mark41176
02-01-2008, 22:55
:fagiano: che spiegazione ragionevole mi dareste se vi racconto queste cose:
1) Un esempio lampante: un vicino di casa si diploma con difficoltà con il minimo al Liceo Scientifico......... poi si laurea in 6 anni ad ingegneria con 110 e lode (senza alcuna raccomandazione!)... ora è un manager di una grossa azienda parastatale italiana............
2) Un altro esempio lampante: 3 amici si laureano in ingegneria (stesso indirizzo) ma 2 più brillantemente, dopo un anno dalla laurea quello laureato meno brillantemente dei 3 è riuscito ad ottenere le migliori soddisfazioni sul lavoro (senza aiutini e furbate)
3) Dati statistici molto accreditati dimostrano che solo una percentuale bassissima di laureati hanno modo di applicare sul lavoro una parte di quanto appreso durante gli studi universitari........ inoltre è dimostrato che c'è una netta frattura tra il mondo dell'università e quello del lavoro: fatto sta che nei primi anni post laurea si continua ed essere giudicati in base al cammino universitario.... ma è così difficile prendere in considerzione anche che qualcuno si sia sentito poco stimolato durante il periodo universitario, al contrario di quanto sia in grado di rendere invece sul lavoro? ma quante aziende sanno selezionare davvero le persone? che criteri sono quelli di giudicare una persona in base all'esito di una cosa così distante poi da quelle che sono le effettive mansioni lavorative?
1) Un esempio lampante: un vicino di casa si diploma con difficoltà con il minimo al Liceo Scientifico......... poi si laurea in 6 anni ad ingegneria con 110 e lode (senza alcuna raccomandazione!)... ora è un manager di una grossa azienda parastatale italiana............
2) Un altro esempio lampante: 3 amici si laureano in ingegneria (stesso indirizzo) ma 2 più brillantemente, dopo un anno dalla laurea quello laureato meno brillantemente dei 3 è riuscito ad ottenere le migliori soddisfazioni sul lavoro (senza aiutini e furbate)
3) Dati statistici molto accreditati dimostrano che solo una percentuale bassissima di laureati hanno modo di applicare sul lavoro una parte di quanto appreso durante gli studi universitari........ inoltre è dimostrato che c'è una netta frattura tra il mondo dell'università e quello del lavoro: fatto sta che nei primi anni post laurea si continua ed essere giudicati in base al cammino universitario.... ma è così difficile prendere in considerzione anche che qualcuno si sia sentito poco stimolato durante il periodo universitario, al contrario di quanto sia in grado di rendere invece sul lavoro? ma quante aziende sanno selezionare davvero le persone? che criteri sono quelli di giudicare una persona in base all'esito di una cosa così distante poi da quelle che sono le effettive mansioni lavorative?