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View Full Version : La cultura del dolore


Fides Brasier
27-11-2007, 20:39
http://dragor.blog.lastampa.it/journal_intime/2007/11/morti-nel-dol-1.html

MORTI NEL DOLORE
ALLARME: negli ospedali italiani c’è il culto del dolore. Innumerevoli Madri Terese fanno soffrire i pazienti. Con la scusa più o meno dichiarata di “dividere la passione di Cristo”, rifiutano gli analgesici a chi soffre. Secondo Costantino Benedetti, docente di Anestesiologia e terapia del dolore della Ohio State University di Columbus, italiano da oltre 30 anni negli Stati Uniti (dove è stato allievo di Giovanni Bonica, «padre» della moderna terapia del dolore), ogni anno muoiono 90.000 malati di cancro senza una terapia che allevii le loro sofferenze.

IL CALCOLO E' SEMPLICISSIMO: ogni anno in Italia si consumano 22 milioni di dosi di oppioidi per lenire il dolore di 60.000 malati. Ma nello stesso periodo ne muoiono 150.000 e questo significa che 90.000, più del 70 per cento, non riceve morfina e muore fra pene atroci. E parliamo soltanto dei malati terminali.

SE AL DOLORE ONCOLOGICO si aggiunge quello cronico di qualsiasi intensità e natura, secondo le statistiche il numero dei sofferenti oscilla tra il 15 ed il 25% della popolazione, ossia circa 6 milioni di italiani. Gente che dovrebbe ricevere morfina ogni giorno, la riceve ogni 3 mesi. Vi sembra etico rifiutarla? Nei paesi civili non si torturano nemmeno i criminali e un dolore cronico non trattato equivale a una tortura continua.

QUESTO E' IL FRUTTO di una stupida cultura del dolore, ancora largamente diffusa in una società apparentemente edonistica. Una cultura, o meglio incultura, che situa l'Italia all'ultimo posto d'Europa per quanto riguarda la terapia del dolore. Gratta la crosta e salta fuori questa straordinaria equazione: piacere uguale peccato, dolore uguale espiazione. Perché? Dobbiamo vivere per il piacere, nella vita non c’è posto per il dolore. Certo, ci entra lo stesso, ma dobbiamo considerarlo un’ingiustizia contro natura e combatterlo con tutte le nostre forze. Dobbiamo metterci in testa che il piacere è bene, il dolore è male. Non il contrario. Non abbiate paura del piacere, non sentitevi in colpa, se andate in vacanza non dite che lo fate soltanto per portare i bambini o per rimettervi in forma, ma per divertirvi. Come quando fate l’amore: lo fate per divertirvi, la procreazione non c’entra. Esistiamo per stare bene e infatti il nostro organismo cerca istintivamente sensazioni piacevoli cercando di ridurre quelle dolorose. Non soffrire è un diritto, quindi lo è anche la morfina.

MI RIVOLGO A TUTTI I MEDICI che per un motivo o per l’altro rifiutano la morfina ai pazienti: se potete alleviare il dolore di qualcuno e non lo fate, diventate voi stessi dei carnefici. Non lo dico soltanto io, ma anche Primo Levi.

Fil9998
27-11-2007, 20:49
una perla di retaggio (sub)culturale regalataci non dal cristinesimo...
ma

dalla istituzione "chiesa cattolica romana" ...

del resto alcuni movimenti al suo interno tutt'oggi prevedono l'uso del cilicio... quindi ...



il Cristianesimo prevederebbe altro che il dolore gratuito, ma ormai ...

Fides Brasier
27-11-2007, 21:13
nei commenti, c'e' un post dell'autore con quanto segue:

Negli ambienti medici se ne parla meno che fuori. Invece di educare i futuri medici a combattere il dolore, si srovola sull'argomento lasciando che l'Italia sia il fanalino di coda dell'Europa. Contro il dolore l'anno scorso si è speso in media mezzo euro per paziente contro i 7,6 euro della Germania.

cioe' in italia si spende meno di un decimo rispetto alla germania :eek: :eek:
e' una cosa che mi sconvolge, perche' (purtroppo) tocca tutti noi, prima o poi.
mi sconvolge ma non mi sorprende, considerando l'aurea di peccato di cui si vuole ammantare una cosa bella come il sesso. "sesso solo per procreare!!", e chi fa sesso senza procreare commette qualcosa di sbagliato.
figuriamoci per il dolore... "una cosa da offrire a dio".
:rolleyes:

Fil9998
27-11-2007, 21:59
Cilicio e Liberazione

ennys
27-11-2007, 22:02
Trovo sta cosa allucinante... :rolleyes:

Mi piacerebbe sentire però l'opinione personale di qualche medico del forum per farmi un quadro più completo di questo scandalo.

Fil9998
27-11-2007, 22:07
Trovo sta cosa allucinante... :rolleyes:


hai mai guardato bene una immagine del Cristo crocefisso??
è il simbolo più usato per indicare la cristianità...

NON HANNO SCELTO IL CRISTO RISORTO, BEATO, in rapimento spirituale .... NO HANNO SCELTO UN MEZZOO CADAVERE SANGUINANTE E TORTURATO A MORTE, CON SPINE IN TESTA E COSTATO LACERATO INCHIDATO su un legno come simbolo che li rappresenti ...


e nessuno trova questa simbologia come -quantomeno- di pessimissimo gusto se non proprio negativa.

"Io sono la Vita...", mica ha detto "Io sono la sofferenza" ...


e poi ci avanza tempo per dire che le altre culture son barbari ...

vabbhè ... la pagliuzza nell'occhio del vicino etc etc etc.

lowenz
27-11-2007, 22:31
QUESTO E' IL FRUTTO di una stupida cultura del dolore, ancora largamente diffusa in una società apparentemente edonistica.
Edonismo e ricerca del dolore sono cose che vanno a braccetto, fa parte della pochezza umana che proprio non riesce a stare lontana dal piacere o dal suo opposto (cioè in a-patia, parola greca) :D

lowenz
27-11-2007, 22:34
Cilicio e Liberazione
No guarda, il soddisfare i sensi di colpa tramite il dolore non ha religione :D

Ziosilvio
27-11-2007, 23:34
Dal Corsera (http://www.corriere.it/salute/07_novembre_27/novantamila_morti_ogni_anno_59da196a-9cb4-11dc-b6d9-0003ba99c53b.shtml):

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Lo specialista: non curare la sofferenza è come torturare
«Ogni anno muoiono 90 mila malati
di cancro senza terapia del dolore»
La denuncia: oppioidi, Italia ultima nell’Ue


MILANO—«La tragica condizione in cui versa la terapia del dolore in Italia è paragonabile alla tortura per omissione». La denuncia è di Costantino Benedetti, docente di Anestesiologia e terapia del dolore della Ohio State University di Columbus. «Cervello» italiano da oltre 30 anni negli Stati Uniti dove è stato allievo del «padre» della moderna terapia del dolore, Giovanni Bonica, altro italiano (la sua famiglia si trasferì da Filicudi negli States quando lui aveva 7 anni). Bonica è morto nel 1994.

Benedetti ha proseguito la sua opera, restando attento osservatore di quanto «non si faceva » in Italia. «Umberto Veronesi — dice —, da ministro, si è impegnato a rimuovere alcune importanti barriere che sembravano impedire ai medici di prescrivere con facilità gli oppioidi, i farmaci morfino-simili più efficaci per la terapia del dolore intenso. Sono ormai passati sette anni e l’Italia resta ultima in Europa nell’uso di questi farmaci». Pur essendo terza per la prevalenza del dolore cronico (26% su 75 milioni di europei) e prima per il dolore cronico severo (un italiano su 4). Si soffre senza le giuste cure? Lo dicono i dati più recenti (fonte: Centro studi Mundipharma): in Italia la spesa media pro-capite annua dei maggiori oppioidi utilizzati nella lotta alla sofferenza (morfina, ossicodone, tilidina, fentanil, idromorfone e buprenorfina) risulta pari a 0,52 euro, contro i 7,25 e i 7,14 di Germania e Danimarca.

Nel resto dei Paesi europei censiti, la spesa media si aggira attorno ai 3 euro e il nostro Paese risulta ben distaccato rispetto alle realtà immediatamente precedenti: Olanda 2,47 euro, Belgio 2,38 e Francia 2,36. Una recente analisi dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sottolinea come nel 2004 l’uso di morfina annuale pro capite in Italia era di 5,32 milligrammi, mentre in Austria era di 115,71. Ancora più allarmanti sono i numeri che snocciola Benedetti: «Nel 2005 in Italia si sono consumate 22 milioni di dosi di oppioidi. Insufficienti. Le linee-guida sulla terapia del dolore sostengono che un paziente con dolori continui ed intensi, come quelli da tumore, necessita di almeno una dose di oppioidi al giorno. Totale: 365 dosi per paziente all’anno».

Calcolatrice alla mano, 22milioni di dosi servono per controllare il dolore di 60 mila pazienti. Ma in Italia ogni anno muoiono di cancro oltre 150 mila malati. «E più del 70% di loro soffre dolori incoercibili », dice Benedetti. I conti non tornano. «Qualcuno non riceve morfina — risponde Benedetti —. E parliamo solo dei malati oncologici terminali». Insomma, circa 90 mila pazienti nel 2005 sarebbero morti senza un’adeguata cura anti-dolore. Benedetti scuote la testa: «I conti non tornano». Se poi al dolore oncologico si aggiunge quello cronico di qualsiasi intensità e natura, il numero dei sofferenti—dicono le statistiche — oscilla tra il 15 ed il 25% della popolazione. Secondo l’università dell’Ohio, il 10% della popolazione soffre di dolori cronici intensi.

Calcola Benedetti: «Circa sei milioni di italiani. Di conseguenza, in base al consumo di oppioidi nel 2005, si può affermare che ad ogni paziente italiano con dolori intollerabili è stata somministrata, in media, una dose di oppioide ogni tre mesi. Altro che giornaliera ». Tutto ciò è etico? «E’ etico omettere la corretta terapia? In tutte le nazioni civili neppure il peggiore dei criminali viene sottoposto alla tortura. E un dolore intollerabile causato da una malattia, e non trattato, equivale ad una tortura continua». Benedetti conclude citando Primo Levi: «Se sappiamo che il dolore e la sofferenza possono essere alleviati e noi non facciamo nulla, noi stessi siamo dei carnefici».

Note dolenti. Ma c’è n’è una anche positiva. Arriva da Pisa. Si tratta di un test del sangue che misura la soglia del dolore individuale e come ognuno risponde ai farmaci. L’hanno messo a punto Paolo Poli, direttore dell’unità di terapia del dolore, e Paolo Barale, genetista. «Semplice quanto efficace — spiega Poli —: un normale esame del sangue consente d’identificare la risposta genetica personalizzata alla terapia farmacologia. Un risultato che emerge dopo tre anni di studi e ricerche su 300 pazienti (40% oncologici, 60% non oncologici ed afflitti da patologie comuni come il mal di schiena, dolori artrosici). L’indagine riguarda in particolare l’impiego della morfina e permette di quantizzare la dose trasportata, tramite una proteina, al suo specifico recettore cellulare. Si può ottenere così la massima efficacia con il minimo di farmaco». La scoperta è pubblicata su Clinical Pharmacology and Therapeutics.

Mario Pappagallo
27 novembre 2007

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Notizia nuda e cruda, senza gli orpelli aggiunti dal blogger del primo post.

Ah: il "diritto a non soffrire" non esiste, mentre esistono il diritto di cercare la felicità e il dovere di lenire le sofferenze.

D.O.S.
28-11-2007, 00:44
Ah: il "diritto a non soffrire" non esiste, mentre esistono il diritto di cercare la felicità e il dovere di lenire le sofferenze.
direi che il diritto a cercare di non soffrire esiste eccome ... poi può essere garantito oppure no a seconda della legislazione dello stato dove si vive.

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 01:01
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Notizia nuda e cruda, senza gli orpelli aggiunti dal blogger del primo post.

Ah: il "diritto a non soffrire" non esiste, mentre esistono il diritto di cercare la felicità e il dovere di lenire le sofferenze.

Esatto. Il diritto a non soffrire fa parte di un concetto di società piu evoluta.


Senza cattolici.

Fides Brasier
28-11-2007, 08:33
Ah: il "diritto a non soffrire" non esiste:confused: :confused:
e perche' mai??

willywilly77
28-11-2007, 09:06
Esatto. Il diritto a non soffrire fa parte di un concetto di società piu evoluta.


Senza cattolici.

Ma ti piace proprio fare di tutta un erba un fascio :muro:
Sono cattolico ma, in molte cose non mi riconosco con quello che predica la chiesa ma, da qui a dire che il mondo sarebbe meglio senza cattolici c'è ne passa.
Mi stupisco sempre come i paladini della tolleranza sia intolleranti.

Skeja
28-11-2007, 09:37
Soprattutto vorrei capire cosa c'entrano le "madri teresa" del dolore...forse qualcuno non se ne è accorto ma le cure antalgiche sono stabilite da un medico non certo da infermiere...e l'unica persona interpellata nella scelta è il paziente o un familiare nel caso il paziente non fosse cosciente. Cosa c'entrano le suore o i cattolici masochisti?

Forse, forse sono i pazienti che voglion affrontare lucidamente il dolore? Vogliamo togliere il diritto ad un malato terminale di scegliere come morire?

joesun
28-11-2007, 09:44
Soprattutto vorrei capire cosa c'entrano le "madri teresa" del dolore...forse qualcuno non se ne è accorto ma le cure antalgiche sono stabilite da un medico non certo da infermiere...e l'unica persona interpellata nella scelta è il paziente o un familiare nel caso il paziente non fosse cosciente. Cosa c'entrano le suore o i cattolici masochisti?

Forse, forse sono i pazienti che voglion affrontare lucidamente il dolore? Vogliamo togliere il diritto ad un malato terminale di scegliere come morire?

o forse un cattolico che soffre probabilmente tiene molto più in conto l'invito a sopportare il dolore da parte di una suora, piuttosto che la proposta di un antalgico da parte di un medico.
a chi soffre l'antalgico dovrebbe essere dato "d'ufficio" senza chiederlo ai parenti, anche perchè, nota la causa e la natura del dolore, un paziente che non soffre è molto più gestibile, soprattutto in una stanza in cui ci sono altri pazienti anche meno gravi.

la terapia del dolore va data perchè è utile nella gestione del paziente. questo sfidare i limiti di sopportazione del dolore da parte di un essere umano suggestionato è da psichiatria.

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 09:57
Soprattutto vorrei capire cosa c'entrano le "madri teresa" del dolore...forse qualcuno non se ne è accorto ma le cure antalgiche sono stabilite da un medico non certo da infermiere...e l'unica persona interpellata nella scelta è il paziente o un familiare nel caso il paziente non fosse cosciente. Cosa c'entrano le suore o i cattolici masochisti?

Forse, forse sono i pazienti che voglion affrontare lucidamente il dolore? Vogliamo togliere il diritto ad un malato terminale di scegliere come morire?

ma come?

eutanasia no, dolore si?

Dove sta la scelta?

Me la immagino la suora che dice:

Si puoi scegliere, ma la nostra scelta.

Altrimenti non saresti veramente libero, capisci?

Ziosilvio
28-11-2007, 09:59
Soprattutto vorrei capire cosa c'entrano le "madri teresa" del dolore...forse qualcuno non se ne è accorto ma le cure antalgiche sono stabilite da un medico non certo da infermiere...e l'unica persona interpellata nella scelta è il paziente o un familiare nel caso il paziente non fosse cosciente. Cosa c'entrano le suore o i cattolici masochisti?
Oltretutto, leggendo l'articolo riportato dal Corsera (vedi mio post un po' più su), sembrerebbe che Benedetti non abbia parlato di "madri Terese del dolore"---anche se il blogger citato nel primo post ha scritto il suo pezzo in modo da far pensare che l'abbia fatto---ma "solo" (e sì che basterebbe) della situazione della terapia del dolore in Italia, che risente ancora delle grosse limitazioni dei farmaci oppiacei in vigore fino ad alcuni anni fa.
Forse, forse sono i pazienti che voglion affrontare lucidamente il dolore? Vogliamo togliere il diritto ad un malato terminale di scegliere come morire?
Detta così mi sembra un po' esagerata.
Posso capire che un malato rinunci a una medicina affinché un altro che soffre della stessa malattia possa giovarne.
Ma "affrontare lucidamente il dolore" quando si può tenerlo a bada e così poter ancora aiutare gli altri, mi sembra non solo masochistico ma anche sciocco.
Comunque, è un'opinione mia.
nota la causa e la natura del dolore, un paziente che non soffre è molto più gestibile, soprattutto in una stanza in cui ci sono altri pazienti anche meno gravi.

la terapia del dolore va data perchè è utile nella gestione del paziente
Quoto.

Skeja
28-11-2007, 10:01
o forse un cattolico che soffre probabilmente tiene molto più in conto l'invito a sopportare il dolore da parte di una suora, piuttosto che la proposta di un antalgico da parte di un medico.
a chi soffre l'antalgico dovrebbe essere dato "d'ufficio" senza chiederlo ai parenti, anche perchè, nota la causa e la natura del dolore, un paziente che non soffre è molto più gestibile, soprattutto in una stanza in cui ci sono altri pazienti anche meno gravi.

la terapia del dolore va data perchè è utile nella gestione del paziente. questo sfidare i limiti di sopportazione del dolore da parte di un essere umano suggestionato è da psichiatria.

Io non so che ospedali, suore e cattolici frequentiate.

Riporto due esperienze:
Primi anni novanta, la morfina fu chiesta per prima da una suora che assisteva mio nonno.
Recentemente, nel caso di mio padre (tumore anche lui), ho chiesto io ai medici quando sarebbe stato possibile iniziare la terapia antaligica.
Eppure, da quanto mi risulta, la suora era cattolica e io pure |:
E di casi simili ne conosco a valangate. Non ho mai sentito di pazienti, negli ultimi anni, morti tra dolori indicibili perchè qualcuno si rifiutava di dargli le cure necessarie ad evitare queste inutili pene.
Chi sceglie di ritardare il più possibile l'uso della morfina lo fà, non per "dividere la passione di Cristo", ma per godersi a pieno gli ultimi momenti della sua vita da lucido. E ditemi ora se questo non è un pensiero rispettabile.

Io ho sempre visto tanta pietà per chi soffre e la volontà di lenire le inutili sofferenze. Certo, forse contariamente ai paesi "faro di cultura" con cui siam confrontati nella statistica, da parte dei medici, in primis, si evita di somministrare morfina a cazzo....

lowenz
28-11-2007, 10:02
la terapia del dolore va data perchè è utile nella gestione del paziente
*

Skeja
28-11-2007, 10:03
ma come?

eutanasia no, dolore si?

Dove sta la scelta?

Me la immagino la suora che dice:

Si puoi scegliere, ma la nostra scelta.

Altrimenti non saresti veramente libero, capisci?

Fatti un giro presso reparti di oncologia e dimmi dove vedi tutte ste suore masochiste....poi se si parla per puro spirito polemico, passo la mano.

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:04
Ma ti piace proprio fare di tutta un erba un fascio :muro:
Sono cattolico ma, in molte cose non mi riconosco con quello che predica la chiesa ma, da qui a dire che il mondo sarebbe meglio senza cattolici c'è ne passa.


Questo non l'ho mai detto.

Anche se lo penso.


Mi stupisco sempre come i paladini della tolleranza sia intolleranti.

Dove sono i paladini della tolleranza? Sono già arrivati?

Spero che non ti riferissimi a me: xenofobo, omofobo e pedofobo. Negro ce l'ho, alla collezione mi manca solo ebreo.

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:07
Fatti un giro presso reparti di oncologia e dimmi dove vedi tutte ste suore masochiste....poi se si parla per puro spirito polemico, passo la mano.

Grazie, passo già abbastanza tempo in PS per accorgermi di che parlo.

Ziosilvio
28-11-2007, 10:07
Io non so che ospedali, suore e cattolici frequentiate.
Io non so neanche se gli anticlericali del forum conoscano gli ambienti cattolici più che per sentito dire.
Pensa solo a quello che è successo con questo thread: è bastato citare un blog in cui si citava a modo proprio un articolo sulla terapia del dolore facendo riferimento a madre Teresa, per partire con l'ennesima tirata sui kattolici kattivi che lasciano morire la gente tra indicibili sofferenze.
Io, comunque, ho smesso di stupirmi: dopo tutto, è naturale andare appresso a chi ti dice quello che tu vuoi sentirti dire... esattamente come il malato terminale che va appresso al ciarlatano che promette una cura alternativa.

Skeja
28-11-2007, 10:10
Oltretutto, leggendo l'articolo riportato dal Corsera (vedi mio post un po' più su), sembrerebbe che Benedetti non abbia parlato di "madri Terese del dolore"---anche se il blogger citato nel primo post ha scritto il suo pezzo in modo da far pensare che l'abbia fatto---ma "solo" (e sì che basterebbe) della situazione della terapia del dolore in Italia, che risente ancora delle grosse limitazioni dei farmaci oppiacei in vigore fino ad alcuni anni fa.

L'avevo letto, ma sai che tanti si fermeranno al primo post e così, invece di iniziare una discussione seria sullo stato delle cure antalgiche in Italia si è partiti con la caccia alla suora masochista |:


Detta così mi sembra un po' esagerata.
Posso capire che un malato rinunci a una medicina affinché un altro che soffre della stessa malattia possa giovarne.
Ma "affrontare lucidamente il dolore" quando si può tenerlo a bada e così poter ancora aiutare gli altri, mi sembra non solo masochistico ma anche sciocco.
Comunque, è un'opinione mia.

Tra aver male (con un intensità sopportabile) e poter parlare con i tuoi cari in maniera lucida, e non sentir niente e far fatica a capire chi è quell'ombra che ti sta parlando io non so cosa sceglierei.
Poi è chiaro che se il male diventa insopportabile la richiesta di attenuarlo sia sacrosanta.

Ma ripeto, non ho MAI visto/sentito, in un anno e mezzo e tre ospedali che ho girato, pazienti che si lamentassero di dolori insopportabili (proprio perchè appena arrivano parte la terapia..)

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:14
Tra aver male (con un intensità sopportabile) e poter parlare con i tuoi cari in maniera lucida, e non sentir niente e far fatica a capire chi è quell'ombra che ti sta parlando io non so cosa sceglierei.

E' vero. Per fortuna che non esiste solo gli antidolorifici, ma anche gli inibitori.

E che la terapia diversificata permette di ridurre notevolmente il dosaggio.

Skeja
28-11-2007, 10:14
Grazie, passo già abbastanza tempo in PS per accorgermi di che parlo.

E dimmi, quante suore masochiste che hanno incitato a non prendere la morfina* hai conosciuto?

*dire "porta pazienza caro, il dolore ti avvicina a cristo* per un cattolico non significa AFFATTO non curarti e muori tra i dolori. E' la consolazione di sapere che Dio ha provato sulla sua pelle il dolore che te provi ora.
Ma dico io, ma mica avrete visto troppi b-movie con suore pazze sadomaso? :sofico:

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:21
E dimmi, quante suore masochiste che hanno incitato a non prendere la morfina* hai conosciuto?


peggio: ho visto suore invitare a strapparsi le bende con le croste a freddo.

Quasi fosse una ceretta.


*dire "porta pazienza caro, il dolore ti avvicina a cristo* per un cattolico non significa AFFATTO non curarti e muori tra i dolori.


Non la pensa cosi una parte del mondo cattolico.

Quella praticante.


E' la consolazione di sapere che Dio ha provato sulla sua pelle il dolore che te provi ora.
Ma dico io, ma mica avrete visto troppi b-movie con suore pazze sadomaso? :sofico:

No è semplice: Prima ero cattolico, poi ho letto la bibbia.

Ecco perchè molti di quelli ancora cattolici o sono preti o non hanno letto la bibbia.

sider
28-11-2007, 10:25
E
Ma dico io, ma mica avrete visto troppi b-movie con suore pazze sadomaso? :sofico:

Dove sono stato operato al ginocchio, ho dovuto spingere via la suora con forza, tentava di pegarmelo a forza (il fisioterapista ci è arrivato in 1 mese di terapia, a quel punto)

Ziosilvio
28-11-2007, 10:28
Io non so neanche se gli anticlericali del forum conoscano gli ambienti cattolici più che per sentito dire.
OK, di uno adesso lo so:
peggio: ho visto suore invitare a strapparsi le bende con le croste a freddo.
Anche se, con tutto il rispetto, mi sembra tu stia attribuendo ai cattolici le colpe degli imbecilli.
Prima ero cattolico, poi ho letto la bibbia.
E probabilmente l'hai interpretata a modo tuo.
Càpita spesso, soprattutto oltreoceano.
Ma dico io, ma mica avrete visto troppi b-movie con suore pazze sadomaso? :sofico:
MA :rotfl: :rotfl: :rotfl:

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:33
OK, di uno adesso lo so:


Lo so che lo sai e che lo dici solo per screditarmi.

L'ho detto mille volte, e lo ripeto ora: l'associazionismo cattolico me lo sono girato tutto. Da opus dei, a Cl, passando per l'oratorio, i giovani di Don Bosco e l'agesci.




Anche se, con tutto il rispetto, mi sembra tu stia attribuendo ai cattolici le colpe degli imbecilli.


Se tu ammetti che anche il papa è un imbecille perchè rifiuta l'eutanasia


E probabilmente l'hai interpretata a modo tuo.
Càpita spesso, soprattutto oltreoceano.


L'ha detto anche il papa che la bibbia è allegoria.
E infatti si è saltato a piè pari le parti che parlano di povertà-.

Skeja
28-11-2007, 10:34
peggio: ho visto suore invitare a strapparsi le bende con le croste a freddo.

Quasi fosse una ceretta.

Cioè no.
Ma in compenso hai trovato (come sider e N persone qua dentro) una suora che si comporta come un'infermiera scriteriata di vent'anni fà..


Non la pensa cosi una parte del mondo cattolico.

Quella praticante.

No, forse sono i cattolici NON praticanti che non sentendo le omelie domenicali sul dolore forse fanno confusione.
Davvero, trova un buon prete o un buon cattolico e parlaci senza preconcetti....forse scoprirai un mondo che non t'aspetti.

No è semplice: Prima ero cattolico, poi ho letto la bibbia.

Ecco perchè molti di quelli ancora cattolici o sono preti o non hanno letto la bibbia.

Ora ho capito tutto...:cry:

Skeja
28-11-2007, 10:36
Lo so che lo sai e che lo dici solo per screditarmi.

L'ho detto mille volte, e lo ripeto ora: l'associazionismo cattolico me lo sono girato tutto. Da opus dei, a Cl, passando per l'oratorio, i giovani di Don Bosco e l'agesci.

E nei salesiani avresti trovato pazzi masochisti?? :D :D :D :D :D




Se tu ammetti che anche il papa è un imbecille perchè rifiuta l'eutanasia

Si parlava di alleviare il dolore.
Come ca**o fai a passare all'interruzione della vita?


L'ha detto anche il papa che la bibbia è allegoria.
E infatti si è saltato a piè pari le parti che parlano di povertà-.
aahhahahahahaha
E' cosa risaputa che la Bibbia contenga MOLTI generi letterari.....ma lasciam stare..ho da fare, saluti!

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:39
Cioè no.
Ma in compenso hai trovato (come sider e N persone qua dentro) una suora che si comporta come un'infermiera scriteriata di vent'anni fà..


E di grazia, come fai a dire che le infermiere si comportavano cosi?


No, forse sono i cattolici NON praticanti che non sentendo le omelie domenicali sul dolore forse fanno confusione.
Davvero, trova un buon prete o un buon cattolico e parlaci senza preconcetti....forse scoprirai un mondo che non t'aspetti.


Cosi gli chiedo il perchè delle autoflagellazioni e del cilicio?



Ora ho capito tutto...:cry:

spieghi anche a me? Sai non sono intelligentissimo, sono ancora mezzo Cattolico Cristiano. Ma la parte che segue Cristo, non il papa.

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:41
E nei salesiani avresti trovato pazzi masochisti?? :D :D :D :D :D


Dove ho detto questo?

Si parlava di alleviare il dolore.
Come ca**o fai a passare all'interruzione della vita?


Hai detto tu che uno deve poter morire come vuole. O ti rimangi quello che dici?


aahhahahahahaha
E' cosa risaputa che la Bibbia contenga MOLTI generi letterari.....ma lasciam stare..ho da fare, saluti!

L'allegoria non è un genere letterario. E non conoscere questa questione della bibbia vuol dire esserne totalmente ignoranti. Dato che è l'argomento di dibattito PIU importante

Ziosilvio
28-11-2007, 10:50
lo dici solo per screditarmi.
Andiamo, dijo, sii ragionevole: per quale motivo dovrei impiegare il mio tempo e le mie energie in un'azione così meschina?

fsdfdsddijsdfsdfo
28-11-2007, 10:58
Andiamo, dijo, sii ragionevole: per quale motivo dovrei impiegare il mio tempo e le mie energie in un'azione così meschina?

perchè sei cattolico?






No no sto scherzando. :D:D :P

Fil9998
28-11-2007, 11:52
Esatto. Il diritto a non soffrire fa parte di un concetto di società piu evoluta.


Senza cattolici.



siamo buoni,vhà che arriva Natale...

diciamo:

una civiltà più evoluta con cattolici più evoluti.

:sofico: :sofico: :sofico:

ania
02-12-2007, 10:33
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/uccide-moglie-ospedale/uccide-moglie-ospedale/uccide-moglie-ospedale.html

Lei, 82 anni, soffriva da anni di Alzheimer.
Una vita insieme, due figli
Irrompe in ospedale e spara uccidendo la moglie ricoverata
Il marito: "L'ho fatto perchè non ce la facevo più a vederla soffrire"
L'uomo, 77 anni, ha sparato tre colpi, due sul volto, uno al cuore poi ha atteso la polizia
PRATO - Settantasette anni lui, ottantadue lei, una vita insieme.
Poi lei si ammala, viene ricoverata, cure senza speranza, sofferenza tanta, un Alzheimer senza tregua, spietato.
Dopo anni così, tra demenza e inconsapevolezza, lui oggi entra in ospedale, come tutti i pomeriggi, e sale al reparto di medicina donne dove è ricoverata la sua compagna di una vita.
Solo che ha un'arma, la estrae e la uccide con tre colpi di pistola.

E' successo oggi pomeriggio a Prato. "Non ce la facevo più a vederla soffrire, l'ho fatto per amore" dirà poi l'uomo agli agenti mentre lo portano in questura.

Questa volta non ci sono indagini da fare, nè moventi da cercare.
L'uomo è rimasto lì in piedi, nella stanza, impietrito, paralizzato, si è messo in un angolo ad aspettare la polizia, chissà cosa ha visto nel volto della donna che con cui ha passato una vita e che alla fine ha deciso di lasciar andare via.
Vivevano insieme a Prato, due figli grandi che stasera sono arrivati in lacrime, disperati in questura.

Questo volta è tutto chiaro, tutto evidente: una donna anziana malata terminale, il marito, anche lui anziano, che le "regala" quello che da un certo punto di vista può essere il più disperato gesto d'amore.
Si dice che lasciar andare via la persona che si ama sia il più grande gesto d'amore.
Il marito, un ex vigile urbano di cui non è stato diffuso il nome, stamani era andato come tutti i giorni all'ospedale dove la moglie era ricoverata da quattro giorni ma da tempo non riconosceva più nessuno.
Il medico gli aveva spiegato che ormai non c'era più nulla da fare.
Che toccava solo aspettare.

L'uomo è andato a casa a mezzogiorno e ha deciso. Alle 17, l'ora del passo, è tornato nella stanza, sei letti, sei pazienti, tutte donne. Si è messo accanto alla moglie, raccontano che le ha accarezzato il viso a lungo sussurrando parole.
Che poi ha preso un asciugamano, lo ha messo sul viso, ha estratto dal borsello la pistola e ha sparato il primo colpo, alla radice del naso. Le infermiere hanno cercato di bloccarlo. La donna ha emesso un rantolo, un lamento. Forse era ancora viva. E' riuscito ad avvicinarsi ancora al letto e ha fatto fuoco altre due volte, una in mezzo agli occhi e una al cuore. Poi si è messo in un angolo, ha preso il cellulare e ha chiamato la polizia.

Qualcuno ha cercato il parere dell'esperto. "Sono gesti della disperazione che possono maturare in un clima depressivo" ha detto Luigi Janiri, professore di psichiatria all'Università Cattolica di Roma. "In questi casi quando la malattia e l'agonia si prolungano in una dimensione senza tempo sopraggiunge l'impossiiblità di vivere il lutto, si scatena la depressione e il mettere fine alle sofferenze è un gesto di carità e non un omicidio".

L'uomo è indagato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.
Ma non andrà in carcere perchè ha 82 anni. La storia, di per sè, è chiusa. Non si è neppure aperta. Restano, invece, ben altre domande: eutanasia, dolce morte, testamento biologico, tutti quegli strumenti di cui un paese laico e civile dovrebbe dotarsi e che invece in Italia non esistono.
E allora accade Prato.
Come altre volte è accaduto che un marito innamorato e disperato abbia ucciso la moglie malata.
E allora accade che Piergiorgio Welby, 60 anni, malato distrofia da trenta, possa andarsene solo perchè trova un anestesista comprensivo.
Succedeva quasi un anno fa.
E che Giovanni Nuvoli, 53 anni, da sei anni a letto malato di sclerosi laterale amiotrofica, sia costretto a dover fare la stessa scelta.
Difficile. Ma un gesto di carità. Un gesto d'amore.
Resta solo una questione aperta: come si possa entrare armati in un ospedale. Ma questa è un'altra storia.

(1 dicembre 2007)

http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_01/marito_uccide_moglie_fdbd8bf2-a038-11dc-8bf1-0003ba99c53b.shtml

Tragedia nel reparto di medicina, a Prato
Un uomo uccide la moglie in ospedale
Il marito ha fatto irruzione, armato di pistola, e ha freddato la donna: «Non potevo più vederla soffrire»

PRATO - Prima le ha accarezzato la testa e le ha parlato piano. Poi le ha coperto il volto e ha sparato tre colpi. Un uomo di 77 anni, ex vigile urbano, è entrato in ospedale, a Prato, armato di pistola, ed ha ucciso la moglie 82enne, malata di alzheimer. «Ho sparato perché non ce la facevo più a vederla soffrire» ha detto l'anziano, subito arrestato dalla polizia. Entrambi abitavano a Prato e la donna era stata ricoverata nel reparto di medicina. L'episodio è avvenuto nel pomeriggio. La vittima, 82 anni, era ricoverata in ospedale da alcuni giorni ed era gravemente malata.

HA SPARATO DAVANTI AGLI ALTRI PAZIENTI - La donna uccisa era ricoverata in corsia, con altre 5 pazienti. Passava il tempo tra una veglia incosciente e il sonno, chiusa ormai totalmente nel suo mondo: non parlava e non riconosceva più nessuno. Il marito verso mezzogiorno, in un colloquio con i medici, ha la conferma che non ci sono più speranze. Torna a casa, aspetta l' ora delle visite. Sono le 17 quando si ripresenta nella stanza. Si avvicina al letto dove sua moglie dorme, le accarezza a lungo il viso, le parla piano come se lei potesse, volesse sentirlo. Poi mette un asciugamano sulla sua fronte, a coprirle gli occhi: tira fuori un piccolo revolver e le spara alla radice del naso. Immediata la reazione delle infermiere che cercano di disarmare l'uomo e di calmarlo. Quando lui sente l'ultimo rantolo della moglie si avvicina ancora al letto, le spara un altro colpo in mezzo agli occhi e uno al cuore.

LA TELEFONATA ALLA POLIZIA - Le altre pazienti sono spaventate e vengono portate fuori dalla stanza mentre lui si siede in un angolo, estrae il cellulare e chiama la polizia. Tempo pochi minuti, i poliziotti arrivano: lui spiega che non ce la faceva più a vederla soffrire e consegna la pistola. Viene portato in questura con l' accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. I due figli della coppia arrivano in questura e attendono di poter vedere il padre che viene condotto in una stanza a parlare con uno psichiatra. Continua a ripetere che l'ha fatto per lei.

01 dicembre 2007 (ultima modifica: 02 dicembre 2007)

"Morire dev’essere come addormentarsi dopo l’amore, stanchi, tranquilli e con quel senso di stupore che pervade ogni cosa".

Pier Giorgio Welby

Trovo ingiusto, assurdo e sconvolgente che in questo Paese, si debba portare un uomo a prendere la decisione straziante di porre lui stesso, in modo così cruento, una fine pietosa alla vita -oramai solo devastata dal dolore e senza più speranza alcuna- della propria compagna di un'intera vita.


Ania

Fil9998
02-12-2007, 10:38
a tanto si deve arrivare grazie alle ideologie religiose incancrenite in potere politico ...

poi abbiamo il coraggio di dire barbari ad altri popoli che almeno hanno la scusante di non aver il benessere e l'istruzione che noi abbiamo la fortuna d'avere...

bjt2
02-12-2007, 16:22
a tanto si deve arrivare grazie alle ideologie religiose incancrenite in potere politico ...

poi abbiamo il coraggio di dire barbari ad altri popoli che almeno hanno la scusante di non aver il benessere e l'istruzione che noi abbiamo la fortuna d'avere...

Ai religiosi non importa nulla. Tanto se loro sono nelle loro stesse condizioni, nessuno gli negherebbe una bella siringa... Io credo fermamente che a GPII abbiano accorciato l'agonia... In quel caso un gesto di pietà, in questo caso un barbaro omicidio... :rolleyes:

ania
02-12-2007, 16:45
Ai religiosi non importa nulla. Tanto se loro sono nelle loro stesse condizioni, nessuno gli negherebbe una bella siringa... Io credo fermamente che a GPII abbiano accorciato l'agonia... In quel caso un gesto di pietà, in questo caso un barbaro omicidio... :rolleyes:A mio modo di vedere le cose, in questo caso : l'ultimo, estremo gesto di infinito, profondo ed immenso Amore.


Ania

gabi.2437
02-12-2007, 17:32
A mio modo di vedere le cose, in questo caso : l'ultimo, estremo gesto di infinito, profondo ed immenso Amore.


Ania

Era sarcastico :D

ania
02-12-2007, 17:37
Era sarcastico :DLo so perfettamente che bjt2 non pesa assolutamente che in questo caso si tratti di un barbaro omicidio.

Mi sottovaluti, ancora, esattamente come in passato.

Troppo.

Ania

ania
05-12-2007, 09:40
http://www.corriere.it/salute/07_novembre_27/soffrire_veronesi_morfina_d89b0b26-9cc1-11dc-b6d9-0003ba99c53b.shtml

Medicina e cultura
Non soffrire è un diritto: sì alla morfina

Fondamentale è liberare definitivamente la morfina dalle paure che ancora ne limitano l'utilizzo. Non è giusto privare i malati di un potente antidolorifico solo perché c'è chi ne ha fatto un uso improprio per uscire dalla realtà. Per questo la mia lotta al dolore, che dura ormai da cinquant'anni, è anche una battaglia di pensiero: bisogna distinguere fra la sostanza psicotropa e il farmaco, sottolineando che nei Paesi più avanzati nella cura del dolore, che hanno un alto utilizzo di morfina, non si è mai osservato un aumento del consumo improprio.

Il grosso problema in Italia è allora creare una diversa cultura nei confronti del dolore: da parte del malato e dei suoi familiari che ancora lo accettano come una punizione o una catarsi contro la quale non bisogna ribellarsi, da parte del medico che lo vive come una sconfitta della sua persona e della sua professionalità. Inoltre, malgrado le più recenti azioni liberalizzatrici nei confronti dell'uso degli oppioidi, ancora da noi prevale la mitologia che li vede come farmaci dagli effetti collaterali disastrosi, da somministrare solo in casi estremi. Al contrario, io credo che la morfina debba essere usata contro qualsiasi tipo di dolore e non solo per quello oncologico grave. E' un farmaco da usare, se serve, anche per una distorsione alla caviglia.

Dal gennaio 2001 prescrivere morfina è più facile dal punto di vista burocratico, nonostante questo l'Italia resta ancora in coda all'Europa nell'uso di questo farmaco. Significa che ancora esistono barriere ideologiche e rifiuti di principio. Io, di fronte a questo, riaffermo il diritto alla dignità della persona malata. Diritto che ci impone eticamente di dare a tutti i pazienti la possibilità di vivere al meglio la propria vita, nonostante la ma-lattia. Ci sono malattie per ora ancora inguaribili, ma non esistono malattie incurabili. Il medico deve sentirsi moralmente chiamato a curare il dolore sempre, a tutti i livelli e a tutti gli stadi di una ma-lattia, senza aspettare che la sofferenza del paziente arrivi a un livello tale da togliergli lucidità, costringendolo ad estraniarsi dal mondo. Non soffrire è un diritto fondamentale di ogni uomo e non far soffrire è uno dei doveri più alti della medicina.

Umberto Veronesi
http://www.corriere.it/sportello-cancro/
■ Sportello Cancro: le notizie sulle cure e il forum di Umberto Veronesi


27 novembre 2007(ultima modifica: 30 novembre 2007)

Ziosilvio
05-12-2007, 09:56
http://www.corriere.it/salute/07_novembre_27/soffrire_veronesi_morfina_d89b0b26-9cc1-11dc-b6d9-0003ba99c53b.shtmlNon soffrire è un diritto fondamentale di ogni uomo e non far soffrire è uno dei doveri più alti della medicina.

Umberto Veronesi
"Non soffrire" nel senso più generale del termine non è un diritto, perché nessuno può garantirlo.
Né la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (http://www.interlex.it/Testi/dichuniv.htm) lo contempla.

Avere le proprie sofferenze lenite, invece, lo è; e credo sia questo il senso delle parole del professor Veronesi. Attenzione però al medico pietoso che fa la piaga cancrenosa...

ania
07-12-2007, 07:05
http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2007/12/06/medicinasanitagrave/018opp55918.html

Farmaci

Oppioidi: i medici non li prescrivono


L'ITALIA utilizza poco gli oppioidi per lenire il dolore acuto dei malati inguaribili. A conferma i dati elaborati in questi giorni dal centro studi Mundipharma che rivelano come, nel nostro Paese, siano stati spesi in un anno 30,482 milioni di euro contro i 597 della Germania e i 210 della Gran Bretagna. E al basso utilizzo di questi farmaci si aggiunge la scarsa somministrazione della morfina, rimedio valido, ma non l'unico come spiega Furio Zucco, past president della Sicp,la Società delle Cure palliative: "Esistono altre molecole in grado di lenire il dolore della malattia che avanza. E anche applicazioni diverse: ci sono i cerotti, le somministrazioni transmucosali e le infusioni continue. In ogni caso", aggiunge Zucco, "resistono troppi pregiudizi e molti medici non si fidano a prescriverli". Nonostante il dolore sia un sintomo importante per moltissimi pazienti, anzi il primo sintomo, secondo quanto ha rilevato lo studio Epic, un lavoro realizzato in 12 paesi europei che ha coinvolto 4.824 pazienti oncologici di cui 457 italiani. Studio dal quale emerge che per il 42% degli intervistati il dolore è insopportabile al punto di desiderare la morte e per il 66% rende impossibile anche lo svolgimento delle più semplici attività. Per questo la Sicp, la Società Italiana cure palliative, chiede un ulteriore semplificazione della prescrizione degli oppioidi. Semplificazione prevista nel disegno di legge (1249, relatore Paolo Bodini, del Pd) che ha ottenuto parere positivo della Commissione Igiene e Sanità del Senato e che è arrivato in aula questa settimana.
(a. r. cil.)


http://www.repubblica.it/supplementi/salute/2007/12/06/medicinasanitagrave/018pia55918.html
Cure palliative
Arriva il Piano
Formazione, più hospice, terapie a casa
Dopo un anno di lavori, il Comitato ha elaborato il programma ora al vaglio del ministro e poi alla commissione Stato-Regioni
di Anna Rita Cillis

Sarà uno snodo fondamentale per un Paese come il nostro dove, sino ad oggi, le cure palliative (insieme di "attenzioni" mediche, psicologiche e spirituali per i malati inguaribili) non hanno trovato piena applicazione. Ad un anno esatto dal suo insediamento, difatti, la Commissione terapia del dolore, cure palliative e dignità del fine vita, istituita a dicembre 2006 dal ministro della Salute Livia Turco ha approntato un Piano contro il dolore inutile.
Un programma che punta alla formazione del personale sanitario, che indicherà quali dovranno essere gli standard su tutto il territorio nazionale, che ha lo scopo di garantire una rete assistenziale "circolare" a tutti, anche ai bambini e non solo ai malati di cancro (delle 250mila persone in fase terminale, 100mila sono affette da patologie diverse da quelle tumorali). Pilastri del Piano le cure domiciliari e l'ampliamento della rete degli hospice (oggi 114, ma la stima ne prevede 243 entro il 2011). Un modo "per offrire a tutti i malati cronici e a quelli inguaribili accesso alle cure", spiega al riguardo Stefano Inglese, consigliere del ministro della Salute.
"Abbiamo lavorato molto per realizzare un Piano esaustivo", aggiunge Inglese che è anche il vicecoordinatore della commissione presieduta dalla stessa Turco. "Lo scopo è quello di accelerare la creazione di una rete capillare che non lasci fuori né zone d'Italia né fasce di cittadini. Cure e sollievo oggi non sono garantite a tutti e in maniera equa. Per questo è necessario creare una rete attiva su scala nazionale", precisa Inglese.
Per permettere alle Regioni di andare speditamente verso questa direzione, nella Finanziaria sono previsti 150 milioni di euro da utilizzare per la creazione di ulteriori hospice e per promuovere ulteriormente le cure palliative a domicilio, soldi che vanno ad aggiungersi ai 100 milioni inseriti nella passata Finanziaria e ai fondi, già impegnati, della legge del 1999 voluta dall'allora ministro della Salute Rosy Bindi.
Dopo esser stato valutato e approvato da Livia Turco - la presentazione avverrà entro fine anno - il piano dovrà fare un ulteriore passo: "Concorderemo con le Regioni uno schema di accordo", sottolinea Stefano Inglese, poi "approderà in Conferenza Stato/Regioni per la ratifica in modo che trovi applicazione in ogni zona d'Italia". Punto dolente quello dell'omogeneità dei servizi sanitari offerti ai cittadini anche in questo ambito.
Come spiega Giorgio Trizzino, tra i primi palliativisti italiani, direttore dello Hospice Arnas del Civico di Palermo. "Ancora oggi esiste un'Italia a due velocità: il Nord e parte del Centro, dove i servizi erogati, in genere, sono buoni e un Sud nel quale mancano gli hospice, gli ospedali non sono preparati a curare i malati in fase terminale, per non parlare degli ambulatori e della formazione dei medici. Da alcuni anni le cose sono migliorate, ma nel Meridione la famiglia resta il punto di riferimento principale", conclude Trizzino. E dall'abbattimento di questo confine, riparte la battaglia contro il dolore inutile. Diritto ancora negato a molti malati terminali: circa il 60 per cento non è seguito da alcun programma di cure palliative.