View Full Version : Cassazione: azione disciplinare per De Magistris
matteo10
14-12-2007, 10:53
[FLASH] Cassazione: azione disciplinare per De Magistris
Il Procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, ha chiesto il rinvio a giudizio disciplinare per il Pm di Catanzaro Luigi De Magistris. La richiesta è stata presentata alla Sezione disciplinare del Csm. A quanto si è appreso la data del dibattimento sarebbe stata fissata per il 12 gennaio prossimo.
Fonte: corriere.it
Non l'avrei mai detto...:sofico: :sofico:
[FLASH] Cassazione: azione disciplinare per De Magistris
Il Procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, ha chiesto il rinvio a giudizio disciplinare per il Pm di Catanzaro Luigi De Magistris. La richiesta è stata presentata alla Sezione disciplinare del Csm. A quanto si è appreso la data del dibattimento sarebbe stata fissata per il 12 gennaio prossimo.
Fonte: corriere.it
Non l'avrei mai detto...:sofico: :sofico:
:mbe:
ci sarebbe qualcosa di divertente?
Se non altro non hanno usato il tritolo... :rolleyes:
[FLASH] Cassazione: azione disciplinare per De Magistris
Il Procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, ha chiesto il rinvio a giudizio disciplinare per il Pm di Catanzaro Luigi De Magistris. La richiesta è stata presentata alla Sezione disciplinare del Csm. A quanto si è appreso la data del dibattimento sarebbe stata fissata per il 12 gennaio prossimo.
Fonte: corriere.it
Non l'avrei mai detto...:sofico: :sofico:
scusa.. io mi chiedo questo.. e ti assicuro senza polemica.. ma per capire..
da una parte si osannano i magistrati perchè indagano sui malaffari della polica.. però dall'altra, se un altro magistrato vuole verificare che non siano stati commesse infrazioni allora non va bene..
cioè non è che è mastella in persona che interrogherà de magistris nè tantomeno è Mastella che sceglie il magistrato o il procuratore che dovrà asciltarlo o darà lui la sentenza..
detto questo senza dubbi condanno l'azione disciplinare partita comunque dal guadiasigilli (pessimo giudizio nei suoi riguardi).. ma il punto secondo me è.. hai fiducia nella magistratura?
io sì, quindi se de magistris non ha commesso niente non ha niente da temere..
non hai fiducia? allora non dovresti averne anche in de magistris..
scusa.. io mi chiedo questo.. e ti assicuro senza polemica.. ma per capire..
da una parte si osannano i magistrati perchè indagano sui malaffari della polica.. però dall'altra, se un altro magistrato vuole verificare che non siano stati commesse infrazioni allora non va bene..
cioè non è che è mastella in persona che interrogherà de magistris nè tantomeno è Mastella che sceglie il magistrato o il procuratore che dovrà asciltarlo o darà lui la sentenza..
detto questo senza dubbi condanno l'azione disciplinare partita comunque dal guadiasigilli (pessimo giudizio nei suoi riguardi).. ma il punto secondo me è.. hai fiducia nella magistratura?
io sì, quindi se de magistris non ha commesso niente non ha niente da temere..
non hai fiducia? allora non dovresti averne anche in de magistris..
Il problema è che comunque vada, l'inchiesta è stata scippata a De Magistris... Anche se fosse giudicato innocente ora c'è un altro giudice su quel caso.. Che avrà capito l'antifona e magari sarà meno duro... Altrimenti potrebbe arrivare anche a lui una azione disciplinare...
Se non altro non hanno usato il tritolo... :rolleyes:
non serve più,oramai i mafiosi stanno nelle stanze dei bottoni.
(non sto dicendo che priscoli sia mafioso).
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/politica/caso-forleo1/de-magistris-rinvio/de-magistris-rinvio.html
Dopo la richiesta di trasferimento in via cautelativa ora il Csm
deciderà sulla nuova richiesta del Pg della Cassazione.
A gennaio l'udienza
Nuovi guai per il pm De Magistris
"Si apra un processo disciplinare"
ROMA - Si aggrava la posizione del pm di Catanzaro Luigi De Magistris. Mentre sinora il sostituto doveva fare solo i conti con una richiesta del ministro Mastella di trasferirlo in via d'urgenza e dunque con un provvedimento cautelare per gravi violazioni dei suoi doveri di magistrato, ora sempre per gli stessi fatti subirà un vero e proprio processo disciplinare. Processo che si aprirà l'11 gennaio e per il quale sono già state fissate altre due sedute straordinarie nei giorni successivi, il 12 e il 14.
A sollecitare e ottenere il rinvio a giudizio è stato il procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, che ha anche rimpolpato con la contestazione di altri episodi (ma per il momento non con la vicenda dei tabulati delle telefonate di Mastella, acquisiti senza autorizzazione del Senato), il già corposo "atto di incolpazione" a carico del magistrato; accusato di aver commesso irregolarità, di aver violato il segreto e regole procedimentali nella conduzione delle sue inchieste Toghe lucane, Why not e Poseidone, e di aver avuto un "disinvolto rapporto" con la stampa.
Una documentazione che, secondo il Pg, può essere utile anche al procedimento fissato per lunedì prossimo in cui la sezione disciplinare dovrà pronunciarsi sulla richiesta di Mastella di allontanare subito da Catanzaro il pm che ha indagato su di lui e sul presidente del Consiglio Prodi. L'iniziativa del Pg potrebbe ora avere l'effetto di far slittare proprio la decisione di lunedì.
E' possibile che la difesa di De Magistris, affidata al presidente di sezione della Cassazione Alessandro Criscuolo, chieda il rinvio per avere il tempo per studiare le nuove carte, e magari solleciti la trattazione congiunta a gennaio dei due procedimenti. Si tratterebbe di uno slittamento di una ventina di giorni e quindi è anche possibile che la procura generale della Cassazione non si opponga.
Ma sulla possibilità di unificare i due procedimenti la sezione disciplinare è divisa. E la conseguenza non sarebbe di poco conto, se l'esito fosse negativo per De Magistris: se il Csm dicesse sì al suo trasferimento come misura d'urgenza, il pm dovrebbe lasciare Catanzaro subito. Se invece solo alla fine del processo disciplinare ordinario il Consiglio arrivasse alla conclusione che non può più stare in quella procura, i tempi sarebbero comunque più lunghi; anche di parecchio, come fanno notare alcuni consiglieri, visto che una sentenza disciplinare si può impugnare davanti alle Sezioni Unite della Cassazione.
(14 dicembre 2007)
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/politica/caso-forleo1/demagistris-csm/demagistris-csm.html
De Magistris rifiuta l'interrogatorio
"Violerei il segreto istruttorio"
Il pm di Catanzaro al centro dello scontro con Mastella doveva essere ascoltato al Csm
"Sulla vicenda ci sono indagini aperte dalla procura di Salerno in seguito a diversi esposti"
ROMA - Il pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris non si sottoporrà all'interrogatorio della Procura generale della Cassazione, nell'ambito del processo disciplinare in corso a suo carico al Csm. Prendendo la parola durante l'udienza pubblica di questa mattina a Palazzo dei Marescialli, il magistrato ha spiegato che non si sottoporrà all'esame del Pg Vito D'Ambrosio perché, ha affermato, "violerei il segreto istruttorio" dato che sono ancora in corso le indagini aperte dalla Procura di Salerno su diversi esposti riguardanti l'ufficio giudiziario di Catanzaro.
"A Salerno ho reso oltre trenta verbali, l'ultimo due giorni fa - ha detto De Magistris - non intendo violare il segreto ma voglio permettere alla Procura di Salerno di ricostruire i fatti". Il magistrato calabrese ha spiegato quindi di aver preso la decisione con difficoltà. "Ma dalla lettura degli atti che ho fatto sino a stanotte - ha detto il pubblico ministero - mi sono convinto che ci sono già tutti gli elementi per decidere, ed è quello che spero di cuore, in modo assolutamente favorevole nei miei confronti. I fatti storici sono stati adeguatamente ricostruiti anche dall'audizione dei magistrati di Salerno davanti alla I Commissione del Csm, magistrati che stanno indagando su di me e sui miei esposti".
De Magistris si è comunque riservato di rendere in seguito dichiarazioni spontanee. Saputo della scelta del pm di Catanzaro, D'Ambrosio ha detto di non essere "né stupito né rammaricato": "Ha usato un suo diritto", si è limitato a commentare il rappresentante della procura generale della Cassazione che ha comunque fatto mettere agli atti della Sezione disciplinare del Csm l'elenco di domande che aveva preparato per il magistrato.
(18 gennaio 2008)
DE MAGISTRIS: PG, HA MODO DISTORTO DI INTENDERE MESTIERE
Un modo "errato e distorto di intendere il proprio mestiere", per il quale "si e' ispirato piu' ad un'ottica missionaria. La magistratura non e' una missione, ma un mestiere, che e' il controllo della legalita', guai se un magistrato pensa di avere una missione". E' quanto il Pg di Cassazione Vito D'Ambrosio ha contestato oggi al Pm di Catanzaro Luigi De Magistris di fronte alla sezione disciplinare del Csm, sottolineando che "manca nella condotta dell'incolpato il principio costituzionale per il quale i giudici sono soggetti soltanto alla legge, un principio che e' il limite interno per la magistratura. L'autonomia e l'indipendenza delle toghe sono assicurate in quanto si ha la certezza che il giudice sia vincolato all'applicazione della legge e alle regole disciplinari anche a quelle che non piacciono". D'Ambrosio, inoltre, ha rilevato come la magistratura sia "l'unico potere che ha una capacita' di delegittimazione enorme e che puo' incidere sulla liberta' personale. Questo e' accettato se teniamo conto del limite interno e De Magistris, da questo punto di vista, non da' sufficienti garanzie. Non e' questo il modello di magistrato che la Costituzione e l'ordinamento prevedono e di cui necessita la democrazia ordinaria". Nel ripercorrere la vicenda che ha portato il magistrato calabrese davanti al Tribunale delle toghe, il Pg non ha mancato di sottolineare "comportamenti sleali" di De Magistris, la "incuranza rispetto ai termini procedurali", "l'adozione di provvedimenti al di fuori del Codice", nonche' "rapporti con la stampa utilizzati per fare pubblicita' a se stesso".
Nel 1966 si laureò in giurisprudenza ed un anno più tardi vinse il concorso per entrare nella magistratura. Pretore di Ancona dal 1971 al 1986, da quell'anno fino al 1990 ha fatto parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Nel '90 venne nominato sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione e poco dopo sostenne l'accusa contro la Mafia al maxiprocesso di Palermo, istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, cui era legato da profonda amicizia.
Indipendente di sinistra, nel 1995 venne eletto dapprima consigliere regionale tra le fila del Partito Democratico della Sinistra e poi presidente della regione Marche, incarico che gli venne confermato nel 2000 dal voto popolare. Nel 2005, dopo la vittoria del candidato dell'Unione Gian Mario Spacca è ritornato in magistratura, riprendendo il suo incarico di sostituto procuratore generale.
L'inchiesta Poseidon
"...intercettazioni illegali di colloqui telefonici, risalenti al novembre 2004, dell'ex presidente dell'ANAS, Vincenzo Pozzi, con il segretario dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino, e con Pietro Folena..."
"...Tra gli altri sono indagati il segretario dell'UDC, Lorenzo Cesa....."
"...Domenico Basile, uno degli uomini di punta di Alleanza Nazionale in Calabria.."
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L'inchiesta Why not
"...L'inchiesta ruota attorno anche a presunti contatti tra Saladino e l'allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi...."
"...Negli atti dell'inchiesta figurano anche alcune intercettazioni telefoniche riguardanti colloqui tra il ministro della Giustizia Clemente Mastella e l'imprenditore Antonio Saladino.."
"...Altri indagati nell' inchiesta sono il generale Paolo Poletti, attuale capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, l'assessore al turismo e Vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo (Ds), l'assessore regionale all'agricoltura e forestazione, Mario Pirillo (ex Margherita adesso esponente del Partito Democratico Meridionale) e un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri..."
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L'inchiesta Toghe lucane
"...La guardia di Finanza ha perquisito nei primi mesi del 2007 le abitazioni e gli uffici del sottosegretario allo Sviluppo economico, Filippo Bubbico (Ds).."
Non credo ci sia da aggiungere molto.
C'è un leggero conflitto di interessi...piccolo piccolo...
Ma in concreto cosa rischia?
Non credo ci sia da aggiungere molto.
C'è un leggero conflitto di interessi...piccolo piccolo...
Concetto in italia assolutamente alieno.
Game Over.
Grazie lo stesso Luigi.
DE MAGISTRIS: CSM, VIA DA CATANZARO E DA FUNZIONI PM
Trasferimento ad altra sede e ad altre funzioni. E' la decisione presa oggi dalla sezione disciplinare del Csm nei confronti del pm di Catanzaro Luigi De Magistris. Il trasferimento, stabilito dal tribunale delle toghe dopo oltre 4 ore di camera di consiglio, non sara' immediatamente esecutivo, poiche' si tratta di una sanzione accessoria e non di un provvedimento cautelare, che era invece stato richiesto, nel settembre scorso, dall'allora guardasigilli Clemente Mastella. La sezione disciplinare del Csm ha ritenuto De Magistris responsabile di alcune delle incolpazioni contestategli dalla procura generale della Cassazione, per le quali ha inflitto a De Magistris la sanzione disciplinare della censura.
Maledetti,che possiate essere maledetti.
Hanno dovuto aspettare qlc mese,prima se ne parlava troppo.
sid_yanar
18-01-2008, 18:58
Il problema è che comunque vada, l'inchiesta è stata scippata a De Magistris... Anche se fosse giudicato innocente ora c'è un altro giudice su quel caso.. Che avrà capito l'antifona e magari sarà meno duro... Altrimenti potrebbe arrivare anche a lui una azione disciplinare...
infatti in ogni caso bene che vada il risultato di bloccare l'inchiesta è stato comunque ottenuto :rolleyes:
La decisione del Csm. Il magistrato non aveva affrontato l'interrogatorio
De Magistris via da Catanzaro e procura
Il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto la sola cessazione dalle funzioni di pm
ROMA - Trasferimento ad altra sede e ad altre funzioni. La sezione disciplinare del Csm ha disposto il trasferimento del pm Luigi de Magistris da Catanzaro e dalle funzioni di pm. Il procuratore generale della Cassazione non aveva chiesto il trasferimento, ma solo la cessazione dalle funzioni di pm.
LA REPLICA - «Il Csm ha scritto una pagina ingiusta, su un magistrato che non ha fatto altro che applicare l’articolo 3 della Costituzione ed esercitare il proprio dovere», è stata questa la prima replica, a caldo e dura, pronunciata da Luigi de Magistris appena uscito da Palazzo dei Marescialli. Il magistrato calabrese ha definito il trasferimento «un segnale molto grave. La decisione è profondamente ingiusta e totalmente inaccettabile. Io comunque vado avanti - ha aggiunto - prima o poi le cose saranno chiare a tutti».
RICORSO - Il trasferimento, stabilito dal tribunale delle toghe dopo oltre 4 ore di camera di consiglio, non è immediatamente esecutivo. Ma è una pena accessoria alla condanna principale, che è quella della censura. Ciò vuol dire che il trasferimento diventerà operativo soltanto quando il provvedimento sarà diventato definitivo; quando cioè, dopo un più che probabile ricorso, preannunciato da de Magistris, si saranno pronunziate le sezioni unite della Cassazione.
LE RICHIESTE - Nel pomeriggio, come detto, la procura generale della Cassazione ha chiesto per il pm di Catanzaro il trasferimento dalle sue funzioni, che doveva essere immediato, «secondo la richiesta dell'accusa, «perché la situazione a Catanzaro è tutt'altro che rasserenata». In sostanza, la procura generale riteneva che sia da accogliere, almeno sotto il profilo dell' urgenza, la richiesta di trasferimento d' ufficio che era stata avanzata da Clemente Mastella, in qualità di ministro della Giustizia. L'accusa aveva anche chiesto per de Magistris la sanzione della perdita di anzianità di otto mesi.
«NON RISPONDO AL PG» - Prima della formulazione della richiesta del procuratore, il pm di Catanzaro aveva deciso che non si sarebbe sottoposto all'esame da parte della procura generale della Cassazione nel processo disciplinare che lo vede accusato di aver violato doveri e regole di procedura nella conduzione delle inchieste Toghe-lucane, Why Not e Poseidone. Lo aveva annunciato lui stesso, spiegando di compiere questa scelta per «non violare il segreto investigativo».
«SEGRETO INVESTIGATIVO» - «Davanti alla Procura di Salerno ho reso trenta verbali per centinaia e centinaia di pagine - ha detto de Magistris rivolgendosi ai giudizi della Sezione disciplinare del Csm - sottoponendomi all'esame di oggi dovrei violare il segreto investigativo». Una decisione difficile, ha sottolineato l'ormai ex pm. «Ma dalla lettura degli atti che ho fatto sino a stanotte - aveva detto - mi sono convinto che ci sono già tutti gli elementi per decidere, ed è quello che spero di cuore, in modo assolutamente favorevole nei miei confronti. I fatti storici sono stati adeguatamente ricostruiti anche dall'audizione dei magistrati di Salerno davanti alla I Commissione del Csm, magistrati che stanno indagando su di me e sui miei esposti». Il rappresentante della procura generale della Cassazione, Vito D'Ambrosio, aveva detto di non essere «né stupito né rammaricato» dalla scelta di de Magistris: «Ha usato un suo diritto». D'Ambrosio ha comunque fatto mettere agli atti della Sezione disciplinare l'elenco di domande che aveva preparato per il magistrato.
18 gennaio 2008
http://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_18/magistris_pg_no_interrogatorio_c5c88abc-c5a4-11dc-8434-0003ba99c667.shtml
:doh: :doh: :doh: :doh: :doh: :muro: :muro: :muro: :muro: ...incredibile
dantes76
18-01-2008, 19:55
:doh: :doh: :doh: :doh: :doh: :muro: :muro: :muro: :muro: ...incredibile
te lo ripeto, in tutti i paesi del mondo, la legge cura le anomalie
in italia, le anomalie curano la legge, e questo per alcuni E' civilta'...la chiamo civilta'...
anche se silenzioso, credo che in questo momento vi sia uno spontaneo applauso di gran parte degli italiani a De Magistris.
anche se silenzioso, credo che in questo momento vi sia uno spontaneo applauso di gran parte degli italiani a De Magistris.
io dico che il 96% degli italiani manco sa chi sia..
io dico che il 96% degli italiani manco sa chi sia..
il 96 no. giusto poco più della metà :)
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/politica/caso-forleo1/demagistris-csm/demagistris-csm.html
l trasferimento è una pena accessoria alla condanna di censura
Il magistrato: "Il Consiglio ha scritto una pagina ingiusta"
Cassazione dura con De Magistris
"Non farà più il pm, via da Catanzaro"
ROMA - La sezione disciplinare del Csm ha disposto il trasferimento di Luigi De Magistris da Catanzaro e dalla funzioni di pm. Il trasferimento non è immediatamente esecutivo, ma è una pena accessoria alla condanna principale, che è quella della censura. Ciò vuol dire che diventerà operativo solo quando il provvedimento sarà diventato definitivo. Quando cioè, dopo un più che probabile ricorso, si saranno pronunciate le sezioni unite della Cassazione. La richiesta di trasferimento da Catanzaro e dalla Procura era stata avanzata dall'ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che però aveva chiesto l'adozione di questa misura in via d'urgenza, il che avrebbe significato l'immediato allontanamento di De Magistris. "C'è stata una serena discussione e una condivisione unanime", ha affermato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino in merito alla sentenza. "Certo - ha aggiunto - decisioni del genere non si prendono allegramente".
"Decisione inaccettabile".
De Magistris accusa il Csm di aver preso "una decisione grave e inaccettabile" e aver "scritto una pagina ingiusta nei confronti di un magistrato che non ha fatto altro che esercitare il proprio dovere" applicando l'articolo 3 della Costituzione sull'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
E non si dà per vinto: "Utilizzerò ogni strumento previsto dall'ordinamento democratico per dimostrare la correttezza del mio operato.
Prima o poi le cose saranno chiare a tutti".
I fatti per cui è stato condannato.
Provvedimenti "abnormi", come il decreto di perquisizione nei confronti del procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, o come quello con cui aveva disposto che i nomi di due indagati, il senatore Giancarlo Pittelli e il generale Walter Lombardo Cretella, fossero secretati in un armadio blindato.
E' anche per questo che De Magistris è stato condannato.
Ma pure per non aver chiesto la convalida di provvedimenti di fermo, e per aver trasmesso alla Procura di Salerno il fascicolo dell'inchiesta "Poseidone" dopo che gli era stata avocata dal procuratore di Catanzaro.
La sezione disciplinare lo ha riconosciuto colpevole anche per non aver informato dei suoi provvedimenti i suoi diretti superiori.
Assolto per fuga di notizie.
De Magistris è stato assolto da alcune delle accuse che gli aveva mosso la Procura generale della Cassazione, a cominciare da quella di non aver adottato le misure necessarie per impedire la fuga di notizie sulle sue inchieste. Tra gli episodi contestati, anche la vicenda della fuga di notizie sull'iscrizione del presidente del Consiglio, Romano Prodi, nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta "Why Not". L'assoluzione riguarda anche l'accusa di aver avuto "rapporti disinvolti" con la stampa e di essersi presentato all'opinione pubblica come "vittima di persecuzione da parte di politici e magistrati". Come pure è stato assolto dall'addebito di aver diffuso "sospetti" senza prove nei confronti di superiori e colleghi.
I tempi.
De Magistris non dovrà lasciare la Procura di Catanzaro finché non ci sarà la pronuncia definitiva da parte delle sezioni unite civili della Cassazione, di fronte allle quali il pm può impugnare il verdetto del tribunale delle toghe. Il provvedimento, infatti, di fronte a un ricorso in Cassazione resta sospeso, proprio perché si tratta di una sanzione accessoria e non di un trasferimento cautelare. Bisognerà attendere ora il deposito delle motivazioni del Consiglio superiore della magistratura, che per legge avviene entro 30 giorni, ma per il quale possono esserci rinvii. Dopo di esso, il pm potrà preparare un ricorso alla Suprema Corte. Si può prevedere, dunque, che passeranno molti mesi prima che si arrivi a scrivere la parola fine su questa vicenda.
(18 gennaio 2008)
Maledetti,che possiate essere maledetti.
*
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Dico-addio-alla-casta-dei-giudici/1977232//1
Dico addio alla casta dei giudici
di Luigi De Magistris
Giochi di potere. Lottizzazione.
Nessuna difesa dei colleghi sotto tiro.
Con una dura lettera d'accusa il pm di Catanzaro si dimette dall'Anm.
Ecco il testo in esclusiva
Ecco la lettera con la quale il pm Luigi De Magistris si dimette dall'Associazione nazionale magistrati (come già aveva fatto la collega Ilda Boccassini due settimane fa), dopo la decisione del Csm di rimuoverlo dalla sede di Catanzaro e dall'ufficio di pm.
Già da alcuni mesi avevo deciso - seppur con grande rammarico - di dimettermi dall'Associazione nazionale magistrati. I successivi eventi che mi hanno riguardato, le priorità dettate dai tempi di un processo disciplinare tanto rapido quanto sommario, ingiusto ed iniquo, mi hanno imposto di soprassedere.
Adesso è il tempo che 'tutti i nodi vengano al pettine'.
Vado via da un'associazione che non solo non è più in grado di rappresentare adeguatamente i magistrati che quotidianamente esercitano le funzioni, spesso in condizioni proibitive, ma sta - con le condotte ed i comportamenti di questi anni - portando, addirittura, all'affievolimento ed all'indebolimento di quei valori costituzionali che dovrebbero essere il punto di riferimento principale della sua azione.
L'Anm - che storicamente aveva avuto il ruolo di contribuire a concretizzare i valori di indipendenza interna ed esterna della magistratura - negli ultimi anni, con prassi e condotte censurabili ormai sotto gli occhi di tutti, ha contribuito al consolidamento di una magistratura 'normalizzata' non sapendo e non volendo 'stare vicino' ai tanti colleghi (sicuramente i più 'bisognosi') che dovevano essere sostenuti nelle loro difficili azioni quotidiane spesso in contesti di forte isolamento; ha fatto proprie tendenze e pratiche di lottizzazione attraverso il sistema delle cosiddette correnti; ha contribuito - di fatto - a rendere sempre più arduo l'esercizio di una giurisdizione indipendente che abbia come principale baluardo il principio costituzionale che impone che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge.
L'Anm è divenuta, con il tempo, un luogo di esercizio del potere, con scambi di ruoli tra magistrati che oggi ricoprono incarichi associativi, domani siedono al Csm, dopodomani ai vertici del ministero e poi, magari, finito il 'giro', si trovano a ricoprire posti apicali ai vertici degli uffici giudiziari. È uno spettacolo che per quanto mi riguarda è divenuto riprovevole.
Anche io, per un periodo, ho pensato, lottando non poco come tutti i miei colleghi sanno, di poter contribuire a cambiare, dall'interno, l'associazionismo giudiziario, ma non è possibile non essendoci più alcun margine.
Lascio, pertanto, l'Anm, donando il contributo ad associazioni che, nell'impegno quotidiano antimafia, cercano di garantire l'indipendenza concreta della magistratura molto meglio dell'associazionismo giudiziario.
Non vi è dubbio che anche il Consiglio superiore della magistratura, composto da membri laici, espressione dei partiti, e membri togati, espressione delle correnti, non può, quindi, non risentire dello stato attuale della politica e della magistratura associata.
I magistrati debbono avere nel cuore e nella mente e praticare nelle loro azioni i principi costituzionali ed essere soggetti solo alla legge.
So bene che all'interno di tutte le correnti dell'Anm vi sono colleghi di prim'ordine, ma questo sistema di funzionamento dell'autogoverno della magistratura lo considero non più tollerabile. Il Csm deve essere il luogo in cui tutti i magistrati si sentano, effettivamente, garantiti e tutelati dalle costanti minacce alla loro indipendenza.
Non è possibile assistere ad indegne omissioni o interventi inaccettabili dell'Anm, come ad esempio negli ultimi mesi, su vicende gravissime che hanno coinvolto magistrati che, in prima linea, cercano di adempiere solo alle loro funzioni: da ultimo, quello che è accaduto ai colleghi di Santa Maria Capua Vetere.
Non parlo delle azioni ed omissioni riprovevoli - da parte anche di magistrati, non solo operanti in Calabria - sulla mia vicenda perché di quello ho riferito alla magistratura ordinaria competente e sono fiducioso che, prima o poi, tutto sarà più chiaro.
Certo, lo spettacolo che mi ha visto in questi giorni protagonista, in un processo disciplinare che mi ha lasciato senza parole, ha contribuito a radicare in me la convinzione che questo sistema ormai è divenuto inaccettabile per tutti quei magistrati che ancora sentono e amano profondamente questo mestiere e che siamo ormai al capolinea.
Io sono orgoglioso - sembrerà paradossale - che questo Csm mi abbia inflitto la censura con trasferimento d'ufficio. Era proprio quello che mi aspettavo. Ed anche scritto, in tempi non sospetti. Ho già detto, ad un mio amico antiquario, di farmi una bella cornice: dovrò mettere il dispositivo della sentenza dietro la scrivania del mio ufficio ed indicare a tutti quelli che me lo chiederanno le vere ragioni del mio trasferimento.
La mia condanna disciplinare è grave e infondata, nei confronti della stessa farò ricorso alle sezioni unite civili della Suprema Corte di Cassazione confidando in giudici sereni, onesti, imparziali, in poche parole giusti. La condanna è, poi, talmente priva di fondamento, da ogni punto di vista, che la considero anche inaccettabile.
Mi viene inflitta la censura, devo lasciare Catanzaro ed abbandonare le funzioni di pubblico ministero in sostanza perché non ho informato i miei superiori in alcune circostanze e perché ho secretato un atto solo ed esclusivamente per salvaguardare le indagini ed evitare che vi fossero propalazioni esterne che danneggiassero le inchieste; senza, peraltro, tenere conto delle gravissime ragioni che hanno necessariamente ispirato alcune mie condotte. Troppo zelo, troppi scrupoli, troppo amore per questo mestiere. Del resto il procuratore generale che rappresentava l'accusa in giudizio, nel rimproverarmi, definendomi anche birichino, ha detto che concepisco le mie funzioni come una missione.
Ebbene, questa decisione, a mio umile avviso, contribuisce ad affievolire l'indipendenza della magistratura, conduce ad indebolire i valori ed i principi costituzionali, ci trascina verso una magistratura burocratizzata ed impaurita sotto il maglio e la clava del processo disciplinare.
Il rappresentante della Procura generale della Cassazione in udienza, il dr. Vito D'Ambrosio, ex politico, il quale per circa dieci anni è stato anche presidente della giunta della Regione Marche, ha sostenuto, durante il processo, sostanzialmente, che non rappresento, in modo adeguato, il modello di magistrato.
Ed invero, il modello di magistrato al quale mi sono ispirato è quello rappresentato da mio nonno magistrato (che ha subito anche due attentati durante l'espletamento delle funzioni), da mio padre (che ha condotto processi penali di estrema importanza in materia di terrorismo, criminalità organizzata e corruzione), dai miei magistrati affidatari durante il tirocinio, dai tanti colleghi bravi e onesti conosciuti in questi anni, da quello che ho potuto apprendere ed imparare, sulla mia pelle in contesti ambientali anche molto difficili, dall'esperienza professionale nell'esercizio di un mestiere al quale ho dedicato, praticamente, gran parte della mia vita. Il mio modello è la Costituzione repubblicana, nata dalla resistenza. Il modello 'castale' e del magistrato 'burocrate' non mi interessa e non mi apparterrà mai, nessuna 'quarantena' in altri uffici, nessun 'trattamento di recupero' nelle pur nobili funzioni giudicanti, potrà mutare i miei valori, né potrà far flettere, nemmeno di un centimetro, la mia schiena. Sarò sempre lo stesso, forse, debbo a questo appunto ammetterlo, un magistrato che per il 'sistema' è 'deviato ed eversivo'.
Pertanto, questa sentenza è, per me, la conferma di quello che ho visto in questi anni ed un importante riscontro professionale alla bontà del mio lavoro. Certo è una sentenza che nella sua profonda ingiustizia è anche intrinsecamente mortificante. Imporre ad un pubblico ministero, che si sa che ha sempre professato e praticato l'amore immenso per quel mestiere, di non poterlo più fare - sol perché ha 'osato', in pratica, indagare un sistema devastante di corruzione e cercato di evitare che una 'rete collusiva' ostacolasse il proprio lavoro e, quindi, condannandolo per avere, in definitiva, rispettato la legge - è un po' come dire ad un chirurgo che non può più operare, ad un giornalista di inchiesta che deve occuparsi di fiere in campagna, ad un investigatore di polizia giudiziaria che deve pensare ai servizi amministrativi. Farò di tutto, con passione ed entusiasmo intatti, nei prossimi mesi, per dimostrare quanto ingiusta e grave sia stata questa sentenza e che danno immane abbia prodotto per l'indipendenza e l'autonomia dei magistrati, ed anche e soprattutto per la Calabria, una terra (che continuerò sempre ad amare comunque finisca questa 'storia') che aveva bisogno di ben altri 'segnali' istituzionali.
Lavorerò ancor più alacremente nei prossimi mesi - prima del mio probabile allontanamento 'coatto' dalla Calabria - presso la Procura della Repubblica di Catanzaro per condurre a termine le indagini più delicate pendenti.
Non mi sottrarrò ad eventuali dibattiti pubblici anche tra i lavoratori, tra gli operai, tra gli studenti, nei luoghi in cui vi è sofferenza di diritti, per contribuire - da cittadino e da magistrato, con la mia forza interiore - al consolidamento di una coscienza civile e per la realizzazione di un tessuto connettivo sinceramente democratico.
Il Paese deve, comunque, sapere che vi sono ancora magistrati che con onore e dignità offrono una garanzia per la tutela dei diritti di tutti (dei forti e dei deboli allo stesso modo) e che non si faranno né intimidire, né condizionare, da alcun tipo di potere, da nessuna casta, esercitando le funzioni con piena indipendenza ed autonomia, in una tensione ideale e morale costituzionalmente orientata, in ossequio, in primo luogo, all'art. 3 della Costituzione repubblicana.
La lotta per i diritti è dura e forse lo sarà sempre di più nei prossimi mesi: nelle istituzioni e nel Paese vi sono ancora, però, energie e valori, anche importanti. Si deve costruire una rete di rapporti - fondata sui valori di libertà, uguaglianza e fratellanza - che impedisca all'Italia di crollare definitivamente proprio sul terreno fondamentale dei diritti e della giustizia. È il momento che ognuno faccia qualcosa - in questa devastante deriva etica e pericoloso decadimento dei valori - divenendo protagonista per contribuire al bene della collettività e del prossimo, non lasciando l'Italia nelle mani di manigoldi, affaristi e faccendieri.
(24 gennaio 2008)
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Comunione e liberazione in toga
di Marco Lillo
Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati è un gip 45enne del tribunale Milano: si chiama Simone Luerti e dopo il trasferimento di Luigi De Magistris ha commentato: "La decisione del Csm dimostra che il sistema funziona, lui potrà fare ricorso in Cassazione.
Non si può più parlare di indipendenza senza parlare di responsabilità delle toghe.
È finita la difesa corporativa a tutti i costi".
Non proprio un esempio di solidarietà al collega al quale avevano appena stroncato la carriera.
Fino al 1999 anche Luerti ha fatto il magistrato a Catanzaro, ma non era amico di De Magistris bensì di uno dei suoi principali indagati: Antonio Saladino, il leader della Compagnia delle Opere nel meridione, il braccio imprenditoriale di Comunione e liberazione.
Anche Luerti fa parte di Cl.
Si dice sia addirittura un membro dei 'Memores domini', il gruppo degli eletti di Cl fondato da Don Giussani che "intendono seguire una vita di perfezione cristiana praticando l'obbedienza, la povertà, e la verginità".
Lo statuto dei Memores stabilisce che "i beni economici dell'associazione sono costituiti innanzitutto dal redditi del lavoro dei suoi membri, dai beni da essi devoluti" e che "in caso di estinzione dell'Associazione, i beni economici di cui essa è titolare saranno devoluti alla Fraternità di Cl".
Sono sparsi in 29 paesi e vivono in case comuni a gruppi di tre persone, solo donne o solo uomini. Luerti è uno di loro?
"Non rispondo a domande che riguardano la mia vita privata", spiega a 'L'espresso', "le confermo solo che faccio parte di Cl e che il mio legame amicale con Saladino nasce in Calabria, dove lui aveva un ruolo nel movimento.
Ma stiamo parlando di dieci anni fa, non lo sento da tempo e non vedo nessun conflitto di interesse con il mio ruolo attuale.
Comunque lui non fa parte dei Memores domini".
(24 gennaio 2008)
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