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View Full Version : Iole Tassitani è stata uccisa


ania
16-12-2007, 14:18
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=227387
Castelfranco, giallo sequestri
sparita la figlia di un notaio

Da due giorni non si hanno più notizie di Iole Tassitani, 42 anni. Non vedendola arrivare al lavoro il padre ha dato l’allarme. Non risultano richieste di riscatto, ma ci sono segnali inquietanti: come l'auto e gli occhiali trovate in due posti diversi

Treviso - Gli occhiali da vista di Iole Tassitani, 42 anni, e altri effetti personali sparsi davanti al garage dell’elegante palazzina di via Forche fanno temere il peggio. E cioè che la figlia del notaio di Castelfranco Veneto, Luigi Tassitani, sia stata rapita.

«Non c’è nessuna ipotesi avvalorata da indizi che possa portare a dare una risposta alla scomparsa», afferma prudente il procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli. In realtà i carabinieri di Treviso sono convinti che la donna non sia andata via di sua spontanea volontà: la convinzione generale è che davvero si sia riaffacciato in questa zona lo spettro del reato più odioso, il sequestro di persona. E non è un caso che del fatto sia stata informata anche la Direzione distrettuale antimafia di Venezia, come ha confermato il procuratore capo Vittorio Borraccetti. Per il momento gli investigatori hanno poche certezze: stanno cercando di ricostruire gli ultimi movimenti della donna, anche attraverso i tabulati del cellulare. Tutto comincia l’altra sera, verso le 20, quando Iole Tassitani lascia lo studio notarile del padre, dove lavora. Siamo in viale Cappuccini, nel centro storico di Castelfranco, dentro le antiche mura cittadine. Prima di tornare a casa va a fare un salto dalla madre, in via Cesare Battisti, a poche centinaia di metri, per darle un salutino. Da quel momento in poi, nessuno la vede più.

È presumibile che con la sua Ford Fiesta abbia proseguito verso casa, a circa un chilometro di distanza, nel quartiere residenziale di borgo Treviso, in via Forche. A questo punto la ricostruzione si basa sulle tracce lasciate dai presunti rapitori e rinvenute dagli investigatori trevigiani, allertati ieri mattina dal notaio che non ha visto la figlia al lavoro. Andato di persona in via Forche per vedere se le fosse capitato qualcosa, il professionista ha trovato gli occhiali e altri oggetti davanti al garage, ma non la Fiesta. Preoccupatissimo, ha chiamato i carabinieri e la macchina investigativa è partita. Grazie anche all’elicottero impiegato per le ricerche, dopo poche ore l’auto della donna è stata trovata non lontana da borgo Treviso. Era stata abbandonata con le porte aperte, altro segnale apparentemente inequivocabile. Di certo, in caso fosse confermato il sequestro, è facile intuire che i rapitori avessero una dannata fretta di caricare l’ostaggio in un altro mezzo e ripartire di corsa verso il luogo scelto per la prigionia.

Solo ipotesi, ovviamente. Considerate le tracce e studiato lo scenario, sembra da escludere però che la donna abbia deciso di andarsene di sua spontanea volontà. I carabinieri hanno messo sotto sequestro l’auto e l’abitazione per cercare altre indicazioni utili. Come detto, gli inquirenti sono abbottonatissimi. E così anche la famiglia, che non avrebbe ricevuto richieste di riscatto. Ma sarebbe imminente il blocco dei beni voluto dalla normativa anti sequestri.
Tuttavia le testimonianze dei vicini di casa non lasciano intravedere alcuna ipotesi alternativa. La donna vive in quella palazzina da otto anni, sola con due gatti, e tutti la descrivono come una persona irreprensibile. Ieri sera la colf è entrata in casa a dare da mangiare ai due animali, considerata l’imprevista assenza della padrona.

«È una persona abitudinaria - rivelano i vicini - con un ritmo di vita cadenzato, legato al lavoro e ai suoi amori di gatti». Gli inquirenti tengono conto del resto, anche della circostanza che negli ultimi 9 mesi questo sarebbe il terzo rapimento nel Trevigiano, anche se i due precedenti hanno caratteristiche del tutto particolari.

L’ultimo, poche settimane fa, ha avuto come vittima una quattordicenne cinese, liberata dopo dieci giorni a Milano; nove mesi fa, invece, una ventiquattrenne di Onè di Fonte venne tenuta prigioniera per 24 ore e anche lei poi liberata. Tutta Castelfranco Veneto si augura che anche Iole Tassitani ritorni a casa tra poche ore.

di Marino Smiderle - venerdì 14 dicembre 2007, 09:09



http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/attesa-famiglia/attesa-famiglia.html
Gli inquirenti non escludono il sequestro, ma al momento non ci sono certezze
Attentamente esaminata l'auto di Iole Tassitani, parcheggiata vicino all'abitazione
Donna scomparsa a Castelfranco Veneto
Ore di attesa per la famiglia
Ultimo contatto, un sms inviato ad un'amica, dal contenuto poco chiaro

TREVISO - Iole Tassitani, la donna di Castelfranco Veneto scomparsa da mercoledì sera, potrebbe essere stata sequestrata. Ma non ci sono certezze e per la famiglia queste sono ore di attesa. Sulla vicenda sono in corso indagini da parte dei carabinieri.

L'attenzione degli investigatori è concentrata sull'auto della donna scomparsa, una Ford Fiesta di colore grigio, che è stata trovata parcheggiata ad un centinaio di metri di distanza dall'abitazione, e su di un paio di occhiali, che Iole Tassitani usa per guidare, rinvenuti vicino alla palazzina.

La vettura è stata attentamente esaminata dagli esperti per cercare di trovare qualsiasi traccia utile alle indagini, mentre si stanno ricostruendo le ultime ore prima della scomparsa della donna. Iole Tassitani ha visto la madre e poi ha avuto un contatto con un'amica.

L'ultimo contatto è stato proprio un messaggino inviato con il cellulare all'amica, dopo che aveva lasciato la casa dei genitori, il cui testo però, rileva oggi il magistrato, "non è chiaro". La donna è già stata sentita dai carabinieri ma non sarebbero emersi particolari utili a capire il senso del messaggio.

"Ci vuole estrema cautela" ribadisce il procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli , indicando che si sta facendo di tutto sul piano tecnologico per cercare di stabilire la zona da dove è stato inviato o se contiene possibili messaggi in codice. Il telefonino di Iole Tassitani da mercoledì sera risulta spento.

(14 dicembre 2007)

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200712articoli/28456girata.asp
14/12/2007 (7:50)
Sequestro o fuga.
Il giallo della figlia del notaio
Allarme a Treviso, scomparsa una donna
di ANNA SANDRI

TREVISO - E’ giallo, nel Trevigiano, per la scomparsa di una donna di 42 anni: di Iole Tassitani non si hanno più notizie dalla sera di mercoledì e per gli inquirenti ogni possibile pista è aperta, compresa quella del sequestro di persona. La donna vive sola in un appartamento appena fuori Castelfranco Veneto; l'unica compagnia sono i due gatti, ai quali è molto affezionata. Lavora come impiegata nello studio del padre Luigi, un notaio molto noto nella cittadina. Iole Tassitani è stata vista per l'ultima volta dalla madre, intorno alle 20 di mercoledì; dopo aver salutato l'anziana, è salita sulla sua Ford Fiesta e si è diretta verso casa. Non ci è mai arrivata: sembra abbia parlato dal cellulare con un'amica, poi di lei si sono perse le tracce. L'allarme è scattato ieri mattina, quando non si è presentata in ufficio: il telefono di casa squillava a vuoto, il cellulare era staccato. Non era da lei, donna metodica e irreprensibile.

Una delle sorelle è andata a casa sua, ma l'auto di Iole non era parcheggiata al solito posto; per terra, vicino al punto in cui era solita lasciarla, c'erano i suoi occhiali da vista, senza i quali non è assolutamente in grado di guidare. È stato questo elemento a far scattare un'indagine che non esclude il sequestro: si pensa che, aggredita sotto casa da chi l'aveva seguita e che aveva imparato a conosceva i ritmi della sua vita sempre uguale, potrebbe averli fatti cadere proprio per lasciare un indizio. In casa, era evidente che non era rientrata; le lettiere dei gatti non erano state pulite, non avevano nulla da mangiare. Nel pomeriggio, la Fiesta è stata trovata poco lontano dall'abitazione: un altro elemento che aggiunge credito all'ipotesi del sequestro, perché lì, lontano da sguardi indiscreti, potrebbe essere avvenuto il passaggio su un'altra vettura.

Indagano i carabinieri, e al lavoro c'è anche il Ros Reparto operativo speciale, a dimostrazione del fatto che gli inquirenti non sottovalutano il fatto; il procuratore capo di Treviso Antonio Fojadelli parla di «accertamenti in tutte le direzioni», la Direzione distrettuale antimafia è costantemente informata. Treviso segue la vicenda con il fiato sospeso: troppe sono le similitudini con un fatto accaduto, nella stessa zona, lo scorso 15 marzo quando una ragazza di 24 anni era stata sequestrata all'uscita della palestra. Per lei era stato chiesto un riscatto di 50 mila euro, ma i carabinieri erano riusciti a risolvere il caso in tempo record. Nell'arco di 24 ore i rapitori, due giovani rumeni, erano stati individuati nel casolare dove tenevano segregata la ragazza: con un blitz lei era stata liberata, loro arrestati.

Un lieto fine che si è ripetuto due settimane fa, quando a essere sequestrata nella Castellana è stata una ragazzina cinese di quattordici anni: 500 mila euro la richiesta di riscatto, e ancora i carabinieri del colonnello Nardone in azione, con un'indagine lampo che aveva portato alla liberazione della ragazzina a Milano e all'arresto dei rapitori, cinesi come lei. C'è un rapimento anche dietro la scomparsa di Iole Tassitani? Richieste di riscatto per ora non ne sono state avanzate, ma gli inquirenti temono il sequestro anomalo: nessun contatto con la mala locale, nessun filone di indagine da seguire e per il sequestrato, nelle mani di disperati pronti a tutto, un pericolo esponenziale. È il nuovo fantasma che si agita nelle paure del ricco Nordest.


http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/attesa-famiglia/attesa-famiglia.html
A due giorni dalla scomparsa della figlia di un notaio si fa strada l'ipotesi del sequestro
Gli inquirenti indagano su una persona conosciuta via chat.
Sequestrato il pc
Donna scomparsa a Castelfranco Veneto
Il pm "Aspettiamo la richiesta di riscatto"
L'ultimo sms ad un'amica: "Sono stata parita". Forse voleva scrivere "rapita"
I famigliari lanciano un disperato appello: "Chiunque sa, parli. Temiamo per la sua vita"

TREVISO - Dietro la scomparsa di Iole Tassitani, la figlia quarantaduenne di un notaio di Castelfranco Veneto scomparsa mercoledì sera, potrebbe esserci un sequestro di persona. Il pm di Treviso Barbara Sabattini è stata chiara: "Una pista ce l'abbiamo; ci aspettiamo una richiesta di riscatto". L'attenzione degli investigatori è concentrata sull'auto della donna scomparsa, una Ford Fiesta di colore grigio, che è stata trovata parcheggiata ad un centinaio di metri di distanza dall'abitazione, e su di un paio di occhiali, che Iole Tassitani usa per guidare, rinvenuti vicino alla palazzina.

La vettura è stata attentamente esaminata dagli esperti per cercare di trovare qualsiasi traccia utile alle indagini, mentre si stanno ricostruendo le ultime ore prima della scomparsa della donna. Iole Tassitani ha visto la madre e poi ha avuto un contatto con un'amica.

L'ultimo contatto è stato proprio un messaggino inviato con il cellulare all'amica, dopo che aveva lasciato la casa dei genitori. "Sono stata parita" è scritto. La parola "parita", secondo un'ipotesi, potrebbe essere dovuta ad un errore e significare "rapita". La pista seguita dagli investigatori porterebbe ad unapersona,, al momento sconosciuta, che la figlia del notaio potrebbe aver conosciuto su internet. Per tentare di dare un nome al rapitore, è stato sequestrato il pc nell'abitazione della donna.

"Ci vuole estrema cautela" ribadisce il procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli , indicando che si sta facendo di tutto sul piano tecnologico per cercare di stabilire la zona da dove è stato inviato l'sms.

Per ora i beni della famiglia non sono stati bloccati. "I famigliari temono per la vita di Iole", dice il legale del notaio. E lancia un appello: "Chiunque sa qualcosa ci contatti". La donna scomparsa è descritta come "una giovane professionista con una vita solare dedita al lavoro e alla famiglia". Secondo il legale, le indagini sono indirizzate verso i contatti che la donna potrebbe aver avuto via internet, con le chat e la posta elettronica, mentre un altro filone investigativo riguarda i contatti telefonici che la Tassitani potrebbe aver avuto con il proprio cellulare.

(14 dicembre 2007)


http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_14/donna_scomparsa_treviso_7fe9a806-aa91-11dc-abc2-0003ba99c53b.shtml
A CASTELFRANCO VENETO
Treviso: scomparsa figlia di un notaio
Iole Tassitani, 42 anni, è sparita da due giorni. Ipotesi di sequesto.
Si segue la pista di una «chat»

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - La procura di Treviso ha aperto un fascicolo sulla scomparsa di una donna, avvenuta a Castelfranco Veneto (Treviso) nei giorni scorsi, anche se gli inquirenti sottolineano che non è ancora possibile parlare con certezza di rapimento. «Siamo in presenza dell'assenza, della sparizione di una persona e stiamo cercando di capire a cosa sia dovuta», ha detto a Reuters il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti. La donna scomparsa, Iole Tassitani di 42 anni, è figlia di un notaio della città. La sua auto è stata ritrovata a pochi chilometri dalla sua abitazione. La procura trevigiana, al momento, nel fascicolo ha iscritto il reato di sequestro non a scopo di estorsione.I legali della famiglia hanno sottolineato che i Tassitani non dispongono di un reddito tale da poter interessare professionisti dei sequestri.
A essere seguita, per adesso, sarebbe soprattutto una pista «informatica» legata ai contatti fra la donna scomparsa e a persone attraverso sarebbe venuta in contatto tramite internet. Gli inquirenti stanno anche procedendo in base a un messaggio sms allarmato che la Iole ha inviato a un'amica prima di sparire, in cui forse tenta di accennare, in modo concitato, proprio a un rapimento. Uno dei legali della famiglia avrebbe anche ricevuto una telefonata ritenuta interessante ai fini delle indagini ma su cui non sono stati fatti trapelare particolari. Per il momento non è stato disposto il blocco dei beni della famiglia

14 dicembre 2007


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200712articoli/28484girata.asp
14/12/2007 (15:56)
Donna scomparsa a Treviso, è giallo
Il pm: "Aspettiamo richiesta riscatto"
Nessuna notizia di Iole Tassitani: si fa strada l'ipotesi del sequestro

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - È stato aperto un fascicolo d’inchiesta per sequestro di persona per la scomparsa di Iole Tassitani, la figlia di un notaio di Castelfranco Veneto scomparsa mercoledì scorso. La conferma arriva dal procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli: «Una pista ce l’abbiamo; ci aspettiamo una richiesta di riscatto».

Niente blocco dei beni
Intanto Procura di Treviso non ha disposto al momento il blocco dei beni della famiglia di Iole Sassitani. Lo ha reso noto Roberto Quintavalle, avvocato di fiducia della quarantaduenne di Castelfranco Veneto. Il legale, che ha incontrato gli investigatori, ha anche aggiunto che gli occhiali della donna sono stati trovati accanto all’auto della stessa, rinvenuta a qualche centinaio di metri dall’abitazione dI Iole Tassitani, lontano dal posto dove era solito lasciarla.

Si scava nella vita privata di Iole
La scomparsa della irreprensibile figlia di Luigi Tassitani, 73 anni, uno dei professionisti più in vista di Castelfranco, resta per ora un mistero. Uniche tracce da cui partire per tentare di ricostruire la vicenda sono l’auto della donna, ritrovata nella serata di ieri poco lontano dall’abitazione della scomparsa che vive sola, e gli occhiali da vista, recuperati a terra nel parcheggio della palazzina dove abita la Tassitani. E ora spunta anche un messaggio sms.

L'ultimo sms
L'ultimo contatto è stato proprio un messaggino inviato con il cellulare all'amica, dopo che aveva lasciato la casa dei genitori. «Sono stata parita» è scritto. La parola «parita», secondo un'ipotesi, potrebbe essere dovuta ad un errore e significare «rapita». La pista seguita dagli investigatori porterebbe ad unapersona, al momento sconosciuta, che la figlia del notaio potrebbe aver conosciuto su internet. Per tentare di dare un nome al rapitore, è stato sequestrato il pc nell'abitazione della donna.

Il ritrovamento dell'auto
Si indaga quindi sul passato recente della donna, signora irreprensibile, senza grilli per la testa,impiegata nello studio del padre, impegnata nel lavoro e nelle sue sedute di yoga. Una donna carina,intelligente, attaccata alla famiglia, che non mancava mai di segnalare i suoi spostamenti con una telefonata a mamma e papà. Mercoledì sera Iole tassitani ha chiuso lo studio notarile del padre, poi èandata a cena dai suoi. Dopo le 20 ha preso l’auto per tornare a casa sua e da lì si perdono le tracce. L’auto, una Ford, è stata ritrovata a 1 km dall’abitazione della donna, questo fa pensare agli inquirenti che Iole Tassitani non sia tornata a casa sua, ma sia stata fermata da qualcosa altro. Giovedì mattina la donna non va al lavoro, non si riesce a contattarla in alcun modo, i familiari danno l’allarme. Si parla di sequestro anomalo, si ipotizza una fuga: unico problema nella sua vita, la volontà (forse) di non continuare l’attività del padre che sta andando in pensione. Iole Tassitani frequentava dei corsi alla Mediolanum, ma in questo non sembra esserci nulla di sospetto.


http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=227614&PRINT=S
Rapita a Treviso, caccia all’amico della chat
Treviso, mistero sulla sorte della figlia del notaio.
La famiglia non ha ricevuto richieste di riscatto.
Ultima traccia un sms ricevuto da un’amica.
Si cerca una persona che la donna aveva conosciuto su Internet.
"Rapitori non professionisti"
nostro inviato a Castelfranco Veneto (Treviso)

Rapita, sì, ma non per soldi. Gli inquirenti sono convinti che chi mercoledì sera ha preso Iole Tassitani, figlia quarantaduenne del notaio di Castelfranco Veneto, non voglia un riscatto. E cosa, allora? «Magari ricevessimo una richiesta di soldi», dice Roberto Quintavalle, il legale della famiglia. Una frase che spiega tutto il tormento: meglio in mano a una banda di criminali, piuttosto che di balordi imprevedibili o di qualche Mister X conosciuto sulle chat di internet. Pista, questa, che sembra privilegiata dagli inquirenti.
Che sia un rapimento ormai è chiaro, il fascicolo sul tavolo del pm Barbara Sabattini ipotizza il reato di sequestro. Lo scopo estorsivo è escluso perché non sono arrivate richieste. Banditi in cerca di soldi avrebbero l'imbarazzo della scelta in una zona come questa: «Questi non sono professionisti», è convinto l'avvocato Quintavalle. Remota appare l'ipotesi di un avvertimento trasversale diretto al padre, di origini calabresi. I beni di famiglia non sono stati sequestrati.
Gli inquirenti scavano dunque nella vita privata della donna, amicizie, telefonate, mail, soprattutto tra le sue conoscenze virtuali. A 42 anni, Iole Tassitani era ancora legatissima alla famiglia: era andata a vivere da sola soltanto otto anni fa, quasi ogni sera cenava con i genitori, lavorava come impiegata nello studio notarile del padre Luigi. La sera rincasava nell'appartamento di 110 metri quadrati alla periferia di Castelfranco, e si metteva a chattare: il computer ora è sotto la lente degli specialisti informatici dei carabinieri. Iole avrebbe legato con una persona in particolare. Gli inquirenti la stanno cercando. Ma non si sa se questo soggetto irreperibile abbia già nome, indirizzo, telefono, o sia uno pseudonimo internettiano. Cosa sa Mister X? Aveva un appuntamento mercoledì? «Ma gli appuntamenti non durano due giorni», osserva il legale di famiglia.
Gli elementi in mano agli investigatori non sono molti. Gli occhiali (Iole è molto miope), trovati accanto all'auto, e altri effetti personali. C'è poi un sms, determinante per l'ipotesi del rapimento, che Iole ha mandato al cellulare dell'amica Angela Battaglia, che abita sullo stesso pianerottolo. Un messaggino spedito attorno alle 21 di mercoledì, un'ora dopo aver lasciato la casa della mamma finito il lavoro. Tre parole: «Sono stata parità». Nessun senso, e infatti l'amica ha pensato a un errore. Ma se sul telefonino si digita la parola «rapita» con la scrittura veloce (il cosiddetto T9), apparirà «parità». Dunque Iole voleva dire «Sono stata rapita». Se era già prigioniera, avrà scritto l'sms di nascosto senza rileggerlo. Qualche ora dopo, il telefonino della donna non ha dato più segnali. Scarico? Abbandonato? Distrutto?
C'è poi la strana mancanza di una bottiglia d'acqua da un cartone da sei in garage. Ieri mattina i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo con i cani che hanno fiutato tracce della presenza di Iole che si fermavano lì, proprio accanto ai recipienti avvolti nel cellophane. Segno che la donna prima di sparire era scesa in garage, ma anziché prendere la confezione da sei aveva estratto solo la bottiglia centrale. Forse chi l’ha portata via la aspettav là sotto. Di certo Iole mercoledì sera non è salita a casa: i suoi due gatti sono rimasti senza cibo.
L'auto è stata trovata in una zona periferica, isolata, a oltre un chilometro da via Forche; in un piccolo posteggio privo di illuminazione e circondato da cassonetti dei rifiuti. Un posto, dicono in città, dove vanno le coppiette. La Fiesta grigia era parcheggiata con cura, chiusa.
L'avvocato Quintavalle ha rivolto un appello «a chiunque abbia notizie o possa essere implicato»: dopo poche ore ha ricevuto una chiamata con informazioni - sembra non decisive - subito girate ai carabinieri. «Non esistono né una seconda vita di Iole né frequentazioni strane - dice -. Non vorrei che si volesse scoprire quello che non c'è. Iole è una persona solare e irreprensibile».
I genitori sono prostrati. Ma anche ieri lo studio del notaio Tassitani ha lavorato come sempre.

articolo di Stefano Filippi - sabato 15 dicembre 2007, 07:00



http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=15152&sez=HOME_INITALIA
Figlia del notaio scomparsa nel Trevigiano:
aperto un fascicolo per sequestro di persona

TREVISO (14 dicembre) - «Non sappiamo ancora cosa sia successo. Restano aperte tutte le ipotesi di cui il sequestro è solo una di queste». Il procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli, sintetizza così stamane il quadro dell'attività in corso per fare luce sulla scomparsa di Iole Tassitani, la figlia di un noto notaio di Castelfranco Veneto (Treviso) di cui non si hanno più notizie da mercoledì sera.
Al momento non è arrivata alcuna telefonata alla famiglia che possa dare credito in qualche modo all'ipotesi del rapimento. L'ultimo contatto è stato un messaggino inviato con il cellulare ad una amica, dopo che aveva lasciato la casa dei genitori, il cui testo però, rileva oggi il magistrato, «non è chiaro».

La donna è già stata sentita dai carabinieri ma non sarebbero emersi particolari utili a capire il senso del messaggio. «Ci vuole estrema cautela» ribadisce il procuratore, indicando che si sta facendo di tutto sul piano tecnologico per cercare di stabilire la zona da dove è stato inviato o se contiene possibili messaggi in codice. Il telefonino di Iole Tassitani da mercoledì sera risulta spento. Oltre al contatto con l'amica, gli investigatori continuano a concentrare l'attenzione sull'auto della scomparsa, ma non sarebbero state trovate tracce che possano far pensare a gesti di violenza.

Il pm di Treviso Barbara Sabbatini, tiotolare dell'indagine, avrebbe aperto un fascicolo per sequestro di persona. Il fascicolo non prevede l'aggravante dello scopo di estorsione che porterebbe alla trasmissione degli atti dalla Procura trevigiana alla
Dda di Venezia competente per i reati più gravi, si indagherebbe infatti anche su un eventuale contatto via chat della donna con un uomo.


http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/amico-rintracciato/amico-rintracciato.html
La figlia del notaio Tassitani è scomparsa da Castelfranco Veneto mercoledì sera
L'uomo conosciuto sul web è stato interrogato: "Non c'entro nel sequestro"
Donna rapita, rintracciato l'amico
"Iole scomparsa? Non so dove sia"

TREVISO - E' stato rintracciato dai carabinieri l'uomo che Iole Tassitani aveva conosciuto in chat line. Fino a ieri sembrava essere lui la persona che aveva sequestrato la figlia del notaio di Castelfranco Veneto. Il fatto che fosse irreperibile suonava come una ammissione di colpevolezza. Invece il trentenne del trevigiano ha giurato di non sapere nulla del sequestro. Ha pure fornito indicazioni sui suoi spostamenti da mercoledì scorso ad oggi e fin d'ora sembra che nella scomparsa della 42enne, proprio non c'entri. Se non è stato rintracciato subito è perché il numero di telefono in possesso alla polizia non erano esatto.

Forse un indizio in più potrebbe venire dagli occhiali da miope della donna sequestrata, abbandonati a terra nel garage di casa. Sarebbero il segno che qualcuno ha aggredito Iole Tassitani mercoledì sera, il giorno del sequestro. Gli occhiali, come un guanto ritrovato accanto, sarebbero caduti durante la colluttazione. "Senza quelli - dicono i famigliari - Iole non poteva nemmeno guidare".

Prima di sparire, Iole ha spedito al cellulare di un'amica un sms: "Sono stata parità", ha scritto. Se ha usato la scrittura veloce, "parità" potrebbe essere un errore. Forse voleva scrivere "rapita", anche se è molto strano che un sequestratore lasci alla sua vittima la possibilità di inviare una richiesta d'aiuto. Forse chi l'ha presa in ostaggio è un non professionista del crimine. Secondo alcuni investigatori, quell'sms è partito da un autogrill della A27 ma l'identificazione del luogo di spedizione del messaggino non è semplice.

Figlia del notaio di Castelfranco, impiegata nello studio dove lavora insieme alle due sorelle, Iole Tassitani, bruna, nubile, è descritta da molti come "una donna solare". Gli inquirenti scavano nella sua vita privata e per decifrase le abitudini e le compagnie, hanno sequestrato anche il suo computer. Cercano la sua "second life" in internet: la sua seconda vita single e segreta, condotta via computer, notte dopo notte, nelle chat, e proseguita anche nella vita reale. L'uomo che è stato rintracciato dai carabinieri è proprio uno di quei misteriosi compagni che, tempo fa, Iole aveva cominciato a frequentare con assiduità sul web.

"Sinora non abbiamo alcuna richiesta di riscatto e non ci sono telefonate alla famiglia, perciò procediamo noi e poi, se le cose cambiano, se ne occuperà la distrettuale antimafia di Venezia", spiega il pm Barbara Sabattini. Non è stato disposto alcun blocco dei beni. Il padre di Iole è ricco, come molti notai, ma non al punto di essere un obiettivo per una gang dell'Anonima.

Dopo le dichiarazioni dell'amico che ha giurato di non sapere nulla del sequestro, le preoccupazioni della famiglia aumentano. L'avvocato Roberto Quintavalle, portavoce della famiglia, ribadisce l'appello lanciato subito dopo la scomparsa di Iole: "Chiedo a chi sappia qualcosa di chiamare me, di cercarmi anche non usando il telefono".

La Ford Fiesta grigia della donna è stata trovata in sosta nel parcheggio a circa 500 metri dalla casa di Iole: vicino ci sono macchie di sangue. Nel garage interno dell'abitazione ci sono gli occhiali da vista della donna e un guanto. Iole però non ha mai aperto la porta di casa. Dovrebbe essere sparita intorno alle 20.30; alle 21 è partito il suo messaggino. Da allora zero.

(15 dicembre 2007)

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2007/12/15/55078-stessa_notte_sparito_anche_uomo.shtml

SCOMPARSA FIGLIA DI UN NOTAIO
La stessa notte sparito anche un uomo
Forse è l'amico conosciuto in chat?
Si scava nella vita di Iole Tassitani, 42 anni.
Sarebbe stato aperto un fascicolo per sequestro.
Sms all'amica: "Sono stata parita" e la parola "parita" potrebbe essere dovuta ad un errore e significare rapita.
Sequestrato il pc.
Il legale: "Ho ricevuto una telefonata utile"

Treviso, 14 dicembre 2007 - Si scava nella vita privata di Iole Tassitani, 42 anni, figlia di un notaio di Castelfranco Veneto (Treviso) e sparita da mercoledì sera. L'ipotesi di un rapimento resta possibile anche se i carabinieri che conducono le indagini non confermano nulla. La scomparsa della irreprensibile figlia di Luigi Tassitani, 73 anni, uno dei professionisti più in vista di Castelfranco, resta per ora un mistero.

'Sono stata parita'': questo il testo del messaggino inviato da Iole ad una amica, Angela, attorno alle 21 di mercoledi', la sera della sua scomparsa. L'invio di un sms all'amica e' stato confermato anche dalla Pm di Treviso Barbara Sabattini. La parola 'parita', secondo una ipotesi, potrebbe essere dovuta ad un errore e significare rapita.

Per tentare di ricostruire la vicenda le indagini si sono concentrate anche sull'auto della donna, ritrovata nella serata di ieri poco lontano dall'abitazione della scomparsa che vive sola, e sugli occhiali da vista, recuperati a terra nel parcheggio della palazzina dove abita la Tassitani.

Si indaga quindi sul passato recente della donna, signora irreprensibile, senza grilli per la testa,impiegata nello studio del padre, impegnata nel lavoro e nelle sue sedute di yoga. Una donna carina,intelligente, attaccata alla famiglia, che non mancava mai di segnalare i suoi spostamenti con una telefonata a mamma e papà.

Mercoledì sera Iole tassitani ha chiuso lo studio notarile del padre, poi è andata a cena dai suoi. Dopo le 20 ha preso l'auto per tornare a casa sua e da lì si perdono le tracce. L'auto, una Ford, è stata ritrovata a 1 km dall'abitazione della donna, questo fa pensare agli inquirenti che Iole Tassitani non sia tornata a casa sua, ma sia stata fermata da qualcosa altro.

Giovedì mattina la donna non va al lavoro, non si riesce a contattarla in alcun modo, i familiari danno l'allarme. Si parla di sequestro anomalo, si ipotizza una fuga: unico problema nella sua vita, la volontà (forse) di non continuare l'attività del padre che sta andando in pensione. Iole Tassitani frequentava dei corsi alla Mediolanum, ma in questo non sembra esserci nulla di sospetto.

LE INDAGINI

Il pm di Treviso Barbara Sabbatini, tiotolare dell'indagine, avrebbe aperto un fascicolo per sequestro di persona. Il fascicolo non prevede l'aggravante dello 'scopo di estorsione' che porterebbe alla trasmissione degli atti dalla Procura trevigiana alla Dda di Venezia competente per i reati più gravi, si indagherebbe infatti anche su un eventuale contatto via chat della donna con un uomo.

UN UOMO?

La scomparsa da casa di Iole Tassitani potrebbe essere legata alla sparizione di un uomo avvenuta nella stessa giornata. Iole Tassitani potrebbe avere conosciuto qualcuno su Internet visto che ultimamente la donna, che viveva da sola, aveva iniziato a chattare con qualcuno trascorrendo le sue serata dialogano sul web. Per questa ragione il pc è stato sequestrato dagli inquirenti che stanno esaminando i contatti avuti in rete.

LA TELEFONATA

''Ho ricevuto una telefonata da una persona che ha riferito elementi che potrebbero essere utili alle indagini''. Lo ha detto Roberto Quintavalle, legale di fiducia del notaio Tassitani. Questa sera una persona lo ha contattato nel suo studio per riferire degli elementi, subito girati alle forze dell'ordine, che potrebbero aiutare le indagini.

''I professionisti del sequestro di persona non vanno dalla famiglia Tassitani, che e' abbiente ma non cosi' ricca da poter essere vittima di un tale reato'', ha aggiunto. Il legale ha aggiunto che e' da escludere anche l'ipotesi di una rapina finita male, in quanto la donna non girava con somme ingenti di denaro e tantomeno lo trasferiva dall'ufficio del padre dove lavora ad altra sede.


http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/indagine-internet/indagine-internet.html
L'avvocato della famiglia della quarantenne scomparsa da 4 giorni ritiene che la donna possa aver detto qualcosa di sé sul web
Treviso, pronto un appello alle chat per trovare una traccia di Iole Tassitani
Probabile che chieda l'autorizzazione a svelare il suo "nickname"
dal nostro inviato PIERO COLAPRICO

TREVISO - Si sposta anche su Internet l'indagine sulla scomparsa di Iole Tassitani, la figlia quarantenne del notaio di Castelfranco Veneto scomparsa mercoledì scorso. E' l'avvocato Roberto Quintavalle a ipotizzarlo: "Chiederò il permesso ai magistrati di lanciare un appello alle chat e anche il permesso di rivelare il suo nickname", e cioè lo pseudonimo usato spesso da chi "chatta" nella rete. La speranza è che, protetta dall'anonimato, Iole possa aver raccontato qualcosa di sé utile alle indagini.

Molte domande non trovano risposta al quarto giorno dell'assenza di Iole dai suoi mondi. Quello virtuale, molto animato, e quello reale, in apparenza ordinato, quasi monotono.

Al momento, la procura di Treviso e i carabinieri hanno due ipotesi di lavoro. Una riguarda la possibilità di un rapimento da parte dell'Anonima, basata sulla presenza di estranei nel grande parcheggio dov'è stata trovata la Ford Fiesta della donna e sul fatto (molto preoccupante) che nel garage della sua casa sono stati trovati un guanto e gli occhiali di Iole Tassitani. Come se qualcuno, insomma, si fosse introdotto nel garage e fosse riuscito a prelevarla.

La seconda, che si basa solo sulle abitudini private della figlia del notaio, punta su qualcuna delle persone conosciute in Internet. L'unico tra quelli già noti che non era stato ancora rintracciato, s'è fatto vivo per dire: "La conosco, ma non c'entro e non so dove sia".

Virtuale anche l'ultima traccia di Iole. Quel messaggino, partito dal suo telefono alle 21 di mercoledì, da una zona di Treviso: "Sono stata parità", e cioè (se fosse stato messo il correttore automatico) "Sono stata rapita". Da chi e perché, nessuno oggi può dirlo.

(15 dicembre 2007)

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_38443511.html
2007-12-16 13:44
DONNA SCOMPARSA, APPELLO SU WEB E IN TV

VENEZIA - E' ancora silenzio sulla scomparsa di Iole Tassitani, 42 anni, figlia di un notaio di Castelfranco Veneto, di cui non si sa più nulla da mercoledì scorso. Al quinto giorno senza notizie, il legale della famiglia, l'avvocato Roberto Quintavalle, sta cercando in tutti i modi di convincere i genitori e la sorella di Iole Tassitani a lanciare un appello in Tv. "Andrò - spiega l'avvocato Quintavalle al telefono - a casa del notaio Tassitani fra poco. Finora la famiglia si è rifiutata di fare un appello in tv, spero di convincerli oggi".

Visto lo stato di prostrazione della famiglia di Iole Tassitani e la difficoltà ad apparire in televisione, l'avvocato Quintavalle aveva pensato anche all'ipotesi di lanciare un appello su Internet "ma preferirei farlo - spiega il legale - in tv. Non ho ancora parlato ai Tassitani della possibilità di ricorrere a Internet perché vorrei convincerli a parlare in tv".

Le indagini restano intanto sempre orientate sulla pista del sequestro non a scopo di estorsione, ma la famiglia è ancora in attesa di una telefonata, di un contatto: "Nessuna novità, purtroppo, ed è un silenzio che fa aumentare l'ansia", spiega preoccupato il procuratore di Treviso Antonio Fojadelli. Gli inquirenti stanno facendo tutti i controlli sulle persone che Iole Tassitani può aver conosciuto in chat, ma finora senza risultati rilevanti. Resta anche da capire perché la donna, se davvero si tratta di un rapimento, avesse ancora con sé il suo telefonino e abbia potuto digitare verso le 22 di mercoledì un sms con la scritta "sono stata parità" (che con il sistema di scrittura veloce si può leggere anche come 'rapita') inviato ad una amica.

Prima di lanciare l'appello in Internet o in tv, l'avv. Quintavalle deve però interpellare le forze di polizia per sapere se questo sia possibile e, se sì, se sia possibile anche diffondere il 'nickname' di Iole Tassitani, cioé lo pseudonimo usato dalla donna nelle sue conversazioni sul web. Al quinto giorno di silenzio, la famiglia di Iole Tassitani è ridotta in un tale stato di prostrazione che né i genitori, né la sorella se la sono sentita di comparire in Tv per lanciare un disperato appello a chi ha in mano Iole, così come aveva consigliato il loro avvocato.

Di fronte al loro rifiuto, il legale non ha escluso quindi altre iniziative attraverso i media - Internet in testa - "per stimolare un contatto con i sequestratori o comunque con chi possa fornire notizie interessanti". Intanto i carabinieri hanno rintracciato l'uomo che Iole Tassitani potrebbe aver conosciuto in chat line e che in un primo momento si pensava fosse irreperibile (in realtà è stato rintracciato solo adesso a causa, sembra, di un numero di telefono sbagliato sul quale veniva cercato).

Si tratta di un trentenne del trevigiano che ha detto di essere estraneo alla scomparsa dell'amica: ai carabinieri che l'hanno sentito, l'uomo non avrebbe saputo dare alcuna informazione utile sul sequestro della figlia del notaio Luigi Tassitani. Il testimone ha fornito indicazioni sui suoi spostamenti da mercoledì scorso ad oggi, elementi che ora sono al vaglio degli investigatori. Non si sa comunque se fosse solo un conoscente virtuale di Iole Tassitani, frequentato cioé dalla donna esclusivamente in chat, o se invece i due si frequentavano abitualmente nella vita privata. I carabinieri nel frattempo, secondo quanto si è appreso, starebbero ancora cercando di individuare due delle quattro auto che un testimone ha detto di aver notato la sera della scomparsa di Iole Tassitani nel piazzale in cui è stata trovata la Ford Fiesta della donna sparita nel nulla.

gigio2005
16-12-2007, 14:30
:eekk:

hai mancato secolo XIX, resto del carlino e il tempo

GUSTAV]<
16-12-2007, 16:13
:eekk:

hai mancato secolo XIX, resto del carlino e il tempo
:rotfl:

SquallSed
16-12-2007, 17:15
non capisco il senso...

ania
16-12-2007, 17:26
non capisco il senso...Noi che frequentiamo questo forum, abbiamo una vita virtuale oltre che una vita reale, il senso del postare gli articoli è che :
se qualcuno -in qualche modo- è venuto a contatto ed intratteneva un dialogo on line con una persona che al momento risulta scomparsa, e magari, non aveva letto finora alcuna notizia in merito, può venire a conoscenza dell'accaduto anche leggendo un thread su di un forum.


Ania

SquallSed
16-12-2007, 17:35
Noi che frequentiamo questo forum, abbiamo una vita virtuale oltre che una vita reale, il senso del postare gli articoli è che :
se qualcuno -in qualche modo- è venuto a contatto ed intratteneva un dialogo on line con una persona che al momento risulta scomparsa, e magari, non aveva letto finora alcuna notizia in merito, può venire a conoscenza dell'accaduto anche leggendo un thread su di un forum.


Ania

si, grazie per la spiegazione, ma non intendevo questo.

Intendevo perchè citare tutte ste testate?

SuperMario=ITA=
16-12-2007, 17:41
Noi che frequentiamo questo forum, abbiamo una vita virtuale oltre che una vita reale, il senso del postare gli articoli è che :
se qualcuno -in qualche modo- è venuto a contatto ed intratteneva un dialogo on line con una persona che al momento risulta scomparsa, e magari, non aveva letto finora alcuna notizia in merito, può venire a conoscenza dell'accaduto anche leggendo un thread su di un forum.


Ania


vita virtuale....:eek:

moriremo tutti....

ma fare un po' di cut qua e là?

Fil9998
16-12-2007, 17:52
mhà ... provate a spiegare ai vostri genitori cosa vuol dire essere "bannati" ...

poi capirete quanto lontani stiamo andando ...







io da castelfranco sto a min di auto ... posso solo dire che imho o è rapimento a scopo estorsione da bande slave (strano MOLTO STRANO) o è finita in giri strani (che poi tanto strani non sono) e qui internet ci sta a fagiolo ...


che dire???


vita virtuale e incul:ciapet: reali!


chi se la cava col "gioco" del battere tasti sulla tastiera spesso perde il senso della prudenza e delle misure nel mondo reale.

okkio che QUESTO è solo un gioco, un timido riflesso della vita vissuta, e pure quella è un timido riflesso della reale vita reale....

un po' una matrioska di vaie matrix secondo me ....

ma ....




enjoy!

reptile9985
16-12-2007, 18:54
figlia di un notaio di qua, figlia di un notaio di la :rolleyes:

sider
16-12-2007, 19:24
Tutti gli articoli dicono più o meno la stessa cosa.

GUSTAV]<
16-12-2007, 19:39
mhà ... provate a spiegare ai vostri genitori cosa vuol dire essere "bannati" ...


cioè ? :wtf:

ania
22-12-2007, 16:49
http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_22/Donna_sparita_riscatto_chiesto_via_sms_f4828286-b064-11dc-bb54-0003ba99c53b.shtml
Treviso Prende corpo l’ipotesi del rapimento.
L’indagine è passata alla Dda di Venezia
Donna sparita, riscatto chiesto via sms
Messaggino spedito mercoledì notte dal suo cellulare al padre notaio: vogliamo 800 mila euro

MILANO — C’è una domanda di riscatto. Un sms spedito mercoledì notte dallo stesso cellulare di Jole Tassitani al padre notaio, con la richiesta di 800 mila euro. E un sospetto. Che il sequestro della donna sia stato organizzato da una banda di stranieri. Un confidente dei carabinieri avrebbe infatti riferito all’Arma di aver sentito nei giorni scorsi che un gruppo di marocchini voleva organizzare un sequestro di persona.

La scomparsa di Jole Tassitani, sparita da Castelfranco Veneto (Treviso) il 12 dicembre scorso resta per ora ancora avvolta nel mistero. Da qualche giorno indaga la Direzione distrettuale antimafia di Venezia, ma nessuno degli investigatori vuole sbilanciarsi: «Il momento è troppo delicato ». I carabinieri stanno continuando a dare la caccia al covo dei sequestratori. La prigione di Jole si troverebbe nel triangolo tra Vicenza, Padova e Treviso. «Per noi è una criminalità nuova—spiega Antonio Fojadelli, procuratore capo di Treviso— che agisce con un modus operandi diverso da quello dei rapimenti classici».

Forse potrebbe trattarsi di un sequestro lampo organizzato da una banda di balordi. Per ora gli investigatori hanno in mano le parole di un testimone oculare, che avrebbe visto una donna (forse proprio la figlia del notaio) salire spontaneamente su un’auto dal lato passeggero proprio nella piazza di Castelfranco, dove è stata ritrovata l’utilitaria della donna. E un guanto, che era nel garage dove Jole parcheggiava l’auto. Secondo la sorella non appartiene a nessuno della famiglia. Potrebbe quindi averlo perso uno dei sequestratori, magari durante una colluttazione. Jole mercoledì 12, poco dopo le 20, avrebbe lasciato l’ufficio del padre con l’intenzione di rientrare a casa.

Nel garage condominiale però sarebbe stata aggredita e caricata a forza sulla sua auto e poi trasbordata su un’altra, probabilmente nella piazza dove è stata ritrovata la Ford Fiesta della Tassitani e dove il testimone avrebbe visto una donna salire su una macchina. Intorno alle 21 della stessa sera un’amica di Jole ha ricevuto un sms da uno dei tre telefoni in uso alla donna: «Sono stata parita aiuto». Un messaggio scritto probabilmente di nascosto, con il «T9» rapita diventa parita. Inizialmente si indaga anche su una scomparsa volontaria, si interroga anche un amico che la donna frequenta, si cerca il corpo tra le campagne del Veneto.

Poi il 16 dicembre il cellulare di Jole Tassitani si riaccende e arriva una chiamata muta. Il 18 dicembre un’altra chiamata muta diretta al padre Luigi. Fino a mercoledì, quando arriva via sms la richiesta di riscatto: «Vogliamo 800mila euro». E le indagini passano all’Antimafia di Venezia.

Cristina Marrone
22 dicembre 2007

naitsirhC
22-12-2007, 18:00
Fino ad adesso han detto tutto ed il contrario di tutto...

ps: curiosità mia, ma cosa le servivano 3 cellulari con 3 numeri diversi? :wtf:

ania
22-12-2007, 18:09
Fino ad adesso han detto tutto ed il contrario di tutto...

ps: curiosità mia, ma cosa le servivano 3 cellulari con 3 numeri diversi? :wtf:
Ipotesi 1:
- un numero forse lo teneva riservato ai componenti della famiglia, ed agli amici più cari.

- un secondo numero forse lo teneva riservato alle questioni lavorative.

- un terzo numero è "di più", potrebbe essere quello che lasciava a colleghi / conoscenti

Ipotesi 2:
gestori diversi, tariffe diverse (?)


Ania

naitsirhC
22-12-2007, 18:27
Ipotesi 1:
- un numero forse lo teneva riservato ai componenti della famiglia, ed agli amici più cari.

- un secondo numero forse lo teneva riservato alle questioni lavorative.

- un terzo numero è "di più", potrebbe essere quello che lasciava a colleghi / conoscenti

Ipotesi 2:
gestori diversi, tariffe diverse (?)


Ania

Ipotesi tutte e 2 palusibili.

Anche se propendo per la prima visto che una persona che guarda al risparmio sul costo delle telefonate, non sta li a spendere dinderi per acquistare 3 cellulari.

Possono sempre esserci le eccezioni ovviamente.

Swisström
22-12-2007, 19:04
Non ho ben capito di cosa si parla, mi quoteresti un qualche articolo esplicativo?

^TiGeRShArK^
22-12-2007, 19:18
Fino ad adesso han detto tutto ed il contrario di tutto...

ps: curiosità mia, ma cosa le servivano 3 cellulari con 3 numeri diversi? :wtf:
io pure ho 3 cellulari con 3 numeri :fagiano:

Swisström
22-12-2007, 19:48
io pure ho 3 cellulari con 3 numeri :fagiano:

è un chiaro segno che stai per essere rapito :O


e non dire che non ti abbiamo avvertito :nonsifa:

naitsirhC
22-12-2007, 20:00
Non ho ben capito di cosa si parla, mi quoteresti un qualche articolo esplicativo?

Non ti facevo così tardo. :(

ania
23-12-2007, 21:04
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/colaprico/colaprico.html
La banda che ha sequestrato la donna a Treviso
potrebbe sfruttare le notizie pubblicate sui giornali
Tassitani, momento delicato
la famiglia chiede il silenzio stampa
dal nostro inviato PIERO COLAPRICO

TREVISO - Il sequestro di Iole Tassitani, scomparsa il 12 dicembre, è arrivato a un punto così delicato che la famiglia, poco prima delle 20, ha chiesto il "silenzio stampa assoluto".

Lo fa in modo da bloccare le tv e Internet e impedire che uno stillicidio di notizie possa avvantaggiare la banda dei rapitori, un gruppo misto di italiani e stranieri.

Da alcuni giorni il procuratore capo di Venezia Vittorio Borraccetti e l'avvocato della famiglia Tassitani, Roberto Quintavalle, si mostrano più ottimisti ("è questione di poco", affermano i magistrati).
Ma di concreto c'è solo l'arrivo dei rinforzi: ai carabinieri che lavorano nella Marca trevigiana si sono aggiunti i Ros, il raggruppamento operazioni speciali.
Tutto sembra preannunciare un blitz.
Anche se fonti accreditate escludono che la zona della possibile prigione di Iole sia stata circoscritta a qualche casolare.
Il covo, insomma non c'è, e la caccia, mentre scriviamo, non è finita.

Il sequestro della figlia quarantenne del notaio di Castelfranco è stato ed è un rompicapo sin dall'inizio.
Gli investigatori sono partiti dall'abitudine di Iole Tassitani di conoscere persone via computer. E - questo il sospetto degli investigatori - è stata qualche finta amicizia internettiana a indicarla come un obiettivo possibile e vulnerabile.

La sua scomparsa risale a un periodo imprecisato tra le 20.20 e le 21 di undici giorni fa.
Nel garage interno al condominio dove abita restano i suoi occhiali e un guanto, la sua auto invece è posteggiata ad alcune centinaia di metri da casa.
Mezz'ora dopo il rapimento, Iole riesce comunque ad inviare a un'amica un sms: "Sono stata parità aiuto", e cioè sono stata rapita.
I suoi tre cellulari poi si spengono.
Due di questi però si riaccendono, per pochi istanti, in varie zone della trafficata campagna veneta ai confini tra le province di Padova, Treviso e Vicenza.
La prima volta a Cittadella, borgo antico diventato famoso nelle settimane scorse per l'ordinanza comunale che vuole cacciare gli stranieri senza reddito e lavoro.
Poi in un altro comune.

Da uno di questi cellulari parte anche un sms in cui si chiedono dei soldi alla famiglia del notaio: 800 mila euro.
La circostanza sarebbe dovuta restare segreta, perché le trattative sono, insieme alla consegna del denaro, le fasi più utili e delicate per chi indaga.
Così non è stato e, al momento, nulla si sa della sorte dell'ostaggio.

(23 dicembre 2007)

GUSTAV]<
23-12-2007, 21:12
Non ho ben capito di cosa si parla, mi quoteresti un qualche articolo esplicativo?
tu vuoi rigirare il coltello nella piaga... :cry:

:sofico:

IpseDixit
24-12-2007, 07:19
E' stata uccisa e fatta a pezzi, probabilmente da una banda di balordi.

gpc
24-12-2007, 07:27
E' stata uccisa e fatta a pezzi, probabilmente da una banda di balordi.

No, da un suo conoscente:

2007-12-24 07:39
Corpo Tassitani a pezzi in sacchi
Era nel garage di un suo conoscente che e' stato arrestato
(ANSA) - TREVISO, 24 DIC - Il cadavere di Iole Tassitani, fatto a pezzi in grandi sacchi della spazzatura, e' stato trovato nel garage di un conoscente, arrestato. Secondo un primo esame medico-legale la donna potrebbe essere stata uccisa lo stesso giorno nel quale era scomparsa da Castelfranco Veneto. Sembra che qualche giorno dopo la sua scomparsa, i carabinieri avessero individuato il suo sequestratore, un falegname di Bassano del Grappa.

ania
24-12-2007, 07:48
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/bassano-del-grappa/bassano-del-grappa.html
Atroce scoperta a tarda notte in un garage di Bassano del Grappa
Il responsabile del sequestro, un falegname di Bassano è stato arrestato
Iole Tassitani ritrovata uccisa e fatta a pezzi da un italiano

dal nostro inviato PIERO COLAPRICO

BASSANO - Iole Tassitani è stata uccisa. La figlia del notaio di Castelfranco Veneto è stata trovata in un garage di Bassano del Grappa, dove da tempo si concentravano le ricerche dei carabinieri. L'esile speranza di trovarla viva è naufragata poco dopo l'una della notte scorsa, quando il nucleo operativo di Treviso e i Ros sono entrati in un garage e, nei sacchi neri della nettezza urbana, a pezzi, c'era questa povera donna quarantenne.

E' chiaro che la certezza matematica che sia proprio lei ci sarà solo dopo gli esami e l'autopsia, quando parleranno cioè il biologo e il medico legale. Ed è chiaro che è difficile, impossibile trovare conferme a questa notizia che rappresenta una tragedia insostenibile, per la sua famiglia e per i tanti che le hanno voluto bene. Ma il rapitore, un falegname di Bassano del Grappa, è stato arrestato.

A notte fonda, magistrati e carabinieri vanno a Castelfranco, per dare di persona all'avvocato e alla famiglia Tassitani la notizia più terribile da raccontare. Le indagini erano arrivate a un punto delicato poco prima delle 20 di ieri e, attraverso il legale Roberto Quintavalle, era stato chiesto il "silenzio stampa assoluto". Ma adesso in questa antica e civile cittadina fortificata, che annunciava di spegnere le luminarie per Natale in solidarietà con Iole, è entrato, proprio quando molti sembravano ottimisti, un feroce lutto.

Per la verità, nei giorni scorsi, un vecchio maresciallo aveva confidato la sua paura: "A capo di questa banda che non conosciamo c'è qualcuno che ha cervello, possiamo solo sperare che abbia anche un po' di cuore e la lasci in vita". Lo diceva per due ragioni. Sia perché chi mandava i messaggini con le richieste di riscatto alla famiglia lo faceva spostandosi in città diverse, in moto da tentare di depistare i cacciatori tecnologici. Sia perché - salvo sorprese che possono venire solo dalle indagini - sembrava quasi che i rapitori comunicassero tra loro non usando nessun mezzo intercettabile. Avere cervello non significa però non essere spietati.

La procura antimafia veneziana, impegnatissima su questo caso, aveva avviato la procedura per il blocco dei beni della famiglia. Nel frattempo l'analisi girava intorno al fatto che solo i tre cellulari di Iole avevano "parlato". Da uno, com'è noto, era partito un sms a un'amica: "Sono stata parità aiuto", e cioè sono stata rapita. Gli altri due erano stati riaccesi, per pochi istanti, in varie zone della trafficata campagna veneta ai confini tra le province di Padova, Treviso e Vicenza.
La prima volta a Cittadella, borgo antico diventato famoso nelle settimane scorse per l'ordinanza comunale che vuole cacciare gli stranieri senza reddito e lavoro. Poi, in un altro comune.

Via sms era stata intavolata la trattativa, con la richiesta di 800mila euro. Non una voce umana. Non una parola scritta a mano. Tutto via etere. Questa la strategia dei rapitori. Persone convinte che si possa "fare come i calabresi", e cioè come i clan che dominano interi territori in Aspromonte. Ma in questa provincia veneta molti passaggi di macchine e uomini non restano inosservati, molte sono le telecamere in funzione, e non esistono le omertà che vigono in Calabria.

I marescialli, che conoscono come funziona la polizia giudiziaria, hanno saputo restare con i piedi per terra. Iole Tassitani era sparita la sera del 12 dicembre. Nel garage di casa erano stati trovati i suoi occhiali da vista e un guanto: forse di uno degli uomini che l'ha portata via. Di uno di quelli che non ha mai fornito la "prova in vita".

Le indagini, anche se non hanno mai lasciato l'etere e i messaggini, si sono basate molto di più su interrogatori, sui riscontri e anche sulle "soffiate" degli informatori. Una è stata particolarmente utile. E così, passo dopo passo, i carabinieri hanno inquadrato, e poi escluso, alcune piste. Come, per esempio, quella di una sgangherata compagine di rapitori marocchini.
Anche le varie voci di avvistamenti di Iole, che girava da sola nelle campagne, non hanno mai trovato conferma. Gli investigatori hanno però tenuto in grande considerazione l'abitudine di Iole di conoscere persone via computer. E - questo era il loro sospetto - forse è stata qualche finta amicizia internettiana a indicarla come un obiettivo possibile e vulnerabile. Forse qualcuno, sapendola sola e senza una storia sentimentale importante, ha pensato di potersela portar via.
Fusaro era nella lista delle persone conosciute da Iole e per questo era stato controllato. Per arrotondare, vendeva porta a porta, così l'avrebbe incontrata.

Dopo giorni e giorni di appostamenti, di pedinamenti, di difficile "aggancio" dei sospettati, ieri pomeriggio i militari del nucleo operativo hanno circoscritto un isolato di Bassano, dove un appuntato aveva visto posteggiare l'uomo che sospettavano essere il sequestratore.

A notte fonda, quando il sospettato numero uno è andato a dormire, uomini in borghese e in divisa hanno dato il via a un'irruzione in stile commandos, per evitare conflitti a fuoco. Una strategia simile era stata studiata anche nell'ultimo caso risolto tre settimane fa, quello di una ragazzina cinese rapita nella Marca Trevisana e portata a Milano, nella Chinatown di via Paolo Sarpi. Ma se allora l'ostaggio era stato liberato senza sparare un colpo e tutti i rapitori catturati, qua a Bassano per la povera Iole non c'era purtroppo più nulla di buono da fare. "Salvo prenderli tutti e mandarli, come si meritano, all'ergastolo", dice uno dei detective, che fatica a trattenersi, di fronte a un simile orrore, a un simile dolore.

(24 dicembre 2007)

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200712articoli/28720girata.asp
24/12/2007 (8:33)
Iole Tassitani ritrovata uccisa
e fatta a pezzi da un uomo italiano

TREVISO
Si è conclusa tragicamente la vicenda di Iole Tassitani, la figlia 42enne di un notaio di Castelfranco Veneto (Treviso) scomparsa 12 giorni fa nel nulla. I resti a pezzi della donna sono stati trovati la scorsa notte in alcuni sacchetti della spazzatura nel garage di un uomo di Bassano del Grappa (Vicenza) che era stato fermato poche ore prima dai Carabinieri.

L’uomo, un 40enne italiano, si trova ora a disposizione dell’autorità giudiziaria e sta per essere interrogato. Dovrà rispondere del rapimento e dell’omicidio della figlia del notaio. La vicenda deve essere ancora del tutto chiarita, come conferma il procuratore capo di Venezia Vittorio Borraccetti: «Purtroppo abbiamo trovato - ha dichiarato in una intervista radiofonica - i resti della signora scomparsa. L’arrestato è un italiano e gli elementi che abbiamo a disposizione confermano che non ci sarebbero complici nel rapimento».

Michele Fusaro, l’uomo sospettato dell’omicidio di Iole Tassitani, oltre ad essere impiegato in qualità di operaio falegname presso una ditta di mobili faceva, nel tempo libero, il piazzista: vendeva accessori per la casa, pentole e padelle. Potrebbe aver in questo modo conosciuto Iole: suonando il campanello dell’appartamento di Iole per vendere una pentola. L’uomo che soffrirebbe di problemi psichici, è stato portato nel penitenziario di Vicenza, dove è controllato a vista dalle guardie carcerarie. Il 41enne non ha confessato l’omicidio di Iole Tassitani.

Iole Tassitani era scomparsa dodici giorni fa da casa all’improvviso senza lasciare tracce. Per molti giorni non si era saputo più nulla di lei, salvo un breve messaggio sms arrivato al cellulare di un’amica in cui si leggeva vagamente la frase: «sono stata rapita». Soltanto tre giorni fa l’arrivo di una richiesta di riscatto sempre via sms. Il misterioso rapitore chiedeva circa 800 mila euro per il rilascio della donna. Tutti questi elementi facevano pensare ad un sequestro anomalo, addirittura ad una banda di balordi che aveva preso la donna e l’aveva poi ceduta ad un’altra banda.

Grazie all’individuazione dei segnali del telefono cellulare da cui erano partiti i messaggi, i carabinieri di Treviso sono riusciti però a localizzare la zona dove probabilmente si trovava la rapita. Fino a ieri sera, quando è stato deciso di effetturare un blitz a Bassano del Grappa. I Carabinieri del nucleo operativo di Treviso e del Ros hanno individuato e fermato un uomo di 40 anni che tenevano d’occhio da alcuni giorni e su cui si concentravano i sospetti. L’uomo è stato interrogato immediatamente mentre è stata perquisita la sua abitazione a Bassano del Grappa in una palazzina. Nel garage gli investigatori hanno fatto la macabra scoperta: in alcuni sacchi della spazzatura di plastica nera, hanno trovato tagliati a pezzi, dei resti umani, che sicuramente appartengono alla donna sparita.

La certezza si avrà soltanto con l’autopsia che sarà effettuata quanto prima. Per il momento, restano misteriosi i motivi dell’omicidio, resta in piedi l’ipotesi, di un sequestro a scopo di estorsione. Per qualche motivo il sequestro si è concluso tragicamente e il rapitore ha deciso di disfarsi della sua vittima. Altre indiscrizione parlano di una vera e propria banda, sarebbero quindi ricercati gli altri componenti del gruppo, ma si tratta di una voce non ancora confermata dagli inquirenti.

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_24/tassitani_morta_a45f6be4-b1f8-11dc-86d2-0003ba99c53b.shtml

macabra scoperta nella notte da parte dei carabinieri di treviso
Iole Tassitani uccisa e fatta a pezzi
Il cadavere ritrovato in un garage a Bassano del Grappa.
Arrestato il proprietario, un falegname

TREVISO - Uccisa e fatta a pezzi. È morta così Iole Tassitani, figlia del notaio di Castelfranco Veneto rapita dodici giorni fa. La macabra scoperta nella tarda notte quando poco dopo l'una il nucleo operativo dei Carabinieri di Treviso e i Ros sono entrati in un garage di Bassano del Grappa e in tre enormi sacchi neri dell'immondizia hanno trovato il cadavere della donna a brandelli. Arrestato il proprietario del garage, Michele Fusaro, 41 anni, falegname in una ditta della zona. Gli inquirenti lo tenevano d'occhio da giorni: sarebbe stato lui a inviare la richiesta di riscatto di 800 mila euro attraverso un sms, partito da uno dei telefoni della donna rapita e ricevuto dalla famiglia Tassitani mercoledì scorso.

L'ARRESTO - L'uomo, portato nel penitenziario di Vicenza, non ha confessato l'omicidio. Oggi sarà nuovamente sentito dai magistrati.Fusaro viveva da solo da quando si era separato alcuni anni fa dalla moglie. Abitava a Bassano del Grappa in una palazzina di via Carducci, di quattro piani. I garage sono sotto lo stabile, interrati, ed è in uno di questi, di proprietà dell'uomo, che Iole Tassitani è stata sezionata. Quanto è rimasto del corpo è stato portato al centro di medicina legale di Padova, dove è previsto forse già in giornata un esame autoptico. Secondo un primo esame medico-legale la donna potrebbe essere stata uccisa lo stesso giorno nel quale era scomparsa da Castelfranco Veneto.

«Cosa ho fatto, cosa ho fatto. Sono rovinato» avrebbe detto agli inquirenti dopo essere stato braccato. L'uomo, che ha ripetuto la frase più volte, continuando a guardarsi le mani, non ha però ammesso le sue responsabilità né sul sequestro né sull'omicidio della donna. Nel corso dell'interrogatorio ha piuttosto tentato di depistare gli investigatori fornendo più nomi di presunti complici che, a un accertamento, sono risultati tutti inesistenti. Ma a inchiodare Fusaro potrebbe essere un paio di sue scarpe insanguinate trovate nel primo pomeriggio nell'armadietto dell'azienda in cui l'uomo lavora. Gli investigatori hanno affidato agli esperti della scientifica il compito di stabilire se il sangue è di Iole Tassitani.

IL RISCATTO - Sarebbe stato proprio Fusaro a inviare la richiesta di riscatto di 800 mila euro attraverso un sms, partito da uno dei telefoni della donna rapita e ricevuto dalla famiglia Tassitani mercoledì scorso. Gli inquirenti lo tenevano d'occhio da giorni: a lui sono arrivati dopo la soffiata di un uomo che si è presentato spontaneamente ai carabinieri per dare informazioni sul caso (ascolta il procuratore capo di Venezia). Si trattarebbe del suo ex cognato, un extracomunitario che dopo gli appelli lanciati i giorni scorsi si sarebbe sfilato, riferendo tutto ai militari dell'Arma: ai militari avrebbe raccontato di essere stato contattato da Fusaro che gli avrebbe proposto di partecipare al sequestro.

BLITZ DELL'ARMA - Il blitz dell'Arma era pronto già da giorni ma solo ieri è stato dato il via libera dalla Dia di Venezia. Alle 15 si è tenuto un vertice operativo per decidere le fasi dell'intervento che è scattato alle 23. Fusaro è stato prelevato e portato in caserma dove è stato interrogato per circa due ore. Attorno all'una è stato deciso di procedere a una perquisizione nella casa e nel garage dell'uomo dove è stato trovato il cadavere della donna quasi certamente uccisa poco dopo il suo sequestro.

PRECEDENTI - «Siamo davanti ad un soggetto disturbato psichicamente» ha sottolineato il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti. Fusaro, coinvolto in passato come ricettatore in una torbida vicenda di sequestro a scopo di libidine nel 1985, vive da solo a Bassano del Grappa in una palazzina di via Carducci. I garage sono sotto lo stabile, interrati, ed è in uno di questi che Iole Tassitani è stata sezionata. Quanto è rimasto del corpo è stato portato al centro di medicina legale di Padova, dove è previsto forse già in giornata un esame autoptico. Secondo un primo esame medico-legale la donna potrebbe essere stata uccisa lo stesso giorno nel quale era scomparsa da Castelfranco Veneto.

SI CONOSCEVANO - Iole conosceva il suo carnefice: il numero di telefono di Fusaro è stato trovato nella memoria di un pc della donna. Presentati da un amico, i due si erano conosciuti probabilmente per motivi di lavoro. Lui nel tempo libero faceva il piazzista: vendeva accessori per la casa, pentole e padelle. Ma secondo quanto appreso dal Ros dei carabinieri di Padova, anche Jole avrebbe lavorato in passato per la stessa ditta, vendendo prodotti porta a porta. In questo frangente si era instaurato un rapporto di conoscenza tra i due che sarebbe poi continuato. Come Fusaro sia arrivato al rapimento e all'omicidio di Iole non è chiaro: l'uomo però, è evidente, aveva bisogno di soldi.

INDAGINI - Resta da capire se si sia trattato di un sequestro a scopo di estorsione pianificato da tempo o se tutto sia maturato all'ultimo minuto. «È ancora da vedere se sia un sequestro organizzato come tale e finito male - ha detto il comandante dei Ros, Giampaolo Ganzer- o un qualcosa che si proponeva anche, e questo è certo, di ottenere un riscatto ma prevedendo già in ogni caso la soppressione della vittima. In ogni caso, ha aggiunto, mi sembra sia difficile che un soggetto possa avere fatto tutto da solo».
Le indagini si sono concentrate su di lui dalla «fine della scorsa settimana», ha spiegato il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti. Di certo, comunque, il «sequestro non ha a che fare con le chat line», come sembrava in un primo tempo ma con un desiderio di denaro e l’azione di uno squilibrato. La spiegazione ultima di tutto, a questo punto, la si trova nella personalità di Fusaro, ha concluso Borraccetti. «Siamo davanti a un soggetto disturbato psichicamente».

CITTA' A LUTTO - È stato il colonnello Paolo Nardone, comandante dei Carabinieri di Treviso, a informare la famiglia Tassitani. «La città è ferita, questa è una prova durissima» sono state le parole del sindaco di Castelfranco Veneto, Maria Gomierato, dopo aver fatto visita alla famiglia. «Siamo tutti increduli e sconvolti» ha aggiunto. Gomierato ha detto di aver trovato la famiglia «estremamente provata per il troppo dolore». In merito alle iniziative dell'amministrazione cittadina, il sindaco ha ribadito che, come già preannunciato, le luminarie natalizie rimarranno spente su tutto il territorio comunale.

24 dicembre 2007

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=229929&PRINT=S
Uccisa Iole Tassitani, è stata fatta a pezzi.
Fermato un falegname
articolo di Redazione - lunedì 24 dicembre 2007, 09:39

E' stata trovata uccisa Iole Tassitani, figlia del notaio di Castelfranco Veneto rapita dodici giorni fa. Un uomo di 41 anni, pare un conoscente della donna, è stato fermato dai Carabinieri di Treviso coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia. Il corpo della donna, secondo quanto si è appreso, è stato trovato nel garage dell'indagato, un falegname di Bassano del Grappa, fatto a pezzi con un seghetto e messo in sacchi della spazzatura

Treviso - E' stata trovata uccisa Iole Tassitani, figlia del notaio di Castelfranco Veneto rapita dodici giorni fa. Un uomo di 41 anni, Michele Fusaro, pare un conoscente della donna, è stato fermato dai Carabinieri di Treviso coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia. Il corpo della donna è stato trovato nel garage dell'indagato, un falegname di Bassano del Grappa.

Il cadavere di Iole Tassitani è stato trovato nel garage dell'uomo, fatto a pezzi in grandi sacchi della spazzatura. Secondo un primo esame medico-legale la donna potrebbe essere stata uccisa lo stesso giorno nel quale era scomparsa da Castelfranco Veneto. Pare che qualche giorno dopo la sua scomparsa, i carabinieri avessero individuato il suo sequestratore tenendolo sotto controllo per questo tempo. E' stato il colonnello Paolo Nardone, comandante dei Carabinieri di Treviso, a informare la famiglia, la cui casa ha lasciato poco dopo le sei.

Sopralluogo dei Ris in casa e nel garage Michele Fusaro viveva da solo da quando si era separato alcuni anni fa dalla moglie. Abitava a Bassano del Grappa in una palazzina di via Carducci, di quattro piani. I garage sono sotto lo stabile, interrati, ed è in uno di questi, di proprietà dell'uomo, che Iole Tassitani è stata sezionata in vari pezzi, che poi sono stati messi in tre distinti enormi sacchi neri dell'immondizia. Al momento, nella casa dell'uomo e nel garage è in corso un sopralluogo da parte dei carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche dell'Arma. Secondo quanto si è appreso, Fusaro lavorava come operaio e aveva un precedente per furto, episodio questo avvenuto negli anni '80. Quanto e' rimasto del corpo è stato portato al centro di medicina legale di Padova, dove è previsto forse già in giornata un esame autoptico.

Uccisa e fatta a pezzi Secondo gli investigatori, Iole Tassitani sarebbe stata assassinata e poi tagliata a pezzi con un seghetto. Il fermato, che ha 41 anni - e non arrestato come detto in un primo momento - è stato bloccato dai carabinieri mentre rientrava a casa la scorsa notte intorno all'una. Interrogato dal pm della Dda di Venezia, Roberto Terzo, non avrebbe confessato il delitto. Durante il colloquio con il magistrato, l'uomo ha detto di non ricordare e ha avuto un malore. Il fermato è stato portato nel carcere di Vicenza e il magistrato ne ha disposto la sorveglianza a vista, temendo dei gesti autolesionistici. Il corpo della donna rapita è stato riconosciuto dagli stessi investigatori, che per gli esami autoptici si sono rivolti a due medici legali, tra cui un'esperta per esami sul dna. Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe agito per necessità economiche perché non gli bastava il denaro ricavato dai tre lavori che svolgeva.

Il procuratore Fojadelli: è un dramma "Questo epilogo è un dramma". Lo ha detto il procuratore capo di Treviso Antonio Fojadelli commentando l'uccisione di Jole Tassitani, la donna rapita a Castelfranco due settimane fa. "E' una cosa che mi lascia sconcertato e che riempie di grandissimo dolore - ha aggiunto Fojadelli -. Non pensavo che si potesse arrivare a tanto". "In poco tempo - conclude Fojadelli, riferendosi anche al feroce duplice omicidio dei coniugi Pelliciardi a Gorgo al Monticano - la provincia di Treviso è divenuta l'epicentro di due episodi di ferocia che non possono che lasciare sconcertati".

"Forse uccisa una settimana fa" Iole Tassitani potrebbe essere stata uccisa dal suo sequestratore ad inizio della scorsa settimana. Lo ha riferito all'ANSA il procuratore e capo della Dda di Venezia Vittorio Borraccetti, secondo il quale questa ipotesi tuttavia dovrà essere suffragata dagli esiti medico-legali. La donna, scomparsa la sera del 12 dicembre scorso, potrebbe quindi essere rimasta alcuni giorni nelle mani del suo sequestratore. "Le indagini sono ancora in corso - ha spiegato il magistrato - per capire se vi siano altre persone coinvolte nel sequestro". Secondo Borraccetti, nulla è stato lasciato intentato nel sequestro e le indagini degli investigatori sono state tempestive. "La notizia della scomparsa è arrivata ai carabinieri il 13 dicembre - riepiloga Borraccetti - gli investigatori si sono mossi subito, e una settimana fa siamo arrivati all'individuazione di questa persona che ieri abbiamo deciso di fermare. Non c'é stato nessun ritardo". "Questa è una cosa atroce - ha commentato il magustrato - ma fatti di questo genere, purtroppo, sono sempre accaduti. Quanto alla vicinanza in ordine di tempo fra questo e altri fatti efferati, come il duplice omicidio di Gorgo al Monticano, non direi che questa faccia emergere una tipicità del Veneto in tali vicende".



http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/tappe-sequestro/tappe-sequestro.html
LA SCHEDA
Da sequestro anomalo a tragedia
i dodici giorni del caso Tassitani

ROMA - Si è consumata in 12 giorni la tragedia di Iole Tassitani, la figlia di un notaio di Castelfranco Veneto, sequestrata, fatta a pezzi e trovata la scorsa notte in un garage di Bassano del Grappa. Ecco come si è sviluppato il dramma, giorno per giorno.

12 dicembre - Iole Tassitani, 42 anni, scompare da casa. Gli investigatori seguono anche l'ipotesi del rapimento. La famiglia non avrebbe ricevuto telefonate.

13 dicembre - L'auto della donna viene trovata a poche centinaia di metri dalla casa e non davanti all'edificio, come era solita fare. Nel parcheggio davanti alla palazzina, vengono trovati gli occhiali che le servivano per guidare.

14 dicembre - La procura indaga per sequestro non a scopo di estorsione. Secondo l'avvocato dei Tassitani non si tratta di professionisti. Si indaga sulla sua vita privata.

20 dicembre - Un testimone oculare dice che la sera del 12 una donna è salita spontaneamente su un'auto sul lato del passeggero nel parcheggio in cui poi è stata trovata l'auto. Il procuratore di Treviso: "Siamo di fronte ad un tipo di criminalità nuova". Le indagini passano alla Dda.

21 dicembre - Si parla di una richiesta di riscatto inferiore al milione di euro.

22 dicembre - Si apprende che con un sms inviato da uno dei telefonini della donna vengono chiesti 800 mila euro. Il procuratore Borraccetti: "Aspettiamo novita". L'avvocato: "Oggi speriamo di più ". Si fa insistente la voce di una svolta imminente.

23 dicembre - La famiglia Tassitani chiede il silenzio stampa assoluto. Gli investigatori avrebbero individuato uno dei primi covi in cui è stata tenuta la donna. Nella notte, però, viene trovato il corpo di Iole Tassitani.

(24 dicembre 2007)

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/indagini-treviso/indagini-treviso.html
Il falegname arrestato per il sequestro tassitani era stato fermato il 13 dicembre in una zona dove si era riacceso uno dei telefonini di Iole, poi una soffiata ha indirizzato i sospetti
"Un uomo solo che si arrangiava"
Così Fusaro è finito in manette
Prima dell'arresto, ha fatto jogging ed è andato a cena con la fidanzata
Prima spavaldo, poi è crollato e si è messo a piangere

dal nostro inviato PIERO COLAPRICO

TREVISO - Un uomo grande, grosso e un po' "fuori", che s'arrangiava in vari lavori e sognava - letteralmente - la bella vita. Una donna sola, non felice, che voleva rendersi autonoma dallo studio da notaio del padre, prossimo alla chiusura. Chissà, forse in altre situazioni, due esseri umani fatti cosi, due coetanei quarantenni, avrebbero potuto anche aiutarsi e sostenersi. Invece Michele Fusaro ha rapito, ucciso e fatto a pezzi Iole Tassitani, separandone i resti in vari sacchi, nel suo garage ordinato alla perfezione, come la sua casa, ma non come la sua testa. "Ha avuto qualche precedente penale, ci è sembrato un po' strano, staremo a vedere", spiega uno dei marescialli del nucleo operativo di Treviso.

La svolta in quest'inchiesta complessa avviene martedì scorso. E' successo che incrociando una gigantesca mole di dati, è emerso il profilo di questo falegname, dipendente di un mobilificio, fattorino in proprio di manifesti pubblicitari delle aziende del ricco e un po' affannato Nord Est, ex venditore di pentole. Innanzitutto perché il 13 dicembre, e cioè il giorno dopo il sequestro a Castelfranco Veneto della figlia del notaio, era stato fermato in una strada tra Vicenza e Treviso. Guarda caso, proprio in una zona dove s'era riacceso uno dei tre telefonini di Iole. Poi perché, nell'agenda computerizzata di Iole, c'era il suo nome e c'era il suo recapito. E, infine, una soffiata lo aveva inquadrato come basista di una banda.

Che fare? Ros di Padova e Nucleo operativo di Treviso studiano la situazione e, d'accordo con Vittorio Borraccetti, procuratore capo di Venezia, "mettono sotto" il falegname. Lo pedinano. Lo controllano. Cercano di ascoltare le sue telefonate. E qui ad alcuni investigatori comincia a ghiacciarsi il sangue nelle vene. Fusaro non chiama nessuno, né nessuno chiama lui. Sposato, separato, un figlio, il falegname-factotum di Bassano del Grappa è un isolato. Continua a fare una vita normale. Fa jogging, prima dell'arresto va a cena con la fidanzata. E' un trucco per rendere la banda impermeabile? O è uno che nei libri di criminologia si chiamano "predatori solitari". Sì, è di questa specie. Non esiste la banda.

E' lui che s'è inventato un rapimento, come se potesse svolgere da solo i ruoli di un clan dell'Anonima. Come se questo non fosse un territorio controllato dallo Stato, ma un microcosmo in mano alla sua cosca. Fantasia sbagliate di una persona senza pietà, destinate a finire, anche se lui non lo immagina. Fusaro viene bloccato nella tarda sera di domenica, in strada a Bassano, e portato a casa. Sembra stupito. Impressionato. Prima ha un atteggiamento spavaldo, farnetica e fa nomi senza riscontro, poi crolla e si mette a piangere.

Ai marescialli guidati dal capitano Vincenzo Nicoletti basta un'occhiata al garage per capire che là dentro ci sono resti umani, separati nei sacchi. Magistrati e carabinieri chiamano i Ris di Parma, la scena viene filmata, i sacchi aperti con ogni cautela. E infatti la parola oggi spetta alla scienza: bisogna sapere quando e come Iole è stata uccisa. Altri rilievi vengono fatti in queste ore nell'auto e nell'appartamento di Fusaro, il quale non ammette e non smentisce, si è limitato a far trovare i telefonini di Iole. In casa sua, libri di esoterismo e di viaggi. Integratori alimentari, ulteriore segno di un'attenzione continua al proprio corpo. Secondo una vicina di casa di Iole, Fusaro potrebbe averla conosciuta proprio in un centro per il dimagrimento.

La storia è finita in una tragedia che sconvolge la famiglia, una comunità e tocca persino un professionista e un uomo tutto d'un pezzo come il colonnello Paolo Nardone, che comanda la caserma di Treviso: "Ho dato personalmente la notizia ai familiari, è stata la cosa più dolorosa che mi sia mai capitato di fare in tanti anni".

(24 dicembre 2007)


http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_24/omicidio_tassitani_procureatore_Borraccetti_bdd72f98-b212-11dc-86d2-0003ba99c53b.shtml

«Sono propenso a pensare che abbia agito da solo».
Ma le indagini continuano
«Il killer? Soggetto con disturbi psichici»
Il profilo del presunto omicida di Iole Tassitanti tracciato dal procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti

TREVISO - «Siamo davanti ad un soggetto disturbato psichicamente». Lo ha sottolineato il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti, intervenendo alla conferenza stampa indetta per dare conto del tragico epilogo del sequestro di Iole Tassitani, sfociato in un drammatico omicidio. Il capo della Dda ha usato queste parole per descrivere la personalità del presunto colpevole dell'omicidio della 42enne di Castelfranco Veneto, il falegname quarantenne Michele Fusaro.

«FORSE HA AGITO DA SOLO» - «Sarei propenso - ha sottolineato Borraccetti - a pensare che si tratti di un'azione dove è stata coinvolta una sola persona» ma sono comunque in corso ulteriori accertamenti nel caso siano coinvolti nel sequestro, direttamente o indirettamente, altri soggetti. Si tratta comunque, ha spiegato il procuratore, «di un sequestro progettato ai fini di estorsione».

«TIMORI FIN DALL'INIZIO» - Borraccetti ha fornito poi alcune indicazioni su come si sono svolte le indagini fin dalla notizia del rapimento. E su quale fosse lo stato d'animo degli investigatori. «Personalmente - ha rivelato - ho temuto fin dall'inizio per la sua vita. Speravo però che riuscissimo ad intervenire in tempo per salvarla. Purtroppo non è stato così». Sulla morte della Tassitani si sta ancora indagando, soprattutto sul momento in cui sarebbe stata uccisa dal suo sequestratore e dagli eventuali complici, complici che però non vengono confermati per il momento dagli inquirenti. Sicuramente, secondo quanto riferito dai carabinieri, la morte della donna risale ad almeno 5-6 giorni fa, altre voci parlano di un assassinio compiuto subito dopo il sequestro.

I PRIMI SOSPETTI - Il magistrato ha poi voluto evidenziare il ruolo avuto dall'intero apparato investigativo che si è mosso attorno al caso «Tengo a sottolineare - ha detto Borraccetti - la grande professionalità degli investigatori che hanno saputo muoversi con grande meticolosità sul territorio». Michele Fusaro, infatti, era stato individuato praticamente subito dopo il sequestro dai carabinieri. Per un puro caso l'uomo era stato fermato il giorno dopo il sequestro di Iole Tassitani, da una pattuglia di controllo che aveva eseguito un esame approfondito delle generalità di Fusaro, dei suoi precedenti segnalandolo al comando. L'uomo era stato poi rilasciato perchè non c'erano elementi a suo carico. È risultato che aveva dei precedenti in una torbida vicenda di ratto a scopo di libidine avvenuto nel 1985. Lui però, come hanno precisato i carabinieri, aveva avuto un ruolo marginale, soltanto come ricettatore.

LA «SOFFIATA» E I CONTROLLI - Il secondo elemento che ha messo gli investigatori sulle tracce di Fusaro è una non identificata fonte che, pochi giorni dopo il sequestro, si è rivolta ai carabinieri e ha fatto il nome del falegname di Bassano. Questo e poco altro, ma tanto è bastato per individuare il personaggio e tenerlo costantemente sotto controllo. «Da martedì scorso - ha detto il colonnello Nardone - Fusaro non è mai più stato solo, lo seguivano sempre delle ombre, i carabinieri che lo stavano controllando».

L'ANALISI DEL PC E DELLE CHAT - Il terzo elemento che ha chiuso il cerchio è l'esame dell'enorme documentazione rilevata dallo studio del computer di Iole Tassitani, appassionata di conversazioni on-line via chat. La pista della chat, però, non è quella fondamentale. «Fusaro e la Tassitani - ha detto Borraccetti - avevano rapporti solo a scopo di lavoro, e non si trattava di lavoro legato all'attività notarile dello studio del padre della rapita». Gli investigatori continuano a mantenere un certo riserbo sui particolari, perchè le indagini non sono per niente chiuse. Quanto alla enorme mole di documentazione rinvenuta nel computer della donna all'ingente materiale sequestrato a casa di Fusaro, interverranno ora gli uomini del Ris di Parma.


24 dicembre 2007

gigio2005
24-12-2007, 08:15
Non ho ben capito di cosa si parla, mi quoteresti un qualche articolo esplicativo?

di solito i tuoi ragionamenti (se ragionamenti si possono definire) mi fanno venire la pelle d'oca :D
e per questo sarei quasi propenso a conoscerti per vederti in faccia e/o per prenderti a calci (amichevolmente ovviamente :D )

ma qui mi hai fatto cadere dalla finestra...sono morto, risorto e sto ancora ridendo come un imbecille!

gigio2005
24-12-2007, 08:22
finora non avevo capito (veramente) di cosa si parlasse...

ma ovviamente non ne puoi fare a meno (di capire) quando apri repubblica.it :muro:

e trovi il titolone (pronunciato con tono studioapertesco)

FATTA A PEZZI DA UN ITALIANO




GIORNALISMO DA 4 SOLDI VERGOGNOSO!

ma sono l'unico che trova vomitevole la fotografia in prima pagina quando viene ammazzata violentemente una persona? (di solito una donna giovane)

per me e' pornografia allo stato dell'arte
CHE SCHIFO!

sempreio
24-12-2007, 08:27
sono realmente rimasto di sasso, non avrei mai creduto a una fine cosi tragica

Raven
24-12-2007, 08:33
Che tragedia...
Non capisco però come mai tutti i giornali/telegiornali/giornaliradio titolino/dicano "uccisa da un italiano"... non mi sembra esattamente l'informazione più rilevante della faccenda, a tal punto da meritarsi i titoli, poi... boh... (e se anche fosse stato francese, che cambiava?!)

gpc
24-12-2007, 08:37
Che tragedia...
Non capisco però come mai tutti i giornali/telegiornali/giornaliradio titolino/dicano "uccisa da un italiano"... non mi sembra esattamente l'informazione più rilevante della faccenda, a tal punto da meritarsi i titoli, poi... boh... (e se anche fosse stato francese, che cambiava?!)

Mettendomi nei panni dei giornalisti, non è la più rilevante, ma c'è da dire che un certo tipo di efferatezze ormai sono più comunemente fatte da stranieri che da italiani, in questo senso fa "notizia" anche questo.

gigio2005
24-12-2007, 08:42
Mettendomi nei panni dei giornalisti, non è la più rilevante, ma c'è da dire che un certo tipo di efferatezze ormai sono più comunemente fatte da stranieri che da italiani, in questo senso fa "notizia" anche questo.

giornalisti?:mbe:

Fil9998
24-12-2007, 08:49
"da un italiano" ....

suona come una scusante

"non è vero che noi giornalisti diamo risalto solo ai crimini fatti dagli immigrati" ...

il fatto che il ter4mine appaia su più testate rafforza sempre più la convinzione che ormai fanno solo copia-e-incolla ... e che quindi l'autonomia e libertà di informazione sono, come del resto la stessa ONU dice- molto lacunose in italia...

per non dire peggio.

*sasha ITALIA*
24-12-2007, 09:36
l'avranno semplicemente specificato perchè ieri sempre nel titolo indicavano una banda di africani

DvL^Nemo
24-12-2007, 11:41
Che pezzi di m.. Feccia umana proprio.. :mad: :mad:
Povera donna.. :muro: :muro:

Ileana
24-12-2007, 11:51
Tutto ciò è agghiacciante.
Degno dei migliori episodi di L&O SVU :cry:

Onisem
24-12-2007, 12:06
Almeno l'hanno preso.

CYRANO
24-12-2007, 12:16
Che fine tragica , poveretta.
Lo dico da sempre che è pericoloso consocere persone da internet...



Cl,ma,òz,lòa

IpseDixit
24-12-2007, 12:18
Lo dico da sempre che è pericoloso consocere persone da internet...




Era un vicino di casa..... comunque pare che non fosse nuovo a reati di vario genere tra qui un tentato sequestro.

CYRANO
24-12-2007, 12:20
Era un vicino di casa..... comunque pare che non fosse nuovo a reati di vario genere tra qui un tentato sequestro.

beh vicino di casa , fra castelfranco e bassano ci stanno 20km almeno...



Clmamlzlma

ManyMusofaga
24-12-2007, 12:24
beh vicino di casa , fra castelfranco e bassano ci stanno 20km almeno...



Clmamlzlma

Lui tra le altre cose vendeva pentole porta a porta...da quanto ho capito devono essersi conosciuti così

CYRANO
24-12-2007, 12:27
Lui tra le altre cose vendeva pentole porta a porta...da quanto ho capito devono essersi conosciuti così

mondial casa !!!

http://digilander.libero.it/doniuccia/faccine/Confused/Confused2/icon_fear.gif http://digilander.libero.it/doniuccia/faccine/Confused/Confused2/icon_fear.gif



Clkmamlkzmlka

reptile9985
24-12-2007, 12:31
bruttissima storia, bisognerà capire il movente

drakend
24-12-2007, 12:38
Mettendomi nei panni dei giornalisti, non è la più rilevante, ma c'è da dire che un certo tipo di efferatezze ormai sono più comunemente fatte da stranieri che da italiani, in questo senso fa "notizia" anche questo.
Certo perché invece la criminalità italiana rispetta i diritti umani... :rolleyes:
Ogni spunto è buono per scagliarsi contro l'immigrazione vedo.

*sasha ITALIA*
24-12-2007, 12:38
che soggetto

http://www.repubblica.it/2007/12/ARCHIVE/homepage/images/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/bassano-del-grappa_HM/ansa_11893693_46300.jpg

drakend
24-12-2007, 12:40
che soggetto

http://www.repubblica.it/2007/12/ARCHIVE/homepage/images/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/bassano-del-grappa_HM/ansa_11893693_46300.jpg
Per tizi del genere farei un bel carcere nella zona più inospitale d'Italia e gli farei passare le giornate a scavare fossi e poi a riempirli di nuovo. Il tutto con una palla di piombo al piede e con l'alimentazione minima necessaria per non farlo morire.

RadioactiveToy
24-12-2007, 12:43
Che tragedia...
Non capisco però come mai tutti i giornali/telegiornali/giornaliradio titolino/dicano "uccisa da un italiano"... non mi sembra esattamente l'informazione più rilevante della faccenda, a tal punto da meritarsi i titoli, poi... boh... (e se anche fosse stato francese, che cambiava?!)
Perché il reato commesso da italiano è diverso dal reato commesso da straniero UE e ancora diverso da quello commesso da extracomunitario, purtroppo...
Devo ancora capire se appare diverso agli occhi delle persone perché sono stati i telegiornali a "plagiarci" o se i telegiornali rispecchiano solo il sentire comune.
Se fosse stato commesso da uno straniero a quest'ora ci sarebbero borghezio e calderoli in piazza a manifestare e a chiedere la testa del colpevole.

Stamattina quando ho letto il nome mi si è accapponata la pelle, fino a 3 anni fa era nostro cliente e abita a 500 metri dal mio ufficio :rolleyes: :muro:

Senza Fili
24-12-2007, 13:02
Bassano, trovato cadavere fatto a pezzi
Tragico epilogo per il rapimento di Iole Tassitani, la figlia del notaio di Castelfranco Veneto sequestrata il 12 dicembre scorso. Il cadavere della donna, fatto a pezzi e riposto in alcuni sacchi neri della spazzatura, sarebbe stato ritrovato in un garage di Bassano del Grappa. Fermata dai carabinieri di Treviso una persona, un italiano 41enne, che pare conoscesse la vittima, che ora è sottoposta a interrogatorio da parte dagli inquirenti.


L'indagato è Michele Fusaro, originario di Bassano del Grappa, bloccato all'una di domenica notte. Proprietario del garage, lavora come falegname in un'azienda di mobili e svolge altri due lavoretti tra cui la vendita porta a porta di pentole. Fusaro, che è fidanzato, vive da solo e soffrirebbe di problemi psichici.

All'uomo i militari sarebbero arrivati attraverso un numero di telefono trovato nel computer della donna. Sulla base dei dati del cellulare di Tassitani, sarebbe stato accertato che il sospetto telefonò alla vittima alcune settimane fa, apparentemente per motivi di lavoro. L'uomo è stato bloccato dai carabinieri mentre rientrava a casa.

Durante il colloquio con il magistrato, il 41enne, portato nel carcere di Vicenza dove è controllato a vista dalle guardie, ha detto di non ricordare e ha avuto un malore. Secondo gli inquirenti, avrebbe agito per necessità economiche.

In base a un primo esame medico-legale, la donna potrebbe essere stata uccisa lo stesso giorno nel quale era scomparsa da Castelfranco Veneto.

Ancora non è certo il momento a cui risalirebbe l'uccisione. L'omicidio di Iole Tassitani potrebbe essere avvenuto all'inizio della scorsa settimana. La donna, scomparsa la sera del 12 dicembre scorso, potrebbe quindi essere rimasta alcuni giorni nelle mani del suo sequestratore.

Iole e Michele colleghi di lavoro
Gli inquirenti hanno scoperto che la vittima e il falegname avevano lavorato, seppur in periodi diversi, per la stessa azienda, per la quale vendevano prodotti porta a porta: dagli aspirapolvere, alle pentole e padelle, fino ai detersivi. In questo frangente si era instaurato un rapporto di conoscenza tra i due che erano stati, si apprende, presentati da un amico. Iole e Michele sarebbero poi rimasti in contatto: lo provano i numerosi dati che riguardano entrambi presenti nei rispettivi computer

Fusaro controllato il giorno dopo
Michele Fusaro era stato fermato per controlli dai carabinieri la sera del 13 dicembre scorso, il giorno dopo la scomparsa di Iole Tassitani. L'uomo, infatti, era stato fermato nell'ambito dei normali controlli sul territorio predisposti dall'Arma, in un comune a ridosso con la provincia di Vicenza, a pochi chilometri da Castelfranco Veneto, città di residenza della Tassitani.

Il teste
Ci sarebbe poi un teste-chiave che ha portato allo sblocco delle indagini: un amico o di Iole Tassitani o del fermato oppure un collega di lavoro di entrambi. Sulla sua identità gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo.

Filmati delle telecamere di sorveglianza
Importante poi per giungere all'uomo è stata anche tuna serie di filmati registrati da telecamere di sorveglianza che hanno permesso di ricostruire i suoi movimenti tra Castelfranco, l'area di Cittadella (Padova) e Bassano del Grappa. Incrociando queste immagini con quanto riferito da un teste, del quale si era molto parlato nei giorni scorsi, si è riusciti a capire che l'uomo su cui ruotava tutto il sequestro era il falegname di Bassano. "Da martedì scorso - ha affermato il comandante dei carabinieri di Treviso, Paolo Nardone - il Fusaro non è stato piu' solo" controllato, passo passo, dalle ombre degli uomini dell'Arma.

Il blitz
Negli ultimi giorni di pedinamenti tra i carabinieri si era diffuso un certo ottimismo. Fino al blitz scattato nella notte di domenica. Un gruppo di carabinieri, composto anche dagli uomini del Ros di Padova, ha bloccato il sospetto sotto la palazzina dove risiedeva. Dapprima il falegname si è dimostrato stupito ma dopo poco ha ceduto e, dopo un pianto liberatorio si è chiuso nel totale silenzio.

Vestiti piegati vicino al corpo
Gli abiti di Iole Tassitani sono stati trovati dagli investigatori piegati con attenzione e con le scarpe appaiate e allineate accanto ai tre sacchi nei quali era contenuto il corpo, sezionato in numerosi pezzi, della vittima. Il garage era perfettamente in ordine e non c'erano tracce di sangue o odori particolari. Questo fa supporre che la donna sia stata uccisa e sezionata altrove e che il suo corpo sia stato trasferito successivamente nel garage.










L'assassino soffre di problemi psichici = infermità mentale = se la caverà con pena ridicola.

Processo chiuso :Puke:

LotharInt
24-12-2007, 13:07
agghiacciante..sentito poco fa al TG ...ma che gli è preso alla gente? ora va di moda uccidere e fare a pezzi le persone!! e qui di problema psichico c'è ben poco , questo voleva il riscatto...:mad: che schifo..

ManyMusofaga
24-12-2007, 13:07
mondial casa !!!

http://digilander.libero.it/doniuccia/faccine/Confused/Confused2/icon_fear.gif http://digilander.libero.it/doniuccia/faccine/Confused/Confused2/icon_fear.gif



Clkmamlkzmlka

Ormai veramente bisogna diffidare di chiunque...dei vicini, del rappresentante di turno, del postino...:doh:

F1R3BL4D3
24-12-2007, 13:08
Brutta storia e finita anche peggio.

P.S: si potrebbero unire? http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1629381

ania
24-12-2007, 13:21
Brutta storia e finita anche peggio.

P.S: si potrebbero unire?
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1629381
Quoto e segnalo ai MODS di sezione la tua richiesta.

Ania

gigio2005
24-12-2007, 13:26
L'assassino soffre di problemi psichici = infermità mentale = se la caverà con pena ridicola.

Processo chiuso :Puke:

aggiungerei tutto molto interessante

Pitonti
24-12-2007, 13:34
che soggetto


mi pare abbastanza inutile commentare una persona per l'aspetto

Senza Fili
24-12-2007, 13:34
aggiungerei tutto molto interessante

Direi piuttosto tutto molto ricorrente, visto l'andazzo generale...quella dell'infermità mentale è la carta più usata dagli avvocati per la difesa dei crimin...ehm...loro clienti... :muro:

gigio2005
24-12-2007, 13:37
Direi piuttosto tutto molto ricorrente, visto l'andazzo generale...quella dell'infermità mentale è la carta più usata dagli avvocati per la difesa dei crimin...ehm...loro clienti... :muro:

guarda che l'infermita' mentale non e' che si tira in mezzo cosi'...
avvocato: "invoco l'infermita' mentale"
giudice "ok..arrivederci"

LOL :D


cmq ripeto...molto interessante tutto cio'... la cronaca nera e' il sale di una societa' culturalmente avanzata :D

francoisk
24-12-2007, 13:48
mi pare abbastanza inutile commentare una persona per l'aspetto

il detto più stupido che esiste è "l'abito non fa il monaco"

Senza Fili
24-12-2007, 13:50
guarda che l'infermita' mentale non e' che si tira in mezzo cosi'...
avvocato: "invoco l'infermita' mentale"
giudice "ok..arrivederci"



Ma dai? :rolleyes:

Gos
24-12-2007, 13:55
Direi piuttosto tutto molto ricorrente, visto l'andazzo generale...quella dell'infermità mentale è la carta più usata dagli avvocati per la difesa dei crimin...ehm...loro clienti... :muro:

ho sentito alla radio che l'autore del reato soffriva già di problemi gravi prima di questo terribile fatto.
comunque l'infermità mentale non è una bella cosa......se si viene dichiarati socialmente pericolosi si finisce in opg (in questo caso per almeno 10 anni) e non è prevista fine alla "pena". Finchè si è dichiarati socialmente pericolosi si rimane in opg.

drakend
24-12-2007, 14:02
ho sentito alla radio che l'autore del reato soffriva già di problemi gravi prima di questo terribile fatto.
comunque l'infermità mentale non è una bella cosa......se si viene dichiarati socialmente pericolosi si finisce in opg (in questo caso per almeno 10 anni) e non è prevista fine alla "pena". Finchè si è dichiarati socialmente pericolosi si rimane in opg.
Questo tizio deve essere condannato all'ergastolo, altro che opg e opg. Se è malato se li sconta in un manicomio criminale, anzi pardon clinica psichiatrica giudiziaria, se è sano se li sconta nella galera ordinaria ai lavori forzati. :mad:

Senza Fili
24-12-2007, 14:15
Stamattina quando ho letto il nome mi si è accapponata la pelle, fino a 3 anni fa era nostro cliente e abita a 500 metri dal mio ufficio :rolleyes: :muro:

E si intuiva che era strano, o sembrava una persona normale?

RadioactiveToy
24-12-2007, 14:37
E si intuiva che era strano, o sembrava una persona normale?
Guarda, nella foto sembra un eroinomane mentre per come lo ricordo io (l'avrò visto una volta o due) era una persona normalissima.

Sinceramente non c'ho mai parlato assieme quindi non so dirti se c'era con la testa o se desse già all'epoca segni di squilibrio, anche perché lo si vedeva una volta all'anno e non c'era modo di approfondire la conoscenza più del buongiorno/arrivederci.

Gos
24-12-2007, 17:10
Questo tizio deve essere condannato all'ergastolo, altro che opg e opg. Se è malato se li sconta in un manicomio criminale, anzi pardon clinica psichiatrica giudiziaria, se è sano se li sconta nella galera ordinaria ai lavori forzati. :mad:

e qualcuno ha detto il contrario? cmq....sei mai entrato in un opg?

drakend
24-12-2007, 17:21
e qualcuno ha detto il contrario? cmq....sei mai entrato in un opg?
ops pensavo fosse qualche comunità di recupero e roba simile... Ospedale Psichiatrico Giudiziario: ok per me va bene, basta che ci resta tutta la vita però.

GUSTAV]<
24-12-2007, 17:44
lo provano i numerosi dati che riguardano entrambi presenti nei rispettivi computer ...

Computer + Inernet = il più grosso spione di tutti i tempi ! :sofico:

Riformatta tutto finché sei in tempo !!! :cry:

GUSTAV]<
24-12-2007, 17:47
ho sentito alla radio che l'autore del reato soffriva già di problemi gravi prima di questo terribile fatto.
comunque l'infermità mentale non è una bella cosa......se si viene dichiarati socialmente pericolosi si finisce in opg (in questo caso per almeno 10 anni) e non è prevista fine alla "pena". Finchè si è dichiarati socialmente pericolosi si rimane in opg.
Infermità mentale c'è un caso su 1000, ma le teste di caxxo e gli stronzetti
pronti a fare i deficenti con l'auto nè trovi a centinaia, anche dietro l'angolo
di casa tua ! :O
E per colpa di questi giovani supermen, a volte succedono delle vere e proprie stragggi ! :mad:

ania
25-12-2007, 10:04
http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_25/assassino_iole_tassitani_fusaro_1c4a59c0-b2c1-11dc-a578-0003ba99c667.shtml
L'assassino di Iole Tassitani, un «insospettabile» per il suo datore di lavoro e per i vicini di casa
Violento per inseguire soldi e donne

Michele Fusaro, 41 anni, arrestato per sequestro di persona (Ansa)
Maniaco degli integratori alimentari, della cultura fisica, dell'ordine, con una spiccata smania di guadagno necessaria per apparire un «potente» agli occhi delle donne che amava cercare e corteggiare. Il profilo di Michele Fusaro, il presunto assassino di Iole Tassitani, si disegna sempre più nitidamente mano a mano che passano le ore dal suo fermo, e mentre la fotografia si sviluppa si delineano contorni di un personalità difficilmente immaginabile da chi a Bassano del Grappa e dintorni con lui aveva rapporti comuni.

«INSOSPETTABILE» - Come il suo datore di lavoro, il titolare del mobilificio Gemme Stile di Romano d'Ezzelino (Vicenza) in cui lavorava dal luglio scorso, che oggi lo ha definito «insospettabile». Un lavoro che non gli bastava. Perché come hanno indicato gli investigatori lo stipendio di operaio gli era insufficiente per il quotidiano vivere che includeva anche il mantenimento del figlio, avuto dalla moglie marocchina dalla quale è separato, il suo tempo libero e la sua casa.

MANIACO DELL'ORDINE - Quell'appartamento nella palazzina di 16 abitazioni con decine di extracomunitari in via Carducci alla periferia sud di Bassano del Grappa, che abitava dal 2003, è tenuto con estremo rigore. Così come pulito è risultato essere il garage all'interno del quale la scorsa notte i carabinieri hanno fatto la scoperta dei resti orrendamente smembrati della donna di Castelfranco Veneto.

«IMPEGNATO» - Nessuno, tra i vicini di casa, avrebbe mai immaginato di convivere con il mostro e c'è chi ritiene, come Lucio Torresan, titolare di un liquorificio di fronte al condominio di Fusaro, che il presunto assassino non possa aver agito da solo. Torresan ha riferito che l'uomo era conosciuto come persona che si era sempre impegnata nel quartiere, offrendosi anche per piccoli lavori. «Ultimamente, dopo che parecchia gente si era lamentata del gran numero di rovi che circondava la casa sul lato ferrovia - racconta - si era dato da fare con il decespugliatore per liberare dall'intrico di rami la massicciata». «Non lo conosco - ha detto il sindaco di Bassano Gianpaolo Bazzotto parlando di Fusaro - ma credo che già da giovane abbia avuto qualcosa da farsi perdonare». (Ansa)

25 dicembre 2007

loreluca
25-12-2007, 10:41
Quando leggo di questi delitti efferati davvero non comprendo tutto il nostro impegno per abolire la pena di morte...

drakend
25-12-2007, 11:09
Quando leggo di questi delitti efferati davvero non comprendo tutto il nostro impegno per abolire la pena di morte...
Nessuno tocchi Caino! :mad:

ania
26-12-2007, 21:00
http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=77049

Sul presunto killer di Iole Tassitani: "un violento in cerca di donne e soldi"

Iole Tassitani, una donna semplice che ha avuto la sfortuna di incontrare sulla sua strada Michele Fusaro, di Bassano del Grappa.
L'uomo, 40 anni, un frustrato nella vita, "un soggetto - per dirla con le parole del procuratore capo di Venezia, Vittorio Borracetti - psichicamente disturbato" con la smania del guadagno, perché lo stipendio di operaio e di altri lavori non gli bastava.

Maniaco degli integratori alimentari, della cultura fisica, dell'ordine, con una spiccata smania di guadagno, appunto, necessaria per apparire un "potente" agli occhi delle donne che amava cercare e corteggiare.
Questo l'identikit di Fusaro, emerso dalle prime ricostruzioni.

Ora la famiglia della donna è chiusa nel dolore,fino all'ultimo confidava in un epilogo diverso.
Iole sarebbe morta, questo sospettano gli inquirenti, poche ore dopo il suo sequestro, il 12 dicembre. Il suo corpo sezionato in più parti e messo in tre sacchi delle immondizie, trovati nel garage dell'uomo, è accusato finora di sequestro di persona a scopo di estorsione e omicidio.

Non c'è al momento, per Borraccetti, alcuna ipotesi di complici. Vittima e presunto carnefice si erano in precedenza incrociati - forse conosciuti - durante l'attività di commercio, extra lavorativa, per la stessa azienda, di prodotti per la pulizia della casa.

E' stata poi un'amica di lui a farli conoscere qualche tempo fa. Da lì sarebbe nata l'idea del sequestro nella mente di Fusaro, che ha cercato di coinvolgere, invano, il fratello dell'ex moglie - che vive in un'altra regione e dalla quale ha avuto un figlio -, il quale dopo l'eco della vicenda ha contattato i carabinieri.

Da quel momento i carabinieri lo hanno inseguito come un'ombra. Poi lui ha commesso alcuni passi falsi, usando per due volte il telefonino della donna, di cui una per chiedere il riscatto alla famiglia (800 mila euro). In quelle due occasioni Fusaro si trovava nella zona di partenza delle telefonate.

Questi elementi, sommati a due fotogrammi delle telecamere che riprendevano la Honda di Fusaro, parcheggiata tra le 21 e l'una nei pressi del piazzale dove è stata poi trovata la Ford di Iole, e il controllo casuale dello stesso indagato, hanno rafforzato il sospetto degli inquirenti.

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/convalida-fermo/convalida-fermo.html
Il falegname accusato di aver rapito e poi ucciso la donna trevigiana
resterà in carcere.
Il Pm: "Interrogatorio privo di contenuti significativi"
Omicidio Tassitani, il gip conferma arresto di Fusaro

VICENZA - Il gip di Bassano del Grappa Massimo Morandini ha convalidato oggi il fermo per sequestro di persona a scopo di estorsione di Michele Fusaro, il falegname sospettato di aver ucciso e fatto a pezzi Iole Tassitani. L'udienza si è svolta nel carcere di Vicenza dove l'uomo è detenuto ed è durata poco meno di un'ora. Il gip disporrà con tutta probabilità nelle prossime ore la conferma della custodia cautelare in carcere.

"L'interrogatorio - ha affermato il procuratore di Venezia e capo della Dda del Veneto Vittorio Borraccetti - si è rivelato privo di contenuti significativi". "Penso che valuteremo nei prossimi giorni - ha aggiunto - se sottoporre Fusaro ad un interrogatorio da parte del pm Giovanni Parolin".

Per domani è previsto che vengano ultimati alcuni esiti dell'autopsia della donna, ritenuti particolarmente importanti da parte degli investigatori. Gli esami dovrebbero chiarire, in particolare, quando e come Iole Tassitani sia stata uccisa dal suo rapitore. Gli esami a cui sono stati sottoposti nei giorni scorsi i resti della vittima non avrebbero infatti chiarito per ora, secondo il legale della famiglia Tassitani, Roberto Quintavalle, il momento preciso della morte.

Sempre domani sera alle 20.45 nella chiesa di Santa Maria della Pieve di Castelfranco, frequentata dalla famiglia Tassitani, sarà recitato un rosario in memoria della donna uccisa.

(26 dicembre 2007)

ania
27-12-2007, 14:44
http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3625906&Data=2007-12-27&Pagina=2
Nelle parole del procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti, la cronistoria delle indagini frenetiche fino al tragico ritrovamento del corpo, nella notte tra domenica e lunedì a Bassano
«Cercavamo la prigione e il resto della banda»

Treviso
NOSTRO SERVIZIO

«Abbiamo sperato fino all'ultimo che l'epilogo di questi 12 giorni fosse diverso, ma purtroppo così non è stato». Queste le parole con cui ha esordito qualche giorno fa il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti, alla conferenza stampa indetta per dare conto del tragico sequestro di Iole Tassitani, sfociato in un omicidio.

Si è arrivati a scoprire il tragico epilogo, nelle prime ore del 24 dicembre, dopo giorni di intensa attività investigativa, che avevano fatto sperare fino all'ultimo in un esito diverso per il sequestro Tassitani. E il procuratore Borraccetti prosegue: «Bisogna sottolineare la grande professionalità degli investigatori, ancora una volta, che purtroppo è stata inquinata dall'amarezza per l'esito della vicenda».

Nella conferenza stampa che si è tenuta il 24 dicembre al comando dei carabinieri di Treviso sono state ripercorse le tappe che hanno portato gli investigatori alla soluzione del caso. Ecco come i carabinieri, il Reparto operativo provinciale di Treviso e la sezione anticrimine del Ros di Padova, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia, sono arrivati a Michele Fusaro, 41 anni, di Bassano.

Il fatto. La sera del 12 dicembre viene rapita Iole Tassitani, nel garage sottostante la palazzina di Castelfranco in cui abita. «Non è stato subito chiaro - ha spiegato il Procuratore Borraccetti in conferenza stampa - che ci trovavamo di fronte ad un sequestro di persona a scopo di estorsione». Erano scattati gli accertamenti del Ros. Gli elementi: un guanto da uomo, gli occhiali di Iole a terra nel garage, e il messaggino di richiesta di aiuto inviato dalla 40enne.

La fonte. Martedì 18 dicembre, a quasi una settimana di distanza dal rapimento di Iole, una "fonte", l'ex cognato marocchino del falegname, chiede di parlare con i carabinieri. «Questa fonte - spiega Vittorio Borraccetti - chiama in causa il Fusaro, come possibile sequestratore. Da quel momento Michele Fusaro non è stato più solo».

Michele Fusaro. Era stato fermato per un normale controllo la mattina dopo il rapimento di Iole Tassitani. Erano le prime ore del 13 dicembre e il falegname 41enne era stato controllato dai carabinieri, fermato al volante della sua auto. «L'uomo ha proseguito una vita normalissima, continuando a lavorare, anche molto - ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Treviso, colonnello Paolo Nardone - Nei giorni in cui non l'abbiamo perso di vista un secondo ha continuato la vita di sempre». Falegname, dipendente di un supermercato e venditore porta a porta. Aveva parecchi lavori il Fusaro: un segnale del suo bisogno di soldi, una delle molle che lo avrebbero spinto al sequestro.

La ricerca della prigione. «Cercavamo la "prigione", qualcosa che ci assicurasse che la signora fosse in vita - prosegue il Colonnello Nardone - purtroppo invece abbiamo fatto la tragica scoperta».

Il fermo. La sera del 23 il Fusaro viene fermato. «È stato bloccato in strada - spiega il colonnello - mentre stava rientrando nella sua abitazione a Bassano». Il 41enne, al quale si contestava in un primo momento il sequestro di persona a scopo di estorsione, non ha mai collaborato, non ha mai fatto alcuna parziale ammissione. Ma poi nella notte la tragica scoperta nel garage del Fusaro. Gli verrà così contestato anche l'omicidio.

Il garage. «Il garage era ordinato, nessuna traccia di colluttazione e tantomeno di sangue», ha concluso il colonnello Nardone. A terra però quei sacchi della spazzatura: tre sacchi in cui c'erano i resti della povera Iole Tassitani.

Le indagini «non sono finite» , come è stato sottolineato più volte dal Procuratore Vittorio Borraccetti. Nel corso della conferenza stampa era stato detto anche: «In questo momento non c'è l'ipotesi del complice, ma aspettiamo l'esito degli esami, dall'autopsia agli elementi raccolti prima di escludere totalmente questa ipotesi».

Olivia Bonetti

http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3625823&Data=2007-12-27&Pagina=1
Sequestro Tassitani, i resti della figlia del notaio di Castelfranco ritrovati a dodici giorni dalla scomparsa in un garage il 24 dicembre
Iole fatta a pezzi nella casa degli orrori
La donna è stata sgozzata dopo una settimana di prigionia.
Il corpo tagliato in 29 parti e poi nascosto in tre sacchi

Tre quarti d'ora di interrogatorio nel carcere di Vicenza per convalidare il fermo di Michele Fusaro, il falegname 41enne di Bassano del Grappa nel cui garage domenica notte sono stati trovati i resti smembrati di Iole Tassitani. Agli inquirenti che indagano sul tragico epilogo del sequestro della figlia del notaio di Castelfranco Veneto, il principale sospettato ha ammesso di avere partecipato al rapimento, ma ha giurato di non sapere nulla della tragica fine della donna. La richiesta del riscatto sarebbe peraltro avvenuta quando Iole era già morta.
L'uomo, in stato di confusione mentale, ha alluso alla partecipazione di alcuni complici, ed è su questi che ora si concentrano le indagini.
L'esito dell'autopsia sui poveri resti, sezionati e chiusi in tre sacchi della spazzatura, inducono a pensare che la mattanza sia stata opera di più persone.
Nell'auto di Fusaro, che da mercoledì era costantemente seguito dagli inquirenti, non sono state trovate tracce di sangue. Segno che la donna, che non sarebbe stata uccisa nel garage, vi ci sarebbe stata trasportata con un altro mezzo.

http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3625897&Data=2007-12-27&Pagina=2

Spogliata e sgozzata, così Iole è stata fatta a pezzi
In tre sacchi per i rifiuti in garage i resti della donna, smembrati in 29 parti con sega e coltello
Tenuta prigioniera per 7 giorni, la morte risale a martedì o mercoledì della scorsa settimana

Padova
NOSTRA REDAZIONE

È stata denudata e poi sgozzata. E del suo corpo è stato fatto scempio. Tagliato in ventinove pezzi.
Ammazzata senza pietà dopo essere rimasta per una settimana in mano a un aguzzino. Non poteva essere più atroce la morte cui è andata incontro Iole Tassitani, tra martedì 18 e mercoledì 19 dicembre, quando gli investigatori erano convinti di essere giunti a una svolta per risolvere il rapimento: ha respirato il suo stesso sangue che usciva a fiotti dalla gola squarciata dal coltello finchè il tremito estremo non le ha portato via l'ultimo soffio di vita.
Il suo assassino - o i suoi carnefici, come è propenso a ritenere il coroner, vista la complessità del macabro rituale messo in scena - non si è limitato a infliggere una morte barbara, che appartiene alla cultura di certi popoli avvezzi a sgozzare gli ostaggi come bestie sacrificali.
È andato ben oltre: non solo scippando Iole all'affetto dei suoi cari, ma privando i suoi congiunti di una salma su cui depositare l'ultimo bacio e recitare un preghiera prima di chiudere la bara per affidarla alla funicolare celeste.
Ha ridotto quel corpo a brandelli, sezionandolo con precisione "scientifica", con la mano esperta di chi sa dove e come tagliare.
Un vilipendio che vorremmo tacere per rispetto all'immenso dolore della famiglia Tassitani.

Che cosa spinge ad ammazzare, quale processo mentale conduce alla percezione dell'altro come di un essere da eliminare?
È una domanda che usa porsi la psichiatria forense. Vittorino Andreoli, ad esempio, che si è occupato di una infinità di crimini dettati dalla follia - dai serial killer Donato Bilancia e Michele Profeta al parricida Paolo Pasimeni - ha cercato più volte di darsi una risposta, stupendosi di quanto nella specie umana si uccida enormemente più che in qualsiasi altra specie vivente.
Ed è giunto alla conclusione che l'uomo ammazza quando percepisce di non avere via di scampo, di avere perduto ogni senso.

Non c'è niente di psicopatico in ciò che è accaduto a Iole. Gli accertamenti autoptici, eseguiti la vigilia di Natale dall'équipe dell'Istituto di medicina legale dell'Università di Padova diretta dal professor Massimo Montisci, hanno evidenziato una modalità operativa che evidenzia lucidità e razionalità più che pazzia.
Anche se di corpi smembrati in questo modo non vi sono moltissimi esempi nelle nostre terre.
Se si eccettua il "mostro" Giancarlo Stevanin, rimangono un albanese fatto a pezzi e nascosto in un trolley abbandonato in una stradina sterrata lungo la tangenziale di Treviso nel 2003 e il banchiere milanese Gianmario Roveraro segato in più parti e rinvenuto l'anno scorso sotto un cavalcavia nella campagna alla periferia di Parma.
Il professor Montisci ricorda, per esperienza diretta di quando si trovava tirocinante negli States, i resti di una donna e dei suoi due figlioletti, sezionati a colpi di machete e murati in un garage a Miami.

L'autopsia è durata un intero giorno. È iniziata con la conta dei pezzi, infilati in tre sacchetti azzurri della spazzatura, rinvenuti nella tarda serata di domenica - verso le 23.30 - nel garage di Michele Fusaro, a Bassano del Grappa, in una palazzina di via Carducci. C'erano tutti. Il primo sacco conteneva altri quattro sacchetti, con le parti più piccole. Il secondo ne conteneva tre. Nel terzo era avvolto il tronco acefalo. Tutti tagli uniformi, omogenei, senza sbavature, come ha evidenziato anche la tac. Prodotti con almeno due differenti attrezzi: una sega elettrica (probabilmente alimentata a batteria) e un affilato coltello a lama liscia. Per smembrare in quel modo un corpo di settanta chili non bastano dieci minuti e forse non basta neppure una persona sola. Una cosa è certa: i sacchetti non sono stati trasportati fino al garage con l'auto del quarantunenne falegname bassanese. Perchè nessuna traccia biologica è stata rinvenuta nell'abitacolo. Né una goccia di sangue, né un capello sui tappetini, sui sedili, nel bagagliaio.
Ipotizzando che Iole sia stata uccisa da un'altra parte, per trasportare i resti del martoriato cadavere deve essere stato utilizzato un altro veicolo. Quale e di chi? Fusaro aveva attrezzato assai bene il suo garage. E questo, secondo i medici legali, esclude che sia un matto. Nell'autorimessa c'era un forte odore di benzina ed erano stati piazzati dei fornelletti con essenze profumate per coprire l'eventuale odore della decomposizione.
Solo tre minuscole macchie ematiche sul pavimento, gocce probabilmente cadute dai sacchetti. Sempre nel garage sono stati trovati gli abiti della donna, ordinatamente piegati, e le sue scarpe, allineate. Abiti perfettamente puliti: Iole non li indossava quando è stata assassinata. Rinvenuti nell'abitazione del falegname anche i tre cellulari della vittima.

Durante la prigionia, iniziata mercoledì 12 dicembre, non è stata tenuta legata né imbavagliata. Sugli arti e sul tronco nessuna ecchimosi che possa fare pensare all'uso di legacci. Niente tracce di colla da nastro adesivo attorno alle labbra. Però Iole Tassitani è stata picchiata. Sul volto la pelle tumefatta da violenti schiaffi e pugni. Del suo corpo è stato fatto scempio: rimane la consolazione che non ha subìto violenza sessuale.

Gli accertamenti autoptici avranno un seguito. È già al lavoro la dottoressa Luciana Caenazzo, ematologa, che si occuperà dei test del dna sui reperti biologici.
Disposto anche un esame tossicologico: c'è il fondato sospetto che Iole possa essere stata mantenuta drogata, narcotizzata.

Faceva lo spavaldo il falegname Michele Fusaro quando i carabinieri, che lo pedinavano da alcuni giorni, domenica lo hanno portato in caserma per interrogarlo. Un tipo palestrato, imbottito di integratori. Era sicuro che non avrebbero trovato un solo indizio. Ma quando gli hanno detto che nel suo garage era stato rinvenuto il corpo smembrato della figlia del notaio ha abbassato gli occhi, si è chiuso in un assoluto mutismo. E si è defecato nei pantaloni.

Gabriele Coltro


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Il falegname arrestato: «Sono stati gli altri»
Fusaro nega di essere l’assassino e fa intendere di aver avuto dei complici: «Li avete presi?». Spunta una lettera di richiesta di riscatto

Bassano
NOSTRA REDAZIONE

«Gli altri li avete presi? Gli altri cosa dicono?». Gli "altri" sono il nuovo incubo apertosi nell'inchiesta sul rapimento e la barbara uccisione di Iole Tassitani, dopo l'interrogatorio di Michele Fusaro. Il falegname di Bassano del Grappa, nel cui garage, all'1.30 di lunedì, sono stati rinvenuti i resti straziati della quarantenne di Castelfranco Veneto, ieri mattina, in carcere, a Vicenza, in sede di convalida del fermo, ha parlato per tre quarti d'ora con il Gip Massimo Morandini, il pm della Procura di Venezia Roberto Terzo e il pm della Procura di Bassano, Giovanni Parolin, e ha lasciato intendere di aver fatto parte di un gruppo di persone.

Fusaro è apparso in grave difficoltà intellettuale ed espressiva, praticamente sotto choc: ha ammesso di aver partecipato al sequestro, pur se in misura marginale, e ha giurato di non saper nulla della tragica fine della figlia del notaio trevigiano. «Sono stati gli altri». Chi? Confusione totale.
Ovviamente potrebbe essere una manovra per scaricare le proprie responsabilità. Tuttavia gli inquirenti si stanno persuadendo che dei complici devono esistere. Michele non può aver portato via da solo e da solo custodito Iole; e ancora, la mappatura dei suoi spostamenti nei giorni in cui è stato seguito passo passo dai carabinieri o da speciali dispositivi elettronici non ha rivelato contatti diretti con la prigioniera, segno che ci stava pensando qualcun altro. Si è aperto insomma un nuovo scenario nel quale gli investigatori si sono buttati a capofitto.

Il colloquio svoltosi al San Pio X di Vicenza non avrebbe riservato molto altro. Fusaro non avrebbe saputo ricostruire la dinamica esatta dell'operazione, non avrebbe saputo indicare dove la Tassitani è stata tenuta e come e perchè è stata così atrocemente soppressa; non avrebbe nemmeno saputo spiegare perchè i sacchetti con i brandelli del corpo fossero nella sua rimessa. Avrebbe soltanto ammesso di aver conosciuto la donna nell'ambito della sua attività secondaria di venditore porta a porta di prodotti per la casa, gliel'avrebbe presentata una conoscente comune. E le chiamate col telefonino di lei? E la lettera con una richiesta di riscatto trovatagli in tasca domenica notte? Risposte evasive.

«Se farnetica - ha commentato il legale dei Tassitani, l'avvocato Roberto Quintavalle - è perchè vuole costituirsi un alibi».

Al termine dell'udienza il Gip ha convalidato il fermo per sequestro di persona con morte dell'ostaggio e ha disposto la custodia cautelare in carcere. Michele Fusaro è guardato a vista perchè non commetta atti inconsulti. Nel pomeriggio l'operaio ha nominato come legale di fiducia l'avvocato Carlo Covi di Padova.

«Già da qualche giorno temevo che Iole Tassitani fosse stata uccisa - ha riferito ieri il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti - il soggetto che stavamo seguendo si comportava in modo troppo tranquillo». Il magistratO ha definito l'interrogatorio del falegname, svoltosi in mattinata a Vicenza, "non particolarmente significativo". Borraccetti ha dichiarato di essere in attesa dei risultati definitivi dell'autopsia e dell'esito del sopralluogo nell'appartamento di Fusaro. In quest'ultimo - e così nel garage - non sono state rinvenute tracce ematiche e non sono stati trovati arnesi compatibili con lo scempio. Il luogo del massacro di Iole è ancora un mistero.

Bruno Cera



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Un tipo "normale", ossessionato dal fisico e dal bisogno di soldi

Bassano
NOSTRA REDAZIONE

Lo chiedi all'amico, al vicino di casa, al datore di lavoro e ti rispondono tutti alla stessa maniera: «Un uomo tranquillo, ordinato, disponibile». L'espressione più usata è «un tipo normale». Ed è proprio questa "normalità" che sconvolge, che lascia senza fiato quanti lo conoscevano e quanti hanno iniziato a conoscerlo, lunedì, quando il caso è esploso. È normale rapire una donna, tagliarla a pezzi (se è stato lui) e tenerne i resti in garage?

Michele Fusaro ha 40 anni, è nato a Bassano, ed è sempre vissuto nel comprensorio ove ha ancora la mamma, ospite di una casa di riposo, una sorella e un fratello. Nel 2003 aveva preso alloggio nel condominio di via Carducci 25 dove è stato scoperto l'orrendo delitto. Falegname, lavorava in un mobilificio di Romano d'Ezzelino. Aveva sposato in municipio una marocchina e aveva avuto un figlio: anni fa si era separato da entrambi, i due si sono trasferiti in Emilia. È rimasto solo, nella sua mente hanno forse fatto breccia le prime incrinature. Cercava di arrotondare con lavoretti a domicilio e con la vendita porta a porta di pentole e detersivi. Così ha incontrato Iole. Circa un anno fa, sia la Tassitani che il Fusaro, in periodi diversi, ma contigui, erano entrati nell'orbita di una ditta che organizza vendite nelle case. Ad un certo punto erano stati presentati da un collega comune e si sono tenuti in contatto.

Sicuramente Michele è rimasto colpito da quella donna bella, colta, indipendente ed è da ritenere che l'avesse inserita nel suo "giro" di frequentazioni. Nel frattempo il falegname dai martelli era passato ai computer, aveva scoperto il mondo delle chat, aveva capito che poteva essere chic. Si era dato ai manubri e agli integratori alimentari, cercava le signore in rete, si presentava, il fisico atletico "aiutava". Aveva allacciato un rapporto quasi fisso con una separata di Bassano; domenica sera era andato a prenderla, l'aveva invitata a cena e l'aveva riaccompagnata. E venerdì aveva partecipato al convivio della fabbrica, come se nulla fosse.

Il Fusaro faceva il prestante pure col portafoglio. Ma i soldi non bastavano mai: lo stipendio era quello che era, doveva mantenere il figlio e curare l'appartamento; e voleva approfittare del tempo libero. È in questa fase - magari solleticato da qualche lettura sbagliata (in casa gli sono stati trovati libri di occultismo) e da qualche film di serie B - che deve aver maturato un progetto delirante. Poteva forse sequestrare una di quelle donne con cui di notte parlava alla tastiera e che di tanto in tanto portava al ristorante. Una cosa veloce, senza chiedere la luna.

Ma è andata in un'altra maniera. Dalle chiamate sui telefonini, dalle tracce nei computer, dalle riprese di un pugno di telecamere, e soprattutto dalle rivelazioni dell'ex-cognato, gli inquirenti sono arrivati a lui e hanno scoperto un "precedente" piccolo ma inquietante: nel 1983, a 16 anni, con altri coetanei, era stato coinvolto - ricettò alcuni oggetti - nel ratto di una ragazzina a scopo di libidine. Dalla metà della settimana scorsa i Carabinieri del Comando provinciale di Treviso, del Ros di Padova e della Compagnia di Bassano hanno cominciato a pedinarlo, con estrema prudenza, e quindi hanno operato il blitz.

Ora Michele Fusaro è in carcere, a Vicenza, guardato a vista. Domenica notte, nella caserma dell'Arma, a Bassano, prima ha fatto lo spavaldo, poi ha citato nomi e circostanze di pura fantasia infine è scoppiato a piangere. «Cosa ho fatto, cosa ho fatto - ha ripetuto pur senza confessare apertamente - sono rovinato». Da quel momento in avanti ha solo continuato a fissarsi le mani, abili nel costruire, spietate nel distruggere.

B.C.

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Fermato in auto dai carabinieri poco dopo il sequestro

Treviso
NOSTRA REDAZIONE

«Ma se drio schersare?» Spavaldo e, all'apparenza, ingenuo allo stesso tempo. Michele Fusaro ha dimostrato di esserlo fino alla fine, dal momento in cui si è convinto ad architettare l'assurdo progetto di rapire una donna, fino a quando - tra domenica e lunedì - si è ritrovato nella morsa dei carabinieri che gli stavano stringendo le manette ai polsi.

«Se drio schersare? Mi no go rapio proprio nesuno». Spavaldo e ingenuo. Spavaldo lo era certamente, se è vero che fino all'ultimo era riuscito a mascherare una doppia vita e, soprattutto, a occultare un cadavere fatto a pezzi, tenendolo in casa per chissà quanto tempo, senza attirare l'attenzione di chicchessia, vicini e conoscenti, compresa la donna che di questi tempi andava frequentando, in modo più o meno clandestino.

Spavaldo fino in fondo, e strafottente al punto da non trascurare la maniacale cura del proprio corpo, pur avendo un cadavere sulla coscienza, e andare a correre come nulla fosse, per tenersi in forma. Come ha fatto fino a domenica mattina, senza sapere di essere seguito a distanza nei suoi movimenti, quando si è messo a fare jogging, lasciando interdetti i carabinieri che avevano l'incarico di non mollarlo un secondo. «Faceva tutto nella normalità più assoluta»: al maggiore Alessandro Dimichino, comandante del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma, la doppia vita di Michele Fusaro appariva quasi impossibile. Mai, in cinque giorni di pedinamenti, il falegname bassanese ha mostrato cedimenti, o segni di nervosismo. Un criminale freddo e silenzioso, assolutamente autonomo. Almeno così ha mostrato di essere nel momento in cui Fusaro è entrato a buon diritto nelle mire investigative sul sequestro di Iole Tassitani, quando la Distrettuale antimafia ha potuto raccogliere la testimonianza chiave di un uomo, l'ex cognato marocchino di Michele Fusaro, su un caso che stava facendo ammattire un po' tutti. «Sì, mi fu fatta una proposta da una persona che conosco e solo ora, leggendo i giornali, mi son reso conto che potrebbe c'entrare con il sequestro. Dissi immediatamente di no, che non mi interessava. Forse potrebbe servirvi sapere che quella persona si chiama Fusaro. Michele Fusaro». Che, in quel momento, poteva diventare il grimaldello per la liberazione di Iole.

Pedinato e sorvegliato a distanza: «Non potevamo avere la certezza matematica che quell'uomo potesse effettivamente c'entrare col sequestro: c'era un buon 70 per cento di possibilità. E non sapevamo neppure se il sequestro fosse stato architettato da una o più persone». Perché il falegname bassanese, durante la vigilanza, non ha mai avuto contatti sospetti, neppure con malavitosi, e mai un comportamento fuori dalle righe: tutto nella normale quotidianità di un single che lavora e spende il proprio tempo libero come lo spenderebbe chiunque, nelle sue condizioni, palestra compresa. E la prospettiva di qualche viaggio, a spezzare la routine di una vita apparentemente banale. Una fotografia che rispecchia cinque giorni di esistenza.

Ma prima di mercoledì scorso, prima di finire inquadrato dai carabinieri, come era riuscito a nascondere il suo folle progetto? Con alterne fortune, decisamente. Poche ore dopo il sequestro di Iole una pattuglia dei carabinieri, sul confine fra il Trevigiano e il Bassanese, alle porte di Rossano Veneto, era stata indotta a fermarlo in auto, una scalcinata Honda Accord che, alle 3 e passa della notte, indurrebbe qualunque pattuglia a darle un'occhiata. E non solo quella, perché i due carabinieri che avevano intimato l'alt a Fusaro, non avevano tralasciato di fargli aprire anche il bagagliaio, oltre a controllargli i documenti. «Può andare...». Nessuno, ancora, in quel momento era a conoscenza che una donna era stata rapita. Solo l'amica di Iole, che però non aveva dato troppa importanza al messaggio che la donna le aveva inviato e che, purtroppo, sarebbe stato l'ultimo. Così Michele Fusaro aveva salutato la pattuglia, come nulla fosse accaduto. Che ci stava a fare, lì, a qualche chilometro da Castelfranco, e qualcuno in più da casa sua? E dov'era, in quel frangente, la povera figlia del notaio Tassitani? Sicuramente era viva.

Giancarlo D'Agostino


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Nel cuore del Nordest batte la paura
di Edoardo Pittalis

Da tre giorni quelle due fotografie attraversano gli occhi e i teleschermi: lei che accarezza la gatta e, senza occhiali, china lo sguardo miope; lui che strizza le palpebre accecate dal lampo e guarda quasi con sfida dalla foto segnaletica. Iole Tassitani e Michele Fusaro. Lei è stata uccisa, fatta a pezzi, ventinove pezzi! Lui l'ha rapita, straziata con maniacale precisione e riposto ogni pezzo in una busta nera della pattumiera, quelle che si chiudono col laccio giallo.


A Castelfranco e a Bassano hanno spento le luminarie di Natale perché non c'era più nulla da festeggiare e resteranno buie sino alla fine delle feste. Quelle luci spente sono un po' lo specchio delle nostre paure e della coscienza del Nordest oggi. Non ci capiamo più niente, ci spaventiamo per tutto, confondiamo cause ed effetti. Poi, di colpo, scopriamo che la realtà è più brutta, più terribile, assolutamente diversa da come l'avevamo immaginata e programmata.

Iole Tassitani era una bella donna, libera, senza problemi economici. Forse si fidava delle persone, forse si sentiva protetta dalla sua indipendenza. Forse combatteva a modo suo la solitudine senza avvertite negli altri la pericolosità. Si affidava alle chat per restare collegata al mondo, ma anche per restarne isolata. È sparita e per quasi due settimane si è pensato a un sequestro, si è attesa la richiesta di riscatto, si è temuta una nuova criminalità immigrata nel Veneto con determinatezza e ferocia. Gorgo al Monticano era stato un segnale troppo forte per poterlo trascurare. Si è cercata una banda, perché un rapimento presuppone organizzazione e quantità; si è cercato un covo. Imprevista la realtà: l'assassino è un falegname di Bassano del Grappa, resta da capire perché lo ha fatto non come lo ha fatto: ha sgozzato la donna, l'ha decapitata, l'ha fatta in pezzi sempre più piccoli. Poi ha provato a depistare spedendo una richiesta di riscatto. Ha commesso troppi errori (ha anche usato i cellulari della vittima), eppure per tanti giorni l'ha fatta franca. Ha condotto normalmente la sua vita, entrava e usciva da quel garage, si allontanava per andare in palestra, per correre all'aperto. Un immigrato nordafricano, sospettando qualcosa, ha messo la polizia sulle tracce dell'assassino. La storia potrebbe finire qui, si aspetta che Fusaro confessi e spieghi quello che ancora non si capisce.

È vero, il criminale non manda segnali di pericolo; non ha scritto in faccia che è un assassino. Sa confondersi tra gli altri, mimetizzarsi tra i vicini di casa e di lavoro. Eppure siamo di fronte a una storia mostruosa, più si scende nei dettagli e più aumenta l'orrore. Pensi che cose del genere accadano soltanto nei telefilm che vengono dall'America e che passano di notte in tv col bollino rosso per mandare a letto i bambini. Il garage di Bassano è peggio del camion frigorifero col quale "Dexter" trasporta le sue vittime dopo averle fatte a pezzi che recapita alla Polizia.
Lo insegue un altro serial killer che fa il giustiziere per conto della legge. Ma quella è fiction, disgustosa ma fiction; Fusaro non è uscito da un telefilm, era tra di noi.
Non era prevedibile, ma si camuffava alla perfezione. Come tante volte, quando l'orrore supera anche la più malata delle fantasie, quando la paura non riesce più a spaventare.

Come è accaduto per Pietro Maso, per Erika e Omar, per la strage di Erba, per quella volta che a Oderzo padre e figli massacrarono la madre e la lasciarono moribonda sul greto del fiume.
Storie di soldi, di eredità, di ferocia.
Gli altri non c'entrano, bisogna cercare in mezzo a noi e diventa più angosciante, più doloroso. Talvolta la ricerca può portare persino alla rimozione: è un folle, un pazzo, imprevedibile.
Come se bastasse a togliere l'orrore, a scalpellarlo dalle lapidi.
Come se bastasse per dare una risposta a ogni domanda.

Questa non è una storia da rimuovere: perché testimonia la perdita di certi valori, perché spiega quelle luci spente in segno di lutto e non solo.
Troppo facile archiviare tutto con la follia o con i soldi.
Il delitto si è consumato tra Castelfranco e Bassano, l'asse che unisce una delle zone più ricche d'Italia, ad altissima concentrazione di fabbriche.
Si produce di tutto: dalle biciclette alle ceramiche, dalle pellicce ai salotti, dalle scarpe sportive al computer.
La strada è una delle più trafficate d'Italia, una di quelle a maggiore rischio.

È il Nordest che ha sicurezze economiche e incertezze sociali.
Ha paura; avverte molti allarmi, anche quello della malattia contagiosa e corre a vaccinarsi.
Cerca capri espiatori, invoca misure d'emergenza, guardie più o meno private.
Non ha fiducia nello Stato che spesso è assente, quasi sempre non sa ascoltare e talvolta non capisce.
Emerge a tratti intolleranza e xenofobia.
Non è una crisi di soldi, quelli ci sono; è una crisi di identità.
Il Nordest è in difficoltà: ha perso valori sino a ieri solidi; non ha peso a livello nazionale perché non riesce a esprimere una classe dirigente politica, imprenditoriale e culturale all'altezza del momento.
Non riesce a passare le consegne da una generazione all'altra: ventimila aziende, il 33%, muoiono per impossibilità di trasmettere il timone da padre a figlio.
Nordest che sa che sta per arrivare il temporale, ma anziché costruire il riparo si affida agli effetti speciali.
Dovrebbe riflettere sul fatto che c'è stato un grandissimo sviluppo non accompagnato da adeguato sforzo culturale.
Dovrebbe riconoscere con orgoglio la grandezza di un passato di emigrazione e anche di povertà trasformato in ricchezza vera, grazie anche a una dedizione al lavoro non comune.
Invece, ignora il passato, fa ripartire la propria storia dal presente.
Così non ritrova le radici che lo saldino alla terra, resta spaventato, diffidente, fragile.
Si chiude a tutto, specie a quello che non conosce e non capisce, il diverso diventa in fretta il nemico da combattere.
Per questo l'orrore di Castelfranco può correre il rischio di venire rimosso.
Davanti al sangue di Gorgo al Monticano era tutto più semplice: assassini venuti da fuori e capaci di uccidere in maniera bestiale e di lasciare tracce proprio come le bestie.
Uno di loro, forse sconfitto dal rimorso, l'altro giorno si è ucciso in carcere.
Lì era tutto più chiaro.
Lo Stato ha sbagliato perché ha fatto mancare la presenza rassicurante sul territorio e perché non capito che la gente va protetta, difesa e garantita nelle strade, nelle case e nelle teste.
Ma l'assassino del garage di Bassano non è venuto da fuori e la sua ferocia può passare alla letteratura criminale.
Il falegname che maniacalmente ha fatto a pezzi la bella figlia del notaio e poi se n'è andato a correre come tutti i giorni.
In calzoncini, anche col freddo che pungeva e la prima spruzzata di neve; col contapassi perché bisogna tenere il conto di ogni metro coperto.
Michele Fusaro era fatto così.
È per lui che sono state spente le luminarie delle feste a Castelfranco e a Bassano.
È per lui che tutti dobbiamo ora interrogarci su cosa significhi scoprire un Michele Fusaro nel proprio grembo.
E per scacciare una domanda che arriva comunque, inevitabile: se a uccidere Iole fosse stato un immigrato cosa si griderebbe oggi? E si correrebbe il rischio di rimuovere?

Edoardo Pittalis

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Annichiliti. Siamo tutti angosciati ...

Annichiliti.
Siamo tutti angosciati e inquieti.
Siamo pietrificati per questo atroce assassinio.
Una donna semplice, tranquilla, è sequestrata in una quieta città di provincia.
E torturata, emotivamente e fisicamente, per 8 interminabili giorni.
Sola, disperata, senza conforto.
Incredula che nessuno arrivi a salvarla: «Perché nessuno mi aiuta?
Perché nessuno mi libera da questo pazzo furioso?».
Le indagini languono.
Eppure tutto avviene nel raggio di qualche decina di chilometri.
Allo choc, allo sgomento, all'incredulità delle prime ore, ma anche alla speranza di essere salvata, subentra pian piano la disperazione.
Prega, sillabando le preghiere.
Non c'è risposta. «Nessuno viene a salvarmi, nessuno».
L'uomo-mostro la tortura con l'attesa del peggio, con l'inquietudine, con la paura, con l'orrore.
Con le percosse brutali.
Giorno e notte.
E nessuno arriva a salvarla.
Di questa donna infelice, precipitata in pochi minuti nel più atroce e irrimediabile degli incubi, restano 29 pezzi.

Assassini efferati, purtroppo, avvengono con frequenza inquietante.
Ma questo ci turba per ragioni che ci toccano nel profondo.
Non solo per la premeditazione, la crudeltà, la lenta barbarie.
Ma per l'insidiosità della storia.
Una donna normale, senza alcun legame particolare con l'assassino, viene catapultata in pochi minuti nel più demoniaco dei tormenti.
Una di noi.
Ci angoscia pensare che nella nostra Marca serena un destino così atroce, inimmaginabile, impensabile possa capitare a ciascuna di noi.
A nostra figlia, a nostra sorella, a nostra madre, o alla migliore amica.
Ci angoscia dover ammettere che dietro al benessere opulento della nostra terra si celano mostri definitivamente crudeli, perfino oltre la morte della vittima.

Se il colpevole è il falegname italiano nella cui casa è stato rinvenuto il cadavere oltraggiosamente smembrato, ci angoscia dover ammettere che l'assassino, il sadico, abita tra noi.
Vive tra noi.
Parla la nostra lingua.
È nato qui. Il mostro, l'assassino, è dei nostri.

Ci angoscia sapere che anche quest'uomo aveva precedenti psichiatrici.
Che non sono e non possono essere un alibi per lui, ma sono una domanda di rendiconto per noi.
Per chi l'aveva seguito in passato.
Possibile che un caso così grave di patologia mentale passi inosservato, non diagnosticato e non curato?
Qualcosa deve cambiare nella sostanza: nella prevenzione, nella velocità delle indagini, nella severità ed effettività delle pene.

E ci angoscia pensare ai genitori di questa donna.
Sopravvivere alla morte di un figlio è atroce.
Ma sapere che una figlia è stata torturata e uccisa in questo modo, è la più atroce delle pene per chi sopravvive a questo inferno.
In tutti noi, per loro, resta una pena accorata.

Alessandra Graziottin

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_27/iole_tassitani_fatta_pezzi_9ec0f4a0-b487-11dc-82b4-0003ba99c667.shtml
omicidio Tassitani
Iole sgozzata e fatta in 29 pezzi
Il risultato dei primi esami sui resti del cadavere eseguiti già la sera del 23 dicembre

ROMA - Iole Tassitani, la figlia del notaio di Castelfranco Veneto ritrovata cadavere in un garage privato di Bassano del Grappa, è stata fatta a pezzi con una sega elettrica e divisa in ventinove parti. È quanto emerge dalle indiscrezioni del primo esame sui resti del cadavere eseguito dal medico legale di Padova la sera del 24 dicembre. Lo scrive Il Gazzettino, anche se si attendono ancora i risultati dell'esame autoptico che dovrebbero essere resi noti nelle prossime ore.

SGOZZATA - Il quotidiano del Veneto anticipa che il cadavere di Iole Tassitani è stato rinvenuto con diverse ecchimosi sul volto, segno che la donna è stata picchiata e colpita con un corpo contundente alla testa, è inoltre stata sgozzata con un grosso coltello. L'autopsia dovrà anche chiarire dopo quanto tempo dalla scomparsa della donna, il 12 dicembre, è avvenuta la morte e se la vittima sia stata sedata nel corso del sequestro. Intanto mercoledì dopo la convalida del fermo di Michele Fusaro, il falegname quarantenne nel cui garage sono stati rinvenuti i resti della vittima, da parte del gip Massimo Morandini del tribunale di Bassano del Grappa il suo difensore, che era stato assegnato d'ufficio, ha revocato l'incarico. Nel pomeriggio di giovedì l'avvocato Carlo Covi di Padova verrà nominato nuovo difensore ufficializzando l'incarico nel carcere di Vicenza dove è detenuto Fusaro. L'uomo, dalla cella, ha provato a negare tutte le accuse a sue carico, ma poi è crollato: «Cosa ho fatto, cosa ho fatto... ».

PRIGIONE - A quattro giorni dal ritrovamento del corpo della Tassitani intanto i carabinieri di Treviso e del Ros di Padova non hanno ancora individuato la prigione dove è stata tenuta la donna dopo il suo sequestro. Prigione che, quasi certamente, è stata anche il luogo del suo omicidio. Nel frattempo, giovedì mattina si è tenuto un incontro a Venezia coordinato dal Procuratore capo, Vittorio Borracetti, per fare il punto dell'inchiesta che presenta alcuni aspetti dubbi: in particolare gli inquirenti intendono chiarire se Michele Fusaro sia l'unico responsabile o abbia avuto uno o più complici.


27 dicembre 2007

bjt2
27-12-2007, 19:40
Un po' crudo e pulp nella descrizione uno degli articoli: i fiotti di sangue che escono dal collo di lei e il Fusaro che si ca.a addosso... Non staranno un po' esagerando? Mi sento un po' male... Anche per l'efferatezza del delitto... Quella povera donna che mai aveva fatto?

gpc
27-12-2007, 19:42
Ma al TG1 hanno intervistato il cognato dell'assassino... e questo qui ha detto che il tipo l'aveva chiamato per partecipare al sequestro. E questo deficiente non ha denunciato nulla? :doh: Ma si può? :muro:

ania
27-12-2007, 20:04
Ma al TG1 hanno intervistato il cognato dell'assassino... e questo qui ha detto che il tipo l'aveva chiamato per partecipare al sequestro. E questo deficiente non ha denunciato nulla? :doh: Ma si può? :muro:
http://www.ilgazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3625906&Data=2007-12-27&Pagina=2
La fonte.
Martedì 18 dicembre, a quasi una settimana di distanza dal rapimento di Iole, una "fonte", l'ex cognato marocchino del falegname, chiede di parlare con i carabinieri. «Questa fonte - spiega Vittorio Borraccetti - chiama in causa il Fusaro, come possibile sequestratore. Da quel momento Michele Fusaro non è stato più solo».

L'ex cognato ha parlato il 18 dicembre.

Comunque, se l'ex cognato non avesse parlato, chissà se sarebbero arrivati a scoprire quello che era accaduto.

Il 18 dicembre, lei era ancora viva.


Ania

gpc
27-12-2007, 20:05
L'ex cognato ha parlato il 18 dicembre.

Comunque, se l'ex cognato non avesse parlato, chissà se sarebbero arrivati a scoprire quello che era accaduto.

Il 18 dicembre, lei era ancora viva.


Ania

Oh... :stordita: l'avevo capita diversamente :sob:
Ma, in ogni caso, se uno ti vuole coinvolgere in un rapimento, che fai? Aspetti un po' prima di segnalarlo o lo denunci subito?

ania
27-12-2007, 20:16
Oh... :stordita: l'avevo capita diversamente :sob:
Ma, in ogni caso, se uno ti vuole coinvolgere in un rapimento, che fai?
Aspetti un po' prima di segnalarlo o lo denunci subito?
Ovvio che avrebbe dovuto denunciare la cosa immediatamente.

Ma la domanda è:
visto che Fusaro aveva già cercato dei complici con cui realizzare il suo piano criminale, è possibile che abbia fatto tutto da solo ?

Perchè mi risulta difficile credere, dopo aver letto tutte le ricostruzioni che sono state fatte, che tutto ciò sia stato opera di un uomo soltanto.


http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/treviso-figlia-notaio/nuova-versione/nuova-versione.html
Michele Fusaro è accusato del rapimento e dell'omicidio di Iole Tassitani
Colpita e accoltellata, poi smembrata in 29 pezzi forse nella fabbrica dove lavorava l'assassino
Il falegname: "Non l'ho uccisa io"
In casa le schede di decine di donne
L'ex cognato: "Mi aveva chiesto di essere suo complice. Non l'ho preso sul serio"

VICENZA - "Ho partecipato al sequestro ma non l'ho uccisa io". Nega di essere l'assassino di Iole Tassitani il falegname Michele Fusaro, in carcere per il sequestro e la morte della figlia del notaio di Castelfranco Veneto, vicino Treviso. Non fa il nome dei complici il presunto assassino, ma continua a proclamarsi innocente. "Non sono stato io" ha ripetuto anche oggi al suo avvocato, ma nel garage del falegname a Bassano del Grappa c'erano tre sacchi con il corpo della donna smembrato da una sega elettrica in 29 pezzi e nell'armadietto le scarpe sporche di sangue.

"Non l'ho preso sul serio, potevo fermarlo prima ma purtroppo è andata male". Si dispera il fratello marocchino dell'ex moglie di Michele Fusaro. Si erano incontrati tre giorni prima del sequestro. A lui il falegname aveva proposto di partecipare al rapimento della figlia del notaio: "Io ho rifiutato - dice Adil Louanda - ma quando ho sentito la notizia al telegiornale ho denunciato la cosa ai carabinieri. Dovevo farlo. Se l'avessi preso sul serio da subito, forse avrei potuto fermarlo prima che capitasse quello che è capitato".

Dove la donna sia stata tenuta sequestrata, i carabinieri ancora non l'hanno scoperto. Il medico legale sostiene che la figlia del notaio è stata uccisa quasi subito, forse un paio di giorni dopo il sequestro. "E' stata tramortita con un oggetto pesante", dice il perito: sul collo e sul volto ci sono le ecchimosi che lo dimostrano. E sulla gola profondi tagli lasciano immaginare che il suo aguzzino prima di finirla l'abbia torturata. "Di certo - precisa il medico legale - la donna non è stata uccisa all'aperto: non c'erano tracce di polvere o terra sui poveri resti. La donne potrebbe essere stata sezionata nel mobilificio dove Fusaro lavorava: era addetto al computer che governa proprio una di quelle grosse seghe elettriche che avrebbero potuto essere state utilizzate per il macabro rituale.

Nella casa, perfettamente ordinata, del falegname killer, i carabinieri hanno trovato le lettere di numerosedonne in sovrappeso che gli chiedevano consigli per dimagrire. Lui rispondeva a tutte via internet. Forse è stato proprio così che Iole ha conosciuto il suo futuro aguzzino. Chi la conosceva bene, assicura di averla vista molto dimagrita negli ultimi mesi, e nel computer che Iole usava nello studio del padre, c'era il numero di telefono del suo presunto assassino.

Era un maniaco della forma fisica Fusaro, un uomo che faceva ogni mattina jogging. C'è chi ha detto di averlo visto correre per le strade della città in tuta anche nei giorni del sequestro, quando Iole forse era già morta.

Gli anziani genitori della vittima si sono chiusi nella loro villetta lungo il viale della stazione schiacciati da un dolore senza fine. Attendono che il magistrato gli conceda il nullaosta per organizzare i funerali. Sembra che le esequie non potranno essere celebrate che i primi giorni di gennaio.

(27 dicembre 2007)




Ania

ania
27-12-2007, 20:26
Un po' crudo e pulp nella descrizione uno degli articoli: i fiotti di sangue che escono dal collo di lei e il Fusaro che si ca.a addosso... Non staranno un po' esagerando? Mi sento un po' male... Anche per l'efferatezza del delitto... Hai ragione, infatti, sono stata incerta fino all'ultimo se stralciare alcune righe da alcuni articoli, ma alla fine ho lasciato tutto nella forma originariamente pubblicata on line, per una forma di rispetto nei confronti degli Autori degli articoli, anche se devo ammettere che gli articoli che più ho apprezzato sono stati quelli di Edoardo Pittalis ed Alessandra Graziottin.
Quella povera donna che mai aveva fatto?Nulla, naturalmente.
Anche perchè -IMHO- non c'è nulla che un essere umano possa avere compiuto nella vita, e che sia tale da fargli meritare una fine tanto atroce, disumana e spietata.

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_27/fusaro_iole_tassitani_a4953bb2-b44f-11dc-82b4-0003ba99c667.shtml
L'unico indagato rinchiuso a Vicenza da domenica
Il killer di Iole Tassitani in cella nega tutto
Poi il crollo: cosa ho combinato

VICENZA — «Non ho fatto niente, io non c'entro. Cercate i colpevoli, cercateli». Michele Fusaro è sdraiato in posizione fetale sulla sua branda nella cella numero 1 del carcere San Pio X di Vicenza. Indossa scarpe da ginnastica bianche, pantaloni scuri con le tasche laterali, una felpa chiara. Abbigliamento fornito dalle guardie carcerarie perché da domenica, da quando è rinchiuso nel penitenziario, nessun parente è ancora venuto a trovarlo. Eppure la sua è una famiglia numerosa, due sorelle e un fratello, tutti più vecchi di lui. Sul tavolino ci sono i piatti del pranzo di Santo Stefano: pasta al sugo, verdure cotte e tre mandarini. Ma lui non tocca cibo.

«Praticamente non mangia», dice l'agente che non lo perde d'occhio. Da quando è in carcere l'uomo è sotto sedativi. In prigione, davanti a Laura Fincato deputato del Partito Democratico, Michele Fusaro, 41 anni, si preoccupa per suo figlio Emanuele di 18 anni, nato dal primo matrimonio: «Emanuele non c'entra, non fategli del ma-le, non tiratelo dentro a questa storia ». L'altra preoccupazione è per il pizzetto. Se lo liscia, è perfetto e ben curato nonostante i tre giorni passati dietro le sbarre. Il corpo, i soldi, le donne e la pulizia sono le ossessioni di Fusaro. Un vero narciso, un maniaco della forma fisica con il corpo, asciutto e atletico, allenato in palestra e mantenuto con le diete. I soldi, mai abbastanza, nonostante due lavori: falegname presso il mobilificio Gemme Stile di Romano d'Ezzelino (assunto a luglio dopo il fallimento dell'azienda orafa del cognato dove lavorava) e la vendita porta a porta di prodotti per la casa. Il denaro è stato anche la causa del fallimento del primo matrimonio, quando aveva vent'anni, con una ragazza di Roma. Il suocero, che lo accusava di non guadagnare a sufficienza per consentire una vita dignitosa alla famiglia, un giorno arrivò a Bassano per riportare nella Capitale figlia e nipotino. Le donne non gli sono mai mancate. Breve anche il secondo matrimonio con una ragazza marocchina, che ora vive a Reggio Emilia, da cui ha avuto un bimbo che oggi ha due anni.

Clandestina, invece, l'ultima relazione con una collega sposata. In mezzo, numerose storie perché Michele Fusaro ci sa fare. Sempre ben vestito e curato, conquista con modi affabili, il fisico atletico e l'abilità manuale. Uno di quegli uomini che in casa sanno fare di tutto. E in casa Michele Fusaro ha sempre fatto tutto, comprese le faccende domestiche. Viveva da solo ma il suo appartamento, il suo garage, sono tirati a lucido, neanche un filo di polvere, nulla fuori posto. Pochi amici, una vita apparentemente normale quella del presunto mostro di Bassano del Grappa. Un solo precedente che risale al 1983, quando era ancora minorenne, per ricettazione. Nei bar della zona, tra quanti sostengono di conoscerlo («Sì, di vista, ma non siamo amici»), qualcuno mormora che «ogni tanto lo vedevo in giro con gente strana, tipi drogati ». «Si è sempre dato da fare, non è mai rimasto disoccupato», assicura un conoscente che ricorda di «quando Michele frequentava la parrocchia assieme al fratello per partecipare a qualche attività sportiva». «Una persona tranquilla e riservata, mai avuto problemi, mai un ritardo», dice Francesco Cristian l'ultimo datore di lavoro.

Tranquillo Fusaro lo era anche la sera prima di essere arrestato, alla cena natalizia del mobilificio Gemme Stile. Iole Tassitani era già stata fatta a pezzi ma lui ha bevuto, mangiato e chiacchierato con tutti come se nulla fosse. «Ora che ci penso aveva lo sguardo un po' assente, ogni tanto fissava il vuoto. Sembrava assorto nei suoi pensieri, ma niente di insolito», ricorda un collega. Per gli inquilini della palazzina a tre piani dove abita, in via Carducci al numero 16, è addirittura un punto di riferimento, pronto a smorzare eventuali tensioni con gli immigrati arrivati da poco: «Quando c'era una discussione tra vicini era lui a cercare la soluzione migliore per tutti», dice il figlio della famiglia eritrea che vive al pianterreno. Sempre pronto a dare una mano come quando, poche settimane fa, da solo aveva ripulito il cortile condominiale dai rovi. Rannicchiato sulla brandina della cella, Michele Fusaro aspetta la visita del cappellano del carcere: «Non è ancora passato, voglio parlarci, ho fede in Dio». Poi si copre il viso con le mani e mormora: «Cosa ho fatto, cosa ho fatto...».

Roberto Rizzo
27 dicembre 2007


http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Bassano&Codice=3626037&Data=2007-12-27&Pagina=5
UN LAVORO DA KILLER
Ha agito come un professionista
Grande freddezza e attenta preparazione nello spostamento del corpo fatto a pezzi

(A.Fed.) Non sembra un novellino, questo signore che ha ammazzato Iole Tassitani e poi ne ha fatto 29 pezzi. Le ha tagliato netta la carotide: se è andato a caso, è vero che la fortuna assiste i novellini. Già ha un significato che l'uomo abbia usato una lama per uccidere: vuol dire che con la vittima c'era "un rapporto" importante per lui. Un significato ce l'ha il fatto di fare un corpo a pezzi: non è da tutti; anzi non è nemmeno da pochi. Tagliare a pezzi il cadavere vuol dire essere freddi e determinati e soprattutto, vuol dire preordinazione: non solo non è facile tagliare un corpo (ventinove pezzi sono tantissimi), ma soprattutto non è facile farlo senza commettere uno scempio. Il sangue che cola; un posto sicuro per ore, dove non capiti qualcuno nemmeno per caso; lo strumento per farlo (un seghetto); aver predisposto per la pulizia e per il trasferimento.
Una volta uccisa una persona, la cosa più facile è buttarla in una zona abbandonata o in acqua. Farla a pezzi e nasconderla in sacchi, in un garage può voler dire non volerla far trovare mai più.
Il fatto che nel corpo non ci fosse quasi più sangue e il freddo avrebbero reso quasi nullo l'odore e i fenomeni che normalmente si sviluppano nei cadaveri. Il fatto di aver segato il corpo in 29 pezzi fa pensare anche ad una maniacale attenzione e ad una preparazione di un vero rito.

È strano, ma quello che ha fatto Fusaro è tipico dei serial killer ed è invece rarissimo nella normale criminologia.
Il medico legale potrà sapere se Iole era tenuta verticalmente od orizzontalmente, una volta uccisa, dalle eventuali colature del sangue; si saprà se l'assassino ha usato la destra o la sinistra e anche se era uno solo. In questo caso il medico legale pensa che l'operazione depezzamento sia stata eseguita da due persone: sarebbe il primo caso conosciuto in Italia di coppia killer.

Insomma, Iole è morta per anemia acuta emorragica dopo il taglio della carotide: il luogo del delitto ha raccolto la gran parte del suo sangue che quando la persona è morta esce solo per pressione esterna, quella interna non esiste più.
Il medico legale si sarà trovato davanti a diversi stadi di degrado dei pezzi: questo perchè la mancanza di gran parte del sangue fa sì che ci sia tendenza alla mummificazione di gambe e braccia. Sarà interessante sapere come è stato trovato il volto della povera vittima: il volto è fonte di turbamento anche per un assassino.
Il fatto che il corpo sia stato trasportato dal luogo dell'omicidio a quello del ritrovamento (se non addirittura con altre tappe intermedie) indica un assassino lucido con ottime capacità di pianificazione, che non si è mai fatto prendere dallo sconforto o dall'impeto. Probabilmente non era per denaro, che ha rapito Iole. È molto significativo il fatto che la donna sia stata spogliata, i suoi vestiti sistemati ordinatamente accanto ai sacchi, e accanto le scarpe. Il "modo" di lasciare un corpo dice molte cose agli investigatori.

Quando è stata uccisa Iole? I Carabinieri dicono che negli ultimi cinque giorni Fusaro ha vissuto costantemente tenuto d'occhio. Il primo segno dopo il rapimento, avvenuto il 12 dicembre tra le 20.10 e le 20.50 a Castelfranco, arrivò il 16, la domenica: un trillo dal cellulare di lei, che poteva ancora essere viva. Poi un altro trillo e poi la richiesta di riscatto. È stata ritrovata nella notte tra 23 e 24: se da 5 giorni i Cc non perdevano di vista Fusaro o non l'ha uccisa e depezzata lui, ma un complice, e ne ha nascosto i resti o la donna è stata uccisa prima del 19, quindi tra domenica e mercoledì della scorsa settimana. Perchè?

Perchè è stata smembrata? La storia dei killer negli Usa (la più ricca in fatto di morti di questo genere) dice che «Lo smembramento del cadavere ha un significato di gratificazione sessuale e psicologica molto importante per l'assassino ed è ulteriore dimostrazione della potenza esercitata sulla vittima indifesa. Il soggetto vuole indicare che la vittima è un "nulla assoluto" o che è un "insieme di piccoli pezzi di nulla"». Sarà anche significativo sapere se i pezzi del corpo erano legati o meno. Più segni ci sono di pianificazione dei delitti più "maturo" (di età) è l'assassino; e anche questo dato corrisponderebbe al delitto Tassitani.

Ma allora questo assassino sarebbe tutt'altro che matto: anzi, quello che si sa fin qui direbbe che è un professionista.
Ci sarebbe da scommettere sul fatto che gli inquirenti stiano vagliando attentamente i casi del passato rimasti insoluti. I serial killer cominciano a 18 anni.


Ania

naitsirhC
28-12-2007, 13:05
Oggi ho sentito un paio di teleggggggiornali e dicevano due cose differenti.

Su uno si diceva che la vittima è stata uccisa a poco tempo di distanza dal sequestro.
Sull'altro, che sia stata brutalmente sgozzata e poi fatta a pezzi ad una settimana di distanza dal rapimento.
Chi dice che ha agito da solo, chi invece parla di probabili complici...

Non è per far polemica, ma almeno dovrebbero aspettare che ci siano i dovuti riscontri prima di fare certe affermazioni.

Per loro, l'importante è che se ne parti, in lungo e in largo anche con particolari molto macabri.

ania
28-12-2007, 13:40
Chi dice che ha agito da solo, chi invece parla di probabili complici...

Non è per far polemica, ma almeno dovrebbero aspettare che ci siano i dovuti riscontri prima di fare certe affermazioni.
http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Vicenza&Codice=3627910&Data=2007-12-28&Pagina=3

naitsirhC
28-12-2007, 13:48
http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Vicenza&Codice=3627910&Data=2007-12-28&Pagina=3

Non mi fa visionare l'articolo... :boh:

Ci sta scritto "Tutti gli utenti registrati possono accedere ogni giorno, gratuitamente, a partire dalle ore 13.00."

Ecc...

Eppure sono quasi le 3 del pomeriggio. :wtf:

ania
28-12-2007, 16:53
http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3627047&Data=2007-12-28&Pagina=5

Quei cinque misteri in attesa di una risposta
di Giuseppe Pietrobelli

Un uomo in carcere, accusato di sequestro e omicidio perchè nel suo garage a Bassano hanno trovato i resti - fatti a pezzi - di una donna scomparsa dodici giorni prima a Castelfranco. Adesso conosciamo la tragica fine di Iole Tassitani, ma possiamo dire che il mistero è risolto e l'inchiesta chiusa? Certamente no. Michele Fusaro sta in una cella a disperarsi per quello che ha compiuto o contribuito in parte determinante a farlo, eppure su questa storia di morte, truculenta e disperata, aleggiano ancora troppi interrogativi.

Almeno cinque domande che non hanno una risposta, e che potrebbero averla solo se il muscoloso falegname vicentino decidesse di parlare. Ma anche in quel caso, le sue parole dovrebbero essere sottoposte a una serie di verifiche per risultare credibili. Perchè nella dolorosa fine di Iole Tassitani sono ancora troppi i fatti o le circostanze avvolte dal dubbio.

CINQUE INTERROGATIVI.
Le domande irrisolte sono fondamentalmente cinque. Quando è stata uccisa Iole Tassitani? Per quanto tempo e dove è rimasta - da viva - nelle mani dei suoi rapitori? Dove e da chi le è stato inferto il colpo che l'ha uccisa, gesto seguito da un rituale da macellaio, con il sezionamento del suo corpo, infilato a pezzi dentro tre sacchi da immondizia? Michele Fusaro ha agito da solo o aveva dei complici? Ha ideato ed attuato un vero sequestro di persona a scopo di estorsione, o la finalità del lucro è sorta in un secondo momento? L'ordine delle domande non è casuale. Perchè dalla risposta alla prima discendono anche le altre, a cascata.

LA PRIMA VERSIONE.
La prima ricostruzione nella conferenza stampa di lunedì mattina (dieci ore dopo il ritrovamento del corpo) ha fatto pensare che il caso fosse chiuso. Iole era stata rapita la sera di mercoledì 12 dicembre nel garage di casa. Era stata portata via sulla propria auto e probabilmente uccisa poco dopo. Fusaro ne aveva custodito il corpo, con calma lo aveva sezionato per sbarazzarsene. Nel frattempo aveva tentato di intavolare una trattativa con la famiglia per il riscatto. Ma non aveva calcolato che il tentativo di coinvolgimento dell'ex cognato marocchino lo avrebbe smascherato. Poi, lunedì sera, sono arrivate le prime conclusioni del medico legale. Le carte sono state rimescolate.

QUANDO IOLE È STATA UCCISA?
Massimo Montisci è un anatomopatologo di fama. Sa leggere i resti umani come nessun altro e nel farlo usa ogni tecnica che la scienza è capace di offrire. La Tac e l'esame dei tessuti hanno fissato il decesso da cinque a dieci giorni prima del rivenimento, ovvero dalla notte fra martedì 18 e mercoledì 19 dicembre, e la notte fra il 13 e il 14 dicembre. Nel massimo siamo a una settimana dopo la scomparsa di Iole, nel minimo al giorno successivo. È un punto di svolta nelle indagini per omicidio e sequestro. Perchè dimostrano che la donna è rimasta per un certo lasso di tempo nelle mani dei rapitori. E che poi essi hanno avuto cinque-dieci giorni di tempo per tagliarne il corpo in 29 pezzi. Se questo rimarrà un punto fermo, va riletta la prima ricostruzione.

DOVE È STATA TENUTA?
La morte tra il 18 e il 19 dicembre spiazza magistrati e carabinieri. Soprattutto perchè vengono a mancare al conto con la giustizia i complici di Fusaro. Se Iole è rimasta segregata per una settimana (ma basta qualche giorno in meno), c'è da chiedersi dov'è la prigione. Ma non è la sola domanda. In che condizioni è stata tenuta, visto che su ciò che rimane dei suoi arti non vi sono tracce di lesioni ai polsi o alle caviglie, come di chi è rimasta legata a lungo? E perchè non ha segni di imbavagliamento alla bocca? È impensabile che una persona trascorra qualche giorno da ostaggio senza essere legata e imbavagliata. Può urlare, chiedere aiuto, tentare di fuggire. A meno che non fosse in condizioni di non nuocere, drogata o narcotizzata. Ma per gli esiti degli esami tossicologici sui tessuti occorre un po' di tempo.

LA FIDANZATA ENTRÒ IN CASA.
Difficile che la prigione possa essere l'appartamento di Fusaro, trovato in ordine perfetto. La sua fidanzata, hanno accertato i carabinieri, è entrata in casa. Si sarebbe accorta di qualcosa di strano. Invece nulla. Potrebbe essere stato il garage, ma anche qui la pulizia regna sovrana. E siccome il luogo della prigionia è anche quello dell'uccisione, difficilmente Fusaro sarebbe riuscito a cancellare ogni traccia di sangue. Il covo è altrove, lo stanno cercando, forse lo hanno già invididuato. Ma il problema della prigione richiama quello ancor più cruciale dei carcerieri. Il falegname andava regolarmente al lavoro, era puntualissimo, faceva una vita normale. Non poteva occuparsi di un ostaggio. Quindi, aveva dei complici. La data possibile della morte fissata dal dottor Montisci porta anche a questa conseguenza.

CHI L'HA UCCISA?
Fusaro ha detto di non essere l'assassino. Ha dato la colpa ad altri. Ma in questo modo ha ammesso la propria responsabilità (peraltro difficilmente negabile), cercando di svicolare sull'omicidio. Però non ha fatto nomi credibili di complici. Probabilmente la sua è una mezza verità. L'esecuzione (taglio della gola) è certamente avvenuta nel luogo (chiuso) dove la donna era tenuta. Non in casa o in garage, a meno di ipotizzare una pulizia così meticolosa da non far risaltare le tracce del sangue a un primo esame con il luminol. Idem per l'auto di Iole, che non presentava tracce ematiche evidenti. Trovato il covo, si risponderà ad almeno un paio di queste domande cruciali. Compreso il perchè di un sezionamento in perfetto stile maniacale, quasi che ad operare non sia un sequestratore, ma un serial killer. E questo è un aspetto che attiene alla personalità di Fusaro che diventerà ricco campo di caccia per gli psichiatri. E se la morte risale a cinque o più giorni fa, ci si chiede come abbia potuto fare il lavoro Fusaro, che era tenuto costantemente sotto controllo da parte dei carabinieri e non è quasi mai rimasto da solo.

AVEVA DEI COMPLICI?
L'ipotesi dei complici era stata in un primo tempo tenuta in secondo piano. Ma è pur vero che Fusaro ha cercato la complicità nell'ex cognato marocchino che poi lo ha denunciato. E quindi può aver trovato altre persone disposte a fare il lavoretto. Se c'è un altro covo, probabilmente ci sono dei complici. Secondo il medico, il depezzamento sarebbe stato eseguito da almeno due persone diverse, usando un seghetto elettrico da ferro e un coltello affilato. Ma la teoria dei complici non ha al momento conferme dai traffici telefonici, nè dai contatti provati con altre persone. Il lavoro dei carabinieri punta a ricostruire, ora, tutto il giro di conoscenze di Fusaro, dalle amicizie femminile, ai colleghi di lavoro o di sport.

UN VERO SEQUESTRO?
Che la finalità primaria fosse l'estorsione di una forte somma di denaro è ormai pacifico per gli inquirenti. Fusaro ha rapito Iole per i soldi. Non voleva sesso, nè un essere umano da uccidere. Voleva un ostaggio. E non ha accarezzato solo in un secondo momento l'idea di lucrare sulla scomparsa da lui provocata. Altro problema è, invece, se egli avesse pianificato l'uccisione, che sarebbe avvenuta più o meno in coincidenza con l'Sms indirizzato al padre di Iole con cui veniva quantificata la richiesta. Come avrebbe dato la prova che la donna era ancora viva?

Giuseppe Pietrobelli


http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Vicenza&Codice=3627910&Data=2007-12-28&Pagina=3

Caccia ai complici e all'antro della mattanza
In corso nel comprensorio verifiche su una persona e frenetiche ricerche del luogo in cui la figlia del notaio è stata massacrata

Caccia ai complici e ricerca affannosa del luogo ove Iole è stata massacrata. Non c'è pace per gli uomini del Comando provinciale di Treviso, del Ros di Padova e della Compagnia di Bassano. Dopo il ritrovamento dei poveri resti della Tassitano, all'1.30 di lunedì, nel garage di Michele Fusaro, e dopo l'interrogatorio del 40enne falegname, mercoledì, in carcere a Vicenza, si sono aperti nuovi e inquietanti scenari. E purtroppo al centro del macabro palco è ancora il nostro territorio.
I complici. Dopo essere crollato, domenica notte, nella caserma di via Emiliani, Michele ha citato delle figure e delle circostanze che sono state immediatamente verificate e che non hanno dato esito. Al S. Pio X, l'altroieri, in sede di convalida del fermo, davanti al Gip dott. Morandini, al pm. della Procura di Venezia dott. Terzo e al pm. della Procura di Bassano, dott. Parolin, pur con gran confusione, ha parlato nuovamente di "altri". Ha ammesso di aver partecipato al sequestro, ma non ha saputo ricostruire la dinamica esatta dell'operazione, non ha saputo indicare dove la Tassitani è stata tenuta e come e perchè è stata così atrocemente soppressa; non avrebbe nemmeno saputo spiegare perchè i sacchetti con i brandelli del corpo fossero nella sua rimessa. Avrebbero fatto tutto gli "altri", perfino ammazzare e smembrare la 42enne di Castelfranco Veneto e depositare il cadavere a pezzi nel box, senza dirgli nulla. I magistrati lo hanno incalzato: "Chi sarebbero costoro?". Il Fusaro avrebbe tergiversato spiegando che non poteva mettere in pericolo lui stesso e i propri due figli (un 18enne avuto dal primo matrimonio e il bimbo di 2 anni nato dall'unione con una marocchina, che nel 2005 si è allontanata da lui con il piccino). Poi avrebbe rifatto dei nomi e - secondo quanto è trapelato - almeno su di uno sarebbero in corso degli accertamenti: anche questi sarebbe un bassanese. Ovviamente potrebbe essere una manovra per scaricare le proprie responsabilità. Tuttavia gli inquirenti sono ormai convinti che l'operaio di via Carducci deve aver avuto almeno un compagno nella sua delirante, spaventosa avventura. Senza la presenza di un aiutante diventano estremamente ardue e rischiose tutte le prime fasi del rapimento, ovvero: osservare gli ultimi movimenti di Iole, aggredirla e immobilizzarla nel seminterrato della sua palazzina, portarla nella prigione predisposta, tornare indietro con la Ford della donna e rientrare a Bassano con la Honda. Se la Tassitani - come pare - è stata risparmiata per i primi 4-5 giorni del rapimento, era necessaria la presenza di qualcuno che la sorvegliasse e la rifocillasse, posto che il Fusaro ha continuato a lavorare normalmente e a coltivare regolarmente la forma fisica, andando a correre e in palestra. E infine, la mappatura dei suoi spostamenti nei giorni in cui è stato seguito passo passo dai carabinieri o dai dispositivi elettronici non ha rivelato contatti con la sequestrata (viva o morta che fosse), nè siti che potevano rivestire un significato: segno che della seconda parte della tragica operazione, comunque si fosse messa, si stava occupando qualcun'altro.

L'antro della mattanza. Nè nell'appartamento del Fusaro, lindo e ordinato, nè nel garage state rinvenute tracce ematiche o sono stati trovati arnesi compatibili con lo scempio. Il massacro di Iole è stato condotto con una ferocia ma anche con una precisione che ha pochi eguali nella storia criminale del nostro Paese. Secondo le prime indicazioni venute dell'autopsia, la Tassitani è stata stordita, sgozzata e poi sezionata "scientificamente" in quasi 30 pezzi, allo scopo evidente di disfarsi con facilità del corpo (perchè questo non sia avvenuto subito è un altro rompicapo da risolvere). Tutto ciò, oltre a produrre un mare di sangue, deve essere stato eseguito in un luogo isolato e dotato di strumenti adeguati. Dov'è questa specie di laboratorio dell'orrore? Scartato il mobilificio di cui il falegname era dipendente (e in cui era addetto proprio al taglio di cartoni e compensati), si deve pensare a un box, una baracca, un casolare abbandonato. Una traccia porterebbe alle campagne fra Cassola, Loria, Castello di Godego e Rossano Veneto, che già erano state battute all'inizio della settimana scorsa e che gli inquirenti si apprestano a setacciare nuovamente. L'individuazione dell'orrendo mattatoio costituirebbe la svolta definitiva dell'inchiesta.

Bruno Cera

http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3627039&Data=2007-12-28&Pagina=4
Il pianto del falegname: «Non l'ho ammazzata io»
di Ario Gervasutti

È ancora fermo lì, a quella frase ripetuta ossessivamente dalla notte della vigilia di Natale: «Non l'ho uccisa io, non l'ho uccisa io». Michele Fusaro non è in grado di ragionare, in questo momento. Ci si domanda se lo sia mai stato, visto che è accusato di aver rapito e fatto a pezzi Iole Tassitani: ma sono considerazioni che giudici e avvocati non sono tenuti a fare. Devono limitarsi a considerare gli aspetti tecnici e legali, devono lasciar da parte i sentimenti. Altrimenti, uno come Michele Fusaro non dovrebbe nemmeno avere diritto alla difesa.

E invece ce l'ha, un avvocato difensore: è Carlo Covi, che con la collega Chiara Balbinot ha accettato di contribuire a far luce su quel che ha commesso (o non ha commesso) il falegname di Bassano. Covi è abituato alla scomoda posizione di difensore di soggetti nell'occhio del ciclone: assiste anche alcuni degli arrestati nell'inchiesta sulle nuove Br. E prima ancora di indossare le vesti di avvocato mette le mani avanti: «In questo momento Fusaro non è in grado di dire niente di razionale. Temo che per capire se ha ucciso lui la povera Iole Tassitani, se l'ha fatto da solo o con dei complici, se ha partecipato al rapimento ma non all'omicidio, o se magari è una vittima incastrata da qualcuno, dovremo attendere un po' di tempo».

Fusaro è "fuori di testa", insomma. Difficile capire se recita, come sospetta il legale della famiglia Tassitani, Roberto Quintavalle, o se davvero è sotto choc per essere precipitato in un pozzo senza uscita. Ci sono sicuramente elementi che pongono alcuni dubbi. A cominciare dal repentino cambio di atteggiamento, nella notte in cui è stato fermato dai carabinieri: strafottente, quasi arrogante fino al momento in cui è stato portato in caserma. Poi, quando gli è stato detto che nel suo garage erano stati trovati i sacchetti con i pezzi della vittima, è stato scosso da un tremito e se l'è fatta letteralmente addosso. Come se davvero fosse stato colto di sorpresa. Da quel momento ha alternato fasi di mutismo a lunghi pianti.

Le guardie del carcere di Vicenza gli hanno fornito indumenti puliti prima di chiuderlo in una cella di isolamento. Non è guardato a vista, nonostante in queste situazioni episodi di autolesionismo siano tutt'altro che infrequenti. Ma Michele Fusaro non si muove, sta rannicchiato sulla branda o a terra, si contorce e piange. Mercoledì l'ha incontrato la parlamentare del Pd Laura Fincato quando l'interrogatorio di convalida del fermo si era appena concluso: «L'ho chiamato due volte: "Fusaro, Fusaro". Lui era piegato in due con le mani sulla fronte, la faccia contro il muro. Si è voltato senza alzarsi, ha emesso un pianto asciutto, senza lacrime, diceva di avere mal di testa». E ha ripetuto le sole frasi che ripete da quando è stato bloccato: «Non sono stato io, andate a cercarli, andate a cercarli». Cercare chi? Nel pianto, Fusaro ha fatto solo due nomi: il primo è quello del suo figlio maggiore, Emanuele, che oggi ha 18 anni. «Non c'entra niente Emanuele, non fategli male. Per carità, per carità, oddio, oddio, non fategli male, ha solo 18 anni». Poi, tra mezze frasi sconnesse è spuntato un altro nome: Giorgio. L'ha pronunciato mentre afferrava la mano dell'onorevole Fincato: «Non sono stato io, andate a cercarli, cosa ho fatto? Andate a cercarli, mi sono rovinato la vita... Giorgio». E si è girato per rannicchiarsi di nuovo.

Così l'aveva trovato anche l'avvocato Covi la mattina di Natale. Il legale è consigliere regionale, capogruppo di Intesa Veneta, e in quella veste ormai da due anni il 25 e il 26 dicembre li trascorre visitando i detenuti nelle carceri di Padova, Venezia e Vicenza. Qui ha sentito un pianto disperato provenire dalla cella numero 1, e ha chiesto di chi si trattava: «È quello che hanno arrestato ieri per il rapimento di quella donna di Castelfranco», hanno risposto le guardie penitenziarie. Si è fatto aprire la cella e si è presentato: Fusaro, tremando, lo ha quasi abbracciato: «Non abbandonatemi, non mi lasciate solo», ha gridato piangendo. «Mi sono trovato davanti una persona confusa - racconta Covi -, distrutta da un qualche tipo di dolore. Ho cercato genericamente di calmarlo, ma era impossibile».

È bastato questo incontro casuale per convincere Fusaro a nominare mercoledì Covi suo difensore di fiducia. Così ieri mattina per due ore e mezza il legale è ritornato in quella cella a Vicenza, stavolta in veste di avvocato. Ma la situazione non è cambiata: «Non si regge in piedi, non sono stato in grado nemmeno di iniziare a raccogliere elementi processuali. È stato un contatto più "umano" che legale. Tra un pianto e l'altro mi ha parlato della sorella, di suo figlio. Non della fidanzata. E non ha detto "mi hanno incastrato": ha solo ripetuto all'infinito "non l'ho uccisa io". Credo che dovremo attendere qualche giorno per capire meglio qual è la sua versione dei fatti e la sua posizione nella vicenda. Ha bisogno di tempo per tranquillizzarsi; per prima cosa dobbiamo riuscire a rimettere in piedi la sua personalità, poi scopriremo con chi abbiamo a che fare».

Ario Gervasutti

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TREVISO - L'ipotesi che Michele ...

TREVISO - L'ipotesi che Michele Fusaro, 41 anni, sia un esperto nell'arte di tagliare a pezzi i cadaveri riconduce gli investigatori ai profili che ormai da decenni si eseguono sui killer maniacali. Fusaro aveva in garage un cadavere ordinatamente squartato in ventinove pezzi, sistemati in altri sacchetti all'interno di tre grossi contenitori da spazzatura. Accanto, i vestiti della vittima, piegati ordinatamente: non si improvvisa un sequestro che dura 12 giorni e non si depezza così "bene" un corpo, mettendo profumi che depistino eventuali investigatori, salvo che non lo si sia già fatto. Quante donne sono state ammazzate, tagliate a pezzi e abbandonate in sacchi da spazzatura, di cui non si è mai scoperto l'assassino? In zone "attorno" a Bassano? Un killer che ammazzi più volte, nei profili che ormai sono accertati da molte e molte verifiche, comincia attorno ai vent'anni e smette verso i 45, se non lo prendono. Decine e decine sono le donne ammazzate dall'87: l'elenco che segue è quello, spaventoso, di casi di smembramento irrisolti.
UDINE. In provincia di Udine, tra il '76 e il 1983 vennero uccise cinque donne di cui non si scoprirono mai gli assassini; due vennero tagliate a pezzi e abbandonate in sacchi da immondizia.

1990. BELLUNO. Maria Luisa De Cia abitava a Cornuda; sarebbe stata ammazzata da un "amico" di cui non si scoprì nulla quando aveva 28 anni, era di Sorriva di Sovramonte. Il corpo inerme venne trovato in provincia di Trento, in una zona di montagna, da un'amica, nudo, con i vestiti riposti quasi in ordine al suo fianco.

1991. TREVISO. Monica Rita Andriolo aveva 26 anni, era di Bassano; venne trovata a dieci giorni dalla scomparsa. Il corpo venne trovato a nord della circonvallazione di Castelfranco, davanti ad una vecchia casa usata dai tossicodipendenti.

1996. VICENZA. Una donna sulla trentina, nuda, minuta, abbandonata e bruciata sui colli Berici da un'auto che, verso le tre di mattina, venne sentita da un abitante del luogo arrivare a forte velocità: la strada veniva da Bassano.

1997. BASSANO. Il corpo di Maria Mastrodimitri venne trovato massacrato in giugno. Abitava a Conco, era scomparsa e un'amica si recò a Bassano per chiedere informazioni e innescò le fasi della ricerca. Aveva 27 anni. Un'altra ragazza albanese che "lavorava" a Bassano venne trovata ammazzata; si sapeva che "usciva" solo con italiani che, almeno di vista, conosceva perchè della zona.

2001. PADOVA. Due sacchi dell'immondizia neri, con un corpo dentro fatto a pezzi vennero trovati nel 2002 a Caselle di Selvazzano. Un anno prima, stessa zona, un'altra donna ammazzata e abbandonata; si chiamava Maria Josè Olivastri.

2003. TREVISO. Una giovane, forse extracomunitaria, venne uccisa con un colpo di pistola alla testa e poi squartata e messa in parte in sacchi neri da spazzatura e in parte in un trolley. Il fatto costituisce ancora un mistero: nella valigia, con i poveri resti, vennero trovati indirizzi di persone residenti a Castelfranco. Rinvennero il corpo due operai che falciavano l'erba.

2005. TRIESTE. Resti umani sul Carso monfalconese fra Gorizia e Trieste, poco distante dal paese di Medeazza: un ciclista aveva visto sacchi dell'immondizia con dentro resti umani; in seguito, poco lontano, altri due sacchi di plastica simili, contenenti ossa e materiale organico in decomposizione. Anche qui dei vestiti da donna, non lontani dal cadavere.

2006. TREVISO. Alice Osas, 21enne nigeriana, venne ammazzata a coltellate e abbandonata nel parcheggio del supermercato Lando a Preganziol, poco prima del Natale 2006. Il cadavere era lì da giorni al momento della scoperta, come accertò il medico legale.2007. PADOVA. Un cadavere venne trovato nel laghetto artificiale di Presina di Piazzola sul Brenta. Il cadavere a pezzi era stato infilato in un grande sacco di plastica nero. In questo caso ci fu molta cura da parte dell'assassino nel tentare di far sparire i resti; era stata gettata lì da due o tre mesi. Non si è mai scoperto chi fosse.

Antonella Federici

IpseDixit
30-12-2007, 10:31
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http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_30/mottola_tassitani_teste_chiave_omicidio_3085558c-b6b5-11dc-976f-0003ba99c667.shtml

naitsirhC
03-01-2008, 19:49
2008-01-02 12:37
Tassitani: vescovo, sottratta a cari
Avv. Quintavalle, famiglia ha 'coraggio cristiano incredibile'
(ANSA) - TREVISO, 2 GEN - Sottratta in modo terribile e improvviso ai suoi cari. Cosi' il vescovo di Treviso ricorda Iole Tassitani ai funerali. Mons. Mazzuccato ha detto, rivolgendosi a Dio: 'Mettiamo tra le tue mani misericordiose la cara Iole e il suo calvario che l'ha portata alla morte'. Prima delle esequie e' intervenuto l'avvocato di famiglia, Roberto Quintavalle, che ha indicato il 'coraggio cristiano incredibile' che ha sorretto in questi giorni i genitori e la famiglia di Iole Tassitani.


http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/news_collection/awnplus_italia/2008-01-02_102147850.html


Nessun commento sull'avvocato che non perde occasione per farsi pubblicità...
Spero che il "credo" dei suoi familiari non li porti a perdonare chi ha commesso un tale gesto così efferato.

naitsirhC
03-01-2008, 19:57
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http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_30/mottola_tassitani_teste_chiave_omicidio_3085558c-b6b5-11dc-976f-0003ba99c667.shtml


Questa parte mi lascia molto amareggiato:



«Fuga volontaria, incontri erotici tramite chat». E' questa la pista principale seguita all'inizio dagli investigatori impegnati sul caso di Iole Tassitani. Lo conferma il procuratore della Dda di Venezia, Vittorio Borraccetti. La svolta nelle indagini arriva il 19 dicembre, con la richiesta di riscatto via sms. A quel punto il dossier passa dalla procura di Treviso all'Antimafia di Venezia. Prima, mancavano le prove sul fatto che la figlia del notaio di Castelfranco fosse prigioniera. Lo ribadisce il procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli, che il 12 dicembre, giorno della scomparsa, ha aperto un fascicolo per sequestro semplice, ipotizzando comunque che «Iole fosse trattenuta a scopo di violenza ». Dal 12 al 19 le indagini procedono tra dubbi e ipotesi varie. Tre giorni dopo il rapimento l'avvocato Roberto Quintavalle, portavoce dei Tassitani, viene convocato dai carabinieri: «Mi hanno detto: "Non parliamo di sequestro perché non ci sono prove"». Il 17 dicembre, però, salta fuori il cognato di Michele Fusaro, l'unico indagato per l'omicidio, che va a denunciare il falegname alla caserma di Castelfranco. Ma l'informazione non arriva subito in procura. Fojadelli dice di non esserne stato informato: «Il cognato era un confidente, veniva gestito in segreto dai carabinieri».


Si son buttati via giorni preziosi... :sob: :muro:

No so e nessuno può dire se sarebbe cambiato l'epilogo... resta il fatto che adesso la Direzione distrettuale antimafia di Venezia e i Carabinieri non perdono occasione per dire che c'è piena sintonia nelle indagini fatte.
Frase ripetuta al punto che mi è tornato in mente il detto: Excusatio non petita, accusatio manifesta...