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View Full Version : L 40/2004 - primi ricorsi e sentenze


ania
22-12-2007, 16:32
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/fecondazione-sentenza/fecondazione-sentenza/fecondazione-sentenza.html
Firenze, sentenza accoglie il ricorso di una donna affetta da una rara malattia
"Lecito anche rifiutare i tre impianti se la salute è in pericolo"
Il giudice: sì ai test sugli embrioni
E' possibile la diagnosi preventiva
di MARINA CAVALLIERI

ROMA - Arriva da Firenze l'ordinanza, con valore di sentenza, che scardina la legge sulla fecondazione assistita.
Il giudice ha accolto il ricorso di una coppia e ha stabilito che le linee guida che vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni sono inapplicabili perché contro la legge stessa e contro la Costituzione.
È possibile quindi la diagnosi preventiva se c'è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica, è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può compromettere la salute della donna.

Torna ancora nelle aule giudiziarie la battaglia sulla procreazione assistita, e dopo il caso del tribunale di Cagliari arriva un altro giudice a dare ragione alle coppie che lottano per cambiare le norme.
Questa volta a sollevare la questione è stata una coppia trentenne di Milano, lei è portatrice di una grave malattia, la esostosi, malattia genetica che porta all'accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c'è una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilità che sia mortale.

La coppia si rivolge al centro Demetra di Firenze e chiede di poter fare la diagnosi preimpianto, inoltre chiede che la fivet sia adeguata allo stato di salute della donna che non può rischiare una gravidanza gemellare.
Il centro risponde che tutto questo la legge non lo consente.
"La coppia deve per forza sottoporsi alla roulette russa con il rischio di avere gli embrioni malati", racconta l'avvocato Gianni Baldini che ha curato il ricorso.
"Così i coniugi si rivolgono al sito www. madreprovetta. org per chiedere una consulenza e iniziamo un'azione legale".

Alla base del ricorso, spiega l'avvocato, ci sono diverse considerazioni.
"C'è il fatto che la legge 40 non stabilisce espressamente il divieto di diagnosi preimpianto, sono le linee guida a stabilirlo dicendo che le indagini preventive non possono essere di natura genetica ma solo osservazionale cioè morfologica".
Questo divieto incide su un diritto soggettivo assoluto, dice l'avvocato Baldini, qual è quello dell'autodeterminazione, incide sul diritto alla procreazione cosciente e responsabile, al consenso informato.

"Il giudice Isabella Mariani accoglie il ricorso, "dicendo che è fondata l'illegittimità delle linee guida che espressamente disapplica, un provvedimento con efficacia vincolante per altri giudizi e per il Tar".
Il giudice inoltre prende altre due iniziative contrarie alla legge.
"Condanna il centro ad eseguire la diagnosi e stabilisce la crioconservazione degli embrioni malati, che la legge vieta, e dice che il medico deve seguire le regole della migliore scienza ed esperienza con specifico riguardo alla salute della donna.
Questo è un altro colpo al cuore della legge 40, perché ristabilisce l'ordine gerarchico previsto dalla Costituzione e dalla legge 194 che antepone la salute della donna a quella del nascituro".

L'ordinanza non è revocabile, vale quanto una sentenza, se il centro Demetra non ricorre in appello diventa definitiva.
È la seconda sentenza a favore della diagnosi preimpianto nel caso di malattie genetiche, a settembre il tribunale di Cagliari aveva dato ragione ad una donna portatrice di talassemia.
"Da quando è andata in vigore la legge arrivano molte richieste di sostegno legale, è aumentato il contenzioso giudiziario, la legge 40 è avvertita contro il bene della coppia", dice Monica Soldano, presidente dell'associazione "Madreprovetta", "la legge viene sempre più percepita come ostile a un progetto genitoriale".

(22 dicembre 2007)

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/fecondazione-sentenza/giudice-fecondazione/giudice-fecondazione.html

IL CASO
Fecondazione, il giudice dà ragione alle donne
di MIRIAM MAFAI

Adesso, dopo le due sentenze del Tribunale di Cagliari e di quello di Firenze, la parola passa al ministro della Salute, Livia Turco che dovrà sbrogliare la complicata matassa della norma più assurda contenuta nella nostra legge sulla fecondazione assistita.
La norma impedisce infatti quella diagnosi preimpianto considerata del tutto normale fino al febbraio del 2004.

Che da quel giorno, data di approvazione della legge, è stata sempre richiesta e messa in atto non per selezionare il colore degli occhi del nascituro (come qualcuno polemicamente sostiene) ma per impedire la trasmissione al figlio di gravi malattie da parte di una coppia di genitori che ne sia affetta.
La norma è stata giustamente definita "feroce" perché, quando applicata, obbligherebbe la madre a subire l'impianto di tutti gli embrioni prodotti, fatta salva la possibilità di ricorrere poi all'aborto una volta accertati nel feto rischi di malformazione o malattie genetiche.

Una donna sarda, talassemica, ha rifiutato qualche mese fa di subire questa violenza. Ha fatto ricorso al Tribunale di Cagliari che le ha dato ragione affermando che l'embrione, sottoposto alla diagnosi genetica poteva essere impiantato solo nel caso si fosse rivelato sano, evitando in questo caso il doloroso ricorso all'aborto.
Ieri una analoga sentenza, del Tribunale di Firenze, ha sostenuto, con altrettanta nettezza, lo stesso principio, facendo riferimento non solo a una precedente sentenza della nostra Corte Costituzionale, ma anche alla Convenzione di Oviedo che consente i test prenatali, purché non abbiano finalità eugenetica.

Il Centro medico cui la madre, affetta da una grave e rara malattia genetica si era rivolta, dovrà dunque provvedere all'impianto solo quando avrà verificato le buone condizioni dell'embrione.

Le precedenti "linee guida" , emesse nel luglio 2004 sotto la gestione del ministro Sirchia, che mettevano fuori legge l'indagine genetica reimpianto vanno dunque disapplicate, afferma l'ordinanza del Tribunale di Firenze.
Le nuove "linee guida" la cui responsabilità spetta al ministro della Salute dovranno, inevitabilmente, tener conto di queste sentenze della magistratura che tutelano il diritto della madre e insieme il diritto alla salute del nascituro.

Ancora una volta, come nel controverso caso del testamento biologico in discussione al Senato, siamo di fronte ad uno di quei problemi che si è convenuto chiamare "eticamente sensibili".
Un problema cioè che divide le coscienze e rischia di vedere schierati e contrapposti, da una parte i laici e dall'altra la Chiesa Cattolica contraria ad ogni intervento sull'embrione.
L'inizio della vita e la sua conclusione non sono più affidati, come è accaduto per tutta la storia dell'umanità, alla natura (o a una volontà superiore).
La nascita e la morte sono eventi sui quali ormai incide in modo decisivo la medicina, la scienza, la volontà dell'uomo, della sua capacità di scegliere.

E' una condizione del tutto nuova, aperta a prospettive affascinanti ma anche, per alcuni versi inquietanti.
Mai prima d'ora una donna ha potuto decidere se e come divenire madre, mai prima d'ora una donna ha potuto - grazie ai progressi della medicina - mettere il nascituro al riparo da gravi malattie ereditarie.
Il legislatore non può, in questi casi così delicati, imporre una scelta che, anche se confortata dalla maggioranza non consente la convivenza di valori diversi.
Vale la pena a questo proposito di citare un liberale come Dworkin che scriveva: "L'istituzione dei diritti è cruciale perché rappresenta la promessa della maggioranza alla minoranza che la sua dignità ed eguaglianza saranno rispettatele".

La laicità, che ci è cara, consiste proprio in questo: nella capacità di allargare l'area dei diritti di ognuno di noi senza imporne l'adozione a nessuno.
E' la scelta che venne fatta in occasione del voto sul divorzio e sull'aborto.
E' la scelta che, speriamo, verrà adottata in occasione della elaborazione delle nuove linee guida per l'applicazione della legge sulla fecondazione assistita.

(22 dicembre 2007)


http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/fecondazione-sentenza/replica-demetra/replica-demetra.html
Il caso della coppia di Milano che aveva chiesto la diagnosi preimpianto
Un giudice di Firenze ha dato loro ragione.
La replica dell'istituto toscano
Embrioni: "Scardinata la legge"
Soddisfatto anche il Centro Demetra
"Il rifiuto di svolgere test sugli embrioni è avvenuto a norma di legge"
Mentre l'avvocato dell'associazione "Madre provetta" sottolinea il valore della sentenza

FIRENZE - "Il rifiuto di svolgere test sugli embrioni è avvenuto a norma di legge. Non si poteva decidere diversamente", osserva l'avvocato Cristina Baldi, spiegando perché il Centro Demetra si era espresso negativamente sulla richiesta di una coppia milanese, che avrebbe voluto effettuare la diagnosi preimpianto sugli embrioni fecondati.
Diritto di cui invece è titolare, secondo quanto ha stabilito un'ordinanza di un giudice di Firenze.
L'avvocato Baldi sottolinea però come "la decisione del giudice sia stata estremamente coraggiosa aprendo spiragli significativi per una revisione della legge".

Infatti l'ordinanza viene accolta con soddisfazione non soltanto dalla coppia interessata, ma anche dallo stesso Centro Demetra: "Questa decisione - sostengono Claudia Livi ed Elisabetta Chelo,
responsabili del Centro - apre nuove prospettive per un recupero di una autonomia decisionale del medico che, sino a qui è stato sostanzialmente costretto dalla legge ad una scelta terapeutica obbligata.
Come si legge nel dispositivo, l'operatore è tenuto ad operare 'secondo le migliori regole della scienza in relazione alla salute della madre' come d'altra parte previste dallo stesso codice deontologico medico".

La coppia aveva chiesto la diagnosi preimpianto dal momento che la donna è portatrice di una grave malattia, la esostosi, malattia genetica che porta all'accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c'è una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilità che sia mortale.

"La decisione scardina la legge sulla fecondazione assistita", ha detto, riferendosi alla sentenza di Firenze, l'avvocato Gianni Baldini, docente di biodiritto all'università di Firenze e legale dell'associazione "Madre provetta".
"Questa malattia - ha spiegato Baldini - ha una trasmissibilità superiore al 50%, ecco perché la coppia ha chiesto il test sugli embrioni".

Grande apprezzamento esprime anche Monica Soldano, presidente dell'associazione Madre Provetta che da anni si batte "per modificare nell'interesse dei pazienti una legge brutta e crudele, causa di un esodo dal nostro Paese di tante coppie (secondo l'Istat circa il 20% delle giovani coppie manifesta problemi procreativi) che vanno a cercare soluzione all'estero".

Donatella Poretti, parlamentare radicale della Rosa nel Pugno e segretaria della Commissione Affari Sociali, ricorda che "mancano "9 giorni alla scadenza delle famigerate linee guida.
La capogruppo dei Verdi in commissione Giustizia alla Camera, Paola Balducci, osserva che "la sentenza di Firenze, che, di fatto, aggiorna le linee guida che ad oggi vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni, è un provvedimento da accogliere con favore".

Anche il professor Severino Antinori plaude alla sentenza: "Mi pare una sentenza assolutamente importante che fa chiarezza e dice che questa legge 40 viola i diritti umani, i diritti alla salute e alla procreazione.
Credo che debba indurre finalmente il ministro alla Salute Livia Turco a fare un cambiamento alle linee guida, a fare qualcosa di sinistra".

Padre Roberto Colombo, docente dell'Università Cattolica di Milano e direttore del Laboratorio di biologia molecolare genetica umana dello stesso ateneo, ritiene invece che "la genetica preimpianto aprirebbe la strada a una concezione eugenetica della procreazione geneticamente assistita".

(22 dicembre 2007)


http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_22/test_embrioni_b9a89a10-b082-11dc-bb54-0003ba99c53b.shtml
fecondazione assistita, ordinanza di un tribunale di firenze
Un giudice dice sì ai test sugli embrioni
Se si rischia la trasmissione di gravi malattie genetiche è lecito eseguire test prima dell'impianto

FIRENZE - È lecito eseguire i test sugli embrioni da impiantare in una fecondazione assistita se c'è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica. Lo ha deciso un giudice di Firenze con una ordinanza, che ha valore di sentenza.

MALATTIE GENETICHE - Una coppia aveva presentato ricorso contro la decisione del Centro Demetra che, seguendo la legge, non aveva accettato di fare i test sugli embrioni. «La decisione scardina la legge sulla fecondazione assistita», ha detto l'avvocato Gianni Baldini, docente di biodiritto all'università di Firenze e legale dell' associazione «Madre provetta». Protagonista del ricorso che ha portato a questa ordinanza è una coppia di trentenni milanesi. Lei è portatrice di una grave malattia, la esostosi, che genera la crescita smisurata della cartilagine delle ossa. «Questa malattia - ha spiegato Baldini - ha una trasmissibilità superiore al 50%, ecco perché la coppia ha chiesto il test sugli embrioni». Il giudice ha stabilito anche che è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può mettere a rischio la salute della madre. «L'ordinanza non è revocabile - ha detto l' avvocato Baldini - quindi se il Centro Demetra non farà ricorso in appello diventerà esecutiva».

LA VICENDA - «Il rifiuto di svolgere test sugli embrioni è avvenuto a norma di legge. Non si poteva decidere diversamente». Così l' avvocato Cristina Baldi spiega perché il Centro Demetra si era espresso negativamente sulla richiesta della coppia milanese. «In base alle più diffuse interpretazione di legge - ha detto Baldi - non era possibile dire sì a quella domanda». Il legale ha sottolineato che la decisione del giudice è stata «estremamente coraggiosa» aprendo «spiragli significativi per una revisione della legge». Anche Claudia Livi ed Elisabetta Chelo, responsabili del Centro Demetra «sconfitto» hanno accolto con soddisfazione l'ordinanza del giudice fiorentino. «Questa decisione - hanno detto - apre nuove prospettive per un recupero di una autonomia decisionale del medico che, sino a qui è stato sostanzialmente costretto dalla legge a una scelta terapeutica obbligata. Come si legge nel dispositivo, l'operatore è tenuto ad operare "secondo le migliori regole della scienza in relazione alla salute della madre" come d'altra parte previste dallo stesso codice deontologico medico».

MADRE PROVETTA - Grande apprezzamento ha espresso anche Monica Soldano, presidente dell' associazione Madre Provetta che da anni si batte «per modificare nell'interesse dei pazienti una legge brutta e crudele, causa di un esodo dal nostro Paese di tante coppie (secondo l'Istat circa il 20% delle giovani coppie manifesta problemi procreativi) che vanno a cercare soluzione all'estero».

22 dicembre 2007


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=496&ID_sezione=243&sezione=News

Sì di un giudice ai test su embrioni
Fecondazione assistita, ordinanza di un tribunale di Firenze: se si rischia la trasmissione di gravi malattie genetiche è lecito eseguire esami prima dell'impianto

FIRENZE
E' possibile la diagnosi preimpianto se c’è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica ed è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può compromettere la salute della donna. Lo ha deciso un giudice di Firenze che ha accolto il ricorso di una coppia stabilendo che le linee guida che vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni sono inapplicabili perchè contro la legge stessa e contro la Costituzione.

Un’ordinanza, con valore di sentenza, «che scardina la legge sulla fecondazione assistita», scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro, che ricorda anche il recente caso analogo del tribunale di Cagliari. A sollevare la questione è stata una coppia trentenne di Milano, lei è portatrice di una grave malattia genetica, la esostosi, che porta all’accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c’è una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilità che sia mortale.

La coppia si è rivolta al centro Demetra di Firenze chiedendo di poter fare la diagnosi preimpianto, e che la fivet sia adeguata allo stato di salute della donna che non può rischiare una gravidanza gemellare. Il centro ha risposto però che tutto questo la legge non lo consente. «La coppia deve per forza sottoporsi alla roulette russa con il rischio di avere gli embrioni malati - racconta l’avvocato Gianni Baldini che ha curato il ricorso - Così i coniugi si rivolgono al sito www. madreprovetta. org per chiedere una consulenza e iniziamo un’azione legale».

Alla base del ricorso, spiega l’avvocato, ci sono diverse considerazioni. «C’è il fatto che la legge 40 non stabilisce espressamente il divieto di diagnosi preimpianto, sono le linee guida a stabilirlo dicendo che le indagini preventive non possono essere di natura genetica ma solo osservazionale cioè morfologica». Questo divieto incide su un diritto soggettivo assoluto, dice l’avvocato Baldini, qual è quello dell’autodeterminazione, incide sul diritto alla procreazione cosciente e responsabile, al consenso informato.

Il giudice Isabella Mariani ha accolto il ricorso, spiega il legale, «dicendo che è fondata l’illegittimità delle linee guida che espressamente disapplica, un provvedimento con efficacia vincolante per altri giudizi e per il Tar». Il giudice inoltre ha condannato «il centro ad eseguire la diagnosi e ha stabilito la crioconservazione degli embrioni malati, che la legge vieta, dicendo che il medico deve seguire le regole della migliore scienza ed esperienza con specifico riguardo alla salute della donna. Questo è un altro colpo al cuore della legge 40, perchè ristabilisce l’ordine gerarchico previsto dalla Costituzione e dalla legge 194 che antepone la salute della donna a quella del nascituro».

L’ordinanza non è revocabile, vale quanto una sentenza, se il centro Demetra non ricorre in appello diventa definitiva. È la seconda sentenza a favore della diagnosi preimpianto nel caso di malattie genetiche: a settembre il tribunale di Cagliari aveva dato ragione ad una donna portatrice di talassemia. «Da quando è andata in vigore la legge arrivano molte richieste di sostegno legale, è aumentato il contenzioso giudiziario, la legge 40 è avvertita contro il bene della coppia», dice Monica Soldano, presidente dell’associazione «Madreprovetta», «la legge viene sempre più percepita come ostile a un progetto genitoriale».

22 novembre 2007


Link alla Legge 40/2004
Legge 19 febbraio 2004, n. 40
"Norme in materia di procreazione medicalmente assistita"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004
http://www.parlamento.it/leggi/04040l.htm



http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_22/Legge40_scheda_e67e1228-b086-11dc-bb54-0003ba99c53b.shtml
La scheda
Procreazione, i contenuti della legge 40
Fecondazione assistita vietata fuori dalla coppia e consentita solo per risolvere problemi di sterilità

ROMA - Divieto della fecondazione artificiale eterologa, cioè al di fuori della coppia, e della sperimentazione e clonazione degli embrioni; le tecniche di fecondazione assistita, inoltre, sono consentite solo per risolvere problemi di sterilità o infertilità e se non ci sono altri metodi terapeutici efficaci. Sono alcuni punti della legge sulla procreazione medicalmente assistita, entrata in vigore il 10 marzo 2004. Queste, in sintesi, le norme previste dalla legge, approvata definitivamente dalla Camera il 10 febbraio dello stesso anno.

ACCESSO ALLE TECNICHE DI PROCREAZIONE ASSISTITA
E' consentita per risolvere problemi di sterilità o infertilità e solo se non ci sono altri metodi terapeutici efficaci; sterilità e infertilità devono essere documentate e certificate dal medico.

NO ALL'ETEROLOGA
Il testo vieta il ricorso alla fecondazione eterologa, cioè con seme di persona estranea alla coppia.

CHI POTRÀ RICORRERE ALLE TECNICHE DI PROCREAZIONE
Saranno le coppie formate da persone maggiorenni di sesso diverso, sposate o conviventi, in età potenzialmente fertile ed entrambe viventi. No, insomma, ai single, alle mamme-nonne e alla fecondazione post mortem.

TUTELA DEL NATO E DEL NASCITURO
La legge assicura il diritto a nascere del concepito. I bambini che nascono dall'applicazione di queste tecniche sono figli legittimi della coppia o acquisiscono lo status di figli riconosciuti della madre o della coppia stessa.

CONSENSO INFORMATO
La coppia deve essere accuratamente e costantemente informata sulle tecniche e sulle varie fasi della loro applicazione. Una volta che l' ovulo è fecondato deve essere impiantato entro sette giorni e non è possibile alcun ripensamento.

EMBRIONI E SPERIMENTAZIONE
Sono vietate la sperimentazione sugli embrioni e la clonazione umana. Ricerca clinica e sperimentazione sull' embrione sono ammesse solo se finalizzate alla tutela della sua salute e del suo sviluppo. È vietata anche qualsiasi tecnica che possa predeterminare o alterare il patrimonio genetico dell'embrione.

PRODUZIONE EMBRIONI
E' possibile produrre non più di tre embrioni per volta, ovvero il numero necessario a un unico e contemporaneo impianto.

ADOTTABILITÀ DEGLI EMBRIONI
E' prevista l' adottabilità degli embrioni congelati di cui non si conoscano i genitori biologici o dei quali non sia stato chiesto l' impianto da almeno tre anni.

CRIOCONSERVAZIONE
E' consentita solo quando il trasferimento nell' utero degli embrioni non risulti possibile per gravi e documentati problemi di salute della donna che non erano prevedibili. Gli embrioni possono rimanere congelati fino alla data del trasferimento, da realizzare non appena possibile.


22 dicembre 2007

"Oltre i nostri confini" :
http://www.molecularlab.it/fecondazione_assistita/legge_40/legislazione_estera.asp



Ania

ania
23-12-2007, 14:18
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=15726&sez=HOME_INITALIA
Procreazione, giudice dice sì a test sugli embrioni

FIRENZE (22 dicembre) - Sì ai test sugli embrioni da impiantare in una fecondazione assistita se c'è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica. Lo ha deciso un giudice di Firenze con una ordinanza, che ha valore di sentenza. La notizia è stata anticipata da Repubblica e confermata dal legale della coppia che ha presentato ricorso contro la decisione del Centro Demetra che, seguendo la legge, non aveva accettato di fare i test sugli embrioni. «La decisione scardina la legge sulla fecondazione assistita», ha detto l'avvocato Gianni Baldini, docente di biodiritto all'università di Firenze e legale dell'associazione "Madre provetta".

Protagonista del ricorso che ha portato a questa ordinanza è una coppia trentenne milanese. Lei è portatrice di una grave malattia, la esostosi, che genera la crescita smisurata della cartilagine delle ossa. «Questa malattia - ha spiegato Baldini - ha una trasmissibilità superiore al 50%, ecco perchè la coppia ha chiesto il test sugli embrioni». Il giudice stabilisce anche che è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può mettere a rischio la salute della madre. «L'ordinanza non è revocabile - ha detto l' avvocato Baldini - quindi se il Centro Demetra non farà ricorso in appello diventerà esecutiva».

«Il rifiuto di svolgere test sugli embrioni è avvenuto a norma di legge. Non si poteva decidere diversamente». Così l' avvocato Cristina Baldi spiega perchè il Centro Demetra si era espresso negativamente sulla richiesta della coppia
milanese. «In base alle più diffuse interpretazione di legge - ha detto Baldi - non era possibile dire sì a quella domanda».

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/fecondazione-sentenza/ministro-turco/ministro-turco.html
Livia Turco commenta la sentenza riguardo ai test pre-impianto sugli embrioni
"Su questi temi mi ostinerò a cercare il dialogo, il mio compito è applicare la legge"
Fecondazione, il ministro della Salute
"Terremo conto della sentenza"

ROMA - "Del parere del tribunale bisogna tener conto". Lo dice il ministro della Salute, Livia Turco, ospite del programma di RaiTre In 1/2 ora, riferendosi al sì di un giudice di Firenze sui test pre-impianto sugli embrioni da impiantare in una fecondazione assistita laddove vi sia il rischio di trasmettere una grave malattia genetica. "Su questi temi mi ostinerò a cercare il dialogo - dice il ministro - il mio compito è applicare la legge a prescindere dal giudizio, e questo significa anche correggere forzature, dove ci sono state".

Due i punti che Turco ha anticipato in merito alle nuove linee-guida: l'accesso alle tecniche per le persone portatrici di malattie come il virus Hiv e, appunto, la parte che riguarda i test pre-impianto. La sentenza emessa dal giudice di Firenze, insiste il ministro, "dovrà essere tenuta in conto perché le linee guida del governo che mi ha precceduto sono, rispetto alla diagnosi pre-impianto, più restrittive della legge".

Il tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di una coppia milanese che, dopo tre anni di tentativi non riusciti, aveva scelto il Centro Demetra di Firenze per una diagnosi di infertilità. Le analisi avevano fatto scoprire una grave malattia genetica, l'esostosi (col 50% di probabilità di essere trasmessa al nascituro), così la coppia aveva chiesto di conoscere preventivamente lo stato di salute dell'embrione attraverso la diagnosi genetica, che la legge 40 vieta e che il centro stesso aveva negato.

(23 dicembre 2007)

Scoperchiatore
23-12-2007, 15:17
Non ho capito dove la legge 40 va contro altre leggi e la costituzione.
Comunque sia, in casi come quello della coppia milanese non vince nessuno purtroppo: ogni popolo afferma, in accordo con la "sua" volontà, la strada da intraprendere, ovvero se rischiare di far nascere un figlio malato e rovinare una vita e quelle che gli stanno intorno, o far nascere un figlio sano, tranciando la vita a vari embrioni, che non sappiamo cosa provano, ma sappiamo diventerebbero persone.

Non me la sento di esprimere un parere, mi chiedo soltanto se la dichiarazione della Turco significhi una revisione alla legge.

ania
23-12-2007, 21:37
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_23/livia_turco_embrioni_sentenza_firenze_adbd0a78-b196-11dc-9f4d-0003ba99c53b.shtml
Insorge il centrodestra: «Quelle norme non si toccano, no all'eugenetica nazista»
«Tenere conto della sentenza di Firenze»
Embrioni, il ministro Turco: cercare il dialogo, la legge va monitorata e se ci sono forzature vanno corrette

ROMA - La sentenza con cui un giudice di Firenze ha stabilito che è lecito eseguire test sugli embrioni da impiantare in una fecondazione assistita se ci sono rischi di trasmissione di malattie genetiche «deve essere tenuta in conto». Lo ha detto il ministro della Salute, Livia Turco, nel corso della trasmissione di Raitre «In mezz'ora».

«SERVE IL DIALOGO» - «Su questi temi mi ostinerò a cercare il dialogo - ha spiegato il ministro -. Il mio compito è applicare la legge e questo significa anche correggere forzature dove ci sono state». E insiste: «Sono tenuta ad applicare la legge a prescindere dal giudizio» ma bisogna «tenere conto del parere del tribunale». Le linee guida sono previste dalla legge e vanno riviste almeno ogni tre anni, «cosa che mi accingo a fare», ha detto la Turco. Lavoro di aggiornamento che potrebbe terminare già entro gennaio.

L'ITER - Per il via libera occorre un decreto. Le linee guida attualmente in vigore sono state approvate dal Consiglio superiore di sanità il 14 luglio del 2004 e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 16 agosto dello stesso anno. Sono vincolanti per tutte le strutture autorizzate agli interventi di fecondazione assistita e vanno aggiornate alla luce degli sviluppi tecnici e scientifici nel campo della procreazione assistita.

LE NOVITA' - Due i punti che il ministro ha anticipato sulle nuove linee guida: l'accesso alle tecniche per le persone portatrici di malattie come il virus Hiv, e, appunto, la parte che riguarda i test pre-impianto, diagnosi ora vietata. Un vero nodo caldo.

POLITICA DIVISA - La sentenza e le parole del ministro dividono la politica e fanno intervenire esperti giuristi. «La legge non si tocca», afferma Luca Volontè, presidente del gruppo Udc alla Camera che condanna «l'eugenetica nazista e scientista». Il senatore di An, Alfredo Mantovano, dice «no alla sovversione per via giudiziaria» mentre il senatore di Forza Italia, Gaetano Quagliariello, invita ad approvare la mozione contro «attentati alla sovranità popolare». Il capogruppo della Lega in commissione sanità del Senato, Massimo Polledri, apprezza l'equilibrio del ministro Livia Turco «ma ora venga in commissione a discutere le linee guida della legge 40 e su quanto i giudici devono fare: applicarla». Di parere opposto la responsabile Giustizia dei Verdi, Paola Balducci, che apprezza il ministro e sottolinea come «la politica dovrebbe imparare dalle sentenze come quelle di Firenze». Sul fronte tecnico «la legge 40 dice chiaramente no a qualsiasi tipo di selezione eugenetica a carico del nascituro e autorizza indagini solo se non distruttive dell'embrione», dice Francesco D'Agostino giurista.

«NESSUN DIRITTO NEGATO» - Ma c'è anche chi richiama l'attenzione sui veri protagonisti, quanti sono «penalizzati» dalla natura. In campo scende l'avvocato Gianni Baldini, legale della coppia che ha ottenuto dal giudice Isabella Mariani di Firenze il sì alla diagnosi pre-impianto: «È l'ora di smettere di mistificare la realtà dei fatti» afferma in una paginetta di precisazioni, «l' ordinanza non nega i diritti del nascituro, ma ristabilisce l'ordine di tutela degli interessi»


23 dicembre 2007


http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=4127&sez=HOME_INITALIA&npl=N&desc_sez=In_Italia
Cosa dicono le linee guida del 2004

ROMA, (23 dicembre) - La legge 40 sulla procreazione è entrata in vigore il 10 marzo del 2004 e prevede l'emanazione di linee guida, con decreto ad hoc. Le linee guida sono vincolanti per tutte le strutture autorizzate agli interventi di fecondazione assistita e vanno aggiornate ogni tre anni, alla luce degli sviluppi tecnici e
scientifici nel campo della procreazione assistita. Le linee guida attualmente in vigore sono state approvate dal Consiglio superiore di sanità il 14 luglio del 2004 e pubblicate con decreto sulla Gazzetta Ufficiale del 16 agosto del 2004.

Limite della produzione di tre embrioni, no alla diagnosi pre-impianto, no alla fecondazione eterologa, alcuni dei punti fissati nelle linee guida e che hanno acceso negli anni la discussione e su cui il dibattito è ancora tutto aperto. Ecco lo scenario a partire dal via libera alle linee guida del 2004:

ACCESSO: potranno accedere alla procreazione assistita le coppie affette da sterilità e infertilità. Una volta accertata l'impossibilità di rimuovere le cause impeditive della procreazione, inspiegate e non, le tecniche di fecondazione dovranno essere applicate secondo i principi della gradualità e del consenso informato.

NO ALLA DIAGNOSI GENETICA PRE-IMPIANTO: è vietata, ammessa quella morfologica, basata sull'osservazione al microscopio.

NO ALL'ETEROLOGA: vietato il ricorso alla fecondazione eterologa, cioè con seme di persona estranea alla coppia.

PRODUZIONE EMBRIONI: è possibile produrre non più di tre embrioni per volta, ovvero il numero necessario ad un unico e contemporaneo impianto.

CERTIFICAZIONE: è doppia, quella sullo stato di infertilità, che può essere rilasciata da ogni medico, e quella dello stato di infertilità per l'accesso alla fecondazione assistita, rilasciata dagli specialisti del centro.In caso di negazione del ricorso alle tecniche di fecondazione, certificata dallo specialista, la verifica spetta al responsabile del centro.

CONSENSO INFORMATO: il medico deve informare la coppia dei problemi bioetici, dei possibili effetti collaterali e psicologici, delle probabilità di successo e dei rischi. I coniugi devono esprimere congiuntamente e per iscritto il loro consenso, che potranno revocare, ciascuno da solo, fino al momento della fecondazione dell'ovulo. Tra la manifestazione del consenso e l'intervento devono trascorrere almeno 7 giorni.

QUANDO MEDICO PUÒ DIRE NO: il medico responsabile della struttura può rifiutarsi solo per motivi medico-sanitari, fornendo alla coppia motivazione scritta.

COSTI: alla coppia devono essere prospettati con chiarezza i costi della procedura, nel caso di strutture private.

CONSULENZA: ogni centro deve offrire alla coppia un servizio di consulenza prima, durante e dopo la fine del trattamento. Quattro i tipi di consulenza previsti: decisionale, di sostegno, genetica (in previsione di rischio di anomalie genetiche) e terapeutica. Queste ultime due potranno essere svolte da specialisti del settore, le altre dai medici del centro.

BANCA DEGLI EMBRIONI ABBANDONATI: le linee guida prevedono il loro
trasferimento in una struttura centrale.

TUTTI I CENTRI PRONTI PER CONGELAMENTO EMBRIONI: tutti i 323 centri pubblici e privati devono dotarsi del necessario per congelare e conservare gli embrioni che, per motivi eccezionali legati alla salute della donna, non possono essere subito trasferiti in utero. Si possono congelare anche spermatozoi e ovociti, ma non si cita la possibilità di congelare gli ootidi.

IL DESTINO DEGLI EMBRIONI ANOMALI: il medico deve informare la coppia delle anomalie presenti in un embrione. In questo caso l'impianto non è obbligatorio e la coppia può rifiutarlo. In questo caso l'embrione va coltivato in vitro «fino al suo estinguersi».

ania
25-01-2008, 12:30
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/scienza/news/2008-01-23_123167040.html

Procreazione: Tar, stop linee guida
Eccesso di potere sulla fecondazione medicalmente assistita

(ANSA) - ROMA, 23 GEN - Il Tar del Lazio ha annullato per eccesso di potere le linee guida sulla fecondazione medicalmente assistita, la legge 40. Il Tar ha accolto il ricorso di un gruppo di associazioni, fra cui Madre Provetta, Amica Cicogna e Warm. La parte contestata riguarda il divieto di diagnosi preimpianto agli embrioni contenuto nelle linee guida. Il Tar ha chiesto alla Consulta di pronunciarsi sulla costituzionalita' della legge 40.

sider
25-01-2008, 13:03
Se permetti (giustamente) l'amniocentesi ed il conseguente aborto in caso di soggetto portatore di gravi malatte/handycap, tantopiù devi permettere l'analisi pre impianto degli embrioni che si svolge in una fase molto più iniziale.

ania
17-02-2008, 14:32
Conseguenze ed effetti della Legge 40/2004. :read:

Bel risultato. :rolleyes:



http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=587&ID_sezione=243&sezione=News

Fecondazione, cresce il turismo "low cost"

Su Internet è boom di siti in lingua italiana di centri esteri

ROMA
Tanti italiani, per aggirare i limiti imposti dalla legge 40, cercano la cicogna fuori dall’Italia, anche quando i budget familiari non sono floridi.
E se la Spagna continua a fare la parte del leone - è infatti la Penisola iberica la meta più gettonata dagli italiani - tra i Paesi scelti dai nostri connazionali si fanno spazio anche i Paesi dell’Est, dove i costi sono sensibilmente più bassi.
A denunciare il fenomeno, che completa il «quadro dei "viaggi della speranza" iniziati con la legge 40 e irti di incognite e difficoltà psicologiche per i pazienti», è Andrea Borini, presidente di Cecos Italia e dell’Osservatorio turismo procreativo.

Ma non è questa l’unica novità emersa dal rapporto sulla Pma illustrato oggi da Borini nel corso di un convegno sul tema, organizzato dalla Provincia di Milano.
I centri esteri si attrezzano di fronte alla domanda crescente dei nostri connazionali alla ricerca di un figlio: proliferano, sulla rete, i siti web in lingua italiana di centri stranieri.
In poco più di due anni oltre 40 hanno optato per la nostra lingua, segno che «le limitazioni della nostra legge - assicura Borini - continuano ad incrementare il business nel resto d’Europa, e mandano i pazienti allo sbaraglio».

Secondo il presidente dell’Osservatorio turismo procreativo, si tratta di «una tendenza preoccupante, diretta conseguenza di una legge che, al di là dei contenuti evidentemente discutibili, non tiene neppure presente che viviamo in una Europa ormai senza frontiere».

«Le troppe limitazioni italiane - incalza Borini - spingono molte coppie con problemi di sterilità ad espatriare per cercare all’estero una soluzione al proprio problema, costringendole a ’viaggi della speranzà irti di incognite e difficoltà psicologiche, in paesi in cui non sempre vengono attuati seri controlli».

«L’apertura di un così considerevole numero di siti web in italiano da parte di Centri esteri è significativo - prosegue l’esperto - questo fenomeno esiste solo per i trattamenti di odontoiatria in Ungheria. Le coppie che espatriano alla ricerca di un figlio, infatti, sono anche costrette ad affrontare elevati costi economici».
Non a caso accanto a Paesi quali la Spagna, la Svizzera, il Belgio e la Gran Bretagna, nonchè gli Usa per i pazienti più facoltosi, iniziano a farsi spazio anche i Paesi dell’Est o quelli considerati economicamente pi accessibili, dove non a caso la presenza di italiani alla ricerca della cicogna è cresciuto sensibilmente.

Nella Repubblica Ceca, ad esempio, c’è un centro che effettua la fecondazione eterologa, possibilità negata in Italia dalla legge 40.
In Turchia, dove la Pma si effettua presso l’ospedale pubblico di Istanbul, le coppie italiane rappresentato il 10-20% del totale.
E ancora in Slovenia, con i suoi centri di Lubiana, Maribor e Postojna, gli italiani sono presenti da sempre, ma dopo la legge 40 il loro arrivo si è consolidato innegabilmente.
Nel solo centro di Lubiana rappresentano ormai il 10% del totale.

danny2005
17-02-2008, 14:50
Verrebbe da dire: Avete voluto la bicicletta? ora pedalate fuori dai confini nazionali, con tutti i rischi che comporta....

questo perchè in Italia la chiesa fa politica e dà indicazioni di voto....(o di astensione)

:(

Gos
17-02-2008, 17:17
Conseguenze ed effetti della Legge 40/2004. :read:

Bel risultato. :rolleyes:





era evidente che finisse in questo modo......chi ha i soldi fa quello che vuole...
La cosa peggiore secondo me è il divieto all'analisi pre impianto. E' una evidente contraddizione visto che poi la madre può abortire.

ma tanto tra poco ci penserà ferrara......il nostro paladino della vita ci riporterà sulla retta via :rolleyes:
Comunque questa legge è la prova che viviamo in uno stato religioso e tollerante e non in uno stato laico e tollerante.

ania
17-02-2008, 19:06
era evidente che finisse in questo modo......chi ha i soldi fa quello che vuole...
La cosa peggiore secondo me è il divieto all'analisi pre impianto.
E' una evidente contraddizione visto che poi la madre può abortire.
Sono assolutamente favorevole alla diagnosi pre-impianto, che -IMHO- andrebbe fatta sempre e comunque.

Trovo assurdo che in Italia ci si possa dover trovare a ricorrere ad un aborto terapeutico, in seguito all'avvenuta diagnosi di malformazioni e/o tare genetiche del prodotto del concepimento, diagnosi che viene fatta (quando la gravidanza è già una realtà concreta sulla pelle di una donna) grazie ad amniocentesi o prelievo dei villi coriali, quando semplicemente ricorrendo alla diagnosi pre-impianto, si sarebbe potuto scegliere di non impiantare l'embrione portatore di malformazioni e/o tare, e naturalmente scegliere di impiantare un embrione sano.

Ritengo assolutamente legittimo il ricorso all'aborto terapeutico, perché non ritengo giusto mettere al mondo un individuo portatore di gravi malformazioni e/o tare, e destinato a vivere infiniti giorni di sofferenza.

Tuttavia, detto molto sinceramente, ed anche perchè non mi piace dire -ipocritamente- le cose a metà:
mi prende davvero il voltastomaco e lo sconforto più profondo, se penso che l'aborto possa essere usato alla stregua di un banale sistema contraccettivo, per porre rimedio alla propria superficialità, irresponsabilità, incoscienza, e cioè, al fatto che non si è saputo/voluto pensare prima alle possibili conseguenze delle proprie decisioni e scelte.

Prima di usare i genitali, bisogna imparare ad usare la testa.

L'aborto non deve essere un sistema contraccettivo.


ma tanto tra poco ci penserà ferrara......il nostro paladino della vita ci riporterà sulla retta via :rolleyes:
Comunque questa legge è la prova che viviamo in uno stato religioso e tollerante e non in uno stato laico e tollerante.

Viviamo in uno stato nel quale la Chiesa fa politica, perché la Chiesa "parla ai politici" dai quali noi abbiamo scelto di farci rappresentare, e ne indirizza il modo di fare politica e legiferare.

Il problema serio è che non sanno fare altrettanto bene politica coloro che dovrebbero difendere e tutelare il principio che lo stato italiano è uno stato laico.


Ania

laico79
17-02-2008, 19:56
Trovo assurdo che in Italia ci si possa dover trovare a ricorrere ad un aborto terapeutico, in seguito all'avvenuta diagnosi di malformazioni e/o tare genetiche del prodotto del concepimento, diagnosi che viene fatta (quando la gravidanza è già una realtà concreta sulla pelle di una donna) grazie ad amniocentesi o prelievo dei villi coriali, quando semplicemente ricorrendo alla diagnosi pre-impianto, si sarebbe potuto scegliere di non impiantare l'embrione portatore di malformazioni e/o tare, e naturalmente scegliere di impiantare un embrione sano.

Ania
Tranquilla fra un pò sarà illegale anche l'aborto terapeutico, non hai sentito ferrara, probabilmente chi ha fatto la legge 40 si aggira come uno sciacallo attorno alla 194 (con tutto il rispetto per gli sciacalli).
Per loro questa è eugenetica, per loro l'embrione è paragonabile ad un neonato è una visione affato conciliante delle cose, e dato che pensano di stabilire cosa è bene e cosa è male per tutti andranno avanti senza la minima cognizione dei danni che possono fare.
Per quanto riguarda la tua opinione sull'aborto come contraccettivo non sono del tutto d'accordo con te, io sono favorevole alla pillora del giorno dopo, certo la cosa ha un limite per me questo limite è il primo mese. Anche perchè non considero l'embrione paragonabile ad un bambino.

Gos
17-02-2008, 20:11
Sono assolutamente favorevole alla diagnosi pre-impianto, che -IMHO- andrebbe fatta sempre e comunque.

Trovo assurdo che in Italia ci si possa dover trovare a ricorrere ad un aborto terapeutico, in seguito all'avvenuta diagnosi di malformazioni e/o tare genetiche del prodotto del concepimento, diagnosi che viene fatta (quando la gravidanza è già una realtà concreta sulla pelle di una donna) grazie ad amniocentesi o prelievo dei villi coriali, quando semplicemente ricorrendo alla diagnosi pre-impianto, si sarebbe potuto scegliere di non impiantare l'embrione portatore di malformazioni e/o tare, e naturalmente scegliere di impiantare un embrione sano.



sono perfettamente d'accordo con te. Il problema è andarlo a spiegare al cattolico di turno.....appena gli dici una cosa simile ti vedrai accusata di fare selezione della razza, sarai equiparata ad una seguace del nazismo...
Verrai accusata di egoismo perchè pensi solo a te stessa e "vuoi la vita facile"...
Io personalmente trovo l'aborto una scelta terribile ma che deve essere comunque garantita. A maggior ragione dovrebbe essere garantita l'analisi pre impianto.




Tuttavia, detto molto sinceramente, ed anche perchè non mi piace dire -ipocritamente- le cose a metà:
mi prende davvero il voltastomaco e lo sconforto più profondo, se penso che l'aborto possa essere usato alla stregua di un banale sistema contraccettivo, per porre rimedio alla propria superficialità, irresponsabilità, incoscienza, e cioè, al fatto che non si è saputo/voluto pensare prima alle possibili conseguenze delle proprie decisioni e scelte.

Prima di usare i genitali, bisogna imparare ad usare la testa.

L'aborto non deve essere un sistema contraccettivo.



giustissimo.....ma anche qui ci scontriamo con l'atteggiamento retrivo della chiesa che è contro l'uso di qualsisasi tipo di contraccetivo.
Se fosse veramente così attaccata alla vita perchè non consigliare l'uso del preservativo? sempre meglio che ricorrere all'aborto no?

PS: non sempre però si rimane incinta per superficialità. capita anche l'errore....

fabio80
17-02-2008, 20:13
giustissimo.....ma anche qui ci scontriamo con l'atteggiamento retrivo della chiesa che è contro l'uso di qualsisasi tipo di contraccetivo.
Se fosse veramente così attaccata alla vita perchè non consigliare l'uso del preservativo? sempre meglio che ricorrere all'aborto no?

perchè concepiscono il peccaminoso fornicare solo con fini procreativi. per il resto, astinenza (e niente pippe. si fa peccato)

Gos
17-02-2008, 20:16
perchè concepiscono il peccaminoso fornicare solo con fini procreativi. per il resto, astinenza (e niente pippe. si fa peccato)

ma è più grave fornicare o uccidere "una persona" (sempre ragionando come fanno i cattolici sia chiaro)?

fabio80
17-02-2008, 20:21
ma è più grave fornicare o uccidere "una persona" (sempre ragionando come fanno i cattolici sia chiaro)?

se pratichi l'astinenza, non ti trovrai mai nella condizione di dover"uccidere" nessuno

Gos
17-02-2008, 20:23
se pratichi l'astinenza, non ti trovrai mai nella condizione di dover"uccidere" nessuno

visto che l'astinenza la praticano in pochi.....

ania
17-02-2008, 20:26
sono perfettamente d'accordo con te. Il problema è andarlo a spiegare al cattolico di turno.....appena gli dici una cosa simile ti vedrai accusata di fare selezione della razza, sarai equiparata ad una seguace del nazismo...
Verrai accusata di egoismo perchè pensi solo a te stessa e "vuoi la vita facile"...
Dal momento che è prevista l'opzione dell'aborto terapeutico, opzione nei confronti della quale potrebbe essere mossa la medesima obiezione di "pretesa eugenetica", che si pretende di muovere alla diagnosi pre-impianto, allora, IMHO, deve anche essere prevista -e naturalmente legittimata- l'opzione della diagnosi pre-impianto.

E' appunto una contraddizione in termini che sia consentito l'aborto terapeutico ( come è assolutamente giusto che sia) , ma non sia altrettanto garantita la diagnosi pre-impianto.

Per me, tutto ciò si configura come un "non-senso", perché mi si impedisce di fare una selezione pre-impianto degli embrioni, ma poi, mi si induce a dover fare una scelta molto più dolorosa e traumatica sulla mia pelle, perché mi si porta a decidere, valutare, e scegliere se interrompere una gravidanza già in atto, una volta che -con l'amniocentesi o il prelievo dei villi coriali- verrò a conoscenza del fatto che mio figlio è portatore di una grave malformazione e/o tara genetica.

Ma farmi sapere prima cosa mi si vuole impiantare, e lasciare decidere a me, fin da subito, no ?!?!?

Tanto, parliamoci chiaro, se non mi si lascia decidere subito, prima dell'impianto se impiantare o meno un embrione portatore di malformazioni e/o tare genetiche, mi si porta a prendere quella decisione più tardi nel tempo, a differire, procrastinare quella scelta nel tempo, ma se ero contraria prima dell'impianto, all'idea di impiantare un embrione portatore di malformazioni e/o tare, lo sarò anche dopo, seppure a gravidanza inoltrata, quindi....ciò che cambia -in realtà- è solo "quanto mi si vuole fare soffrire e rendere traumatica -sulla mia pelle- quella decisione e scelta".

Poi, è ovvio che ciascuno sarebbe pienamente libero di valutare, decidere ed infine scegliere, se consentire l'impianto di un embrione portatore di malformazioni gravi e/o tare genetiche, o se -invece- preferire l'impianto di un embrione sano, esattamente come -allo stato attuale delle cose- ognuno è perfettamente libero di scegliere se portare a termine una gravidanza, una volta reso consapevole ( grazie al ricorso ai vari test di diagnosi prenatale ) che darà alla luce un figlio portatore di malformazioni gravi e/o tare genetiche.

Se un cattolico praticante volesse dare il proprio consenso all'impianto di un embrione portatore di malformazioni gravi e/o tare genetiche, che facesse pure, così come oggi -parimenti- è libero di non abortire, però, io vorrei essere altrettanto libera di scegliere di non impiantarlo, così come sono libera di ricorrere all'opzione dell'aborto terapeutico.

anche qui ci scontriamo con l'atteggiamento retrivo della chiesa che è contro l'uso di qualsisasi tipo di contraccetivo.
Se fosse veramente così attaccata alla vita perchè non consigliare l'uso del preservativo? sempre meglio che ricorrere all'aborto no?Sono atea, ed ho imparato a ragionare con la mia testa, di quello che pensa la Chiesa dei metodi contraccettivi, francamente, non me ne può fregare di meno.

Credo -fermamente- nell'autodeterminazione e nel libero arbitrio, cui non rinuncerei per nulla al mondo, e mi assumo la responsabilità di tutte le scelte che faccio.

PS: non sempre però si rimane incinta per superficialità. capita anche l'errore....Trovo sempre deprecabile che l'aborto sia usato come sistema contraccettivo.

Se faccio un errore, non lo faccio pagare a mio figlio buttandolo nel cesso, a parte il fatto che, potrei ritenere "imprevisto" il concepimento di un figlio, ma per come io vivo la vita e l' Amore, non lo riterrei mai e poi mai un errore.
Ma questa è la mia posizione del tutto personale sul tema.

Poi, ognuno è libero di decidere per la propria vita e fare le proprie scelte.


Ania

bluelake
17-02-2008, 20:42
Ritengo assolutamente legittimo il ricorso all'aborto terapeutico, perché non ritengo giusto mettere al mondo un individuo portatore di gravi malformazioni e/o tare, e destinato a vivere infiniti giorni di sofferenza.

Tuttavia, detto molto sinceramente, ed anche perchè non mi piace dire -ipocritamente- le cose a metà:
mi prende davvero il voltastomaco e lo sconforto più profondo, se penso che l'aborto possa essere usato alla stregua di un banale sistema contraccettivo, per porre rimedio alla propria superficialità, irresponsabilità, incoscienza, e cioè, al fatto che non si è saputo/voluto pensare prima alle possibili conseguenze delle proprie decisioni e scelte.

Prima di usare i genitali, bisogna imparare ad usare la testa.

L'aborto non deve essere un sistema contraccettivo.
concordo in pieno con quello che hai scritto :)
un problema correlato è che in Italia per usare i contraccettivi bisogna essere ben forniti di quattrini... quando si parla di spendere 10 euro per 6 preservativi (che spesso non bastano nemmeno due settimane, a volte nemmeno per una) si comincia a parlare di una bella spesa... e manca anche del tutto anche l'educazione stessa all'uso del preservativo, a partire dai ragazzi più giovani. Se pensi che fa ancora scandalo il fatto che l'Arcigay di Pistoia distribuisca (proprio per diffondere la cultura del far sesso proteggendosi) gratuitamente preservativi presso la propria sede o durante le manifestazioni...

Aladinux
17-02-2008, 21:35
edit

Aladinux
17-02-2008, 21:45
http://www.repubblica.it/2007/12/sez...-sentenza.html

Firenze, sentenza accoglie il ricorso di una donna affetta da una rara malattia
"Lecito anche rifiutare i tre impianti se la salute è in pericolo"
Il giudice: sì ai test sugli embrioni
E' possibile la diagnosi preventiva
di MARINA CAVALLIERI

ROMA - Arriva da Firenze l'ordinanza, con valore di sentenza, che scardina la legge sulla fecondazione assistita.
Il giudice ha accolto il ricorso di una coppia e ha stabilito che le linee guida che vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni sono inapplicabili perché contro la legge stessa e contro la Costituzione.
È possibile quindi la diagnosi preventiva se c'è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica, è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può compromettere la salute della donna.

Torna ancora nelle aule giudiziarie la battaglia sulla procreazione assistita, e dopo il caso del tribunale di Cagliari arriva un altro giudice a dare ragione alle coppie che lottano per cambiare le norme.
Questa volta a sollevare la questione è stata una coppia trentenne di Milano, lei è portatrice di una grave malattia, la esostosi, malattia genetica che porta all'accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c'è una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilità che sia mortale.

La coppia si rivolge al centro Demetra di Firenze e chiede di poter fare la diagnosi preimpianto, inoltre chiede che la fivet sia adeguata allo stato di salute della donna che non può rischiare una gravidanza gemellare.
Il centro risponde che tutto questo la legge non lo consente.
"La coppia deve per forza sottoporsi alla roulette russa con il rischio di avere gli embrioni malati", racconta l'avvocato Gianni Baldini che ha curato il ricorso.
"Così i coniugi si rivolgono al sito www. madreprovetta. org per chiedere una consulenza e iniziamo un'azione legale".

Alla base del ricorso, spiega l'avvocato, ci sono diverse considerazioni.
"C'è il fatto che la legge 40 non stabilisce espressamente il divieto di diagnosi preimpianto, sono le linee guida a stabilirlo dicendo che le indagini preventive non possono essere di natura genetica ma solo osservazionale cioè morfologica".
Questo divieto incide su un diritto soggettivo assoluto, dice l'avvocato Baldini, qual è quello dell'autodeterminazione, incide sul diritto alla procreazione cosciente e responsabile, al consenso informato.

"Il giudice Isabella Mariani accoglie il ricorso, "dicendo che è fondata l'illegittimità delle linee guida che espressamente disapplica, un provvedimento con efficacia vincolante per altri giudizi e per il Tar".
Il giudice inoltre prende altre due iniziative contrarie alla legge.
"Condanna il centro ad eseguire la diagnosi e stabilisce la crioconservazione degli embrioni malati, che la legge vieta, e dice che il medico deve seguire le regole della migliore scienza ed esperienza con specifico riguardo alla salute della donna.
Questo è un altro colpo al cuore della legge 40, perché ristabilisce l'ordine gerarchico previsto dalla Costituzione e dalla legge 194 che antepone la salute della donna a quella del nascituro".

L'ordinanza non è revocabile, vale quanto una sentenza, se il centro Demetra non ricorre in appello diventa definitiva.
È la seconda sentenza a favore della diagnosi preimpianto nel caso di malattie genetiche, a settembre il tribunale di Cagliari aveva dato ragione ad una donna portatrice di talassemia.
"Da quando è andata in vigore la legge arrivano molte richieste di sostegno legale, è aumentato il contenzioso giudiziario, la legge 40 è avvertita contro il bene della coppia", dice Monica Soldano, presidente dell'associazione "Madreprovetta", "la legge viene sempre più percepita come ostile a un progetto genitoriale".


(22 dicembre 2007)

http://www.repubblica.it/2007/12/sez...ondazione.html

IL CASO
Fecondazione, il giudice dà ragione alle donne
di MIRIAM MAFAI

Adesso, dopo le due sentenze del Tribunale di Cagliari e di quello di Firenze, la parola passa al ministro della Salute, Livia Turco che dovrà sbrogliare la complicata matassa della norma più assurda contenuta nella nostra legge sulla fecondazione assistita.
La norma impedisce infatti quella diagnosi preimpianto considerata del tutto normale fino al febbraio del 2004.

Che da quel giorno, data di approvazione della legge, è stata sempre richiesta e messa in atto non per selezionare il colore degli occhi del nascituro (come qualcuno polemicamente sostiene) ma per impedire la trasmissione al figlio di gravi malattie da parte di una coppia di genitori che ne sia affetta.
La norma è stata giustamente definita "feroce" perché, quando applicata, obbligherebbe la madre a subire l'impianto di tutti gli embrioni prodotti, fatta salva la possibilità di ricorrere poi all'aborto una volta accertati nel feto rischi di malformazione o malattie genetiche.

Una donna sarda, talassemica, ha rifiutato qualche mese fa di subire questa violenza. Ha fatto ricorso al Tribunale di Cagliari che le ha dato ragione affermando che l'embrione, sottoposto alla diagnosi genetica poteva essere impiantato solo nel caso si fosse rivelato sano, evitando in questo caso il doloroso ricorso all'aborto.
Ieri una analoga sentenza, del Tribunale di Firenze, ha sostenuto, con altrettanta nettezza, lo stesso principio, facendo riferimento non solo a una precedente sentenza della nostra Corte Costituzionale, ma anche alla Convenzione di Oviedo che consente i test prenatali, purché non abbiano finalità eugenetica.

Il Centro medico cui la madre, affetta da una grave e rara malattia genetica si era rivolta, dovrà dunque provvedere all'impianto solo quando avrà verificato le buone condizioni dell'embrione.

Le precedenti "linee guida" , emesse nel luglio 2004 sotto la gestione del ministro Sirchia, che mettevano fuori legge l'indagine genetica reimpianto vanno dunque disapplicate, afferma l'ordinanza del Tribunale di Firenze.
Le nuove "linee guida" la cui responsabilità spetta al ministro della Salute dovranno, inevitabilmente, tener conto di queste sentenze della magistratura che tutelano il diritto della madre e insieme il diritto alla salute del nascituro.

Ancora una volta, come nel controverso caso del testamento biologico in discussione al Senato, siamo di fronte ad uno di quei problemi che si è convenuto chiamare "eticamente sensibili".
Un problema cioè che divide le coscienze e rischia di vedere schierati e contrapposti, da una parte i laici e dall'altra la Chiesa Cattolica contraria ad ogni intervento sull'embrione.
L'inizio della vita e la sua conclusione non sono più affidati, come è accaduto per tutta la storia dell'umanità, alla natura (o a una volontà superiore).
La nascita e la morte sono eventi sui quali ormai incide in modo decisivo la medicina, la scienza, la volontà dell'uomo, della sua capacità di scegliere.

E' una condizione del tutto nuova, aperta a prospettive affascinanti ma anche, per alcuni versi inquietanti.
Mai prima d'ora una donna ha potuto decidere se e come divenire madre, mai prima d'ora una donna ha potuto - grazie ai progressi della medicina - mettere il nascituro al riparo da gravi malattie ereditarie.
Il legislatore non può, in questi casi così delicati, imporre una scelta che, anche se confortata dalla maggioranza non consente la convivenza di valori diversi.
Vale la pena a questo proposito di citare un liberale come Dworkin che scriveva: "L'istituzione dei diritti è cruciale perché rappresenta la promessa della maggioranza alla minoranza che la sua dignità ed eguaglianza saranno rispettatele".

La laicità, che ci è cara, consiste proprio in questo: nella capacità di allargare l'area dei diritti di ognuno di noi senza imporne l'adozione a nessuno.
E' la scelta che venne fatta in occasione del voto sul divorzio e sull'aborto.
E' la scelta che, speriamo, verrà adottata in occasione della elaborazione delle nuove linee guida per l'applicazione della legge sulla fecondazione assistita.

(22 dicembre 2007)

http://www.repubblica.it/2007/12/sez...a-demetra.html

Il caso della coppia di Milano che aveva chiesto la diagnosi preimpianto
Un giudice di Firenze ha dato loro ragione.
La replica dell'istituto toscano
Embrioni: "Scardinata la legge"
Soddisfatto anche il Centro Demetra
"Il rifiuto di svolgere test sugli embrioni è avvenuto a norma di legge"
Mentre l'avvocato dell'associazione "Madre provetta" sottolinea il valore della sentenza

FIRENZE - "Il rifiuto di svolgere test sugli embrioni è avvenuto a norma di legge. Non si poteva decidere diversamente", osserva l'avvocato Cristina Baldi, spiegando perché il Centro Demetra si era espresso negativamente sulla richiesta di una coppia milanese, che avrebbe voluto effettuare la diagnosi preimpianto sugli embrioni fecondati.
Diritto di cui invece è titolare, secondo quanto ha stabilito un'ordinanza di un giudice di Firenze.
L'avvocato Baldi sottolinea però come "la decisione del giudice sia stata estremamente coraggiosa aprendo spiragli significativi per una revisione della legge".

Infatti l'ordinanza viene accolta con soddisfazione non soltanto dalla coppia interessata, ma anche dallo stesso Centro Demetra: "Questa decisione - sostengono Claudia Livi ed Elisabetta Chelo,
responsabili del Centro - apre nuove prospettive per un recupero di una autonomia decisionale del medico che, sino a qui è stato sostanzialmente costretto dalla legge ad una scelta terapeutica obbligata.
Come si legge nel dispositivo, l'operatore è tenuto ad operare 'secondo le migliori regole della scienza in relazione alla salute della madre' come d'altra parte previste dallo stesso codice deontologico medico".

La coppia aveva chiesto la diagnosi preimpianto dal momento che la donna è portatrice di una grave malattia, la esostosi, malattia genetica che porta all'accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c'è una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilità che sia mortale.

"La decisione scardina la legge sulla fecondazione assistita", ha detto, riferendosi alla sentenza di Firenze, l'avvocato Gianni Baldini, docente di biodiritto all'università di Firenze e legale dell'associazione "Madre provetta".
"Questa malattia - ha spiegato Baldini - ha una trasmissibilità superiore al 50%, ecco perché la coppia ha chiesto il test sugli embrioni".

Grande apprezzamento esprime anche Monica Soldano, presidente dell'associazione Madre Provetta che da anni si batte "per modificare nell'interesse dei pazienti una legge brutta e crudele, causa di un esodo dal nostro Paese di tante coppie (secondo l'Istat circa il 20% delle giovani coppie manifesta problemi procreativi) che vanno a cercare soluzione all'estero".

Donatella Poretti, parlamentare radicale della Rosa nel Pugno e segretaria della Commissione Affari Sociali, ricorda che "mancano "9 giorni alla scadenza delle famigerate linee guida.
La capogruppo dei Verdi in commissione Giustizia alla Camera, Paola Balducci, osserva che "la sentenza di Firenze, che, di fatto, aggiorna le linee guida che ad oggi vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni, è un provvedimento da accogliere con favore".

Anche il professor Severino Antinori plaude alla sentenza: "Mi pare una sentenza assolutamente importante che fa chiarezza e dice che questa legge 40 viola i diritti umani, i diritti alla salute e alla procreazione.
Credo che debba indurre finalmente il ministro alla Salute Livia Turco a fare un cambiamento alle linee guida, a fare qualcosa di sinistra".

Padre Roberto Colombo, docente dell'Università Cattolica di Milano e direttore del Laboratorio di biologia molecolare genetica umana dello stesso ateneo, ritiene invece che "la genetica preimpianto aprirebbe la strada a una concezione eugenetica della procreazione geneticamente assistita".

(22 dicembre 2007)

http://www.corriere.it/cronache/07_d...ba99c53b.shtml

fecondazione assistita, ordinanza di un tribunale di firenze
Un giudice dice sì ai test sugli embrioni
Se si rischia la trasmissione di gravi malattie genetiche è lecito eseguire test prima dell'impianto

FIRENZE - È lecito eseguire i test sugli embrioni da impiantare in una fecondazione assistita se c'è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica. Lo ha deciso un giudice di Firenze con una ordinanza, che ha valore di sentenza.

MALATTIE GENETICHE - Una coppia aveva presentato ricorso contro la decisione del Centro Demetra che, seguendo la legge, non aveva accettato di fare i test sugli embrioni. «La decisione scardina la legge sulla fecondazione assistita», ha detto l'avvocato Gianni Baldini, docente di biodiritto all'università di Firenze e legale dell' associazione «Madre provetta». Protagonista del ricorso che ha portato a questa ordinanza è una coppia di trentenni milanesi. Lei è portatrice di una grave malattia, la esostosi, che genera la crescita smisurata della cartilagine delle ossa. «Questa malattia - ha spiegato Baldini - ha una trasmissibilità superiore al 50%, ecco perché la coppia ha chiesto il test sugli embrioni». Il giudice ha stabilito anche che è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può mettere a rischio la salute della madre. «L'ordinanza non è revocabile - ha detto l' avvocato Baldini - quindi se il Centro Demetra non farà ricorso in appello diventerà esecutiva».

LA VICENDA - «Il rifiuto di svolgere test sugli embrioni è avvenuto a norma di legge. Non si poteva decidere diversamente». Così l' avvocato Cristina Baldi spiega perché il Centro Demetra si era espresso negativamente sulla richiesta della coppia milanese. «In base alle più diffuse interpretazione di legge - ha detto Baldi - non era possibile dire sì a quella domanda». Il legale ha sottolineato che la decisione del giudice è stata «estremamente coraggiosa» aprendo «spiragli significativi per una revisione della legge». Anche Claudia Livi ed Elisabetta Chelo, responsabili del Centro Demetra «sconfitto» hanno accolto con soddisfazione l'ordinanza del giudice fiorentino. «Questa decisione - hanno detto - apre nuove prospettive per un recupero di una autonomia decisionale del medico che, sino a qui è stato sostanzialmente costretto dalla legge a una scelta terapeutica obbligata. Come si legge nel dispositivo, l'operatore è tenuto ad operare "secondo le migliori regole della scienza in relazione alla salute della madre" come d'altra parte previste dallo stesso codice deontologico medico».

MADRE PROVETTA - Grande apprezzamento ha espresso anche Monica Soldano, presidente dell' associazione Madre Provetta che da anni si batte «per modificare nell'interesse dei pazienti una legge brutta e crudele, causa di un esodo dal nostro Paese di tante coppie (secondo l'Istat circa il 20% delle giovani coppie manifesta problemi procreativi) che vanno a cercare soluzione all'estero».

22 dicembre 2007

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...3&sezione=News

Sì di un giudice ai test su embrioni
Fecondazione assistita, ordinanza di un tribunale di Firenze: se si rischia la trasmissione di gravi malattie genetiche è lecito eseguire esami prima dell'impianto

FIRENZE
E' possibile la diagnosi preimpianto se c’è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica ed è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può compromettere la salute della donna. Lo ha deciso un giudice di Firenze che ha accolto il ricorso di una coppia stabilendo che le linee guida che vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni sono inapplicabili perchè contro la legge stessa e contro la Costituzione.

Un’ordinanza, con valore di sentenza, «che scardina la legge sulla fecondazione assistita», scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro, che ricorda anche il recente caso analogo del tribunale di Cagliari. A sollevare la questione è stata una coppia trentenne di Milano, lei è portatrice di una grave malattia genetica, la esostosi, che porta all’accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c’è una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilità che sia mortale.

La coppia si è rivolta al centro Demetra di Firenze chiedendo di poter fare la diagnosi preimpianto, e che la fivet sia adeguata allo stato di salute della donna che non può rischiare una gravidanza gemellare. Il centro ha risposto però che tutto questo la legge non lo consente. «La coppia deve per forza sottoporsi alla roulette russa con il rischio di avere gli embrioni malati - racconta l’avvocato Gianni Baldini che ha curato il ricorso - Così i coniugi si rivolgono al sito www. madreprovetta. org per chiedere una consulenza e iniziamo un’azione legale».

Alla base del ricorso, spiega l’avvocato, ci sono diverse considerazioni. «C’è il fatto che la legge 40 non stabilisce espressamente il divieto di diagnosi preimpianto, sono le linee guida a stabilirlo dicendo che le indagini preventive non possono essere di natura genetica ma solo osservazionale cioè morfologica». Questo divieto incide su un diritto soggettivo assoluto, dice l’avvocato Baldini, qual è quello dell’autodeterminazione, incide sul diritto alla procreazione cosciente e responsabile, al consenso informato.

Il giudice Isabella Mariani ha accolto il ricorso, spiega il legale, «dicendo che è fondata l’illegittimità delle linee guida che espressamente disapplica, un provvedimento con efficacia vincolante per altri giudizi e per il Tar». Il giudice inoltre ha condannato «il centro ad eseguire la diagnosi e ha stabilito la crioconservazione degli embrioni malati, che la legge vieta, dicendo che il medico deve seguire le regole della migliore scienza ed esperienza con specifico riguardo alla salute della donna. Questo è un altro colpo al cuore della legge 40, perchè ristabilisce l’ordine gerarchico previsto dalla Costituzione e dalla legge 194 che antepone la salute della donna a quella del nascituro».

L’ordinanza non è revocabile, vale quanto una sentenza, se il centro Demetra non ricorre in appello diventa definitiva. È la seconda sentenza a favore della diagnosi preimpianto nel caso di malattie genetiche: a settembre il tribunale di Cagliari aveva dato ragione ad una donna portatrice di talassemia. «Da quando è andata in vigore la legge arrivano molte richieste di sostegno legale, è aumentato il contenzioso giudiziario, la legge 40 è avvertita contro il bene della coppia», dice Monica Soldano, presidente dell’associazione «Madreprovetta», «la legge viene sempre più percepita come ostile a un progetto genitoriale».

22 novembre 2007

Link alla Legge 40/2004
Legge 19 febbraio 2004, n. 40
"Norme in materia di procreazione medicalmente assistita"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004
http://www.parlamento.it/leggi/04040l.htm



http://www.corriere.it/cronache/07_d...ba99c53b.shtml

La scheda
Procreazione, i contenuti della legge 40
Fecondazione assistita vietata fuori dalla coppia e consentita solo per risolvere problemi di sterilità

ROMA - Divieto della fecondazione artificiale eterologa, cioè al di fuori della coppia, e della sperimentazione e clonazione degli embrioni; le tecniche di fecondazione assistita, inoltre, sono consentite solo per risolvere problemi di sterilità o infertilità e se non ci sono altri metodi terapeutici efficaci. Sono alcuni punti della legge sulla procreazione medicalmente assistita, entrata in vigore il 10 marzo 2004. Queste, in sintesi, le norme previste dalla legge, approvata definitivamente dalla Camera il 10 febbraio dello stesso anno.

ACCESSO ALLE TECNICHE DI PROCREAZIONE ASSISTITA
E' consentita per risolvere problemi di sterilità o infertilità e solo se non ci sono altri metodi terapeutici efficaci; sterilità e infertilità devono essere documentate e certificate dal medico.

NO ALL'ETEROLOGA
Il testo vieta il ricorso alla fecondazione eterologa, cioè con seme di persona estranea alla coppia.

CHI POTRÀ RICORRERE ALLE TECNICHE DI PROCREAZIONE
Saranno le coppie formate da persone maggiorenni di sesso diverso, sposate o conviventi, in età potenzialmente fertile ed entrambe viventi. No, insomma, ai single, alle mamme-nonne e alla fecondazione post mortem.

TUTELA DEL NATO E DEL NASCITURO
La legge assicura il diritto a nascere del concepito. I bambini che nascono dall'applicazione di queste tecniche sono figli legittimi della coppia o acquisiscono lo status di figli riconosciuti della madre o della coppia stessa.

CONSENSO INFORMATO
La coppia deve essere accuratamente e costantemente informata sulle tecniche e sulle varie fasi della loro applicazione. Una volta che l' ovulo è fecondato deve essere impiantato entro sette giorni e non è possibile alcun ripensamento.

EMBRIONI E SPERIMENTAZIONE
Sono vietate la sperimentazione sugli embrioni e la clonazione umana. Ricerca clinica e sperimentazione sull' embrione sono ammesse solo se finalizzate alla tutela della sua salute e del suo sviluppo. È vietata anche qualsiasi tecnica che possa predeterminare o alterare il patrimonio genetico dell'embrione.

PRODUZIONE EMBRIONI
E' possibile produrre non più di tre embrioni per volta, ovvero il numero necessario a un unico e contemporaneo impianto.

ADOTTABILITÀ DEGLI EMBRIONI
E' prevista l' adottabilità degli embrioni congelati di cui non si conoscano i genitori biologici o dei quali non sia stato chiesto l' impianto da almeno tre anni.

CRIOCONSERVAZIONE
E' consentita solo quando il trasferimento nell' utero degli embrioni non risulti possibile per gravi e documentati problemi di salute della donna che non erano prevedibili. Gli embrioni possono rimanere congelati fino alla data del trasferimento, da realizzare non appena possibile.


22 dicembre 2007
"Oltre i nostri confini" :
http://www.molecularlab.it/fecondazi...one_estera.asp



Ania


come non quotarti ?

danny2005
17-02-2008, 22:36
Non dico di essere ateo ma agnostico si; al limite tendo all'ateismo e, detta così, potrei sembrare un povero peccatore senza cuore agli occhi di chi ha fede e crede......

Ma pongo il rispetto della persona sopra ogni cosa e detesto chi pretende di impormi cose in nome di una suprema verità rivelata solo a lui....

Detto questo odio chi si sciacqua la bocca con Dio, facendolo entrare in ogni argomentazione: Dio ha detto, Dio dice di non fare, è peccato, bla bla bla...
Dio non dice niente di tutto ciò ma in suo nome vengono portate avanti crociate volte a criminalizzare la persona; di fronte a questa gente, che pretende di fare il TUO BENE, e per questo è ancora più pericolosa non bisogna abbassare la guardia.

Inorridisco quando leggo commenti di persone che criticano una coppia che decide di abortire perchè il figlio nascerebbe gravemente malato; queste si trincerano dietro il loro amore infinito e incommensurabile che si sarebbe preso cura del nascituro (se l'avessero affidato a loro) e per questo giudicano e condannano senza appello; persone che non tengono conto del travaglio interiore di una donna che prende una sì difficile decisione, si ergono a giudici e farebbero volentieri i carnefici dei genitori abortisti se potessero....

Le gerarchie ecclesiastiche guardano alla donna come mera incubatrice di bambini, non come persona; la donna è in effetti un essere "strano e meraviglioso" con la sua straordinaria capacità di generare la vita; ma non essendo una macchina soggetta a tagliandi (già perchè Ruini disse che bisognava fare il tagliando alla 194: mai espressione fu più infelice) ha il diritto di essere tutelata nella sua salute e integrità, ha diritto di avere tutti gli strumenti giuridici necessari per potere scegliere nella propria autonomia.

E in Italia esiste questa palese incongruenza come ha fatto rilevare Ania: da una parte la 40 e dall'altra la 194....peccato che quello che si paga lo si paghi sulla pelle delle donne; a sto punto buttiamo a mare anche la chirurgia intrauterina, le amniocentesi, le ecografie..perchè tanto Dio vuole così e se un figlio deve nascere gravemente malformato lo vorrà la divina provvidenza: torniamo a guardare le stelle e a fare aruspici.........

ania
18-02-2008, 08:44
come non quotarti ?
Forse però, sarebbe bastato quotare i links presenti in quel primo post, infatti IMHO, non ha molto senso quotare nuovamente -anche all'interno di un ulteriore post- i medesimi articoli già quotati nel post iniziale, trattandosi di articoli già integralmente riportati e perfettamente leggibili all'interno del primo post, così da poter essere letti anche da chi avesse problemi di limiti imposti dalla policy di eventuali server, e non di semplici links ad articoli presenti su siti esterni che -per questo- potrebbero non essere accessibili a tutti gli users.

Comunque, lascio ai MODS il compito di valutare l'opportunità della cosa, d'altra parte, è il loro lavoro.


Ania

Sp4rr0W
18-02-2008, 10:26
Sono contento che i giudici stiano smantellando quest'ignobile legge 40.