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View Full Version : Stuprano una bimba: assolti «Sono aborigeni, vanno capiti»


Bastian UMTS
11-12-2007, 22:18
Australia Il premier Rudd: «Sono orripilato da casi come questo»
Stuprano una bimba: assolti
«Sono aborigeni, vanno capiti»
Per la giudice, la vittima di 10 anni «era d’accordo»

Sarah Bradley è una giudice australiana che crede nel rispetto della diversità culturale. Di quelle che hanno lavorato per anni per tenere fuori dalle prigioni i criminali aborigeni. Deve essere per questo che, qualche settimana fa, ha lasciato liberi tre uomini e sei ragazzi, rei confessi dello stupro di una bambina di dieci anni: «Dovete capire—ha detto loro bonariamente— che non potete fare sesso con una minorenne. In questo caso ammetto che la ragazza coinvolta probabilmente era consenziente». Dopotutto, è l’assunto della giudice, la violenza sessuale è talmente diffusa nelle aree indigene, dove i neonati contraggono malattie veneree e i bambini mimano l’atto sessuale già all’asilo, che i giovani potrebbero non percepirla come un reato e quindi vanno educati, non puniti.

Peccato per la vittima, una ragazzina magra con la faccia triste, nata con un lieve ritardo mentale a causa del troppo alcool bevuto da sua madre durante la gravidanza. A lei la vita non ha fatto nessuno sconto. Aveva sette anni quando subì la prima violenza. Per questo era stata allontanata dalla comunità di Aurukun, nel Queensland settentrionale, e data in affidamento a una famiglia non indigena. Poi il ritorno a casa e lo stupro di gruppo: «È sbagliato — aveva decretato il Dipartimento per la sicurezza del bambino — farla allevare da gente bianca, così le rubiamo la sua identità». La triste storia della piccola Kylie (il nome è di fantasia), oggi dodicenne, ha sconvolto l’Australia. Il neo premier laburista Kevin Rudd, eletto qualche settimana fa, ha invocato la tolleranza zero: «Sono orripilato da casi come questo — ha detto —, di violenza sessuale contro donne e bambini».

Il procuratore generale del Queensland, Kerry Shine, ha promesso un appello immediato contro «una sentenza patetica che non riflette le aspettative di questa comunità ». E la prima ministra dello Stato, Anna Bligh, ha ordinato che siano rivisti tutti i casi di stupro degli ultimi due anni: «Voglio essere sicura—ha detto — che non ci sia un diverso standard di giustizia per le comunità indigene». Il sospetto, piuttosto forte, è che altre violenze sessuali non siano state segnalate dagli assistenti sociali. Nel caso di Kylie un funzionario del Dipartimento per la sicurezza del bambino è stato licenziato per aver nascosto alla polizia che la piccola aveva contratto la gonorrea. Lui si è difeso dicendo che non sapeva che fosse una malattia a trasmissione sessuale. Sei mesi fa un rapporto, commissionato dal Territorio del Nord, aveva evidenziato quanto l’alcolismo e la violenza fossero diffusi in tutte le comunità indigene dello Stato. Ad Alice Spring, per esempio, la prima causa di morte tra le donne è l’omicidio. «È una disgrazia nazionale — aveva sentenziato allora il ministro federale per gli Affari indigeni Mal Brough —. Qualcosa deve cambiare nel Paese». Ma finora è successo poco.

Certo non è stata più tollerata l’applicazione della tradizione tribale che consentiva all’anziano del villaggio di punire, a modo suo, i crimini commessi all’interno della comunità. Ma le autorità locali non sembrano in grado di gestire la disperazione degli aborigeni, che rappresentano il 2,4% della popolazione australiana. La politica dell’autonomia ha fallito. Quella dell’assimilazione pure. «Una cosa è sicura—dice Boni Robertson, professore di politiche indigene alla Griffith University —. La cultura non può essere usata per dire che nove uomini possono stuprare una bambina di 10 anni. Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili?». In questi giorni a guidare l’Australia al posto di Rudd, in missione a Bali, c’è per la prima volta una vicepremier: «Nella nostra società —ha detto ieri Julia Gillard — le donne possono fare qualsiasi cosa». Di certo non le aborigene.

Monica Ricci Sargentini
11 dicembre 2007

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_11/stupro_bimba_aborigeni_assolti_3665200a-a7be-11dc-9708-0003ba99c53b.shtml


Ed io che mi ero stupito in merito alla sentenza sul sardo violentatore....:eek:

Senza Fili
11-12-2007, 22:19
Ehhh, ma è la loro cultura, leggasi "sono ragaaaazzi" :Puke:

drakend
11-12-2007, 22:31
Alla "giudice" andrebbe fatta una perizia psichiatrica. :rolleyes:
Va bene rispettare le differenti culture e tradizioni, però il rispetto delle leggi deve valere per tutti ed avere la priorità sulle tradizioni.

Alexi@
11-12-2007, 22:33
che schifo :Puke:

D.O.S.
11-12-2007, 22:36
abusare di una bambina di 10 anni non fa parte della cultura aborigena , è probabilmente la conseguenza delle condizioni di vita in cui sono costretti.

Blaster_Maniac
11-12-2007, 22:39
Alla "giudice" andrebbe fatta una perizia psichiatrica. :rolleyes:
Va bene rispettare le differenti culture e tradizioni, però il rispetto delle leggi deve valere per tutti ed avere la priorità sulle tradizioni.

Si certo. Però il popolo colonizzatore se ne sbatte delle leggi delle tribù.
La ragazzina era della tribù? Si. Nessuno dovrebbe mettere il becco quindi. La nostra morale non è assoluta, ed è diversa dalla morale di un popolo indigeno.
E' sbagliato stuprare una bambina di 7 anni? Certamente, in occidente. Se nelle tribù è una cosa comunissima, cosa c'è di sbagliato però?(anche se la vedo più come dos, qua sopra)
Mah... la questione è molto controversa. O questi indigeni vengono fatti "progredire" in qualche modo-e l'unico modo possibile è quello di portargli via le successive generazioni, distruggendo di fatto una etnia, "moralmente" ingiusto comunque- o gli dai la loro terra e gli fai fare i cazzi loro, con le ovvie conseguenze.

Senza Fili
11-12-2007, 22:41
Si certo. Però il popolo colonizzatore se ne sbatte delle leggi delle tribù.
La ragazzina era della tribù? Si. Nessuno dovrebbe mettere il becco quindi. La nostra morale non è assoluta, ed è diversa dalla morale di un popolo indigeno.


Ah ecco, quindi se in Africa tagliano il clitoride alle donne o impiccano i gay sbattiamocene altamente tanto succede fuori dal nostro orticello...guarda che i diritti umani dovrebbero essere garantiti ovunque, non è che se una bimba viene stuprata da una tribù è meno grave che rispetto a che venga stuprata da un pedofilo francese, eh :rolleyes:

Bastian UMTS
11-12-2007, 22:43
Ah ecco, quindi se in Africa tagliano il clitoride alle donne o impiccano i gay sbattiamocene altamente tanto succede fuori dal nostro orticello...guarda che i diritti umani dovrebbero essere garantiti ovunque, non è che se una bimba viene stuprata da una tribù è meno grave che rispetto a che venga stuprata da un pedofilo francese, eh :rolleyes:

*

Blaster_Maniac
11-12-2007, 22:44
Ah ecco, quindi se in Africa tagliano il clitoride alle donne o impiccano i gay sbattiamocene altamente tanto succede fuori dal nostro orticello...guarda che i diritti umani dovrebbero essere garantiti ovunque, non è che se una bimba viene stuprata da una tribù è meno grave che rispetto a che venga stuprata da un pedofilo francese, eh :rolleyes:

Sono d'accordo. Ma allora non si possono fare le cose a metà. Non puoi togliere terra ad un popolo e farlo progredire a pezzi e bocconi. O lo inglobi totalmente o non lo influenzi minimamente.

drakend
11-12-2007, 22:45
Si certo. Però il popolo colonizzatore se ne sbatte delle leggi delle tribù.
La ragazzina era della tribù? Si. Nessuno dovrebbe mettere il becco quindi. La nostra morale non è assoluta, ed è diversa dalla morale di un popolo indigeno.
E' sbagliato stuprare una bambina di 7 anni? Certamente, in occidente. Se nelle tribù è una cosa comunissima, cosa c'è di sbagliato però?(anche se la vedo più come dos, qua sopra)
Mah... la questione è molto controversa. O questi indigeni vengono fatti "progredire" in qualche modo-e l'unico modo possibile è quello di portargli via le successive generazioni, distruggendo di fatto una etnia, "moralmente" ingiusto comunque- o gli dai la loro terra e gli fai fare i cazzi loro, con le ovvie conseguenze.
La tribù sta in Australia e deve rispettare le regole del Paese: non mi risulta che lo stupro sia legale in Australia. Non c'è proprio nessuna questione controversa: se la cultura aborigena ammette questo scempio allora si evolva adattandosi alla legislazione nazionale. Chi si rende responsabile di sturpro in nome della sua cultura deve essere trattato come uno stupratore normale.

Senza Fili
11-12-2007, 22:46
Sono d'accordo. Ma allora non si possono fare le cose a metà. Non puoi togliere terra ad un popolo e farlo progredire a pezzi e bocconi. O lo inglobi totalmente o non lo influenzi minimamente.

Che abbiano tolto loro gli spazi concordo che sia stata una violenza, che debba essere lasciata loro autonomia di gestire usi e costumi propri ok, ma quando i loro usi vanno a cozzare con i diritti civili basilari degli esseri umani non si può fare finta di niente.

Blaster_Maniac
11-12-2007, 22:47
La tribù sta in Australia e deve rispettare le regole del Paese: non mi risulta che lo stupro sia legale in Australia. Non c'è proprio nessuna questione controversa: se la cultura aborigena ammette questo scempio allora si evolva adattandosi alla legislazione nazionale. Chi si rende responsabile di sturpro in nome della sua cultura deve essere trattato come uno stupratore normale.

Tanto per sapere, in Australia c'erano già gli australiani prima degli Aborigeni?:mbe:

Senza Fili
11-12-2007, 22:48
La tribù sta in Australia e deve rispettare le regole del Paese: non mi risulta che lo stupro sia legale in Australia. Non c'è proprio nessuna questione controversa: se la cultura aborigena ammette questo scempio allora si evolva adattandosi alla legislazione nazionale. Chi si rende responsabile di sturpro in nome della sua cultura deve essere trattato come uno stupratore normale.

Anche perchè se si fa finta di niente si rischia di creare un pericoloso precedente; già mi vedo nuove mete di turismo sessuale verso luoghi, del terzo Mondo, in cui pedofilia e violenze sono considerate "loro cultura"

Blaster_Maniac
11-12-2007, 22:51
Che abbiano tolto loro gli spazi concordo che sia stata una violenza, che debba essere lasciata loro autonomia di gestire usi e costumi propri ok, ma quando i loro usi vanno a cozzare con i diritti civili basilari degli esseri umani non si può fare finta di niente.

Che senso ha conservare tribù primitive se ne vengono impediti tutti i loro usi e costumi, pur pervertiti e violenti che siano?
Come fai a mettere in galera un aborigeno che stupra se nella loro "legge" non ci sono punizioni per tale crimine?
E' comunque un atteggiamento colonizzatore, che non tollera la libertà di un popolo, libertà sotto ogni aspetto.
I diritti umani non sono assoluti, se in una tribù è tradizione sgozzare bambini deformi nessuno può permettersi di influire su tale atteggiamento, e non sto dicendo che atti del genere siano ammirevoli.

D.O.S.
11-12-2007, 22:53
scusate ma ... vi rendete conto di quello che state dicendo ??
non esistono culture che ammettono la pedofilia e la legalizzano

persino ai tempi dei romani era permessa solo verso gli schiavi e non certo su tutta la popolazione .

se questo accade è perchè la situazione dentro le tribù è degenerata a tal punto da permettere ai pedofili di restare impuniti.

Blaster_Maniac
11-12-2007, 22:53
Anche perchè se si fa finta di niente si rischia di creare un pericoloso precedente; già mi vedo nuove mete di turismo sessuale verso luoghi, del terzo Mondo, in cui pedofilia e violenze sono considerate "loro cultura"

No. Se un estraneo va a stuprare un aborigena allora c'è la galera. Se un aborigeno compie un atto per loro non criminale lo stesso aborigeno non va incriminato.
Insomma, ad un popolo si applicano le leggi di tale popolo, non quelle di un altro. E aborigeni ed australiani sono cose totalmente diverse.

federuko
11-12-2007, 22:54
Ah ecco, quindi se in Africa tagliano il clitoride alle donne o impiccano i gay sbattiamocene altamente tanto succede fuori dal nostro orticello...guarda che i diritti umani dovrebbero essere garantiti ovunque, non è che se una bimba viene stuprata da una tribù è meno grave che rispetto a che venga stuprata da un pedofilo francese, eh :rolleyes:

perchè allora non si esportano diritti umani - ad esempio - in cina? tra gli effetti collaterali, tra l'altro, ci sarebbe anche quello che i prezzi di produzione sarebbero destinati ad aumentare risolvendo il problema di quella che viene definita da qualcuno "concorrenza sleale".
sai spegarmi il criterio con quale si scelgono i paesei/popoli ad i quali esportare diritti, e quelli che invece possono fare quello che gli pare?

Blaster_Maniac
11-12-2007, 22:55
scusate ma ... vi rendete conto di quello che state dicendo ??
non esistono culture che ammettono la pedofilia e la legalizzano

persino ai tempi dei romani era permessa solo verso gli schiavi e non certo su tutta la popolazione .

se questo accade è perchè la situazione dentro le tribù è degenerata a tal punto da permettere ai pedofili di restare impuniti.

Io sto prendendo questo caso solo come esempio. Credo che il 90% delle pratiche dele tribù primitive del mondo verebbero rigettati da tutte le altre popolazioni.

drakend
11-12-2007, 23:09
Tanto per sapere, in Australia c'erano già gli australiani prima degli Aborigeni?:mbe:
Discorso irrilevante: ora c'è l'Australia ed uno Stato che si chiama tale deve essere capace di far rispettare le sue leggi da tutti, a prescindere dalla loro cultura.

D.O.S.
11-12-2007, 23:12
eridaglie con sta storia della cultura :rolleyes:


mi è venuto un dubbio ... secondo voi la mafia fa parte della cultura italiana ?

Senza Fili
11-12-2007, 23:14
Discorso irrilevante: ora c'è l'Australia ed uno Stato che si chiama tale deve essere capace di far rispettare le sue leggi da tutti, a prescindere dalla loro cultura.

Esatto.
E comunque certi atti contro la persona non sono equiparabili a semplici usi e consuetudini, non stiamo parlando di indossare il kilt o vivere in tende, ma di veri e propri atti di violenza verso altri esseri umani, non giustificabili in nessun modo.

kintaro oe
11-12-2007, 23:42
scusate ma ... vi rendete conto di quello che state dicendo ??
non esistono culture che ammettono la pedofilia e la legalizzano

persino ai tempi dei romani era permessa solo verso gli schiavi e non certo su tutta la popolazione .

se questo accade è perchè la situazione dentro le tribù è degenerata a tal punto da permettere ai pedofili di restare impuniti.

ehm......

http://statominimo.splinder.com/

Nei mesi scorsi si è molto parlato di preti cattolici pedofili, ma si è poco discusso sulla pedofilia (non denunciata) nelle società islamiche. Allora ho fatto una piccola ricerca dopo aver letto da Grendel la notizia sui "mutandoni di Heidi".

Vi dicevo che cercando un po' in internet ho trovato questo articolo di Liberation ben spiegato dall'Associazione Prometeo, sulla pedofilia nelle Madrasse.

Bisogna anche dire che lo stesso Maometto era un pedofilo: aveva sposato una bambina di 6 anni e hanno consumato il matrimonio quando lei aveva 9 anni e il Profeta ne aveva 54.

Altra prova? Il Consiglio dei Guardiani in Iran ha legalizzato il matrimonio per le bambine a partire dai 9 anni.



http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=0&ip=1&iv=1&im=61

REPORTAGE.

Islam e Pedofilia Il caso delle "Madrasse" denunciato dal settimanale Libération.

Stupri, sevizie, pedofilia. Si contano a decine, solo negli ultimi mesi, i casi di maltrattamenti e violenze sessuali in Pakistan sui ragazzini che studiano nelle madrasse, le discusse scuole coraniche tornate nell'occhio del ciclone dopo gli attentati del 7 luglio 2005 a Londra. Eppure - come sottolinea il quotidiano della sinistra francese 'Libération' in un lungo reportage pubblicato il 24 agosto 2005 - solo raramente le famiglie decidono di denunciare i responsabili, mentre i mullah, protetti dall'omertà dilagante e da 'appoggi che contano nelle amministrazioni locali, godono ancora di un'impunità "praticamente totale". 'Libération' si addentra nella complessa realtà dell'educazione religiosa in Pakistan, alla quale ricorrono soprattutto le fasce più povere della popolazione poiché i corsi sono gratuiti. Solo poche madrasse offrono lezioni di inglese, o insegnano a usare un computer. Nelle altre, e sono la stragrande maggioranza - osserva il quotidiano francese - si passano intere giornate a studiare a memoria il Corano, ma solo foneticamente, dal momento che gli allievi non parlano arabo. E i maltrattamenti, almeno stando alle poche testimonianze che trapelano, sono all'ordine del giorno. Come è successo ad Abid, 14 anni, pupillo, nel 2002, di un giovane insegnante in una madrassa di Karachi, nel sud del Pakistan. Il mullah ha cominciato a fargli avances sempre più insistenti. Quando Abid ha deciso di parlarne con i familiari e con il direttore della scuola coranica, l'insegnante gli ha versato addosso un'intera tanica di acido, sfigurandolo a vita. Il padre del ragazzo, un taxista, lo ha denunciato, ma finora non vi è stato alcun processo e la famiglia di Abid vive nel terrore, tempestata da minacce di morte. Nei mesi scorsi anche a Lahore, nel Pakistan orientale, un caso di pedofilia è venuto a galla rompendo il muro della censura mediatica. La mamma di Talha, 6 anni, ha trovato il figlioletto svenuto, con i vestiti insanguinati, sul pavimento di una moschea dove il bimbo prendeva lezioni di Corano. Quel pomeriggio, l'insegnante aveva mandato a casa tutti gli altri allievi molto prima del solito. Poi aveva portato Talha nella sua stanza, aveva chiuso la porta a chiave e l'aveva violentato, minacciando di picchiarlo. Il padre del piccolo è riuscito a far arrestare il mullah. Ma da quel giorno deve far fronte a continui ricatti e intimidazioni: i leader religiosi non cessano di fare pressioni sulla sua famiglia perché ritiri la denuncia al mullah pedofilo. Non sono solo gli atti di pedofilia a segnare le vite di molti allievi delle madrasse, spiega 'Libération'. In alcune scuole coraniche, i ragazzini vengono percossi e sottoposti a sevizie. A Faisalabad, nel Pakistan centrale, un coraggioso 11enne ha raccontato dei maltrattamenti che i responsabili di una madrassa del posto infiggevano quotidianamente agli studenti, incatenandoli e picchiandoli "come animali". Quando Atif ha osato ribellarsi, il suo maestro l'ha voluto punire in maniera esemplare. L'ha legato con dei fili elettrici e poi l'ha colpito ripetutamente con catene e spranghe di ferro, finché il ragazzino non si è accasciato al suolo perdendo i sensi. Trasportato d'urgenza all'ospedale, è sopravvissuto alle sevizie ma la stampa locale ritiene sia rimasto traumatizzato al punto da mettersi a piangere "ogni volta che vede un medico con la barba". Malgrado i recenti episodi di pedofilia riportati dai media pakistani, sono ancora in pochi, ricorda 'Libération', a "uscire allo scoperto" parlando apertamente di ciò che accade nelle madrasse. Fra le comunità più povere, d'altronde, regna la convinzione che far studiare i propri figli nelle scuole coraniche significhi "garantire il paradiso" a tutta la famiglia. Senza contare il fatto che in Pakistan le figure religiose detengono il "potere assoluto", come ha spiegato a 'Libération' un giornalista del quotidiano di Islamabad 'The Nation', che ha preferito mantenere l'anonimato. "Si sa che ci sono dei mullah pedofili, ma nessuno ne vuole parlare. Nel nostro Paese si è imposta una cultura dell'impunità. Raramente un esponente religioso viene condannato da un tribunale, e la stampa, soggetta a continue pressioni da parte degli stessi ambienti religiosi, ha quasi sempre le mani legate". Se qualcuno a Islamabad, poi, decide di alzare la voce, viene subito messo in un angolo, osserva 'Libáration'. Come Amir Liaquat Hussein, vice ministro pakistano per gli Affari Religiosi e conduttore di 'Alim On-Linè, un popolare programma televisivo dedicato all'Islam. Nel dicembre dell'anno scorso, in occasione di una conferenza sull'Aids, Hussein aveva sfidato gli ambienti islamici più oltranzisti dichiarando che i mullah - indicati dal governo come i soggetti più idonei a condurre una campagna di prevenzione contro il virus dell'Hiv - "non sono tagliati per questo ruolo perché abusano regolarmente dei loro allievi". Il vice ministro pose l'accento sulle "400 denunce di pedofilia a carico dei mullah" archiviate nel 2004 dalla polizia pakistana. "Sono stato il primo in assoluto ad affrontare la questione - ha spiegato con orgoglio a 'Libáration' -. E' un problema che esiste in ogni religione, ma qui da noi lo si maschera. Voglio dire la verità ai pakistani e alla comunità internazionale. E' una questione di etica. Questi abusi - ha aggiunto Hussein - non avvengono certo in tutte le madrasse pakistane, ma forniscono comunque un quadro negativo dell'Islam". Da quando ha deciso di parlare, il vice ministro è sotto assedio. Per placare le ire dei religiosi, ha dovuto scusarsi pubblicamente per aver offeso l'onore dei mullah. E' inoltre stato bersaglio di una dura campagna dei media, che hanno messo in dubbio la validità dei suoi diplomi e quindi della sua funzione di deputato. Hussein assicura che il presidente Pervez Musharraf e il premier Shaukat Aziz sono dalla sua parte, ma non possono appoggiarlo apertamente: "Vorrei cambiare le cose, ma ho bisogno del sostegno degli Usa perché politicamente si tratta di una questione molto delicata. Ho ricevuto minacce di morte: insomma mi batto contro estremisti molto potenti". Per il mullah Gulam Rassoul, invece, uno dei capi della madrassa Binoria di Karachi, Hussein non è che un "pagliaccio". "Non ci sono maltrattamenti da noi. Forse altrove, ma non da noi", ha affermato deciso replicando all'intervista rilasciata dal vice ministro per gli Affari Religiosi. E mentre il “dossier pedofilia” è ripiombato nell'indifferenza generale, a Islamabad continua il braccio di ferro tra Musharraf e gli ambienti islamici radicali sulla riforma delle scuole coraniche. Dopo le stragi di Londra (tre dei quattro attentatori suicidi avevano frequentato istituti religiosi del Paese islamico), il leader pakistano ha adottato il 'pugno durò contro gli istituti 'abusivi, quelli cioè che non hanno ancora provveduto a registrarsi presso gli organismi preposti, intimandoli a ufficializzare la loro posizione entro la fine di dicembre per evitare la chiusura. Musharraf ha anche ordinato l'espulsione di tutti gli studenti stranieri dalle madrasse. Ma secondo 'Libáration' è come "sbattere contro un muro", visto che molti istituti ricevono finanziamenti propri e non dipendono, per sopravvivere, dai sussidi di Islamabad. Attualmente in Pakistan si contano circa 20 mila scuole coraniche (contro le appena 137 che esistevano ai tempi della spartizione tra India e Pakistan, nel 1947). Esistono due tipologie di madrassa: quelle 'ufficiali, regolarmente registrate presso il 'Wifaq-ul-Madaris', il Comitato Centrale delle Madrasse, che ne coordina e dirige le attività; e quelle “indipendenti”, almeno 10 mila stando alle ultime stime, concentrate nell'area di confine con l'Afghanistan e svincolate da qualsiasi controllo (sono quelle che preoccupano maggiormente il governo per via dei legami con l'integralismo islamico e settario). Si calcola che oggi almeno un milione di studenti studi nelle madrasse in Pakistan, contro gli 1,9 milioni di iscritti nelle scuole statali.

D.O.S.
11-12-2007, 23:51
ehm......

http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=0&ip=1&iv=1&im=61

si ... ma lo fanno di nascosto
in tutte le civiltà esistono forme di abuso verso i più deboli , la pedofilia è un modo di manifestarsi di questo impulso.
creando delle leggi che puniscono anche con la morte i casi di stupro e di abuso significa che quella società stessa cerca di porre freno a tale sfogo sociale.

nell'articolo sembra che gli aborigeni accettino la pedofilia senza battere ciglio , come se qualsiasi madre o padre trovasse normale che qualcuno li entri in casa e si trombi il figliolo nella culla : è assurdo.

sono convinto che prima della colonizzazione la pedofilia non era diffusa fra gli aborigeni e quei casi che capitavano venivano puniti

se questo non capita più è a causa di una degenerazione sociale avvenuta dentro i villaggi e provocata dalle condizioni di vita in cui si trovano.

kintaro oe
11-12-2007, 23:55
E' vero che lo fanno di nascosto, tuttavia non commettono un crimine....

Ti rendi conto che per un pedofilo, basterebbe che si convertisse (per comodo) alla religione islamica, per avere una giustificazione plausibile ?

D.O.S.
12-12-2007, 00:13
E' vero che lo fanno di nascosto, tuttavia non commettono un crimine....

Ti rendi conto che per un pedofilo, basterebbe che si convertisse (per comodo) alla religione islamica, per avere una giustificazione plausibile ?

per avere una giustificazione dovrebbe sposarsi con la bambina perché nell'islam i rapporti sessuali prima del matrimonio sono proibiti e possono essere condannati molto duramente.

ma dubito che abbiano bisogno di una giustificazione visto che possono farlo pure qui e tenerlo nascosto .....e spesso non vengono beccati.

usare la propria carica religiosa per abusare dei più deboli è un comportamento molto diffuso e assai antico .
in qualsiasi religione dove l'atto sessuale e la sessualità sono soggette a restrizioni morali trovi sacerdoti che sfruttano la loro carica per andare contro a tali regole e rimanere impuniti.

quello che sta capitando fra gli aborigeni però non ha nulla a che vedere con ciò .... da come viene descritto nell'articolo sembra quasi che l'intera popolazione sia impazzita : neonati che vengono stuprati , addirittura abusi di gruppo con più persone .... queste cose capitano solo quando un'intera società va fuori di testa .
In un normale villaggio di aborigeni che vivono come tali cose del genere porterebbero all'estinzione della popolazione nel giro di 3 generazioni.

drakend
12-12-2007, 07:50
si ... ma lo fanno di nascosto
in tutte le civiltà esistono forme di abuso verso i più deboli , la pedofilia è un modo di manifestarsi di questo impulso.
creando delle leggi che puniscono anche con la morte i casi di stupro e di abuso significa che quella società stessa cerca di porre freno a tale sfogo sociale.

nell'articolo sembra che gli aborigeni accettino la pedofilia senza battere ciglio , come se qualsiasi madre o padre trovasse normale che qualcuno li entri in casa e si trombi il figliolo nella culla : è assurdo.

sono convinto che prima della colonizzazione la pedofilia non era diffusa fra gli aborigeni e quei casi che capitavano venivano puniti

se questo non capita più è a causa di una degenerazione sociale avvenuta dentro i villaggi e provocata dalle condizioni di vita in cui si trovano.
Cioè è colpa degli occidentali brutti e cattivi? :rolleyes:
A me non interessa se la pedofilia è nella cultura o meno degli aborigeni: se è così eliminano questa roba dalla loro cultura oppure tutti quelli che la praticano possono marcire in galera e delle loro scuse non potrebbe fregarmene di meno.

D.O.S.
12-12-2007, 11:44
Cioè è colpa degli occidentali brutti e cattivi? :rolleyes:
A me non interessa se la pedofilia è nella cultura o meno degli aborigeni: se è così eliminano questa roba dalla loro cultura oppure tutti quelli che la praticano possono marcire in galera e delle loro scuse non potrebbe fregarmene di meno.

il nazismo è parte della cultura tedesca ?
il fascismo è parte della cultura italiana ?
la pedofilia è parte della cultura cattolico-clericale ?
la mafia è parte della cultura italiana ?


se sì .... di chi è la colpa se il tedeschi sono diventati nazisti , gli italiani fascisti e mafiosi, i preti pedofili ?

nazismo, fascismo, mafia e pedofilia sono solo effetti ... se vuoi eliminarli devi prima capire le cause che li hanno generati e bloccare quelle.

possono anche mettere in carcere tutti gli aborigeni che stuprano dei bambini ma non risolveranno il problema : continueranno a stuprare e a finire in galera.

drakend
12-12-2007, 11:47
possono anche mettere in carcere tutti gli aborigeni che stuprano dei bambini ma non risolveranno il problema : continueranno a stuprare e a finire in galera.
Esatto. Prima o poi gli entrerà nella testa che quella parte della loro cultura, semmai fosse vero che ne faccia parte, deve essere abbandonata.

Marco!
12-12-2007, 11:54
ma non fa parte della loro cultura stuprare i bambini.. ma cosa state dicendo?

gli aborigini sono stati rovinati dallo stato austrauliano che ha preso le loro terre e le ricchezze che aveva da offrire e le ha vendute al miglior offerente lasciando loro nella merda senza lavoro e senza soldi.

unisci questo a un alcolismo estramente diffuso ed ecco ceh arrivano gli stupri e via dicendo.

altro che cultura.

drakend
12-12-2007, 12:10
ma non fa parte della loro cultura stuprare i bambini.. ma cosa state dicendo?

gli aborigini sono stati rovinati dallo stato austrauliano che ha preso le loro terre e le ricchezze che aveva da offrire e le ha vendute al miglior offerente lasciando loro nella merda senza lavoro e senza soldi.

unisci questo a un alcolismo estramente diffuso ed ecco ceh arrivano gli stupri e via dicendo.

altro che cultura.
Cioè è colpa dei bianchi brutti e cattivi? :D

Marco!
12-12-2007, 12:16
Cioè è colpa dei bianchi brutti e cattivi? :D

no, non mi pare di aver detto questo.

ho solo detto che lo stupro di bambini non fa parte della cultura aborigena e ho cercato di spiegare perchè stanno succendendo queste situazioni.

drakend
12-12-2007, 12:26
no, non mi pare di aver detto questo.

ho solo detto che lo stupro di bambini non fa parte della cultura aborigena e ho cercato di spiegare perchè stanno succendendo queste situazioni.
ok ma il reato lo puniamo no?

Marco!
12-12-2007, 12:28
si si certo che è da punire.

drakend
12-12-2007, 12:29
si si certo che è da punire.
Ok siamo d'accordo allora. :)

k|o
12-12-2007, 12:30
scusate ma ... vi rendete conto di quello che state dicendo ??
non esistono culture che ammettono la pedofilia e la legalizzano

persino ai tempi dei romani era permessa solo verso gli schiavi e non certo su tutta la popolazione .

se questo accade è perchè la situazione dentro le tribù è degenerata a tal punto da permettere ai pedofili di restare impuniti.

ma che ne sai te di come si conduce la vita degli aborigeni???:mbe:

Banus
12-12-2007, 13:01
ma che ne sai te di come si conduce la vita degli aborigeni???:mbe:
Se qualcuno ha delle prove che la pedofilia è parte integrante della cultura aborigena farebbe un servizio a tutti postando i riferimenti :D
(e possibilmente pareri di esperti, e non articoli di giornale)

L'unica cultura di cui sono a conoscenza in cui atti sessuali su bambini prepuberi sono giustificati è una sperduta tribù polinesiana; e anche in quel caso è una fellatio rituale, e non un rapporto sessuale.

D.O.S.
12-12-2007, 14:10
ma che ne sai te di come si conduce la vita degli aborigeni???:mbe:

perché una società che ammette lo stupro verso un bambino è destinata a scomparire nel giro di qualche generazione.

altra cosa sono i riti tribali di passaggio alla pubertà : l'infibulazione è un rito tribale , provoca dei traumi ed è criticabilissima ma non impedisce alla popolazione di riprodursi e generare nuovi individui.
lo stesso discorso si potrebbe fare con la circoncisione a scopo religioso .

inoltre la società degli aborigeni australiani è a base matriarcale : le donne scelgono i loro compagni e spesso questi hanno altre compagne in altri villaggi.
Atti di pedofilia socialmente accettati verso delle bambine sono quindi assurdi , si possono trovare al massimo in una società rigidamente patriarcale come quella islamica .

sider
12-12-2007, 14:32
Il numero di stupri di bambini in ambito familiare in Italia è elevatissimo.....e sono solo quelli denunciati. Noi non abbiamo scuse, paladini della civiltà.

Gemma
12-12-2007, 15:07
Cioè è colpa dei bianchi brutti e cattivi? :D

beh, in un certo senso si; spiace dirlo ma è così.
Prima della "colonizzazione" gli aborigeni vivevano secondo un proprio codice, e non mi pare che ciò abbia mai creato disturbo a noi.
Siamo stati noi, popoli così "civilmente" progrediti" a mandarli letteralmente allo sfascio, nello stesso modo in cui sono stati sterminati gli indiano d'america.
Non sono stati minimamente fatti progredire.
Abbiamo solo rotto il loro equilibrio immettendo nella loro vita elementi distruttivi come l'alcool, la droga e... lo zucchero.

Ovvio poi che diventi quasi impossibile mantenere un equilibrio.
Equilibrio ci sarebbe stato se le due popolazioni non avessero mai interagito.
Ognuna avanti per la propria strada.

Ricordiamo che la bambina in questione era stata in un primo tempo tolta e poi rimessa fra la propria gente.

Pensate a prendere un cucciolo di leone, allevarlo per un paio di anni e poi reimmetterlo nel branco. Che sorte credete avrebbe?

drakend
12-12-2007, 15:33
Sì ma allora questo stupro lo consideriamo stupro o semplice fatto culturale? Decidetevi eh... :fagiano:

Fritz!
12-12-2007, 15:59
il nazismo è parte della cultura tedesca ?
il fascismo è parte della cultura italiana ?
la pedofilia è parte della cultura cattolico-clericale ?
la mafia è parte della cultura italiana ?


se sì .... di chi è la colpa se il tedeschi sono diventati nazisti , gli italiani fascisti e mafiosi, i preti pedofili ?

nazismo, fascismo, mafia e pedofilia sono solo effetti ... se vuoi eliminarli devi prima capire le cause che li hanno generati e bloccare quelle.

possono anche mettere in carcere tutti gli aborigeni che stuprano dei bambini ma non risolveranno il problema : continueranno a stuprare e a finire in galera.

C'è n problema nel tuo ragionamento

La Cultura non è necessariamente positiva

Si la mafia fa parte della cultura siciliana e italiana

Cosiccome i valori del nazismo prendevano spunto dalla cultura tedesca (non lo ha certo inventato hitler l'antisemitismo)

Ma i connotati culturali di un fenomeno giudicato "negativo" non lo giustificano. Può essere utile studiare gli aspetti culturali per contrastare meglio il fenomeno

Fritz!
12-12-2007, 16:00
beh, in un certo senso si; spiace dirlo ma è così.
Prima della "colonizzazione" gli aborigeni vivevano secondo un proprio codice, e non mi pare che ciò abbia mai creato disturbo a noi.
Siamo stati noi, popoli così "civilmente" progrediti" a mandarli letteralmente allo sfascio, nello stesso modo in cui sono stati sterminati gli indiano d'america.
Non sono stati minimamente fatti progredire.
Abbiamo solo rotto il loro equilibrio immettendo nella loro vita elementi distruttivi come l'alcool, la droga e... lo zucchero.

Ovvio poi che diventi quasi impossibile mantenere un equilibrio.
Equilibrio ci sarebbe stato se le due popolazioni non avessero mai interagito.
Ognuna avanti per la propria strada.

Ricordiamo che la bambina in questione era stata in un primo tempo tolta e poi rimessa fra la propria gente.

Pensate a prendere un cucciolo di leone, allevarlo per un paio di anni e poi reimmetterlo nel branco. Che sorte credete avrebbe?
Stai dicendo che gli aborigeni sono come un branco di animali?

kintaro oe
12-12-2007, 17:20
beh, in un certo senso si; spiace dirlo ma è così.
Prima della "colonizzazione" gli aborigeni vivevano secondo un proprio codice, e non mi pare che ciò abbia mai creato disturbo a noi.
Siamo stati noi, popoli così "civilmente" progrediti" a mandarli letteralmente allo sfascio, nello stesso modo in cui sono stati sterminati gli indiano d'america.
Non sono stati minimamente fatti progredire.
Abbiamo solo rotto il loro equilibrio immettendo nella loro vita elementi distruttivi come l'alcool, la droga e... lo zucchero.

Ovvio poi che diventi quasi impossibile mantenere un equilibrio.
Equilibrio ci sarebbe stato se le due popolazioni non avessero mai interagito.
Ognuna avanti per la propria strada.

Ricordiamo che la bambina in questione era stata in un primo tempo tolta e poi rimessa fra la propria gente.

Pensate a prendere un cucciolo di leone, allevarlo per un paio di anni e poi reimmetterlo nel branco. Che sorte credete avrebbe?

Cioe' fammi capire....
Quale sarebbe stata la causa scatenante di queste azioni di pedofilia che questi sporchi e cattivi bianchi avrebbero indotto in queste popolazioni ?
Con tutta la buona volonta, saro' tardo io, ma non capisco come i bianchi possano avere istigato a certi comportamenti, a meno che tutti gli australiani siano pedofili....:fagiano:

zerothehero
12-12-2007, 21:13
Il frutto avvelenato di un certo multiculturalismo con il quale si vuole giustificare una discriminazione (differente trattamento) di un gruppo etnico ed un altro.

Che geni.. riportare una bambina in un contesto di miseria e degrado sociale :sofico:

Per questo era stata allontanata dalla comunità di Aurukun, nel Queensland settentrionale, e data in affidamento a una famiglia non indigena. Poi il ritorno a casa e lo stupro di gruppo: «È sbagliato — aveva decretato il Dipartimento per la sicurezza del bambino — farla allevare da gente bianca, così le rubiamo la sua identità».


Gli aborigeni vanno integrati ed educati a divenire cittadini australiani, non spinti a creare delle comunità chiuse, autarchiche (in preda all'alcolismo, la prostituzione e il degrado sociale), quasi per scimmiottare (per senso di colpa?) una condizione di pre-civilizzazione europea...quel mondo è finito,per sempre.

DVD_QTDVS
13-12-2007, 00:23
Bisogna capire che l'australia è un pò come il far west, dove molto
spesso le leggi vengono interpretate di volta in volta...
Probabilmente se spacchi la testa ad un aborigeno, nessuno si accorge di nulla... :D
e probabilmente la polizzia neanche li considera... :D

(insomma la stessa cosa che succede da noi per i morti ammazzati di mafia.. :rolleyes: )

LucaTortuga
13-12-2007, 09:15
Ma in tutta la discussione, nemmeno uno che si sia posto il dubbio se la bambina fosse o meno consenziente?
La nostra cultura ha deciso che sotto una certa età si tratta comunque di stupro, tanto da farne una presunzione legale.
La nostra.
Ciò non toglie che anche a 10 anni si possa avere voglia di fare sesso.
Se per gli aborigeni questo non è un problema, non vedo perchè dobbiamo imporgli un modello culturale diverso.
Già abbiamo invaso la loro terra, già li abbiamo relegati a vivere in riserve, vogliamo anche fargli il lavaggio del cervello?

Capozz
13-12-2007, 09:25
Ma in tutta la discussione, nemmeno uno che si sia posto il dubbio se la bambina fosse o meno consenziente?
La nostra cultura ha deciso che sotto una certa età si tratta comunque di stupro, tanto da farne una presunzione legale.
La nostra.
Ciò non toglie che anche a 10 anni si possa avere voglia di fare sesso.
Se per gli aborigeni questo non è un problema, non vedo perchè dobbiamo imporgli un modello culturale diverso.
Già abbiamo invaso la loro terra, già li abbiamo relegati a vivere in riserve, vogliamo anche fargli il lavaggio del cervello?

Ma stai scherzando ? :eek:
Parliamo di una bimba di 10 anni....fosse stata pure conseziente (tra parentesi soffre pure di un ritardo mentale) chissene frega, in un paese civile come dovrebbe essere l'australia, non si può tollerare un fatto simile, a 10 anni si è bambini!

drakend
13-12-2007, 09:39
Ma stai scherzando ? :eek:
Parliamo di una bimba di 10 anni....fosse stata pure conseziente (tra parentesi soffre pure di un ritardo mentale) chissene frega, in un paese civile come dovrebbe essere l'australia, non si può tollerare un fatto simile, a 10 anni si è bambini!
L'età del consenso è ben sopra i 10 anni... se poi ha pure un ritardo mentale stiamo a posto. Io invece mi stupisco di come ci siano persone che ammettano la possibilità che una bambina di dieci anni possa essere consenziente... :rolleyes:

LucaTortuga
13-12-2007, 11:03
L'età del consenso è ben sopra i 10 anni... se poi ha pure un ritardo mentale stiamo a posto. Io invece mi stupisco di come ci siano persone che ammettano la possibilità che una bambina di dieci anni possa essere consenziente... :rolleyes:

Probabilmente sono persone che si ricordano di aver avuto 10 anni, e non pensano che i bambini siano delle specie di pupazzi senza cervello. ;)

Fritz!
13-12-2007, 11:08
Probabilmente sono persone che si ricordano di aver avuto 10 anni, e non pensano che i bambini siano delle specie di pupazzi senza cervello. ;)

Ma tu a dieci anni avevi voglie di rapporti sessuali di gruppo?:mbe:

LucaTortuga
13-12-2007, 11:22
Ma tu a dieci anni avevi voglie di rapporti sessuali di gruppo?:mbe:

Certamente.
Ricordo che si parlava di sesso continuamente, si leggevano di nascosto i porno (mitici fotoromanzi in bianco e nero) trovati nelle discariche, ci si facevano le prime pugnette, c'era un'attenzione morbosissima per le trasformazioni fisiche delle ragazze (e tutte le occasioni erano buone per cercare di toccarle o di farsi toccare da loro).
Avessi trovato una bella ventenne che mi voleva scopare, sarei stato il bimbo più felice del mondo.

Fritz!
13-12-2007, 11:26
Certamente.
Ricordo che si parlava di sesso continuamente, si leggevano di nascosto i porno (mitici fotoromanzi in bianco e nero) trovati nelle discariche, ci si facevano le prime pugnette, c'era un'attenzione morbosissima per le trasformazioni fisiche delle ragazze (e tutte le occasioni erano buone per cercare di toccarle o di farsi toccare da loro).
Avessi trovato una bella ventenne che mi voleva scopare, sarei stato il bimbo più felice del mondo.
A 10 anni andavi a cercare prono nelle discariche?

a 10 anni si è in quinta elementare

L'unica possibilità che la tipa fosse consenziente è che non avesse chiaro il significato delle azioni. Cosa che mi sembra molto piu plausibile, per una bambina di dieci anni con un handicap mentale, piuttosto che pensare che avesse delle voglie alla ilona staller

Gos
13-12-2007, 11:36
A 10 anni andavi a cercare prono nelle discariche?

a 10 anni si è in quinta elementare



in quinta elementare noi non dovevamo cercarli nelle discariche i porno.....li lasciavano in giro i bidelli dei corsi serali...:D

cmq è innegabile che in passato l'età media dei rapporti fosse molto più bassa, anche per la ridotta aspettativa di vita.
Poi c'è stato un fenomeno inverso e ora invece si ritorna ai rapporti precoci....
Penso sia una cosa quasi ciclica....
Oggi 10 anni sono veramente troppo pochi per un reale rapporto sessuale.

LucaTortuga
13-12-2007, 11:38
A 10 anni andavi a cercare porno nelle discariche?

a 10 anni si è in quinta elementare


Sì, hai capito bene.
Tra l'altro, i migliori si trovavano all'oratorio, in mezzo ai mucchi di carta da macero.
Proprio in quinta elementare, ricordo feste di compleanno in cui ci si chiudeva in stanze buie, ci si spogliava e succedeva di tutto... più orge che feste.
E da quello chi mi risulta (quando leggo delle cubiste del sabato pomeriggio), i tempi non sono cambiati affatto.

LucaTortuga
13-12-2007, 11:42
Oggi 10 anni sono veramente troppo pochi per un reale rapporto sessuale.

10 anni non sono pochi, a livello biologico (un maschio eiacula, una femmina può rimanere incinta).
Lo sono per la nostra cultura.
E non lo sono per culture diverse dalla nostra.
E' così difficile da capire?

drakend
13-12-2007, 12:01
Sì, hai capito bene.
Tra l'altro, i migliori si trovavano all'oratorio, in mezzo ai mucchi di carta da macero.
Proprio in quinta elementare, ricordo feste di compleanno in cui ci si chiudeva in stanze buie, ci si spogliava e succedeva di tutto... più orge che feste.
E da quello chi mi risulta (quando leggo delle cubiste del sabato pomeriggio), i tempi non sono cambiati affatto.
:eek: :eek: :eek: :eek: :eek: :eek: :eek: :eek: :eek: :eek:

Fritz!
13-12-2007, 12:09
Sì, hai capito bene.
Tra l'altro, i migliori si trovavano all'oratorio, in mezzo ai mucchi di carta da macero.
Proprio in quinta elementare, ricordo feste di compleanno in cui ci si chiudeva in stanze buie, ci si spogliava e succedeva di tutto... più orge che feste.
E da quello chi mi risulta (quando leggo delle cubiste del sabato pomeriggio), i tempi non sono cambiati affatto.
Secondo me esageri provocatoriamente.... ma anche supponendo che sia effetivamente così, i giochi che facevi da bambino avevano forse una valenza sessuale, ma dubito che gli dessi il significato erotico che gli dai OGGI

E se un adulto si fosse inserito nei vostri giochi sarebbe stata una violenza

E nel caso autraliano non si parla di fatti tra bambini, coetanei, ma di un gruppo di adulti e una bambina dall'altra

LucaTortuga
13-12-2007, 12:21
Secondo me esageri provocatoriamente.... ma anche supponendo che sia effetivamente così, i giochi che facevi da bambino avevano forse una valenza sessuale, ma dubito che gli dessi il significato erotico che gli dai OGGI

E se un adulto si fosse inserito nei vostri giochi sarebbe stata una violenza


Ripeto, se una bella gnocca ventenne si fosse inserita, mi sarei sentito baciato dalla fortuna (e non sarei stato l'unico).
Alle medie (un anno più tardi) andavamo a spiare due nostre compagne di classe mentre facevano sesso, in macchina, con i loro "fidanzati".
Un'altra compagna rimase incinta nell'estate tra la seconda e la terza (e nessuno l'aveva violentata, ve l'assicuro).
Cercate di fare un salto fuori dagli schemi cui siete abituati.
E non prendete per oro colato tutto ciò che c'è scritto in quell'articolo.

X-Mortal
15-12-2007, 20:36
Australia Il premier Rudd: «Sono orripilato da casi come questo»
Stuprano una bimba: assolti
«Sono aborigeni, vanno capiti»
Per la giudice, la vittima di 10 anni «era d’accordo»


Ma le autorità locali non sembrano in grado di gestire la disperazione degli aborigeni, che rappresentano il 2,4% della popolazione australiana. La politica dell’autonomia ha fallito. Quella dell’assimilazione pure. «Una cosa è sicura—dice Boni Robertson, professore di politiche indigene alla Griffith University —. La cultura non può essere usata per dire che nove uomini possono stuprare una bambina di 10 anni. Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili?». In questi giorni a guidare l’Australia al posto di Rudd, in missione a Bali, c’è per la prima volta una vicepremier: «Nella nostra società —ha detto ieri Julia Gillard — le donne possono fare qualsiasi cosa». Di certo non le aborigene.



Ecco il messaggio; una vera e propria full immersion di "cultura"



Il fenomeno della prostituzione minorile e del turismo sessuale

Sembra che il giro di affari intorno al commercio sessuale gestito da organizzazioni clandestine sia di 5 miliardi di dollari e che conti circa 1 milione di nuovi bambini ogni anno secondo una stima dell'organizzazione ECPAT (201). Il traffico meglio documentato di minori destinati al mercato del sesso, secondo le ultime indagini, sarebbe quello che riguarda la rotta che parte dalla Thailandia e va verso la Birmania, la Cina e il Laos; dalle Filippine verso la Malesia, dal Nepal verso l'India, dall'India verso il Medio Oriente, dal Bangladesh verso il Pakistan (202). E la meta finale di queste strade è, spesso, l'Europa, in particolare l'est europeo come l'Ungheria, la Romania, la Polonia e l'ex D.D.R. Il fenomeno comunque è in espansione in tutto il mondo anche se è l'Asia a detenere il triste primato, con quasi 2 milioni di minori coinvolti (203). Eppure, sembra che le destinazioni stiano cambiando. Alla luce dei provvedimenti presi in molti paesi dai governi e dall'industria del turismo, secondo ECPAT, i turisti sessuali hanno iniziato a scegliere nazioni limitrofe a quelle un tempo preferite. Il Costa Rica, per esempio, sta divenendo la "nuova Thailandia" dei clienti statunitensi per la facilità con cui si possono reperire bambini (204). Non esistono dati precisi sullo sfruttamento sessuale dei bambini nel mondo, le poche stime che ci sono, rivelano dati terribili: secondo una stima compiuta dal CENSIS (205), i bambini coinvolti nel commercio sessuale in Thailandia sono il 4,1%; dal 1992 in Cambogia le cifre della prostituzione infantile si sono triplicate e attualmente il 35% degli interessati, ha meno di 18 anni. Lo Sri Lanka accoglie un grosso numero di turisti italiani, e anche in questo paese è nota la prostituzione minorile: il Ministero della Sanità riferisce di 30.000 fanciulli implicati nel commercio sessuale, in Bangladesh si calcolano circa 200.000 bambini/e, in India e Brasile 500.000, in Cina tra i 200.000 ed i 500.000 minori.

Secondo l'ECPAT, che più di una volta ha avuto occasione di studiare il fenomeno (o almeno tentare di studiare, vista l'assenza di dati istituzionali disponibili), il turista sessuale è colui (o colei) che al fine di praticare sesso con i minori, organizza periodi di vacanza (o di lavoro) in paesi che non solo tollerano la prostituzione minorile, ma spesso la propagandano per attirare il turista e così incassare valuta pregiata (206). Il turismo sessuale infatti, contribuisce ad alimentare il mercato della prostituzione minorile e procura lauti guadagni alle agenzie turistiche, che si occupano del turista "speciale": dall'annuncio pubblicitario (quasi sempre camuffato, ma qualche volta anche chiaro ed inequivocabile), all'arrivo a destinazione, alla sistemazione in hotel o piccoli residence comprensivi dei "particolari servizi" (207). Esistono addirittura veri e propri Tour operator che curano i contatti tra minori e pedofili, racconta Camarca: «... volo per Saigon. Nove notti di locali, sale massaggi, vasche jacuzzi piene di bimbetti festanti, tredicenni con le quali passare la notte nella camera in albergo...» (208), un Tour Operator nato per soddisfare qualsiasi desiderio (sembra che in Vietnam, nei bordelli di Saigon per 50 dollari USA, i piccoli sono a completa disposizione del turista che può fare loro qualsiasi cosa, anche non riportarli indietro). Non esiste un prototipo che permetta di identificare il turista sessuale. Egli, secondo ECPAT, appartiene alle più disparate categorie: può essere single o sposato, maschio o femmina, turista di piacere o in viaggio d'affari, può essere un pedofilo che viaggia principalmente per questo fine o un semplice turista che non pianifica di avere rapporti sessuali con un minore nel corso del viaggio (209).

Centinaia di turisti, uomini d'affari e padri di famiglia che chiamano tutte le sere la moglie per accertarsi della salute dei loro bambini sono gli stessi orchi che palpeggiano decine di filippini prima di scegliere il "fortunato" vincitore della notte in doppia matrimoniale e si fanno organizzare viaggi-ricerca nei villaggi a caccia di bambini ancora troppo piccoli per essere venduti e trasferiti in città. Poi trascorrono l'ultimo giorno a comprare regali per la famiglia (210).

Anche i media diffondono largamente l'immagine della vacanza in stretta analogia con quella della libertà sessuale, permettendo al turista, in cerca di avventure esotiche, di disfarsi delle costrizioni morali e sociali che regolano i comportamenti della vita quotidiana. Riferendosi al mercato dei bambini qualche pedofilo ha dichiarato: «io desidero gratificarmi, per far questo ho bisogno di strumenti di autogratificazione. Io i bambini li compro, se ci sono e li pago» (211). Si ha il passaggio ad un sesso come pura autogratificazione, ad un sesso banalizzato ed infine ad un sesso inevitabilmente mercificato. Un bisogno sessuale che si soddisfa al mercato; un bisogno, che diventa domanda di un prodotto su un mercato qualsiasi (212).

Una realtà tristemente nota è quella indiana (213). In India la prostituzione infantile è da sempre parte della società e presenta alcuni aspetti unici che rendono ancora più arduo combatterla. Esiste una forma, peraltro proibita da numerose leggi, di "prostituzione di templi", detta Devadasi (etimologicamente, "schiava di Dio") in cui le bambine vengono dedicate ad una dea, in genere all'età di 8-9 anni. Le bambine hanno il divieto di sposarsi e sopravvivono occupandosi del tempio e prostituendosi. Questa tradizione è prevalente in alcune zone dell'India del Sud. Si calcola che circa 10.000 bambine siano iniziate a questa pratica ogni anno, mentre un'inchiesta ha dimostrato che la metà delle prostitute dello stato del Maharashtra hanno iniziato come devadasi. Vi sono tribù indigene che hanno vissuto dei proventi della prostituzione infantile per secoli. In origine le prostitute erano le concubine dei monarchi Rajput, ed ora la «tradizione» continua per i mercanti e gli agricoltori. Un altro tragico aspetto della prostituzione infantile in India è il traffico di bambini dal Bagladesh e dal Nepal (secondo alcuni studi, circa il 20% delle prostitute proviene da questi due Paesi), circa 5-7.000 minori nepalesi entrano nei bordelli indiani ogni anno. Esiste anche un traffico di «mogli-bambine» dal sub-continente indiano al Medio Oriente, spose bambine di appena otto anni, promesse a uomini molto più maturi, che possono iniziarle alla vita sessuale matrimoniale in attesa del raggiungimento della pubertà (214). Questi matrimoni sono in genere di brevissima durata (qualche settimana), dopo di che le bambine vengono abbandonate e se sono fortunate ritornano nelle famiglie di origine marchiate a vita dallo stato di "giovani divorziate", se non lo sono, vengono respinte dalle famiglie e costrette a cadere nella prostituzione alle condizioni più infami e indegne che si possa immaginare (215). Tra queste giovani vittime, si riscontra un tasso altissimo di mortalità per AIDS e di malattie veneree. Inoltre il continente indiano continua a praticare il Debt Bondage, una forma di schiavitù contrattuale a tempo determinato camuffata da contratto di lavoro agricolo dal quale nessuno riesce a riscattarsi nel periodo previsto dal contratto. Questa forma di Debt Bondage è applicata anche nei confronti dei bambini e di giovani adulti, perché è essenzialmente praticato per ottenere mano d'opera a buon mercato in un paese che riveste ancora caratteristiche feudali. Si stima che siano oltre tre milioni di persone che fanno parte di questa pratica che sopravvive a dispetto anche dell'esistenza di leggi che la proibiscono (216).

Nell'America del Sud, invece, il fenomeno si presenta con una caratteristica diversa, soprattutto in Bolivia e Perù, dove ci sono all'incirca un milione e mezzo di bambini abbandonati e senza famiglia che vivono nelle strade e che sono spesso oggetto di brutale violenza anche da parte delle stesse forze dell'ordine. Si sa poco dello sfruttamento sessuale di questi bambini, quello che si sa è che i luoghi di prostituzione sono spesso alimentati da persone provenienti da questi gruppi (217).

In Europa lo sfruttamento sessuale dei minori avviene tra gruppi di emigrati provenienti dall'Africa, dall'Albania o da altri paesi dell'Europa centrale e dell'est dove, in molti casi, questa forma di prostituzione obbligata viene ignorata dalle forze dell'ordine e dalla giustizia. Eventi recenti come la crisi dei mercati asiatici del 1997 e la transizione dell'Est Europa verso il libero mercato hanno aggravato il problema. La prostituzione minorile può essere legata sia alla domanda locale che alla domanda estera (218). La domanda locale è sempre esistita in ogni luogo ed è oggi un fattore significante. La domanda estera è numericamente meno significativa.

Tuttavia molti degli sforzi per combattere lo sfruttamento sessuale minorile nei paesi in via di sviluppo si sono concentrati proprio sugli abusi commessi dagli sfruttatori stranieri. Due possono essere le ragioni: la prima è che la forza economica e sociale dello sfruttatore straniero è talmente superiore a quella del fanciullo, da far sì che la forza dell'abuso sia accentuata; la seconda è che lo sfruttatore straniero ha la possibilità di lasciare facilmente il paese dove ha commesso il reato e quindi di sfuggire a possibili provvedimenti contro di lui (219). Contro questa eventualità l'uso della giurisdizione extraterritoriale è stata promossa in molti Stati. La prostituzione minorile è un fenomeno che affligge anche i paesi industrializzati. In Italia in particolare, ogni anno arrivano centinaia di nuove baby-prostitute. Sono sfruttate all'interno del territorio con immensi profitti per i loro protettori, e poi una volta svezzate e rese docili vengono trasportate nelle capitali europee con passaporti falsi. La mafia, in particolare quella albanese, ha sviluppato un incredibile e oliato ingranaggio di distribuzione delle minorenni (220). Oggi è diventato quasi impossibile valutare la portata di questo fenomeno e contrastarlo efficacemente, perché le bambine sono costrette a prostituirsi all'interno di appartamenti, club privati e alberghi, non più solo per le strade. Per ragioni di mercato, e per limitare i rischi di individuazione da parte delle forze dell'ordine, interi gruppi di minorenni si spostano continuamente per l'Italia ogni due o tre settimane. Le stime del CENSIS (221), parlano di un numero di prostitute in Italia oscillante tra le 19.000 e le 28.000 unità, di cui 1.800-2.500 minorenni, come da tabella n. 1. All'interno di questo contingente poi, 1.500-2.300 ragazzine sarebbero minorenni immigrate, 900-1.000 minorenni albanesi e 250-500 minorenni nigeriane.


La prostituzione minorile in Italia

Le norme introdotte con legge n. 269/98, contro lo sfruttamento della prostituzione minorile, sembrano mirate a contrastare il mercato nel quale il minorenne viene degradato a merce da usare ad un prezzo prestabilito. Da ciò, sembra si possa conseguire che anche nella prospettiva dell'art. 600 bis, e più in generale laddove nella legge citata, si faccia riferimento al concetto di prostituzione minorile, all'effettuazione della prestazione sessuale sia sottesa una finalità di lucro, intesa in senso lato. In Italia, si segnala la presenza di 25.000 prostitute di cui 18.000 straniere, il 35-40% di quelle straniere hanno meno di diciotto anni. (192)

Un'indagine effettuata sui casi segnalati al Tribunale per i minorenni di Venezia nei tre anni 1998-1999 e 2000 (193), consente di tracciare un quadro abbastanza rappresentativo di questa realtà, anche se i dati raccolti si riferiscono solo alle prostitute minorenni raggiunte dai servizi sociali: una minoranza irrisoria rispetto al numero delle ragazze vittime di questa forma di schiavitù.

Nel 51,,5% dei casi le procedure vengono aperte dal Tribunale minorile quando le ragazze, che vengono fermate nel corso di occasionali controlli dalla polizia, decidono di chiedere aiuto; alcune ragazze invece sono segnalate o addirittura accompagnate alla stazione di polizia. Elevato appare anche il numero delle denunce spontanee delle minori (42,4%); mentre solo il 6% delle segnalazioni proviene da altri tipi di interventi. Nella quasi totalità delle procedure il Tribunale per i minorenni dispone il collocamento urgente in ambiente protetto (82%), in genere in comunità (33,3%), interventi che risultano spesso promossi da associazioni di volontariato sociale indirizzato al recupero delle giovani prostitute. Solo nel 33,3% delle procedure c'è stato l'ascolto della minore da parte del Tribunale per i minorenni, prevalentemente da parte di un giudice professionale (24,4%) e raramente da un giudice onorario (9%). È stata osservata nel 72,2% dei casi la disponibilità delle ragazze a farsi aiutare, accettando il collocamento in comunità, anche se rimane elevato il numero (24,4%) di minori che fuggono entro le ventiquattro ore, probabilmente seguendo le istruzioni dettate dagli sfruttatori.

Pochi sono gli elementi raccolti nei fascicoli del Tribunale per i minorenni relativi alla storia delle giovani, dedotti in genere dalle spontanee dichiarazione delle stesse rese alla polizia (48,5%) e ai servizi sociali (51,5%). La maggior parte dei casi riguarda giovanissime dell'est europeo. Si tratta di ragazze vissute in ambienti cittadini depauperati, o in paesini di campagna sperduti, difficilmente raggiungibili dai servizi sociali internazionali. Dal racconto delle stesse interessate la famiglia appare "abbandonica" (33,3%), maltrattate (9%), solo in un numero limitato di casi tutelate (15,5%). Le ragazze fanno inoltre riferimento a problemi relativi a "disgregazione familiare" (18,2%), "difficoltà economiche" (18,2%), "alcolismo" (9%), conflittualità con i genitori" (9%).

Un numero consistente di ragazze (60,6%) parte dal paese di origine spontaneamente, al seguito di "fidanzati", per lo più recenti, che promettono una sistemazione anche lavorativa. Sono frequenti i casi di rapimento o di violenza (27,3%). Le modalità del rapimento sono spesso tali da far supporre una vendita (raramente esplicitata dalle vittime nei loro racconti) da parte dei familiari, in realtà, complici della messa in scena del ratto. Dal momento della presa in consegna da parte dei criminali le ragazze vengono condotte, attraverso varie tappe, all'estero. Il 39,4% delle minori dichiara di aver effettuato almeno uno spostamento all'estero (9% un solo spostamento, 9% due spostamenti, 15% tre spostamenti, 6% più di tre), nei primi giorni del sequestro subiscono un trattamento terribile: vengono picchiate, violentate, torturate per giorni (talvolta settimane) fino a perdere ogni autonomia, dignità o identità soggettiva.

La tappa successiva prevede l'addestramento specifico: vengono rinchiuse in luoghi dove si esercita la prostituzione, scelti tra quelli più adatti all'avviamento di tali attività, nell'area dei Balcani oppure in Grecia. In seguito vengono inviate l'ingresso in Italia, in genere via mare in località non conosciute dalle ragazze; giunte nel territorio italiano il 57,6% afferma di aver effettuato uno o due spostamenti prima di stabilirsi nella località a cui erano state destinate.

X-Mortal
15-12-2007, 20:40
10 anni non sono pochi, a livello biologico (un maschio eiacula, una femmina può rimanere incinta).
Lo sono per la nostra cultura.
E non lo sono per culture diverse dalla nostra.
E' così difficile da capire?


cultura un grandissimo PAIO DI COGLIONI !!! :rolleyes:

Questa roba si chiama merda in ogni tempo, spazio e luogo

X-Mortal
15-12-2007, 20:51
Ripeto, se una bella gnocca ventenne si fosse inserita, mi sarei sentito baciato dalla fortuna (e non sarei stato l'unico).
Alle medie (un anno più tardi) andavamo a spiare due nostre compagne di classe mentre facevano sesso, in macchina, con i loro "fidanzati".
Un'altra compagna rimase incinta nell'estate tra la seconda e la terza (e nessuno l'aveva violentata, ve l'assicuro).
Cercate di fare un salto fuori dagli schemi cui siete abituati.
E non prendete per oro colato tutto ciò che c'è scritto in quell'articolo.


Molto più probabile che ad "esplorare" la tua sessualità sarebbe stato il classico pretazzo maniaco e bavoso magari dopo che si era ripassato quelle altre ragazzine di 13-14, visto l'oratorio che hai descritto così bene (ammesso che sia vero e non sia la solita propaganda anticlericale): a 10 anni tutto puoi fare tranne che sceglierti il partner, comunque sia visto che sembri gradirla eccoti un piccolo excursus di pedofilia al femminile, rara ma esistente.


LA PEDOFILIA FEMMINILE

Non se ne parla ma esiste
Su questo argomento se ne sa veramente poco e poco e' stato scritto in merito.
Parlare di donne pedofile non e' ne' comune ne' semplice in quanto, nell'immaginario collettivo, il termine "pedofilia" viene associato al sesso maschile, al quale e' stato sempre affidato un ruolo "attivo": la pedofilia e' infatti "azione".
E' considerata quindi, come la maggioranza delle parafilie, una patologia rara nel sesso femminile. Infatti, contrariamente a quanto si pensa, complice la mancanza di informazione, la parafilia colpisce anche le donne, contraddicendo il tradizionale giudizio clinico che ha sempre sostenuto la
rarita' delle perversioni nelle donne.

Da esaurienti studi clinici e' emerso che le dinamiche delle fantasie perverse femminili sono piu' sottili ed imprevedibili rispetto alla sessualita' maschile e quindi difficilmente identificabili e riscontrabili.

Infatti, gli esperti hanno riscontrato che il vovyerismo, il frotteurismo, il feticismo, sono riscontrabili quasi esclusivamente nei maschi; cosi' come il sadismo sessuale e' raramente presente nei soggetti femminili, mentre il numero dei masochisti di sesso maschile e' di gran lunga piu' alto di quello relativo al sesso femminile.
Lo stesso si puo' dire della pedofilia. Invece, l'unica parafilia dove i soggetti di sesso femminile sono in numero paragonabile a quelli di sesso maschile e' la zoofilia.

Le cause
Cause scatenanti la pedofilia femminile possono essere la separazione, l'abbandono, la perdita. Alcune donne hanno subito abusi da bambine e l'esasperazione nell'attivita' sessuale pedofila e' riconducibile al tentativo di vendetta sugli uomini, per fare riemergere la propria
femminilita'. Dal ruolo "passivo" che l'ha vista vittima e sottomessa -non avendo una propria autonomia economica e sociale fino ad alcuni decenni fa e quindi costretta a nascondere tale aspetto perverso della sessualita'- la donna tenta in tal modo il riscatto ed una propria affermazione in un ruolo "attivo", grazie alla rivoluzione sociale che la rende cosi' indipendente e libera.

Tenendo presente che la pedofilia femminile intra-familiare ha caratteristiche differenti dalla pedofilia femminile che si manifesta al di fuori delle mura domestiche, preferendo mete lontane come luoghi di abbordaggio, si puo' affermare con certezza che tale fenomeno e' comparso, all'incirca, intorno agli anni '70. In quel periodo donne americane e canadesi, per lo piu' divorziate e vedove, favorite dall'emancipazione economica, hanno iniziato a recarsi verso spiagge lontane alla conquista dei "beach boys" soprattutto, ma anche delle "beach girls" che potevano farle sentire, al suono di 100 dollari, "regine per una notte".
Alcune indagini giornalistiche come quella del settimanale Panorama, hanno messo in luce che oggi l'eta' di queste donne varia dai 25 anni circa ai 50 anni, mentre le motivazioni che le spingerebbero ad alimentare il desiderio di vivere una notte di sesso con bimbi di 6-7 anni o di 11-12, sono sempre le stesse: la soddisfazione sessuale e, ad un tempo, l'appagamento materno.

Esse, tuttavia, potendo difficilmente usufruire di infrastrutture organizzate al loro servizio come i pedofili maschi, sono costrette ad abbordare i ragazzini per strada e a viaggiare senza la protezione di un'articolata rete di agganci.Infatti non hanno alle spalle la tutela di organizzazioni che garantiscono loro la certezza di raggiungere il luogo di destinazione avendo gia' tutto stabilito, come accade per la maggior parte dei pedofili maschi.

Differenti sono le mete. Le donne nordamericane si indirizzano, per la maggior parte, verso i Caraibi; mentre le europee provenienti dai ricchi paesi occidentali preferiscono come mete il Marocco, la Tunisia e il Kenya e per le destinazioni piu' lontane la Giamaica e il Brasile. La Thailandiainvece, e' la meta preferita dalle donne giapponesi che, con i voli charter, raggiungono i centri specializzati in massaggi sadomaso di Bangkok. E a Marrakesh trascorrono dei periodi le scandinave e le olandesi che consumano notti d'amore in acconto, cioe' se la notte trascorsa non e' stata soddisfacente la prestazione non viene pagata.

Gli strumenti
Sulle donne che praticano la pedofilia all'estero, si e' saputo che per permettere l'atto sessuale, vengono iniettati nei testicoli di bambini di 6-7 anni degli ormoni e droghe. Poco si conosce sull'uso di tali sostanze, a parte gli effetti collaterali estremamente sgradevoli per il minore.
Dalla testimonianza di volontari dello Sri Lanka, si apprende che sono le donne pedofile stesse (la maggior parte svizzere e tedesche) a portare le droghe da iniettare nei bambini. Secondo il resoconto di una dottoressa che ha visitato alcuni di quei bambini, il trattamento ormonale causa l'abnorme
ingrossamento dell'organo sessuale ad un ragazzino di 11-12 anni che non tollera piu' di 5-6 di tali iniezioni.

Conclusioni
E' difficile tracciare un quadro completo e ben delineato del fenomeno "pedofilia femminile". Essa, come quella maschile, si cela all'interno delle mura domestiche, tra segreti, sentimenti di amore-odio e rapporti pericolosi. Ma esattamente come succede per i pedofili maschi, le donne pedofile evadano dalla comune realta' ricercando altrove gli oggetti dei loro spasmodici ed incomprensibili desideri: i meninos de rua, i bambini di strada. Come di consueto, quindi, per chi pratica la pedofilia, i soldi diventano lo strumento che compra il silenzio e l'accondiscendenza dei piccoli. In questo senso, tra uomini e donne - "pedofili" - non vi e' alcuna differenza.

LucaTortuga
16-12-2007, 11:21
Molto più probabile che ad "esplorare" la tua sessualità sarebbe stato il classico pretazzo maniaco e bavoso magari dopo che si era ripassato quelle altre ragazzine di 13-14, visto l'oratorio che hai descritto così bene (ammesso che sia vero e non sia la solita propaganda anticlericale): a 10 anni tutto puoi fare tranne che sceglierti il partner, comunque sia visto che sembri gradirla eccoti un piccolo excursus di pedofilia al femminile, rara ma esistente.


L'oratorio non l'ho descritto.
Ho detto che ci si trovavano giornaletti porno nelle cataste di carta da macero (che i volontari raccoglievano in giro per poi rivenderla e guadagnare qualche lira).
Ciò che hai postato non centra assolutamente nulla con quanto da me sostenuto in precedenza: credo, infatti, che dal momento in cui la natura rende un individuo potenzialmente capace di riprodursi (eiaculazione per i maschi, mestruazioni per le femmine) è del tutto lecito che un popolo consideri quell'individuo sessualmente attivo e non punisca a priori un suo eventuale partner sessuale.

Gemma
16-12-2007, 11:25
Stai dicendo che gli aborigeni sono come un branco di animali?

no, io inserisco tutto il genere umano nella categoria animale ;)

siamo animali differentemente evoluti, ma pur sempre animali.