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View Full Version : Visco, Tar accoglie il ricorso di Speciale


teogros
15-12-2007, 13:33
Ma niente risarcimento da 5 milioni di euro

ROMA - Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del generale Roberto Speciale contro la revoca dal suo incarico di comandante generale della Guardia di Finanza, ma non nella parte del risarcimento di 5 milioni. E al ministero dell'Economia è stato ingiunto di pagare 6.000 euro di spese legali.

Speciale contestava davanti al Tar la legittimità del decreto del governo con il quale il primo giugno scorso è stato rimosso da comandante generale della Guardia di Finanza, dopo lo scontro con il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco. E aveva chiesto anche un risarcimento di 5 milioni di euro, ritenendo - si leggeva nel ricorso - la rimozione dall'incarico lesiva "non tanto e non solo dal punto di vista economico-professionale, quanto sotto l'aspetto dell'immagine, della dignità e della onorabilità professionale".

Speciale, tramite i suoi legali Filippo Satta, Gianluca Esposito ed Anna Romano, aveva sollevato una lunga serie di rilievi al decreto governativo firmato dal presidente della Repubblica il 1 giugno scorso. Tutto, partendo da un dato: la vera finalità dietro alla sua revoca - continua il ricorso - "e sostituire un soggetto di diversa nomina politica e politicamente, questo sì, non complice". Lo scopo, quindi, non sarebbe stato la nomina di un nuovo comandante, bensì l'azzeramento totale di quel vertice della Gdf che era costato la perdita delle deleghe al vice ministro Vincenzo Visco.
Speciale inoltre, per tramite dei suoi legali, aveva fornito una ulteriore strada interpretativa: la rimozione dall'incarico sarebbe stata "una sanzione disciplinare" in violazione dei "fondamentali principi sul procedimento, sul contraddittorio e quindi sul diritto di difesa".

L'udienza davanti al Tar del Lazio si è svolta lo scorso 7 novembre. E le parti in causa, ovvero il generale da un lato e la presidenza del Consiglio, i ministeri dell'Economia e della Difesa dall'altro, depositarono note e memorie, rinunciando alla discussione formale nel merito del ricorso in quanto ritennero il fascicolo dibattimentale completo e sufficiente ai giudici per prendere la loro decisione.

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/speciale-caso/tar-lazio/tar-lazio.html

zerothehero
15-12-2007, 18:33
Dopo Petroni si preannuncia un altro sberlone.. :D

zerothehero
15-12-2007, 18:39
AGI) - Roma, 15 dic. - La sentenza del Tar del Lazio, emessa oggi dalla seconda sezione, ha una valenza immediata e dirompente: e' il generale Roberto Speciale il comandante generale della Guardia di Finanza. Avendo accolto il ricorso dell'alto ufficiale contro la sua rimozione anticipata dalle funzioni di comandante generale delle Fiamme Gialle, i giudici amministrativi di primo grado hanno ristabilito la situazione precedente alla nomina dell'attuale comandante, il generale Cosimo D'Arrigo . E dunque Speciale torna ad essere il numero uno delle Fiamme Gialle: almeno formalmente e' cosi', ed e' un dato incontestabile: la sentenza infatti dice che "il ricorso dev'essere accolto (per una serie di motivazioni esposte nella corposa relazione del collegio, ndr) con annullamento dell'atto impugnato" da Speciale , cioe' il decreto del presidente della Repubblica del primo giugno che aveva sancito la revoca dell'uno e la nomina, al suo posto, dell'altro. Sul piano pratico, pero', e' altrettanto evidente che nei fatti Speciale non tornera' ad essere comandante generale, in quanto potrebbe esserlo solo per il tempo necessario perche' il prevedibile ricorso che Presidenza del Consiglio, Ministero della Difesa e Ministero dell'Economia, rappresentati dall'Avvocatura dello Stato, e lo stesso generale D'Arrigo, [b] proporranno al Consiglio di Stato per ottenere in prima battuta la sospensiva cautelare del provvedimento e quindi, nel merito, il ribaltamento dello stesso . Ovvero tornare alla situazione scattata il primo di giugno scorso, quando Speciale era stato rimosso e sostituito quindi da D'Arrigo. E nel collegio difensivo di Speciale e' evidente la consapevolezza di questo quadro. Quello che conta e che viene sottolineato e' pero' il rilievo della sentenza, la sua portata 'politica': "Il Tar - commenta ancora il professor Filippo Satta, che con il professor Gianluca Esposito e l'avvocato Anna Romano, assiste il generale Speciale - ha fatto una saggia operazione di giustizia. Il decreto annullato comporta l'automatico reintegro ed e' questo aspetto il vero risarcimento danni" , proprio perche' a questi livelli di responsabilita' non ha senso rientrare per un arco di tempo davvero limitato e peraltro sarebbe sempre un rientro sub-judice.

http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200712151540-cro-rom1088-art.html

zerothehero
15-12-2007, 18:42
Chissà se il Tg1 darà la notizia :asd:

Willy McBride
15-12-2007, 19:03
Ridete, ridete. Poi però non lamentatevi dei problemi dell'Italia... finché il TAR continua a bloccare qualunque cosa, dalla bocciatura degli studenti svogliati alle concessioni dei passi carrabili c'è poco da fare in questo paese, e intanto ci tocca ricominciare a pagare lo stipendio a uno che usava gli aerei di servizio per farsi portare il pesce per la cena quando stava in vacanza in montagna.

Stavo per scrivere la solita storia del paese normale ma non serve, ci capiamo lo stesso, no?

joshua82
15-12-2007, 19:16
che bomba! :eek:

er-next
15-12-2007, 19:17
ROMA (30 novembre) - Sono stati almeno 45 i fine settimana in cui l'ex comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale, indagato per peculato, ha utilizzato uno dei due Atr42 in dotazione al Corpo. Lo ha accertato la procura militare di Roma. La procura regionale del Lazio della Corte dei Conti ha avviato un'istruttoria nei suoi confronti per verificare se vi sia stato danno erariale. La notizia, anticipata da La Repubblica , rivela anche che l'aereo destinato a compiti di trasporto e sorveglianza, era stato modificato a spese del Corpo. Erano stato installate poltrone business per otto passeggeri. E, secondo la testimonianza resa alla procura da un militare della Guardia di Finanza, era diventato una sorta di «personal jet», che, al di là delle occasioni istituzionali, partiva il venerdì per fare rientro la domenica, sempre con ospiti a bordo.

Il Messaggero

drakend
15-12-2007, 20:13
Ora il governo non pò decidere chi mettere a capo di un corpo delle forze dell'ordine? Ma siamo alla frutta?

sander4
15-12-2007, 20:20
Ridete, ridete. Poi però non lamentatevi dei problemi dell'Italia... finché il TAR continua a bloccare qualunque cosa, dalla bocciatura degli studenti svogliati alle concessioni dei passi carrabili c'è poco da fare in questo paese, e intanto ci tocca ricominciare a pagare lo stipendio a uno che usava gli aerei di servizio per farsi portare il pesce per la cena quando stava in vacanza in montagna.

Stavo per scrivere la solita storia del paese normale ma non serve, ci capiamo lo stesso, no?

Quoto. Pessima notizia per il paese se questo figuro torna al suo posto, per continuare a fare ciò che ha fatto negli anni passati usando in modo spudorato la sua posizione per farsi i cavoli propri e dei suoi amici... :(

sid_yanar
15-12-2007, 21:10
speriamo che stavolta alterni un pò, non solo pesce ma pure un'aragostella o due. Il tutto sempre a spese di chi paga le tasse, ovvero le solite due o tre categorie.

ennys
15-12-2007, 22:06
La pessima notizia, per me, è che un figuro incapace, presuntuoso e deleterio per la collettività come visco sia sempre al suo posto.

Del resto si tratta pur sempre di un degno rappresentante di questo cosiddetto "governo".

Willy McBride
15-12-2007, 22:08
La pessima notizia, per me, è che un figuro incapace, presuntuoso e deleterio per la collettività come visco sia sempre al suo posto.

Del resto si tratta pur sempre di un degno rappresentante di questo cosiddetto "governo".

Tu magari sei uno di quelli che "l'Italia va a rotoli perché non è possibile cacciare i dipendenti che non lavorano"?

ALBIZZIE
15-12-2007, 22:12
ottima notizia, arrivata in tempo in tempo.
e se si sbrigano a reintegrarlo potrà passare le prossime feste natalizie ospite a san martino di castrozza e senza fare la fila sull'autostrada.
con un po di fortuna potrà gustare perfino l'ottimo pesce siciliano proprio per la sera del 24.

ennys
15-12-2007, 22:22
Tu magari sei uno di quelli che "l'Italia va a rotoli perché non è possibile cacciare i dipendenti che non lavorano"?

Risparmiati ste boiate gratuite.

Comunque se ti piace visco, sono portato a pensare che l'Italia vada a rotoli anche perche c'è gente che la pensa come te.

teogros
15-12-2007, 23:38
Ora il governo non pò decidere chi mettere a capo di un corpo delle forze dell'ordine? Ma siamo alla frutta?

Diciamo che può farlo, come sempre... semplicemente col caso Speciale s'era toccato il ridicolo in quanto a "motivazioni".

Hitman04
15-12-2007, 23:46
Diciamo che può farlo, come sempre... semplicemente col caso Speciale s'era toccato il ridicolo in quanto a "motivazioni".
Tutto quanto accertato sui suoi abusi e danni all'erario per uso personale non è sufficente?:rolleyes:

teogros
15-12-2007, 23:47
Tutto quanto accertato sui suoi abusi e danni all'erario per uso personale non è sufficente?:rolleyes:

:mc: Mi sembra proprio che non lo sia, vista la sentenza.

Hitman04
15-12-2007, 23:55
:mc: Mi sembra proprio che non lo sia, vista la sentenza.
Veramente il TAR non ha sindacato su quello, ma sulla legittimità dell'atto, nel senso che non rientrava nelle possibilità del governo di farlo.
Rimane il fatto che sia un personaggio bieco che ha fatto i suoi porci comodi con i nostri soldi, per me possono mandarlo in missione in Siberia con le scarpe di cartone...

FastFreddy
16-12-2007, 00:40
Veramente il TAR non ha sindacato su quello, ma sulla legittimità dell'atto, nel senso che non rientrava nelle possibilità del governo di farlo.


Appunto, però l'ha fatto...


Rimane il fatto che sia un personaggio bieco che ha fatto i suoi porci comodi con i nostri soldi, per me possono mandarlo in missione in Siberia con le scarpe di cartone...

Ma pensi veramente che si sia cercato di metterlo alla porta per questo? Credi che il suo predecessore e il suo successore abbiano avuto e avranno comportamento diverso?

zuper
16-12-2007, 00:59
Ridete, ridete. Poi però non lamentatevi dei problemi dell'Italia... finché il TAR continua a bloccare qualunque cosa, dalla bocciatura degli studenti svogliati alle concessioni dei passi carrabili c'è poco da fare in questo paese, e intanto ci tocca ricominciare a pagare lo stipendio a uno che usava gli aerei di servizio per farsi portare il pesce per la cena quando stava in vacanza in montagna.

Stavo per scrivere la solita storia del paese normale ma non serve, ci capiamo lo stesso, no?

sarebbe un ragionamento perfetto....

se non fosse che la storia dell'aereo è venuta fuori DOPO

drakend
16-12-2007, 07:15
sarebbe un ragionamento perfetto....

se non fosse che la storia dell'aereo è venuta fuori DOPO
Zuper magari è stata divulgata in modo strumentale però è avvenuta e questo basta ed avanza per cacciarlo. Non credi?

giannola
16-12-2007, 07:22
dura lex, sed lex.

joshua82
16-12-2007, 08:16
sarebbe un ragionamento perfetto....

se non fosse che la storia dell'aereo è venuta fuori DOPO
vero,
e per quel motivo avrebbero giustamente dovuto cacciarlo.

Peccato che l'abbiano cacciato per altre ragioni (Unipol? :stordita: ) dimostrando, per l'ennesima volta, il clima di abusi di potere pseudo-dittatoriali di taluni personaggi di questa pseudo-maggioranza (nonchè la tipica chiusura a riccio su sè stessa della casta politica)

Korn
16-12-2007, 08:59
lo rivogliamo al suo posto uno di tal fatta non può mancare alla grande italietta :asd:

Korn
16-12-2007, 08:59
Voli speciali per fare anche solo 38 km
E per il generale l'elicottero diventa taxi
In 17 pagine il racconto della passione aeronauticadel comandante
I dettagli dei tratti percorsi e i nominativi degli ospiti a bordo in ogni viaggio
di CARLO BONINI

ROMA - Per il Tar, dunque, bisogna chiedere scusa. All'uomo e al generale dalla schiena dritta. Eppure, un fascio di nuovi documenti riservati, redatti e custoditi dal Comando generale, in possesso della procura militare (che lo indaga per peculato), della Corte dei Conti (che gli chiederà conto del danno erariale) e del Governo (che lo ha cacciato), raccontano un'altra storia.

Non c'entrano le spigole di Passo Rolle, questa volta, ma sempre di frenesia aeronautica si parla. Duecentocinquanta voli tra il novembre del 2003 e il maggio di quest'anno, su aerei (Atr-42) ed elicotteri (Ab412) del Corpo che guidava. Documentati in diciassette pagine che propongono il dettaglio - piani di volo, passeggeri ospiti, tratte, ragioni ufficiali dei trasferimenti - della passione che aveva rapito il generale (i documenti si possono leggere integralmente nel sito di "Repubblica"). Che definiscono quale grado di parossismo avesse raggiunto e con quali costi per le casse dello Stato (un'ora di volo dell'Atr42 arriva intorno ai 6 mila euro. Per un elicottero, si superano i 3 mila).

Speciale volava. Volava. Ogni volta che poteva. E mai solo. Volava persino nel cortile di casa, appena fuori il Grande Raccordo anulare. Tra un umiliante battere di tacchi e i moccoli dei piloti di stanza a Pratica di Mare. Accade il 5, il 9 e il 12 dicembre del 2003. Accade di nuovo il 24 giugno 2004, il 13 novembre e il 18 dicembre 2006, il 12 febbraio e il 29 maggio 2007. Il generale deve raggiungere Ostia, viale delle Fiamme Gialle, sede della scuola di polizia tributaria. Da viale XXI aprile, sede del Comando Generale, sono 38 chilometri di asfalto. In auto e senza sirena, 45 minuti, al costo di 5 euro di benzina. In auto e con sirena, la metà (almeno in termini di tempo). Ma non è cosa da lui. Il generale vola. Anche se, va da sé, non c'è urgenza di scapicollarsi.

Al Lido lo attendono ora dei noiosissimi convegni ("Semestre italiano di presidenza Ue. Bilancio di un'esperienza"; "La tassazione delle imprese a livello europeo"; "Manovra finanziaria 2007. Riflessi sugli operatori economici e istituzionali"), ora la consegna di qualche diploma e distintivo. L'elicottero è perfetto. Una breve corsa con autista dal Comando fino all'aeroporto dell'Urbe, dove attende un AB412 fatto decollare da Pratica di Mare, e di qui, in dieci minuti, lo spettacolo delle auto incolonnate sul Raccordo. Del resto, Speciale ama Ostia e il suo Lido. E' casa sua. La sua villa è a pochi chilometri. E una delle prime migliorie che ha disposto da comandante è stata la ristrutturazione del "Circolo del Finanziere", manufatto demaniale che guarda il mare. Via il circolo sottufficiali e, al suo posto, un appartamentino con vasca idromassaggio.

L'uomo non sembra resistere alla passione anche quando palesemente incongrua e difficile da giustificare con l'argomento della dovuta rappresentanza istituzionale. Il primo di luglio 2004 e il 9 maggio di quest'anno la sua coscienza lo convince dell'opportunità di raggiungere i miracolosi luoghi di Padre Pio. Dal cielo. Nella prima occasione (che il Comando Generale così annota: "Celebrazione eucaristica per la consacrazione e dedicazione della nuova chiesa di san Pio"), si porta dietro la moglie. Nella seconda, infila l'omaggio al Santo durante un'ispezione al Comando regionale del Molise. Anche perché l'uomo non ama perdere il suo tempo. Come si può vedere dal dettaglio dei voli su Capri.

Nell'isola, il generale è un habitué (scende al "Palace", mai da solo). Ed esattamente come sulle nevi di Passo Rolle arriva planando e riparte in decollo verticale. Il 15 agosto 2005 (una delle quattro volte, in cui il generale è dato su per aria), per ottemperare alla seccatura della riunione di routine del Comitato per l'ordine e la sicurezza al Viminale, organizza l'elicottero per sé, il suo capo di Stato maggiore Emilio Spaziante e le rispettive mogli. Un fulmineo andirivieni. L'elicottero li preleva a Capri, li aspetta a Roma, e, a incombenza terminata, torna a depositarli sull'isola, in tempo per una "pezzogna all'acqua pazza" guardando il Golfo.

Amava le cose belle, il generale. E i suoi amici (tra cui la sua ex segretaria allo Stato maggiore esercito, premiata con un incarico dirigenziale al Sismi) ne godevano con lui. Soprattutto quando non la prua dell'elicottero, ma quella dell'Atr-42 si volgeva verso le nevi delle Dolomiti (scali a Verona e Bolzano), il mare di Alghero, l'amata Sicilia, le luci di Parigi.

Korn
16-12-2007, 09:00
Speciale, 45 voli illegittimi
la Corte dei conti: ora paghi
di CARLO BONINI

<B>Speciale, 45 voli illegittimi<br>la Corte dei conti: ora paghi</B>

Uno dei voli di Speciale
IL PONTE aereo di spigole destinate alla cambusa della baita di Passo Rolle, la gita a scrocco sulle nevi con signore a bordo dell'Atr-42 della Finanza non sono stati l'infelice inciampo di un ufficiale con la schiena dritta. La Procura militare di Roma ha accertato che l'ex comandante generale Roberto Speciale, indagato per peculato, ha utilizzato uno dei due Atr42 in dotazione al Corpo in occasione di almeno 45 fine settimana.

E mai da solo, come sarebbero in grado di documentare i piani di volo. Che quell'aereo, ufficialmente destinato a compiti di trasporto e sorveglianza, era stato, per suo ordine e a spese del Corpo, "riconfigurato" negli hangar dell'aeroporto militare di Pratica di Mare, con un allestimento interno che, modificando la parte anteriore della carlinga, consentisse condizioni di volo e poltrone "business" ad almeno otto passeggeri. Di fatto - come ha riferito alla Procura un militare della Guardia di Finanza testimone oculare delle modifiche disposte sull'aereo - l'Atr42 MP era diventato un "personal jet", oggettivamente inibito a incarichi operativi in senso proprio, che, al di là delle occasioni istituzionali, partiva il venerdì o il sabato, per fare rientro la domenica con i graditi ospiti. Ad un costo, per le casse dello Stato, di 3.885,91 euro l'ora.

Per dare un'idea, un week-end in Sicilia, la terra del generale, costava più o meno 8 mila euro. Lo stipendio mensile di cinque finanzieri.

Speciale quel denaro dovrà restituirlo. Diverse centinaia di migliaia di euro, calcolando ogni ora di volo abusivo, maggiorata di interessi e di sanzioni. La Procura della Corte dei Conti (magistratura cui il governo, nel giugno scorso, avrebbe voluto destinare il generale al momento della sua destituzione) ha infatti avviato nei confronti del generale un procedimento di responsabilità per danno erariale i cui tempi - secondo quanto riferisce una fonte qualificata a conoscenza dei termini dell'inchiesta - non dovrebbero andare oltre il gennaio prossimo.

Un problema in più per Speciale, evidentemente. Ma anche per il Comando generale. Che conosce quale abisso rischia di aprirsi se la magistratura, ordinaria, militare o contabile che sia, dovesse afferrare il cuore di questa storia. Che non è soltanto una cassa di spigole, una gita sulla neve, o un rosario di week-end a sbafo delle casse dello Stato. È la gestione delle risorse finanziarie del Corpo nella stagione di comando che si è appena conclusa, a cominciare dai mezzi "aeronavali" per finire all'impiego dei fondi riservati: 694.091 euro nel solo esercizio di bilancio del 2007.

Speciale ne era il responsabile contabile. E se ne avesse fatto o autorizzato l'uso che ha fatto dell'Atr42, la vicenda rischierebbe di travolgere l'intera catena gerarchica della Finanza. In questa chiave, l'attuale comandante generale Cosimo D'Arrigo appare in evidente difficoltà. Il primo giugno di quest'anno, in occasione del suo insediamento, scrisse nel suo primo ordine del giorno rivolto a tutti gli appartenenti del Corpo: "Al generale Speciale sono legato da 40 anni di sincera amicizia. Ne ho apprezzato le eccezionali qualità professionali e la trascinante carica di umanità, ma soprattutto il profondo senso dello Stato e delle Istituzioni, l'intimo, radicato culto delle regole, lo straordinario spirito di servizio verso la nostra Patria!".

Nell'ultimo mese, ha delegato al suo capo di stato maggiore, il generale Paolo Poletti, l'incarico di raffreddare le curiosità del Parlamento sui voli dell'ex comandante generale con lacunose risposte di routine, di opporre un singolare "segreto" alle richiesta di conoscere con quali modalità i fondi riservati del Corpo siano stati impiegati. Ad esempio, se fosse o meno vero che, lo stesso Speciale, percepisse a tale titolo 2.000 euro al mese (cifra irrisoria per coltivare anche la più miserabile delle fonti riservate, ma significativa se aggiunta fuori busta allo stipendio). Ad esempio se fosse sufficiente - come sembra sia avvenuto - la semplice quietanza (una firma su una ricevuta) del comandante generale per distribuire a pioggia quel denaro lungo i rami della gerarchia senza che vi fosse uno straccio di giustificazione sul loro impiego "per fini di intelligence". E tuttavia, se la mossa di D'Arrigo doveva o voleva essere una toppa, rischia di essere peggiore del buco.

Il carteggio interno tra il generale Poletti e il ministero dell'Economia in relazione alla vicenda dei voli e dei fondi riservati è stato trasmesso in questi giorni al procuratore militare di Roma Antonino Intelisano dallo stesso ministero "per quanto di competenza". Una formula apparentemente anodina che non impegna il governo in nessuna iniziativa formale, ma che in realtà consente alla procura di allargare il fronte dell'indagine per peculato sin qui a carico del solo Speciale, anche al capitolo dei fondi riservati e ad eventuali omissioni nelle comunicazioni al Parlamento da parte dello Stato maggiore della Finanza.

Korn
16-12-2007, 09:01
Gite in montagna e pesce fresco in baita
così Speciale usava l'Atr della Finanza
di CARLO BONINI

<B>Gite in montagna e pesce fresco in baita<br>così Speciale usava l'Atr della Finanza</B>

Un'immagine dal video della Finanza
ROBERTO Speciale con coppola e montone. Le signore in pelliccia. Tutti a Passo Rolle. Per la festa sulla neve. A bordo dell'Atr 42 della Guardia di Finanza. E a cena pesce freschissimo. In casse caricate all'aeroporto di Pratica di Mare e spedite con volo militare. L'ex comandante della Guardia di Finanza ha chiesto al Paese cinque milioni di euro perché il suo onore di "uomo delle Istituzioni" e di "ufficiale" con la schiena dritta trovi giusto ristoro al "massacro" che ne avrebbero fatto in Parlamento il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa e il suo vice Vincenzo Visco.

Un giudice amministrativo deciderà di qui a tre settimane del risarcimento. E' un fatto che, liberi dalla sua ombra, gli archivi della Guardia di Finanza cominciano a restituire qualche documento che racconta chi è Roberto Speciale. Come ha interpretato il suo comando. Quale uso abbia fatto delle risorse destinate al lavoro di un Corpo che, spesso, a fine anno, non ha risorse per mettere la benzina nelle sue macchine.

Parliamo di un filmato ufficiale girato in una fredda mattina del febbraio 2005. A passo Rolle (Trentino Alto Adige) si apre la 55esima edizione delle "gare invernali di sci" del Corpo. Un operatore delle Fiamme Gialle rivolge l'obiettivo della telecamera sull'orizzonte cobalto della pista di atterraggio dell'aeroporto di Bolzano. Nell'assolo trionfale e lancinante di una chitarra elettrica che fa da colonna sonora alle immagini, un Atr 42 turboelica del Corpo (aereo destinato, secondo le informazioni diffuse dal sito istituzionale della Finanza, al "contrasto del contrabbando", alla "sorveglianza delle coste", alle "missioni umanitarie", giocattolo da 3.500 euro l'ora, escluso il costo dell'equipaggio) si posa a terra. Il bestione rulla, avvicinandosi lentamente all'aerostazione e la musica cresce. Cresce nell'enfasi compiaciuta della regia.

Un drappello di infreddoliti ufficiali si avvicina al portellone posteriore, guidato dal generale Giulio Abati (allora comandante regionale del Trentino Alto Adige). Attesa. Poi, ecco il primo passeggero. Una signora avvolta in una pelliccia di volpe. La moglie di Roberto Speciale. Ecco il secondo. Un'altra pelliccia di volpe. La signora D'Amato, moglie del generale Salvatore D'Amato (all'epoca comandante interregionale di Napoli). Ora, la terza pelliccia. Volpe come sopra, ma rovesciata. Una giovane donna che nessuno dei presenti sembra conoscere o riconoscere, salvo l'autista del comandante generale che aspetta sottobordo e con cui scambia un affettuoso bacio.

Quindi tocca agli uomini. Un ragazzone dall'abito sportivo con una sporta di carta; un uomo di mezza età che sembra accompagni la più giovane delle signore; il generale D'Amato, in giacca a vento e quindi lui, il Comandante. Immagini di vederlo fare capolino in alta uniforme. E invece il generale si è "messo" da montagna. Coppola, giacca di montone con bottoni in osso, morbidi pantaloni in velluto verde petrolio. Lo salutano militarmente. Lui risponde allungando morbidamente la mano nel gesto dell'omaggio.

Da Bolzano a Passo Rolle sono 50 minuti di auto. La giornata è serena. In fondovalle non c'è neve. Ma la comitiva, visibilmente compiaciuta, non si nega lo spettacolo delle cime. Si accomoda su un elicottero Ab 412 del Corpo che attende a bordo pista. La chitarra elettrica della colonna sonora pesta in un ennesimo assolo, mentre l'obiettivo stringe sulle signore in pelliccia issate a bordo, su un comandante chino ad allacciare le cinture di sicurezza a chi non sa neppure da dove si cominci. Su Speciale, che ora ha tolto la coppola e inforcato dei "Rayban" a goccia con cui osserva compiaciuto il lavoro agiografico del cine-operatore.

Di nuovo in aria. Il Cimon della Pala è magnifico. I tre generali che attendono a Malga Fossa (Nino Di Paolo, generale di corpo d'armata, comandante a Firenze; Luciano Pezzi, generale di divisione, Lucio Macchia, generale di corpo d'armata) sono tre deferenti statue di ghiaccio. Alla malga, ai piedi dell'elicottero appena atterrato in una nuvola di neve farinosa, il cerimoniale si ripete nella sua sequenza grottesca. Nessuno sa bene chi salutare. Anche perché alcuni di quelle signore e signori non li conosce nessuno. Finche una Land Rover blu notte tirata a lucido se ne va con gli ospiti.

Non sembra questa la sola pagina umiliante scritta a Passo Rolle. Di storie, nel Corpo, se ne raccontano di tutti i colori. E almeno una ha lasciato tracce documentali e testimoniali. Speciale ama il pesce fresco. E, si sa, le malghe non ne offrono. In un'occasione, dunque, dall'aeroporto di Pratica di Mare viene fatto sollevare un Atr 42 con a bordo un metro cubo di pesce. Il piano di volo prevede l'atterraggio a Bolzano, quindi il disimbarco e la consegna del prezioso carico in montagna.

Il pilota è il maggiore Aldo Venditti. Ma il poveretto non ha fortuna. Le condizioni meteo su Bolzano lo obbligano ad atterrare a Verona, dove nessuno aspetta pesce. Tantomeno un drappello di sconcertati "baschi verdi" che rifiutano di farsi facchini. Tocca al pilota. E la storia smette di essere un segreto.

Jackari
16-12-2007, 09:17
non capisco come si faccia a aparlare bene di visco o come si faccia a dargli ragione. se il licenziamento di speciale è stato illegittimo è giusto che lo stesso venga reintegrato al suo posto. se poi il vecchio comandante era una persona che commetteva reati nell'esercizio delle sue funzioni (mi riferisco all'accusa di peculato, con il beneficio del dubbio, visto che ancora una sentenza di condanna non c'è stata) si poteva rimuoverlo per quei motivi e non per altri. evidentemente il ns. ministro non è stato in grado.:rolleyes:

LittleLux
16-12-2007, 09:48
Diciamo che può farlo, come sempre... semplicemente col caso Speciale s'era toccato il ridicolo in quanto a "motivazioni".

no, il ridicolo non sta nelle motivazioni che hanno portato all'allontanamento sacrosanto del generale, quanto piuttosto nella gestione da parte del governo, molto pasticciata, della vicenda.
Molto più ridicolo, e penoso, è vedere come certi italiani si ostinano a difendere certi personaggi come Speciale, che in un paese civile a quest'ora sarebbe in galera e avrebbe risarcito l'erario del danno da lui causato.
Questo si, è penoso.

anonimizzato
16-12-2007, 09:51
Mi vien da vomitare.

Spero che la cosa non finisca qui.

Aes Sedai
16-12-2007, 10:01
Mi sembra che non si sia capito che il Governo ha tutto il diritto di rimuovere un generale che è a capo della guardia di finanza se non ha più fiducia in lui ... qualsiasi sia il motivo.... la sentenza del tar infatti non contesta questo diritto. Che è del governo, quindi di Padoa Schioppa e di Visco.

La sentenza del tar contesta il 'metodo' che è stato seguito, in quanto il governo ha nominato un nuovo capo senza prima revocare il mandato a speciale, dimostrando una inettitudine 'tecnica' davvero sconcertante.

Adesso Speciale è ormai in pensione, tutto questo suo affannarsi comunque fa capire a che genere di persona era stato affidato dai governi precedenti (Berlusconi..? ma forse anche altri prima...) il controllo di un settore così delicato.

E fa capire che i 'veri' poteri forti in questo stato non sempre sono all'interno della politica, ma altrove, nei settori militari ed economici... una situazione da america latina..

LittleLux
16-12-2007, 10:31
Mi sembra che non si sia capito che il Governo ha tutto il diritto di rimuovere un generale che è a capo della guardia di finanza se non ha più fiducia in lui ... qualsiasi sia il motivo.... la sentenza del tar infatti non contesta questo diritto. Che è del governo, quindi di Padoa Schioppa e di Visco.

La sentenza del tar contesta il 'metodo' che è stato seguito, in quanto il governo ha nominato un nuovo capo senza prima revocare il mandato a speciale, dimostrando una inettitudine 'tecnica' davvero sconcertante.

Adesso Speciale è ormai in pensione, tutto questo suo affannarsi comunque fa capire a che genere di persona era stato affidato dai governi precedenti (Berlusconi..? ma forse anche altri prima...) il controllo di un settore così delicato.

E fa capire che i 'veri' poteri forti in questo stato non sempre sono all'interno della politica, ma altrove, nei settori militari ed economici... una situazione da america latina..

ma sai, sto forum è pieno, evidentemente, di emuli o parenti del generale:asd:

Jackari
16-12-2007, 10:40
Mi sembra che non si sia capito che il Governo ha tutto il diritto di rimuovere un generale che è a capo della guardia di finanza se non ha più fiducia in lui ... qualsiasi sia il motivo.... la sentenza del tar infatti non contesta questo diritto. Che è del governo, quindi di Padoa Schioppa e di Visco.

La sentenza del tar contesta il 'metodo' che è stato seguito, in quanto il governo ha nominato un nuovo capo senza prima revocare il mandato a speciale, dimostrando una inettitudine 'tecnica' davvero sconcertante.



finalmente qualcuno che ha capito (non sono ironico)
il problema è quello di rispettare le regole per l'esercizio di tale diritto.

sid_yanar
16-12-2007, 11:02
Mi sembra che non si sia capito che il Governo ha tutto il diritto di rimuovere un generale che è a capo della guardia di finanza se non ha più fiducia in lui ... qualsiasi sia il motivo.... la sentenza del tar infatti non contesta questo diritto. Che è del governo, quindi di Padoa Schioppa e di Visco.

La sentenza del tar contesta il 'metodo' che è stato seguito, in quanto il governo ha nominato un nuovo capo senza prima revocare il mandato a speciale, dimostrando una inettitudine 'tecnica' davvero sconcertante.

Adesso Speciale è ormai in pensione, tutto questo suo affannarsi comunque fa capire a che genere di persona era stato affidato dai governi precedenti (Berlusconi..? ma forse anche altri prima...) il controllo di un settore così delicato.

E fa capire che i 'veri' poteri forti in questo stato non sempre sono all'interno della politica, ma altrove, nei settori militari ed economici... una situazione da america latina..

infatti il punto è questo, emergono pertanto due fattori:

-inettitudine da parte del governo in carica nel rimuovere speciale;

-malafede da parte del governo che a suo tempo nominò speciale per un ruolo così delicato. Sarebbe stato logico mettere in quella posizione una persona integerrima...invece hanno preferito scegliere un soggetto che, per recarsi ad Ostia, ci andava in elicottero. Sempre che come da tradizione non emerga la frase " Io non sapevo".

CYRANO
16-12-2007, 11:33
ah i difensori della legalità , ad intermittenza...

:asd: :asd:



cpaèpzèaza

Ducati 998
16-12-2007, 11:38
Veramente il TAR non ha sindacato su quello, ma sulla legittimità dell'atto, nel senso che non rientrava nelle possibilità del governo di farlo.
Rimane il fatto che sia un personaggio bieco che ha fatto i suoi porci comodi con i nostri soldi, per me possono mandarlo in missione in Siberia con le scarpe di cartone...

Ecco... il problema è proprio questo: il TAR ha decretato che il gesto di Padoa Schioppa è stato un abuso di potere e questo è molto grave (e lo dico da persona non simpatizzante per l'altra parte)... per fortuna che esiste il TAR e tutti gli organi di controllo.
Se non aveva il potere di farlo perché gli è stato permesso? Imparassero a seguire le giuste procedure! Poi se Speciale abbia utilizzato i mezzi dello stato per uso proprio, mi sembra che potrebbero esserci tutti i requisiti per fare una lettera di richiamo, se così si può dire!

gigio2005
16-12-2007, 12:20
ok...state facendo dei discorsi bellissimi...CERTUNI anche utilizzando un'arte retorica quasi sublime :D

ma la domanda e' un'altra:





perche', nonostante il paese stia andando a puttane sul 100% dei fronti, si continua a parlare di quest'individuo in pensione?

gigio2005
16-12-2007, 12:37
Mi sembra che non si sia capito che il Governo ha tutto il diritto di rimuovere un generale che è a capo della guardia di finanza se non ha più fiducia in lui .....

bonaiuti ha appena detto davanti a milioni di persone al tg1 che il governo non puo' rimuovere il capo della finanza

drakend
16-12-2007, 13:40
Inviterei certuni a riflettere bene su cosa vogliono dire prima di scrivere.
E io ti inviterei a smetterla di ritenere gli altri dei deficienti ignoranti: se lo sono o meno non è un problema tuo. Limitarsi al merito dei post è troppo difficile?

zerothehero
16-12-2007, 14:33
Ridete, ridete. Poi però non lamentatevi dei problemi dell'Italia... finché il TAR continua a bloccare qualunque cosa, dalla bocciatura degli studenti svogliati alle concessioni dei passi carrabili c'è poco da fare in questo paese, e intanto ci tocca ricominciare a pagare lo stipendio a uno che usava gli aerei di servizio per farsi portare il pesce per la cena quando stava in vacanza in montagna.

Stavo per scrivere la solita storia del paese normale ma non serve, ci capiamo lo stesso, no?


No, perchè quello che è stato fatto contro Speciale è semplicemente vergognoso (Visco che rompe la scatole per chiedere trasferimenti).. roba da occupazione militare dei posti dell'amministrazione pubblica (cosa che chiaramente solo in Italia,avviene) e infatti il tar li ha sbugiardati.

Evidentemente un utente di un forum (io), ne capisce di più di coloro che stanno (per 23000 voti) abbarbicati alla cadrega.
:asd:
Adesso fanno pure ricorso al consiglio di stato.. :asd: ...e sono pure recidivi (su Petroni)..

fabio80
16-12-2007, 14:37
No, perchè quello che è stato fatto contro Speciale è semplicemente vergognoso (Visco che rompe la scatole per chiedere trasferimenti).. roba da occupazione militare dei posti dell'amministrazione pubblica (cosa che chiaramente solo in Italia,avviene) e infatti il tar li ha sbugiardati.

Evidentemente un utente di un forum (io), ne capisce di più di coloro che stanno (per 23000 voti) abbarbicati alla cadrega.
:asd:
Adesso fanno pure ricorso al consiglio di stato.. :asd: ...e sono pure recidivi (su Petroni)..

23000 voti di cui il tuo, non dimenticarlo :O

zerothehero
16-12-2007, 14:49
Ridete, ridete. Poi però non lamentatevi dei problemi dell'Italia... finché il TAR continua a bloccare qualunque cosa, dalla bocciatura degli studenti svogliati alle concessioni dei passi carrabili c'è poco da fare in questo paese, e intanto ci tocca ricominciare a pagare lo stipendio a uno che usava gli aerei di servizio per farsi portare il pesce per la cena quando stava in vacanza in montagna.

Stavo per scrivere la solita storia del paese normale ma non serve, ci capiamo lo stesso, no?


E' normale che un sottosegretario (nella fattispecie Visco) abbia chiesto (e ottenuto) la testa del Capo della Guardia di Finanza solo perchè Speciale si era rifiutato di trasferire dei finanzieri sgraditi a Visco?

E' vergognoso quanto è successo (e che per fortuna è stato bloccato dal Tar)..adesso vedremo cosa deciderà il Consiglio di Stato (altra mazzata per Padoa Schioppa, Visco e il governo :asd: ..evidentemente o la fanno apposta, o proprio non ci arrivano :asd: ).
_________________________________________________________________

La cosa più divertente è che hanno provato pure a "corromperlo" dandogli un altro posto, in cambio del silenzio:
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/economia/visco-gdf/visco-carte/visco-carte.html
-----------------------------------------------------------------------------------------------------

http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=76736

Al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa ed al suo vice, Vincenzo Visco, " non ho niente da dire, guardino nel profondo della loro coscienza e vedano quello che hanno fatto" . Cosi' il generale Roberto Speciale, in
un'intervista al Giornale Radio Rai, commenta la decisione del Tar del Lazio che ha accolto il suo ricorso con il quale contestava la legittimita' della sua revoca da comandante delle Fiamme Gialle.

Della sentenza, spiega l'ex comandante della Guardia di finanza, "sono felice, me lo auguravo, me lo aspettavo, ho sempre avuto e continuo ad avere fiducia nella magistratura, una magistratura che ha letto le carte e mi ha dato ragione, come doveva essere".

Speciale ha sottolineato che a quella scrivania "per la verita' sono solo io, perche' io sono stato reintegrato, adesso dipende da me. Quindi automaticamente il collega (il generale Cosimo D'Arrigo, ndr) decade". Quanto all'idea di tornare in ufficio dice: "Ci sto pensando, c'e' questo fine settimana. Lo Stato ordina, io obbedisco come sempre".

Alla domanda se la sentenza sara' d'aiuto nell'inchiesta in cui il generale e' coinvolto per abuso d'ufficio, Speciale risponde: "credo di si': tutte le infamie che mi hanno riversato addosso si sono dimostrate quello che effettivamente erano: delle falsita', perche' se io fossi il mascalzone che
hanno dipinto, me ne sarei andato da solo".

Secondo il tribunale amministrativo, la rimozione di Speciale dall'incarico di comandante della Guardia di finanza rivela un "eccesso di potere" da parte del Governo . E' una delle motivazioni con le quali il Tar del Lazio ha accolto il ricorso amministrativo dello stesso alto ufficiale per contestare il decreto con il quale il presidente della Repubblica, il 1 giugno scorso, firmò la richiesta di rimozione dalle sue funzioni.

L'eccesso di potere, secondo i giudici amministrativi, si può "dedurre dal fatto che le Amministrazioni dapprima propongono il ricorrente per la nomina ad un altissimo ufficio giudiziario (consigliere della Corte dei conti) e appena dopo lo rimuovono dall'incarico fino a quel momento ricoperto per ragioni di seria, se non grave inidoneità al posto".

Nel ricorso, l'alto ufficiale contestava la legittimità del provvedimento nei suoi confronti e i giudici amministrativi gli hanno dato ragione, escludendo però il diritto al risarcimento in denaro per i danni che sosteneva di aver subito in seguito alla revoca da comandante generale della Gdf.

" Nessuno contesta il diritto del governo a sostituire il comandante generale della Guardia di Finanza - commenta il legale di Speciale, Filippo Satta - ma questo si fa secondo regole, procedure e forme consolidate. Si fa con ragione, e invece la vicenda è apparsa come qualcosa di molto strano".



Dilettanti della politica, pagati con stipendi faranoici.. :asd:

zerothehero
16-12-2007, 14:51
23000 voti di cui il tuo, non dimenticarlo :O

L'alternativa non era proprio il massimo dei massimi :asd:
D'ora in poi lavorerò per l'annessione alla Francia della Lombardia :asd:

teogros
16-12-2007, 14:53
Dilettanti della politica, pagati con stipendi faranoici.. :asd:

Il tetto degli stipendi varrà per loro? :stordita:

teogros
16-12-2007, 14:56
Edit

teogros
16-12-2007, 14:57
EDIT

zerothehero
16-12-2007, 14:57
Il tetto degli stipendi varrà per loro? :stordita:

Il problema è un altro: che la cosa gli sarebbe andata male era palese a tutti ..ma allora, perchè sono andati avanti comunque nell'operazione "Cacciamo Roberto Speciale?"

Insomma
"Cazzata o stronzata?" (cit: Luttazzi)

zerothehero
16-12-2007, 15:18
Gite in montagna e pesce fresco in baita
così Speciale usava l'Atr della Finanza
di CARLO BONINI
.


La corte dei conti, è la stessa in cui doveva andare a finire Speciale per il governo?
Sempre più comica, la vicenda :asd:
Intanto (è inutile, sviare) il provvedimento di PDS è illegittimo, se davvero Speciale ha commesso peculato, si vedrà..e non sarà Repubblica ad accertarlo, ma gli organi preposti, con le procedure corrette. :D

Jackari
16-12-2007, 20:16
"Alla domanda se la sentenza sara' d'aiuto nell'inchiesta in cui il generale e' coinvolto per abuso d'ufficio, Speciale risponde: "credo di si': tutte le infamie che mi hanno riversato addosso si sono dimostrate quello che effettivamente erano: delle falsita', perche' se io fossi il mascalzone che
hanno dipinto, me ne sarei andato da solo".

qusta frase però fa veramente ridere. è a meta tra i ridicolo e l'inquietante

Korn
16-12-2007, 20:46
Il problema è un altro: che la cosa gli sarebbe andata male era palese a tutti ..ma allora, perchè sono andati avanti comunque nell'operazione "Cacciamo Roberto Speciale?"

Insomma
"Cazzata o stronzata?" (cit: Luttazzi)

stai ancora a difendere sto tizio :muro: :muro: ah i miti moderni :asd:

Korn
16-12-2007, 20:50
La corte dei conti, è la stessa in cui doveva andare a finire Speciale per il governo?
Sempre più comica, la vicenda :asd:
Intanto (è inutile, sviare) il provvedimento di PDS è illegittimo, se davvero Speciale ha commesso peculato, si vedrà..e non sarà Repubblica ad accertarlo, ma gli organi preposti, con le procedure corrette. :D

hai ragione dovevano cacciarlo a calci nel sedere, per fortuna non tornera cmq a fare festino ad alta quota a spese nostre :asd:

Lucrezio
16-12-2007, 21:07
E io ti inviterei a smetterla di ritenere gli altri dei deficienti ignoranti: se lo sono o meno non è un problema tuo. Limitarsi al merito dei post è troppo difficile?

Sarebbe compito dei moderatori effettuare questo tipo di intervento, se necessario.
Nel dubbio c'e' il tasto segnala ;)

Lucrezio
16-12-2007, 21:08
Invitare il prossimo a riflettere non implica ciò che la tua "fantasia" ne ha dedotto. Il mio "monito" voleva, chiarissimo se si tien conto del contesto, solamente valere da richiamo alla, a molti semisconosciuta, coerenza.

Non è forse che la lingua, casualmente, batta dove il dente duole ?.:D :) ;)

P.S. Prima di scrivere era meglio se riflettevi seguendo il mio consiglio. Io conto sempre fino a 1000 prima di rispondere ed anche allora spesso esito nel timore di non aver ben compreso, mentre, a quanto vedo, tu non lo fai.;)

Vale sempre, poi, il discorso "lasciamo le cose nelle mani dei mod, senza lasciarci andare alla polemica".


Suvvia, che non ce n'e' bisogno ;)

CYRANO
16-12-2007, 21:37
stai ancora a difendere sto tizio :muro: :muro: ah i miti moderni :asd:

E che ci vuoi fa'...ognuno e' libero di scegliere i propri modelli di vita :asd:



copa[pz[pa

cocis
16-12-2007, 21:53
prodi oggi ... oggi non p una giornata speciale .. è una giornata normale.. :cool: :cool: :cool:
che faccia da sberle..

FastFreddy
16-12-2007, 23:06
stai ancora a difendere sto tizio :muro: :muro: ah i miti moderni :asd:

Dov'è che lo difende?

Io vedo solo che mette in mostra la maldestra inettitudine di chi lo voleva defenestrare per i propri interessi, sperando che la cosa passasse inosservata... ;)

(Di certo non gli ne fregava un ciufolo a Padoa Schioppa dei pranzi a Cortina e delle gite in elicottero, notizie guardacaso uscite fuori strumentalmente solo dopo la vicenda)

FastFreddy
16-12-2007, 23:10
doppio

bjt2
17-12-2007, 06:53
Dov'è che lo difende?

Io vedo solo che mette in mostra la maldestra inettitudine di chi lo voleva defenestrare per i propri interessi, sperando che la cosa passasse inosservata... ;)

(Di certo non gli ne fregava un ciufolo a Padoa Schioppa dei pranzi a Cortina e delle gite in elicottero, notizie guardacaso uscite fuori strumentalmente solo dopo la vicenda)

Succede sempre così quando vuoi fare fuori qualcuno di scomodo... Prima decidi di farlo fuori e agisci... Poi scavi nella sua vita per trovare qualcosa di deprorevole (oltre a rovinare i tuoi interessi) che giustifichi il suo defenestramento...

joesun
17-12-2007, 10:20
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/speciale-caso/ministri-elicotteri/ministri-elicotteri.html

Trasferimenti anche con aerei e motovedette, quasi tutti nei fine settimana
Ischia, Capri e Lido di Venezia le mete più frequenti dei viaggi con i mezzi della Gdf
Da Gasparri a Marzano e Buttiglione
i ministri sugli elicotteri del generale
di CARLO BONINI


Il riflesso pavloviano con cui, nelle ultime quarantotto ore, parte del centrodestra è tornata a cavalcare rumorosamente l'affare Speciale, ha evidenti ragioni politiche, ma, a ben vedere, tradisce anche antiche consuetudini con il generale. Ancora una volta, sono di un qualche aiuto i documenti con cui il III Reparto Operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza ha dato conto a Palazzo Chigi, alla magistratura militare e contabile, del servizio che il Corpo ha offerto alla Politica nelle ultime due legislature.

Aerei, elicotteri, motovedette, motoscafi, messi a disposizione dell'Autorità. Di governo e di sottogoverno. Uno spensierato andirivieni, spesso difficile da giustificare con "esigenze istituzionali" vuoi per le destinazioni, vuoi per le date dei trasferimenti (spesso feriali o in coincidenza di week end), ma utilissimo ad acquisire benevolenze (i documenti, come del resto quelli relativi al solo Speciale, pubblicati ieri, sono consultabili integralmente sul sito di Repubblica.it).

Qualche numero. Nei cinque anni di governo di centrodestra (2001 - 2006), il "dispositivo aeronavale" della Guardia di Finanza muove 118 voli e 83 imbarcazioni per garantire il trasporto di autorità politiche. Nell'anno e mezzo successivo (attuale governo di centrosinistra), il dato scende a 24 (voli) e 31 (imbarchi). La statistica, in sé poco indicativa (al di là di un'evidente diminuzione della "prassi", circa il 40 per cento, nel passaggio di legislatura), acquista un suo significato, se si guarda al dettaglio. Tra il 2001 e il 2006, al netto dei viaggi e degli imbarchi per assicurare il movimento dei vicepresidenti del Consiglio, dei ministri dell'Economia che si succedono nell'incarico (Giulio Tremonti e Domenico Siniscalco) e dei loro sottosegretari, sui cui viaggi può essere più complesso sindacare vista la dipendenza gerarchica del Corpo dal ministero e le esigenze di spostamento di un ministro (anche se è significativa una trasferta di Siniscalco all'isola di Cavallo nell'agosto 2005), la platea dei viaggiatori resta affollata. E i loro nomi aiutano a ricostruire una geografia di amicizie e benevolenze utile forse a inquadrare anche lo spettacolo parlamentare di scena in queste ore.

Prendete Maurizio Gasparri. Sabato sera, l'ex ministro delle comunicazioni, componente dell'esecutivo di Alleanza Nazionale, è tra i più lesti a impugnare la sentenza del Tar come una clava. Dice: "Il Comandante Generale della Finanza ha un nome e cognome, Roberto Speciale. Lo ha chiarito la magistratura. Si proceda al suo reintegro immediato e all'immediato allontanamento dal governo di Padoa Schioppa e Visco. Due persone che hanno più volte violato le leggi. Le finanze pubbliche non possono rimanere in mani che affondano nell'illegalità". Bene, da ministro, Gasparri non solo ha stabilito rapporti di amicizia con Speciale, ma è stato più volte gradito ospite del "dispositivo aeronavale" del Corpo, prima ancora che il generale ne assumesse il comando. Qualche data e qualche destinazione. A Ferragosto del 2002, in compagnia della moglie Gaia, è su un elicottero A109 che lo porta da Marettimo, perla delle Egadi (dove evidentemente non è impegnato, vista la data, in attività di governo), a Palermo e di qui a Piano Stoccato (Reggio Calabria), Oppido Mamertina e di nuovo a Marettimo. Lo stesso accade nell'estate 2003. Il 12 luglio una motovedetta lo trasferisce, sempre insieme alla moglie, da Trapani a Marettimo. A ferragosto, si ripete in elicottero il giro in Calabria. Questa volta, per una visita alla comunità di don Gelmini in quel di Zerbo (Reggio Calabria).

Le isole non sono un'esclusiva di Gasparri. Il senatore Francesco Bosi, sottosegretario alla Difesa, trova più agevole raggiungere l'Elba dal continente con elicottero. E con elicottero o motovedetta farvi ritorno. Antonio Dalì, sottosegretario al ministero dell'Interno, raggiunge le Egadi dal cielo e dal mare. E non sono trasporti di linea. Anche l'austero Rocco Bottiglione, ministro delle politiche comunitarie, in un paio di occasioni, non disdegna un passaggio sulla terraferma da Ischia e da Capri.

Ma è Antonio Marzano, ministro delle attività produttive, il più assiduo. Fa avanti e indietro tra il molo Beverello (Napoli) e Ischia. Talvolta si allunga a Capri. Gli è stata è vero affidata una scorta della Guardia di Finanza, ma la circostanza, a leggere i documenti del Comando generale, non significa affatto che quei trasferimenti "eccezionali" siano giustificati da motivi di sicurezza. "Trasporto autorità di governo", è l'anodina giustificazione o, talvolta, "esigenze di movimento autorità di governo". Che è un po' come dire: la motovedetta salpa perché il ministro ha esigenza di salirci. Del resto, quando sono motivi di sicurezza a suggerire che Marzano venga trasportato in modo eccezionale, non è - come rendono evidente i documenti - il Comando generale della Finanza a richiedere il viaggio, ma direttamente l'ufficio scorte del Viminale. Il che accade in non più di una decina di occasioni e sempre per un trasporto in motoscafo nel lido di Venezia, non al sole di Ischia.

Con il cambio di maggioranza a Palazzo Chigi, si avverte, come si è detto, un certo self-restraint. Che, tuttavia, non riguarda tutti. C'è un ministro del governo Prodi che degli elicotteri del Corpo fa uso frequente: Alfonso Pecoraro Scanio (cui, per altro, è stata assegnata una scorta della Guardia di Finanza). Dicono al ministero dell'Economia che sia stato invitato a una maggiore sobrietà.

(17 dicembre 2007)

amici, riflettiamo tutti insieme su questo.:mad:

FastFreddy
17-12-2007, 10:22
amici, riflettiamo tutti insieme su questo.:mad:

Che non c'entra nulla col defenestramento di Speciale da parte di Padoa Schioppa.

Xilema
17-12-2007, 10:41
Speciale si è dimesso !!!
Questo dimostra che aveva una coda di pagli di 10 metri...

DonaldDuck
17-12-2007, 11:02
Speciale si è dimesso !!!
Questo dimostra che aveva una coda di pagli di 10 metri...
Errato: era una questione di principio.

Xilema
17-12-2007, 11:04
Errato: era una questione di principio.


Si, e mio nonno aveva 3 palle ed era un flipper.
Comodo tirare fuori il "principio" dopo aver fatto quello che si è voluto per anni...
Sta gente, come il capo dei carabinieri di Roma che parcheggiava sui posti disabili grazie a permessi altrui, andrebbe presa a calcinculo, anzi, sbattuta in galera per qualche annetto proprio perchè dovrebbe essere di "specchiata moralità", ed invece... sono peggio dei ladri.

FastFreddy
17-12-2007, 11:08
Si, e mio nonno aveva 3 palle ed era un flipper.
Comodo tirare fuori il "principio" dopo aver fatto quello che si è voluto per anni...
Sta gente, come il capo dei carabinieri di Roma che parcheggiava sui posti disabili grazie a permessi altrui, andrebbe presa a calcinculo, anzi, sbattuta in galera per qualche annetto proprio perchè dovrebbe essere di "specchiata moralità", ed invece... sono peggio dei ladri.

Si, ma Speciale non è mica stato rimosso per quello...

cocis
17-12-2007, 11:10
Speciale si è dimesso !!!
Questo dimostra che aveva una coda di pagli di 10 metri...

NO.. in questo modo ha voluto creare ancora + casino... prodi e buffoni al seguito a casa.... :mbe:

er-next
17-12-2007, 11:14
Si, e mio nonno aveva 3 palle ed era un flipper.
Comodo tirare fuori il "principio" dopo aver fatto quello che si è voluto per anni...
Sta gente, come il capo dei carabinieri di Roma che parcheggiava sui posti disabili grazie a permessi altrui, andrebbe presa a calcinculo, anzi, sbattuta in galera per qualche annetto proprio perchè dovrebbe essere di "specchiata moralità", ed invece... sono peggio dei ladri.

ma no.. perchè dici così.. è un galantuomo..
soprattutto a detta di Siniscalco, Gasparri, Buttiglione e& C. che prendevano gli elicotteri della GDF per farsi i giretti..

Sicuramente la sinistra ha sbagliato a gestire la cosa.. infatti non dovevano proporgli la corte dei conti.. lo dovevano mandare direttamente a casa..

altro che "per principio"...

DonaldDuck
17-12-2007, 11:16
Si, e mio nonno aveva 3 palle ed era un flipper.
Comodo tirare fuori il "principio" dopo aver fatto quello che si è voluto per anni...
Sta gente, come il capo dei carabinieri di Roma che parcheggiava sui posti disabili grazie a permessi altrui, andrebbe presa a calcinculo, anzi, sbattuta in galera per qualche annetto proprio perchè dovrebbe essere di "specchiata moralità", ed invece... sono peggio dei ladri.
Se la vecchia non moriva ancora campava. Abuso di potere.

DonaldDuck
17-12-2007, 11:20
ma no.. perchè dici così.. è un galantuomo..
soprattutto a detta di Siniscalco, Gasparri, Buttiglione e& C. che prendevano gli elicotteri della GDF per farsi i giretti..

Sicuramente la sinistra ha sbagliato a gestire la cosa.. infatti non dovevano proporgli la corte dei conti.. lo dovevano mandare direttamente a casa..

altro che "per principio"...
Dai un'occhiata
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1605388

ROMA - Nè danno erariale, nè dolo o colpa grave nella trasferta con un volo di Stato del vicepremier Fracesco Rutelli e del ministro della Giustizia Clemente Mastella, lo scorso 9 settembre, in occasione del gran premio di Formula 1 di Monza. Lo ha stabilito la procura regionale della Corte dei Conti del Lazio

E io pago...

EarendilSI
17-12-2007, 11:25
Speciale: "Mi sono dimesso"
Padoa-Schioppa vede Prodi
Roma - È terminato dopo quasi due ore l’incontro tra il presidente del consiglio, Romano Prodi, e il ministro del Tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa. Secondo quanto spiegato ieri da Prodi, l’incontro è servito a stabilire i termini del ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha dato ragione all’ex comandante della guardia di finanza, generale Roberto Speciale.

Speciale: "Mi sono dimesso" Il generale Roberto Speciale si è dimesso dall’incarico di comandante della guardia di finanza, con una lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sabato il Tar aveva accolto il ricorso del generale Speciale contro la rimozione dall’incarico decisa dal governo. A dare la notizia delle dimissioni è stato lo stesso Speciale, con una telefonata all’Ansa.

La lettera "Ho rassegnato le definitive ed irrevocabili dimissioni dal comando generale della guardia di finanza direttamente al capo dello Stato, che è al di sopra del governo, rappresenta la Nazione ed è il capo delle Forze Armate, nell’interesse della guardia di finanza, del Paese, e perché non intendo più collaborare al servizio di questo governo" dice Speciale. "Sei mesi fa - ricorda il generale - ho rifiutato il prestigioso incarico di consigliere alla Corte dei Conti e oggi rifiuto il comando generale della guardia di finanza nel quale ero stato reintegrato a pieno titolo con la sentenza del Tar. L’unica vera finalità del mio ricorso era quella di avere restituito l’onore di cui ero stato spogliato in maniera inaccettabile e ingiusta. Questo riscatto vale più di qualunque somma di danaro. Non mi aspetto senso di gratitudine, questo è l’ultimo atto da militare".

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=228289

er-next
17-12-2007, 11:25
Dai un'occhiata
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1605388

E io pago...

oooo.. finalmente... questa è finalmente un'ammissione..

no perchè non penso che tu voglia giustificare delle schifezze con delle porcate vero?!?!

quindi proviamo un pò di sdegno alla stessa maniera e non giustificahiamo l'ingiustificabile..

mi fa piacere che hai riportato su quel topic così sappiamo come la pensi su certi argomenti.. perchè la pensi alla stessa maniera vero? o no?

DonaldDuck
17-12-2007, 11:34
oooo.. finalmente... questa è finalmente un'ammissione..

no perchè non penso che tu voglia giustificare delle schifezze con delle porcate vero?!?!

quindi proviamo un pò di sdegno alla stessa maniera e non giustificahiamo l'ingiustificabile..

mi fa piacere che hai riportato su quel topic così sappiamo come la pensi su certi argomenti.. perchè la pensi alla stessa maniera vero? o no?
Ammissione su cosa furbone :D ? Condividere il tuo precedente post squisitamente di parte? Noooo! Non mi associo per nulla, è solo di facciata. La prima risposta è quella che conta :D , non si diventa imparziali di botto :p

flisi71
17-12-2007, 11:36
no, il ridicolo non sta nelle motivazioni che hanno portato all'allontanamento sacrosanto del generale, quanto piuttosto nella gestione da parte del governo, molto pasticciata, della vicenda.
Molto più ridicolo, e penoso, è vedere come certi italiani si ostinano a difendere certi personaggi come Speciale, che in un paese civile a quest'ora sarebbe in galera e avrebbe risarcito l'erario del danno da lui causato.
Questo si, è penoso.

Mi sembra che non si sia capito che il Governo ha tutto il diritto di rimuovere un generale che è a capo della guardia di finanza se non ha più fiducia in lui ... qualsiasi sia il motivo.... la sentenza del tar infatti non contesta questo diritto. Che è del governo, quindi di Padoa Schioppa e di Visco.

La sentenza del tar contesta il 'metodo' che è stato seguito, in quanto il governo ha nominato un nuovo capo senza prima revocare il mandato a speciale, dimostrando una inettitudine 'tecnica' davvero sconcertante.

Adesso Speciale è ormai in pensione, tutto questo suo affannarsi comunque fa capire a che genere di persona era stato affidato dai governi precedenti (Berlusconi..? ma forse anche altri prima...) il controllo di un settore così delicato.

E fa capire che i 'veri' poteri forti in questo stato non sempre sono all'interno della politica, ma altrove, nei settori militari ed economici... una situazione da america latina..


No, perchè quello che è stato fatto contro Speciale è semplicemente vergognoso (Visco che rompe la scatole per chiedere trasferimenti)....
e infatti il tar li ha sbugiardati.


Falso, il tar ha contestato solo la procedura di rimozione.


E' normale che un sottosegretario (nella fattispecie Visco) abbia chiesto (e ottenuto) la testa del Capo della Guardia di Finanza solo perchè Speciale si era rifiutato di trasferire dei finanzieri sgraditi a Visco?


La vicenda era molto più complessa, basta rileggersi la chilometrica discussione che fu aperta a suo tempo.
Una delle poche cose di cui siamo certi è che i 4 ufficiali non hanno indagato su Unipol, cosa già nota dall'indagine del 2006, ma spacciata per vera a 5 giorni dal voto amministrativo da "il giornale" lo scorso maggio.


Sorvolo sugli altri appunti perchè superati dagli avvenimenti di queste ultime ore.



Al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa ed al suo vice, Vincenzo Visco, " non ho niente da dire, guardino nel profondo della loro coscienza e vedano quello che hanno fatto" . Cosi' il generale Roberto Speciale, in
un'intervista al Giornale Radio Rai, commenta la decisione del Tar del Lazio che ha accolto il suo ricorso con il quale contestava la legittimita' della sua revoca da comandante delle Fiamme Gialle.


Lui invece non ha da guardarsi nel profondo della coscienza, ma solo DEVE guardarsi DALLA procura militare che lo indaga per peculato e dalla Corte dei Conti (che gli chiederà conto del danno erariale).
Proprio un uomo dalla schiena dritta, si si, un galantuomo ...


Speciale ha sottolineato che a quella scrivania "per la verita' sono solo io, perche' io sono stato reintegrato, adesso dipende da me. Quindi automaticamente il collega (il generale Cosimo D'Arrigo, ndr) decade". Quanto all'idea di tornare in ufficio dice: "Ci sto pensando, c'e' questo fine settimana. Lo Stato ordina, io obbedisco come sempre".


Ancora falso, e lo doveva sapere, perchè gli stessi suoi avvocati hanno onestamente dichiarato che la sentenza ha solo reintegrato il gen.Speciale nell'amministrazione di provenienza, cioè l'Esercito, in cui lui è in pensione.



Ciao

Federico

er-next
17-12-2007, 11:37
Ammissione su cosa furbone :D ? Condividere il tuo precedente post squisitamente di parte? Noooo! Non mi associo per nulla, è solo di facciata. La prima risposta è quella che conta :D , non si diventa imparziali di botto :p
:mc: :mc: :mc:
:asd: :asd:

ok ok..il silenzio vale più di mille risposte..

DonaldDuck
17-12-2007, 11:46
Lui invece non ha da guardarsi nel profondo della coscienza, ma solo DEVE guardarsi DALLA procura militare che lo indaga per peculato e dalla Corte dei Conti (che gli chiederà conto del danno erariale).
Proprio un uomo dalla schiena dritta, si si, un galantuomo ...

Ma vedrai che sicuramente verrà condannato, al contrario di quel bel tomo che ho citato sopra :D . E Dio mi fulmini se non si tratta di un ricorso per questione di principio
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_17/speciale_ricorso_prodi_9467a56e-ac83-11dc-b79e-0003ba99c53b.shtml

RISARCIMENTO - A proposito degli scenari aperti dalla decisione del Tar, gli esperti di diritto amministrativo avevano spiegato che dopo la sentenza del Tar il generale Roberto Speciale avrebbe potuto puntare solo al risarcimento dei danni che ritiene di aver subito, ma non a tornare alla guida della Guardia di finanza, essendo andato in pensione. «Astrattamente e teoricamente - avevano sottolineato i legali di Speciale - la sentenza del Tar del Lazio dice che il generale avrebbe diritto a essere reintegrato». Secondo i legali, per reintegrare il generale Speciale «non è sufficiente il puro e semplice annullamento della revoca e la nomina del generale D'Arrigo, ma sono indispensabili atti dell'Amministrazione che riorganizzino il rientro».

flisi71
17-12-2007, 11:46
ma no.. perchè dici così.. è un galantuomo..
soprattutto a detta di Siniscalco, Gasparri, Buttiglione e& C. che prendevano gli elicotteri della GDF per farsi i giretti..


C'è il gustoso articolo pubblicato sopra da joesun sulle marachelle di alcuni suoi difensori politici ...


Ciao

Federico

flisi71
17-12-2007, 11:54
Ma vedrai che sicuramente verrà condannato


http://download.repubblica.it/pdf/2007/documento_finanza2.pdf
Giudica tu stesso.

E Dio mi fulmini se non si tratta di un ricorso per questione di principio
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_17/speciale_ricorso_prodi_9467a56e-ac83-11dc-b79e-0003ba99c53b.shtml

Portati dietro un parafulmini.
:D
Se non gli interessavano i €€€€€ di risarcimento, come mai li ha richiesti?
Ha scritto la lettera di dimissioni solo perchè i fatti rivelati lo rendono indifendibile, così come impresentabile l'appellativo di "galantuomo" nei suoi confronti.


Ciao

Federico

stbarlet
17-12-2007, 12:13
Cioè, questo gentiluomo è stato ( in modo assurdo dal V-TPS) sbattuto fuori dalla guardia di finanza, ha fatto ricorso, ha fatto spendere un sacco di soldi allo stato per il processo, lo stato lo reintegra ma non gli da i soldi e lui che fa? si dimette? Che gente...:rolleyes:


PS Studio Aperto ha già annunciato la sua discesa in campo.. chissà con che partito :rolleyes:

DonaldDuck
17-12-2007, 12:31
Cioè, questo gentiluomo è stato ( in modo assurdo dal V-TPS) sbattuto fuori dalla guardia di finanza, ha fatto ricorso, ha fatto spendere un sacco di soldi allo stato per il processo, lo stato lo reintegra ma non gli da i soldi e lui che fa? si dimette? Che gente...:rolleyes:


PS Studio Aperto ha già annunciato la sua discesa in campo.. chissà con che partito :rolleyes:
Sbattuto fuori dalla GdF con abuso di potere. Se si legge la lettera indirizzata a Napolitano si capisce cosa intende per "dimissioni".

Speciale, la lettera di dimissioni a Napolitano
Sig.Presidente della Repubblica,
indirizzo a Lei questa lettera non solo perché, il primo giugno scorso, è stato chiamato a controfirmare la mia rimozione da Comandante Generale della Guardia di Finanza, ma sopratutto perchè, allora ed oggi, Lei rappresenta questa Nazione e ne è il Capo, al disopra di tutto, anche della politica e del Governo.
Il mio senso, immutevole, di obbedienza verso lo Stato e, dunque, verso di Lei, mi spinge a rassegnare nelle Sue mani le mie irrevocabili dimissioni dal Comando, proprio oggi che questo Comando, come le sarà certamente noto, mi è stato nuovamente restituito dai Giudici e, perciò, mi spetta di diritto. Questa mia scelta, con la quale auspico di porre fine, nell'interesse del Paese, ad una inutile e vergognosa polemica, è l'ultimo atto che, da militare, intendo fare a servizio della Guardia di Finanza e dello Stato, non desiderando più collaborare con il Governo in carica. Non pretendo alcuna gratitudine, poichè credo che, chi opera nello spirito di servizio verso le Istituzioni, non si debba aspettare riconoscimenti, nè in alcun modo possa anelarvi.
La mia immagine, che in questi mesi è stata fatta oggetto di un assalto ingiusto e selvaggio da parte di informatori spregiudicati, faziosi e privi di ogni moralità, è stata, finalmente, risarcita e onorata. Per me, Sig.Presidente della Repubblica, l'annullamento giurisdizionale della mia rimozione vale più di qualunque somma, perchè un riscatto morale non ha prezzo.
Attendo, con eguale pazienza, l'ora in cui saranno smentite le calunnie violentemente indirizzatemi contro nel tentativo, indegno, di condizionare la magistratura che doveva giudicarmi. Sono certo che il Generale Cosimo D'Arrigo potrà servire la Guardia di Finanza degnamente e pienamente, perchè è un uomo di grande valore. Porgo alla Sua famiglia ed a Lei un augurio di Buon Natale e di un 2008 pieno di serenità.

DonaldDuck
17-12-2007, 12:47
Portati dietro un parafulmini.
:D
Se non gli interessavano i €€€€€ di risarcimento, come mai li ha richiesti?
Ha scritto la lettera di dimissioni solo perchè i fatti rivelati lo rendono indifendibile, così come impresentabile l'appellativo di "galantuomo" nei suoi confronti.

Ho un parafulmini sull'edificio da cui scrivo :D :D . Pensa invece che gatta da pelare sarebbe stata se avesse insistito sul reintegro :O. Metà (circa) del csx rifletteva sull'opportunità o meno di un ricorso al Consiglio di Stato. E pensa se finiva come per il consigliere Rai :sofico:

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/speciale-caso/prodi-commenta/prodi-commenta.html

Prodi: "Oggi non è una giornata 'speciale'"
Ma sul ricorso l'Unione è divisa

ROMA - "Oggi non è una giornata 'speciale'". Con una gelida battuta il presidente del Consiglio, Romano Prodi, risponde ai cronisti che gli domandano un commento sul caso del generale Roberto Speciale, revocato dal comando della Guardia di Finanza, all'indomani della sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso da lui presentato, giudicando illegittima la sua revoca e ravvisando un eccesso di potere nell'operato del governo. Ma se Prodi se la cava con un quasi no comment, il caso suscita attacchi da parte dell'opposizione divide anche l'Unione.

Per Franco Giordano, segretario di Rifondazione, non è il caso di ricorrere al Consiglio di Stato, come ieri aveva fatto intendere il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. "Secondo me non va fatto - dice -, perché questa è una materia delicata e complessa. Io so solo che Visco l'ho sempre ritrovato ogni qualvolta si trattava di intervenire nella lotta all'evasione fiscale e non aggiungo altro".

Di diverso parere il capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli: "Il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa non ha nulla da rimproverarsi, il suo comportamento è stato ineccepibile e ci auguriamo che il governo ricorra presto al Consiglio di Stato", ha detto Bonelli. "Le indagini in corso sui viaggi del Generale Speciale - aggiunge - dovrebbero suggerire all'ex comandante della Guardia di Finanza maggiore prudenza, soprattutto per tutelare l'immagine di un corpo quotidianamente impiegato per la legalità e la sicurezza del nostro Paese e che ha ottenuto grandi risultati contro l'evasione fiscale".

E Anna Finocchiaro ammette che sono stati commessi errori: "Potrei dire che c'è un altro grado di giudizio, e invece dico che per me sono stati commessi degli errori dagli uffici che hanno scritto il provvedimento con il quale veniva sollevato dall'incarico il generale Speciale". Poi la presidente dei Senatori del Pd auspica "un Paese in cui questi errori non si producano, ma anche un paese in cui a capo della Guardia di Finanza ci fossero persone che non usano le risorse pubbliche per fini personali".

L'opposizione, intanto, attacca: Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, per cui "chi sbaglia due volte dovrebbe avere la dignità di dimettersi". "Visco - ha detto - è l'autore dell'ingiusta cacciata di un servitore dello Stato quale era il generale Speciale".

(16 dicembre 2007)

stbarlet
17-12-2007, 12:48
Sbattuto fuori dalla GdF con abuso di potere. Se si legge la lettera indirizzata a Napolitano si capisce cosa intende per "dimissioni".




DD, non ho detto che abbiano fatto bene, diamine ho scritto il contrario! Ma questo gentiluomo, avrebbe potuto richiedere il solo reintegro e poi dimettersi.. invece no, ha chiesto il risarcimento non glielo hanno dato e poi si è dimesso. Sulla rettitudine morale di Speciale lasciamo tranquillamente perdere, sono sicuro che salterebbero fuori argomentazioni che non sarei in grado di controbattere ( perchè sarei sdraiato sul pavimento a ridere).

bronzodiriace
17-12-2007, 12:57
La pessima notizia, per me, è che un figuro incapace, presuntuoso e deleterio per la collettività come visco sia sempre al suo posto.

Del resto si tratta pur sempre di un degno rappresentante di questo cosiddetto "governo".

Come non quotare, un governo ormai allo sbando.

DonaldDuck
17-12-2007, 12:58
DD, non ho detto che abbiano fatto bene, diamine ho scritto il contrario! Ma questo gentiluomo, avrebbe potuto richiedere il solo reintegro e poi dimettersi.. invece no, ha chiesto il risarcimento non glielo hanno dato e poi si è dimesso. Sulla rettitudine morale di Speciale lasciamo tranquillamente perdere, sono sicuro che salterebbero fuori argomentazioni che non sarei in grado di controbattere ( perchè sarei sdraiato sul pavimento a ridere).
Ha chiesto entrambe le cose. Il suo intento principale era di dare uno schiaffo morale, e lo ha dato anche sonoro. Io piuttosto riderei sonoramente con rotolamento :D di Padoa Schioppa e Visco.

bronzodiriace
17-12-2007, 12:59
Tu magari sei uno di quelli che "l'Italia va a rotoli perché non è possibile cacciare i dipendenti che non lavorano"?

Il diritto del lavoro, di stampo prettamente comunista/di sinistra andrebbe riformato da zero, e se conoscessi il diritto del lavoro [lo conosco essendo avvocato penale, quindi per forza di cose lo studiai al suo tempo] capiresti che anche uno dei motivi di freno alla costruzione di fabbriche o assunzione di operai è il doversi accollare questi elementi "a vita" sopratutto quando sono improduttivi.

stbarlet
17-12-2007, 13:01
Ha chiesto entrambe le cose. Il suo intento principale era di dare uno schiaffo morale, e lo ha dato anche sonoro. Io piuttosto riderei sonoramente con rotolamento :D di Padoa Schioppa e Visco.


Imho, lo schiaffo morale lo ha già dato rifiutando la corte dei conti. Se avesse questo grande amore per la sua patria avrebbe potuto evitare di affossare le casse dello stato con una inutilissima causa.

bronzodiriace
17-12-2007, 13:05
prodi oggi ... oggi non p una giornata speciale .. è una giornata normale.. :cool: :cool: :cool:
che faccia da sberle..

mentre parla con un extra comunitario, facendo finta di instaurare un qualche dialogo.
CHe cosa bella la falsità, ma poi con quella faccia.

roverello
17-12-2007, 13:05
Ha chiesto entrambe le cose. Il suo intento principale era di dare uno schiaffo morale, e lo ha dato anche sonoro. Io piuttosto riderei sonoramente con rotolamento :D di Padoa Schioppa e Visco.

L'importante è che si sia tolto dagli zebedei.
Tra 2 giorni nessuno ne parlerà più e la GdF potrà dedicarsi ai suoi compiti istituzionali, che all'atto pratico il dimesso non ha messo in pratica.
Poi farà il conto per il peculato, e spero che il conto gli arrivi presto e senza sconti.
Per quanto riguarda l'onorabilità, come per qualsiasi cosa, per perderla bisgna averla prima avuta.

bronzodiriace
17-12-2007, 13:07
Si, e mio nonno aveva 3 palle ed era un flipper.
Comodo tirare fuori il "principio" dopo aver fatto quello che si è voluto per anni...
Sta gente, come il capo dei carabinieri di Roma che parcheggiava sui posti disabili grazie a permessi altrui, andrebbe presa a calcinculo, anzi, sbattuta in galera per qualche annetto proprio perchè dovrebbe essere di "specchiata moralità", ed invece... sono peggio dei ladri.

credo che non sia dei carabinieri ma dei vigili se non ricordo male.

bjt2
17-12-2007, 13:09
Cioè, questo gentiluomo è stato ( in modo assurdo dal V-TPS) sbattuto fuori dalla guardia di finanza, ha fatto ricorso, ha fatto spendere un sacco di soldi allo stato per il processo, lo stato lo reintegra ma non gli da i soldi e lui che fa? si dimette? Che gente...:rolleyes:


PS Studio Aperto ha già annunciato la sua discesa in campo.. chissà con che partito :rolleyes:

Un candidato Speciale!!! :D

joesun
17-12-2007, 13:10
Che non c'entra nulla col defenestramento di Speciale da parte di Padoa Schioppa.

c'entra sicuramente con la dubbia moralità di speciale "e buffoni al seguito" (cit.) :O

flisi71
17-12-2007, 13:10
Ho un parafulmini sull'edificio da cui scrivo :D :D .


Ecco il perchè della tua baldanza!
:D


... Pensa invece che gatta da pelare sarebbe stata se avesse insistito sul reintegro :O.


Si, polemica garantita per settimane (mesi) interi.



....
Ma questo gentiluomo, avrebbe potuto richiedere il solo reintegro e poi dimettersi.. invece no, ha chiesto il risarcimento non glielo hanno dato e poi si è dimesso. Sulla rettitudine morale di Speciale lasciamo tranquillamente perdere, sono sicuro che salterebbero fuori argomentazioni che non sarei in grado di controbattere ( perchè sarei sdraiato sul pavimento a ridere).

:D


Ciao

Federico

flisi71
17-12-2007, 13:16
Ha chiesto entrambe le cose. Il suo intento principale era di dare uno schiaffo morale, e lo ha dato anche sonoro.
Io piuttosto riderei sonoramente con rotolamento :D di Padoa Schioppa e Visco.

Permettimi una differente interpretazione, altrettanto verosimile: appoggiato e incoraggiato da certi "amici" con cui presto scenderà in campo politico, ha portato avanti con testardaggine la querelle fino al Tar; quando poi sono venuti fuori alcuni dei suoi scheletri nell'armadio ha preferito una uscita teatrale consapevole di non avere alcuna chance concreta di reintegro e preoccupato dall'azione corrente nei suoi confronti della procura militare per peculato.


Ciao

Federico

nomeutente
17-12-2007, 13:23
prodi e buffoni al seguito a casa...


Suppongo che con "buffoni" ti stia riferendo ai ministri del governo Prodi.
Ti consiglio una rilettura del regolamento, nel punto in cui precisa che sono lecite le critiche ma non le offese. Ammonito.

Imrahil
17-12-2007, 13:24
Vero gentiluomo Speciale, sì, soprattutto leale e imparziale.

Aes Sedai
17-12-2007, 13:39
A chi parla contro Visco vorrei ricordare che è da quando c'è lui che c'è stato un boom di iperattività della GdF che ha portato a scovare centinaia di nuovi evasori fiscali TOTALI .. sarà un caso che col governo precedente non accadesse ? non credo...

Inoltre, Speciale si è messo contro Visco nel momento in cui Visco ha intaccato la cupola mafiosa della GdF milanese chiedendo il trasferimento di comandanti che erano li DA ANNI , presumibilmente conniventi con gli evasori della provincia da DECENNI .. e sotto l' "ala di protezione" dello stesso Speciale, fino ad allora.

Infine, credo che nessuno pensi che sia stato MATERIALMENTE Visco a redigere il decreto di sostituzione di Speciale. C'è stato un errore tecnico, NON POLITICO . Questo non vuol dire che la vicenda sia stata gestita bene, ma RIDIMENSIONIAMO IL PROBLEMA

W VISCO, W CHI LOTTA CONTRO GLI EVASORI FISCALI

stbarlet
17-12-2007, 14:28
A chi parla contro Visco vorrei ricordare che è da quando c'è lui che c'è stato un boom di iperattività della GdF che ha portato a scovare centinaia di nuovi evasori fiscali TOTALI .. sarà un caso che col governo precedente non accadesse ? non credo...

Inoltre, Speciale si è messo contro Visco nel momento in cui Visco ha intaccato la cupola mafiosa della GdF milanese chiedendo il trasferimento di comandanti che erano li DA ANNI , presumibilmente conniventi con gli evasori della provincia da DECENNI .. e sotto l' "ala di protezione" dello stesso Speciale, fino ad allora.

Infine, credo che nessuno pensi che sia stato MATERIALMENTE Visco a redigere il decreto di sostituzione di Speciale. C'è stato un errore tecnico, NON POLITICO . Questo non vuol dire che la vicenda sia stata gestita bene, ma RIDIMENSIONIAMO IL PROBLEMA

W VISCO, W CHI LOTTA CONTRO GLI EVASORI FISCALI
W visco? ma hai idea anchelui di che personcina a modo sia?

Encounter
17-12-2007, 14:40
Speciale è stato rimosso in maniera non conforme alle leggi. Speriamo ritorni presto a volare nell'aere con i suoi carichi di pesce fresco, se lo merita.

reptile9985
17-12-2007, 14:46
uno va in pensione e che fa? entra in politica! :rolleyes:
ci mancava solo speciale, che paese di merda senza speranza :nono:

zerothehero
17-12-2007, 15:05
Speciale si è dimesso !!!
Questo dimostra che aveva una coda di pagli di 10 metri...

Tu lavoresti con chi ti ha cacciato illegittimamente ? (sentenza TAR -> abuso di potere)
Andiamo...su.. ha tolto l'esecutivo (e l'attuale capo della GDF amico di Speciale) da un forte imbarazzo.

zerothehero
17-12-2007, 15:09
ma no.. perchè dici così.. è un galantuomo..
soprattutto a detta di Siniscalco, Gasparri, Buttiglione e& C. che prendevano gli elicotteri della GDF per farsi i giretti..

Sicuramente la sinistra ha sbagliato a gestire la cosa.. infatti non dovevano proporgli la corte dei conti.. lo dovevano mandare direttamente a casa..

altro che "per principio"...

C'è una strana concezione padronale della cosa pubblica...arriva una maggioranza e caccia al di fuori delle regole e delle procedure chi non si allinea ai diktat del politico di turno (Visco telefonava un giorno si e un giorno no a Speciale per chiedere il trasferimento dei finanzieri)...
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/09_Settembre/19/caso_speciale_archiviazione_visco.shtml
(illegittimi ma non illeciti)
Curioso..è sempre quello che si è addebitato a Berlusconi..evidentemente gli altri sono "legibus solutus"... :asd:

stbarlet
17-12-2007, 15:20
C'è una strana concezione padronale della cosa pubblica...arriva una maggioranza e caccia al di fuori delle regole e delle procedure chi non si allinea ai diktat del politico di turno (Visco telefonava un giorno si e un giorno no a Speciale per chiedere il trasferimento dei finanzieri)...
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/09_Settembre/19/caso_speciale_archiviazione_visco.shtml
(illegittimi ma non illeciti)
Curioso..è sempre quello che si è addebitato a Berlusconi..evidentemente gli altri sono "legibus solutus"... :asd:

Beh.. Speciale è un uomo di berlusconi, Visco gli ha chiesto un favore conto terzi.

A me fanno schifo entrambi.
Mi dispiace per TPS che ci ha rimesso la faccia molte volte, e mi sembra una persona abbastanza a modo.

zerothehero
17-12-2007, 15:21
A chi parla contro Visco vorrei ricordare che è da quando c'è lui che c'è stato un boom di iperattività della GdF che ha portato a scovare centinaia di nuovi evasori fiscali TOTALI .. sarà un caso che col governo precedente non accadesse ? non credo...

Questa solfa la sento da..sempre. :D


Inoltre, Speciale si è messo contro Visco nel momento in cui Visco ha intaccato la cupola mafiosa della GdF milanese chiedendo il trasferimento di comandanti che erano li DA ANNI , presumibilmente conniventi con gli evasori della provincia da DECENNI .. e sotto l' "ala di protezione" dello stesso Speciale, fino ad allora.

Segnalato...


Infine, credo che nessuno pensi che sia stato MATERIALMENTE Visco a redigere il decreto di sostituzione di Speciale. C'è stato un errore tecnico, NON POLITICO . Questo non vuol dire che la vicenda sia stata gestita bene, ma RIDIMENSIONIAMO IL PROBLEMA
W VISCO, W CHI LOTTA CONTRO GLI EVASORI FISCALI

E come no..prima Visco fa pressioni (ILLEGITTIME http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/09_Settembre/19/caso_speciale_archiviazione_visco.shtml) per trasferire degli uomini della guardia di finanza, poi (dopo aver perso la delega causa impuntatura di Pietro) fa fare il lavoro sporco al suo collega Padoa Schioppa, con un decreto illegittimo (sentenza TAR).
E non è finita qui: gli propongono pure la Corte dei Conti per cercare di farlo stare zitto. :D
Ma cosa vuoi che sia..il problema è solo tecnico..non politico...l'illegittimità non c'entra nulla con la politica... :asd:

zerothehero
17-12-2007, 15:25
Beh.. Speciale è un uomo di berlusconi, Visco gli ha chiesto un favore conto terzi.

A me fanno schifo entrambi.
Mi dispiace per TPS che ci ha rimesso la faccia molte volte, e mi sembra una persona abbastanza a modo.

Quindi chi è nominato da Prodi è un uomo di Prodi, chi è nominato da Berlusconi è un uomo di Berlusconi.
Buono a sapersi..così quando ci sarà un'altra maggioranza si potrà (fottendosene delle procedure) fare terra bruciata nella pubblica amministrazione, all'insegna dello spoiling system più selvaggio.
D'altronde è quello che avviene di norma in Italia..

nomeutente
17-12-2007, 15:27
Inoltre, Speciale si è messo contro Visco nel momento in cui Visco ha intaccato la cupola mafiosa della GdF milanese chiedendo il trasferimento di comandanti che erano li DA ANNI , presumibilmente conniventi con gli evasori della provincia da DECENNI .. e sotto l' "ala di protezione" dello stesso Speciale, fino ad allora.


Questo non si può dire se non hai delle prove. Ammonito.

stbarlet
17-12-2007, 15:38
Quindi chi è nominato da Prodi è un uomo di Prodi, chi è nominato da Berlusconi è un uomo di Berlusconi.
Buono a sapersi..così quando ci sarà un'altra maggioranza si potrà (fottendosene delle procedure) fare terra bruciata nella pubblica amministrazione, all'insegna dello spoiling system più selvaggio.
D'altronde è quello che avviene di norma in Italia..

Magari fosse così limpida la cosa.. sapremo almeno a chi dare la colpa. Vedi nomine in RAI.
comunque a me pare innegabile che Speciale fosse "sbilanciato" da una certa parte ( i passaggi sugli elicotteri sono solo la parte meno sporca).

flisi71
17-12-2007, 15:41
E come no..prima Visco fa pressioni (ILLEGITTIME http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/09_Settembre/19/caso_speciale_archiviazione_visco.shtml) per trasferire degli uomini della guardia di finanza, poi (dopo aver perso la delega causa impuntatura di Pietro) fa fare il lavoro sporco al suo collega Padoa Schioppa, con un decreto illegittimo (sentenza TAR).
E non è finita qui: gli propongono pure la Corte dei Conti per cercare di farlo stare zitto. :D
Ma cosa vuoi che sia..il problema è solo tecnico..non politico...l'illegittimità non c'entra nulla con la politica... :asd:

Come evidenziato bene nella sentenza del TAR, è stato rilevato solo un problema di procedura nella sostituzione del gen.Speciale.
La rimozione con promozione ad altro incarico è una stategia frequentemente usata, e lo Speciale non l'ha accettata per puro calcolo politico, altro che per "coerenza e dignità".
I numerosi casi di peculato che sono venuti alla luce in questi mesi dovrebbero bastare per farla finita con la patetica storiella del "galantuomo" al passo Rolle con pesce fresco.
:rolleyes:
Ricordo di nuovo che nella discussione creata lo scorso maggio, si era parlato a lungo della anomala situazione della gdF milanese dove c'era una "stanzialità" tutt'altro che normale di certi ufficiali.


Ciao

Federico

zerothehero
17-12-2007, 15:59
Come evidenziato bene nella sentenza del TAR, è stato rilevato solo un problema di procedura nella sostituzione del gen.Speciale.
La rimozione con promozione ad altro incarico è una stategia frequentemente usata, e lo Speciale non l'ha accettata per puro calcolo politico, altro che per "coerenza e dignità".
I numerosi casi di peculato che sono venuti alla luce in questi mesi dovrebbero bastare per farla finita con la patetica storiella del "galantuomo" al passo Rolle con pesce fresco.
:rolleyes:
Ricordo di nuovo che nella discussione creata lo scorso maggio, si era parlato a lungo della anomala situazione della gdF milanese dove c'era una "stanzialità" tutt'altro che normale di certi ufficiali.


Ciao

Federico

No, non ci siamo.
Non puoi accusare prima un generale di essere "sleale,inadeguato ed infedele" e poi destinarlo alla corte dei Conti...il rispetto delle regole è essenziale in politica e in uno stato di diritto..non è un semplice "corollario".

Tu accetteresti di essere rimosso per decreto (che il tar ha definito un "abuso di potere", quindi non una semplice "svista" di passaggio) e definito in parlamento una persona "sleale, inadeguata ed infedele" per poi essere destinato alla Corte dei Conti?
E' insensato quello che è stato fatto a Roberto Speciale, di una spregiudicatezza al di là del limite e del buon senso.
Si è cercata "l'ammuina" per accontentare Visco.... il problema è che hanno avuto di fronte uno che non ha accettato il giochetto. (Promoveatur ut amoveatur)

FiSHBoNE
17-12-2007, 16:50
No, non ci siamo.
Non puoi accusare prima un generale di essere "sleale,inadeguato ed infedele" e poi destinarlo alla corte dei Conti...il rispetto delle regole è essenziale in politica e in uno stato di diritto..non è un semplice "corollario".

Tu accetteresti di essere rimosso per decreto (che il tar ha definito un "abuso di potere", quindi non una semplice "svista" di passaggio) e definito in parlamento una persona "sleale, inadeguata ed infedele" per poi essere destinato alla Corte dei Conti?
E' insensato quello che è stato fatto a Roberto Speciale, di una spregiudicatezza al di là del limite e del buon senso.
Si è cercata "l'ammuina" per accontentare Visco.... il problema è che hanno avuto di fronte uno che non ha accettato il giochetto. (Promoveatur ut amoveatur)


non sono un fan di Visco (che in passato tra l'altro è stato anche dichiarato colpevole di abuso edilizio in una sua proprietà), però se Speciale vuol fare come vuole, prendendo delle decisioni sulla rimozione della rimozione dei vertici della GDF AD ESCLUSIONE SOLO DI QUELLI DELLA LOMBARDIA, e senza ascoltare un Visco che gli chiedeva spiegazioni e voleva una decisione collegiale dei vertici della GDF per la gestione di questi avvicendamenti, il problema parte da questo. E' facile poi per Speciale (che non è certo quell'esempio di uomo di Stato, avendo volato a sbafo con aerei di stato) trovare sostegno presso Il Giornale quando rigirerà la frittata proclamando al mondo che era Visco a voler epurare i vertici della GDF lombarda per ostacolare l'indagine su Unipol. Lo "speciale" castello di carte crolla quando si scopre che la GDF lombarda in realtà non aveva alcuna responsabilità nella gestione dell'indagine Unipol. Saputo questo per me tutto è riconducibile al solito meccanismo di gettare fumo negli occhi dell'opinione pubblica, trasformando un ostacolo in un trampolino mediatico.
purtroppo tutto questo non mi consente certo di essere soddisfatto della gestione della vicenda da parte del governo, perchè anche se come sembra c'è alla base quasi una gaff (l'aver proposto la Corte dei conti ad un capo della GDF rimosso, procedura standard non per i rimossi ma per i normali avvicendamenti), di sicuro non ci fa una bella figura e da l'idea di un potere con poco polso.

fracarro
18-12-2007, 11:09
Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/speciale-caso/soldato-sleale/soldato-sleale.html


Un soldato sleale
di GIUSEPPE D'AVANZO

CHE il generale Roberto Speciale fosse un soldato sleale, s'era avuto già modo di apprezzarlo. Che un militare che giura fedeltà alla Repubblica e all'osservanza della Costituzione potesse spingersi fino a un gesto eversivo di insubordinazione allo Stato democratico, anche il più severo dei suoi critici non avrebbe potuto immaginarlo.

Invece, è accaduto, accade - ed è la vera questione da affrontare - nell'indifferenza di istituzioni distratte o intimidite, nel silenzio di una politica incapace di guardare oltre la propria mediocre convenienza del momento. Come se in questa storia non fossero in gioco le ragioni prime di una democrazia: la legittimità di un governo eletto dal Parlamento; le sue prerogative di organo costituzionale chiamato ad assolvere il compito di direzione politica del Paese.

E' questa legittimità costituzionale che il generale Speciale, con la sua grottesca lettera di dimissioni, nega, rifiuta, disprezza, umilia. E' alquanto minimalista - quasi gregario - definire soltanto "irrituale" quella lettera, come capita a Romano Prodi. Assai poco convenzionale è per il Quirinale dichiarare - nei fatti - ricevibile quella missiva offensiva per il governo, per poi trasmetterla a Palazzo Chigi.

L'iniziativa di Speciale è davvero soltanto irrituale e il destinatario della lettera può essere correttamente il capo dello Stato? E' difficile sostenerlo e pare grave accettarlo senza batter ciglio.

Il generale infedele sostiene di avere conquistato "il diritto" ad essere comandante della Guardia di Finanza: "gli spetta", dice. E' un diritto che nessuno gli ha riconosciuto. Non glielo riconoscono a parole nemmeno i suoi avvocati, figurarsi se poteva riconoscerglielo con una sentenza la magistratura amministrativa.

Non è, infatti, nella disponibilità di un tribunale amministrativo il rapporto fiduciario del governo, di cui il capo di un corpo militare deve godere. Questa fiducia, al di là delle leggerezze amministrative commesse dallo staff di Tommaso Padoa-Schioppa, Roberto Speciale non ce l'ha, l'ha irrimediabilmente perduta. Tanto basta per dire che mai il generale sarebbe ritornato al comando della Finanza, come conferma anche il ministro dell'Economia.

Al contrario, autoproclamatosi "di diritto" comandante - manco fossimo in una Repubblica delle Banane - il generale, bontà sua, decide di dimettersi. La grammatica istituzionale, nelle sue mosse, degrada a boutade.

Prendiamolo sul serio soltanto per un momento. Ritiene di essere ancora il comandante generale della Guardia di Finanza. Vuole abbandonare, offeso nella sua dignità di soldato. Nelle mani di chi deve farlo, di chi ha il dovere di farlo? La legge è lì per essere rispettata. Articolo 1 della legge 23 aprile 1959, n. 159: "Il Corpo della Guardia di Finanza dipende direttamente e a tutti gli effetti dal ministro della Finanze".

Un principio ordinamentale così netto ed esplicito (inconsueto in un sistema giuridico che ama l'indeterminatezza) avrebbe dovuto imporre al generale Speciale di rimettere il mandato - che si è caricaturalmente assegnato - nelle mani del ministro dell'Economia. Non lo fa perché "non vuole collaborare con questo governo", scrive. Poco male, il governo potrà soltanto guadagnarci.

La faccenda si potrebbe liquidare così soltanto se non fosse assai sinistro che un generale, al comando di 59.874 militari in armi, non accetta di essere alle "dirette dipendenze" di un governo che gode della piena fiducia del Parlamento. Roberto Speciale non ne riconosce il potere, la legittimità, il dovere costituzionale di decidere dell'indirizzo politico e amministrativo del Paese e quindi anche di scegliere chi deve essere o non deve essere alla guida di un corpo, "parte integrante delle Forze Armate dello Stato e della forza pubblica".

Scrive al presidente della Repubblica, perché "è al di sopra di tutto, anche della politica, anche del governo". E' uno schiaffo all'Esecutivo, che non sorprende in un soldato infedele. Stupisce che il Quirinale accetti di ricevere la lettera del generale. Che, implicitamente, acconsenta che Speciale possa dimettersi da una responsabilità che non ha più e che nessuno - tanto meno il governo - gli ha riconosciuto.

Meraviglia che il presidente della Repubblica acconsenta che un generale non si dimetta nelle mani dell'autorità politica a cui è sottordinato, di cui è dipendente. Confonde che il capo dello Stato accetti di svolgere il ruolo del tutto improprio di destinatario di una lettera che abusivamente gli è stata consegnata, chiudendo gli occhi sul disprezzo che il generale assegna al governo per di più prendendo per buono un presunto "spirito di servizio verso le istituzioni".

E' un pericoloso, e inedito, precedente nella storia della Repubblica. Dovremo presto attenderci che il capo della polizia rifiuti di dimettersi nelle mani del ministro dell'Interno o che il capo di Stato maggiore della Difesa non consegni il suo addio al ministro della Difesa, tanto del governo si può fare a meno?

La sensazione è che questo "caso Speciale", nato dalla debolezza del governo e dalla volontà di compromesso con un minaccioso network spionistico e illegale, di cui il generale è stato attore di prima fila, moltiplicherà le sue muffe, se non affrontato con energia. Di compromesso in compromesso, di timidezza in timidezza, siamo arrivati alla delegittimazione dei poteri del governo.

Considerare quel soldato sleale e infedele, come pare fare oggi la maggioranza, soltanto un dissipatore di risorse pubbliche per qualche viaggio a sbafo in elicottero non è una buona strada. Meglio sarebbe ricordare la proposta del generale "tutto d'un pezzo" di violare i segreti d'ufficio avanzata al vice-ministro Visco (e rifiutata). O tenere a mente quando, con il governo di centro-destra, i segreti della Guardia di Finanza diventavano pubblici per essere utilizzati, in piena campagna elettorale, da Silvio Berlusconi con denunce alla magistratura. Pensare di lisciare il pelo a quel soldato e ai soldati come lui, è peggio di una cattiva idea. E' un errore politico e istituzionale.


Per Donalduck.

DonaldDuck
18-12-2007, 11:27
Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/speciale-caso/soldato-sleale/soldato-sleale.html



Per Donalduck.
Per i messaggi personalizzati ci sono i pvt anche perchè non mi pare di essere stato l'unico in tutta la sezione ad aver assunto una certa posizione. E riguardo i commenti "dell'opuscolo" da te citato meglio non dica cosa penso, sarebbe troppo volgare e sicuramente contro il regolamento. Repubblica-Travaglio bibbie/ oracoli di riferimento? No grazie. Riflettiamo piuttosto sulla figura di cacchetta del Ministro e vice.

P.S.
Quanta partecipazione a questa discussione e quanta poca a quella sul Mastella utilizzatore di aerei ed elicotteri per divertirsi al Gran Premio.

fracarro
18-12-2007, 11:39
Per i messaggi personalizzati ci sono i pvt anche perchè non mi pare di essere stato l'unico in tutta la sezione ad aver assunto una certa posizione. E riguardo i commenti "dell'opuscolo" da te citato meglio non dica cosa penso, sarebbe troppo volgare e sicuramente contro il regolamento. Repubblica-Travaglio bibbie/ oracoli di riferimento? No grazie.

L'ho rivolto a te perchè solitamente sei estremamente celere a postare gli articoli che ti "aggradano".
Questo però mi sa che non l' hai gradito. Pazienza :boh:

Giusto per curiosità quali sono le tue bibbie? Almeno mi faccio un'idea delle info che circolano nel "lato oscuro". (scherzo eh)

EarendilSI
18-12-2007, 11:43
Caso Speciale, la Cdl sfiducia
Padoa-Schioppa: "Dimettiti"
Roma - I capigruppo dell’opposizione al Senato e il presidente della Commissione Difesa, Sergio De Gregorio, hanno presentato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Nel documento si fa riferimento alla rimozione di un consigliere di amministrazione Rai e del Comandante Generale della Guardia di Finanza, provvedimenti adottati dal ministro con motivazioni del tutto illegittime. "Si tratta di un atto dovuto, ma ci auguriamo che il ministro dell’Economia voglia evitare, rassegnando le dimissioni, questo dibattito in Senato che sarebbe per lui estremamente imbarazzante" ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani.

"Arroganza e violazione delle regole" "Questo governo dei pasticci - aggiunge il capogruppo azzurro - che convive con atti di arroganza e di violazione delle regole, puntualmente censurate dalla magistratura, e con decreti contenenti norme inapplicabili su cui pone la fiducia, che poi tenta disperatamente di correggere, aumenta sempre più nel Paese il senso di una precarietà che lo fa sprofondare nel declino".

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=228535

fracarro
18-12-2007, 11:55
P.S.
Quanta partecipazione a questa discussione e quanta poca a quella sul Mastella utilizzatore di aerei ed elicotteri per divertirsi al Gran Premio.

A dire il vero ho partecipato anche a quella discussione e non ero certo con Mastella. Per me i politici devono usare gli stessi mezzi di trasporto nostri così magari si possono pure rendere conto di quanto fa schifo un treno e quanti disagi creano i suoi ritardi.

La differenza con il caso di Mastella e che in quel caso volente o nolente lui aveva il diritto di utilizzare quell'aereo per motivi di lavoro e se non sbaglio l'indagine gli ha dato pure ragione.

Qui invece si parla di mezzi della finanza che invece di essere utilizzati per gli scopi giusti vengono adibiti al trasporto di un generale con famiglia e amici al seguito o peggio per trasportare il cibo che tanto gradisce. L'air force one italiano costa ma per lo meno la sua funzione ( per quanto discutibile) è quella di scarrozzare i politici (non so quali cariche di preciso), e quindi il "danno" è solo economico, ma aerei, elicotteri della GDF vengono sottratti ai pochi mezzi a disposizione del corpo. Cosa succederebbe se da domani le gazzelle della polizia venissero trasformate in taxi per le mogli dei generali della polizia?

EDIT: Aggiungo, il governo ha fatto una cazzata e se si accertano le responsabilità per abuso di potere, chi ha sbagliato DEVE pagare chiaro?

Lorekon
18-12-2007, 12:46
Tu lavoresti con chi ti ha cacciato illegittimamente ? (sentenza TAR -> abuso di potere)
Andiamo...su.. ha tolto l'esecutivo (e l'attuale capo della GDF amico di Speciale) da un forte imbarazzo.

le Armi (tutte, GdF, Carabinieri, Polizia, Esercito etc...) non lavorano PER l'esecutivo, lavorano PER il paese... se questa persona non ha il "senso dello Stato" necessario a capire questo, è bene che sia stato spostato da un incarico che per sua natura impone certi requisiti.

te lo vedi un marescialletto di paese che si dimette perchè non gli piace il sindaco? :doh:

DonaldDuck
18-12-2007, 12:47
A dire il vero ho partecipato anche a quella discussione e non ero certo con Mastella.

Parlavo di questa
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1605388
Sono stato l'unico ad abbozzare un tentativo di raccolta delle opinioni di sezione riguardo la sentenza. E c'è stato quasi un silenzio assordante.

Per me i politici devono usare gli stessi mezzi di trasporto nostri così magari si possono pure rendere conto di quanto fa schifo un treno e quanti disagi creano i suoi ritardi.

La differenza con il caso di Mastella e che in quel caso volente o nolente lui aveva il diritto di utilizzare quell'aereo per motivi di lavoro e se non sbaglio l'indagine gli ha dato pure ragione.

Qui invece si parla di mezzi della finanza che invece di essere utilizzati per gli scopi giusti vengono adibiti al trasporto di un generale con famiglia e amici al seguito o peggio per trasportare il cibo che tanto gradisce. L'air force one italiano costa ma per lo meno la sua funzione ( per quanto discutibile) è quella di scarrozzare i politici (non so quali cariche di preciso), e quindi il "danno" è solo economico, ma aerei, elicotteri della GDF vengono sottratti ai pochi mezzi a disposizione del corpo. Cosa succederebbe se da domani le gazzelle della polizia venissero trasformate in taxi per le mogli dei generali della polizia?

EDIT: Aggiungo, il governo ha fatto una cazzata e se si accertano le responsabilità per abuso di potere, chi ha sbagliato DEVE pagare chiaro?

Sai perchè ritengo Repubblica un opuscolo? Perchè si presta a demolizioni telecomandate a seconda di come tira il vento. Quì c'è la notizia nuda e cruda del Mastella neo pioniere dell'aria
http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/politica/mastella-replica/corte-conti-mastella/corte-conti-mastella.html
Queste invece erano le premesse piuttosto pesanti dell'Espresso-Repubblica
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Senza-grazia-e-senza-guiustizia/1765034
Ci trovi nulla di strano a parte la sentenza? Motivi di lavoro? Incarico istituzionale? La coerenza mediatica dov'è? L'argomento principe di questa discussione doveva riguardare SOLO il ricorso vinto di Speciale ed invece ci ritroviamo tra off topic, post riservati/ indirizzati e condanne morali/ materiali prima dell'esito di accertamenti. Boooh! Sarò sbagliato io.

Lorekon
18-12-2007, 12:49
Ora il governo non pò decidere chi mettere a capo di un corpo delle forze dell'ordine? Ma siamo alla frutta?

quoto, questo post dice tutto.

Lorekon
18-12-2007, 12:50
Come evidenziato bene nella sentenza del TAR, è stato rilevato solo un problema di procedura nella sostituzione del gen.Speciale.


:ave:

vediamo se quotando, qualcuno si degna di leggerlo.

Lorekon
18-12-2007, 12:54
E' insensato quello che è stato fatto a Roberto Speciale, di una spregiudicatezza al di là del limite e del buon senso.
Si è cercata "l'ammuina" per accontentare Visco.... il problema è che hanno avuto di fronte uno che non ha accettato il giochetto. (Promoveatur ut amoveatur)

ma per favore...

vuoi far passare il messaggio che il suddetto Speciale avesse una dignità morale superiore?
il tentativo è maldestro e soprattutto mal si concilia con l'accusa di peculato che lo ha colpito.
toghe rosse anche alla Corte dei Conti? :asd:

non ha accettato il giochetto perchè c'è già pronta la sua bella poltroncina da qualche parte...
se non ricordo male lo scrissi già due mesi fa.

Igor
18-12-2007, 13:08
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_17/sarzanini_generale_fondi_riservati_d783ef58-ac6d-11dc-b79e-0003ba99c53b.shtml
Retroscena: spunta l'ipotesi di peculato
Il generale sotto inchiesta
anche sui fondi riservati
L'utilizzo di aerei e elicotteri e motovedette di Stato per viaggi personali era diventa una sorta di abitudine

ROMA — Alla guida del II reparto c'è sempre stato un «fedelissimo » del capo, perché quell'ufficio è il centro nevralgico del comando generale della Guardia di Finanza. È la divisione che si occupa di intelligence e dunque, oltre a curare i rapporti con il Sismi e con il Sisde, fa da raccordo con gli organismi esteri. Ma soprattutto è quella che custodisce i fondi riservati. Denaro che può essere utilizzato per svolgere le cosiddette operazioni «coperte», per pagare i confidenti, per far sì che — nel rispetto della legge — l'intero apparato possa muoversi con disinvoltura nelle indagini più delicate. Ogni spesa deve essere giustificata, sia pur seguendo una procedura particolare. Regole chiare e dettagliate che il generale Roberto Speciale sarebbe riuscito ad aggirare, quando sedeva sulla poltrona più alta di viale XXI aprile. E adesso anche di questo dovrà rispondere.

Chiarire come mai risultano «prelevamenti» a suo nome che non hanno un'apparente giustificazione. Sono due le indagini avviate per verificare eventuali sprechi nella gestione delle Fiamme Gialle da parte del generale sostituito nel giugno scorso dal governo che lo ha accusato di «infedeltà». E in quei fascicoli aperti dalla Procura militare di Roma e dalla Corte dei Conti, adesso ci sono nuove carte. Documenti che convincono ad esplorare l'ipotesi che l'alto ufficiale abbia commesso un peculato, utilizzando per fini non istituzionali beni dello Stato. La prima a parlarne è stata l'onorevole del Partito democratico Marina Sereni che il 16 ottobre — quando il «caso Visco Speciale» sembrava ormai archiviato — ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Economia. Motivo: sapere «a che titolo e per quali finalità, il generale Roberto Speciale abbia percepito, durante il suo mandato di Comandante generale della Guardia di Finanza, oltre agli emolumenti di legge, somme corrisposte dal II Reparto del Corpo prelevate dai fondi riservati».

Il 13 novembre scorso il sottosegretario Antonangelo Casula è arrivato in Parlamento. E così ha risposto: «Effettivamente il generale ha attinto ai fondi riservati in dotazione alla Guardia di Finanza, ma senza che se ne possa accertare l'ammontare visto che il prelievo poteva avvenire con una "semplice quietanza rilasciata dal Comandante generale", senza ulteriori precisazioni dal momento che si trattava di fondi per i quali era richiesta "la più assoluta riservatezza"». Di fronte al segreto il governo si è dovuto fermare. Non così ha fatto il procuratore Antonino Intelisano che, proprio sulla base del carteggio depositato in Parlamento, ha avviato nuovi accertamenti per conoscere l'ammontare delle cifre e soprattutto il motivo che ne ha giustificato l'erogazione. Non è l'unica «uscita» che desta sospetto.

Lo stesso sottosegretario ha confermato l'acquisto da parte della Guardia di Finanza di «due velivoli Piaggio P 180 Avanti II attrezzati ed adibiti al trasporto di persone, per un costo complessivo di oltre nove milioni di euro». La magistratura vuole scoprire chi lo ha autorizzato e con quali fini.

Del resto l'utilizzo degli aerei e degli elicotteri di Stato, ma anche delle motovedette, per viaggi personali era diventa una sorta di abitudine del generale. Su 75 voli compiuti tra il 2005 e il 2007, ben 40 sono avvenuti nei fine settimana. E il 4 agosto 2006, per andare da Napoli a Capri Speciale ha usato il Guardacoste 82 Galiano. A bordo con lui, ha sottolineato Casula, «c'erano il figlio, la nuora e i consuoceri».

Fiorenza Sarzanini
17 dicembre 2007

Igor
18-12-2007, 13:09
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200712articoli/28567girata.asp

Speciale si smarca: entro in politica
Il generale dopo la polemica con Prodi: «Il centrodestra mi è stato vicino»
ROMA

L’ex comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale sta pensando «seriamente» di entrare in politica. Lo dice in una intervista a Libero dove fa sapere di puntare ad una candidatura da senatore.

Nel colloquio Speciale ripercorre tutta la vicenda che ha portato alla rimozione dal suo incarico da parte del Governo e si difende: «La questione è semplice: ho difeso le mie competenze e l’autonomia della Guardia di Finanza, in questa battaglia mi hanno voluto delegittimare, infamandomi con le accuse più invereconde, questo non lo potevo accettare, quindi io mi sono battuto esclusivamente per il mio onore e per la mia onorabilità. Ho già dimostrato mesi fa, rinunciando al prestigiosissimo incarico alla Corte dei Conti e oggi rinunciando al comando generale della Guardia di Finanza, che non sono attaccato alle poltrone».

«A me - prosegue Speciale - interessa uscire a testa alta da questa vicenda, che venga riconosciuto che io sono un onorato e onorabile servitore dello stato, cioè quello che ho fatto per 46 anni. Mi volevano cacciare, invece sono io che me ne vado». Ma non in pensione. «Diciamo che ho un’idea». Entrare in politica. «Ci sto pensando seriamente», dice osservando che durante tutta la vicenda «tutto il centrodestra» gli è stato vicino e che deve «riconoscere la vicinanza affettuosa di Di Pietro». Quindi, al giornalista che gli domanda se il prossimo incontro potrà avvenire in Senato, Speciale risponde: «Spero proprio di sì».

DonaldDuck
18-12-2007, 14:09
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/speciale-caso/tar-lazio/tar-lazio.html

La sentenza del Tar potrebbe anche riaprire il procedimento penale per abuso d'ufficio nei confronti di Visco. Mercoledì 19, infatti, il Gip di Roma deve pronunciarsi sulla richiesta d'archiviazione della Procura. Gli avvocati di Speciale chiedono l'imputazione coatta sostenendo che il pronunciamento di oggi configura quasi automaticamente il reato.

(15 dicembre 2007)

flisi71
18-12-2007, 14:11
P.S.
Quanta partecipazione a questa discussione e quanta poca a quella sul Mastella utilizzatore di aerei ed elicotteri per divertirsi al Gran Premio.

Veramente sul passaggio aereo di Mastella furono aperte diverse discussioni al momento in cui la vicenda fu nota, cioè lo scorso settembre.
Non stupisce nessuno che poi a novembre il semplice pronunciamento della Corte dei Conti non attirasse ormai più di tanti commenti.
Resta senza spiegazioni plausibili il motivo che ha spinto nella giornata di ieri un utente a uppare di nuovo la stessa discussione di novembre, pur in assenza di un qualsiasi nuovo sviluppo*; essendo comunque un aspetto del tutto secondario per la discussione, possiamo tranquillamente soprassedere.


...
La differenza con il caso di Mastella e che in quel caso volente o nolente lui aveva il diritto di utilizzare quell'aereo per motivi di lavoro e se non sbaglio l'indagine gli ha dato pure ragione.

Qui invece si parla di mezzi della finanza che invece di essere utilizzati per gli scopi giusti vengono adibiti al trasporto di un generale con famiglia e amici al seguito o peggio per trasportare il cibo che tanto gradisce. L'air force one italiano costa ma per lo meno la sua funzione ( per quanto discutibile) è quella di scarrozzare i politici (non so quali cariche di preciso), e quindi il "danno" è solo economico, ma aerei, elicotteri della GDF vengono sottratti ai pochi mezzi a disposizione del corpo.
....


Le due vicende presentano alcune analogie (privilegi per personaggi pubblici) e molte differenze.



...
Sai perchè ritengo Repubblica un opuscolo? Perchè si presta a demolizioni telecomandate a seconda di come tira il vento.



Se si inventassero di sana pianta casi inesistenti potresti anche aver ragione.
Ad esempio quando, per fare un paragone con fatti accaduti, un giornale darà credito per settimane intere alle "rivelazioni" di personaggi quali il sedicente conte (in realtà scaricatore del mercato ortofrutticolo di Brescia) Igor Marini o ancor peggio alla sedicente spia tuttologa Mario Scaramella al solo scopo di montare una campagna di propaganda, allora si potrà concludere senza esitazione che quel giornale è solo un foglietto di propaganda.
Ogni riferimento è naturalmente voluto e riscontrabile (i due personaggi citati sono tutt'ora in carcere).
:sofico:


Quì c'è la notizia nuda e cruda del Mastella neo pioniere dell'aria
http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/politica/mastella-replica/corte-conti-mastella/corte-conti-mastella.html
Queste invece erano le premesse piuttosto pesanti dell'Espresso-Repubblica
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Senza-grazia-e-senza-guiustizia/1765034


Sono testate dello stesso gruppo, per cui risulta veramente debole l'argomento che una voleva insabbiare ciò che viene pubblicato dall'altra.

Un osservatore attento sarà anche colpito dalla discrepanza di date fra i due articoli considerati:
l'articolo del'Espresso (che per primo pubblica lo scoop) è del 13 settembre, quello riportato di Repubblica (che da notizia del pronunciamento della Corte dei Conti) è del 16 novembre.
Articoli redatti in tempi diversi per notizie diverse: ma che razza di paragone sarebbe?
:confused:

Caso mai il paragone dell'articolo dell'Espresso andava fatto con gli articoli di Repubblica del medesimo momento, ad esempio con:
http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/politica/mastella-replica/mastella-replica/mastella-replica.html (13 settembre)
http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/politica/mastella-replica/volo-mastella/volo-mastella.html (15 settembre)




L'argomento principe di questa discussione doveva riguardare SOLO il ricorso vinto di Speciale ed invece ci ritroviamo tra off topic...


Ah, meno male che te ne sei accorto che Mastella non c'entra proprio niente in questa discussione.
:sofico:


ma per favore...

vuoi far passare il messaggio che il suddetto Speciale avesse una dignità morale superiore?
il tentativo è maldestro e soprattutto mal si concilia con l'accusa di peculato che lo ha colpito.
toghe rosse anche alla Corte dei Conti? :asd:


E' venuto fuori anche che, mentre chiedeva i 5 milioni di risarcimento e il reintegro, aveva già provveduto ad incassare la liquidazione.


non ha accettato il giochetto perchè c'è già pronta la sua bella poltroncina da qualche parte...
se non ricordo male lo scrissi già due mesi fa.

L'articolo de "La Stampa" è chiaro a riguardo.


Ciao

Federico


qualcuno, probabilmente prevenuto, avanzava l'ipotesi che fosse un tentato maldestro parallelo con ciò che si scopre a riguardo del gen.Speciale

DonaldDuck
18-12-2007, 14:12
La sentenza del Tar
http://www.civile.it/news/visual.php?num=50844


REPVBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

N.

Reg. Sent.

Anno

N.

Reg. Gen.

Anno

PER IL LAZIO, SEZ. II

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sul ricorso n. 6695/2007, proposto dal dott. Roberto SPECIALE, rappresentato e difeso dai proff. Gianluca ESPOSITO e Filippo SATTA e dall’avv. Anna ROMANO ed elettivamente domiciliato in Roma, via G. Antonelli n. 47;

CONTRO

la PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, in persona del sig. Presidente pro tempore ed il MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE ed il MINISTERO DELLA DIFESA, in persona dei rispettivi sigg. Ministri pro tempore, rappresentati e difesi ope legis dall’Avvocatura generale dello Stato, presso i cui uffici si domiciliano in Roma, via dei Portoghesi n. 12

E NEI CONFRONTI

del sig. gen. Cosimo D’ARRIGO, controinteressato, rappresentato e difeso dai proff. Mario SANINO ed Ilaria COLOMBO e dall’avv. Fabrizio VIOLA ed elettivamente domiciliato in Roma, v.le Parioli n. 180;

PER L’ANNULLAMENTO

A) – del decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 2007, registrato il successivo giorno 13, con cui il ricorrente è stato rimosso dalle funzioni di Comandante generale della Guardia di finanza ed è stato sostituito dal controinteressato gen. D’ARRIGO; B) – della deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella seduta del 1° giugno 2007, di contenuto ignoto, richiamata nel DPR impugnato; C) – della proposta formulata dal Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della difesa, di contenuto ignoto, richiamata nel DPR impugnato; D) – della nota prot. n. 13297 del 2 giugno 2007, ricevuta il successivo giorno 4, con cui il Capo di gabinetto del Ministro dell’economia e delle finanze ha trasmesso il predetto DPR; E) - della relazione di cui alla nota del Viceministro dell’economia prot. n. 5474 del 31 maggio 2007, di contenuto ignoto, richiamata nel decreto del Ministro dell’ economia e delle finanze 1° giugno 2007, pubblicato nella G.U. n. 142 del successivo giorno 21; F) – d’ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale e, ove occorra e per quanto di competenza di questo Giudice, del documento politico presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze nell’ allocuzione davanti al Senato della Repubblica in data 6 giugno 2007

E PER L’ACCERTAMENTO

del diritto del ricorrente al risarcimento del danno da lui subito per effetto del DPR e degli altri atti sopra impugnati, non solo dal punto di vista economico – professionale, ma anche sotto l’aspetto dell’immagine, della dignità e dell’ onorabilità professionali, da liquidare in € 5.000.00,00 (Euro cinque milioni).

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visto l’atto di costituzione in giudizio delle parti intimate;

Visti gli atti tutti della causa;

Relatore all’udienza pubblica del 7 novembre 2007 il Cons. dott. Silvestro Maria RUSSO e uditi altresì, per le parti, i proff. SATTA e SANINO e l'Avvocato dello Stato D’AMATO;

Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:

FATTO

Il dott. Roberto SPECIALE, ufficiale generale in s.p.e. dell’Esercito italiano, dichiara d’esser stato nominato, previa deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 luglio 2003 a’sensi dell’art. 4, I c. della l. 23 aprile 1959 n. 189, Comandante generale della Guardia di finanza, in forza del DPR 16 ottobre 2003, debitamente registrato dalla Corte dei conti.

Il dott. SPECIALE rende altresì noto che, a seguito della nomina del Governo in esito alle elezioni per la XV legislatura repubblicana, questo non lo revocò a suo tempo. Pertanto, il suo incarico dirigenziale s’appalesa confermato a’sensi dell’art. 19, c. 8 del Dlg 30 marzo 2001 n. 165 (nel testo previgente alla novella recata dall’art. 2, c. 159 del DL 3 ottobre 2006 n. 256, convertito, con modificazioni, dalla l. 24 novembre 2006 n. 286), a suo dire, fino alla naturale scadenza, ossia il compimento del suo 65° anno d’età, limite massimo ex lege di permanenza in servizio per i generali di Corpo d'armata della GDF. Nel frattempo, il sig. Ministro dell'economia e delle finanze delegò al Viceministro on.le prof. Vincenzo VISCO, tra l’altro, pure i propri poteri di direzione e vigilanza ex art. 1 della l. 189/1959 sulla GDF.

Il dott. SPECIALE fa presente pure che, durante l’estate 2006, insorsero alcuni screzi tra lui ed il Viceministro dell’economia in ordine al trasferimento di quattro ufficiali comandanti di reparti del Corpo in Lombardia, nell’ambito dell’avvicendamento di vari ufficiali di grado elevato nei vari Comandi regionali e provinciali.

Con decreto in data 1° giugno 2007 (pubblicato nella G.U. n. 142 del successivo giorno 21), il Ministro dell’economia e delle finanze ha avocato a sé i poteri dapprima delegati in materia di GDF. Riferisce al riguardo il ricorrente che il Ministro lo convocò per rivolgergli la richiesta di dimissioni dalle funzioni di Comandante generale del Corpo, offrendogli in cambio la nomina a consigliere della Corte dei conti. Con missiva personale rivolta al Ministro, il dott. SPECIALE ha declinato tale offerta, ma, nel frattempo, con DPR 1° giugno 2007, egli è stato sostituito nelle predette funzioni dal gen. c.a. Cosimo D’ARRIGO, senza che le relative ragioni siano state esplicitate nel medesimo provvedimento. Queste ultime son state poi rese note dal Ministro solo il successivo giorno 6 in un’audizione innanzi al Senato della Repubblica, nella cui allocuzione al ricorrente sono state contestate varie inadempienze nello svolgimento dell’incarico e, a suo dire, pure di slealtà.

In relazione a ciò, il dott. SPECIALE adisce allora questo Giudice, con il ricorso in epigrafe, impugnando, in una con il citato provvedimento, pure la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella seduta del 1° giugno 2007, la proposta formulata dal Ministro dell'economia di concerto con il Ministro della difesa (di contenuto ignoto, richiamata nel DPR impugnato), la nota prot. n. 13297 del 2 giugno 2007, (con cui il Capo di gabinetto del Ministro dell’economia ha trasmesso detto DPR), la relazione di cui alla nota del Viceministro dell’economia prot. n. 5474 del 31 maggio 2007 (di contenuto ignoto, richiamata nel decreto 1° giugno 2007), nonché ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale, in particolare il documento politico presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze nell’allocuzione del 6 giugno 2007.

Al riguardo, il ricorrente deduce in punto di diritto: A) – l’illegittimità della cessazione dal servizio, che non rientra in alcuna delle previsioni ex artt. 40, 44, 73 e 74 della l. 10 aprile 1954 n. 113, non è stata disposta in base al prescritto procedimento di garanzia e costituisce, ad onta del nomen juris usato dall’atto impugnato, una revoca ad nutum; B) – l’inesistenza d’una legittima causa di rimozione, specie dopo che il ricorrente era stato confermato a’sensi dell’art. 19, c. 8 del Dlg 165/2001 e, quindi, godeva del diritto alla prosecuzione del rapporto fino alla sua naturale scadenza; C) – l’assenza dell’atto introduttivo del procedimento di revoca e delle prescritte garanzie partecipative e di contraddittorio, nonché di qualsivoglia contestazione di addebiti, mentre le Amministrazioni intimate sono tenute a rispettare le specifiche garanzie che presiedono il rapporto d’impiego dei dirigenti generali e, se del caso, ad assumere scelte trasparenti e verificabili, per consentire la prosecuzione dell’attività gestoria in ossequio al precetto costituzionale d'imparzialità dell’azione amministrativa; D) – la natura effettivamente sanzionatoria di detta revoca implicita, non assistita dalle citate garanzie e giustificata dal Ministro solo ex post ed in una sede politica, come tale impropria ed inidonea a garantire un serio contraddittorio (indefettibile anche quando la ragione della revoca consista nell’incompatibilità alla prosecuzione d’un rapporto fiduciario), ferma, comunque, la necessità d’un procedimento di revoca distinto da quello di nomina del controinteressato; E) – la violazione dell’art. 3 della l. 7 agosto 1990 n. 241 e l’assenza d’ogni dimostrazione dell’urgenza del provvedere, i fatti in questione essendo risalenti e ben noti; F) – la violazione dell’art. 21-quinquies della l. 241/1990, l'omessa valutazione dell'interesse pubblico e l’assenza d’istruttoria; G) – l’eccesso di potere per contraddittorietà, per manifesta incongruenza ed illogicità e per sviamento. Resistono in giudizio le Amministrazioni intimate, che concludono per l'inammissibilità del ricorso in epigrafe e, nel merito, per l’infondatezza della pretesa attorea. S’è costituito nel presente giudizio pure il controinteressato gen. c.a. D’ ARRIGO, che eccepisce vari profili d’inammissibilità e d’infondatezza della domanda qui azionata.

Alla pubblica udienza del 7 novembre 2007, su conforme richiesta dei patroni di parte, il ricorso in epigrafe è assunto in decisione dal Collegio.

DIRITTO

1. – Viene all’esame del Collegio l’impugnazione, spiegata dal dott. Roberto SPECIALE, Comandante generale della Guardia di finanza, avverso il provvedimento 1° giugno 2007 —con cui egli è stato sostituito in dette funzioni dal gen. c.a. Cosimo D’ARRIGO—, e gli atti ed i documenti preparatori di siffatto provvedimento.

Ai fini d’una miglior comprensione delle vicende di causa, reputa opportuno il Collegio precisare che il dott. SPECIALE, già ufficiale generale in s.p. e. dell’Esercito italiano, era stato nominato Comandante generale della GDF in forza del DPR 16 ottobre 2003. In tali funzioni egli restò pur dopo la nomina del nuovo Governo in esito alle elezioni per la XV legislatura repubblicana, non essendo stato dichiarato cessato dal relativo incarico entro il tempo previsto dall’art. 19, c. 8 del Dlg 30 marzo 2001 n. 165, nel testo modificato dall’art. 3, c. 1, lett. i) della l. 15 luglio 2002 n. 145, previgente alla novella recata dall’art. 2, c. 159 del DL 3 ottobre 2006 n. 262 (convertito, con modificazioni, dalla l. 24 novembre 2006 n. 286).

A tal riguardo, deve il Collegio fin d'ora disattendere ogni eccezione delle parti resistenti sulla mancata conferma del ricorrente dopo l’insediamento del predetto Governo. È vero che vigeva ancora a quel tempo la regola introdotta dal citato art. 3, c. 1, lett. i) della l. 145/2002 —ossia quella per cui «… Gli incarichi di funzione dirigenziale di cui al comma 3 cessano decorsi novanta giorni dal voto sulla fiducia al Governo…»—, ma non v’è stato alcun atto dichiarativo o fatto concludente, da parte delle Amministrazioni resistenti, tale da impedire la prosecuzione del rapporto di servizio del ricorrente, almeno fino all'emanazione dell’impugnato DPR. Anzi, dalla serena lettura degli atti prodromici a quest’ultimo —e, in particolare, dall’allocuzione del sig. Ministro dell’economia dinanzi al Senato della Repubblica il 6 giugno 2007 (per quel che può in questa sede rilevare) e dalle note di risposta della Presidenza del Consiglio dei ministri ai rilievi della Corte dei conti—,s’evince che le ragioni della risoluzione del rapporto, ad effetto costitutivo ex nunc, sono ben diverse da quelle, meramente dichiarative, sottese al citato art. 19, c. 8. Esse s’incentrano essenzialmente nell’esaurimento del rapporto di fiducia tra i vertici politici ed il ricorrente e nella di lui sopravvenuta incompatibilità ambientale, sì da sconsigliare, stanti i disagi anche all’interno del Corpo, un’ulteriore permanenza del gen. SPECIALE in un incarico fino a quel momento ritenuto da tutte le parti valido ed efficace. Sicché il richiamo alle norme in parola, oltre ad esser smentito per tabulas (cfr. la nota della Presidenza del Consiglio dei ministri in data 12 giugno 2007, a firma del Sottosegretario di Stato, Segretario del Consiglio dei ministri), appare più un argomento difensivo posto dall’Avvocatura erariale —la quale, poi, ribadisce le vicende caratterizzanti invece siffatta incompatibilità ambientale—, che una delle ragioni, foss’anche postergata rispetto all’impugnata statuizione, effettivamente prese in considerazione per decidere la sostituzione del ricorrente.

Per gli stessi motivi, non vale allora invocare, come fanno le resistenti nella memoria del 26 ottobre 2007, l’art. 2, c. 161 del DL 262/2006, in virtù del quale, in sede di prima applicazione dell’art. 19, c. 8 del Dlg 165/ 2001, come modificato ed integrato dai precedenti commi 159 e 160, gli incarichi ivi previsti, conferiti prima del 17 maggio 2006, cessano ove non confermati entro sessanta giorni dalla data d’entrata in vigore del medesimo decreto n. 262. Ma tale termine è ampiamente trascorso, senza che vi sia stato il minimo accenno all’intervenuta decadenza ope legis del ricorrente dal suo incarico.

Sono insorti, tuttavia, screzi tra il ricorrente ed il Viceministro dell'economia, delegato all'esercizio dei poteri di direzione e vigilanza, ex art. 1 della l. 23 aprile 1959 n. 189, sulla GDF. La questione, che praticamente ha manifestato l’incompatibilità tra il ricorrente e l’organo di direzione politica sul Corpo, è stata risolta, anzitutto, mercé la riassunzione di tali poteri delegati in capo al Ministro dell’economia, giusta DM 1° giugno 2007, pubblicato nella G.U. n. 142 del successivo giorno 21.

In secondo luogo, è intervenuto, nei confronti dello stesso gen. SPECIALE, l’impugnato decreto, che prende le mosse sia da tali vicende, sia da un complesso di pretese inadempienze di questi nella conduzione dell’incarico. Il provvedimento ha anzitutto richiamato le disposizioni in tema di stato giuridico degli ufficiali delle Forze armate e della GDF (Dlg 19 marzo 2001 n. 69) e sull’ordinamento del Corpo (l. 189/1959). Quindi, «… Ritenuto sussistere le ragioni di massima urgenza per procedere, sulla base delle considerazioni esposte nella proposta formulata dal Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della difesa, in data 1° giugno 2007, alla nomina del Generale Cosimo D’Arrigo a Comandante Generale del Corpo della Guardia di Finanza, in sostituzione del Generale Roberto Speciale… decreta: Art. 1. – 1. – Il Generale C.A. Cosimo D’Arrigo è nominato Comandante Generale del Corpo della Guardia di Finanza a decorrere dalla data odierna, in sostituzione del Generale Roberto Speciale…».

2.1. – Questo essendo, per sommi capi, il dato fattuale su cui si muove l' impugnazione, può adesso il Collegio passare all’esame di tutte le eccezioni preliminari di rito e merito, sollevate in varia guisa dalle parti resistenti e che vanno disattese, perché non fondate.

2.2. – Andando per ordine, non ha pregio la tesi dell’inammissibilità del ricorso in epigrafe per omessa impugnazione della nomina del controinteressato. Ad una lettura pacifica della statuizione gravata, essa si manifesta sì a guisa di preposizione del gen. D’ARRIGO quale nuovo Comandante generale della GDF, ma anche in espressa sostituzione del ricorrente. Con ciò essa presuppone, stante l’impossibilità di conferire siffatta funzione se non ad uno e ad un solo soggetto individuato a’sensi dell’art. 4, I c. della l. 189/1959, una vicenda di rimozione del ricorrente dal medesimo incarico.

Poiché, però, quest’ultima non promana né da un qualsivoglia altro atto ad effetto costitutivo, precedente o coevo, né è stata assunta quale mera dichiarazione d’una vicenda automaticamente estintiva del rapporto con il ricorrente, allora essa è contenuta in forma implicitamente presupposta nel medesimo DPR impugnato.

La ragione è evidente: il provvedimento impugnato è l’unico e laconico atto d’una procedura di somma urgenza, adottato in esito ad una sequela di proposte e deliberazioni tutte assunte nella medesima giornata del 1° giugno 2007, iniziata con la rapida convocazione del ricorrente da parte del Ministro dell’economia e conclusasi con l’emanazione del decreto impugnato. Tutto ciò s’evince, oltre che dalla ricostruzione degli eventi offerta nel presente giudizio, dagli scritti difensivi e dai documenti depositati dalle Amministrazioni resistenti, dalla breve premessa del DPR impugnato. Ciò ha formato oggetto di rilievo da parte della Corte dei conti e della relativa risposta da parte del Ministero dell'economia, formulata sulla scorta della nota prot. n. USG/0002567 del 12 giugno 2007, da cui appunto evincesi che «… detta revoca del Gen. C.A. Roberto Speciale dall’incarico di Comandante generale della Guardia di Finanza è contenuta, in via implicita, nell’atto in esame... Considerata l’unicità del vertice, la “sostituzione” non può che implicare la “revoca” del Comandante generale in carica, vista l’assoluta incompatibilità di effetti tra la nuova nomina e la permanenza del precedente titolare…».

Pertanto, il gravame investe in modo unitario e complessivo tutta la statuizione in sé, così come tali Amministrazioni hanno ritenuto, per loro scelta, di confezionarla.

Scolora allora ogni considerazione sull’effetto viziante, piuttosto che caducante, dell’eventuale annullamento della rimozione del ricorrente, rispetto alla nomina del controinteressato, che sarebbe frutto di un’autonoma ponderazione di interessi e non la conseguenza ineluttabile della revoca stessa.

Invero, tale tesi, in sé perfettamente condivisibile, ha senso solo in uno scenario, qual è appunto quello descritto nella recente giurisprudenza (cfr., sulla differenza tra i due tipi d’effetto, Cons. St., VI, 23 ottobre 2007 n. 5559), in cui sussiste la sequenza procedimentale di revoca espressa e di nomina altrettanto manifesta, maxime nel caso di due provvedimenti distinti e collegati tra loro nell'ordinario rapporto di presupposizione, di cui il secondo fa sorgere un’autonoma posizione di controinteresse in capo ad un soggetto altro. In tal caso, ben può il Giudice adito procedere allo scrutinio sulla natura di quest’ ultima e, quindi, verificare se l’annullamento dell’atto (recte, della volizione) presupposto implichi il necessario travolgimento (p.es., dell’aggiudicazione rispetto all’ annullamento del bando di gara: Cons. St., V, 8 agosto 2005 n. 4207), oppure solo un vizio di quello successivo (p.es., della nomina medio tempore effettuata su una sede farmaceutica rispetto all’annullamento della decadenza dalla stessa: cfr. Cons. St., IV, 31 maggio 2007 n. 2792). Nella specie, tutto ciò è mancato, in quanto l’impugnato DPR reca solo la nomina del controinteressato in sostituzione del ricorrente e dà contezza unicamente dell'urgenza del provvedere, non certo del motivo della rimozione. Questa complessa, ma unitaria ed inscindibile volizione ha formato oggetto dell'altrettanto unica impugnazione in esame.

2.3. – Neppure convince l’eccezione d’inammissibilità del ricorso basata sulla qualificazione del provvedimento come atto politico, non impugnabile in base all’art. 31 del RD 26 giugno 1924 n. 1034.

Dubita invero il Collegio, sulla scorta dell’insegnamento del Supremo Consesso (cfr., da ultimo, Cons. St., V, 23 gennaio 2007 n. 209) che la disposizione citata possa sopravvivere sic et simpliciter nell’ordinamento positivo, come delineato dagli artt. 24 e 113 Cost. Infatti, il principio di tutela giurisdizionale contro gli atti della P.A. ha portata generale e riguarda tutte le Amministrazioni, sicché le sue eventuali deroghe devono trovare il loro supporto in norme costituzionalmente orientate. È peraltro jus receptum (cfr. Cons. St., IV, 29 febbraio 1996 n. 217; id., 12 marzo 2001 n. 1397) che l'atto politico deve presentare due requisiti: l'uno di carattere soggettivo, in quanto deve trattarsi di atto emanato dal Governo o, comunque, dall'autorità cui compete la funzione d’indirizzo politico e di direzione al massimo livello dei pubblici poteri; l' altro di carattere oggettivo, in quanto deve trattarsi d’un atto o d’un procedimento emanato nell'esercizio del potere politico, non già di un’attività meramente amministrativa. Non sono quindi, per i loro caratteri intrinseci, soggetti a controllo giurisdizionale solo gli atti con cui si realizzano scelte di specifico rilievo costituzionale e politico, ossia quelli che non si possono qualificare o non sono identificabili come amministrativi e in ordine ai quali l'intervento di questo Giudice determinerebbe un'interferenza del potere giudiziario nell'ambito di altri poteri.

È parimenti consolidato l’avviso del Supremo Consesso (cfr., per tutti, Cons. St., IV, 13 marzo 1999 n. 260; id., 22 marzo 2005 n. 1198; id., 31 marzo 2005 n. 1391), da cui il Collegio non ha motivo di discostarsi, secondo cui gli atti preordinati alla provvista di personale dello Stato ai massimi livelli sono atti d’alta amministrazione e non d’indirizzo politico e, come tali, soggiacciono comunque al sindacato giurisdizionale, secondo le regole proprie del giudizio di legittimità. Al riguardo, i parametri di legittimità di tali atti, cui si deve rapportare l'azione amministrativa, sono quelli direttamente identificabili negli art. 97 e 113 Cost., oltre che nella disciplina di rango ordinario contenuta nella l. 7 agosto 1990 n. 241. Da tanto discende che, per un verso, l'esigenza sostanziale che i soggetti prescelti siano effettivamente di qualificazione professionale adeguata al grado, alla complessità e alla delicatezza delle funzioni inerenti all'ufficio; e, per altro verso, l'esigenza formale che dagli atti del procedimento emergano i criteri seguiti dalla P.A. ai fini della scelta o, comunque, le ragioni che la giustifichino, sì da consentirne la puntuale verifica anche in sede giurisdizionale.

Non sfugge certo al Collegio che le nomine degli organi di vertice delle Amministrazioni, centrali o locali, si configurano come provvedimenti assunti in base a criteri eminentemente fiduciari (arg. ex Cons. St., IV, 25 maggio 2005 n. 2706), basati sulla valutazione della coerenza delle capacità e delle attitudini del prescelto a dar seguito, fermo, ovviamente, il precetto ex art. 98, I c., Cost. cui sono soggetti tutti i pubblici impiegati, agli indirizzi indicati dal corpo politico.

Tuttavia, anche in questo caso pare al Collegio che il richiamo all’atto politico insindacabile, perlomeno da parte delle Amministrazioni resistenti, sia un argomento difensionale e non un dato assunto, se non a base, perlomeno a giustificazione dell’atto impugnato. Invero, la nota della Presidenza del Consiglio dei ministri, di risposta ai rilievi della Corte dei conti, afferma di non trattarsi d’un «… riferimento del decreto ad un mero rapporto fiduciario, risolvibile ad nutum, dal proponente, ma di condizioni oggettive di contrasto…, tali da non rendere possibile il rapporto interorganico tra Ministro… e Comandante generale…».

Ma pur ad accedere alla tesi difensiva, è noto che il singolo provvedimento di nomina, comportando una scelta nell'ambito d’una categoria di determinati soggetti in possesso di titoli specifici, deve esporre le ragioni che hanno condotto alla scelta d’uno d’essi ed è, per sua natura, sottoposto alla verifica di congruità, secondo i principi d’imparzialità, proporzionalità ed adeguatezza, propria dei giudizi di legittimità di questo Giudice. Per vero, una scelta effettuata intuitu personae non vuol dire certo volizione arbitraria o, peggio, insindacabile e, anzi, il rapporto fiduciario, di per sé solo, non è affatto idoneo a superare ogn’altra valutazione. Infatti, è opinione ferma quella per cui la P.A. procedente deve dare idonea contezza dell'avvenuta valutazione del possesso dei prescritti requisiti in capo al prescelto, sì che si possa dimostrare la ragionevolezza della scelta effettuata. Soccorre al riguardo l’autorevole e ben noto arresto del Supremo Consesso (cfr. Cons. St., IV, 10 luglio 2007 n. 3893), per il quale, pur se la deliberazione per il conferimento dell'ufficio di Primo Presidente della Suprema Corte di cassazione, prima carica giudiziaria della Repubblica (e, agli occhi del Collegio, certo d'importanza non inferiore alla nomina del Comandante della GDF), abbia natura giuridica d’atto d’alta amministrazione, non per ciò solo è sottratta al sindacato giurisdizionale di legittimità e, più in generale, alla garanzia di tutela prevista nei confronti di tutti gli atti della P.A. a’sensi degli art. 24 e 113 Cost.

La ragione è chiara: per quanto la P.A., soprattutto in occasione della nomina di così alte cariche pubbliche, eserciti un elevatissimo potere discrezionale —che non s’esaurisce nel mero riscontro dei requisiti prescritti dalla legge in capo ai candidati, ma implica articolate, delicate e talvolta addirittura sfumate valutazioni sulla stessa personalità di costoro—, ciò limita e attenua, ma non esclude il sindacato giurisdizionale sull'esercizio di siffatta discrezionalità, specie con riferimento al riscontro dell' esistenza dei presupposti, alla congruità della motivazione ed alla sussistenza del nesso logico di conseguenzialità fra presupposti e conclusione.

2.4. – Infine, non può esser condivisa l’eccezione di difetto dell’interesse qui azionato, per aver il ricorrente, collocato in ausiliaria a’sensi dell’art. 3, c. 1 del Dlg 30 aprile 1997 n. 165, offerto la propria disponibilità per il suo impiego ex art. 1, c. 1 del Dlg 30 dicembre 1997 n. 498 presso la P.A. d'appartenenza o altra Amministrazione nell’ambito del Comune o della provincia di residenza, con contestuale fruizione della relativa indennità.

L’inequivoco disposto del citato art. 3, c. 1, configura il collocamento in ausiliaria del ricorrente come un mero fatto giuridico, strettamente correlato alla sola sua cessazione del servizio per raggiunti limiti d’età, corrispondente, per i generali di corpo d’armata dell’E.I. al compimento del 62° anno. Nessuna acquiescenza può, allora, riconoscersi in capo al ricorrente, giacché siffatto collocamento è un automatismo ex lege, che si verifica per il sol fatto d’una cessazione dal servizio a sua volta indipendente da ogni volontà ed il cui provvedimento ha efficacia solo dichiarativa. Del pari, la fruizione dell’indennità ex art. 3, c. 4 è solo subordinata alla disponibilità del personale militare in ausiliaria all’impiego presso la propria o altra P.A., ma anch’essa trova il proprio presupposto esclusivo nella cessazione dal servizio. Infine, la dichiarazione ex art. 1, c. 1 del Dlg 498/ 1997 è necessitata, affinché, il militare interessato, transitato in ausiliaria, possa appartenere alla relativa categoria.

3. – Passando, quindi, al merito della questione controversa, il ricorso in epigrafe s’appalesa sì fondato ed è meritevole d’accoglimento, con i limiti e le considerazioni qui di seguito indicati.

4. – Esaminando i motivi di gravame nell’ordine in cui essi son stati proposti dal ricorrente, non si può certo condividerne l' assunto, secondo cui la fattispecie in esame sia riconducibile ad una vicenda estintiva del servizio permanente effettivo, come tale soggetta alle invocate regole ex artt. 40, 44, 73 e 74 della l. 10 aprile 1954 n. 113, come sarebbe in effetti se si trattasse d’un ufficiale generale delle Forze armate.

Non nega il Collegio che, alla luce della documentazione versata in atti, taluni aspetti della rimozione del ricorrente potrebbero configurare, giusta quanto le Amministrazioni resistenti gli hanno addebitato, sia una sua non idoneità agli uffici del grado, sia la necessità del suo allontanamento d'autorità da questi ultimi.

A ben vedere, però, l’impugnato decreto solleva il ricorrente non dal servizio in sé, bensì dal solo incarico di vertice della GDF, incarico cui un ufficiale con il grado di generale di corpo d’armata perviene non per ordinaria progressione di carriera, ma per specifica nomina ad hoc.

Il procedimento di rimozione sotteso al decreto impugnato, in realtà, trova le sue regole precipue, ossia correlate alla particolare funzione inerente all’incarico de quo, solo nell’art. 4 della l. 189/1959, nonché nelle norme generali ex l. 241/1990 sul procedimento amministrativo, senza bisogno di contaminazioni con quelle ex l. 113/1954, rivolte ai militari non in posizione di vertice.

Restano così assorbite le doglianze di cui al quarto motivo, che in parte replicano o sviluppano le questioni testé accennate sulla l. 113/1954 ed in parte già formano oggetto del terzo motivo.

Diversa è la conclusione cui deve invece pervenire il Collegio sul secondo motivo, che si appalesa fondato, atteso che la connotazione della vicenda nei suoi aspetti procedimentali, più che nella formulazione del provvedimento, evidenzia un palese sviamento di potere. Invero è mancata, a monte del provvedimento, la statuizione della revoca del ricorrente, ancorché tanto necessaria, da far concludere le Amministrazioni resistenti (p.es., nella nota di risposta ai rilievi del Giudice del controllo) per un provvedimento implicito. È ben vero che siffatta revoca ben risulta dal complesso degli atti endoprocedimentali e dall’ impugnata statuizione; così come appare chiaro che la revoca e la nomina, pur se ontologicamente e funzionalmente diverse, sono state unificate, più che nel provvedimento, nelle intenzioni del provvedere. Tuttavia, proprio tale forzata reductio ad unum di due collegate, ma distinte realtà giuridiche, s’appalesa il sintomo evidente sia dell’assenza della corretta, precisa e motivata statuizione presupposta, sia dello scopo di raggiungere il risultato della rimozione del ricorrente attraverso non le procedure acconce, bensì il fatto compiuto della nomina del controinteressato.

Ed in ciò va individuata la sostanza del vizio rilevato, rifluita nel provvedimento impugnato.

5. – Pure da accogliere è il terzo mezzo di gravame, con cui il ricorrente si duole della violazione dell’art. 7 della l. 241/1990 (omesso avviso d’ avvio del procedimento di revoca), nonché del giusto procedimento e del principio del contraddittorio.

A tal riguardo, è ben consapevole il Collegio, che l’ intera vicenda relativa all’emanazione dell’impugnato atto, evidentemente improntata a somma urgenza, s’è concentrata nell’arco della giornata del 1° giugno 2007. Da tale qualificazione del procedimento dovrebbe discendere, anche secondo la prospettazione difensiva delle Amministrazioni resistenti, l’ inapplicabilità nella specie dell’art. 7 della l. 241/1990 (arg. ex Cons. St., V, 21 giugno 2007 n. 3431).

Nondimeno, in punto di fatto, non è controverso tra le parti che il ricorrente, lo stesso giorno 1° giugno, è stato convocato dal sig. Ministro dell'economia appunto per informarlo della sua imminente sostituzione e, se del caso, della sua nomina a Consigliere della Corte dei conti.

Sicché, ed anche quest’aspetto è riconosciuto in sede difensiva dalle Amministrazioni stesse, queste ultime non hanno proceduto secondo le regole dell’urgenza proprie dell’art. 7, c. 1 della l. 241/1990, ma hanno accordato al ricorrente, nonostante che le vicende sottese alla di lui revoca si sviluppassero da svariati mesi, solo un, per vero, assai breve tempo per il contraddittorio procedimentale. Ora, è jus receptum (cfr., per tutti, Cons. St., V, 10 gennaio 2007 n. 36) che l’art. 7 della l. 241/1990 esprime un principio generale dell'ordinamento giuridico e, quindi, le limitazioni alla sua osservanza vanno intese in modo rigoroso e restrittivo e le interpretazioni che ne escludono l'applicazione devono esser, di conseguenza, ritenute illegittime se non sorrette da specifiche norme d'eccezione. Né va sottaciuto come l’avviso d’avvio del procedimento deve permettere al destinatario della statuizione conclusiva un tempo, calibrato certo sulle pari esigenze di celerità ed efficienza dell'azione amministrativa, ma non simbolico o minimale, affinché questi possa effettivamente partecipare e, se del caso, contraddire gli assunti e i dati della P.A. procedente. E ciò s’appalesa nella specie ancor più significativo, se si considera che, come evincesi da una pluralità di indizi concordanti, al ricorrente si sono indirizzate critiche relative sia all’insoddisfacente conduzione dell’ufficio, sia al deterioramento progressivo ed irreparabile del rapporto fiduciario con la dirigenza politica. Poiché tali responsabilità erano, ad avviso delle Amministrazioni resistenti, precise ed evidenti, a più forte ragione avrebbero dovuto trovare ingresso, anche senza particolari solennità formali e con l’acconcia pubblicità del caso, in un documento atto a provocare un serio contraddittorio con il ricorrente e con tutte le idonee garanzie del procedimento, solo in esito al quale esse avrebbero avuto argomenti e forza giuridica per giustificare la contestata rimozione.

6. – Condividendo poi gli argomenti di cui al quinto motivo, non convince neppure la tesi della celerità, indicate dalle Amministrazioni intimate nel decreto e nei documenti collaterali.

Certo, la celerità del provvedere è un aspetto intrinseco del buon andamento dell’azione amministrativa, ma lo sono pure le predette garanzie procedimentali, onde il loro sacrificio è possibile solo in casi realmente eccezionali o necessitati.

In altri termini, le Amministrazioni resistenti, partendo dalla senz’altro corretta considerazione che la somma urgenza fa aggio sulle formalità partecipative, hanno ritenuto di soprassedervi o di ridurle ad un minimo praticamente istantaneo (il colloquio tra il Ministro ed il ricorrente), di fatto irrilevante (nella misura in cui non v’è stato né contraddittorio, né motivazione a confutazione del diverso avviso del ricorrente) e superfluo (posto che la statuizione sostitutiva era già predisposta).

Tuttavia, le ragioni della somma urgenza sono state giustificate non subito e nel corpo dell’impugnato decreto, che non ne fa menzione, bensì in nuce in sede di nota del Viceministro del 1° giugno 2007 (l’insostenibilità della situazione al vertice del Corpo; il conflitto esplicito tra autorità politica e Comandante generale; il fatto che tanto «… può determinare incertezza e confusione nel Corpo, il quale deve invece poter operare in tutta tranquillità …») e nella risposta del 12 giugno 2007 ai rilievi del Giudice del controllo. A ben vedere, però, siffatte ragioni sono o appena accennate, o riguardano vicende risalenti o già esistenti da alcuni mesi, oppure si riferiscono a questioni d’imprescindibile continuità funzionale della GDF, ossia d’un Corpo di polizia ad ordinamento militare fortemente gerarchizzato e con funzioni altamente diversificate per oggetto e nel territorio. Per il Corpo potrebbero certo essere necessaria la diuturna presenza del Comandante generale e nociva ogni prolungata soluzione di continuità nella preposizione al relativo ufficio, le cui esigenze, però, non sono così e sempre assolute da non permettere, neppure per qualche giorno, altre scelte, se del caso meglio ponderate e motivate. Sfugge allora al Collegio la ragione per cui, a fronte dello strumento garantista offerto dall’art. 7, della l. 241/1990 e delle opportunità che l’organizzazione complessa del Corpo (p.es., con l’ufficio del Comandante in seconda) può offrire per far fronte alle esigenze di funzionamento interinale, le Amministrazioni resistenti abbiano scelto, pur avendo a disposizione una gamma di soluzioni provvisorie possibili, solo quella più compressiva delle parimenti rilevanti esigenze di giusto e partecipato procedimento verso il ricorrente.

Non si vede perchè, pur avendo già predisposto i documenti per poter contestare al ricorrente gli addebiti relativi sia ai fatti d’eventuale inidoneità all’ufficio, sia alle vicende d’incompatibilità ambientale —tanto da esser contenute nell’allegato alla nota del Viceministro in data 1° giugno 2007—, non abbiano ritenuto d'introdurlo, se non in un’istruttoria in contraddittorio, perlomeno nel corpo dell'impugnato atto, privo di qualsiasi riferimento al riguardo, ai fini d’una più efficace e trasparente cura di quel pubblico interesse che ne ha determinato l’emanazione. Al riguardo, mentre il decreto sorvola del tutto sull’incompatibilità de qua, di essa fanno ampio cenno la predetta nota e la risposta ai rilievi del Giudice del controllo. Che, però, di essa, come rettamente afferma il ricorrente, le Amministrazioni avrebbero dovuto dare seria contezza nella formulazione del provvedimento non par dubbio, sia per l’obbligo generale di motivazione anche dei provvedimenti d’alta amministrazione, sia per giustificare la sussistenza, reale e non enfatica o strumentale, delle vicende d’incompatibilità. Soccorre sul punto l’orientamento (cfr. Cons. St., IV, 10 luglio 2007 n. 3892) che, ai fini della legittimità d’un provvedimento che interviene per risolvere una situazione d’incompatibilità ambientale, reputa necessaria, ma anche sufficiente, una congrua motivazione circa la sussistenza del nesso di correlazione tra detta situazione ed il comportamento del funzionario, lesivo del prestigio dell'ufficio e tale da poter essere risolta solo con il suo allontanamento dal posto, indipendentemente da ogn’altra responsabilità.

7.1. – Non ha pregio invece e va rigettato il sesto motivo, laddove il ricorrente invoca la violazione dell’art. 21-quinquies della l. 241/1990, in quanto il DPR impugnato è un provvedimento non già d’autotutela in esito ad un procedimento amministrativo di secondo grado, ma s’appalesa, sia pur nel suo in parte stringato, in parte immotivato contenuto, a guisa di risoluzione del rapporto di servizio.

7.2. – Circa il settimo motivo, non nega il Collegio che prima facie un sintomo serio d’eccesso di potere per contraddittorietà si possa dedurre dal fatto che le Amministrazioni resistenti dapprima propongono il ricorrente per la nomina ad un altissimo ufficio giudiziario e appena dopo lo rimuovono dall’incarico fino a quel momento ricoperto per ragioni di seria, se non grave inidoneità al posto. La nomina del ricorrente a Consigliere della Corte dei conti, però, non è avvenuta anche per indisponibilità di questi, sicché non mette conto parlarne.

È inoltre indubbio che ove si verifichi e si dimostri una situazione d’incompatibilità ambientale, la cessazione del rapporto con il dirigente si determina indipendentemente dall’accertamento di specifiche responsabilità, che può avvenire in altra e separata sede dal procedimento di trasferimento o di rimozione.

7.3. – Il ricorso deve essere quindi accolto per le ragioni in precedenza precisate con annullamento dell’atto impugnato.

Da tanto discende il diritto del ricorrente di percepire le differenze retributive tra il trattamento economico onnicomprensivo goduto per la carica dalla quale è stato illegittimamente rimosso e quanto successivamente ricevuto ad altro titolo.

7.4. – In ordine, infine, all’invocato risarcimento per il danno all’immagine provocato al ricorrente dal decreto annullato alcune precisazioni sono doverose.

Com’è noto, tutta la vicenda relativa all’allontanamento del ricorrente dall’ufficio di Comandante generale della GDF ha avuto una vasta eco sugli organi d'informazione, che ha finito per ingenerare nel pubblico il giudizio sì politico, ma anche assai pubblicizzato, di disistima nell'attività da lui svolta, se non, addirittura, di scorrettezza verso l’ufficio stesso e le Istituzioni. Specialmente dopo l’allocuzione del Ministro dell’economia davanti al Senato della Repubblica, tale atto politico, in sé insindacabile da questo Giudice, costituisce pur sempre un fatto materialmente accaduto e non manifestamente irrilevante nella formazione un giudizio negativo sul ricorrente. Non sfugge tuttavia al Collegio che, come la sua revoca ha avuto una notevole risonanza mediatica nell'opinione pubblica, altrettanto possa accadere, in senso favorevole al ricorrente, con la presente sentenza, con ogni probabilità destinata ad avere pari richiamo.

A fronte, quindi, della domanda risarcitoria de qua, il Collegio ritiene che questa resta assorbita dalla risonanza della presente sentenza che annulla la rimozione del ricorrente dall’ufficio e dall’effetto immediatamente ripristinatorio dello status quo ante, così neutralizzando il danno subito.

8. – In definitiva, il ricorso in epigrafe va accolto per le ragioni fin qui esaminate. Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate nel dispositivo.

P.Q.M.

il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sez. 2°, accoglie il ricorso n. 6695/2007 in epigrafe e per l’effetto annulla, per quanto di ragione e nei sensi di cui in motivazione, il decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 2007, meglio indicato in premessa e registrato dalla Corte dei conti il successivo giorno 13.

Condanna il Ministero delle Finanze al pagamento, in favore del ricorrente, delle spese di giudizio liquidate in complessivi €. 6.000,00 (seimila/00).

Spese compensate.

Ordina all’Autorità amministrativa d’eseguire la presente sentenza.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio del 7 novembre 2007, con l’intervento dei signori Magistrati:

Luigi TOSTI, PRESIDENTE,

Roberto CAPUZZI, CONSIGLIERE,

Silvestro Maria RUSSO, CONSIGLIERE, ESTENSORE.

IL PRESIDENTE L’ESTENSORE

nomeutente
18-12-2007, 15:04
Veramente sul passaggio aereo di Mastella furono aperte diverse discussioni al momento in cui la vicenda fu nota, cioè lo scorso settembre.
Non stupisce nessuno che poi a novembre il semplice pronunciamento della Corte dei Conti non attirasse più di tanti commenti.
Non sfugge poi a nessuno, nemmeno al moderatore a quanto pare, il motivo per cui la stessa discussione di novembre sia stata uppata solo in data di ieri, guarda caso per tentare un maldestro parallelo con ciò che si scopre a riguardo del gen.Speciale.


Preciso che bisognerebbe evitare di uppare thread ormai sepolti nel database ed è per ragioni di chiarezza che vengono chiusi in caso di up selvaggio (per evitare che qualcuno risponda a post di due anni prima, come è già successo).
Le ragioni vere o presunte per cui DonaldDuck ha uppato quel thread non sono quindi state il motivo della chiusura, anche perché ho visto solo in seguito che quel thread veniva linkato qui.

flisi71
18-12-2007, 15:06
Preciso che bisognerebbe evitare di uppare thread ormai sepolti nel database ed è per ragioni di chiarezza che vengono chiusi in caso di up selvaggio (per evitare che qualcuno risponda a post di due anni prima, come è già successo).
Le ragioni vere o presunte per cui DonaldDuck ha uppato quel thread non sono quindi state il motivo della chiusura, anche perché ho visto solo in seguito che quel thread veniva linkato qui.

Per evitare appigli a questo aspetto del tutto secondario, editerò l'originale.


Ciao

Federico

DonaldDuck
18-12-2007, 15:15
Preciso che bisognerebbe evitare di uppare thread ormai sepolti nel database ed è per ragioni di chiarezza che vengono chiusi in caso di up selvaggio (per evitare che qualcuno risponda a post di due anni prima, come è già successo).
Le ragioni vere o presunte per cui DonaldDuck ha uppato quel thread non sono quindi state il motivo della chiusura, anche perché ho visto solo in seguito che quel thread veniva linkato qui.
Essendo il diretto interessato conosco le tue ragioni e non discuto. Invece discuto le libere interpretazioni e gli interventi sul piano personale

Non sfugge poi a nessuno che il motivo per cui la stessa discussione di novembre sia stata uppata di nuovo ieri, pur in assenza di un qualsiasi nuovo sviluppo, sia guarda caso per tentare un maldestro parallelo con ciò che si scopre a riguardo del gen.Speciale.

nomeutente
18-12-2007, 15:51
Fine della polemica, ok?

flisi71
20-12-2007, 13:39
Nessun appunto ai miei rilievi e ai miei quesiti.
Proseguiamo oltre.
Una intervista di ieri.

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/politica/speciale-caso/darrigo-intervista/darrigo-intervista.html


Il comandante generale della Gdf D'Arrigo: "Quella lettera
non l'avrei scritta, nel Corpo ho trovato opposte fazioni"
"L'ex comandante è fuori dalla realtà
così cambierò la Guardia di Finanza"
di CARLO BONINI


ROMA - Il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Cosimo D'Arrigo, siede sul lato lungo del piccolo tavolo di lavoro del suo ufficio in viale XXI Aprile.

Domanda: Generale, Roberto Speciale prima le ha dato del "poveretto" e dell'abusivo, annunciando il suo rientro. Poi, si è dimesso da un incarico in cui nessuno lo aveva reintegrato con una lettera in cui ha messo in mora il legittimo potere costituzionale del Governo, ordinando al suo capo di Stato maggiore di trasmettere la missiva all'intero Corpo. Lei, il primo giugno scorso, nel suo primo ordine del giorno da Comandante generale, scrisse: "Di Roberto Speciale ho apprezzato il profondo senso dello Stato e delle Istituzioni, l'intimo, radicato culto dei valori e delle regole, lo straordinario spirito di servizio verso la nostra Patria!". Userebbe ancora queste parole?

"Innanzitutto, tengo a dire che, come forse lei saprà, il capo di Stato maggiore non ha dato alcun seguito alla richiesta di Speciale. Perché nessun seguito legittimo quella richiesta poteva avere. Detto questo, sarò molto franco. Sette mesi fa espressi quel giudizio sulla base di una conoscenza e di un'amicizia che dura da 42 anni e che oggi confermo, non certo per malinteso senso di generosità. Ma in questi sette mesi sono accadute molte cose. E' un altro film. La situazione è degenerata e il generale Speciale, che ha continuato ad agire per fatto personale, ha perso il senso della realtà. Perché, vede, la lettera di dimissioni da un incarico che non aveva e in cui non avrebbe mai potuto essere reintegrato è una lettera fuori dalla realtà. Dico sempre ai miei collaboratori, che ciascuno di noi ha il suo tempo. Il tempo di Speciale è finito. Lui ha deciso che è finito in una certa data. Per me era finito molto prima".

D: E' qualcosa di più e di peggio di una lettera fuori della realtà. E' un manifesto di infedeltà istituzionale.

"Io non so perché l'abbia scritta. So soltanto che è stato anche sollecitato da alcuni amici dentro e fuori la Guardia di Finanza i quali sostengono che volesse fare "un bel gesto" per liberare il Corpo dall'imbarazzo. Ma non voglio essere ambiguo. E dunque le dico chiaramente che non solo non condivido nulla dei contenuti di quella lettera, ma che i principi della nostra Costituzione prevedono che in caso di conflitto tra Autorità politica e autorità militare, i generali debbano giustamente perdere. Sempre".

D: A proposito di ambiguità, in questi sette mesi lei ha taciuto. Quasi a conferma di quel che si diceva di lei il giorno della nomina. D'Arrigo è un re Travicello che non riuscirà a spostare neppure un posacenere.

"Non sono un re Travicello e, al di là dell'apparenza, non ho neppure un buon carattere. In questi sette mesi, anche facendo violenza a me stesso, mi sono imposto il silenzio per chiudere con un passato che non ci deve più riguardare. Per disgiungere il problema personale di Roberto Speciale dai destini e dall'immagine di un Corpo di 60 mila donne e uomini. Io dovevo spegnere rapidamente un antagonismo strisciante che attraversava ufficiali di grado elevato del Corpo e non prestare il fianco a strumentalizzazioni interne. Dovevo capire dove stavo, cosa era la Guardia di Finanza e, soprattutto, capire di chi mi potevo fidare non solo dal punto di vista professionale, ma della coerenza con le istituzioni".

D: Che significa "coerenza con le istituzioni"?

"E' coerente con le istituzioni un finanziere che pensa che la Guardia di Finanza è un'istituzione dello Stato, una risorsa del Paese, non uno strumento buono per l'affermazione di interessi privatistici, di parte. E mi riferisco non solo agli interessi di parte espressi dalla politica, ma anche agli interessi economici. La Guardia di Finanza è un'arma letale. E' una macchina delicata, con le sue criticità, che deve essere tenuta al riparo da tentazioni. Siamo tutti uomini e viviamo immersi nello stesso contesto. Ma la Guardia di Finanza deve essere un'istituzione neutrale. E guardi che non sto parlando solo di un desiderio, ma di un progetto da coltivare quotidianamente".

D: E quando lei ha assunto il Comando che grado di "contagio" ha registrato?

"Ho avvertito degli schieramenti, delle fazioni. Come dicevo, inevitabilmente, gli ufficiali del Corpo sono funzionari dello Stato esposti. Ma proprio per questo, proprio per comunicare quel concetto di neutralità, non mi sono avventurato nel gioco delle appartenenze e delle opposte fazioni".

D: Che però esistono. Nella passata legislatura, la Guardia di Finanza di Roberto Speciale è stata uno snodo cruciale di un sistema di spionaggio illegittimo a fini politici che ha visto l'intelligence del Corpo, con il suo II Reparto, lavorare in perfetta osmosi con il servizio segreto militare diretto dal generale Pollari, ex capo di stato maggiore della Finanza. Non c'è stata vicenda cruciale della vita democratica del Paese, dalle scalate bancarie agli accessi abusivi alle banche dati tributarie, alla violazione del segreto istruttorio su notizie politicamente sensibili, che non abbia visto al lavoro dei finanzieri. Non crede che ignorare il problema e dire semplicemente che si volta pagina non sia sufficiente?

"Io non ero qui fino a sette mesi fa, e ho visto una volta sola il generale Pollari, cui, come gesto di cortesia, ho offerto un caffè nel mio ufficio. Io posso dire dunque cosa farò di qui a qualche settimana. La cosiddetta intelligence della Guardia di Finanza, il II Reparto, così come è stato conosciuto, non esisterà più. Sarà riorganizzato. La cosiddetta intelligence della Finanza si occuperà di analisi di fonti aperte, di analisi di banche dati, e terrà rapporti con i nostri ufficiali presenti all'estero nelle ambasciate. Lo spionaggio sarà fatto da chi istituzionalmente lo deve fare, i Servizi. La Guardia di Finanza farà polizia giudiziaria e tributaria, lotta all'evasione".

D: E il patrimonio di informazioni accumulato in questi anni che fine farà? E come sarà possibile ricostruirne l'uso che ne è stato fatto? Individuare i soggetti cui è già stato consegnato?

"Conosco da una vita e sono amico dell'ammiraglio Branciforte, nuovo direttore del Sismi. E insieme stiamo lavorando proprio a questa materia. Per altro, il Sismi ha cominciato a restituire al Corpo, anche se in numeri ancora molto esigui rispetto all'esodo d'origine - parliamo di una quindicina di effettivi, al momento - sottufficiali che erano transitati al Servizio nella precedente gestione. I finanzieri che rimarranno al Sismi saranno impiegati esclusivamente in attività di spionaggio e contrasto alla criminalità economica, ai grandi traffici illeciti. Le informazioni sin qui raccolte resteranno patrimonio del Corpo e delle sue banche dati, sotto la responsabilità del Comandante generale".

D: Perché siete stati reticenti sull'uso che è stato fatto nella precedente gestione dei fondi riservati?

"Non siamo stati affatto reticenti. Abbiamo semplicemente ricordato al Parlamento quali sono le procedure che governano l'uso di quei fondi. Che il comandante generale è responsabile dell'intero impiego delle somme in bilancio e che non esistono giustificativi di dettaglio di quelle spese. Oggi, insomma, io sono in grado, per il passato, soltanto di sapere quanto denaro è stato speso, da chi, per autorizzazione di chi e quando. E sono informazioni che, se mi verranno richieste dalla Procura militare di Roma o dalla Corte dei Conti, non avrò nessuna difficoltà a fornire. Detto questo, ho stabilito che d'ora in avanti, i fondi riservati vengano distribuiti per intero soltanto agli uffici periferici per contribuire a far fronte a spese che le nostre limitate risorse spesso non ci consentono di coprire".

D: In 4 anni, Speciale ha distribuito 500 encomi solenni, di cui hanno beneficiato 100 ufficiali. Non crede che questo sia sufficiente a predeterminare le carriere e dunque il futuro dell'intero Corpo. Ad assicurare continuità con la passata gestione?

"Le rispondo di no. E con assoluta certezza. Prima di Natale, varerò un piano di impiego che prevede l'avvicendamento di circa il 60 per cento degli ufficiali in posizioni di comando su tutto il territorio nazionale. E nelle decisioni che abbiamo preso in Commissione avanzamento, quegli encomi solenni cui lei fa riferimento non hanno pesato. Per un motivo molto semplice. Ne ho esaminato una per una le motivazioni e la legge di avanzamento non prevede che faccia carriera chi ha più encomi. Ma chi è più capace. Per altro, tengo a dire che, oggi, dopo sette mesi, i generali di corpo d'armata sono su questo punto assolutamente coesi con le mie posizioni. Le dirò di più. Ho detto che, personalmente, non darò più di un encomio solenne l'anno. E che quella decisione dovrà essere condivisa dal basso. Dai comandi territoriali".

D: Anche a Milano ci saranno avvicendamenti?

"Anche a Milano. Perché Milano non è diversa da altri comandi e deve dunque essere una piazza soggetta al naturale turn-over di qualunque altra importante città".

D: E' ancora convinto che il ponte aereo di spigole e gli elicotteri di Speciale, i voli assicurati ai politici siano, come ebbe a dire all'Espresso, episodi destinati a risultare "meno pregnanti di quel che appaiono"?

"Per noi, la storia delle spigole e dei voli è un terribile macigno che faticheremo a rimuovere. Le dico però che a me le spigole non piacciono e che se a Orvieto è più conveniente andare in macchina che in elicottero, vado in macchina, perché me ne frego dell'immagine. Detto questo, il ministro Padoa Schioppa mi ha chiesto di verificare le procedure che regolano i voli assicurati alle autorità, per renderle più stringenti e sobrie. E' una cosa che farò immediatamente. Tengo anche a dire che, come deciso circa due anni fa, stiamo ammodernando la flotta aeronavale, il che ci consentirà di renderla più efficiente e meno costosa, tagliandola del 40 per cento".

D: Il viceministro Vincenzo Visco è stato crocifisso per essersi azzardato a denunciare in solitudine nel palazzo della politica "anomalie" nel funzionamento della Gdf. Dopo quel che lei ha detto e promette di fare, aveva poi così torto?

"Il ministro Visco non è un passante. Ha la legittimità e l'autorità di chi è stato eletto democraticamente. Ha delle prerogative politiche che esercita e dunque il diritto di indicare, come ogni ministro, di qualunque colore sia il governo, delle priorità e degli obiettivi cui un comandante generale è tenuto a dare corso. Io ho avuto l'incarico di colmare il gap, il vuoto, che si era aperto tra l'Autorità politica e il Corpo. E sto lavorando per questo".


(19 dicembre 2007)
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Ciao

Federico

DonaldDuck
21-12-2007, 11:35
:sperem: :sperem:
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_21/Visco_Speciale_indagini_4d23bc52-afb1-11dc-9595-0003ba99c53b.shtml

Respinta la richiesta di archiviazione del pm

Caso Speciale, nuove indagini su Visco

Il Gip ordina un supplemento di indagini su Vincenzo Visco, viceministro dell'Economia

ROMA - Il caso Speciale non si chiuderà con la sentenza del Tar e con le rumorose dimissioni presentate direttamente al Capo dello Stato. Il gip ha infatti respinto la richiesta di archiviazione e accolto la tesi dei difensori del generale Roberto Speciale. Così ha ordinato al pm un supplemento di indagini su Vincenzo Visco, viceministro dell'Economia, all'epoca dei fatti con delega sulla Guardia di Finanza, indagato per tentato abuso d'ufficio e minacce aggravate a pubblico ufficiale.

NUOVE INDAGINI - Sono quindi necessarie nuove indagini per capire se possa essere archiviata o meno la posizione di Vincenzo Visco, in relazione alle pressioni che avrebbe esercitato sull'ex comandante della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, affinchè l'estate dello scorso anno venissero avvicendati quattro ufficiali in servizio in Lombardia. La decisione è arrivata dal presidente aggiunto dei gip di Roma, Antonino Stipo, il quale, sciolta la riserva, ha restituito gli atti alla procura affinchè, entro 90 giorni, faccia un supplemento di istruttoria.

flisi71
21-12-2007, 14:43
L'Articolo de la Repubblica:

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/politica/speciale-caso2/supplemento-visco/supplemento-visco.html

Il gip di Roma ordina un supplemento d'istruttoria sul viceministro
Al centro dell'inchiesta, le presunte pressioni per sostituire alcuni ufficiali della Finanza
Caso Speciale, niente archiviazione
"Su Visco bisogna indagare ancora"


ROMA - Il presidente aggiunto dei gip di Roma, Antonino Stipo, ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero a conclusione dell'inchiesta sulle presunte pressioni esercitate sull'ex comandante in capo della Guardia di Finanza Roberto Speciale dal viceministro Vincenzo Visco.

Secondo il giudice per le indagini preliminari, sono necessarie nuove indagini per verificare il reato di tentato abuso d'ufficio e minacce aggravate a pubblico ufficiale ipotizzato nei confronti di Visco in relazione alle pressioni che avrebbe fatto su Speciale, affinché l'estate dello scorso anno venissero avvicendati quattro ufficiali in servizio in Lombardia. Per realizzare questa ulteriore istruttoria il gip ha dato alla procura 90 giorni di tempo affinchè faccia un supplemento di istruttoria.

Al termine della prima indagine, il procuratore di Roma Giovanni Ferrara e il suo sostituto Angelantonio Racanelli erano giunti alla conclusione che Visco nel corso della vicenda aveva assunto comportamenti "illegittimi", ma non penalmente rilevanti, accusandolo tra l'altro di aver "reso dichiarazioni non solo poco plausibili, ma completamente smentite dagli accertamenti svolti, dagli stessi testimoni da lui indicati, dalla documentazione acquisita".

La decisione di disporre un ulteriore supplemento di indagini è stata presa dal giudice Stipo a due giorni dall'udienza preliminare nel corso della quale il pubblico ministero Racanelli avrebbe insistito nel chiedere l'archiviazione del caso così come il difensore di Visco, il senatore Guido Calvi, che oggi ha commentato: "Aspettiamo tranquillamente di leggere le motivazioni della decisione". All'accoglimento della richiesta di archiviazione si era opposto invece l'avvocato Ugo Longo che assiste nella vicenda il generale Speciale.

(21 dicembre 2007)
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Come era prevedibile, Visco dovrà rendere conto del suo atteggiamento non propriamente cristallino.
Così come lo stesso Speciale, per altri noti motivi.

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/politica/speciale-caso2/speciale-caso2/speciale-caso2.html

I riconoscimenti hanno fatto "decollare" le carriere di molti finanzieri
I dati forniti alla Camera: il 43 per cento degli encomi a 16 ufficiali
Speciale, ipoteca sulla Finanza
pioggia di "premi" ai fedelissimi
di CARLO BONINI


ROMA - Con una risposta scritta all'isolata interrogazione di un deputato del Partito democratico (Alberto Fluvi) che esaurisce l'ultimo capitolo delle richieste avanzate dal Parlamento alla Guardia di Finanza, il governo ha documentato ieri che tra l'autunno del 2003 e il giugno di quest'anno l'allora comandante generale Roberto Speciale ha cementato fedeltà e appartenenze nei quadri di comando del Corpo, "concedendo personalmente a generali e colonnelli 561 encomi solenni".

Riconoscimenti in grado di far decollare carriere altrimenti non così luminose. Di giustificare avanzamenti di grado precoci e non giustificati dal merito. Di disegnare insomma una classe dirigente di ufficiali a propria immagine e somiglianza, in grado di sopravvivere a una nuova stagione di comando e a una nuova maggioranza politica, assicurando, di fatto, una continuità e un controllo di ferro nella gestione del Corpo.

Gli encomi solenni di Speciale[/] - di cui non è dato conoscere nel dettaglio la motivazione - [b]hanno avuto una progressione che si è fatta parossistica nel periodo 2005-2006, non solo per i numeri (in quel biennio, i riconoscimenti sono stati 426), ma per i destinatari. "Dei 561 encomi concessi - scrive infatti il Governo - 380 sono stati attribuiti a 48 alti ufficiali in forza, in periodi diversi, presso il Comando Generale". Ma, soprattutto, "il 43 per cento degli encomi concessi si è concentrato su 16 alti ufficiali, tutti appartenenti, tranne uno, al Comando Generale".

Nonostante i 16 maggiori destinatari delle benemerenze (il più alto riconoscimento "etico e professionale" previsto per gli appartenenti al Corpo) siano per legge pubblici, il governo non ne fa i nomi, che, tuttavia, Repubblica è in grado di indicare proprio sulla base delle informazioni di dettaglio che lo stesso Comando Generale ha trasmesso a Palazzo Chigi. Ed è un elenco di un qualche interesse. Per i cruciali ruoli di comando ricoperti oggi da questi ufficiali. Ma, anche e soprattutto, per misurare di qui in avanti se vi sarà davvero la "rifondazione" dei quadri dirigenti del Corpo annunciata nella sua intervista di mercoledì a Repubblica dal comandante generale Cosimo D'Arrigo ("avvicenderò il 60 per cento degli ufficiali in comando sul territorio") e quale ne sarà la qualità.

E dunque, in cima alla lista dei migliori di Speciale è il generale Michele Adinolfi, oggi comandante regionale del Lazio ed ex capo del I Reparto, il personale ufficiali (20 encomi solenni). Con 17 benemerenze, lo seguono altri tre generali: Vito Bardi, comandante della Regione Campania, Mennato Possemato, comandante del reparto logistica, Walter Cretella Lombardo, oggi capo di Stato maggiore degli ispettorati ma, soprattutto, ex comandante del II Reparto, l'Intelligence della Guardia di Finanza.
Tre colonnelli hanno impilato 16 encomi solenni a testa: Vito Augelli, comandante del nucleo di polizia tributaria di Roma, Umberto Sirico, capo dell'ufficio tutela della finanza pubblica al Comando generale e, soprattutto, Michele Carbone, l'ufficiale già comandante provinciale di Milano, quindi capo della segreteria di Speciale. Quello che ascoltava in viva voce le telefonate con il viceministro Vincenzo Visco e, oggi, ancora al suo posto come capo della segreteria di D'Arrigo.

A quota 15 encomi, altri due colonnelli - Piero Burla, comandante provinciale a Bologna e Fabio Migliorati, oggi distaccato al centro studi di Alta Difesa - e un generale, Pasquale Debidda, transitato al Sismi. Appena un gradino sotto - 14 encomi - tre nomi cruciali. Il generale Paolo Poletti, ascoltato capo di Stato maggiore; il colonnello Riccardo Rapanotti, ufficiale succeduto al più decorato dei generali (Adinolfi) nel ruolo di capo del Reparto personale ufficiali e già destinato al delicato comando del nucleo di polizia tributaria di Milano; il colonnello Giuseppe Zafarana, comandante provinciale di Roma.

In fondo, si fa per dire, restano in tre. Il generale Emilio Spaziante, oggi vicesegretario del Cesis, già capo di stato maggiore e fedele sodale di Speciale nella costruzione dell'affare Visco (13 encomi); il colonnello Francesco Manozzi (12), capo della centrale operativa del Comando generale; il generale Giorgio Toschi (12), comandante regionale della Toscana.

(21 dicembre 2007)
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Ciao

Federico

bjt2
21-12-2007, 17:32
:sperem: :sperem:
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_21/Visco_Speciale_indagini_4d23bc52-afb1-11dc-9595-0003ba99c53b.shtml

Finchè non arriva Mastella e chiede l'avocazione... :O

DonaldDuck
21-12-2007, 19:35
Finchè non arriva Mastella e chiede l'avocazione... :O
Già :cry:

http://img87.imageshack.us/img87/9343/locandinacopiagj3.jpg

:fiufiu: :asd:

shinji_85
21-12-2007, 20:18
Visto che sono svogliato...
Mi spiegate (in poche righe) perché difendere Speciale?

DonaldDuck
22-12-2007, 08:05
Visto che sono svogliato...
Mi spiegate (in poche righe) perché difendere Speciale?
Poche righe per lo svogliato :D . Non è questione di difendere ma più semplicemente semplicemente dire. Abusi, ricorsi e reintegri: identica anomalia in cui il nostro governo è incorso con il consigliere Rai. Chi ricorda l'incidente di percorso della Livia Turco?
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/12/cognetti.shtml

Livia Turco aveva nominato al suo posto Paola Muti

Consiglio Stato: sì a ricorso Cognetti

Accolta la contestazione dell’ex direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma, sostituito dal ministro della Salute

ROMA - Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’ex direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma, Francesco Cognetti, contro la sua sostituzione al vertice dell’Istituto. Nell’agosto scorso il ministro della Salute Livia Turco aveva nominato al suo posto Paola Muti: una sostituzione accompagnata da vivaci polemiche. Il Tar aveva in primo grado respinto il ricorso di Cognetti. Ora, invece, il giudizio di appello gli ha dato ragione.
«Sono molto contento e mi rimetterò immediatamente a lavoro della mia Istituzione e dei miei pazienti». Così l'ex direttore scientifico dell'Istituto Regina Elena di Roma commenta la sentenza del Consiglio di Stato. «Dobbiamo vedere i tempi di questa ordinanza, ma penso che si possa realizzare un mio reinserimento», puntualizza l'oncologo spiegando che l'ordinanza del Consiglio di Stato parla di una «sospensione della revoca». Ora, spiega Cognetti «bisogna solo vedere gli aspetti legali, di cui si occuperanno i miei avvocati». Ma l'ex direttore scientifico del Regina Elena lancia segnali di pace anche verso il ministro della Salute Livia Turco. «Spero di poterla incontrare al più presto - afferma - per poter collaborare su basi di rinnovata fiducia».
LE REAZIONI - «Rispetto, come sempre, le decisioni della Magistratura. Anche per questo non ritengo di poter commentare questa decisione prima di conoscerne le motivazioni» ha detto il ministro della Salute Livia Turco, alla luce della sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del professor Cognetti contro la sua sostituzione al vertice dell’Istituto oncologico Regina Elena di Roma. «Il caso Cognetti si è chiuso, ma si apre il caso Turco. Dopo la figuraccia di fronte al Paese e al consiglio di Stato il ministro della salute si deve dimettere» ha detto, dal canto suo il senatore di An Francesco Storace.
13 settembre 2006



Chi è a conoscenza di questo?
http://staminali.aduc.it/php_newsshow_0_6459.html

Anno 2007 Numero 153 del 23-11-2007
Italia. Luca Marini ricorre al Tar su avvicendamento ai vertici del Cnb


L'ex vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) e presidente del Centro di studi biogiuridici ECSEL, Luca Marini, ha presentato ricorso al Tar del Lazio in relazione al decreto che ha previsto l'avvicendamento alla vicepresidenza. Lo rende noto lo stesso Marini in un comunicato.
Secondo Marini, il decreto che ha disposto la nomina di tre nuovi vice presidenti del Cnb (avvicendando Marini, Cinzia Caporale ed Elena Cattaneo) e' 'censurabile': 'Ho quindi dato mandato al mio legale di presentare ricorso al TAR del Lazio per il suo annullamento previa sospensione, salvo il risarcimento del danno. Il ricorso e' gia' stato presentato'.
'A mio parere il decreto presenta evidenti motivi di censura. In primo luogo, esso non ha assolto all'indispensabile onere motivazionale in ordine alle ragioni poste a base dell'avvicendamento. In secondo luogo, e' stato calpestato il principio che impone alla pubblica amministrazione di informare preventivamente gli interessati dei procedimenti avviati nei loro confronti. In terzo luogo, ho motivo di ritenere che l'avvicendamento mio e delle mie colleghe sia stato disposto per fini estranei alle proclamate esigenze di funzionalita' del CNB'.
'Ritengo doveroso battermi per il ripristino dei principi di legalita' e di certezza del diritto a fronte della sciatteria istituzionale e dell'arroganza con cui e' stata e' stata gestita l'intera vicenda'.



Non saranno le poche righe richieste dal buon shinji_85 :) ma forse erano citazioni indispensabili.

er-next
22-12-2007, 08:08
Poche righe per lo svogliato :D . Non è questione di difendere ma più semplicemente semplicemente dire. Abusi, ricorsi e reintegri: identica anomalia in cui il nostro governo è incorso con il consigliere Rai. Chi ricorda l'incidente di percorso della Livia Turco?
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/12/cognetti.shtml


Chi è a conoscenza di questo?
http://staminali.aduc.it/php_newsshow_0_6459.html


Non saranno le poche righe richieste dal buon shinji_85 :) ma forse erano citazioni indispensabili.


visto che anche io sono svogliato.. gli vorresti aggiungere anche la parte che hai omesso in cui Speciale è sotto indagine per peculato e danno erariale per aver usato impropriamente mezzi e risorse della GDF?

poche righe eh..

shinji_85
22-12-2007, 08:10
Ah... Ok... Allora ho frainteso io...
Quindi è una questione di "modi"?
Anche voi avreste sollevato Speciale, ma in modo da non fargli fare ricorso???

DonaldDuck
22-12-2007, 08:18
visto che anche io sono svogliato.. gli vorresti aggiungere anche la parte che hai omesso in cui Speciale è sotto indagine per peculato e danno erariale per aver usato impropriamente mezzi e risorse della GDF?

poche righe eh..
Non l'aggiungo perchè non pertinente con i ricorrenti abusi di potere. Sei talmente svogliato da non commentarli?

_TeRmInEt_
22-12-2007, 09:49
Non l'aggiungo perchè non pertinente con i ricorrenti abusi di potere. Sei talmente svogliato da non commentarli?

Questa è stupenda però :D

Come può essere che i presunti abusi di potere di Speciale non siano pertinenti con i presunti abusi di potere (a tuo avviso) di Visco?

:sofico:

zerothehero
22-12-2007, 10:36
Visto che sono svogliato...
Mi spiegate (in poche righe) perché difendere Speciale?

Dopo l'"eccesso di potere" da parte di Visco (che telefonava in continuazione per chiedere il trasferimento di alcuni finanzieri milanesi senza darne motivazione), la remissione delle deleghe sulla GDF da parte del suddetto e l'illegittimità del decreto, c'è da dire altro?
Tra l'altro Speciale dopo un anno se ne sarebbe andato in pensione...evidentemente Visco ha voluto chiedere a tutti i costi la testa del disobbediente...poi si è cercato persino di fare pastetta con il rimosso offrendogli la corte dei Conti :asd:
Che figura.. :asd:

zerothehero
22-12-2007, 10:42
Questa è stupenda però :D

Come può essere che i presunti abusi di potere di Speciale non siano pertinenti con i presunti abusi di potere (a tuo avviso) di Visco?

:sofico:

L'eccesso di potere c'è di sicuro (tar), per l'abuso sta indagando la magistratura. :D ...
Il caro visco è stato pure condannato per abuso edilizio..che gran personaggione. :fagiano:

_TeRmInEt_
22-12-2007, 10:51
Semplicemente perchè un reato/violazione etc non ne giustifica un'altro.

Si parlava di pertinenza non di giustificazione, ma se vogliamo, il modus operandi e le convivenze di Speciale che puntava al mantenimento dello status quo ante delle gerarchie per lasciare inalterati i rapporti di clientela, spiegano le scelte di Visco (prima) e del governo (poi).

_TeRmInEt_
22-12-2007, 10:57
L'eccesso di potere c'è di sicuro (tar), per l'abuso sta indagando la magistratura. :D ...
Il caro visco è stato pure condannato per abuso edilizio..che gran personaggione. :fagiano:

La condanna di Visco è proprio pertinente al caso Speciale... ovvero metterla sul piano dell'asino che da del cortuno al bue, eh? O della serie il più pulito c'ha la lebbra ...

zerothehero
22-12-2007, 11:12
La condanna di Visco è proprio pertinente al caso Speciale... ovvero metterla sul piano dell'asino che da del cortuno al bue, eh? O della serie il più pulito c'ha la lebbra ...

Hai dei commenti da fare sull'eccesso di potere di Visco (che tentò di far spostare dei finanzieri a lui sgraditi, non riuscendovi per opposizione di Speciale..poraccio :asd: ) e sulla revoca di Speciale con un decreto illegittimo?

Cmq Visco ha fatto dei progressi, è diventato più scaltro..in passato violava di persona la legge commettendo abuso edilizio..adesso il lavoro sporco lo fa fare direttamente a Padoa Schioppa con un decreto illegittimo (dopo il ritiro della delega sulla GDF), salvo ,chiaramente, riservarsi il piacere tutto personale di telefonare al capo della Guardia di Finanza per chiedere dei trasferimenti di finanzieri a lui sgraditi.

E bravo Visco. ... il "o lui o io" ha piegato l'intero governo italiano alla sua volontà (cacciare il capo della gdf disubbidiente) :asd:

zerothehero
22-12-2007, 11:14
Appunto, non è pertinente in quanto qui si discute del comportamento tenuto da visco, bella quella del comportamento illecito ma non illegale escogitata per trovare un pretesto archiviatorio, e non delle, violazioni commesse dal generale.

Ci sono ancora 90 giorni per evitare l'archiviazione..

shinji_85
22-12-2007, 11:25
Dopo l'"eccesso di potere" da parte di Visco (che telefonava in continuazione per chiedere il trasferimento di alcuni finanzieri milanesi senza darne motivazione), la remissione delle deleghe sulla GDF da parte del suddetto e l'illegittimità del decreto, c'è da dire altro?

Io mi concentro sul risultato... :D

zerothehero
22-12-2007, 11:27
Io mi concentro sul risultato... :D

Bè..allora, la prossima volta mettiamogli il polonio 210, così non può neanche fare ricorso al Tar.
E' il risultato che conta. :D ..le regole di uno stato di diritto possiamo anche saltarle.

_TeRmInEt_
22-12-2007, 11:56
Hai dei commenti da fare sull'eccesso di potere di Visco (che tentò di far spostare dei finanzieri a lui sgraditi, non riuscendovi per opposizione di Speciale..poraccio :asd: ) e sulla revoca di Speciale con un decreto illegittimo?

Cmq Visco ha fatto dei progressi, è diventato più scaltro..in passato violava di persona la legge commettendo abuso edilizio..adesso il lavoro sporco lo fa fare direttamente a Padoa Schioppa con un decreto illegittimo (dopo il ritiro della delega sulla GDF), salvo ,chiaramente, riservarsi il piacere tutto personale di telefonare al capo della Guardia di Finanza per chiedere dei trasferimenti di finanzieri a lui sgraditi.

E bravo Visco. ... il "o lui o io" ha piegato l'intero governo italiano alla sua volontà (cacciare il capo della gdf disubbidiente) :asd:

Cosa c'è da commentare? È illecito ma non illegale, come ha detto il tar è prerogativa del ministero dell'economia o di chi ne ha la delega rimuovere il generale della GdF.
Tant'è che "i principi della nostra Costituzione prevedono che in caso di conflitto tra Autorità politica e autorità militare, i generali debbano giustamente perdere. Sempre"
"Il ministro Visco non è un passante. Ha la legittimità e l'autorità di chi è stato eletto democraticamente. Ha delle prerogative politiche che esercita e dunque il diritto di indicare, come ogni ministro, di qualunque colore sia il governo, delle priorità e degli obiettivi cui un comandante generale è tenuto a dare corso."

Oppure, preferisci, scavare nel passato di Visco per provare a mettere dei contropesi alla bilancia? In ogni caso dichiarare: "in passato violava di persona la legge commettendo abuso edilizio..adesso il lavoro sporco lo fa fare direttamente a Padoa Schioppa", senza prove si chiama diffamazione.

_TeRmInEt_
22-12-2007, 12:08
Appunto, non è pertinente in quanto qui si discute del comportamento tenuto da visco, bella quella del comportamento illecito ma non illegale escogitata per trovare un pretesto archiviatorio, e non delle, violazioni commesse dal generale.

Semplicemente gli eventi sono collegati. È Il modus-operandi dell'ex-generale che spiegherebbe perché, in un ipotetico quadro di convivenze e clientele non abbia dato corso alle richieste di Visco.

Parlare di Visco, senza parlare di Speciale, è come parlare del giorno senza sole. Causa (Speciale) - Effetto (Visco).

DonaldDuck
22-12-2007, 12:13
Questa è stupenda però :D

Come può essere che i presunti abusi di potere di Speciale non siano pertinenti con i presunti abusi di potere (a tuo avviso) di Visco?

:sofico:
Hai letto la sentenza del tar che ho riportato? C'è ben poco di "a mio avviso". La pertinenza dei presunti abusi di potere di Speciale è puramente di parte (politica).
Io mi concentro sul risultato... :D
Appunto, concentrati sul risultato :D

La sentenza del Tar
http://www.civile.it/news/visual.php?num=50844


REPVBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

N.

Reg. Sent.

Anno

N.

Reg. Gen.

Anno

PER IL LAZIO, SEZ. II

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sul ricorso n. 6695/2007, proposto dal dott. Roberto SPECIALE, rappresentato e difeso dai proff. Gianluca ESPOSITO e Filippo SATTA e dall’avv. Anna ROMANO ed elettivamente domiciliato in Roma, via G. Antonelli n. 47;

CONTRO

la PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, in persona del sig. Presidente pro tempore ed il MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE ed il MINISTERO DELLA DIFESA, in persona dei rispettivi sigg. Ministri pro tempore, rappresentati e difesi ope legis dall’Avvocatura generale dello Stato, presso i cui uffici si domiciliano in Roma, via dei Portoghesi n. 12

E NEI CONFRONTI

del sig. gen. Cosimo D’ARRIGO, controinteressato, rappresentato e difeso dai proff. Mario SANINO ed Ilaria COLOMBO e dall’avv. Fabrizio VIOLA ed elettivamente domiciliato in Roma, v.le Parioli n. 180;

PER L’ANNULLAMENTO

A) – del decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 2007, registrato il successivo giorno 13, con cui il ricorrente è stato rimosso dalle funzioni di Comandante generale della Guardia di finanza ed è stato sostituito dal controinteressato gen. D’ARRIGO; B) – della deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella seduta del 1° giugno 2007, di contenuto ignoto, richiamata nel DPR impugnato; C) – della proposta formulata dal Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della difesa, di contenuto ignoto, richiamata nel DPR impugnato; D) – della nota prot. n. 13297 del 2 giugno 2007, ricevuta il successivo giorno 4, con cui il Capo di gabinetto del Ministro dell’economia e delle finanze ha trasmesso il predetto DPR; E) - della relazione di cui alla nota del Viceministro dell’economia prot. n. 5474 del 31 maggio 2007, di contenuto ignoto, richiamata nel decreto del Ministro dell’ economia e delle finanze 1° giugno 2007, pubblicato nella G.U. n. 142 del successivo giorno 21; F) – d’ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale e, ove occorra e per quanto di competenza di questo Giudice, del documento politico presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze nell’ allocuzione davanti al Senato della Repubblica in data 6 giugno 2007

E PER L’ACCERTAMENTO

del diritto del ricorrente al risarcimento del danno da lui subito per effetto del DPR e degli altri atti sopra impugnati, non solo dal punto di vista economico – professionale, ma anche sotto l’aspetto dell’immagine, della dignità e dell’ onorabilità professionali, da liquidare in € 5.000.00,00 (Euro cinque milioni).

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visto l’atto di costituzione in giudizio delle parti intimate;

Visti gli atti tutti della causa;

Relatore all’udienza pubblica del 7 novembre 2007 il Cons. dott. Silvestro Maria RUSSO e uditi altresì, per le parti, i proff. SATTA e SANINO e l'Avvocato dello Stato D’AMATO;

Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:

FATTO

Il dott. Roberto SPECIALE, ufficiale generale in s.p.e. dell’Esercito italiano, dichiara d’esser stato nominato, previa deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 luglio 2003 a’sensi dell’art. 4, I c. della l. 23 aprile 1959 n. 189, Comandante generale della Guardia di finanza, in forza del DPR 16 ottobre 2003, debitamente registrato dalla Corte dei conti.

Il dott. SPECIALE rende altresì noto che, a seguito della nomina del Governo in esito alle elezioni per la XV legislatura repubblicana, questo non lo revocò a suo tempo. Pertanto, il suo incarico dirigenziale s’appalesa confermato a’sensi dell’art. 19, c. 8 del Dlg 30 marzo 2001 n. 165 (nel testo previgente alla novella recata dall’art. 2, c. 159 del DL 3 ottobre 2006 n. 256, convertito, con modificazioni, dalla l. 24 novembre 2006 n. 286), a suo dire, fino alla naturale scadenza, ossia il compimento del suo 65° anno d’età, limite massimo ex lege di permanenza in servizio per i generali di Corpo d'armata della GDF. Nel frattempo, il sig. Ministro dell'economia e delle finanze delegò al Viceministro on.le prof. Vincenzo VISCO, tra l’altro, pure i propri poteri di direzione e vigilanza ex art. 1 della l. 189/1959 sulla GDF.

Il dott. SPECIALE fa presente pure che, durante l’estate 2006, insorsero alcuni screzi tra lui ed il Viceministro dell’economia in ordine al trasferimento di quattro ufficiali comandanti di reparti del Corpo in Lombardia, nell’ambito dell’avvicendamento di vari ufficiali di grado elevato nei vari Comandi regionali e provinciali.

Con decreto in data 1° giugno 2007 (pubblicato nella G.U. n. 142 del successivo giorno 21), il Ministro dell’economia e delle finanze ha avocato a sé i poteri dapprima delegati in materia di GDF. Riferisce al riguardo il ricorrente che il Ministro lo convocò per rivolgergli la richiesta di dimissioni dalle funzioni di Comandante generale del Corpo, offrendogli in cambio la nomina a consigliere della Corte dei conti. Con missiva personale rivolta al Ministro, il dott. SPECIALE ha declinato tale offerta, ma, nel frattempo, con DPR 1° giugno 2007, egli è stato sostituito nelle predette funzioni dal gen. c.a. Cosimo D’ARRIGO, senza che le relative ragioni siano state esplicitate nel medesimo provvedimento. Queste ultime son state poi rese note dal Ministro solo il successivo giorno 6 in un’audizione innanzi al Senato della Repubblica, nella cui allocuzione al ricorrente sono state contestate varie inadempienze nello svolgimento dell’incarico e, a suo dire, pure di slealtà.

In relazione a ciò, il dott. SPECIALE adisce allora questo Giudice, con il ricorso in epigrafe, impugnando, in una con il citato provvedimento, pure la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella seduta del 1° giugno 2007, la proposta formulata dal Ministro dell'economia di concerto con il Ministro della difesa (di contenuto ignoto, richiamata nel DPR impugnato), la nota prot. n. 13297 del 2 giugno 2007, (con cui il Capo di gabinetto del Ministro dell’economia ha trasmesso detto DPR), la relazione di cui alla nota del Viceministro dell’economia prot. n. 5474 del 31 maggio 2007 (di contenuto ignoto, richiamata nel decreto 1° giugno 2007), nonché ogni altro atto presupposto, connesso o consequenziale, in particolare il documento politico presentato dal Ministro dell’economia e delle finanze nell’allocuzione del 6 giugno 2007.

Al riguardo, il ricorrente deduce in punto di diritto: A) – l’illegittimità della cessazione dal servizio, che non rientra in alcuna delle previsioni ex artt. 40, 44, 73 e 74 della l. 10 aprile 1954 n. 113, non è stata disposta in base al prescritto procedimento di garanzia e costituisce, ad onta del nomen juris usato dall’atto impugnato, una revoca ad nutum; B) – l’inesistenza d’una legittima causa di rimozione, specie dopo che il ricorrente era stato confermato a’sensi dell’art. 19, c. 8 del Dlg 165/2001 e, quindi, godeva del diritto alla prosecuzione del rapporto fino alla sua naturale scadenza; C) – l’assenza dell’atto introduttivo del procedimento di revoca e delle prescritte garanzie partecipative e di contraddittorio, nonché di qualsivoglia contestazione di addebiti, mentre le Amministrazioni intimate sono tenute a rispettare le specifiche garanzie che presiedono il rapporto d’impiego dei dirigenti generali e, se del caso, ad assumere scelte trasparenti e verificabili, per consentire la prosecuzione dell’attività gestoria in ossequio al precetto costituzionale d'imparzialità dell’azione amministrativa; D) – la natura effettivamente sanzionatoria di detta revoca implicita, non assistita dalle citate garanzie e giustificata dal Ministro solo ex post ed in una sede politica, come tale impropria ed inidonea a garantire un serio contraddittorio (indefettibile anche quando la ragione della revoca consista nell’incompatibilità alla prosecuzione d’un rapporto fiduciario), ferma, comunque, la necessità d’un procedimento di revoca distinto da quello di nomina del controinteressato; E) – la violazione dell’art. 3 della l. 7 agosto 1990 n. 241 e l’assenza d’ogni dimostrazione dell’urgenza del provvedere, i fatti in questione essendo risalenti e ben noti; F) – la violazione dell’art. 21-quinquies della l. 241/1990, l'omessa valutazione dell'interesse pubblico e l’assenza d’istruttoria; G) – l’eccesso di potere per contraddittorietà, per manifesta incongruenza ed illogicità e per sviamento. Resistono in giudizio le Amministrazioni intimate, che concludono per l'inammissibilità del ricorso in epigrafe e, nel merito, per l’infondatezza della pretesa attorea. S’è costituito nel presente giudizio pure il controinteressato gen. c.a. D’ ARRIGO, che eccepisce vari profili d’inammissibilità e d’infondatezza della domanda qui azionata.

Alla pubblica udienza del 7 novembre 2007, su conforme richiesta dei patroni di parte, il ricorso in epigrafe è assunto in decisione dal Collegio.

DIRITTO

1. – Viene all’esame del Collegio l’impugnazione, spiegata dal dott. Roberto SPECIALE, Comandante generale della Guardia di finanza, avverso il provvedimento 1° giugno 2007 —con cui egli è stato sostituito in dette funzioni dal gen. c.a. Cosimo D’ARRIGO—, e gli atti ed i documenti preparatori di siffatto provvedimento.

Ai fini d’una miglior comprensione delle vicende di causa, reputa opportuno il Collegio precisare che il dott. SPECIALE, già ufficiale generale in s.p. e. dell’Esercito italiano, era stato nominato Comandante generale della GDF in forza del DPR 16 ottobre 2003. In tali funzioni egli restò pur dopo la nomina del nuovo Governo in esito alle elezioni per la XV legislatura repubblicana, non essendo stato dichiarato cessato dal relativo incarico entro il tempo previsto dall’art. 19, c. 8 del Dlg 30 marzo 2001 n. 165, nel testo modificato dall’art. 3, c. 1, lett. i) della l. 15 luglio 2002 n. 145, previgente alla novella recata dall’art. 2, c. 159 del DL 3 ottobre 2006 n. 262 (convertito, con modificazioni, dalla l. 24 novembre 2006 n. 286).

A tal riguardo, deve il Collegio fin d'ora disattendere ogni eccezione delle parti resistenti sulla mancata conferma del ricorrente dopo l’insediamento del predetto Governo. È vero che vigeva ancora a quel tempo la regola introdotta dal citato art. 3, c. 1, lett. i) della l. 145/2002 —ossia quella per cui «… Gli incarichi di funzione dirigenziale di cui al comma 3 cessano decorsi novanta giorni dal voto sulla fiducia al Governo…»—, ma non v’è stato alcun atto dichiarativo o fatto concludente, da parte delle Amministrazioni resistenti, tale da impedire la prosecuzione del rapporto di servizio del ricorrente, almeno fino all'emanazione dell’impugnato DPR. Anzi, dalla serena lettura degli atti prodromici a quest’ultimo —e, in particolare, dall’allocuzione del sig. Ministro dell’economia dinanzi al Senato della Repubblica il 6 giugno 2007 (per quel che può in questa sede rilevare) e dalle note di risposta della Presidenza del Consiglio dei ministri ai rilievi della Corte dei conti—,s’evince che le ragioni della risoluzione del rapporto, ad effetto costitutivo ex nunc, sono ben diverse da quelle, meramente dichiarative, sottese al citato art. 19, c. 8. Esse s’incentrano essenzialmente nell’esaurimento del rapporto di fiducia tra i vertici politici ed il ricorrente e nella di lui sopravvenuta incompatibilità ambientale, sì da sconsigliare, stanti i disagi anche all’interno del Corpo, un’ulteriore permanenza del gen. SPECIALE in un incarico fino a quel momento ritenuto da tutte le parti valido ed efficace. Sicché il richiamo alle norme in parola, oltre ad esser smentito per tabulas (cfr. la nota della Presidenza del Consiglio dei ministri in data 12 giugno 2007, a firma del Sottosegretario di Stato, Segretario del Consiglio dei ministri), appare più un argomento difensivo posto dall’Avvocatura erariale —la quale, poi, ribadisce le vicende caratterizzanti invece siffatta incompatibilità ambientale—, che una delle ragioni, foss’anche postergata rispetto all’impugnata statuizione, effettivamente prese in considerazione per decidere la sostituzione del ricorrente.

Per gli stessi motivi, non vale allora invocare, come fanno le resistenti nella memoria del 26 ottobre 2007, l’art. 2, c. 161 del DL 262/2006, in virtù del quale, in sede di prima applicazione dell’art. 19, c. 8 del Dlg 165/ 2001, come modificato ed integrato dai precedenti commi 159 e 160, gli incarichi ivi previsti, conferiti prima del 17 maggio 2006, cessano ove non confermati entro sessanta giorni dalla data d’entrata in vigore del medesimo decreto n. 262. Ma tale termine è ampiamente trascorso, senza che vi sia stato il minimo accenno all’intervenuta decadenza ope legis del ricorrente dal suo incarico.

Sono insorti, tuttavia, screzi tra il ricorrente ed il Viceministro dell'economia, delegato all'esercizio dei poteri di direzione e vigilanza, ex art. 1 della l. 23 aprile 1959 n. 189, sulla GDF. La questione, che praticamente ha manifestato l’incompatibilità tra il ricorrente e l’organo di direzione politica sul Corpo, è stata risolta, anzitutto, mercé la riassunzione di tali poteri delegati in capo al Ministro dell’economia, giusta DM 1° giugno 2007, pubblicato nella G.U. n. 142 del successivo giorno 21.

In secondo luogo, è intervenuto, nei confronti dello stesso gen. SPECIALE, l’impugnato decreto, che prende le mosse sia da tali vicende, sia da un complesso di pretese inadempienze di questi nella conduzione dell’incarico. Il provvedimento ha anzitutto richiamato le disposizioni in tema di stato giuridico degli ufficiali delle Forze armate e della GDF (Dlg 19 marzo 2001 n. 69) e sull’ordinamento del Corpo (l. 189/1959). Quindi, «… Ritenuto sussistere le ragioni di massima urgenza per procedere, sulla base delle considerazioni esposte nella proposta formulata dal Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della difesa, in data 1° giugno 2007, alla nomina del Generale Cosimo D’Arrigo a Comandante Generale del Corpo della Guardia di Finanza, in sostituzione del Generale Roberto Speciale… decreta: Art. 1. – 1. – Il Generale C.A. Cosimo D’Arrigo è nominato Comandante Generale del Corpo della Guardia di Finanza a decorrere dalla data odierna, in sostituzione del Generale Roberto Speciale…».

2.1. – Questo essendo, per sommi capi, il dato fattuale su cui si muove l' impugnazione, può adesso il Collegio passare all’esame di tutte le eccezioni preliminari di rito e merito, sollevate in varia guisa dalle parti resistenti e che vanno disattese, perché non fondate.

2.2. – Andando per ordine, non ha pregio la tesi dell’inammissibilità del ricorso in epigrafe per omessa impugnazione della nomina del controinteressato. Ad una lettura pacifica della statuizione gravata, essa si manifesta sì a guisa di preposizione del gen. D’ARRIGO quale nuovo Comandante generale della GDF, ma anche in espressa sostituzione del ricorrente. Con ciò essa presuppone, stante l’impossibilità di conferire siffatta funzione se non ad uno e ad un solo soggetto individuato a’sensi dell’art. 4, I c. della l. 189/1959, una vicenda di rimozione del ricorrente dal medesimo incarico.

Poiché, però, quest’ultima non promana né da un qualsivoglia altro atto ad effetto costitutivo, precedente o coevo, né è stata assunta quale mera dichiarazione d’una vicenda automaticamente estintiva del rapporto con il ricorrente, allora essa è contenuta in forma implicitamente presupposta nel medesimo DPR impugnato.

La ragione è evidente: il provvedimento impugnato è l’unico e laconico atto d’una procedura di somma urgenza, adottato in esito ad una sequela di proposte e deliberazioni tutte assunte nella medesima giornata del 1° giugno 2007, iniziata con la rapida convocazione del ricorrente da parte del Ministro dell’economia e conclusasi con l’emanazione del decreto impugnato. Tutto ciò s’evince, oltre che dalla ricostruzione degli eventi offerta nel presente giudizio, dagli scritti difensivi e dai documenti depositati dalle Amministrazioni resistenti, dalla breve premessa del DPR impugnato. Ciò ha formato oggetto di rilievo da parte della Corte dei conti e della relativa risposta da parte del Ministero dell'economia, formulata sulla scorta della nota prot. n. USG/0002567 del 12 giugno 2007, da cui appunto evincesi che «… detta revoca del Gen. C.A. Roberto Speciale dall’incarico di Comandante generale della Guardia di Finanza è contenuta, in via implicita, nell’atto in esame... Considerata l’unicità del vertice, la “sostituzione” non può che implicare la “revoca” del Comandante generale in carica, vista l’assoluta incompatibilità di effetti tra la nuova nomina e la permanenza del precedente titolare…».

Pertanto, il gravame investe in modo unitario e complessivo tutta la statuizione in sé, così come tali Amministrazioni hanno ritenuto, per loro scelta, di confezionarla.

Scolora allora ogni considerazione sull’effetto viziante, piuttosto che caducante, dell’eventuale annullamento della rimozione del ricorrente, rispetto alla nomina del controinteressato, che sarebbe frutto di un’autonoma ponderazione di interessi e non la conseguenza ineluttabile della revoca stessa.

Invero, tale tesi, in sé perfettamente condivisibile, ha senso solo in uno scenario, qual è appunto quello descritto nella recente giurisprudenza (cfr., sulla differenza tra i due tipi d’effetto, Cons. St., VI, 23 ottobre 2007 n. 5559), in cui sussiste la sequenza procedimentale di revoca espressa e di nomina altrettanto manifesta, maxime nel caso di due provvedimenti distinti e collegati tra loro nell'ordinario rapporto di presupposizione, di cui il secondo fa sorgere un’autonoma posizione di controinteresse in capo ad un soggetto altro. In tal caso, ben può il Giudice adito procedere allo scrutinio sulla natura di quest’ ultima e, quindi, verificare se l’annullamento dell’atto (recte, della volizione) presupposto implichi il necessario travolgimento (p.es., dell’aggiudicazione rispetto all’ annullamento del bando di gara: Cons. St., V, 8 agosto 2005 n. 4207), oppure solo un vizio di quello successivo (p.es., della nomina medio tempore effettuata su una sede farmaceutica rispetto all’annullamento della decadenza dalla stessa: cfr. Cons. St., IV, 31 maggio 2007 n. 2792). Nella specie, tutto ciò è mancato, in quanto l’impugnato DPR reca solo la nomina del controinteressato in sostituzione del ricorrente e dà contezza unicamente dell'urgenza del provvedere, non certo del motivo della rimozione. Questa complessa, ma unitaria ed inscindibile volizione ha formato oggetto dell'altrettanto unica impugnazione in esame.

2.3. – Neppure convince l’eccezione d’inammissibilità del ricorso basata sulla qualificazione del provvedimento come atto politico, non impugnabile in base all’art. 31 del RD 26 giugno 1924 n. 1034.

Dubita invero il Collegio, sulla scorta dell’insegnamento del Supremo Consesso (cfr., da ultimo, Cons. St., V, 23 gennaio 2007 n. 209) che la disposizione citata possa sopravvivere sic et simpliciter nell’ordinamento positivo, come delineato dagli artt. 24 e 113 Cost. Infatti, il principio di tutela giurisdizionale contro gli atti della P.A. ha portata generale e riguarda tutte le Amministrazioni, sicché le sue eventuali deroghe devono trovare il loro supporto in norme costituzionalmente orientate. È peraltro jus receptum (cfr. Cons. St., IV, 29 febbraio 1996 n. 217; id., 12 marzo 2001 n. 1397) che l'atto politico deve presentare due requisiti: l'uno di carattere soggettivo, in quanto deve trattarsi di atto emanato dal Governo o, comunque, dall'autorità cui compete la funzione d’indirizzo politico e di direzione al massimo livello dei pubblici poteri; l' altro di carattere oggettivo, in quanto deve trattarsi d’un atto o d’un procedimento emanato nell'esercizio del potere politico, non già di un’attività meramente amministrativa. Non sono quindi, per i loro caratteri intrinseci, soggetti a controllo giurisdizionale solo gli atti con cui si realizzano scelte di specifico rilievo costituzionale e politico, ossia quelli che non si possono qualificare o non sono identificabili come amministrativi e in ordine ai quali l'intervento di questo Giudice determinerebbe un'interferenza del potere giudiziario nell'ambito di altri poteri.

È parimenti consolidato l’avviso del Supremo Consesso (cfr., per tutti, Cons. St., IV, 13 marzo 1999 n. 260; id., 22 marzo 2005 n. 1198; id., 31 marzo 2005 n. 1391), da cui il Collegio non ha motivo di discostarsi, secondo cui gli atti preordinati alla provvista di personale dello Stato ai massimi livelli sono atti d’alta amministrazione e non d’indirizzo politico e, come tali, soggiacciono comunque al sindacato giurisdizionale, secondo le regole proprie del giudizio di legittimità. Al riguardo, i parametri di legittimità di tali atti, cui si deve rapportare l'azione amministrativa, sono quelli direttamente identificabili negli art. 97 e 113 Cost., oltre che nella disciplina di rango ordinario contenuta nella l. 7 agosto 1990 n. 241. Da tanto discende che, per un verso, l'esigenza sostanziale che i soggetti prescelti siano effettivamente di qualificazione professionale adeguata al grado, alla complessità e alla delicatezza delle funzioni inerenti all'ufficio; e, per altro verso, l'esigenza formale che dagli atti del procedimento emergano i criteri seguiti dalla P.A. ai fini della scelta o, comunque, le ragioni che la giustifichino, sì da consentirne la puntuale verifica anche in sede giurisdizionale.

Non sfugge certo al Collegio che le nomine degli organi di vertice delle Amministrazioni, centrali o locali, si configurano come provvedimenti assunti in base a criteri eminentemente fiduciari (arg. ex Cons. St., IV, 25 maggio 2005 n. 2706), basati sulla valutazione della coerenza delle capacità e delle attitudini del prescelto a dar seguito, fermo, ovviamente, il precetto ex art. 98, I c., Cost. cui sono soggetti tutti i pubblici impiegati, agli indirizzi indicati dal corpo politico.

Tuttavia, anche in questo caso pare al Collegio che il richiamo all’atto politico insindacabile, perlomeno da parte delle Amministrazioni resistenti, sia un argomento difensionale e non un dato assunto, se non a base, perlomeno a giustificazione dell’atto impugnato. Invero, la nota della Presidenza del Consiglio dei ministri, di risposta ai rilievi della Corte dei conti, afferma di non trattarsi d’un «… riferimento del decreto ad un mero rapporto fiduciario, risolvibile ad nutum, dal proponente, ma di condizioni oggettive di contrasto…, tali da non rendere possibile il rapporto interorganico tra Ministro… e Comandante generale…».

Ma pur ad accedere alla tesi difensiva, è noto che il singolo provvedimento di nomina, comportando una scelta nell'ambito d’una categoria di determinati soggetti in possesso di titoli specifici, deve esporre le ragioni che hanno condotto alla scelta d’uno d’essi ed è, per sua natura, sottoposto alla verifica di congruità, secondo i principi d’imparzialità, proporzionalità ed adeguatezza, propria dei giudizi di legittimità di questo Giudice. Per vero, una scelta effettuata intuitu personae non vuol dire certo volizione arbitraria o, peggio, insindacabile e, anzi, il rapporto fiduciario, di per sé solo, non è affatto idoneo a superare ogn’altra valutazione. Infatti, è opinione ferma quella per cui la P.A. procedente deve dare idonea contezza dell'avvenuta valutazione del possesso dei prescritti requisiti in capo al prescelto, sì che si possa dimostrare la ragionevolezza della scelta effettuata. Soccorre al riguardo l’autorevole e ben noto arresto del Supremo Consesso (cfr. Cons. St., IV, 10 luglio 2007 n. 3893), per il quale, pur se la deliberazione per il conferimento dell'ufficio di Primo Presidente della Suprema Corte di cassazione, prima carica giudiziaria della Repubblica (e, agli occhi del Collegio, certo d'importanza non inferiore alla nomina del Comandante della GDF), abbia natura giuridica d’atto d’alta amministrazione, non per ciò solo è sottratta al sindacato giurisdizionale di legittimità e, più in generale, alla garanzia di tutela prevista nei confronti di tutti gli atti della P.A. a’sensi degli art. 24 e 113 Cost.

La ragione è chiara: per quanto la P.A., soprattutto in occasione della nomina di così alte cariche pubbliche, eserciti un elevatissimo potere discrezionale —che non s’esaurisce nel mero riscontro dei requisiti prescritti dalla legge in capo ai candidati, ma implica articolate, delicate e talvolta addirittura sfumate valutazioni sulla stessa personalità di costoro—, ciò limita e attenua, ma non esclude il sindacato giurisdizionale sull'esercizio di siffatta discrezionalità, specie con riferimento al riscontro dell' esistenza dei presupposti, alla congruità della motivazione ed alla sussistenza del nesso logico di conseguenzialità fra presupposti e conclusione.

2.4. – Infine, non può esser condivisa l’eccezione di difetto dell’interesse qui azionato, per aver il ricorrente, collocato in ausiliaria a’sensi dell’art. 3, c. 1 del Dlg 30 aprile 1997 n. 165, offerto la propria disponibilità per il suo impiego ex art. 1, c. 1 del Dlg 30 dicembre 1997 n. 498 presso la P.A. d'appartenenza o altra Amministrazione nell’ambito del Comune o della provincia di residenza, con contestuale fruizione della relativa indennità.

L’inequivoco disposto del citato art. 3, c. 1, configura il collocamento in ausiliaria del ricorrente come un mero fatto giuridico, strettamente correlato alla sola sua cessazione del servizio per raggiunti limiti d’età, corrispondente, per i generali di corpo d’armata dell’E.I. al compimento del 62° anno. Nessuna acquiescenza può, allora, riconoscersi in capo al ricorrente, giacché siffatto collocamento è un automatismo ex lege, che si verifica per il sol fatto d’una cessazione dal servizio a sua volta indipendente da ogni volontà ed il cui provvedimento ha efficacia solo dichiarativa. Del pari, la fruizione dell’indennità ex art. 3, c. 4 è solo subordinata alla disponibilità del personale militare in ausiliaria all’impiego presso la propria o altra P.A., ma anch’essa trova il proprio presupposto esclusivo nella cessazione dal servizio. Infine, la dichiarazione ex art. 1, c. 1 del Dlg 498/ 1997 è necessitata, affinché, il militare interessato, transitato in ausiliaria, possa appartenere alla relativa categoria.

3. – Passando, quindi, al merito della questione controversa, il ricorso in epigrafe s’appalesa sì fondato ed è meritevole d’accoglimento, con i limiti e le considerazioni qui di seguito indicati.

4. – Esaminando i motivi di gravame nell’ordine in cui essi son stati proposti dal ricorrente, non si può certo condividerne l' assunto, secondo cui la fattispecie in esame sia riconducibile ad una vicenda estintiva del servizio permanente effettivo, come tale soggetta alle invocate regole ex artt. 40, 44, 73 e 74 della l. 10 aprile 1954 n. 113, come sarebbe in effetti se si trattasse d’un ufficiale generale delle Forze armate.

Non nega il Collegio che, alla luce della documentazione versata in atti, taluni aspetti della rimozione del ricorrente potrebbero configurare, giusta quanto le Amministrazioni resistenti gli hanno addebitato, sia una sua non idoneità agli uffici del grado, sia la necessità del suo allontanamento d'autorità da questi ultimi.

A ben vedere, però, l’impugnato decreto solleva il ricorrente non dal servizio in sé, bensì dal solo incarico di vertice della GDF, incarico cui un ufficiale con il grado di generale di corpo d’armata perviene non per ordinaria progressione di carriera, ma per specifica nomina ad hoc.

Il procedimento di rimozione sotteso al decreto impugnato, in realtà, trova le sue regole precipue, ossia correlate alla particolare funzione inerente all’incarico de quo, solo nell’art. 4 della l. 189/1959, nonché nelle norme generali ex l. 241/1990 sul procedimento amministrativo, senza bisogno di contaminazioni con quelle ex l. 113/1954, rivolte ai militari non in posizione di vertice.

Restano così assorbite le doglianze di cui al quarto motivo, che in parte replicano o sviluppano le questioni testé accennate sulla l. 113/1954 ed in parte già formano oggetto del terzo motivo.

Diversa è la conclusione cui deve invece pervenire il Collegio sul secondo motivo, che si appalesa fondato, atteso che la connotazione della vicenda nei suoi aspetti procedimentali, più che nella formulazione del provvedimento, evidenzia un palese sviamento di potere. Invero è mancata, a monte del provvedimento, la statuizione della revoca del ricorrente, ancorché tanto necessaria, da far concludere le Amministrazioni resistenti (p.es., nella nota di risposta ai rilievi del Giudice del controllo) per un provvedimento implicito. È ben vero che siffatta revoca ben risulta dal complesso degli atti endoprocedimentali e dall’ impugnata statuizione; così come appare chiaro che la revoca e la nomina, pur se ontologicamente e funzionalmente diverse, sono state unificate, più che nel provvedimento, nelle intenzioni del provvedere. Tuttavia, proprio tale forzata reductio ad unum di due collegate, ma distinte realtà giuridiche, s’appalesa il sintomo evidente sia dell’assenza della corretta, precisa e motivata statuizione presupposta, sia dello scopo di raggiungere il risultato della rimozione del ricorrente attraverso non le procedure acconce, bensì il fatto compiuto della nomina del controinteressato.

Ed in ciò va individuata la sostanza del vizio rilevato, rifluita nel provvedimento impugnato.

5. – Pure da accogliere è il terzo mezzo di gravame, con cui il ricorrente si duole della violazione dell’art. 7 della l. 241/1990 (omesso avviso d’ avvio del procedimento di revoca), nonché del giusto procedimento e del principio del contraddittorio.

A tal riguardo, è ben consapevole il Collegio, che l’ intera vicenda relativa all’emanazione dell’impugnato atto, evidentemente improntata a somma urgenza, s’è concentrata nell’arco della giornata del 1° giugno 2007. Da tale qualificazione del procedimento dovrebbe discendere, anche secondo la prospettazione difensiva delle Amministrazioni resistenti, l’ inapplicabilità nella specie dell’art. 7 della l. 241/1990 (arg. ex Cons. St., V, 21 giugno 2007 n. 3431).

Nondimeno, in punto di fatto, non è controverso tra le parti che il ricorrente, lo stesso giorno 1° giugno, è stato convocato dal sig. Ministro dell'economia appunto per informarlo della sua imminente sostituzione e, se del caso, della sua nomina a Consigliere della Corte dei conti.

Sicché, ed anche quest’aspetto è riconosciuto in sede difensiva dalle Amministrazioni stesse, queste ultime non hanno proceduto secondo le regole dell’urgenza proprie dell’art. 7, c. 1 della l. 241/1990, ma hanno accordato al ricorrente, nonostante che le vicende sottese alla di lui revoca si sviluppassero da svariati mesi, solo un, per vero, assai breve tempo per il contraddittorio procedimentale. Ora, è jus receptum (cfr., per tutti, Cons. St., V, 10 gennaio 2007 n. 36) che l’art. 7 della l. 241/1990 esprime un principio generale dell'ordinamento giuridico e, quindi, le limitazioni alla sua osservanza vanno intese in modo rigoroso e restrittivo e le interpretazioni che ne escludono l'applicazione devono esser, di conseguenza, ritenute illegittime se non sorrette da specifiche norme d'eccezione. Né va sottaciuto come l’avviso d’avvio del procedimento deve permettere al destinatario della statuizione conclusiva un tempo, calibrato certo sulle pari esigenze di celerità ed efficienza dell'azione amministrativa, ma non simbolico o minimale, affinché questi possa effettivamente partecipare e, se del caso, contraddire gli assunti e i dati della P.A. procedente. E ciò s’appalesa nella specie ancor più significativo, se si considera che, come evincesi da una pluralità di indizi concordanti, al ricorrente si sono indirizzate critiche relative sia all’insoddisfacente conduzione dell’ufficio, sia al deterioramento progressivo ed irreparabile del rapporto fiduciario con la dirigenza politica. Poiché tali responsabilità erano, ad avviso delle Amministrazioni resistenti, precise ed evidenti, a più forte ragione avrebbero dovuto trovare ingresso, anche senza particolari solennità formali e con l’acconcia pubblicità del caso, in un documento atto a provocare un serio contraddittorio con il ricorrente e con tutte le idonee garanzie del procedimento, solo in esito al quale esse avrebbero avuto argomenti e forza giuridica per giustificare la contestata rimozione.

6. – Condividendo poi gli argomenti di cui al quinto motivo, non convince neppure la tesi della celerità, indicate dalle Amministrazioni intimate nel decreto e nei documenti collaterali.

Certo, la celerità del provvedere è un aspetto intrinseco del buon andamento dell’azione amministrativa, ma lo sono pure le predette garanzie procedimentali, onde il loro sacrificio è possibile solo in casi realmente eccezionali o necessitati.

In altri termini, le Amministrazioni resistenti, partendo dalla senz’altro corretta considerazione che la somma urgenza fa aggio sulle formalità partecipative, hanno ritenuto di soprassedervi o di ridurle ad un minimo praticamente istantaneo (il colloquio tra il Ministro ed il ricorrente), di fatto irrilevante (nella misura in cui non v’è stato né contraddittorio, né motivazione a confutazione del diverso avviso del ricorrente) e superfluo (posto che la statuizione sostitutiva era già predisposta).

Tuttavia, le ragioni della somma urgenza sono state giustificate non subito e nel corpo dell’impugnato decreto, che non ne fa menzione, bensì in nuce in sede di nota del Viceministro del 1° giugno 2007 (l’insostenibilità della situazione al vertice del Corpo; il conflitto esplicito tra autorità politica e Comandante generale; il fatto che tanto «… può determinare incertezza e confusione nel Corpo, il quale deve invece poter operare in tutta tranquillità …») e nella risposta del 12 giugno 2007 ai rilievi del Giudice del controllo. A ben vedere, però, siffatte ragioni sono o appena accennate, o riguardano vicende risalenti o già esistenti da alcuni mesi, oppure si riferiscono a questioni d’imprescindibile continuità funzionale della GDF, ossia d’un Corpo di polizia ad ordinamento militare fortemente gerarchizzato e con funzioni altamente diversificate per oggetto e nel territorio. Per il Corpo potrebbero certo essere necessaria la diuturna presenza del Comandante generale e nociva ogni prolungata soluzione di continuità nella preposizione al relativo ufficio, le cui esigenze, però, non sono così e sempre assolute da non permettere, neppure per qualche giorno, altre scelte, se del caso meglio ponderate e motivate. Sfugge allora al Collegio la ragione per cui, a fronte dello strumento garantista offerto dall’art. 7, della l. 241/1990 e delle opportunità che l’organizzazione complessa del Corpo (p.es., con l’ufficio del Comandante in seconda) può offrire per far fronte alle esigenze di funzionamento interinale, le Amministrazioni resistenti abbiano scelto, pur avendo a disposizione una gamma di soluzioni provvisorie possibili, solo quella più compressiva delle parimenti rilevanti esigenze di giusto e partecipato procedimento verso il ricorrente.

Non si vede perchè, pur avendo già predisposto i documenti per poter contestare al ricorrente gli addebiti relativi sia ai fatti d’eventuale inidoneità all’ufficio, sia alle vicende d’incompatibilità ambientale —tanto da esser contenute nell’allegato alla nota del Viceministro in data 1° giugno 2007—, non abbiano ritenuto d'introdurlo, se non in un’istruttoria in contraddittorio, perlomeno nel corpo dell'impugnato atto, privo di qualsiasi riferimento al riguardo, ai fini d’una più efficace e trasparente cura di quel pubblico interesse che ne ha determinato l’emanazione. Al riguardo, mentre il decreto sorvola del tutto sull’incompatibilità de qua, di essa fanno ampio cenno la predetta nota e la risposta ai rilievi del Giudice del controllo. Che, però, di essa, come rettamente afferma il ricorrente, le Amministrazioni avrebbero dovuto dare seria contezza nella formulazione del provvedimento non par dubbio, sia per l’obbligo generale di motivazione anche dei provvedimenti d’alta amministrazione, sia per giustificare la sussistenza, reale e non enfatica o strumentale, delle vicende d’incompatibilità. Soccorre sul punto l’orientamento (cfr. Cons. St., IV, 10 luglio 2007 n. 3892) che, ai fini della legittimità d’un provvedimento che interviene per risolvere una situazione d’incompatibilità ambientale, reputa necessaria, ma anche sufficiente, una congrua motivazione circa la sussistenza del nesso di correlazione tra detta situazione ed il comportamento del funzionario, lesivo del prestigio dell'ufficio e tale da poter essere risolta solo con il suo allontanamento dal posto, indipendentemente da ogn’altra responsabilità.

7.1. – Non ha pregio invece e va rigettato il sesto motivo, laddove il ricorrente invoca la violazione dell’art. 21-quinquies della l. 241/1990, in quanto il DPR impugnato è un provvedimento non già d’autotutela in esito ad un procedimento amministrativo di secondo grado, ma s’appalesa, sia pur nel suo in parte stringato, in parte immotivato contenuto, a guisa di risoluzione del rapporto di servizio.

7.2. – Circa il settimo motivo, non nega il Collegio che prima facie un sintomo serio d’eccesso di potere per contraddittorietà si possa dedurre dal fatto che le Amministrazioni resistenti dapprima propongono il ricorrente per la nomina ad un altissimo ufficio giudiziario e appena dopo lo rimuovono dall’incarico fino a quel momento ricoperto per ragioni di seria, se non grave inidoneità al posto. La nomina del ricorrente a Consigliere della Corte dei conti, però, non è avvenuta anche per indisponibilità di questi, sicché non mette conto parlarne.

È inoltre indubbio che ove si verifichi e si dimostri una situazione d’incompatibilità ambientale, la cessazione del rapporto con il dirigente si determina indipendentemente dall’accertamento di specifiche responsabilità, che può avvenire in altra e separata sede dal procedimento di trasferimento o di rimozione.

7.3. – Il ricorso deve essere quindi accolto per le ragioni in precedenza precisate con annullamento dell’atto impugnato.

Da tanto discende il diritto del ricorrente di percepire le differenze retributive tra il trattamento economico onnicomprensivo goduto per la carica dalla quale è stato illegittimamente rimosso e quanto successivamente ricevuto ad altro titolo.

7.4. – In ordine, infine, all’invocato risarcimento per il danno all’immagine provocato al ricorrente dal decreto annullato alcune precisazioni sono doverose.

Com’è noto, tutta la vicenda relativa all’allontanamento del ricorrente dall’ufficio di Comandante generale della GDF ha avuto una vasta eco sugli organi d'informazione, che ha finito per ingenerare nel pubblico il giudizio sì politico, ma anche assai pubblicizzato, di disistima nell'attività da lui svolta, se non, addirittura, di scorrettezza verso l’ufficio stesso e le Istituzioni. Specialmente dopo l’allocuzione del Ministro dell’economia davanti al Senato della Repubblica, tale atto politico, in sé insindacabile da questo Giudice, costituisce pur sempre un fatto materialmente accaduto e non manifestamente irrilevante nella formazione un giudizio negativo sul ricorrente. Non sfugge tuttavia al Collegio che, come la sua revoca ha avuto una notevole risonanza mediatica nell'opinione pubblica, altrettanto possa accadere, in senso favorevole al ricorrente, con la presente sentenza, con ogni probabilità destinata ad avere pari richiamo.

A fronte, quindi, della domanda risarcitoria de qua, il Collegio ritiene che questa resta assorbita dalla risonanza della presente sentenza che annulla la rimozione del ricorrente dall’ufficio e dall’effetto immediatamente ripristinatorio dello status quo ante, così neutralizzando il danno subito.

8. – In definitiva, il ricorso in epigrafe va accolto per le ragioni fin qui esaminate. Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate nel dispositivo.

P.Q.M.

il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sez. 2°, accoglie il ricorso n. 6695/2007 in epigrafe e per l’effetto annulla, per quanto di ragione e nei sensi di cui in motivazione, il decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 2007, meglio indicato in premessa e registrato dalla Corte dei conti il successivo giorno 13.

Condanna il Ministero delle Finanze al pagamento, in favore del ricorrente, delle spese di giudizio liquidate in complessivi €. 6.000,00 (seimila/00).

Spese compensate.

Ordina all’Autorità amministrativa d’eseguire la presente sentenza.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio del 7 novembre 2007, con l’intervento dei signori Magistrati:

Luigi TOSTI, PRESIDENTE,

Roberto CAPUZZI, CONSIGLIERE,

Silvestro Maria RUSSO, CONSIGLIERE, ESTENSORE.

IL PRESIDENTE L’ESTENSORE

shinji_85
22-12-2007, 12:13
Bè..allora, la prossima volta mettiamogli il polonio 210, così non può neanche fare ricorso al Tar.
E' il risultato che conta. :D ..le regole di uno stato di diritto possiamo anche saltarle.

Molto lontano da me (non ho Polonio 210 a portata di mano)... :D

Quello che è certo...
Non piangerò per Speciale (se venisse cacciato a calci - o anche senza troppi privilegi - dalla GdF)...
Così come non esulterò se in qualche modo verrà reimmesso a forza in qualche pubblico ufficio...

Stesso identico discorso potrebbe avere come soggetto Visco (con gli opportuni adattamenti)... O, che ne so, Mastella...
O chi ha sbagliato a redigere 'sto "Pacchetto Sicurezza"... O chi in RAI è un servo...

_TeRmInEt_
22-12-2007, 12:30
Hai letto la sentenza del tar che ho riportato? C'è ben poco di "a mio avviso". La pertinenza dei presunti abusi di potere di Speciale è puramente di parte (politica).

Retifico il "tuo avviso".

Però beh, la corte dei conti e la procura militare sono "puramente di parte (politica)" :lol:

Ma tanto Speciale è un santo, tanto che qualcuno lo uso a mo' di santino :sofico:

Ma tanto lo sappiamo, quando fa comodo (giudici contro) si grida all'emergenza democratica ed al complotto comunista...

zerothehero
22-12-2007, 16:08
Cosa c'è da commentare? È illecito ma non illegale, come ha detto il tar è prerogativa del ministero dell'economia o di chi ne ha la delega rimuovere il generale della GdF.

"eccesso di potere"
Cmq si parla di "illegittimo", non di illecito. Visco in sostanza non avrebbe dovuto rompere continuamente per chiedere il trasferimento dei finanzieri a lui scomodi, senza neanche darne le motivazioni.
Dici bene..è prerogativa di chi ha la delega..ma ciò va fatto con le DOVUTE PROCEDURE, altrimenti la rimozione è viziata ipso facto da nullità.


Oppure, preferisci, scavare nel passato di Visco per provare a mettere dei contropesi alla bilancia? In ogni caso dichiarare: "in passato violava di persona la legge commettendo abuso edilizio..adesso il lavoro sporco lo fa fare direttamente a Padoa Schioppa", senza prove si chiama diffamazione.

No, perchè è oggettivo che il lavoro sporco l'ha fatto a fare a Padoa Scioppa..lavoro sporco perchè il Tar ha dato ragione a Speciale e torto a chi l'ha cacciato.
Il resto è solo...come dire..chiacchera...tribunale amministrativo canta.

La questione è molto chiara: quello che è certo è che:

-Il Tar ha dato ragione a Speciale (eccesso di potere, il decreto è nullo).
- Visco ha torto nella gestione dell'affaire Speciale (illegittime le sue continue richieste di trasferire i finanzieri a lui sgraditi)

Secondo quanto si è appreso, è nel provvedimento c'è una forte censura per il comportamento assunto da Visco e finalizzato alla rimozione degli ufficiali della guardia di finanza di Milano , una apparente contraddizione con la richiesta di archiviazione. Ma per i magistrati romani, secondo quanto si è appreso, la condotta del viceministro Vincenzo Visco nel caso Speciale, sarebbe stata caratterizzata da illegittimità ma senza profili penali in quanto, dopo gli accertamenti, sarebbe venuto meno il cosiddetto «'dolo di danno', nei confronti degli ufficiali delle fiamme gialle, dolo di danno necessario per sostenere la ipotesi di abuso d'ufficio . I fatti che avevano determinato l'iscrizione di Visco nel registro degli indagati, le presunte pressioni finalizzate al trasferimento di alcuni ufficiali delle fiamme gialle, risalgono all'estate del 2006. La richiesta della procura ora dovrà essere vagliata dal gip.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/09_Settembre/19/caso_speciale_archiviazione_visco.shtml

- Di più: l'archiviazione di Visco è stata respinta..quindi si continua ad indagare..e in questa vicenda Visco rischia di essere processato per abuso di ufficio.

Queste cose sono FATTI, le si possono girare come si vuole.. tanto non ce la si fa.. :D


Tutta quadra alla perfezione:

Secondo quanto è stato sinora ricostruito, Visco e Speciale affrontarono il problema dei trasferimenti di numerosi ufficiali il 26 giugno 2006. Il generale ha affermato che il 13 luglio il viceministro lo convocò e gli consegnò un foglietto con i nomi dei quattro militari in servizio a Milano — il generale Forchetti, il colonnello Lorusso, il colonnello Pomponi e il tenente colonnello Tomei — che dovevano essere avvicendati.
«Il 17 luglio — ha poi affermato il comandante — Visco mi accusò di non aver ottemperato e che, se non l'avessi fatto subito, erano chiare le conseguenze cui sarei andato incontro». Ha poi specificato che alla telefonata, avvenuta in «viva voce», avevano assistito due finanzieri: il colonnello Carbone e il maggiore Cosentino.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/27/visco_finanza_trasferimenti_speciale.shtml

Visco chiede la testa (o lui o me), Padoa Schioppa accetta il lavoro sporco (sporco perchè il tar nella sentenza parla di "eccesso di potere") pur sapendo (e con lui Prodi) che la cosa sarebbe andata male, malissimo..

Altro che DE Magistris e Forleo..

zerothehero
22-12-2007, 16:20
Molto lontano da me (non ho Polonio 210 a portata di mano)... :D

Quello che è certo...
Non piangerò per Speciale (se venisse cacciato a calci - o anche senza troppi privilegi - dalla GdF)...
Così come non esulterò se in qualche modo verrà reimmesso a forza in qualche pubblico ufficio...

Stesso identico discorso potrebbe avere come soggetto Visco (con gli opportuni adattamenti)... O, che ne so, Mastella...
O chi ha sbagliato a redigere 'sto "Pacchetto Sicurezza"... O chi in RAI è un servo...

Mastella quantomeno si è mosso secondo le regole.
Tu che avresti fatto?
Avresti accettato la corte dei conti? :D

shinji_85
22-12-2007, 16:47
Mastella quantomeno si è mosso secondo le regole.
Tu che avresti fatto?
Avresti accettato la corte dei conti? :D

Io? Nei panni di Speciale? Non sarei entrato nella GdF... :D

Sì... Lo so... Sogno...
Infatti era prevedibilissimo che andando a "toccare" Speciale in quel modo non l'avrebbe fatta passare a 'sto Governo...
Uno dei TANTI errori di gestione di questo esecutivo... Però Speciale non l'avrei comunque tenuto... Sì, lo so... Non governo io... :D

Poi seguendo quello che per me è un accanimento sul "metodo"...
Allora hanno fatto bene a togliere tutti quei filoni d'inchiesta a De Magistris???
Magari c'è qualche cavillo che li giustifica pienamente... Non so... Ha dimenticato una doppia firma...
Beh... Spero che ci sia qualcun'altro che guardi un po' meno alla forma e un po' di più al contenuto... ;)

zerothehero
22-12-2007, 19:27
Io? Nei panni di Speciale? Non sarei entrato nella GdF... :D

Sì... Lo so... Sogno...
Infatti era prevedibilissimo che andando a "toccare" Speciale in quel modo non l'avrebbe fatta passare a 'sto Governo...
Uno dei TANTI errori di gestione di questo esecutivo... Però Speciale non l'avrei comunque tenuto... Sì, lo so... Non governo io... :D

Poi seguendo quello che per me è un accanimento sul "metodo"...
Allora hanno fatto bene a togliere tutti quei filoni d'inchiesta a De Magistris???
Magari c'è qualche cavillo che li giustifica pienamente... Non so... Ha dimenticato una doppia firma...
Beh... Spero che ci sia qualcun'altro che guardi un po' meno alla forma e un po' di più al contenuto... ;)


Se l'avesse cacciato Berlusconi, con un decreto nullo per "eccesso di potere", a quest'ora ci sarebbe stata mezza rivoluzione....invece tutti tacciono..Luttazzi (oddio a lui lo hanno cacciato per una seconda volta), Travaglio (lui che è così attento alla forma) &co.
Doppia morale togliattiana? :p

DonaldDuck
27-12-2007, 11:47
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=27940436

Da "Il Corriere della Sera" di lunedì 24 dicembre 2007

La giornalista: non mi ha dato la conferma in tempo Il generale: non è così, avrei parlato di Visco

ROMA — Qualcuno alla Rai teme l'effetto Speciale? Come scritto nei giorni scorsi, l'ex comandante della Guardia di Finanza era stato invitato da Lucia Annunziata per un'intervista nella puntata di ieri del programma In mezz'ora su Raitre. Ma alle 14.30, quando l'Annunziata è comparsa sul video, di fronte a lei invece del generale sedeva Livia Turco, ministro della Salute.
Come mai? Ragioni di opportunità o il generale aveva rinunciato a farsi intervistare? «Niente di tutto questo — assicura la Annunziata —. Il generale non mi ha dato in tempo la conferma che sarebbe venuto. Allora per non trovarmi spiazzata all'ultimo momento ho cercato un altro ospite, mi è andata anche bene perché col ministro Livia Turco abbiamo parlato di questioni sanitarie che fanno parte della cronaca di questi giorni».
Secondo l'Annunziata, la conferma che il generale Speciale accettava di presentarsi nello studio di Raitre «è arrivata soltanto venerdì, per me era troppo tardi».
Diversa la versione del generale Roberto Speciale: «La conferma gliel'avevo data mercoledì. Eravamo d'accordo». Nel frattempo, venerdì è avvenuto un fatto nuovo: il gip di Roma Antonino Stipo ha deciso che l'inchiesta sul viceministro Vincenzo Visco deve continuare. «Mi sarebbe piaciuto — aggiunge il generale — spiegare in tv che il supplemento d'indagine deciso dal giudice rafforzava la mia versione dei fatti. Dimostrava che nel contrasto con il viceministro Visco la verità sta dalla mia parte». E invece?
«Invece — racconta Speciale — sabato la signora Annunziata mi chiama e dice: sa, generale, forse è meglio rinviare perché lei in questo momento è un po' troppo esposto, ha già parlato in altre trasmissioni, magari verrà ospite in futuro. Ecco com'è andata. Io non voglio fare polemiche, non voglio sapere per quale ragione c'è stato un cambio di programma, ma i fatti sono questi».
L'Annunziata esclude che l'intervista a Speciale sia saltata per qualche ragione oscura. «Già l'estate scorsa — dice lei —, quando scoppiò il caso, chiesi al generale di venire in trasmissione. Più in là lo inviterò di nuovo». Anche Paolo Ruffini, direttore di Raitre, ritiene che «in una prossima puntata Lucia potrà avere come ospite il generale».

Marco Nese - La denuncia 22 maggio 1 11" " II 22 maggio il generale coi governo Speciale, comandante della Gdf, denuncia pressioni dei viceministro Visco per far trasferire, a luglio 2006, quattro ufficiali che indagavano su Unipol La rimozione La Procura di Roma apre un`inchiesta. 1 1 1 0 giugno Speciale viene rimosso dal comando. Padoa-Schioppa (foto, con Visco) lo accusa di «slealtà». Il generale querela e fa ricorso al Tar Le dimissioni 17 dicembre II 15 dicembre il Tar dà ragione a Speciale e annulla la sua rimozione:
«eccesso di potere» del governo. 1117 il generale rassegna le dimissioni in una lettera a Napolitano [.]