PDA

View Full Version : finalmento l'ho trovato... nord-est mon amour...cattivi cinesi....


dantes76
19-11-2007, 19:03
ho trovato, l'articolo, non piu disponibile sul sito del sole24ore... che la dice lunga su quanto siano avanti quelli del nord-est. e quanto era avanti, e liberista... silviuccio...

IlSole24ore Cassazione penale -

Si consolida l'orientamento sull'applicazione delle sanzioni a difesa delle aziende nazionali Beni prodotti all'estero: più tutele L'impresa può affiancare il nome dell'Italia al marchio della ditta anche nel caso di merce realizzata in Cina BEATRICE DALIA ROMA -


Sono italiane anche t-shirt e felpe prodotte in Cina. L'imprenditore che delocalizza il processo produttivo, facendo fabbricare all'estero la propria merce per sfruttare il minor costo del lavoro, può tranquillamente stampare la bandiera italiana sull'etichetta. Non commette il reato di commercializzazione di prodotti con indicazione di origine o provenienza "falsa" o "fallace".


Ne è sicura la Corte di cassazione che, nella sentenza 13712 del 14 aprile (di prossima pubblicazione su «Guida al Diritto»), precisa ancora di più i termini dell'innovazione contenuta nella Finanziaria 2004. Almeno sul fronte giurisprudenziale, dunque, la normativa a tutela della qualità conquista un po' di quella chiarezza che la legislazione non è ancora in grado di offrire.

Già lo scorso febbraio i magistrati della terza sezione penale si erano cimentati nella corretta lettura dell'articolo 4 della legge 350/2003, inaugurando l'indirizzo interpretativo sul tema (si veda «Il Sole-24 Ore» del 4 febbraio 2005). Questo secondo intervento della Corte, però, non è meno privo di interesse e di pregio. Dal punto di vista degli Alti giudici, la qualità italiana risulta garantita ogni volta che si verifica il giusto equilibrio tra esigenze imprenditoriali, ordine economico e fede pubblica.

L'origine e la provenienza. Probabilmente l'operazione più complessa al momento, per i nostri magistrati, è proprio quella di conciliare Codice penale, regolamenti comunitari e legislazione nazionale. È evidente lo sforzo europeo di preservare le tipicità dei singoli Stati.

La Cassazione ha faticato a riepilogare, seppure schematicamente, le numerose disposizioni dedicate alla difesa della qualità dei prodotti di origine nazionale; a cominciare dai marchi "Dop" e "Igp", i segni inequivocabili di appartenenza territoriale che contraddistinguono i prodotti agricoli e alimentari. La stessa operazione di radicamento qualitativo, ammette la Corte, è più difficile nelle ipotesi di prodotti industriali. In questi casi, infatti, la qualità del manufatto può essere racchiusa in un processo produttivo privo di vincoli geografici.

Il nuovo reato. Siccome la nuova figura criminosa introdotta dalla Finanziaria 2004 (commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza) richiama espressamente «la normativa europea sull'origine», i giudici hanno dovuto chiarire proprio il significato comunitario di "provenienza".

Con il seguente risultato: «relativamente ai prodotti industriali, la cui qualità dipende dalla affidabilità tecnica del produttore, per origine del prodotto deve intendersi quella imprenditoriale, cioè la sua fabbricazione da parte di un imprenditore che assume la responsabilità giuridica, economia e tecnica del processo produttivo»; «relativamente ai prodotti agricoli o alimentari, per origine del prodotto deve intendersi propriamente la sua origine geografica o territoriale». Fatta questa premessa, sono inevitabilmente caduti i presupposti di punibilità dell'imprenditore che etichetta come italiani i capi sportivi prodotti all'estero (il caso deciso dai giudici). Per la Corte, per quanto riguarda i prodotti industriali, la provenienza e l'origine sono sempre in funzione della qualità del prodotto. E tale qualità è assicurata «dalla materia prima e dalla tecnica produttiva usate e non certo dall'ambiente territoriale dove il processo produttivo si svolge». Forse davvero l'unica conclusione possibile nell'applicazione della tutela di un marchio («made in Italy») che, di fatto, ancora non c'è. Mercoledí 20 Aprile 2005 Tratto da:

http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=651433&chId=30

Blaster_Maniac
19-11-2007, 19:09
Ma a questo punto, indicare la provenienza di un prodotto, quale utilità pratica ha? :mbe:
In sostanza il Made in Italy non esiste più.

dantes76
19-11-2007, 19:11
Ma a questo punto, indicare la provenienza di un prodotto, quale utilità pratica ha? :mbe:
In sostanza il Made in Italy non esiste più.

eh eh... cattivoni sti cinesi... io compro solo vestiti con la scritta made in china...
il merda in italy? no quello esiste sempre basta guardare le leggi...

Fil9998
19-11-2007, 19:12
ha utilità solo per i prodotti agricoli ...

e pure lì c'è da stare con ochhi aperti e culo stretto.

Blaster_Maniac
19-11-2007, 19:14
eh eh... cattivoni sti cinesi... io compro solo vestiti con la scritta made in china...
il merda in italy? no quello esiste sempre basta guardare le leggi...

Beh prenderli con la scritta Made in China è garanzia di prodotto italiano alla fine, considerando quanti cinesi ci sono da noi... :asd:

dantes76
19-11-2007, 19:23
be almeno si capisce il perche dei dazi, verso i prodotti tessili cinesi....

tdi150cv
19-11-2007, 22:39
ba ... sinceramente il problema dei prodotti cinesi non me lo pongo ... chiunque in casa ha parecchio di provenienza cinese ...
Ecco ... l'unica cosa che evito sono i ristoranti cinesi ...

LUVІ
19-11-2007, 22:41
Da quel dì che si sapeva.
Conoscevo protoleghisti del nordest che vent'anni fa già cominciavano a delocalizzare in Cina di notte, per poi lamentarsi di giorno per concorrenza sleale.

:tapiro:

LuVi