c.m.g
10-12-2007, 23:38
martedì 11 dicembre 2007
Roma - I più recenti modelli di hard disk esterni Free Agent di Seagate (http://www.seagate.com/) non sembrano andare molto d'accordo con Linux, o quanto meno con molte distribuzioni di questa celebre piattaforma open source. A rivelarlo è The Inquirer (http://www.theinquirer.net/gb/inquirer/news/2007/12/06/seagate-snubs-linux), secondo cui il nuovo sistema di risparmio energetico di Seagate non è del tutto compatibile con Linux.
L'ezine spiega come le impostazioni di power management utilizzate dai dischi Free Agent facciano sì che questi, dopo un certo tempo di inattività, entrino in uno stato di stand-by: quando ciò accade, il sistema operativo disconnette l'interfaccia USB del drive per poi riconnetterla automaticamente quando il disco viene nuovamente utilizzato. Il problema, sotto Linux, è che alla riaccensione del drive, questo viene riconosciuto come una periferica USB 1.1, con la conseguente riduzione della velocità massima del trasferimento dati a 12 Mbps (contro i 480 Mbps di USB 2.0).
C'è anche chi spiega (http://www.nslu2-linux.org/wiki/FAQ/DealWithAutoSpinDownOnSeagateFreeAgent) che lo spegnimento automatico del disco può causare, sotto certi sistemi operativi, la generazione di messaggi di errore: il file-system, infatti, va in time out prima che il drive sia nuovamente attivo e pronto a leggere/scrivere i dati.
http://punto-informatico.it/punto/20071211/freeagent.jpg
Secondo The Inquirer, gli stessi problemi potrebbero verificarsi anche con Mac OS X, seppure al momento non ci siano conferme precise. Per altro, non tutti gli utenti di Linux lamentano l'inconveniente: alcuni sostengono infatti di aver utilizzato tali dischi senza sperimentare problemi. Per chi non è altrettanto fortunato, esiste un workaround (http://www.cgkreality.com/2007/11/27/seagate-freeagent-idle-under-linux/): utilizzare il tool open source sdparm (http://sg.torque.net/sg/sdparm.html) per modificare i parametri dell'hard disk e disattivare la modalità stand-by.
Chi dispone di un modello Pro di Free Agent può anche scegliere di collegare il drive al computer mediante le porte FireWire o eSATA, che stando alle testimonianze degli utenti sembrano funzionare bene anche con il power management attivato.
Per il momento Seagate non ha rilasciato alcun commento in merito al problema: risulta pertanto difficile dire se e quando l'azienda sistemerà questa incompatibilità con Linux. Fra l'altro Engagdet fa notare (http://www.engadget.com/2007/12/07/seagate-freeagent-drives-not-down-with-linux/) che il supporto tecnico di Seagate, se interrogato sulla questione, risponde che "non forniamo supporto per prodotti Personal / External Storage (e/o accessori) utilizzati in ambiente Linux". Gli utenti del Pinguino sono avvisati.
Che i Free Agent siano stati pensati specificamente per l'utilizzo sotto Windows lo rivela anche il fatto che arrivano pre-formattati con NTFS, un file-system che Linux supporta in modo affidabile solo da poco tempo, e che ancor oggi certe distribuzioni non supportano affatto (almeno non di default).
Fonte: Punto Informatico (http://www.hwupgrade.it/forum/newthread.php?do=newthread&f=142)
Roma - I più recenti modelli di hard disk esterni Free Agent di Seagate (http://www.seagate.com/) non sembrano andare molto d'accordo con Linux, o quanto meno con molte distribuzioni di questa celebre piattaforma open source. A rivelarlo è The Inquirer (http://www.theinquirer.net/gb/inquirer/news/2007/12/06/seagate-snubs-linux), secondo cui il nuovo sistema di risparmio energetico di Seagate non è del tutto compatibile con Linux.
L'ezine spiega come le impostazioni di power management utilizzate dai dischi Free Agent facciano sì che questi, dopo un certo tempo di inattività, entrino in uno stato di stand-by: quando ciò accade, il sistema operativo disconnette l'interfaccia USB del drive per poi riconnetterla automaticamente quando il disco viene nuovamente utilizzato. Il problema, sotto Linux, è che alla riaccensione del drive, questo viene riconosciuto come una periferica USB 1.1, con la conseguente riduzione della velocità massima del trasferimento dati a 12 Mbps (contro i 480 Mbps di USB 2.0).
C'è anche chi spiega (http://www.nslu2-linux.org/wiki/FAQ/DealWithAutoSpinDownOnSeagateFreeAgent) che lo spegnimento automatico del disco può causare, sotto certi sistemi operativi, la generazione di messaggi di errore: il file-system, infatti, va in time out prima che il drive sia nuovamente attivo e pronto a leggere/scrivere i dati.
http://punto-informatico.it/punto/20071211/freeagent.jpg
Secondo The Inquirer, gli stessi problemi potrebbero verificarsi anche con Mac OS X, seppure al momento non ci siano conferme precise. Per altro, non tutti gli utenti di Linux lamentano l'inconveniente: alcuni sostengono infatti di aver utilizzato tali dischi senza sperimentare problemi. Per chi non è altrettanto fortunato, esiste un workaround (http://www.cgkreality.com/2007/11/27/seagate-freeagent-idle-under-linux/): utilizzare il tool open source sdparm (http://sg.torque.net/sg/sdparm.html) per modificare i parametri dell'hard disk e disattivare la modalità stand-by.
Chi dispone di un modello Pro di Free Agent può anche scegliere di collegare il drive al computer mediante le porte FireWire o eSATA, che stando alle testimonianze degli utenti sembrano funzionare bene anche con il power management attivato.
Per il momento Seagate non ha rilasciato alcun commento in merito al problema: risulta pertanto difficile dire se e quando l'azienda sistemerà questa incompatibilità con Linux. Fra l'altro Engagdet fa notare (http://www.engadget.com/2007/12/07/seagate-freeagent-drives-not-down-with-linux/) che il supporto tecnico di Seagate, se interrogato sulla questione, risponde che "non forniamo supporto per prodotti Personal / External Storage (e/o accessori) utilizzati in ambiente Linux". Gli utenti del Pinguino sono avvisati.
Che i Free Agent siano stati pensati specificamente per l'utilizzo sotto Windows lo rivela anche il fatto che arrivano pre-formattati con NTFS, un file-system che Linux supporta in modo affidabile solo da poco tempo, e che ancor oggi certe distribuzioni non supportano affatto (almeno non di default).
Fonte: Punto Informatico (http://www.hwupgrade.it/forum/newthread.php?do=newthread&f=142)