenze pastorali la decisione del Vaticano di scorporare le Isole Cayman dalla naturale diocesi giamaicana di Kingston, per proclamarle "missio sui iuris" alle dirette dipendenze della Santa Sede e affidarle al cardinale Adam Joseph Maida, membro del collegio dello Ior.

Il quarto e ultimo episodio di coinvolgimento dello Ior negli scandali italiani è quasi comico rispetto ai precedenti e riguarda Calciopoli. Secondo i magistrati romani Palamara e Palaia, i fondi neri della Gea, la società di mediazione presieduta dal figlio di Moggi, sarebbero custoditi nella banca vaticana. Attraverso i buoni uffici di un altro dei banchieri di fiducia della Santa Sede dalla fedina penale non immacolata, Cesare Geronzi, padre dell'azionista di maggioranza della Gea. Nel caveau dello Ior sarebbe custodito anche il "tesoretto" personale di Luciano Moggi, stimato in 150 milioni di euro. Al solito, rogatorie e verifiche sono impossibili. Ma è certo che Moggi gode di grande considerazione in Vaticano. Difeso dalla stampa cattolica sempre, accolto nei pellegrinaggi a Lourdes dalla corte di Ruini, Moggi è da poco diventato titolare di una rubrica di "etica e sport" su Petrus, il quotidiano on-line vicino a papa Benedetto XVI, da dove l'ex dirigente juventino rinviato a giudizio ha subito cominciato a scagliare le prime pietre contro la corruzione (altrui).

Con l'immagine di Luciano Moggi maestro di morale cattolica si chiude l'ultima puntata dell'inchiesta sui soldi della Chiesa. I segreti dello Ior rimarranno custoditi forse per sempre nella torre-scrigno. L'epoca Marcinkus è archiviata ma l'opacità che circonda la banca della Santa Sede è ben lontana dallo sciogliersi in acque trasparenti. Si sa soltanto che le casse e il caveau dello Ior non sono mai state tanto pingui e i depositi continuano ad affluire, incoraggiati da interessi del 12 per cento annuo e perfino superiori. Fornire cifre precise è, come detto, impossibile. Le poche accertate sono queste. Con oltre 407 mila dollari di prodotto interno lordo pro capite, la Città del Vaticano è di gran lunga lo "stato più ricco del mondo", come si leggeva nella bella inchiesta di Marina Marinetti su Panorama Economy. Secondo le stime della Fed del 2002, frutto dell'unica inchiesta di un'autorità internazionale sulla finanza vaticana e riferita soltanto agli interessi su suolo americano, la chiesa cattolica possedeva negli Stati Uniti 298 milioni di dollari in titoli, 195 milioni in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine, più joint venture con partner Usa per 273 milioni.

Nessuna autorità italiana ha mai avviato un'inchiesta per stabilire il peso economico del Vaticano nel paese che lo ospita. Un potere enorme, diretto e indiretto. Negli ultimi decenni il mondo cattolico ha espugnato la roccaforte tradizionale delle minoranze laiche e liberali italiane, la finanza. Dal tramonto di Enrico Cuccia, il vecchio azionista gran nemico di Sindona, di Calvi e dello Ior, la "finanza bianca" ha conquistato posizioni su posizioni. La definizione è certo generica e comprende personaggi assai distanti tra loro. Ma tutti in relazione stretta con le gerarchie ecclesiastiche, con le associazioni cattoliche e con la prelatura dell'Opus Dei. In un'Italia dove la politica conta ormai meno della finanza, la chiesa cattolica ha più potere e influenza sulle banche di quanta ne avesse ai tempi della Democrazia Cristiana.
(Hanno collaborato Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)

(26 gennaio 2008)



I poteri forti,quelli che stanno dietro le quinte e che determinano tutto....
Quanto ci sarebbe da dire....la pesantezza del peso dello Ior nel nostro paese è tangibile oggi quanto lo ero nell'80...anche con l'ultima caduta del governo...

rgart
26-01-2008, 16:21
:eek: :eek:

Mamma mia...

A questo punto non c'è nulla da fare... è come cercare di riparasi da un'atomica con un ombrello...

ci stà proprio un bell...

AMEN

:cry:

Imrahil
26-01-2008, 16:24
Se anche solo il 50% degli italiani sapesse queste cose...

Brakon
26-01-2008, 16:32
Ma è incredibile :eek:

Ser21
26-01-2008, 16:48
Aggiungiamoci pure i finanziamenti dello Ior mediante la CIA a regimi sud americani di estrema dx....se volete farvi una cultura,procuratevi il libro citato nell'articolo....è davvero difficile da reperire (io l'ho trovato alle librerie milanesi "editori riuniti" ma c'era solo 1 copia) ma vale la pena di essere cercato....

Molto di quello che accade oggi è legato a doppio filo a questa macchinazione di poteri forti,in combutta,contrasto e spesso a braccetto tra di loro.

Ciò che salto più agli occhi è che spesso i poteri forti si aiutano tra loro per ottenere lo stesso scopo....un esempio è rappresentato da Calvi...la mafia l'ha ucciso xchè perse i loro soldi,ma lo ior voleva che calvi fosse morto per paura che il banchiere,sotto processo,potesse parlare.....Ricordate,la famosoa frase ? "Questo processo si chiama Ior"?

Altro esempio è Sindona....e così via all'infinito...

Marko91
26-01-2008, 19:03
MIO DIO :eek:
NON NE SAPEVO NULLLAAAA!

Lunedì lo attacco ovunque a scuola, così mi sospendono! :asd:

stbarlet
26-01-2008, 19:22
Ci mancava solo questa..






edit:scusate sono rincoglionito oggi.

stbarlet
26-01-2008, 19:25
MIO DIO :eek:
NON NE SAPEVO NULLLAAAA!

Lunedì lo attacco ovunque a scuola, così mi sospendono! :asd:



Vai dai preti per caso :asd:

andrewxx
26-01-2008, 19:31
maremma bucajola:D

Silvietto in confronto è un novello:D

Ser21
26-01-2008, 19:56
maremma bucajola:D

Silvietto in confronto è un novello:D

SIlviotto ha preso il posto di molti....ergo,lui è coinvolto in pieno...è un elemento fondamentale di unione tra mafia-p2-banche-ior ;)

Marko91
26-01-2008, 20:10
Vai dai preti per caso :asd:

Si, vado dai salesiani. E sono ateo.
Però l'ambiente non è male, solo un pò bigotto :stordita:

stbarlet
26-01-2008, 20:17
Si, vado dai salesiani. E sono ateo.
Però l'ambiente non è male, solo un pò bigotto :stordita:



:asd: vaghi ricordi di estate ragazzi dai salesiani.. brrrrrr

pistacchio89
26-01-2008, 20:50
LA CHIESA cattolica è l'unica religione a disporre di una dottrina sociale, fondata sulla lotta alla povertà e la demonizzazione del danaro, "sterco del diavolo".

Quella dello "sterco" è di Martin Luther ed è pure successiva alla scomunica, quindi non mi sembra proprio il caso di metterla in relazione con il cattolicesimo.

stbarlet
26-01-2008, 21:08
Quella dello "sterco" è di Martin Luther ed è pure successiva alla scomunica, quindi non mi sembra proprio il caso di metterla in relazione con il cattolicesimo.



Anche tu dai salesiani? :asd:

dantes76
26-01-2008, 21:33
Quella dello "sterco" è di Martin Luther ed è pure successiva alla scomunica, quindi non mi sembra proprio il caso di metterla in relazione con il cattolicesimo.

ancora non riesco a capire cosa mettere in corelazione del cattolicesimo...
mastella vi va bene?

Sawato Onizuka
26-01-2008, 21:52
nessuno non ha ancora scritto "Guardie Svizzere" ? :Perfido: :asd:

cocis
26-01-2008, 21:53
mi piacerebbe sapere dove nel vangelo o la bibbia c'è scritto che il papa deve avere una banca ... :O :cool:

stbarlet
26-01-2008, 21:59
mi piacerebbe sapere dove nel vangelo o la bibbia c'è scritto che il papa deve avere una banca ... :O :cool:

comunista (col culo degli altri)!

Ser21
27-01-2008, 14:17
.

strat09
27-01-2008, 15:13
niente da fare... ce le hanno prese mazzini e cola di rienzo... continueremo a prenderle anche noi... hanno messo in piedi un sistema inespugnabile

Onisem
27-01-2008, 15:22
Fortunatamente il signore ha voluto stringere a sè il figlio diletto Marcinkus. :)

plut0ne
27-01-2008, 19:47
e c'è ancora gente che si emoziona davanti a un banchiere vestito di bianco con un paio di colombe in mano che dice qualche frase in latino :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

Ser21
21-04-2008, 09:00
Scandali, affari e misteri tutti i segreti dello Ior

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/3025/78/1/2/

di Curzio Maltese


L'Istituto Opere Religiose è la banca del Vaticano.
In deposito 5 miliardi di euro Ai correntisti offre rendimenti record, impermeabilità ai controlli e segretezza totale. La chiesa cattolica è l'unica religione a disporre di una dottrina sociale, fondata sulla lotta alla povertà e la demonizzazione del danaro, "sterco del diavolo".





Vangelo secondo Matteo: "E' più facile che un cammello passi nella cruna dell'ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".

Ma è anche l'unica religione ad avere una propria banca per maneggiare affari e investimenti, l'Istituto Opere Religiose.

La sede dello Ior è uno scrigno di pietra all'interno delle mura vaticane. Una suggestiva torre del Quattrocento, fatta costruire da Niccolò V, con mura spesse nove metri alla base. Si entra attraverso una porta discreta, senza una scritta, una sigla o un simbolo. Soltanto il presidio delle guardie svizzere notte e giorno ne segnala l'importanza. All'interno si trovano una grande sala di computer, un solo sportello e un unico bancomat. Attraverso questa cruna dell'ago passano immense e spesso oscure fortune. Le stime più prudenti calcolano 5 miliardi di euro di depositi. La banca vaticana offre ai correntisti, fra i quali come ha ammesso una volta il presidente Angelo Caloia "qualcuno ha avuto problemi con la giustizia", rendimenti superiori ai migliori hedge fund e un vantaggio inestimabile: la totale segretezza. Più impermeabile ai controlli delle isole Cayman, più riservato delle banche svizzere, l'istituto vaticano è un vero paradiso (fiscale) in terra. Un libretto d'assegni con la sigla Ior non esiste. Tutti i depositi e i passaggi di danaro avvengono con bonifici, in contanti o in lingotti d'oro. Nessuna traccia.

Da vent'anni, quando si chiuse il processo per lo scandalo del Banco Ambrosiano, lo Ior è un buco nero in cui nessuno osa guardare. Per uscire dal crac che aveva rovinato decine di migliaia di famiglie, la banca vaticana versò 406 milioni di dollari ai liquidatori. Meno di un quarto rispetto ai 1.159 milioni di dollari dovuti secondo l'allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta. Lo scandalo fu accompagnato da infinite leggende e da una scia di cadaveri eccellenti. Michele Sindona avvelenato nel carcere di Voghera, Roberto Calvi impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, il giudice istruttore Emilio Alessandrini ucciso dai colpi di Prima Linea, l'avvocato Giorgio Ambrosoli freddato da un killer della mafia venuto dall'America al portone di casa.

Senza contare il mistero più inquietante, la morte di papa Luciani, dopo soli 33 giorni di pontificato, alla vigilia della decisione di rimuovere Paul Marcinkus e i vertici dello Ior. Sull'improvvisa fine di Giovanni Paolo I si sono alimentate macabre dicerie, aiutate dalla reticenza vaticana. Non vi sarà autopsia per accertare il presunto e fulminante infarto e non sarà mai trovato il taccuino con gli appunti sullo Ior che secondo molti testimoni il papa portò a letto l'ultima notte. Era lo Ior di Paul Marcinkus, il figlio di un lavavetri lituano, nato a Cicero (Chicago) a due strade dal quartier generale di Al Capone, protagonista di una delle più clamorose quanto inspiegabili carriere nella storia recente della chiesa. Alto e atletico, buon giocatore di baseball e golf, era stato l'uomo che aveva salvato Paolo VI dall'attentato nelle Filippine. Ma forse non basta a spiegare la simpatia di un intellettuale come Montini, autore della più avanzata enciclica della storia, la Populorum Progressio, per questo prete americano perennemente atteggiato da avventuriero di Wall Street, con le mazze da golf nella fuoriserie, l'Avana incollato alle labbra, le stupende segreterie bionde e gli amici di poker della P2.

Con il successore di papa Luciani, Marcinkus trova subito un'intesa. A Karol Wojtyla piace molto quel figlio di immigrati dell'Est che parla bene il polacco, odia i comunisti e sembra così sensibile alle lotte di Solidarnosc. Quando i magistrati di Milano spiccano mandato d'arresto nei confronti di Marcinkus, il Vaticano si chiude come una roccaforte per proteggerlo, rifiuta ogni collaborazione con la giustizia italiana, sbandiera i passaporti esteri e l'extraterritorialità. Ci vorranno altri dieci anni a Woytjla per decidersi a rimuovere uno dei principali responsabili del crac Ambrosiano dalla presidenza dello Ior. Ma senza mai spendere una parola di condanna e neppure di velata critica: Marcinkus era e rimane per le gerarchie cattoliche "una vittima", anzi "un'ingenua vittima".

Dal 1989, con l'arrivo alla presidenza di Angelo Caloia, un galantuomo della finanza bianca, amico e collaboratore di Gianni Bazoli, molte cose dentro lo Ior cambiano. Altre no. Il ruolo di bonificatore dello Ior affidato al laico Caloia è molto vantato dalle gerarchie vaticane all'esterno quanto ostacolato all'interno, soprattutto nei primi anni. Come confida lo stesso Caloia al suo diarista, il giornalista cattolico Giancarlo Galli, autore di un libro fondamentale ma introvabile, Finanza bianca (Mondadori, 2003). "Il vero dominus dello Ior - scrive Galli - rimaneva monsignor Donato De Bonis, in rapporti con tutta la Roma che contava, politica e mondana. Francesco Cossiga lo chiamava Donatino, Giulio Andreotti lo teneva in massima considerazione. E poi aristocratici, finanzieri, artisti come Sofia Loren. Questo spiegherebbe perché fra i conti si trovassero anche quelli di personaggi che poi dovevano confrontarsi con la giustizia. Bastava un cenno del monsignore per aprire un conto segreto".

A volte monsignor De Bonis accompagnava di persona i correntisti con i contanti o l'oro nel caveau, attraverso una scala, in cima alla torre, "più vicino al cielo". I contrasti fra il presidente Caloia e De Bonis, in teoria sottoposto, saranno frequenti e duri. Commenta Giancarlo Galli: "Un'aurea legge manageriale vuole che, in caso di conflitto fra un superiore e un inferiore, sia quest'ultimo a soccombere. Ma essendo lo Ior istituzione particolarissima, quando un laico entra in rotta di collisione con una tonaca non è più questione di gradi".

La glasnost finanziaria di Caloia procede in ogni caso a ritmi serrati, ma non impedisce che l'ombra dello Ior venga evocata in quasi tutti gli scandali degli ultimi vent'anni. Da Tangentopoli alle stragi del '93 alla scalata dei "furbetti" e perfino a Calciopoli. Ma come appare, così l'ombra si dilegua. Nessuno sa o vuole guardare oltre le mura impenetrabili della banca vaticana.

L'autunno del 1993 è la stagione più crudele di Tangentopoli. Subito dopo i suicidi veri o presunti di Gabriele Cagliari e di Raul Gardini, la mattina del 4 ottobre arriva al presidente dello Ior una telefonata del procuratore capo del pool di Mani Pulite, Francesco Saverio Borrelli: "Caro professore, ci sono dei problemi, riguardanti lo Ior, i contatti con Enimont...". Il fatto è che una parte considerevole della "madre di tutte le tangenti", per la precisione 108 miliardi di lire in certificati del Tesoro, è transitata dallo Ior. Sul conto di un vecchio cliente, Luigi Bisignani, piduista, giornalista, collaboratore del gruppo Ferruzzi e faccendiere in proprio, in seguito condannato a 3 anni e 4 mesi per lo scandalo Enimont e di recente rispuntato nell'inchiesta "Why Not" di Luigi De Magistris. Dopo la telefonata di Borrelli, il presidente Caloia si precipita a consulto in Vaticano da monsignor Renato Dardozzi, fiduciario del segretario di Stato Agostino Casaroli. "Monsignor Dardozzi - racconterà a Galli lo stesso Caloia - col suo fiorito linguaggio disse che ero nella merda e, per farmelo capire, ordinò una brandina da sistemare in Vaticano. Mi opposi, rispondendogli che avrei continuato ad alloggiare all'Hassler. Tuttavia accettai il suggerimento di consultare d'urgenza dei luminari di diritto. Una risposta a Borrelli bisognava pur darla!". La risposta sarà di poche ma definitive righe: "Ogni eventuale testimonianza è sottoposta a una richiesta di rogatoria internazionale".

I magistrati del pool valutano l'ipotesi della rogatoria. Lo Ior non ha sportelli in terra italiana, non emette assegni e, in quanto "ente fondante della Città del Vaticano", è protetto dal Concordato: qualsiasi richiesta deve partire dal ministero degli Esteri. Le probabilità di ottenere la rogatoria in queste condizioni sono lo zero virgola. In compenso l'effetto di una richiesta da parte dei giudici milanesi sarebbe devastante sull'opinione pubblica. Il pool si ritira in buon ordine e si accontenta della spiegazione ufficiale: "Lo Ior non poteva conoscere la destinazione del danaro".

Il secondo episodio, ancora più cupo, risale alla metà degli anni Novanta, durante il processo per mafia a Marcello Dell'Utri. In video conferenza dagli Stati Uniti il pentito Francesco Marino Mannoia rivela che "Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano". "Lo Ior garantiva ai corleonesi investimenti e discrezione". Fin qui Mannoia fornisce informazioni di prima mano. Da capo delle raffinerie di eroina di tutta la Sicilia occidentale, principale fonte di profitto delle cosche. Non può non sapere dove finiscono i capitali mafiosi. Quindi va oltre, con un'ipotesi. "Quando il Papa (Giovanni Paolo II, ndr) venne in Sicilia e scomunicò i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano. Da qui nacque la decisione di far esplodere due bombe davanti a due chiese di Roma". Mannoia non è uno qualsiasi.

E' secondo Giovanni Falcone "il più attendibile dei collaboratori di giustizia", per alcuni versi più prezioso dello stesso Buscetta. Ogni sua affermazione ha trovato riscontri oggettivi. Soltanto su una non si è proceduto ad accertare i fatti, quella sullo Ior. I magistrati del caso Dell'Utri non indagano sulla pista Ior perché non riguarda Dell'Utri e il gruppo Berlusconi, ma passano le carte ai colleghi del processo Andreotti. Scarpinato e gli altri sono a conoscenza del precedente di Borrelli e non firmano la richiesta di rogatoria. Al palazzo di giustizia di Palermo qualcuno in alto osserva: "Non ci siamo fatti abbastanza nemici per metterci contro anche il Vaticano?".

Sulle trame dello Ior cala un altro sipario di dieci anni, fino alla scalata dei "furbetti del quartierino". Il 10 luglio dell'anno scorso il capo dei "furbetti", Giampiero Fiorani, racconta in carcere ai magistrati: "Alla Bsi svizzera ci sono tre conti della Santa Sede che saranno, non esagero, due o tre miliardi di euro". Al pm milanese Francesco Greco, Fiorani fa l'elenco dei versamenti in nero fatti alle casse vaticane: "I primi soldi neri li ho dati al cardinale Castillo Lara (presidente dell'Apsa, l'amministrazione del patrimonio immobiliare della chiesa, ndr), quando ho comprato la Cassa Lombarda. M'ha chiesto trenta miliardi di lire, possibilmente su un conto estero".

Altri seguiranno, molti a giudicare dalle lamentele dello stesso Fiorani nell'incontro con il cardinale Giovanni Battista Re, potente prefetto della congregazione dei vescovi e braccio destro di Ruini: "Uno che vi ha sempre dato i soldi, come io ve li ho sempre dati in contanti, e andava tutto bene, ma poi quando è in disgrazia non fate neanche una telefonata a sua moglie per sapere se sta bene o male". Il Vaticano molla presto Fiorani, ma in compenso difende Antonio Fazio fino al giorno prima delle dimissioni, quando ormai lo hanno abbandonato tutti. Avvenire e Osservatore Romano ripetono fino all'ultimo giorno di Fazio in Bankitalia la teoria del "complotto politico" contro il governatore. Del resto, la carriera di questo strano banchiere che alle riunioni dei governatori centrali non ha mai citato una volta Keynes ma almeno un centinaio di volte le encicliche, si spiega in buona parte con l'appoggio vaticano. In prima persona di Camillo Ruini, presidente della Cei, e poi di Giovanni Battista Re, amico intimo di Fazio, tanto da aver celebrato nel 2003 la messa per il venticinquesimo anniversario di matrimonio dell'ex governatore con Maria Cristina Rosati.

Naturalmente neppure i racconti di Fiorani aprono lo scrigno dei segreti dello Ior e dell'Apsa, i cui rapporti con le banche svizzere e i paradisi fiscali in giro per il mondo sono quantomeno singolari. E' difficile per esempio spiegare con esigenze pastorali la decisione del Vaticano di scorporare le Isole Cayman dalla naturale diocesi giamaicana di Kingston, per proclamarle "missio sui iuris" alle dirette dipendenze della Santa Sede e affidarle al cardinale Adam Joseph Maida, membro del collegio dello Ior.

Il quarto e ultimo episodio di coinvolgimento dello Ior negli scandali italiani è quasi comico rispetto ai precedenti e riguarda Calciopoli. Secondo i magistrati romani Palamara e Palaia, i fondi neri della Gea, la società di mediazione presieduta dal figlio di Moggi, sarebbero custoditi nella banca vaticana. Attraverso i buoni uffici di un altro dei banchieri di fiducia della Santa Sede dalla fedina penale non immacolata, Cesare Geronzi, padre dell'azionista di maggioranza della Gea. Nel caveau dello Ior sarebbe custodito anche il "tesoretto" personale di Luciano Moggi, stimato in 150 milioni di euro. Al solito, rogatorie e verifiche sono impossibili. Ma è certo che Moggi gode di grande considerazione in Vaticano. Difeso dalla stampa cattolica sempre, accolto nei pellegrinaggi a Lourdes dalla corte di Ruini, Moggi è da poco diventato titolare di una rubrica di "etica e sport" su Petrus, il quotidiano on-line vicino a papa Benedetto XVI, da dove l'ex dirigente juventino rinviato a giudizio ha subito cominciato a scagliare le prime pietre contro la corruzione (altrui).

Con l'immagine di Luciano Moggi maestro di morale cattolica si chiude l'ultima puntata dell'inchiesta sui soldi della Chiesa. I segreti dello Ior rimarranno custoditi forse per sempre nella torre-scrigno. L'epoca Marcinkus è archiviata ma l'opacità che circonda la banca della Santa Sede è ben lontana dallo sciogliersi in acque trasparenti. Si sa soltanto che le casse e il caveau dello Ior non sono mai state tanto pingui e i depositi continuano ad affluire, incoraggiati da interessi del 12 per cento annuo e perfino superiori. Fornire cifre precise è, come detto, impossibile. Le poche accertate sono queste. Con oltre 407 mila dollari di prodotto interno lordo pro capite, la Città del Vaticano è di gran lunga lo "stato più ricco del mondo", come si leggeva nella bella inchiesta di Marina Marinetti su Panorama Economy. Secondo le stime della Fed del 2002, frutto dell'unica inchiesta di un'autorità internazionale sulla finanza vaticana e riferita soltanto agli interessi su suolo americano, la chiesa cattolica possedeva negli Stati Uniti 298 milioni di dollari in titoli, 195 milioni in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine, più joint venture con partner Usa per 273 milioni.

Nessuna autorità italiana ha mai avviato un'inchiesta per stabilire il peso economico del Vaticano nel paese che lo ospita. Un potere enorme, diretto e indiretto. Negli ultimi decenni il mondo cattolico ha espugnato la roccaforte tradizionale delle minoranze laiche e liberali italiane, la finanza. Dal tramonto di Enrico Cuccia, il vecchio azionista gran nemico di Sindona, di Calvi e dello Ior, la "finanza bianca" ha conquistato posizioni su posizioni. La definizione è certo generica e comprende personaggi assai distanti tra loro. Ma tutti in relazione stretta con le gerarchie ecclesiastiche, con le associazioni cattoliche e con la prelatura dell'Opus Dei. In un'Italia dove la politica conta ormai meno della finanza, la chiesa cattolica ha più potere e influenza sulle banche di quanta ne avesse ai tempi della Democrazia Cristiana. (Hanno collaborato Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)

la Repubblica edizione nazionale 26 gennaio 2008

cornetto
21-04-2008, 09:04
OLD mi pare...posti sempre le stesse cose?!

trallallero
21-04-2008, 09:05
Tutti i depositi e i passaggi di danaro avvengono con bonifici, in contanti o in lingotti d'oro. Nessuna traccia.

i giornalisti di Repubblica :rolleyes:

Ser21
21-04-2008, 09:30
:asd::asd:

Fa male leggere certe cose eh?

Marco!
21-04-2008, 09:39
è sempre bene ricordare come si comporta il vaticano

Ser21
21-04-2008, 09:53
è sempre bene ricordare come si comporta il vaticano

esatto.

chiara3.0
21-04-2008, 10:01
che il vaticano abbia una banca mica è una novità...

Ser21
21-04-2008, 10:17
che il vaticano abbia una banca mica è una novità...

e l'uso che ne fa ti pare lecito e adatto a quello che va preidcando?

Fil9998
21-04-2008, 10:20
ma mica tutti sanno politicamente il valore di quella banca e le mosse politiche ed economiche attuate attraverso di essa...

lowenz
21-04-2008, 10:27
:asd::asd:

Fa male leggere certe cose eh?
No, è che se ci sono i bonifici ci sono le tracce, invece lì dici "con bonifici" e poi "nessuna traccia". E allora come fanno a saperlo? :D

Ergo c'è qualcosa che non torna.

trallallero
21-04-2008, 10:51
:asd::asd:

Fa male leggere certe cose eh?

secondo te, con la firma che ho, sto cercando di difendere la chiesa ? :D

chiara3.0
21-04-2008, 10:55
e l'uso che ne fa ti pare lecito e adatto a quello che va preidcando?

No, ma non lo troverai adatto anche se non predicasse niente.

Lyd
21-04-2008, 11:03
su 100 topic qui dentro:



85 contro berlusconi e il cdx

5 di vera attualità

10 contro la chiesa



Non è una sezione seria, io mi sento offeso ogni volta che leggo qualcosa..

chiara3.0
21-04-2008, 11:06
su 100 topic qui dentro:



85 contro berlusconi e il cdx

5 di vera attualità

10 contro la chiesa



Non è una sezione seria, io mi sento offeso ogni volta che leggo qualcosa..

Puoi sempre leggere solamente i topic che non ti offendono, o aprirne tu qualcuno di vera attualità...;)

iuccio
21-04-2008, 11:11
Potevi riesumare il thread già che c'eri...

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1662778 :read:

markus_81
21-04-2008, 11:14
Potevi riesumare il thread già che c'eri...

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1662778 :read:



e l'aveva aperto lui...uguale :D


bastava un up



non per difendere la chiesa ma...è una serie di incongruenze totali: segretezza assoluta e sanno come avvengono le transazioni,quanto prendono di interesse all'anno,chi ci mette i soldi, quanti soldi ci sono, delle banche svizzere, delle cayman

e poi tutte le belle supposizioni su omicidi, assassinii etc... diciamo che è un articolo che fa molto sensazione basandosi su.....niente

lowenz
21-04-2008, 11:32
su 100 topic qui dentro:



85 contro berlusconi e il cdx

5 di vera attualità

10 contro la chiesa



Non è una sezione seria, io mi sento offeso ogni volta che leggo qualcosa..
Se ci fossero 85 thread contro Stalin e 10 contro l'ateismo scommetto che la riterresti serissima e sacrosanta :D

Ziosilvio
21-04-2008, 11:36
Se ci fossero 85 thread contro Stalin e 10 contro l'ateismo scommetto che la riterresti serissima e sacrosanta :D
Per cortesia, evitiamo almeno noi di pretendere di sapere cosa c'è dentro la testa delle altre persone.
(Atteggiamento terribilmente diffuso tra i religiosi, gli ingegneri e gli atei militanti del forum, e che personalmente trovo odioso.)

Kars
21-04-2008, 12:11
Però sono d'accordo che è sempre bene ricordare che lo stato piu ricco del mondo è la chiesa, tutto l'opposto di tutto.

Ser21
21-04-2008, 12:16
e l'aveva aperto lui...uguale :D


bastava un up



non per difendere la chiesa ma...è una serie di incongruenze totali: segretezza assoluta e sanno come avvengono le transazioni,quanto prendono di interesse all'anno,chi ci mette i soldi, quanti soldi ci sono, delle banche svizzere, delle cayman

e poi tutte le belle supposizioni su omicidi, assassinii etc... diciamo che è un articolo che fa molto sensazione basandosi su.....niente

Ma che stai a dire...
Per cortesia,prima di parlare informati.
Le carte processuali del rpocesso sindona,busceta,calvi ti sembrano balle ??
Ma come si fanno a sparare certe frottole Markus_81 ? A volte se non si conoscono i fatti si farebbe più bella figura a non parlare...

sider
21-04-2008, 12:34
basta pensare a Marcinkus.....
Di intrallazzi coi soldi la chiesa ne fa parecchi, gli serve un bel numero di fedeli per avere potere , e la macchina da denaro è avviata.
Con la vera fede ben poco hanno a che vedere, oramai.
SI vede che ai "fedeli" va bene così.

markus_81
21-04-2008, 12:49
Ma che stai a dire...
Per cortesia,prima di parlare informati.
Le carte processuali del rpocesso sindona,busceta,calvi ti sembrano balle ??
Ma come si fanno a sparare certe frottole Markus_81 ? A volte se non si conoscono i fatti si farebbe più bella figura a non parlare...

ammetto di non aver mai letto le carte processuali del processo sindona,busceta,calvi e sfido a trovarne uno qua dentro che le conosca....ho commentato in base all'articolo che hai postato te ;) :read:


queste sono le impressioni che mi ha dato...a me da l'idea dell'articolo sensazionalistico mettendo insieme decine di argomenti in una pagina

poi può essere anche che sia tutto vero :)





nella sostanza a me cambia poco sia che sia tutto vero che tutto falso :D

Lyd
21-04-2008, 12:50
Se ci fossero 85 thread contro Stalin e 10 contro l'ateismo scommetto che la riterresti serissima e sacrosanta :D


Pensa quello che vuoi...

Ser21
21-04-2008, 12:57
ammetto di non aver mai letto le carte processuali del processo sindona,busceta,calvi e sfido a trovarne uno qua dentro che le conosca....ho commentato in base all'articolo che hai postato te ;) :read:


queste sono le impressioni che mi ha dato...a me da l'idea dell'articolo sensazionalistico mettendo insieme decine di argomenti in una pagina

poi può essere anche che sia tutto vero :)





nella sostanza a me cambia poco sia che sia tutto vero che tutto falso :D
Se non conosci le carte,non ti cambia niente che sia tutto vero o falso,mi chiedo per quale motivo tu abbia risposto al thread affermando che fossero tutte falsità.
Non è obbligatorio rispondere....soprattutto in questa sezione.

evelon
21-04-2008, 13:03
e l'uso che ne fa ti pare lecito e adatto a quello che va preidcando?

Il problema è che non fà quello che predica ?

Una banca è una banca e fà la banca secondo regole economiche :D

Quando mai le banche devono dar retta ad una religione (anche se è una banca religiosa)

dantes76
21-04-2008, 13:13
Se anche solo il 50% degli italiani sapesse queste cose...

non cambierebbe un cazzo

dantes76
21-04-2008, 13:14
Il problema è che non fà quello che predica ?

Una banca è una banca e fà la banca secondo regole economiche :D

Quando mai le banche devono dar retta ad una religione (anche se è una banca religiosa)

hai detto bene , le banche devono seguire delle regole...

dantes76
21-04-2008, 13:45
su 100 topic qui dentro:



85 contro berlusconi e il cdx

5 di vera attualità

10 contro la chiesa



Non è una sezione seria, io mi sento offeso ogni volta che leggo qualcosa..

quoto!!! facciamola diventare seria.. non la leggere

Ser21
21-04-2008, 14:27
Il problema è che non fà quello che predica ?

Una banca è una banca e fà la banca secondo regole economiche :D

Quando mai le banche devono dar retta ad una religione (anche se è una banca religiosa)
Compiere operazioni Back to back per far perdere le tracce di riciclaggio di denaro mafioso,mi sembra orribile,qualunque banca compa tali operazioni.
Inoltre lo Ior ha sempre tratto i suoi benefici grazie ad operazioni illecite e speculative.
Avete mai provato ad indagare sui vantaggi dello IOR rispetto ad altre banche ??
Anonimato totale.
Vi siete mai chiesti il perchè??suvvia...apriamo gli occhi...

evelon
21-04-2008, 17:42
Compiere operazioni Back to back per far perdere le tracce di riciclaggio di denaro mafioso,mi sembra orribile,qualunque banca compa tali operazioni.
Inoltre lo Ior ha sempre tratto i suoi benefici grazie ad operazioni illecite e speculative.
Avete mai provato ad indagare sui vantaggi dello IOR rispetto ad altre banche ??
Anonimato totale.
Vi siete mai chiesti il perchè??suvvia...apriamo gli occhi...

E chi lo giustifica?

Se fà reciclaggio è, imho, allo stesso piano di un'altra banca che fà reciclaggio.

Considerarla diversamente solo perchè è del vaticano non mi sembra onesto intellettualmente

harbinger
21-04-2008, 18:18
Se lo IOR ha intrattenuto/intrattiene rapporti di natura illegale o, addirittura, criminosa, è giusto che chi ha "sbagliato" paghi, adottando nei confronti dello Stato che non collaborasse lo stesso comportamento che avremmo nei confronti di una qualunque nazione non cooperante. Senza trovare altre motivazioni per agire o, al contrario, ritardare l'azione.






mi piacerebbe sapere dove nel vangelo o la bibbia c'è scritto che il papa deve avere una banca ... :O :cool:

Cito a memoria da "Il nome della rosa" di Eco: ...il problema non è se Cristo fosse in povertà ma se la Chiesa debba esserlo". E, aggiungo io, questo può deciderlo solo la Chiesa stessa, a meno che qualcuno di noi non trovi un bel roveto ardente oppure un paio di angeli (che chiedano di rifocillarsi, vd. Lot) oppure ancora una tavola con inciso "Con riferimento alle precedenti tavole, si aggiunga in coda al X il testo che segue: "XI...".





Nota, per i benpensanti:
1) sono agnostico;
2) le mie posizioni morali sono, nella maggior parte dei casi, molto distanti da quelle della Chiesa Cattolica Romana;
3) desidero fermamente la laicità dello Stato e l'abolizione del Concordato con la statuizione, se del caso, di specifici accordi economici a prestazioni corrispettive.

Ser21
21-04-2008, 18:50
E chi lo giustifica?

Se fà reciclaggio è, imho, allo stesso piano di un'altra banca che fà reciclaggio.

Considerarla diversamente solo perchè è del vaticano non mi sembra onesto intellettualmente

Si ma lo Ior gode di molti privilegi appunto perchè permette anche ad altre banche di fare operazioni coperte.
E' un centro di poter smisurato e la vicenda Calvi è emblematica del potere che può mettere in campo.

Fritz!
21-04-2008, 18:56
Se lo IOR ha intrattenuto/intrattiene rapporti di natura illegale o, addirittura, criminosa, è giusto che chi ha "sbagliato" paghi, adottando nei confronti dello Stato che non collaborasse lo stesso comportamento che avremmo nei confronti di una qualunque nazione non cooperante. Senza trovare altre motivazioni per agire o, al contrario, ritardare l'azione.








Cito a memoria da "Il nome della rosa" di Eco: ...il problema non è se Cristo fosse in povertà ma se la Chiesa debba esserlo". E, aggiungo io, questo può deciderlo solo la Chiesa stessa, a meno che qualcuno di noi non trovi un bel roveto ardente oppure un paio di angeli (che chiedano di rifocillarsi, vd. Lot) oppure ancora una tavola con inciso "Con riferimento alle precedenti tavole, si aggiunga in coda al X il testo che segue: "XI...".





Nota, per i benpensanti:
1) sono agnostico;
2) le mie posizioni morali sono, nella maggior parte dei casi, molto distanti da quelle della Chiesa Cattolica Romana;
3) desidero fermamente la laicità dello Stato e l'abolizione del Concordato con la statuizione, se del caso, di specifici accordi economici a prestazioni corrispettive.

Quoto

A me se la Chiesa è il primo cliente di Prada non frega una cippa. Quello ch mi interessa è che non imponga la sua morale a me come cittadino.

Ser21
21-04-2008, 19:05
Quoto

A me se la Chiesa è il primo cliente di Prada non frega una cippa. Quello ch mi interessa è che non imponga la sua morale a me come cittadino.

Se per prada intendi mafiosi o massoni deviati.....