ania
22-12-2007, 08:45
http://www.corriere.it/animali/07_ottobre_09/caccia_balene_australia_giappone.shtml
09 ottobre 2007
Verso la ripresa delle campagne «scientifiche» autorizzate da Tokyo
Caccia alle balene, è guerra diplomatica
L'Australia sfida le baleniere a colpi di propaganda sul web. Ministro in video con i sottotitoli in giapponese
CANBERRA (Australia) - Australia contro Giappone, difensori delle balene contro cacciatori. La nuova battaglia per la tutela dei grandi cetacei si combatte ora a colpi di propaganda. E a scendere in campo al fianco degli ambientalisti è addirittura il governo australiano che, con il suo ministro dell'Ambiente, Malcom Turnbull, si rivolge direttamente ai figli dei cacciatori, i bambini giapponesi. Lo fa con un video in inglese, ma sottotitolato con gli ideogrammi nipponici, in cui esorta i ragazzi a ragionare sul significato della salvaguardia dei mammiferi e sulle possibili conseguenze di un'estinzione dovuta alle catture indiscriminate.
■ Il video del ministro australiano Malcom Turnbull con sottotitoli in giapponese contro la caccia alle balene
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=e7c82eb0-764e-11dc-9b65-0003ba99c53b
ANCHE SU YOUTUBE - Il video, disponibile sul sito personale del ministro e su quello del ministero dell'ambiente, approda ora anche su You Tube con l'obiettivo di raggiungere una schiera di persone la più ampia possibile, soprattutto in terra giapponese, dove cresce il movimento contrario alla caccia alle balene, che il governo di Tokyo continua a giustificare con finalità di ordine scientifico. Le baleniere nipponiche si trovano ogni anno a dover fronteggiare, oltre che le proteste provenienti da tutto il mondo, anche le imbarcazioni di Greenpeace che con azioni adudaci e spettacolari cercano di ostacolarne l'azione. Un faccia a faccia ravvicinato, quello che avviene nei mari del Sud, che si è spesso concluso con speronamenti e vere e proprie battaglie a colpi di idranti.
GUERRA DIPLOMATICA - Ora però la questione diventa anche diplomatica e il fatto che sia il ministro di un governo a scendere personalmente in campo con critiche aperte alla politica dell'esecutivo nipponico e lanciando messaggi ai giovani giapponesi lascia supporre che presto la polemica assumerà proporzioni di livello superiore. «Riuscite a immaginare cosa sarebbe la vita sulla Terra senza queste magnifiche creature - chiede Turnbull commentando le immagini di balene che nuotano e saltano libere negli oceani -? Centinaia di anni di caccia hanno finito quasi con lo spazzarle via».
SOTTOTITOLI IN GIAPPONESE - Lo script delle parole del ministro, che pure parla in un comprensibilissimo inglese, è integralmente tradotto in giapponese. E senza giri di parole proprio al Giappone sembra principalmente rivolto: «E' necessario che tutte le nazioni, e specialmente i nostri amici giapponesi, interrompano i loro programmi balenieri - dice Turnbull in un passaggio del video, in cui è evidenziata tra l'altro anche una rassegna stampa con articoli che denunciano la caccia a scopo scientifico autorizzata da Tokyo -. Le balene hanno più valore nell'oceano che sul bancone di un macellaio». Infatti sono un'attrazione turistica eccezionale e la loro salvaguardia, secondo Turnbull, permetterebbe di inventare attività economiche legate all'osservazione diretta della natura. «L'Australia guida la ricerca sulle balene e stiamo lavorando con i nostri vicini dell'area del Pacifico condividendo informazioni sui benefici economici che le balene possono apportare all'industria del turismo».
SPOT E PROPAGANDA - La propaganda anti-giapponese si arricchisce in Rete anche di altri contributi. Come lo spot di una birra che rivendica orgogliosamente di non avere, tra i propri ingredienti, residui di balena, che mostra un cliente di un ristorante che chiede una «full whale experience» e che anziché essere servito con un menù tutto a base di balena si ritrova a sperimentare le sensazioni che prova una balena prima di finire nel piatto, dall'arpionamento alla uccisione definitiva con scariche elettriche.(Guarda il video)
BALENE SUL WEB - In ogni caso, l'Australia non demorderà nel suo intento di salvaguardia: «Vogliamo che le balene siano protette a livello internazionale e crediamo che sia importante partire dai giovani e dalle scuole - spiega ancora il ministro del governo di Canberra -. Abbiamo anche dato vita ad un sito web interattivo mirato ai giovani. Continueremo a lavorare per la protezione totale delle balene perché gli australiani non vogliono la loro scomparsa dal pianeta»
CACCIA ESTIVA - Il Giappone ha pianificato per la prima volta la caccia di 50 balene in Antartico per la prossima estate (l'inverno nel nostro emisfero), quando gli animali, in via di estinzione, migreranno verso sud lungo la costa australiana. Altre 935 balene saranno cacciate «a scopi scientifici». Oltre al Giappone anche la Norvegia e l'Islanda praticano la caccia ai cetacei aggirando la moratoria internazionale. L'unico mercato per la carne di balena è però di fatto quello giapponese dove esistono anche dei fast food specializzati in hamburger di balena.
Alessandro Sala
09 ottobre 2007
http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_19/caccia_balene_giappone.shtml
19 novembre 2007
L''accusa di Greenpeace: «aggirano la moratoria del 1986 con falsi fini scientifici»
Il Giappone riprende la caccia alle balene
La Nisshin Maru, una baleniera da 8mila tonnellate, ha lasciato il porto di Shimonoseki diretta verso l'Antartide
TOKYO - Una flotta di baleniere giapponesi è partita per una spedizione che, secondo gli attivisti di Greenpeace, avrebbe come obiettivo la caccia a una particolare specie di balene, quelle con la gobba, prediletta dai «whales-watchers». La Nisshin Maru, baleniera da 8.000 tonnellate già protagonista prima di una collisione con un'imbarcazione di Greenpeace, e poi di un'avaria vicino alle coste dell'Antartico, ha lasciato il porto di Shimonoseki alla volta dell'Antartide intorno a mezzogiorno ora locale, e altre sarebbero pronte a seguirla in tempi brevi.
L'ACCUSA: «FALSI I FINI SCIENTIFICI» - Il Giappone, che reputa la caccia alle balene una tradizione radicata, ha ufficialmente abbandonato la caccia a fini commerciali in accordo con la moratoria internazionale del 1986, ma ha iniziato l'anno successivo missioni di caccia giustificate con «ricerche scientifiche».
LA MISSIONE DI GREENPEACE - Greenpeace ha annunciato che la propria flotta sarà nei prossimi giorni ai confini delle acque territoriali giapponesi per intercettare le baleniere e chiedere alla spedizione di fare marcia indietro. Se ciò non bastasse, sarebbe pronta a seguire la flotta nelle acque antartiche per contrastare la caccia. Secondo l'associazione «è chiaro che si tratta di caccia alle balene a fini commerciali mascherata e che il governo giapponese sta per riaprire questa attività»
19 novembre 2007
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/ambiente/balene-giappone/balene-caccia/balene-caccia.html
20 novembre 2007
La flotta giapponese è partita alla volta dell´Antartico. Obiettivo: uccidere cinquanta megattere
È la prima volta che in barba alla convenzioni internazionali gli arpioni puntano sulla specie più rara
Balene, caccia grossa al polo sud
La flotta è partita dal Giappone
Secondo le diverse stime le balene di varie specie sono un milione in tutto il mondo
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - Sono partite all'assalto nel più totale anonimato, spegnendo i segnali radio che permettono di identificare le navi. Tra un mese arriveranno a destinazione, nell'area antartica, per festeggiare il Natale massacrando balene. Sono le otto imbarcazioni che costituiscono la flotta da caccia giapponese: quattro catcher per inseguire e uccidere le prede, una nave fattoria per macellare i più grandi animali del mondo, un paio di ricognitori e una barca appoggio.
Gli arpioni nipponici si muovono verso Sud con l'obiettivo di uccidere più di mille balene in nome della scienza. Tokyo non può violare formalmente la moratoria che è stata decisa vent'anni fa dalla Commissione baleniera internazionale allo scopo di evitare la rapida estinzione di Moby Dick: la sua è ufficialmente una missione di studio. Ma una balenottera comune (che noi chiamiamo così perché si trova anche nel Mediterraneo anche se ormai è tutt'altro che comune) pesa tra le 60 e 80 tonnellate: sembrerebbe offrire materiale sufficiente per dare lavoro a parecchi laboratori, eppure da due decenni la flotta giapponese uccide "per motivi scientifici" centinaia di balene l'anno.
Questa volta Tokyo ha alzato il tiro: nel mirino degli arpioni entreranno non solo 935 balenottere minori e 50 balenottere comuni ma per la prima volta anche 50 megattere, una specie rara e amatissima dagli appassionati di whalewatching. Gli australiani le conoscono per nome e le identificano al passaggio: il prossimo anno ne identificheranno qualcuna in meno.
"E' un massacro condotto in nome di un concetto distorto delle tradizioni nazionali, di usanze alimentari scomparse da molti decenni", accusa Alessandro Giannì, il responsabile mare di Greenpeace. "Nonostante anni di campagne di promozione nelle scuole, il rito del sushi di balena è morto. Il 95 per cento dei giapponesi non ha mai mangiato carne di balena o l'ha assaggiata solo per curiosità. E quindi l'industria privata non potrebbe sostenere una campagna così costosa. Paga il governo: 50 milioni di dollari per tenere il punto. Ma gli islandesi, gli unici altri, assieme ai norvegesi, a praticare questo massacro, hanno preferito smettere ammettendo che non c'è mercato per la carne di balena".
Il mercato manca e le balene pure. Delle 250 mila balenottere azzurre che battevano i mari del Sud è rimasta solo una piccola rappresentanza: circa 3 mila esemplari. Ancora meno le balene boreali: mille. In tutto il mondo resta probabilmente un milione di esemplari, forse meno.
La loro sorte è appesa al filo degli equilibri politici all'interno della Commissione baleniera internazionale, una struttura nata nel dopoguerra che nel 1963 ha deciso la moratoria per la caccia alle megattere e nel 1987 ha esteso l'alt a tutte le specie. Negli ultimi anni però il pressing guidato dal Giappone e sostenuto da Norvegia e Islanda ha fatto crescere i voti a favore degli arpioni. Per la ripresa della caccia si sono schierati piccoli paesi in via di sviluppo i cui destini economici sono legati agli scambi commerciali con Tokyo.
Se la moratoria venisse interrotta è probabile che la mattanza durerebbe poco per mancanza di materia prima. Le stime sulle popolazioni di balene sono molto approssimative: i veri numeri potrebbero essere più bassi. Anche perché ai due secoli di caccia indiscriminata si sono aggiunte altre minacce. In primo luogo l'inquinamento da petrolio, metalli pesanti, diossine e pcb che ha prodotto risultati paradossali: pochi mesi fa il corpo di una balena finito su una spiaggia tedesca è stato smaltito come rifiuto speciale perché conteneva una percentuale consistente di inquinanti.
Poi ci sono le collisioni con le navi e le catture accidentali nelle spadare e in altre reti killer. Infine il disastro atmosferico. Da una parte l'indebolimento dello scudo di ozono, dall'altra l'aumento dell'effetto serra che ha modificato il ciclo vitale nell'area antartica favorendo le meduse e facendo diminuire il plancton di cui si nutrono le balene.
"Il cambiamento climatico sta mettendo in crisi ovunque l'equilibrio del mare e la sopravvivenza dei grandi cetacei e questa è una ragione in più per moltiplicare le misure di protezione", ricorda il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. "E da questo punto di vista ci sono anche buone notizie. Oggi abbiamo raggiunto un accordo con il governo tunisino e con quello di Malta per creare nel Canale di Sicilia un secondo santuario per le balene dopo quello istituito tra la Costa Azzurra, le Bocche di Bonifacio e la Liguria. E' una decisione importante perché l'area tra Lampedusa e la Tunisia è un grande serbatoio di biodiversità, una nursery del Mediterraneo".
(20 novembre 2007)
http://www.corriere.it/animali/07_novembre_26/caccia_balene_tokyo_canberra_e8b7ed6e-9c4c-11dc-84ae-0003ba99c53b.shtml
26 novembre 2007
Ma i Verdi australiani: mettiamo al bando a tutte le navi giapponesi
Caccia alle balene, Tokyo non si ferma
Un portavoce si rivolge al governo di Canberra: «Non si può interrompere quello che abbiamo iniziato»
CANBERRA (Australia) - Il cambio di maggioranza in Australia non modifica la linea ambientalista di Camberra. E mentre il Giappone annuncia che non fermerà la caccia alle balene, perché «una ricerca scientifica non si può interrompere di colpo», il leader dei verdi australiani, Bob Brown, ha chiesto al neo premier Kevin Rudd di convocare l'ambasciatore giapponese e di mettere al bando le navi commerciali giapponesi dai porti australiani, in segno di protesta contro la caccia ai cetacei nei mari antartici. Anche il ministro dell'ambiente del precedente governo, Malcom Turnbull, si era schierato contro la carneficina, diffondendo appelli via Internet sottotitolati in giapponese, pensati in particolare per sensiblizzare i giovani nipponici.
«NON POSSIAMO FERMARCI» - Il capo di gabinetto giapponese, Nobutaka Machimura, ha detto di aspettarsi di continuare le buone relazioni con l'Australia, nonostante le divergenze sul tema della caccia alle balene. Dopo aver goduto di ottimi rapporti con l'Australia durante gli 11 anni del governo conservatore di John Howard, Tokyo si trova da oggi a dover trattare con un Paese guidato dai laburisti, partito che mentre era all'opposizione ha più volte chiesto un'azione legale contro il Giappone, reo di cacciare balene nel santuario dell'Antartico con il pretesto della ricerca. «Ci rendiamo conto che le megattere sono molto popolari in Australia», ha detto Machimura. «Sappiamo che uccidere una di queste balene è un fatto che suscita molte emozioni nel vostro Paese. Tuttavia - ha caggiunto - il nostro governo per ora ha deciso che non possiamo sospendere quanto iniziato».
STRAGE ANNUNCIATA - La settimana scorsa una flotta nipponica di sei baleniere è salpata per l'Antartico per una nuova stagione di caccia «a fini di ricerca», usando una scappatoia della Commissione baleniera internazionale, nonostante le proteste di numerosi Paesi, Nuova Zelanda e Australia in testa. La battuta di pesca con una quota di 1.000 balene, per la prima volta include anche specie protette come le megattere, amate dai «whale watchers» per i caratteristici salti acrobatici fuori dall'acqua, e si preannuncia la più grande carneficina dei grandi cetacei degli ultimi vent'anni.
26 novembre 2007
http://www.corriere.it/animali/07_dicembre_19/caccia_balene_australia_contro_giappone_cf2531fc-ae28-11dc-8dc1-0003ba99c53b.shtml
19 dicembre 2007
Anche gli Usa fanno pressioni sul Giappone: «Salviamo le megattere»
Navi e aerei spia per fermare le baleniere
L'Australia scende in campo contro la caccia ai cetacei sostenuta dal governo di Tokyo
CANBERRA (Australia) - L'Australia scende in campo in prima persona nella battaglia contro la caccia alle balene, una pratica vietata da una moratoria internazionale a cui però continuano a sottrarsi alcuni Paesi, in particolare Norvegia, Islanda e Giappone. E proprio nei confronti del Giappone, che sostiene di avallare tale pratica per «finalità scientifiche e di studio», è rivolta la protesta di Canberra che anche con il nuovo governo laburista conferma la linea favorevole alla tutela dei cetacei, già espressa dal precedente esecutivo.
AZIONE DIPLOMATICA - Se l'ex ministro australiano all'Ambiente, Michael Turnbull, aveva lanciato appelli sottotitolati con gli ideogrammi nipponici per cercare di smuovere le coscenze anche nel paese del sol levante, l'attuale governo ha deciso di andare oltre e di lanciare una vera e propria missione nelle acque dell'oceano meridionale. In sostanza Camberra ha deciso di «spiare» le baleniere nipponiche tallonandole e scattando fotografie per raccogliere prove sulla loro attività. Un inviato diplomatico è stato nominato dal neoeletto premier laburista Kevin Rudd, con il preciso incarico di «andare a convincere i giapponesi di smettere la pesca alle balene», ha spiegato un portavoce dell'esecutivo. Rudd, lui stesso ex diplomatico (in Cina), crede fermamente nelle soluzioni prese di comune accordo. Il ministro degli Esteri, Stephen Smith, ha invece annunciato di avere avviato «una protesta formale con il governo di Tokio, perchè smettano la pesca di balene nelle acque protette».
La Ocean Viking è la nave che il governo australiano ha deciso di inviare nell'Oceano meridionale per spiare la caccia alle balene attuata dai giapponesi.
«SPIE» IN MARE E IN CIELO - Tra pochi giorni salperà la Oceanic Viking, la nave affittata dal governo australiano per tallonare e spiare con potenti teleobiettivi l'attività dei pescerecci giapponesi e decollerà in suo supporto l'aereo da ricognizione A319. Entrambi sono attrezzati per le condizioni polari dei mari del sud. Ha invece preso il largo stamattina da Auckland la nave di Greenpeace, «Esperanza». A bordo di quest'ultima ci sono anche tre italiani, che si sono detti «eccitati e felici» di contribuire alla causa delle balene del Pacifico.
GREENPEACE SODDISFATTA - Il portavoce di Greenpeace Australia, Steve Shallhorn, ha approvato l'intervento del governo australiano: «I giapponesi - ha sottolineato - cercheranno di evitare che le carcasse di animali in via di estinzione siano filmati mentre vengono issati a bordo delle loro navi. Salveremo delle vite» Le baleniere giapponesi hanno detto di avere un target di 935 balene, tra le quali anche figurano per la prima volta in quarant'anni anche le megattere, considerate a rischio di estinzione e particolarmente amate dai whale whatcher per i loro salti acrobatici.
IN CAMPO ANCHE GLI USA - Intanto anche dagli Stati Uniti arriva la notizia di un'azione diplomatica finalizzata alla tutela dei cetacei. La Casa Bianca, in particolare, sembra stia facendo pressione sul Giappone affinché fermi la caccia delle megattere e l’ambasciatore americano a Tokyo fa sapere che un accordo per fermare le reti dei balenieri potrebbe essere già stato concluso. L’ambasciatore, Thomas Schieffer, dice che negoziatori americani e giapponesi stanno lavorando a un documento proposto dagli Stati Uniti - parte di un programma di ricerca scientifica autorizzato a livello internazionale - per porre fine alla mattanza. «Penso che sia stato raggiunto un accordo la scorsa notte o stamattina - dice Schieffer - affinché non si caccino i cetacei almeno fino alla conferenza internazionale sulle balene prevista in giugno».
19 dicembre 2007
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/ambiente/balene-giappone/primo-stop-caccia/primo-stop-caccia.html
21 dicembre 2007
L'annuncio giapponese dopo le minacce australiane di ricorrere alla giustizia internazionale
Non cambia però l'obiettivo di catturare complessivamente circa mille animali
Caccia alle balene, Tokyo ci ripensa
"Non uccideremo più le megattere"
TOKYO - Parziale ripensamento del Giappone nella sua scelta di proseguire la caccia alle balene malgrado le proteste piovute su Tokyo dai governi di mezzo mondo. Da oggi in poi la flotta di baleniere del Sol Levante attualmente impegnata nell'Antartide non ucciderà più le megattere, specie ritenuta a rischio di estinzione, senza però rinunciare a portare avanti l'obiettivo di catturare complessivamente circa mille esemplari entro l'inizio del 2008.
A dare l'annuncio dello stop, precisando che durerà uno o due anni, è stato un portavoce del governo giapponese. La scelta fa seguito alla decisione australiana di spedire unità della guardia costiera per pattugliare le acque antartiche a caccia di prove da utilizzare in un eventuale processo contro il Giappone davanti alla giustizia internazionale.
"La nostra scelta dovrebbe avere l'effetto di migliorare le relazioni con l'Australia - ha osservato il portavoce del governo giapponese - ma dipende da come viene accolta. Gli australiani danno un nome ad ogni megattera, per le quali provano sentimenti di grande affetto, qualcosa che io non riesco a capire, ma in Australia è un vero e proprio sentimento nazionale".
Le quote fissate originariamente dal Giappone per la caccia alle balene (che Tokyo si ostina a definire una "missione scientifica") prevedevano l'uccisione di cinquanta esemplari di megattere. In Giappone la carne di balena è considerata una prelibatezza gastronomica.
(21 dicembre 2007)
09 ottobre 2007
Verso la ripresa delle campagne «scientifiche» autorizzate da Tokyo
Caccia alle balene, è guerra diplomatica
L'Australia sfida le baleniere a colpi di propaganda sul web. Ministro in video con i sottotitoli in giapponese
CANBERRA (Australia) - Australia contro Giappone, difensori delle balene contro cacciatori. La nuova battaglia per la tutela dei grandi cetacei si combatte ora a colpi di propaganda. E a scendere in campo al fianco degli ambientalisti è addirittura il governo australiano che, con il suo ministro dell'Ambiente, Malcom Turnbull, si rivolge direttamente ai figli dei cacciatori, i bambini giapponesi. Lo fa con un video in inglese, ma sottotitolato con gli ideogrammi nipponici, in cui esorta i ragazzi a ragionare sul significato della salvaguardia dei mammiferi e sulle possibili conseguenze di un'estinzione dovuta alle catture indiscriminate.
■ Il video del ministro australiano Malcom Turnbull con sottotitoli in giapponese contro la caccia alle balene
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=e7c82eb0-764e-11dc-9b65-0003ba99c53b
ANCHE SU YOUTUBE - Il video, disponibile sul sito personale del ministro e su quello del ministero dell'ambiente, approda ora anche su You Tube con l'obiettivo di raggiungere una schiera di persone la più ampia possibile, soprattutto in terra giapponese, dove cresce il movimento contrario alla caccia alle balene, che il governo di Tokyo continua a giustificare con finalità di ordine scientifico. Le baleniere nipponiche si trovano ogni anno a dover fronteggiare, oltre che le proteste provenienti da tutto il mondo, anche le imbarcazioni di Greenpeace che con azioni adudaci e spettacolari cercano di ostacolarne l'azione. Un faccia a faccia ravvicinato, quello che avviene nei mari del Sud, che si è spesso concluso con speronamenti e vere e proprie battaglie a colpi di idranti.
GUERRA DIPLOMATICA - Ora però la questione diventa anche diplomatica e il fatto che sia il ministro di un governo a scendere personalmente in campo con critiche aperte alla politica dell'esecutivo nipponico e lanciando messaggi ai giovani giapponesi lascia supporre che presto la polemica assumerà proporzioni di livello superiore. «Riuscite a immaginare cosa sarebbe la vita sulla Terra senza queste magnifiche creature - chiede Turnbull commentando le immagini di balene che nuotano e saltano libere negli oceani -? Centinaia di anni di caccia hanno finito quasi con lo spazzarle via».
SOTTOTITOLI IN GIAPPONESE - Lo script delle parole del ministro, che pure parla in un comprensibilissimo inglese, è integralmente tradotto in giapponese. E senza giri di parole proprio al Giappone sembra principalmente rivolto: «E' necessario che tutte le nazioni, e specialmente i nostri amici giapponesi, interrompano i loro programmi balenieri - dice Turnbull in un passaggio del video, in cui è evidenziata tra l'altro anche una rassegna stampa con articoli che denunciano la caccia a scopo scientifico autorizzata da Tokyo -. Le balene hanno più valore nell'oceano che sul bancone di un macellaio». Infatti sono un'attrazione turistica eccezionale e la loro salvaguardia, secondo Turnbull, permetterebbe di inventare attività economiche legate all'osservazione diretta della natura. «L'Australia guida la ricerca sulle balene e stiamo lavorando con i nostri vicini dell'area del Pacifico condividendo informazioni sui benefici economici che le balene possono apportare all'industria del turismo».
SPOT E PROPAGANDA - La propaganda anti-giapponese si arricchisce in Rete anche di altri contributi. Come lo spot di una birra che rivendica orgogliosamente di non avere, tra i propri ingredienti, residui di balena, che mostra un cliente di un ristorante che chiede una «full whale experience» e che anziché essere servito con un menù tutto a base di balena si ritrova a sperimentare le sensazioni che prova una balena prima di finire nel piatto, dall'arpionamento alla uccisione definitiva con scariche elettriche.(Guarda il video)
BALENE SUL WEB - In ogni caso, l'Australia non demorderà nel suo intento di salvaguardia: «Vogliamo che le balene siano protette a livello internazionale e crediamo che sia importante partire dai giovani e dalle scuole - spiega ancora il ministro del governo di Canberra -. Abbiamo anche dato vita ad un sito web interattivo mirato ai giovani. Continueremo a lavorare per la protezione totale delle balene perché gli australiani non vogliono la loro scomparsa dal pianeta»
CACCIA ESTIVA - Il Giappone ha pianificato per la prima volta la caccia di 50 balene in Antartico per la prossima estate (l'inverno nel nostro emisfero), quando gli animali, in via di estinzione, migreranno verso sud lungo la costa australiana. Altre 935 balene saranno cacciate «a scopi scientifici». Oltre al Giappone anche la Norvegia e l'Islanda praticano la caccia ai cetacei aggirando la moratoria internazionale. L'unico mercato per la carne di balena è però di fatto quello giapponese dove esistono anche dei fast food specializzati in hamburger di balena.
Alessandro Sala
09 ottobre 2007
http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_19/caccia_balene_giappone.shtml
19 novembre 2007
L''accusa di Greenpeace: «aggirano la moratoria del 1986 con falsi fini scientifici»
Il Giappone riprende la caccia alle balene
La Nisshin Maru, una baleniera da 8mila tonnellate, ha lasciato il porto di Shimonoseki diretta verso l'Antartide
TOKYO - Una flotta di baleniere giapponesi è partita per una spedizione che, secondo gli attivisti di Greenpeace, avrebbe come obiettivo la caccia a una particolare specie di balene, quelle con la gobba, prediletta dai «whales-watchers». La Nisshin Maru, baleniera da 8.000 tonnellate già protagonista prima di una collisione con un'imbarcazione di Greenpeace, e poi di un'avaria vicino alle coste dell'Antartico, ha lasciato il porto di Shimonoseki alla volta dell'Antartide intorno a mezzogiorno ora locale, e altre sarebbero pronte a seguirla in tempi brevi.
L'ACCUSA: «FALSI I FINI SCIENTIFICI» - Il Giappone, che reputa la caccia alle balene una tradizione radicata, ha ufficialmente abbandonato la caccia a fini commerciali in accordo con la moratoria internazionale del 1986, ma ha iniziato l'anno successivo missioni di caccia giustificate con «ricerche scientifiche».
LA MISSIONE DI GREENPEACE - Greenpeace ha annunciato che la propria flotta sarà nei prossimi giorni ai confini delle acque territoriali giapponesi per intercettare le baleniere e chiedere alla spedizione di fare marcia indietro. Se ciò non bastasse, sarebbe pronta a seguire la flotta nelle acque antartiche per contrastare la caccia. Secondo l'associazione «è chiaro che si tratta di caccia alle balene a fini commerciali mascherata e che il governo giapponese sta per riaprire questa attività»
19 novembre 2007
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/ambiente/balene-giappone/balene-caccia/balene-caccia.html
20 novembre 2007
La flotta giapponese è partita alla volta dell´Antartico. Obiettivo: uccidere cinquanta megattere
È la prima volta che in barba alla convenzioni internazionali gli arpioni puntano sulla specie più rara
Balene, caccia grossa al polo sud
La flotta è partita dal Giappone
Secondo le diverse stime le balene di varie specie sono un milione in tutto il mondo
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - Sono partite all'assalto nel più totale anonimato, spegnendo i segnali radio che permettono di identificare le navi. Tra un mese arriveranno a destinazione, nell'area antartica, per festeggiare il Natale massacrando balene. Sono le otto imbarcazioni che costituiscono la flotta da caccia giapponese: quattro catcher per inseguire e uccidere le prede, una nave fattoria per macellare i più grandi animali del mondo, un paio di ricognitori e una barca appoggio.
Gli arpioni nipponici si muovono verso Sud con l'obiettivo di uccidere più di mille balene in nome della scienza. Tokyo non può violare formalmente la moratoria che è stata decisa vent'anni fa dalla Commissione baleniera internazionale allo scopo di evitare la rapida estinzione di Moby Dick: la sua è ufficialmente una missione di studio. Ma una balenottera comune (che noi chiamiamo così perché si trova anche nel Mediterraneo anche se ormai è tutt'altro che comune) pesa tra le 60 e 80 tonnellate: sembrerebbe offrire materiale sufficiente per dare lavoro a parecchi laboratori, eppure da due decenni la flotta giapponese uccide "per motivi scientifici" centinaia di balene l'anno.
Questa volta Tokyo ha alzato il tiro: nel mirino degli arpioni entreranno non solo 935 balenottere minori e 50 balenottere comuni ma per la prima volta anche 50 megattere, una specie rara e amatissima dagli appassionati di whalewatching. Gli australiani le conoscono per nome e le identificano al passaggio: il prossimo anno ne identificheranno qualcuna in meno.
"E' un massacro condotto in nome di un concetto distorto delle tradizioni nazionali, di usanze alimentari scomparse da molti decenni", accusa Alessandro Giannì, il responsabile mare di Greenpeace. "Nonostante anni di campagne di promozione nelle scuole, il rito del sushi di balena è morto. Il 95 per cento dei giapponesi non ha mai mangiato carne di balena o l'ha assaggiata solo per curiosità. E quindi l'industria privata non potrebbe sostenere una campagna così costosa. Paga il governo: 50 milioni di dollari per tenere il punto. Ma gli islandesi, gli unici altri, assieme ai norvegesi, a praticare questo massacro, hanno preferito smettere ammettendo che non c'è mercato per la carne di balena".
Il mercato manca e le balene pure. Delle 250 mila balenottere azzurre che battevano i mari del Sud è rimasta solo una piccola rappresentanza: circa 3 mila esemplari. Ancora meno le balene boreali: mille. In tutto il mondo resta probabilmente un milione di esemplari, forse meno.
La loro sorte è appesa al filo degli equilibri politici all'interno della Commissione baleniera internazionale, una struttura nata nel dopoguerra che nel 1963 ha deciso la moratoria per la caccia alle megattere e nel 1987 ha esteso l'alt a tutte le specie. Negli ultimi anni però il pressing guidato dal Giappone e sostenuto da Norvegia e Islanda ha fatto crescere i voti a favore degli arpioni. Per la ripresa della caccia si sono schierati piccoli paesi in via di sviluppo i cui destini economici sono legati agli scambi commerciali con Tokyo.
Se la moratoria venisse interrotta è probabile che la mattanza durerebbe poco per mancanza di materia prima. Le stime sulle popolazioni di balene sono molto approssimative: i veri numeri potrebbero essere più bassi. Anche perché ai due secoli di caccia indiscriminata si sono aggiunte altre minacce. In primo luogo l'inquinamento da petrolio, metalli pesanti, diossine e pcb che ha prodotto risultati paradossali: pochi mesi fa il corpo di una balena finito su una spiaggia tedesca è stato smaltito come rifiuto speciale perché conteneva una percentuale consistente di inquinanti.
Poi ci sono le collisioni con le navi e le catture accidentali nelle spadare e in altre reti killer. Infine il disastro atmosferico. Da una parte l'indebolimento dello scudo di ozono, dall'altra l'aumento dell'effetto serra che ha modificato il ciclo vitale nell'area antartica favorendo le meduse e facendo diminuire il plancton di cui si nutrono le balene.
"Il cambiamento climatico sta mettendo in crisi ovunque l'equilibrio del mare e la sopravvivenza dei grandi cetacei e questa è una ragione in più per moltiplicare le misure di protezione", ricorda il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. "E da questo punto di vista ci sono anche buone notizie. Oggi abbiamo raggiunto un accordo con il governo tunisino e con quello di Malta per creare nel Canale di Sicilia un secondo santuario per le balene dopo quello istituito tra la Costa Azzurra, le Bocche di Bonifacio e la Liguria. E' una decisione importante perché l'area tra Lampedusa e la Tunisia è un grande serbatoio di biodiversità, una nursery del Mediterraneo".
(20 novembre 2007)
http://www.corriere.it/animali/07_novembre_26/caccia_balene_tokyo_canberra_e8b7ed6e-9c4c-11dc-84ae-0003ba99c53b.shtml
26 novembre 2007
Ma i Verdi australiani: mettiamo al bando a tutte le navi giapponesi
Caccia alle balene, Tokyo non si ferma
Un portavoce si rivolge al governo di Canberra: «Non si può interrompere quello che abbiamo iniziato»
CANBERRA (Australia) - Il cambio di maggioranza in Australia non modifica la linea ambientalista di Camberra. E mentre il Giappone annuncia che non fermerà la caccia alle balene, perché «una ricerca scientifica non si può interrompere di colpo», il leader dei verdi australiani, Bob Brown, ha chiesto al neo premier Kevin Rudd di convocare l'ambasciatore giapponese e di mettere al bando le navi commerciali giapponesi dai porti australiani, in segno di protesta contro la caccia ai cetacei nei mari antartici. Anche il ministro dell'ambiente del precedente governo, Malcom Turnbull, si era schierato contro la carneficina, diffondendo appelli via Internet sottotitolati in giapponese, pensati in particolare per sensiblizzare i giovani nipponici.
«NON POSSIAMO FERMARCI» - Il capo di gabinetto giapponese, Nobutaka Machimura, ha detto di aspettarsi di continuare le buone relazioni con l'Australia, nonostante le divergenze sul tema della caccia alle balene. Dopo aver goduto di ottimi rapporti con l'Australia durante gli 11 anni del governo conservatore di John Howard, Tokyo si trova da oggi a dover trattare con un Paese guidato dai laburisti, partito che mentre era all'opposizione ha più volte chiesto un'azione legale contro il Giappone, reo di cacciare balene nel santuario dell'Antartico con il pretesto della ricerca. «Ci rendiamo conto che le megattere sono molto popolari in Australia», ha detto Machimura. «Sappiamo che uccidere una di queste balene è un fatto che suscita molte emozioni nel vostro Paese. Tuttavia - ha caggiunto - il nostro governo per ora ha deciso che non possiamo sospendere quanto iniziato».
STRAGE ANNUNCIATA - La settimana scorsa una flotta nipponica di sei baleniere è salpata per l'Antartico per una nuova stagione di caccia «a fini di ricerca», usando una scappatoia della Commissione baleniera internazionale, nonostante le proteste di numerosi Paesi, Nuova Zelanda e Australia in testa. La battuta di pesca con una quota di 1.000 balene, per la prima volta include anche specie protette come le megattere, amate dai «whale watchers» per i caratteristici salti acrobatici fuori dall'acqua, e si preannuncia la più grande carneficina dei grandi cetacei degli ultimi vent'anni.
26 novembre 2007
http://www.corriere.it/animali/07_dicembre_19/caccia_balene_australia_contro_giappone_cf2531fc-ae28-11dc-8dc1-0003ba99c53b.shtml
19 dicembre 2007
Anche gli Usa fanno pressioni sul Giappone: «Salviamo le megattere»
Navi e aerei spia per fermare le baleniere
L'Australia scende in campo contro la caccia ai cetacei sostenuta dal governo di Tokyo
CANBERRA (Australia) - L'Australia scende in campo in prima persona nella battaglia contro la caccia alle balene, una pratica vietata da una moratoria internazionale a cui però continuano a sottrarsi alcuni Paesi, in particolare Norvegia, Islanda e Giappone. E proprio nei confronti del Giappone, che sostiene di avallare tale pratica per «finalità scientifiche e di studio», è rivolta la protesta di Canberra che anche con il nuovo governo laburista conferma la linea favorevole alla tutela dei cetacei, già espressa dal precedente esecutivo.
AZIONE DIPLOMATICA - Se l'ex ministro australiano all'Ambiente, Michael Turnbull, aveva lanciato appelli sottotitolati con gli ideogrammi nipponici per cercare di smuovere le coscenze anche nel paese del sol levante, l'attuale governo ha deciso di andare oltre e di lanciare una vera e propria missione nelle acque dell'oceano meridionale. In sostanza Camberra ha deciso di «spiare» le baleniere nipponiche tallonandole e scattando fotografie per raccogliere prove sulla loro attività. Un inviato diplomatico è stato nominato dal neoeletto premier laburista Kevin Rudd, con il preciso incarico di «andare a convincere i giapponesi di smettere la pesca alle balene», ha spiegato un portavoce dell'esecutivo. Rudd, lui stesso ex diplomatico (in Cina), crede fermamente nelle soluzioni prese di comune accordo. Il ministro degli Esteri, Stephen Smith, ha invece annunciato di avere avviato «una protesta formale con il governo di Tokio, perchè smettano la pesca di balene nelle acque protette».
La Ocean Viking è la nave che il governo australiano ha deciso di inviare nell'Oceano meridionale per spiare la caccia alle balene attuata dai giapponesi.
«SPIE» IN MARE E IN CIELO - Tra pochi giorni salperà la Oceanic Viking, la nave affittata dal governo australiano per tallonare e spiare con potenti teleobiettivi l'attività dei pescerecci giapponesi e decollerà in suo supporto l'aereo da ricognizione A319. Entrambi sono attrezzati per le condizioni polari dei mari del sud. Ha invece preso il largo stamattina da Auckland la nave di Greenpeace, «Esperanza». A bordo di quest'ultima ci sono anche tre italiani, che si sono detti «eccitati e felici» di contribuire alla causa delle balene del Pacifico.
GREENPEACE SODDISFATTA - Il portavoce di Greenpeace Australia, Steve Shallhorn, ha approvato l'intervento del governo australiano: «I giapponesi - ha sottolineato - cercheranno di evitare che le carcasse di animali in via di estinzione siano filmati mentre vengono issati a bordo delle loro navi. Salveremo delle vite» Le baleniere giapponesi hanno detto di avere un target di 935 balene, tra le quali anche figurano per la prima volta in quarant'anni anche le megattere, considerate a rischio di estinzione e particolarmente amate dai whale whatcher per i loro salti acrobatici.
IN CAMPO ANCHE GLI USA - Intanto anche dagli Stati Uniti arriva la notizia di un'azione diplomatica finalizzata alla tutela dei cetacei. La Casa Bianca, in particolare, sembra stia facendo pressione sul Giappone affinché fermi la caccia delle megattere e l’ambasciatore americano a Tokyo fa sapere che un accordo per fermare le reti dei balenieri potrebbe essere già stato concluso. L’ambasciatore, Thomas Schieffer, dice che negoziatori americani e giapponesi stanno lavorando a un documento proposto dagli Stati Uniti - parte di un programma di ricerca scientifica autorizzato a livello internazionale - per porre fine alla mattanza. «Penso che sia stato raggiunto un accordo la scorsa notte o stamattina - dice Schieffer - affinché non si caccino i cetacei almeno fino alla conferenza internazionale sulle balene prevista in giugno».
19 dicembre 2007
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/ambiente/balene-giappone/primo-stop-caccia/primo-stop-caccia.html
21 dicembre 2007
L'annuncio giapponese dopo le minacce australiane di ricorrere alla giustizia internazionale
Non cambia però l'obiettivo di catturare complessivamente circa mille animali
Caccia alle balene, Tokyo ci ripensa
"Non uccideremo più le megattere"
TOKYO - Parziale ripensamento del Giappone nella sua scelta di proseguire la caccia alle balene malgrado le proteste piovute su Tokyo dai governi di mezzo mondo. Da oggi in poi la flotta di baleniere del Sol Levante attualmente impegnata nell'Antartide non ucciderà più le megattere, specie ritenuta a rischio di estinzione, senza però rinunciare a portare avanti l'obiettivo di catturare complessivamente circa mille esemplari entro l'inizio del 2008.
A dare l'annuncio dello stop, precisando che durerà uno o due anni, è stato un portavoce del governo giapponese. La scelta fa seguito alla decisione australiana di spedire unità della guardia costiera per pattugliare le acque antartiche a caccia di prove da utilizzare in un eventuale processo contro il Giappone davanti alla giustizia internazionale.
"La nostra scelta dovrebbe avere l'effetto di migliorare le relazioni con l'Australia - ha osservato il portavoce del governo giapponese - ma dipende da come viene accolta. Gli australiani danno un nome ad ogni megattera, per le quali provano sentimenti di grande affetto, qualcosa che io non riesco a capire, ma in Australia è un vero e proprio sentimento nazionale".
Le quote fissate originariamente dal Giappone per la caccia alle balene (che Tokyo si ostina a definire una "missione scientifica") prevedevano l'uccisione di cinquanta esemplari di megattere. In Giappone la carne di balena è considerata una prelibatezza gastronomica.
(21 dicembre 2007)