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View Full Version : Montezemolo: "Le imprese e i salari: ecco la mia proposta"


teogros
09-01-2008, 09:15
Il presidente di Confindustria ha trascorso le vacanze natalizie a New York. «Mai visto così tanti italiani. Un'invasione. Ma che tristezza leggere gli articoli sull'immondizia napoletana. Una sconfitta civile. Il prezzo lo paghiamo tutti, ma soprattutto quell'Italia del lavoro, delle imprese che sa reagire, vince sui mercati, produce e innova e non merita di essere confusa con un'inaccettabile immagine di degrado. Sa qual è il mio grande timore? Il rischio di una lenta ma inesorabile secessione fra la parte del Paese che compete e crea sviluppo e quella dei particolarismi, della politica miope e collusa, della classe dirigente piccina ed egoista». Luca Cordero di Montezemolo, alla guida degli imprenditori italiani fino a maggio, interviene sull'attualità più immediata, la trattativa sul potere d'acquisto. «Guardi, le devo dire subito una cosa. I salari in questi anni sono cresciuti più della produttività, a differenza di quello che è accaduto in Germania, Francia e Gran Bretagna». Sì, ma non negherà che esiste un serio problema di impoverimento relativo, soprattutto per i redditi da lavoro? «No, non lo nego, ma il vero scandalo è nella differenza fra il costo del lavoro e ciò che a fine mese un lavoratore percepisce come netto in busta paga».
«Ho sentito in questi giorni tante affermazioni curiose. Le imprese facciano la loro parte, dice Bersani. Il portafoglio degli imprenditori è pieno, quello dei lavoratori vuoto, sostiene Padoa-Schioppa. Qui non c'è alcun risarcimento da riconoscere. Quando nel luglio del 2004 sollevammo il tema degli assetti contrattuali e del recupero di competitività, la Cgil abbandonò il tavolo. Nel settembre del 2006 abbiamo proposto un patto a tre tra imprenditori, Governo e sindacati per lo sviluppo e la produttività e la Fiom ha detto no. Non siamo noi che non ci siamo seduti al tavolo. E poi non spetta al Governo fissare il livello dei salari».
I rapporti con il Governo Prodi sono tutt'altro che semplici. Incomprensioni, sospetti. «Io riconosco al presidente del Consiglio il merito di aver adottato alcune decisioni importanti, dalla riduzione del cuneo fiscale e contributivo alla conferma delle flessibilità nel mercato del lavoro, dalla riduzione delle aliquote dell'Ires e dell'Irap alla detassazione degli straordinari al sostegno della ricerca per la piccola e media impresa ma non mi piace questa polemica sul capitalismo d'altri tempi, sull'idea che i redditi non sono saliti per colpa nostra. Vedo troppa cultura contraria all'impresa che alligna in molti settori della maggioranza. L'imprenditore è il primo a voler pagare di più i propri collaboratori di talento e vorrebbe farlo con contratti aziendali legati alla produttività pur rispettando gli accordi nazionali che sono un ombrello irrinunciabile».
Contratti difficili, posizioni lontane, come sui metalmeccanici. «Dove si continua a guardare al passato e a tentare di ridurre la flessibilità. Ma va detto che nel solo 2007 sono stati diciotto i contratti firmati dalle categorie aderenti a Confindustria, quello dei chimici addirittura prima della scadenza. Rimangono aperti altri negoziati che con il nostro sistema non c'entrano, dal pubblico impiego, al commercio, all'editoria. Dal 2000 al 2006 le retribuzioni reali della pubblica amministrazione sono cresciute dell'11,8%, senza alcun recupero di efficienza, quelle del settore privato del 2,6%. I tanti dipendenti pubblici che fanno bene il loro mestiere dovrebbero ribellarsi a un sistema contrattuale che li tratta allo stesso modo di assenteisti e fannulloni. E i dipendenti del settore privato sarebbero i primi a guardare con favore contratti aziendali che premiano il merito, il talento e la laboriosità. Se tutto si concentra sui contratti nazionali è naturale la tendenza all'appiattimento delle retribuzioni. E mi sorprende, tra sindacati e forze politiche, che quelli che più chiedono oggi meno pressione fiscale sui salari siano gli stessi che fino a ieri hanno sostenuto politiche responsabili di aver fatto esplodere la spesa pubblica e quel debito che con 74 miliardi di euro di interessi all'anno ci soffoca e ci deprime».
Ma allora, qual è la proposta di Confindustria? «Nonostante il taglio di cinque punti del cuneo, tre alle imprese e due ai lavoratori, la differenza tra il costo per le aziende e il salario netto in busta paga rimane abissale: il rapporto è quasi di uno a due. Noi proponiamo il taglio di altri cinque punti, ma questa volta con una divisione diversa: tre ai lavoratori e due alle imprese». Con quali strumenti fiscali? «Non entro nel dettaglio tecnico, ma se vogliamo guardare ai salari, credo che il sistema di detrazioni per la produzione del reddito da lavoro dipendente sia il più corretto e visibile». Montezemolo ritiene irrinunciabile uno scambio tra salario e produttività «perché solo così si pongono le basi per un recupero di competitività dell'intero Paese, altrimenti vincerebbe una incomprensibile logica risarcitoria, tutta rivolta al passato». E sostiene la necessità di un segnale forte in aiuto alle famiglie che dovrebbe venire però dalla riqualificazione della spesa sociale («Ma è possibile che in Italia gli asili nido li debbano fare quasi esclusivamente le imprese?»). Più concorrenza nei servizi, più donne al lavoro, più ammortizzatori. «Ma il problema culturale di fondo è la scarsa consapevolezza che la crescita è l'unica via possibile, il vero bene comune. E aumentare la spesa pubblica grazie a un maggiore gettito fiscale non può essere un'alternativa alla crescita. È solo un altro modo di tenere la testa rivolta al passato. Dall'inizio degli anni 90 abbiamo perso, per bassa produttività e mancate riforme e troppa burocrazia, l'11% del prodotto interno lordo rispetto ai Paesi dell'area euro e il 14% nel confronto con le 15 principali nazioni europee. Sono 210 miliardi di euro in meno di Pil ogni anno. Lei sa che cosa avremmo potuto fare con quell' autentico tesoro, altro che i tesoretti di cui si parla, e troppo a sproposito, in questi giorni? Spesa sociale, scuole, infrastrutture e reddito in più per i lavoratori. Il vero tema è questo; senza crescita non c'è nulla, solo più degrado, peggiore convivenza civile e, alla fine, meno democrazia perché si lacera il tessuto connettivo delle nostre relazioni sociali. La verità è che negli ultimi 15 anni ci siamo impoveriti».
Presidente, le imprese, lei dice, hanno fatto la loro parte e sono disponibili a fare di più. Ma come? «Dia solo un occhio ai dati sullo scambio con l'estero del manifatturiero: il saldo record del 2007, raggiunto nonostante un euro forte, testimonia della capacità di innovazione e internazionalizzazione del sistema. Sono raddoppiati gli accordi a livello internazionale. Oltre 6mila imprese hanno partecipato alle missioni di Confindustria nei principali mercati emergenti. Ma le voglio dare un altro dato: la quota dei dipendenti laureati è cresciuta nelle imprese manifatturiere dal 6,9 al 9,6%. Per la prima volta, nel 2006, la bilancia tecnologica è tornata in attivo. E da quest'anno, con il nuovo importante credito d'imposta introdotto dalla Finanziaria, moltissime piccole imprese potranno sostenere programmi di ricerca. Le aziende, anche se non si fa mai abbastanza e devono ancora crescere, le maniche se le sono rimboccate. Mi chiedo spesso: dove sarebbe questo Paese se non ci fossero le imprese? Gli imprenditori hanno mostrato coraggio anche là dove lo Stato è spesso assente, come è avvenuto per gli imprenditori siciliani che si sono ribellati al "pizzo" e ai ricatti della mafia.
«Dal 2001 al 2006 - continua Montezemolo - la spesa pubblica a livello locale è salita di oltre il 30%, a livello nazionale del 24%. Il prodotto interno lordo, in termini nominali è cresciuto molto meno. Il sistema tributario locale, anziché essere alleggerito è diventato più pesante. La Puglia ha appena aumentato l'Irap di un punto. La tassazione, e non solo per le imprese del Sud, ha toccato livelli inaccettabili. Non possiamo andare a Bruxelles e chiedere un'aliquota di vantaggio per il Sud quando noi andiamo esattamente nella direzione opposta. La vicenda amara e drammatica dei rifiuti campani è la rappresentazione simbolica di questa grande sconfitta italiana. È necessaria una terapia d'urto. Chi sbaglia vada a casa. Lo Stato si riappropri del territorio e non lasci soli quei pochi che si ribellano alla malavita».
Il tema delle mancate liberalizzazioni e della contemporanea estensione delle municipalizzate è ugualmente critico e negativo. «Le sole imprese a partecipazione degli Enti locali sono mille e pesano per circa l'1% del Pil, il 40% fattura meno di cinque milioni di euro. Ma quello che è peggio è che il costo del lavoro nel Sud assorbe l'82% del fatturato, il 53% al Nord e il 66% al Centro. Aziende private in queste condizioni sarebbero già in gran parte fuori mercato. Fallite. Sa cosa vuol dire questo? Che specialmente al Sud le municipalizzate costano più del servizio che erogano. Sono bacini di voto, discariche di non eletti». Dunque, non c'è soltanto il costo della politica, ma anche quello degli ex politici? «Esatto, se vogliamo è l'unica raccolta differenziata dei rifiuti che funziona...».
Arriverà il terzo decreto di liberalizzazioni di Bersani. «Mi auguro che sia meno timido dei due precedenti e che non sia smontato in Parlamento dalla maggioranza come è avvenuto per il provvedimento sui servizi locali del ministro Lanzillotta. Noi siamo il Paese che ha ancora i traghetti di Stato, che non manda Fincantieri in Borsa perché la Fiom non vuole e intanto i coreani sono pronti a portarci via le commesse. Viviamo in una giungla di corporazioni ed egoismi. Una politica che non decide e, quando lo fa, magari dà i soldi dell'università ai camionisti. Il futuro sembra non interessare a nessuno. Prendiamo il caso dell'energia: dipendiamo da gas e petrolio come nessun altro Paese, il greggio ha superato i 100 dollari al barile e ancora non abbiamo un progetto di diversificazione delle fonti che comprenda il nuovo nucleare, anche se finalmente comincia ad esserci più di una proposta in questa direzione. Dei giovani parlano tutti, salvo poi nel concreto non fare nulla. Ecco il rischio fatale di cui le parlavo all'inizio, un Paese che si spacca in due, vicino a una sorta di secessione economica, la parte migliore che se ne va, imprese e persone eccellenti in tutti i campi che sentono ogni giorno allentarsi il proprio legame con il Paese. Una crisi di cittadinanza. Io non sono preoccupato per le imprese, che possono farcela anche internazionalizzandosi e andando all'estero. Il rischio è che non ce la faccia il Paese con i suoi cittadini».
La sicurezza sul lavoro, dopo il tragico incidente alla Thyssen Krupp di Torino, va tenuta in primo piano. Non è stata una fatalità, non è un tributo nemmeno lontanamente ammissibile alla necessità del mondo della produzione. Una questione culturale, di rispetto del lavoro, non solo di leggi e controlli. «Ho detto subito che ritengo quello che è accaduto a Torino inaccettabile per un Paese civile. Il 2008 sia l'anno della sicurezza sui posti di lavoro, ma gli incidenti sono numerosi proprio là dove c'è lavoro nero, sottoimpiego e minore tutela dei diritti. La nostra disponibilità è totale, ma finora incontri non ce ne sono stati. Che cosa aspettiamo?».

nomeutente
09-01-2008, 09:31
L'imprenditore è il primo a voler pagare di più i propri collaboratori di talento


Diciamo la verità: vuole pagare di meno gli altri.

teogros
09-01-2008, 09:44
Diciamo la verità: vuole pagare di meno gli altri.

Altri chi? :confused:

Aku
09-01-2008, 09:50
Diciamo la verità: vuole pagare di meno gli altri.

Fosse per loro sei tu che dovresti pagarli per lavorare da loro :D.

matteo10
09-01-2008, 09:54
L'imprenditore è il primo a voler pagare di più i propri collaboratori di talentoDiciamo la verità: vuole pagare di meno gli altri.

Altri chi? :confused:
Penso nomeutente intenda quelli di "non talento".
Non sono però d'accordo.

teogros
09-01-2008, 09:54
Fosse per loro sei tu che dovresti pagarli per lavorare da loro :D.

Se iniziamo a spara frecciatine allora lo faccio anche io:

"Fosse per loro sei tu che dovresti pagarli per scaldar la sedia :D."

Vediamo quanto scriviamo di costruttivo, così facendo?

teogros
09-01-2008, 09:56
Penso nomeutente intenda quelli di "non talento".
Non sono però d'accordo.

:doh:

Ok, ho capito.

Boh.. alla fine è meritocrazia... cioè: se chi non ha talento viene pagato quanto chi ce l'ha (e potremmo sostituire talento con "voglia di lavorare", "disponibilità", "correttezza" ecc), cosa dovrebbe fare il talentuoso?

nomeutente
09-01-2008, 09:56
Altri chi? :confused:

Lui dice che vorrebbe pagare di più i dipendenti "di talento", io sono dell'idea che (ammesso e non concesso che siano corrette le valutazioni sul talento) gli imprenditori vogliano pagare di meno quelli che hanno meno talento e continuare a pagare uguale (magari anche meno) quelli di talento.
Insomma può anche darsi che voglia pagare di più quelli che hanno talento, in relazione a quelli che non ne hanno, ma non ci dice in relazione a oggi se vuole dare di più o di meno.
Visto che le imprese non sono opere pie, il loro disegno è aumentare il peso della contrattazione aziendale per comprimere ulteriormente i salari.

teogros
09-01-2008, 09:58
Lui dice che vorrebbe pagare di più i dipendenti "di talento", io sono dell'idea che (ammesso e non concesso che siano corrette le valutazioni sul talento) gli imprenditori vogliano pagare di meno quelli che hanno meno talento e continuare a pagare uguale (magari anche meno) quelli di talento.
Insomma può anche darsi che voglia pagare di più quelli che hanno talento, in relazione a quelli che non ne hanno, ma non ci dice in relazione a oggi se vuole dare di più o di meno.
Visto che le imprese non sono opere pie, il loro disegno è aumentare il peso della contrattazione aziendale per comprimere ulteriormente i salari.

Non la penso come te, ma sono opinioni personali e situazioni soggettive... ogni imprenditore si comporta diversamente dall'altro e quindi non è facile esprimere una "filosofia" comune a tutti.

nomeutente
09-01-2008, 09:59
Boh.. alla fine è meritocrazia... cioè: se chi non ha talento viene pagato quanto chi ce l'ha (e potremmo sostituire talento con "voglia di lavorare", "disponibilità", "correttezza" ecc), cosa dovrebbe fare il talentuoso?

Il talentuoso dovrebbe evitare di farsi fregare e capire che ha la possibilità di migliorare le proprie condizioni soltanto se migliorano quelle dei suoi colleghi: arrivare alla contrattazione aziendale (o peggio ancora individuale) non significa che quelli bravi prendono di più: significa che sei più debole e più ricattabile.

CYRANO
09-01-2008, 10:00
Dovrebbe dirglielo ai miei "capi" , che ci sottopagano da quando ci hanno assunto ( e dopo mesi di sindacato , siamo andati all'ispettorato ).


Caoipzpaz

dani&l
09-01-2008, 10:01
Lui dice che vorrebbe pagare di più i dipendenti "di talento", io sono dell'idea che (ammesso e non concesso che siano corrette le valutazioni sul talento) gli imprenditori vogliano pagare di meno quelli che hanno meno talento e continuare a pagare uguale (magari anche meno) quelli di talento.
Insomma può anche darsi che voglia pagare di più quelli che hanno talento, in relazione a quelli che non ne hanno, ma non ci dice in relazione a oggi se vuole dare di più o di meno.
Visto che le imprese non sono opere pie, il loro disegno è aumentare il peso della contrattazione aziendale per comprimere ulteriormente i salari.

Esatto... vogliono tanti piccoli cinesi che lavorano a stipendi di fame.

teogros
09-01-2008, 10:02
Esatto... vogliono tanti piccoli cinesi che lavorano a stipendi di fame.

Aggiungerei: lavorando 18 ore al giorno e dormendo in fabbrica. :cool:

nomeutente
09-01-2008, 10:02
Non la penso come te, ma sono opinioni personali e situazioni soggettive... ogni imprenditore si comporta diversamente dall'altro e quindi non è facile esprimere una "filosofia" comune a tutti.

Ogni imprenditore ha interesse a massimizzare la produttività e quindi i profitti. Per far questo ci sono due strade:
- migliorare i macchinari o l'organizzazione del lavoro
- pagare di meno i lavoratori (meno salario o meno oneri)
Dire che l'imprenditore ha interesse ad aumentare i salari è come dire che io ho interesse a prendere dieci euro e buttarli nella stufa. Al limite l'imprenditore con un occhio al di fuori dell'orticello potrà auspicare che i redditi medi aumentino così da poter vendere più prodotti, ma vorrà sempre che a pagare di più i dipendenti siano per prime le imprese concorrenti.
Qualsiasi altra condotta sarebbe irrazionale da parte dell'imprenditore, quindi dubito che sia opinabile ;)

dani&l
09-01-2008, 10:03
Aggiungerei: lavorando 18 ore al giorno e dormendo in fabbrica. :cool:

lo stavo per aggiungere... infatti la mia ditta è in quella direzione: l'orario "normale" è fatto da minimo 9/10 ore.

dani&l
09-01-2008, 10:04
Ogni imprenditore ha interesse a massimizzare la produttività e quindi i profitti. Per far questo ci sono due strade:
- migliorare i macchinari o l'organizzazione del lavoro
- pagare di meno i lavoratori (meno salario o meno oneri)
Dire che l'imprenditore ha interesse ad aumentare i salari è come dire che io ho interesse a prendere dieci euro e buttarli nella stufa. Al limite l'imprenditore con un occhio al di fuori dell'orticello potrà auspicare che i redditi medi aumentino così da poter vendere più prodotti, ma vorrà sempre che a pagare di più i dipendenti siano per prime le imprese concorrenti.
Qualsiasi altra condotta sarebbe irrazionale da parte dell'imprenditore, quindi dubito che sia opinabile ;)

Mi domando perchè nella mia ditta preferiscono la seconda opzione :muro:

Comunque è vero, se si aspetta che aumentino i datori il salario siamo freschi, l'unica è abbassare le tasse che paghiamo, caxx tra irpef , regione, contributi sociali, etc... tra il lordo e il netto si passa oltre il 30%.... comincia ad abbassare qualche punticino percentuale in modo da farmi trovare in tasca 100 euro in più al mese, senza che il datore sborsi un euro in più....

teogros
09-01-2008, 10:04
Ogni imprenditore ha interesse a massimizzare la produttività e quindi i profitti. Per far questo ci sono due strade:
- migliorare i macchinari o l'organizzazione del lavoro
- pagare di meno i lavoratori (meno salario o meno oneri)
Dire che l'imprenditore ha interesse ad aumentare i salari è come dire che io ho interesse a prendere dieci euro e buttarli nella stufa. Al limite l'imprenditore con un occhio al di fuori dell'orticello potrà auspicare che i redditi medi aumentino così da poter vendere più prodotti, ma vorrà sempre che a pagare di più i dipendenti siano per prime le imprese concorrenti.
Qualsiasi altra condotta sarebbe irrazionale da parte dell'imprenditore, quindi dubito che sia opinabile ;)

Dubita di quello che vuoi! Ma un talentuoso, cioè uno "bravo", io sono disposto a pagarlo perchè so che da un valore aggiunto a me e ai clienti.

Hai scritto te "migliorari i macchinari": un talentuoso è un macchinario migliore di uno che non lo è.

EDIT: il riferimento è al mondo dei servizi.

teogros
09-01-2008, 10:06
Mi domando perchè nella mia ditta preferiscono la seconda opzione :muro:

Mi domando perchè non fate gli imprenditori... trovare "capitali" e idee per aprire società, soprattutto nel mondo dei servizi, è stupido. Eppure vi lamentate del boss sempre e comunque, ma non fate niente per passare dalla parte di là... strano visto che, è risaputo, l'imprenditore è ricco, gira col suv, è pieno di donne e passa le giornate a grattarsi la pancia.

teogros
09-01-2008, 10:07
Mi domando perchè nella mia ditta preferiscono la seconda opzione :muro:

Comunque è vero, se si aspetta che aumentino i datori il salario siamo freschi, l'unica è abbassare le tasse che paghiamo, caxx tra irpef , regione, contributi sociali, etc... tra il lordo e il netto si passa oltre il 30%.... comincia ad abbassare qualche punticino percentuale in modo da farmi trovare in tasca 100 euro in più al mese, senza che il datore sborsi un euro in più....

Forse perchè non siete talentuosi. :)

Aku
09-01-2008, 10:09
Se iniziamo a spara frecciatine allora lo faccio anche io:

"Fosse per loro sei tu che dovresti pagarli per scaldar la sedia :D."

Vediamo quanto scriviamo di costruttivo, così facendo?

Io te lo dico perché in azienda da me il pensiero è quello ;) se poi ti senti punto sul vivo mi spiace magari sei un imprenditore onesto che premia chi lo merita e penalizza chi non si applica. Ti pare che in una ditta dove le persone che mandano avanti la baracca vengono sempre prese di mezzo e mal retribuite e non ricevono neppure una gratificazione che sia una? Poi con la scusa che costi al azienda ti licenziano o ti mettono in condizioni tali che te ne vuoi andare o che se hai da pagare un mutuo non puoi che prendere il minimo sindacale per non perdere neppure quelle "briciole" che ti danno per lo spauracchio che poi ti mandano via perché la gestione è solo a senso unico; non per il bene della azienda (cioè la collettività) ma solo le tasche di pochi. Tanto per fare un esempio è come se tu avessi un cancro che ti devasta il fisco e per sconfiggerlo cerchi di usare una medicina che annulla il tuo sistema immunitario e nel frattempo aiuta la malattia. Ok ora la smetto ho solo messo il mio punto di vista. Non dubito che ci siano anche Imprenditori che ci tengono ai dipendenti ;)

nomeutente
09-01-2008, 10:11
Dubita di quello che vuoi! Ma un talentuoso, cioè uno "bravo", io sono disposto a pagarlo perchè so che da un valore aggiunto a me e ai clienti.

Hai scritto te "migliorari i macchinari": un talentuoso è un macchinario migliore di uno che non lo è.

EDIT: il riferimento è al mondo dei servizi.

Beh... il lavoro e i macchinari sono due cose diverse.
Ad esempio uno può essere poco talentuoso e avere una stampante laser e l'altro invece è bravissimo ma ha la stampante a matrice d'aghi: chi dei due stampa in meno tempo un modulo?

A parte questo, è chiaro che uno sia disponibile a pagare di più uno bravo rispetto ad uno meno bravo, ma il mio discorso è che comunque vorresti pagare di meno entrambi. Anche ipotizzando di poter avere il lavoratore più bravo del mondo, per massimizzare il tuo profitto devi pagarlo il meno possibile e sfruttarlo al massimo, altrimenti è un uso improduttivo della risorsa che possiedi: su questo non c'è molto da discutere. :boh:

teogros
09-01-2008, 10:11
Io te lo dico perché in azienda da me il pensiero è quello ;) se poi ti senti punto sul vivo mi spiace magari sei un imprenditore onesto che premia chi lo merita e penalizza chi non si applica. Ti pare che in una ditta dove le persone che mandano avanti la baracca vengono sempre prese di mezzo e mal retribuite e non ricevono neppure una gratificazione che sia una? Poi con la scusa che costi al azienda ti licenziano o ti mettono in condizioni tali che te ne vuoi andare o che se hai da pagare un mutuo non puoi che prendere il minimo sindacale per non perdere neppure quelle "briciole" che ti danno per lo spauracchio che poi ti mandano via perché la gestione è solo a senso unico, non il bene della azienda (cioè la collettività) ma solo le tasche di pochi. Tanto per fare un esempio è come se tu avessi un cancro che ti devasta il fisco e per sconfiggerlo cerchi di usare una medicina che annulla il tuo sistema immunitario e nel frattempo aiuta la malattia. Ok ora la smetto ho solo messo il mio punto di vista. Non dubito che ci siano anche Imprenditori che ci tengono ai dipendenti ;)

:boh:

teogros
09-01-2008, 10:15
Beh... il lavoro e i macchinari sono due cose diverse.
Ad esempio uno può essere poco talentuoso e avere una stampante laser e l'altro invece è bravissimo ma ha la stampante a matrice d'aghi: chi dei due stampa in meno tempo un modulo?

Scusa ma che c'entra? Mica valuto la produttività senza contare il tipo di attività e gli strumenti utilizzati! E' lenta la stampante, mica l'utilizzatore! :read:

A parte questo, è chiaro che uno sia disponibile a pagare di più uno bravo rispetto ad uno meno bravo, ma il mio discorso è che comunque vorresti pagare di meno entrambi. Anche ipotizzando di poter avere il lavoratore più bravo del mondo, per massimizzare il tuo profitto devi pagarlo il meno possibile e sfruttarlo al massimo, altrimenti è un uso improduttivo della risorsa che possiedi: su questo non c'è molto da discutere. :boh:

Bene, ci siamo trovati. Chiaro che vorrei pagare meno entrambi... ma ci sono contratti nazionali e regionali (e Montezemolo lo dice) appositamente per questo... il vincolo c'è ed è stabilito globalmente (inteso con italia), sotto non si va, ed evitiamo discussioni su precarieta e cocode che saremmo ot, ma in su si può andare. In non talentuosi hanno il minimo stabilito dalla collettività (inteso come governo e parti sociali), i talentuosi guadagnano (dovrebbero guadagnare) di più. Non è ciò che c'è scritto nell'articolo e ciò che dico io?

Warlock72
09-01-2008, 10:16
Il discorso di Montezemolo è semplice, bisogna legare il lavoro alla produttività; il mio lavoro (io inteso come dipendente) deve essere valorizzato, deve contribuire alla crescita dell'azienda e per farlo c'è bisogno di incentivare il lavoro stesso affinchè possa sentirmi davvero partecipe di suddetta crescita.
E' ovvio che l'imprenditore, non prendiamoci in giro, non licenzierà il lavoratore inetto...sarebbe contro i suoi interessi ma è anche d'obbligo premiarlo in caso di buon operato.
Rimettere in modo l'economia lo si fa incentivando le imprese perchè sono le imprese a creare ricchezza e lavoro, non tassandole come è stato fatto con l'ultima finanziaria; leggevo invece che il governo ha creato 40.000 nuovi posti statali regolarizzando le posizioni precarie; giusto, ma se il lavoro non c'è è anche inutile pagare stabilmente persone che in realtà non servono e ad oggi 40.000 statali in più non servivano.

nomeutente
09-01-2008, 10:17
Mi domando perchè non fate gli imprenditori... trovare "capitali" e idee per aprire società, soprattutto nel mondo dei servizi, è stupido. Eppure vi lamentate del boss sempre e comunque, ma non fate niente per passare dalla parte di là... strano visto che, è risaputo, l'imprenditore è ricco, gira col suv, è pieno di donne e passa le giornate a grattarsi la pancia.

Guarda che io sono autonomo e quindi so cosa significa vivere sapendo che non puoi fare conto sul 27 del mese ma solo su quello che hai effettivamente lavorato.
Detto questo, se mai dovessi espandermi e avere dei dipendenti (cosa che reputo improbabile :fagiano: ) l'atteggiamento razionale sarebbe quello da me descritto, altrimenti metto fuori un cartello con scritto caritas... ma non sono più un impresa a quel punto.
E questo vale per me che sono comunista e vedo questo sistema come sbagliato, figurati uno come Montezemolo che ritiene sia tutto giusto così...

teogros
09-01-2008, 10:19
Guarda che io sono autonomo e quindi so cosa significa vivere sapendo che non puoi fare conto sul 27 del mese ma solo su quello che hai effettivamente lavorato.
Detto questo, se mai dovessi espandermi e avere dei dipendenti (cosa che reputo improbabile :fagiano: ) l'atteggiamento razionale sarebbe quello da me descritto, altrimenti metto fuori un cartello con scritto caritas... ma non sono più un impresa a quel punto.
E questo vale per me che sono comunista e vedo questo sistema come sbagliato, figurati uno come Montezemolo che ritiene sia tutto giusto così...

Il post non era rivolto a te! ;)

FabioGreggio
09-01-2008, 10:20
Esatto... vogliono tanti piccoli cinesi che lavorano a stipendi di fame.

Gli imprenditori hanno un unico scopo ormai: i soldi.
E' finita l'epoca dei grandi condottieri d'industria etici che costruivano case e centri ricreativi per i loro operai.

Il diaframma che si è creato per colpa del liberismo spinto che ha vinto sulle altre idologie è ormai troppo spesso e operai e imprenditori sono diventati nemici per la pelle.
Che è sbagliatissimo.
Da una parte le lotte sociali degli anni 60 70 hanno inasprito le posizioni.
dall'altra la situazione attuale di un'imprenditoria ormai alla deriva iperliberista che vede in ogni singolo dipendente solo un'uscita di denaro proprio.

Io ho lavorato in parecchie aziende come quadro e posso dire che nemmeno la professionalità oggi è elemento determinante.
Conta solo quanto costi.

Credo che a breve si arriverà ad uno scontro sociale epocale.
E ci perderemo tutti.

fg

teogros
09-01-2008, 10:20
Il discorso di Montezemolo è semplice, bisogna legare il lavoro alla produttività; il mio lavoro (io inteso come dipendente) deve essere valorizzato, deve contribuire alla crescita dell'azienda e per farlo c'è bisogno di incentivare il lavoro stesso affinchè possa sentirmi davvero partecipe di suddetta crescita.
E' ovvio che l'imprenditore, non prendiamoci in giro, non licenzierà il lavoratore inetto...sarebbe contro i suoi interessi ma è anche d'obbligo premiarlo in caso di buon operato.
Rimettere in modo l'economia lo si fa incentivando le imprese perchè sono le imprese a creare ricchezza e lavoro, non tassandole come è stato fatto con l'ultima finanziaria; leggevo invece che il governo ha creato 40.000 nuovi posti statali regolarizzando le posizioni precarie; giusto, ma se il lavoro non c'è è anche inutile pagare stabilmente persone che in realtà non servono e ad oggi 40.000 statali in più non servivano.

*

nomeutente
09-01-2008, 10:21
leggevo invece che il governo ha creato 40.000 nuovi posti statali regolarizzando le posizioni precarie; giusto, ma se il lavoro non c'è è anche inutile pagare stabilmente persone che in realtà non servono e ad oggi 40.000 statali in più non servivano.

Se si tratta di persone che lavorano da anni nella scuola senza essere mai state regolarizzate, evidentemente servono.

teogros
09-01-2008, 10:22
Se si tratta di persone che lavorano da anni nella scuola senza essere mai state regolarizzate, evidentemente servono.

Ho la mamma maestra... meglio evitare di andare OT, ma ce ne sarebbero da dire su quanto "servono"! ;)

dani&l
09-01-2008, 10:22
Mi domando perchè non fate gli imprenditori... trovare "capitali" e idee per aprire società, soprattutto nel mondo dei servizi, è stupido. Eppure vi lamentate del boss sempre e comunque, ma non fate niente per passare dalla parte di là... strano visto che, è risaputo, l'imprenditore è ricco, gira col suv, è pieno di donne e passa le giornate a grattarsi la pancia.
Cosa dovrebbe fare uno per passare "di là" scusa ? Con un mutuo da pagare, una famiglia da mantenere, buttarmi senza capitali nel mondo imprenditoriale, senza clienti , la vedo dura e un rischio che io personalmente non voglio correre. Il tuo discorso mi sembra un pò forzato, adesso vuoi far passare l'imprenditore un povero che da tutto per i suoi dipendenti ? No scusa ma la cosa del suv e quant'altro mi pare un pò una stravaganza.... il discorso di nomeutente e che appoggio è quello che , appunto perchè "ragiono passando dall'altra parte", di principio si tende a spendere meno ove è possibile, e se il dipendente, talentuoso quanto vuoi, se ne stà buone e zitto e lavora sodo, và bene, se scatta la lamentela o addirittura l'invio del licenziamento, la dove si rende necessario scatta la proposta migliorativa. Non avviene, ma è capibile, il contrario, quando mai se tutto va bene aumento lo stipendio cosi di mia iniziativa ? Al massimo (come succede a me) ti dà il contentino a fine anno. L'aumento del salario è un salasso per l'imprenditore, perchè rimane fisso. Per questo la proposta valida potrebbe essere la diminuzione delle tasse che si pagano....

Forse perchè non siete talentuosi. :)
:rolleyes: .... infatti stò scaldando tranquillamente la sedia per risponderti.

nomeutente
09-01-2008, 10:27
Scusa ma che c'entra? Mica valuto la produttività senza contare il tipo di attività e gli strumenti utilizzati! E' lenta la stampante, mica l'utilizzatore! :read:

Ti sbagli: la produttività è data dalla bravura del lavoratore, dai macchinari, dalle tasse e dall'organizzazione del lavoro, perché è in sostanza il rapporto fra quanto investo e quanto ricavo.


Bene, ci siamo trovati. Chiaro che vorrei pagare meno entrambi... ma ci sono contratti nazionali e regionali (e Montezemolo lo dice) appositamente per questo... il vincolo c'è ed è stabilito globalmente (inteso con italia), sotto non si va, ed evitiamo discussioni su precarieta e cocode che saremmo ot, ma in su si può andare. In non talentuosi hanno il minimo stabilito dalla collettività (inteso come governo e parti sociali), i talentuosi guadagnano (dovrebbero guadagnare) di più. Non è ciò che c'è scritto nell'articolo e ciò che dico io?

Montezemolo non sta affatto dicendo: manteniamo uguali i minimi salariali e dateci la possibilità di aumentare con il secondo livello. Se così fosse saremmo tutti d'accordo. Sta dicendo invece che il peso della contrattazione nazionale va diminuito, quindi che il minimo salariale deve diminuire per legge e poi il resto si vedrà in azienda: ci sarà chi prenderà un po' di più, chi uguale e chi meno rispetto ad ora. Le imprese hanno ovviamente tutto l'interesse a far si che quelli che prendono di più siano pochi e quelli che prendono di meno siano molti.
Montezemolo non regala niente a nessuno, di questo possiamo essere abbastanza sicuri.

sider
09-01-2008, 10:30
La contrattazione principale deve rimanere a livello nazionale, altrimenti i dipendenti diventano carne da macello.
Non è un caso che molte aziende si sono spostate prima in slovenia e croazia, ora ancora più ad est perchè i 400 euro mensili dell'operaio croato sono troppi in confronto a quanto prende un cinese,
Se uno ci può lucrare, ci lucra. Molti non se ne rendono conto.

Warlock72
09-01-2008, 10:35
Se si tratta di persone che lavorano da anni nella scuola senza essere mai state regolarizzate, evidentemente servono.
Permettimi, è stato fatto un censimento su queste persone e per la stragrande maggioranza trattasi di persone legate a proggetti, ovvio si sia voluto ascoltare il volere delle aree più radicali di sinistra che premevano per stabilizzare questi lavoratori ma si è fatto uno sforzo che oggi, con la nostra situazione, ricadrà drasticamente sulle finanze delle famiglie.
Da una parte dovranno anche uscire questi soldi, no?

Ma chiediamoci perchè si è voluta cambiare quella legge Biagi sulla quale tutti sembravano voler puntare forte? In Spagna molti si chiedono quale sia il miracolo economico, semplicemente Zapatero quando è succeduto ad Aznar ha ritoccato tutto MA non la legge sul lavoro che tanto bene stava funzionando (non credete che il merito sia solo di Zapatero, vero?), invece qui in Italia si antepongono le ideologie e le antipatie a scapito del bene del cittadino e allora ecco che la rpiorità del nuovo governo fosse quella di cancellate tutto ciò che in precedenza era stato fatto, legge Biagi compresa.

Accontentatevi quindi.

teogros
09-01-2008, 10:36
Cosa dovrebbe fare uno per passare "di là" scusa ? Con un mutuo da pagare, una famiglia da mantenere, buttarmi senza capitali nel mondo imprenditoriale, senza clienti , la vedo dura e un rischio che io personalmente non voglio correre.

Bene, ci siamo arrivati. Converrai con me che questo rischio (non propriamente trascurabile) debbe essere riconosciuto e ripagato? Non sto dicendo a scapito dei dipendenti, ma semplicemente difendendo quegli imprenditori che si fanno il CULO, RISCHIANO e poi leggono sui giornali che sono evasori, sfruttatori e ladri. Permetti l'incazzatura?

Il tuo discorso mi sembra un pò forzato, adesso vuoi far passare l'imprenditore un povero che da tutto per i suoi dipendenti ? No scusa ma la cosa del suv e quant'altro mi pare un pò una stravaganza.... il discorso di nomeutente e che appoggio è quello che , appunto perchè "ragiono passando dall'altra parte", di principio si tende a spendere meno ove è possibile, e se il dipendente, talentuoso quanto vuoi, se ne stà buone e zitto e lavora sodo, và bene, se scatta la lamentela o addirittura l'invio del licenziamento, la dove si rende necessario scatta la proposta migliorativa. Non avviene, ma è capibile, il contrario, quando mai se tutto va aumento lo stipendio cosi di mia iniziativa ? Al massimo (come succede a me) ti dà il contentino a fine anno. L'aumento del salario è un salasso per l'imprenditore, perchè rimane fisso. Per questo la proposta valida potrebbe essere la diminuzione delle tasse che si pagano....

Concordo sull'ultima parte.

:rolleyes: .... infatti stò scaldando tranquillamente la sedia per risponderti.

Vedo! :D :read: :asd: :sofico: ;)

EDIT: ho sbagliato smile accanto al vedo!

CYRANO
09-01-2008, 10:42
Il discorso di Montezemolo è semplice, bisogna legare il lavoro alla produttività; il mio lavoro (io inteso come dipendente) deve essere valorizzato, deve contribuire alla crescita dell'azienda e per farlo c'è bisogno di incentivare il lavoro stesso affinchè possa sentirmi davvero partecipe di suddetta crescita.
E' ovvio che l'imprenditore, non prendiamoci in giro, non licenzierà il lavoratore inetto...sarebbe contro i suoi interessi ma è anche d'obbligo premiarlo in caso di buon operato.
Rimettere in modo l'economia lo si fa incentivando le imprese perchè sono le imprese a creare ricchezza e lavoro, non tassandole come è stato fatto con l'ultima finanziaria; leggevo invece che il governo ha creato 40.000 nuovi posti statali regolarizzando le posizioni precarie; giusto, ma se il lavoro non c'è è anche inutile pagare stabilmente persone che in realtà non servono e ad oggi 40.000 statali in più non servivano.

Se bonanotte... licenziano eccome tanto un poraccio che accetta un cococode a 600eu lo trovano sempre...



C,la,òz,òa

Aku
09-01-2008, 10:45
Se bonanotte... licenziano eccome tanto un poraccio che accetta un cococode a 600eu lo trovano sempre...



C,la,òz,òa

Poi ci si lamenta che i consumi calano :D se non paghi i dipendenti come pretendi che questi comprino ciò che produci o importi? :D viva la delocalizzazione :P ok la smetto di dire cagate :fagiano:

nomeutente
09-01-2008, 10:46
Ho la mamma maestra... meglio evitare di andare OT, ma ce ne sarebbero da dire su quanto "servono"! ;)


Permettimi, è stato fatto un censimento su queste persone e per la stragrande maggioranza trattasi di persone legate a proggetti

Tutto questo avviene a seguito però della riforma (se non sbaglio del 92) con cui si aumentò il numero di studenti per insegnante.
La scuola dovrebbe essere tenuta in maggiore considerazione: non è un capitolo su cui tagliare.
Non conosco il censimento di cui parli, ma se questi insegnanti avevano progetti di così lunga durata presumo che fossero i classici lavori a tempo indeterminato mascherati da progetti.


Ma chiediamoci perchè si è voluta cambiare quella legge Biagi sulla quale tutti sembravano voler puntare forte?

Eh? :mbe:

CYRANO
09-01-2008, 10:50
Poi ci si lamenta che i consumi calano :D se non paghi i dipendenti come pretendi che questi comprino ciò che produci o importi? :D viva la delocalizzazione :P ok la smetto di dire cagate :fagiano:

pensa che da me , giocando sul bisogno di lavorare , son riusciti a far firmare ad una mia collega un cococode di 12 mesi , mi sembra , per un lavoro che richiede un orario a turni , facendola lavorare 2 ore al giorno , e con la certezza di lavoro ( 2h al giorno appunto ) fino a gennaio e solo per non pagarci 2h di straordinario a noi ( c'è una collega in allattamento che fa solo 6 ore ).
Sti personaggi puntano solo al profitto ( cercando ogni scappatoia per fregare soldi a noi dipendenti) ed approfittando della necessità di lavorare della gente...

C,òa,òzò,a

Warlock72
09-01-2008, 10:54
Tutto questo avviene a seguito però della riforma (se non sbaglio del 92) con cui si aumentò il numero di studenti per insegnante.
La scuola dovrebbe essere tenuta in maggiore considerazione: non è un capitolo su cui tagliare.
Non conosco il censimento di cui parli, ma se questi insegnanti avevano progetti di così lunga durata presumo che fossero i classici lavori a tempo indeterminato mascherati da progetti.


Eh? :mbe:


Perchè continui ad insistere con gli insegnanti e la scuola? Posti statali non son solo quelli riguardanti questa istituzione ma asl, comuni, province ecc.ecc.

P.S. cosa non ti è chiaro sulla legge sul lavoro? Hanno modificato pesantemente la legge Biagi eliminandone il precariato; a nessuno piace essere precari, ovvio, ma è un male necessario oggi; se le condizioni lo permettessero saremmo tutti belli e impiegati a 1.500€ netti al mese, purtroppo (ripeto) si è fatto uno sforzo oltre ogni possibilità per stabilizzare queste persone; e state sicuri che lo pagheremo nelle prossime finanziarie.


EDIT: Cyrano, non sò dove abiti e che razza di imprese operino da te ma ogni azienda seria e che non assume in nero (ripeto, forse lo fanno dalle tue parti) non avrà nessun beneficio a lincenziare un ottimo lavoratore per prenderne uno allo stesso stipendio. Sicuro.

CYRANO
09-01-2008, 10:56
Perchè continui ad insistere con gli insegnanti e la scuola? Posti statali non son solo quelli riguardanti questa istituzione ma asl, comuni, province ecc.ecc.

P.S. cosa non ti è chiaro sulla legge sul lavoro? Hanno modificato pesantemente la legge Biagi eliminandone il precariato; a nessuno piace essere precari, ovvio, ma è un male necessario oggi; se le condizioni lo permettessero saremmo tutti belli e impiegati a 1.500€ netti al mese, purtroppo (ripeto) si è fatto uno sforzo oltre ogni possibilità per stabilizzare queste persone; e state sicuri che lo pagheremo nelle prossime finanziarie.


EDIT: Cyrano, non sò dove abiti e che razza di imprese operino da te ma ogni azienda seria e che non assume in nero (ripeto, forse lo fanno dalle tue parti) non avrà nessun beneficio a lincenziare un ottimo lavoratore per prenderne uno allo stesso stipendio. Sicuro.

ma ho quotato la parte dove citavi il lavoratore inetto.
soprattutto se il lavoro non richiede chissà che abilità , di lavoratori ne trovano finchè vogliono.


Cò,aò,.zòà.,a

Warlock72
09-01-2008, 10:59
ma ho quotato la parte dove citavi il lavoratore inetto.
soprattutto se il lavoro non richiede chissà che abilità , di lavoratori ne trovano finchè vogliono.


Cò,aò,.zòà.,a


Io dicevo semplicemente che è giusto licenziare chi NON ha le capacità o la voglia ma che una azienda non licenzierà chi le assicura un buon lavoro.
Insomma, non si tirano la zappa sui piedi in un mondo del lavoro in sui sempre più c'è richiesta di professionalità.
Cmq ok, avrò capito male io.

nomeutente
09-01-2008, 11:09
Perchè continui ad insistere con gli insegnanti e la scuola? Posti statali non son solo quelli riguardanti questa istituzione ma asl, comuni, province ecc.ecc.

Insisto con la scuola perché mi pare che quel provvedimento fosse destinato a loro.
Per quanto riguarda asl, comuni e province si può fare un altro ragionamento, partendo dalle consulenze però.


P.S. cosa non ti è chiaro sulla legge sul lavoro? Hanno modificato pesantemente la legge Biagi eliminandone il precariato;

Ma quando mai? L'impianto della legge 30 è ancora quello.

dani&l
09-01-2008, 11:13
Bene, ci siamo arrivati. Converrai con me che questo rischio (non propriamente trascurabile) debbe essere riconosciuto e ripagato? Non sto dicendo a scapito dei dipendenti, ma semplicemente difendendo quegli imprenditori che si fanno il CULO, RISCHIANO e poi leggono sui giornali che sono evasori, sfruttatori e ladri. Permetti l'incazzatura?

...

:confused: Ma chi ha detto che sono tutti evasori o ladri ?
Chiariamo, l'imprenditore parte da chi si tira su le maniche, si apre la propia partita iva e si mette a campare a chi ha una ditta, milioni di introiti, e vuole aumentare il volume d'affari.
Se nel primo caso è una cosa fattibile per molti ( nel mio campo trovo diverse offerte di collaborazione 6 mesi , a progetto, o partita iva), anche se poi bisogna valutare quanto ne valga la candela rispetto ad un posto fisso sempre stessa mansione (nel mio caso sistemista), nell'altro o hai un capitale di tuo oppure non è una cosa che tutti possono permettersi il lusso di fare. Anche a me piacerebbe avere una bella dittarella da mandare avanti .... ma chi ci mette il capitale, se solo per prenderi un bilocale ho 20 anni di "cambiali" da firmare.... figurati un'azienda.

Detto questo, dove c'è l'imprenditore che si fà il "culo" , c'è sempre dietro la manovalanza che fà altrettanto... che poi nelle medie e grosse imprese (io sono in una media) su 150 persone ci siano i lavativi e quelli che si danno da fare è ovvio... non discuto su questo, ma ora non venitemi a dire che chi vuole fare il proprio interesse "sperpera" i soldi guadagnati SE NON STRETTAMENTE necessario.
Era questo, a mio punto di vedere il succo del discorso. Se poi lo si vuole leggere come sfruttatori o in altre vie non sò che dirvi... a me pare una cosa comunque normale.

Allacciandomi al discorso cococo(de).... avendo in casa anche quello (la mia compagna) e vivendo sulla pelle la cosa, la ditta che lavora piuttosto che assumere e garantendosi la professionalità di alcune figure, preferisce perdere tempo ogni volta ad insegnare ai nuovi arrivi ma mantenendo un contratto con la cooperativa, in modo che vieni pagato solo se lavori, non ha ferie, non hai 13esima, la malattia è un optional... e via discorrendo.... questa è la situazione.
In quel caso come li chiamiamo gli imprenditori ?

Warlock72
09-01-2008, 11:21
Ma quando mai? L'impianto della legge 30 è ancora quello.


Tale legge ha subito cambiamenti nel giugno scorso, se non erro; e sulla base di queste modifiche che si sono assunte tutte queste persone (che non riguardano solo posti scolastici, per intenderci).
Ieri sera lo dicevano proprio a Ballarò, lo diceva il ministro Castelli se non ricordo male.

matteo10
09-01-2008, 11:39
...Montezemolo non sta affatto dicendo: manteniamo uguali i minimi salariali e dateci la possibilità di aumentare con il secondo livello. Se così fosse saremmo tutti d'accordo. Sta dicendo invece che il peso della contrattazione nazionale va diminuito...
Mai provato a "contrattare" con la FIOM un aumento salariale extra diverso da lavoratore a lavoratore, proporzionale alla produttività (garantendo comunque anche un aumento al minimo salariale uguale per tutti)?
Io si. Non è stato accettato. Che siamo tutti d'accordo quindi purtroppo non è vero.

nomeutente
09-01-2008, 11:42
Mai provato a "contrattare" con la FIOM un aumento salariale extra diverso da lavoratore a lavoratore, proporzionale alla produttività (garantendo comunque anche un aumento al minimo salariale uguale per tutti)?
Io si. Non è stato accettato. Che siamo tutti d'accordo quindi purtroppo non è vero.

Alla fine tu venivi a spendere di più o di meno? Altrimenti manca un dato fondamentale ;)

nomeutente
09-01-2008, 11:48
Tale legge ha subito cambiamenti nel giugno scorso, se non erro; e sulla base di queste modifiche che si sono assunte tutte queste persone (che non riguardano solo posti scolastici, per intenderci).
Ieri sera lo dicevano proprio a Ballarò, lo diceva il ministro Castelli se non ricordo male.

L'impianto della Biagi è rimasto identico a prima. Hanno solo tolto il lavoro a chiamata e hanno messo dei limiti per il lavoro a termine: dopo 3 anni non puoi più rinnovarlo, ma ci sono comunque incentivi per trasformarlo a tempo indeterminato, quindi regalie all'imprenditore che alla fine assume come si deve con un contratto regolare.
Dopo 3 anni vorrei anche vedere se è giusto che ti lascino altro tempo senza sapere se puoi farti una posizione...

CYRANO
09-01-2008, 11:55
Io dicevo semplicemente che è giusto licenziare chi NON ha le capacità o la voglia ma che una azienda non licenzierà chi le assicura un buon lavoro.
Insomma, non si tirano la zappa sui piedi in un mondo del lavoro in sui sempre più c'è richiesta di professionalità.
Cmq ok, avrò capito male io.

Il fatto è che io vedo una situazione in cui , con la precarietà lavorativa di questo periodo , si sta tornando come in piena rivoluzione industriale quando gli imprenditori pagavano con un tozzo di pane chi lavorava 14 ore al giorno e , in risposta alla richiesta di miglioramento delle condizioni , rispondevano " lavora, che fuori dai cancelli ne trovo altri 100 come te" .


Cpoapzpa

Aku
09-01-2008, 12:48
Il fatto è che io vedo una situazione in cui , con la precarietà lavorativa di questo periodo , si sta tornando come in piena rivoluzione industriale quando gli imprenditori pagavano con un tozzo di pane chi lavorava 14 ore al giorno e , in risposta alla richiesta di miglioramento delle condizioni , rispondevano " lavora, che fuori dai cancelli ne trovo altri 100 come te" .


Cpoapzpa

*

dani&l
09-01-2008, 12:51
Il fatto è che io vedo una situazione in cui , con la precarietà lavorativa di questo periodo , si sta tornando come in piena rivoluzione industriale quando gli imprenditori pagavano con un tozzo di pane chi lavorava 14 ore al giorno e , in risposta alla richiesta di miglioramento delle condizioni , rispondevano " lavora, che fuori dai cancelli ne trovo altri 100 come te" .


Cpoapzpa

Io ho la "sfortuna" di poter vedere le buste paghe (chi si occupa del sistema informatico può tutto :O ), e mi chiedevo come mai ultimamente la mia azienda assuma solo extracomunitari....... poi ho visto la busta paga e le ore di lavoro ed ho capito....

matteo10
09-01-2008, 13:34
Alla fine tu venivi a spendere di più o di meno? Altrimenti manca un dato fondamentale ;)Guardando l'intero monte stipendi, uguale.
Guardando i singoli ovviamente ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe preso meno rispetto a quanto prende ora (bilanciato da chi avrebbe preso di più).

EDITO per chiarire meglio:
Uguale considerando il mese di applicazione, sicuramente di più in prospettiva potendo il numero dei "meritevoli" solo aumentare.

REN88
09-01-2008, 13:45
Mah... io mi sento di condividere il pensiero di Montezemolo... Purtroppo vedo dai commenti che forse è stato interpretato male..(o forse l'ho interpretato male io)

Dal suo discorso mi pare di capire che lui voglia instaurare la meritocrazia.
Non vuole che lo stato influisca troppo sugli stipendi.. secondo lui quelli devono essere fissati dalle aziende in base al rendimento del lavoratore.

Il suo discorso a livello TEORICO non fa una piega, ma bisognerebbe saperlo Aapplicare a livello PRATICO. Non etichettando tutti i lavoratori come "mediocri" e quindi con stipendi da fame per esempio....Per non parlare degli eventuali favori che una persona può esercitare verso alcuni dipendenti di conoscenti amici etc.... Il problema vero quindi si riduce all'instaurazione di un criterio oggettivo di valutazione un criterio non aggirabile.

Il punto del suo discorso è questo:

"I tanti dipendenti pubblici che fanno bene il loro mestiere dovrebbero ribellarsi a un sistema contrattuale che li tratta allo stesso modo di assenteisti e fannulloni"

"La vicenda amara e drammatica dei rifiuti campani è la rappresentazione simbolica di questa grande sconfitta italiana. È necessaria una terapia d'urto. Chi sbaglia vada a casa"



Interessante anche il suo discorso sulla necessità di un PEN (Piano Energetico Nazionale)

"Una politica che non decide e, quando lo fa, magari dà i soldi dell'università ai camionisti. Il futuro sembra non interessare a nessuno. Prendiamo il caso dell'energia: dipendiamo da gas e petrolio come nessun altro Paese, il greggio ha superato i 100 dollari al barile e ancora non abbiamo un progetto di diversificazione delle fonti che comprenda il nuovo nucleare, anche se finalmente comincia ad esserci più di una proposta in questa direzione"


Ho sentito dire che con la scadenza nel 2009 del suo mandato nella confindustria Montezemolo approderà in politica... è una notizia fondata?:confused:

nomeutente
09-01-2008, 13:52
Guardando l'intero monte stipendi, uguale.
Guardando i singoli ovviamente ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe preso meno rispetto a quanto prende ora (bilanciato da chi avrebbe preso di più).

EDITO per chiarire meglio:
Uguale considerando il mese di applicazione, sicuramente di più in prospettiva potendo il numero dei "meritevoli" solo aumentare.

Ma su cosa avresti valutato il merito?

bjt2
09-01-2008, 13:54
Insisto con la scuola perché mi pare che quel provvedimento fosse destinato a loro.
Per quanto riguarda asl, comuni e province si può fare un altro ragionamento, partendo dalle consulenze però.


Ma quando mai? L'impianto della legge 30 è ancora quello.

Ci sono anche per il momento 1200 tra ricercatori e tecnologi del CNR ed entro 3 anni anche io, ricercatore (per ora a TD) del CNR... Prendo servizio domani! :cincin:

DvL^Nemo
09-01-2008, 14:10
Qui bisogna dire un po' di cose..
1) Lavoratori pubblici, molti fanno il loro onesto lavoro, invece molti non fanno un caxx dalla mattina alla sera.. Le ultime che mi hanno detto
-a dipendente comunale addetto al rilascio delle carte di identita' che in orario di lavoro se ne va al bar a giocare al biliardo
-b) dipendente comunale che in orario di lavoro se ne va in palestra
-c) bidello che in orario festivo non apre l'istituto ( questo ridevo per non piangere )
-d) vari enti locali ( regione/province/comuni ) visto personalmente che non si sa che caxx fanno, prendono il caffe' alle 9 e tornano all'1, leggono in orario di lavoro il signore degli anelli, nessuno che fosse mai in ufficio, parlano di tutto tranne che di lavoro..


E visto che lo avete detto, IMHO la piu' grossa caxxata la stiamo facendo sui ricercatori, sottopagati, precarissimi, MAH !

Iniziamo a migliorare il lavoro dei pubblici che sono la grossa fetta del paese.. I privati credo che il mercato faccia selezione da se'

blamecanada
09-01-2008, 15:47
Dubita di quello che vuoi! Ma un talentuoso, cioè uno "bravo", io sono disposto a pagarlo perchè so che da un valore aggiunto a me e ai clienti.
Questo vale solo nei lavori qualificati.

Poi ci si lamenta che i consumi calano :D se non paghi i dipendenti come pretendi che questi comprino ciò che produci o importi?
Semplice, si punta tutto sull'esportazione.


In generale l'obiettivo di Montezemolo è mantenere basso lo stipendio minimo per la maggioranza dei dipendenti, ed alzare quello di poche persone, ossia di quelle uniche persone "non sostituibili". Gli altri comunque o accettano quel che arriva o fanno la fame.

durbans
09-01-2008, 16:35
I problemi sono sempre i soliti ma come al solito non si fa niente per eliminarli:

1) Inefficienza dei dipendenti pubblici : individuare e licenziare immediatamente i nullafacenti.

2) Nelle aziende private mancanza di meritocrazia : lo stipendio dovrebbe essere conseguenza dell'impegno e del merito. Invece si tende all'appiattimento

3) Mancanza di proporzionalita' tra gli stipendi

4) Incentivi: bravo hai lavorato bene, eccoti un aumento

Nella piccola azienda magari il capo ha contatto diretto con i dipendenti e siccome e' lui che tira fuori i soldi e' piu' facile avere "aumenti".
Nella grande azienda manca questo contatto diretto.

zerothehero
09-01-2008, 16:52
Le piccole imprese emigrano In Cina? No, meglio la Svizzera

Agevolazioni e assistenza: le aziende lasciano Varese.

Il presidente dell' associazione: «Da loro l' Iva è sotto il 5 per cento e l' Irap non esiste»
Il 10 per cento delle società ha aperto un' attività oltre la frontiera

VARESE - Dici «delocalizzazione» e subito pensi alle fabbriche trasferite in Cina o in Romania, ai salari che costano un decimo di quelli italiani, alle leggi non severe in materia di salute e ambiente. Sbagliato: c' è una fuga di aziende che segue altre piste, che approda addirittura nella Svizzera dove un operaio guadagna molto di più del suo collega italiano, dove con il rispetto dell' ambiente non si scherza e dove l' evasione fiscale è inesistente. «Ma volete mettere i vantaggi che si ricevono sotto il profilo di servizi dalla pubblica amministrazione e l' efficienza con cui si può lavorare?» : Franco Colombo, da pochi mesi presidente di Api, l' associazione delle piccole e medie imprese di Varese, ha sotto gli occhi il quadro del fenomeno. «Circa il 10% dei nostri associati ha aperto unità produttive in Svizzera o ha realizzato joint venture con imprese al di là del confine. Tutto ciò senza chiudere gli stabilimenti italiani». I piccoli industriali varesini l' altro giorno hanno incontrato il ministro Roberto Maroni, esternandogli tutte le loro preoccupazioni. «Non vogliamo morire cinesi - ha detto Colombo - ma vorremmo prendere ad esempio quanto accade a pochi chilometri da noi, dove lo Stato non si comporta da matrigna nei confronti degli imprenditori». Ed ecco venire a galla una realtà che si è fatta strada negli ultimi anni, ma che è conosciuta solo al mondo delle piccole imprese: se molte di loro, specie nella fascia di confine, vogliono ampliare i capannoni o rinforzare l' attività si rivolgono ai «cugini» ticinesi, ma anche di altri cantoni svizzeri. Come ha preso piede il fenomeno? «Alcuni anni fa - racconta Arnoldo Coduri, responsabile del dipartimento economia del Canton Ticino - abbiamo lanciato un programma chiamato Copernico: a chi apriva attività nella nostra zona offrivamo agevolazioni finanziarie, fiscali ma anche assistenza sotto il profilo delle pratiche burocratiche; i nostri funzionari sono tenuti a comportarsi da consulenti per chi arriva qui». In poco tempo 53 società lombarde hanno aperto i battenti a Lugano, Bellinzona e dintorni. Ora il fenomeno investe altre zone elvetiche. «Dover pagare salari più alti - commenta ancora Colombo - è compensato dal fatto che la tassazione è più bassa: l' Iva è sotto il 5% contro il 20% italiano, l' Irap non esiste. Poi si trova con facilità quella manodopera specializzata che a Varese come in altre zone lombarde è spesso irreperibile; in più gli oneri sociali solo per il 25% della busta paga contro il 50. E le infrastrutture, a partire dai trasporti, sono di primissima qualità. A Maroni lo abbiamo fatto notare: perché non è possibile anche da noi contrastare la concorrenza sempre più agguerrita migliorando come gli svizzeri i fattori di competizione?». «Già oggi - osserva Sandro Lombardi, dirigente dell' Aiti, l' associazione degli imprenditori di Lugano - il 20% delle imprese attive sul nostro territorio ha una matrice italiana così come il 50% della manodopera industriale. Questo fa sì che nel nostro cantone la ricchezza prodotta dalle industrie sia addirittura superiore a quella realizzata dalle banche e dal terziario. E i tre quarti dei prodotti vengono poi esportati, percentuale che solo dieci anni fa era molto più bassa. Perché è successo tutto questo? Per una ragione fondamentale: qui l' imprenditore non ha conflitti con le istituzioni. Le tasse si pagano fino all' ultimo centesimo, le leggi si rispettano, ma il buon rapporto con la pubblica amministrazione fa vivere tutti più sereni, l' imprenditore può dedicare le sue energie migliori al core business dell' azienda, non è distolto da altri pensieri». Claudio Del Frate Le realtà produttive

I NUMERI Sono 1000 le aziende che aderiscono all' Api - l' associazione delle piccole e medie imprese - di Varese: di esse il 10% ha aperto unità produttive in Svizzera o ha realizzato accordi produttivi con aziende elvetiche. Al contrario, solo il 5% ha ritenuto opportuno esplorare i mercati della Cina

LA CRISI Il comparto delle piccole e medie imprese viene da un periodo molto difficile: secondo dati forniti dall' Api nel corso del 2004 il calo produttivo è stato del 28%. Nella sola provincia di Varese ben 422 aziende manifatturiere hanno chiuso i battenti

IL PROGETTO A fronte di questa situazione le aziende hanno ritenuto vantaggioso trasferire in parte le loro attività in Svizzera: 53 sono quelle che hanno aderito al progetto Copernico, l' iniziativa di marketing territoriale lanciata dal Canton Ticino. Hanno beneficiato di un carico fiscale che in certe situazioni è anche del 30% più basso rispetto a quello italiano.

I FRONTALIERI La migrazione delle aziende segue quella, tradizionale e consolidata da decenni, della manodopera: oggi il 50% degli operai che lavorano nelle industrie ticinesi sono italiani. L' industria costituisce il 21% del prodotto interno lordo del Ticino, contro il 18% delle banche e delle attività finanziarie

I VANTAGGI Imposte meno onerose La pressione fiscale in Svizzera è mediamente più bassa che in Italia, ma le nuove imprese possono ricevere e usufruire di agevolazioni particolari che variano da zona a zona: in Canton Ticino le tasse sulle società dal 1994 a oggi sono diminuite dal 13% al 9% del fatturato Burocrazia efficiente Un funzionario pubblico segue passo passo la nascita e l' insediamento delle nuove imprese, agevolando - attraverso uno sportello unico - il disbrigo di tutte le pratiche necessarie. A volte bastano pochi giorni per ottenere documenti e permessi per i quali in Italia sono necessari mesi e mesi di attesa Disponibilità di manodopera Nessuna difficoltà a reperire operai specializzati, a differenza di quanto accade in Lombardia, dove, secondo i dati dell' Unioncamere, il 45% delle richieste rimane senza risposta. I salari più alti sono compensati da oneri sociali più bassi. Da registrare che nel Canton Ticino il 50% degli operai sono italiani

PROGETTO COPERNICO Chi arriva trova tutto pronto «Copernico» è il nome dato al programma di marketing varato in Canton Ticino per attirare imprese straniere a Lugano e dintorni. «Elevata qualità della vita, apertura culturale, certezza del diritto, stabilità del sistema, infrastrutture tra le più moderne al mondo»: questi, a leggere il sito internet di Copernico, i vantaggi offerti a chi decide di sbarcare in Svizzera. I servizi vanno invece dalla stesura di un business plan ad agevolazioni fiscali fino a consulenze per esplorare i mercati esteri

Corriere della Sera
mercoledì, 2 marzo, 2005
Del Frate Claudio

stbarlet
09-01-2008, 17:06
Voglio proprio capire come puoi applicare la meritocrazia a chi lavora in fabbrica.

Sono il primo a volerla, ma nei campi in cui la sua applicazione è possibile e necessaria ( come a scuola).

CYRANO
09-01-2008, 17:20
Voglio proprio capire come puoi applicare la meritocrazia a chi lavora in fabbrica.

Sono il primo a volerla, ma nei campi in cui la sua applicazione è possibile e necessaria ( come a scuola).

beh in catena di montaggio e' impossibile imho.
ma se una fabbrica ha reparti dove si lavora in modo quasi " artigianale" , ossia dove l'abilita' e l'esperienza contano , allora si puo' fare...


C,;a,za,;za

das
09-01-2008, 17:21
Ogni imprenditore ha interesse a massimizzare la produttività e quindi i profitti. Per far questo ci sono due strade:
- migliorare i macchinari o l'organizzazione del lavoro
- pagare di meno i lavoratori (meno salario o meno oneri)
Dire che l'imprenditore ha interesse ad aumentare i salari è come dire che io ho interesse a prendere dieci euro e buttarli nella stufa. Al limite l'imprenditore con un occhio al di fuori dell'orticello potrà auspicare che i redditi medi aumentino così da poter vendere più prodotti, ma vorrà sempre che a pagare di più i dipendenti siano per prime le imprese concorrenti.
Qualsiasi altra condotta sarebbe irrazionale da parte dell'imprenditore, quindi dubito che sia opinabile ;)

Invece è opinabile.
La gran parte delle imprese americane ad esempio riempiono i dipendenti di benefit non dovuti da contratto al fine di far sentire il dipendente parte di una squadra che gli garantisce dei privilegi.
Era il caso anche dell'ENI quando è nata.
Mattei costruì villaggi turistici al mare ed in montagna che consentivano ai dipendenti di fare vacanze in posti bellissimi ad un terzo del valore di mercato.
Sempre l'ENI garantisce ai dipendenti un'assicurazione sanitaria ad un terzo circa del valore.
Sono tutte cose non previste dal contratto e non dovute.

In America (dove hanno maggiore spirito imprenditoriale) queste cose sono estese all'ennesima potenza.

Guarda per esempio Microsoft e Google.

Gli americani infatti hanno chiaro il concetto che se chi lavora per te si un sente privilegiato, automaticamente si impegnerà di più e produrrà di più.

CYRANO
09-01-2008, 17:23
a me manco la benza per andare in sede ( 80 * 2 km ) pagano , altro che benefit...
manco un panettone da 2eu a natale ci han regalato... :cry:

oddio..manco gli auguri ci han fatto :D


coapzpa

zerothehero
09-01-2008, 17:33
doppio

zerothehero
09-01-2008, 17:34
Voglio proprio capire come puoi applicare la meritocrazia a chi lavora in fabbrica.

Sono il primo a volerla, ma nei campi in cui la sua applicazione è possibile e necessaria ( come a scuola).

Impossibile in Italia :asd: lo stipendio è legato semplicemente agli anni di anzianità (e ai progetti).

Fil9998
09-01-2008, 17:43
Diciamo la verità: vuole pagare di meno gli altri.



mi pare evidente ---

solito auspicio di deregolamentazione totale ...
capitalismo selvaggio in salsa italica: aka

contributi dello stato, cassaintegrazione se le cose vanno male,
ma profitti ai privati se le cose vanno bene e mano libera su tutto ...


che poi montezemolo sappia condire il tutto con parole affabili, bhè questo dimostra una certa abilità politica è imho pure una volontà di diventare il "nuovo Berlusconi" quando questi "siederà alla destra (e per forza!! :) ) del Padre".

nomeutente
09-01-2008, 17:46
Invece è opinabile.


Momento. Che in alcuni casi sia auspicabile legare il lavoratore all'impresa (si parla di imprese lungimiranti e di lavori qualificati) è vero, perché se il lavoratore se ne andasse sarebbe un doppio svantaggio: da un lato perdi una competenza e devi formare un lavoratore nuovo, dall'altro la concorrenza acquisisce un lavoratore su cui tu hai investito senza sobbarcarsi gli oneri della formazione.
In tal senso c'è un vantaggio a remunerare maggiormente quel lavoratore ma non certo per fargli un favore, bensì per un mero calcolo economico. Nel momento in cui il costo del mantenimento di quella competenza è superiore al costo che si affronterebbe formando un altro lavoratore sommato allo svantaggio di fornire competenze gratis al concorrente, il lavoratore può anche restare a casa.

Le imprese che invece sono "una grande famiglia in cui tutti si vogliono bene" sono semplicemente una favola: non lo sono nemmeno le piccole imprese, figuriamoci le grandi. Potrei raccontarne di storie in merito a persone che fino al giorno prima sostenevano "la mia impresa è una famiglia, il capo è un padre e ci vuole bene... ci offre anche il panettone a natale" e il giorno dopo sono andati a lamentarsi di una determinata situazione e la risposta è stata "se non ti va bene quella è la porta".

Comunque la Microsoft può anche permettersi di trattare bene i suoi lavoratori, vista la posizione dominante sul mercato, ma se parliamo di ditte che fronteggiano una concorrenza come si deve non possono permettersi certe cose.

Onisem
09-01-2008, 18:36
Sono d'accordo che i salari comincino a slegarsi dai CCNL dei carissimi sindacati, ma non capisco perchè si parla sempre di produttività come se fosse data esclusivamente dalle ore lavorate. A quanto dobbiamo arrivare, 50 ore la settimana di base? I dirigenti, spesso nominati con logiche molto italiote, non hanno alcuna influenza sulla produttività? Perchè della loro non si parla mai? E se no, che cazzo guadagnano tanto a fare? Bisogna lavorare meglio, non di più, inoltre un aumento del potere d'acquisto potrebbe rimettere in moto anche le imprese, o vogliamo continuare a morderci la coda? Montezemolo sembra volere la botte piena e la moglie ubriaca.

das
09-01-2008, 19:10
Momento. Che in alcuni casi sia auspicabile legare il lavoratore all'impresa (si parla di imprese lungimiranti e di lavori qualificati) è vero, perché se il lavoratore se ne andasse sarebbe un doppio svantaggio: da un lato perdi una competenza e devi formare un lavoratore nuovo, dall'altro la concorrenza acquisisce un lavoratore su cui tu hai investito senza sobbarcarsi gli oneri della formazione.
In tal senso c'è un vantaggio a remunerare maggiormente quel lavoratore ma non certo per fargli un favore, bensì per un mero calcolo economico. Nel momento in cui il costo del mantenimento di quella competenza è superiore al costo che si affronterebbe formando un altro lavoratore sommato allo svantaggio di fornire competenze gratis al concorrente, il lavoratore può anche restare a casa.


L'ENI i benefit di cui ti ho parlato sopra li dava ai dirigenti come all'ultimo degli operai.

zerothehero
09-01-2008, 19:33
Non è affatto detto che un paese in cui vi è un basso livello dei salari sia favorevole per gli imprenditori..infatti l'Italia è uno dei paesi dell'area UE che attira meno investimenti dall'estero :O

er-next
09-01-2008, 20:08
Non è affatto detto che un paese in cui vi è un basso livello dei salari sia favorevole per gli imprenditori..infatti l'Italia è uno dei paesi dell'area UE che attira meno investimenti dall'estero :O

non è così.. perchè i salari sono bassi ma il costo del lavoro è alto..

fabio80
09-01-2008, 21:34
il 3% di riduzione fiscale cosa dovrebbe comportare, contanto che l'inflazione percepita è a due cifre? ma che la smettessero di prenderci per il didietro...

tdi150cv
09-01-2008, 21:34
:doh:

Ok, ho capito.

Boh.. alla fine è meritocrazia... cioè: se chi non ha talento viene pagato quanto chi ce l'ha (e potremmo sostituire talento con "voglia di lavorare", "disponibilità", "correttezza" ecc), cosa dovrebbe fare il talentuoso?

be e' la base della schifosissima ideologia comunista ...
in soldoni , la stessa cosa , e bada bene che sia il minimo indispensabile , per tutti ...
Poi che ci sia quello che spicca per capacita' e il parassita che gioca al tetris tutto il giorno chissenefrega ...

be ... se il nostro paese e' ridotto ad un cesso un motivo ci sara' pure no !?

fabio80
09-01-2008, 21:43
Sono d'accordo che i salari comincino a slegarsi dai CCNL dei carissimi sindacati, ma non capisco perchè si parla sempre di produttività come se fosse data esclusivamente dalle ore lavorate. A quanto dobbiamo arrivare, 50 ore la settimana di base? I dirigenti, spesso nominati con logiche molto italiote, non hanno alcuna influenza sulla produttività? Perchè della loro non si parla mai? E se no, che cazzo guadagnano tanto a fare? Bisogna lavorare meglio, non di più, inoltre un aumento del potere d'acquisto potrebbe rimettere in moto anche le imprese, o vogliamo continuare a morderci la coda? Montezemolo sembra volere la botte piena e la moglie ubriaca.

ma che dici mai... :asd:

zerothehero
09-01-2008, 22:33
non è così.. perchè i salari sono bassi ma il costo del lavoro è alto..

Ho parlato di salari, non di costo del lavoro. :fagiano:

zerothehero
09-01-2008, 22:34
Employer social insurance expenditures and other labor taxes as a percent of hourly compensation costs, 2005 for production workers in manufacturing

http://www.dol.gov/asp/media/reports/chartbook/2007-06/images/chart3_03.gif



Share of labor costs taken by tax and social security contributions, 2005

http://www.dol.gov/asp/media/reports/chartbook/2007-06/images/chart4_03.gif


Annual hours worked per employed person, 1995 and 2005

http://www.dol.gov/asp/media/reports/chartbook/2007-06/images/chart2_09.gif

Però mi piacerebbe trovare i dati eurostat..catz..

gigio2005
09-01-2008, 22:35
be e' la base della schifosissima ideologia comunista ...
in soldoni , la stessa cosa , e bada bene che sia il minimo indispensabile , per tutti ...
Poi che ci sia quello che spicca per capacita' e il parassita che gioca al tetris tutto il giorno chissenefrega ...

be ... se il nostro paese e' ridotto ad un cesso un motivo ci sara' pure no !?

ah ecco perche' odiate tanto l'ideologia comunista...

avete ragione... l'odierei anch'io se fosse cosi ;)



purtroppo pero' l'ideologia di cui parli e' leggermente spostata verso il "centro" ;)

er-next
09-01-2008, 22:45
Ho parlato di salari, non di costo del lavoro. :fagiano:

appunto.. parlando solo dei salari e non considerando il problema globale del costo del lavoro, la tua tesi, per cui non si investe in italia, nonostante i salari bassi, non è giusta..

zerothehero
09-01-2008, 23:03
appunto.. parlando solo dei salari e non considerando il problema globale del costo del lavoro, la tua tesi, per cui non si investe in italia, nonostante i salari bassi, non è giusta..

None...se il livello del salario dei lavoratori è basso e il livello degli investimenti in Italia è basso, c'è da fare qualcosa a riguardo della produttività (cioè quanto mi rende un unità lavorativa per k investito), più che del costo del lavoro*...se si aumenta la produttività del lavoro, si incentivano gli investimenti (anche se cmq non è sufficiente, per attirare investimenti ci vuole anche dell' altro..servizi per l'impresa, infrastrutture, etc..), senza andare a toccare il livello della tassazione, che non può essere più basso (per come è strutturato il nostro welfare state e la nostra macchina amministrativa) di paesi come l'Irlanda, l'Uk, gli Usa etc..

*= anche se qualcosina si può fare, vedi cuneo fiscale

Inoltre non è neanche così vero che il costo del lavoro in Italia sia così eccessivo (tabella):
http://www.eurofound.europa.eu/ewco/2006/07/DE0607019I.htm

DvL^Nemo
09-01-2008, 23:05
Corriere della Sera
mercoledì, 2 marzo, 2005
Del Frate Claudio

La Svizzera e' un buon esempio.. Mio padre ci ha lavorato negli anni 60 da operaio, mentre qui in Italia guadagnavano 60'000 lire al mese, lui ne prendeva 300'000 e quando veniva in Italia faceva una vita da re... i dischi italiani uscivano prima in svizzera e poi in Italia, per non parlare della tv a colori.. Se lavoravi potevi entrare, altrimenti nulla e i controlli per strada erano massicci, citta' pulitissime Non so se adesso e' ancora cosi' anche perche' io non ci sono mai stato :D
Comunque gli ho sempre detto: papa' che caxx sei tornato a fare in Italia :D

zerothehero
09-01-2008, 23:11
Sono d'accordo che i salari comincino a slegarsi dai CCNL dei carissimi sindacati, ma non capisco perchè si parla sempre di produttività come se fosse data esclusivamente dalle ore lavorate. A quanto dobbiamo arrivare, 50 ore la settimana di base? I dirigenti, spesso nominati con logiche molto italiote, non hanno alcuna influenza sulla produttività? Perchè della loro non si parla mai? E se no, che cazzo guadagnano tanto a fare? Bisogna lavorare meglio, non di più, inoltre un aumento del potere d'acquisto potrebbe rimettere in moto anche le imprese, o vogliamo continuare a morderci la coda? Montezemolo sembra volere la botte piena e la moglie ubriaca .

Molte imprese sono in moto..chi esporta non ha bisogno di una elevata domanda aggregata in Italia http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2005/07_Luglio/17/mucchetti.shtml ..per il resto quoto..

zerothehero
09-01-2008, 23:16
La Svizzera e' un buon esempio.. Mio padre ci ha lavorato negli anni 60 da operaio, mentre qui in Italia guadagnavano 60'000 lire al mese, lui ne prendeva 300'000 e quando veniva in Italia faceva una vita da re... i dischi italiani uscivano prima in svizzera e poi in Italia, per non parlare della tv a colori.. Se lavoravi potevi entrare, altrimenti nulla e i controlli per strada erano massicci, citta' pulitissime Non so se adesso e' ancora cosi' anche perche' io non ci sono mai stato :D
Comunque gli ho sempre detto: papa' che caxx sei tornato a fare in Italia :D


E' vero, MA i salari dobbiamo vederli in termini di parità di poteri d'acquisto..altrimenti si falsa tutto..certo che se poi fai il frontaliero..beh..lavori in Svizzera e spendi in Italia (il massimo)

fabio80
09-01-2008, 23:27
a me sta produttività sa di banfa come quando tps parla di evasione fiscale. come la misuri la produttività? dati in merito?

nomeutente
10-01-2008, 06:35
L'ENI i benefit di cui ti ho parlato sopra li dava ai dirigenti come all'ultimo degli operai.

D'accordo, ma a parte il fatto che erano altri tempi, Mattei era un visionario (in senso buono) e la sua attività era molto più che attività imprenditoriale: si intreccia con la politica e quindi con il consenso. Non era solo questione di fatturato.

bjt2
10-01-2008, 08:00
E' vero, MA i salari dobbiamo vederli in termini di parità di poteri d'acquisto..altrimenti si falsa tutto..certo che se poi fai il frontaliero..beh..lavori in Svizzera e spendi in Italia (il massimo)

C'è un limite alle merci che puoi comprare fuori svizzera e riportare dentro. Mi pare 150 euro. E comunque non più di un Kg di carne o un litro di vino a testa.

Cfranco
10-01-2008, 08:46
Il solito discorso di sempre :blah:
"Bisogna ridurre le tasse " :blah: -> leggasi : vogliamo pagare meno soldi per i lavoratori
"Flessibilità" :blah: -> leggasi : vogliamo poter licenziare quelli che costano troppo e/o rompono i coglioni con quelle seccature tipo "orario di lavoro" , "sicurezza" etc e sostituirli con qualche immigrato pagato una miseria
"Meritocrazia" :blah: -> leggasi : vogliamo poter aumentare lo stipendio a dismisura a noi e a nostri amichetti della cricca degli imprenditori perchè siamo bravi a risparmiare sui dipendenti anche se le aziende vanno a fondo .



Il discorso di Montezemolo è semplice, bisogna legare il lavoro alla produttività; il mio lavoro (io inteso come dipendente) deve essere valorizzato, deve contribuire alla crescita dell'azienda e per farlo c'è bisogno di incentivare il lavoro stesso affinchè possa sentirmi davvero partecipe di suddetta crescita.

Bel discorso .
Peccato che come al solito è tutto relativo , tu lavori come uno schiavo e ti danno una pacca sulla spalla , poi loro si aumentano lo stipendio .


Questo vale solo nei lavori qualificati.

In generale l'obiettivo di Montezemolo è mantenere basso lo stipendio minimo per la maggioranza dei dipendenti, ed alzare quello di poche persone, ossia di quelle uniche persone "non sostituibili". Gli altri comunque o accettano quel che arriva o fanno la fame.
Quali sono i lavori "qualificati" e "non sostituibili" ?
Alla fine i premi produzione e gli aumenti vanno sempre a leccaculo , parenti e amici , quello è un lavoro qualificato .
In Italia non c' è posto per lavori veramente qualificati , le aziende non vogliono lavoratori in gamba che potrebbero mettere in cattiva luce una classe imprenditoriale al 90% assolutamente indegna e inetta .
Meglio puntare tutto sul risparmio , ha funzionato negli anni '60 , perchè non dovrebbe funzionare adesso ?
Si punta tutto al risparmio , si fanno prodotti pessimi , non si investe in ricerca e in qualifiche , ma tutto è finalizzato alla riduzione del costo .
Poi ci si lamenta dei cinesi .


I problemi sono sempre i soliti ma come al solito non si fa niente per eliminarli:

1) Inefficienza dei dipendenti pubblici : individuare e licenziare immediatamente i nullafacenti.
A cominciare dai grandi manager statali strapagati , immagino .


2) Nelle aziende private mancanza di meritocrazia : lo stipendio dovrebbe essere conseguenza dell'impegno e del merito. Invece si tende all'appiattimento
Mica vero , i nostri dirigenti sono quelli che prendono più soldi in Europa , anche se non sono certo i più bravi ...


3) Mancanza di proporzionalita' tra gli stipendi

4) Incentivi: bravo hai lavorato bene, eccoti un aumento
Una pacca sulla spalla è il metodo più usato .


Nella piccola azienda magari il capo ha contatto diretto con i dipendenti e siccome e' lui che tira fuori i soldi e' piu' facile avere "aumenti".
Nella grande azienda manca questo contatto diretto.
Le grandi aziende sono mediamente messe male , nel "piccolo" c' è molta più varietà , si va dal "discreto" al "pessimo" quando trovi il padre-padrone inetto che siccome "sono trenta anni che faccio così , non rompermi i coglioni dicendomi di fare cosà" con magari il figlio cresciuto nella bambagia che non capisce un H ma viene a romperti i coglioni , che se qualche parente sbaglia la colpa è tua comunque visto che non sei uno di famiglia ...
Comunque in media le retribuzioni nelle piccole aziente sono minori rispetto alle grosse aziende , gli straordinari sono maggiori e i rischi di licenziamento pure .


I dirigenti, spesso nominati con logiche molto italiote, non hanno alcuna influenza sulla produttività? Perchè della loro non si parla mai? E se no, che cazzo guadagnano tanto a fare?
Tengono famigghia , devono pur tirar su la nostra futura classe dirigente ( i loro figli e nipoti ) in modo da perpetuare la casta .

Onisem
10-01-2008, 12:41
Molte imprese sono in moto..chi esporta non ha bisogno di una elevata domanda aggregata in Italia http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2005/07_Luglio/17/mucchetti.shtml ..per il resto quoto..

Quindi a quelli interessa SOLO manodopera ad un prezzo il più basso possibile. Lo dicano.