teogros
26-11-2007, 21:43
Sono entrati nella notte nella sede di Confindustria Caltanissetta. Un'irruzione mirata, obiettivo ll'ufficio del direttore Giovanni Crescente: sono stati rubati due cd in cui erano memorizzati documenti e pratiche della sede nissena di Confindustria. Poi sono stati messi a soqquadro armadi, aperti cassetti, buttate a terra carpette e faldoni di atti custoditi nell'ufficio di segreteria di presidenza. Un colpo nel luogo simbolo della ribellione contro le estorsioni nella provincia nissena. Un'irruzione che arriva, lo sostiene il procuratore generale Pietro Barcellona, per tentare di bloccare la rivolta degli imprenditori contro il racket della mafia. Che l'irruzione fosse mirata lo si capisce da un particolare: sono stati portati via solo i due cd dell'ufficio di direzione, mentre computer portatili o uno schermo a cristalli liquidi sono rimasti al loro posto. Dentro i cd, secondo indiscrezioni, pare ci fossero tutti i documenti legati all'iniziativa di espellere da Confindustria gli imprenditori che pagano il "pizzo": dal foglio di presenza del direttivo di Caltanissetta che ha aderito all'iniziativa del codice etico ai documenti preparatori degli atti formali. Un ennesimo atto indimidatorio culminato, a settembre, nelle minacce al neo presidente della piccola industria siciliana, Marco Venturi. E proprio per rispondere a questi attacchi esterni l'8 novembre negli uffici di Caltanissetta, alla presenza del presidente siciliano di Confindustria, Ivan Lo Bello e del vicepresidente nazionale Ettore Artioli, era stata approvata l'integrazione al codice etico degli imprenditori che prevede l'espulsione di chi paga il «pizzo».
"Al di là del documento portato via, o del faldone aperto, c'è un messaggio preciso" sostiene il direttore Crescente. "Intimidazioni ne abbiamo avute diverse. Credo che quella eseguita tra venerdì e domenica notte faccia parte di una strategia precisa e mirata legata al percorso di legalità di Confindustria".
L'indagine dei carabinieri sull'irruzione negli uffici di Caltanissetta è in pieno svolgimento in queste ore: i militari stanno visionando alcune cassette registrate da tv a circuito chiuso nella zona e sono già in corso i rilievi della scientifica. Immediata la solidarietà di Lo Bello al presidente Antonello Montante, a Venturi e al direttore Giovanni Crescente: «Nel momento in cui la ribellione degli imprenditori al racket e a ogni forma di collusione e la contemporanea azione repressiva dello Stato stanno producendo in Sicilia importantissimi risultati» ha dichiarato Lo Bello, «la mafia risolleva la testa e alza il tiro per colpire il sistema confindustriale e per lanciare un segnale minaccioso al territorio e alle imprese. La gravissima intimidazione a Confindustria Caltanissetta richiede la massima attenzione da parte nostra, delle forze dell'ordine e della magistratura; ma è certo che la nostra reazione sarà durissima e ancora più incisiva sarà l'azione di sostegno alle imprese e di contrasto a Cosa nostra, con la consapevolezza di avere lo Stato al nostro fianco».
«Bisogna evitare colpi di coda da parte della criminalità organizzata come quello gravissimo di Caltanissetta dove è stata devastata la sede di Confindustria, organizzazione promotrice di una importante battaglia contro il racket delle estorsioni» ha commentato il procuratore generale di Caltanissetta, Pietro Barcellona, che ha dato notizia dell'irruzione alla presenza del ministro della Giustizia Clemente Mastella, a Gela per la consegna delle chiavi del del nuovo carcere al Comune.
«Tutto il sistema confindustriale del capoluogo» ha detto il presidente dell'associazione di Palermo, Nino Salerno, «è solidale con gli imprenditori di Caltanissetta». Salerno ha sottolineato che «è un momento importantissimo, questo. Il sistema di Confindustria ha reagito non solo a parole, ma anche con i fatti alle pressioni delle cosche».
Oggi ha "risposto" Montezemolo. Certo che deve esser proprio dura eh! :(
"Al di là del documento portato via, o del faldone aperto, c'è un messaggio preciso" sostiene il direttore Crescente. "Intimidazioni ne abbiamo avute diverse. Credo che quella eseguita tra venerdì e domenica notte faccia parte di una strategia precisa e mirata legata al percorso di legalità di Confindustria".
L'indagine dei carabinieri sull'irruzione negli uffici di Caltanissetta è in pieno svolgimento in queste ore: i militari stanno visionando alcune cassette registrate da tv a circuito chiuso nella zona e sono già in corso i rilievi della scientifica. Immediata la solidarietà di Lo Bello al presidente Antonello Montante, a Venturi e al direttore Giovanni Crescente: «Nel momento in cui la ribellione degli imprenditori al racket e a ogni forma di collusione e la contemporanea azione repressiva dello Stato stanno producendo in Sicilia importantissimi risultati» ha dichiarato Lo Bello, «la mafia risolleva la testa e alza il tiro per colpire il sistema confindustriale e per lanciare un segnale minaccioso al territorio e alle imprese. La gravissima intimidazione a Confindustria Caltanissetta richiede la massima attenzione da parte nostra, delle forze dell'ordine e della magistratura; ma è certo che la nostra reazione sarà durissima e ancora più incisiva sarà l'azione di sostegno alle imprese e di contrasto a Cosa nostra, con la consapevolezza di avere lo Stato al nostro fianco».
«Bisogna evitare colpi di coda da parte della criminalità organizzata come quello gravissimo di Caltanissetta dove è stata devastata la sede di Confindustria, organizzazione promotrice di una importante battaglia contro il racket delle estorsioni» ha commentato il procuratore generale di Caltanissetta, Pietro Barcellona, che ha dato notizia dell'irruzione alla presenza del ministro della Giustizia Clemente Mastella, a Gela per la consegna delle chiavi del del nuovo carcere al Comune.
«Tutto il sistema confindustriale del capoluogo» ha detto il presidente dell'associazione di Palermo, Nino Salerno, «è solidale con gli imprenditori di Caltanissetta». Salerno ha sottolineato che «è un momento importantissimo, questo. Il sistema di Confindustria ha reagito non solo a parole, ma anche con i fatti alle pressioni delle cosche».
Oggi ha "risposto" Montezemolo. Certo che deve esser proprio dura eh! :(