c.m.g
14-11-2007, 23:39
giovedì 15 novembre 2007
Roma - Panico tra gli utenti di what.cd, una delle creature nate dopo l'ascesa (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2101600) e la caduta (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2097078) di OiNK (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2111907): per alcune ore, molti di loro si sono visti recapitare una email, apparentemente inviata dalla RIAA, che li invitava a desistere dal "commettere altri atti criminali di pirateria", pena una denuncia.
Tutto vero? No, tutto falso. Le informazioni contenute (http://torrentfreak.com/14-year-old-hacker-threatens-whatcd-071112/) nell'header dell'email parevano confermare (http://whois.domaintools.com/76.74.24.143) l'autenticità delle missive: poi, però, sono intervenuti gli stessi admin di what.cd per chiarire la vicenda.
A scrivere le email sarebbe stato un ragazzo di 15 anni, tale Peter Cole (http://p-3-t-3-r.stumbleupon.com/tag/mac/) di Halifax (http://maps.google.com/maps?q=Halifax%2C+UK) (Regno Unito), che assieme al fratello gestisce un sito personale sullo stesso server di what.cd. Lo dicono i log (http://en.wikipedia.org/wiki/Data_log) del server, oltre che una serie di conversazioni via IRC (http://en.wikipedia.org/wiki/IRC) avute dagli admin con Peter e il fratello.
I due, sfruttando un bug del sistema, avrebbero avuto accesso al database degli iscritti del sito ed avrebbero deciso di simulare una minaccia delle major per screditare il progetto. La spiegazione (http://pastebin.ca/770821) fornita parla di una certa animosità dei ragazzi: a quanto pare ai Cole non era andato giù di avere dei vicini di server così ingombranti.
what.cd ha fatto sapere che non intende denunciare i due fratelli: per il momento è bastato rendere note le generalità degli attaccanti, assieme a tutti i loro contatti online, invitando i navigatori a farci qualunque cosa ritengano opportuna.
La ritorsione dei fratelli Cole, comunque, è già in canna: starebbero (http://pastebin.ca/770935) pensando di vendere il database, o di spedire davvero tutto alla RIAA (http://www.riaa.com/).
Luca Annunziata
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2113460)
Roma - Panico tra gli utenti di what.cd, una delle creature nate dopo l'ascesa (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2101600) e la caduta (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2097078) di OiNK (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2111907): per alcune ore, molti di loro si sono visti recapitare una email, apparentemente inviata dalla RIAA, che li invitava a desistere dal "commettere altri atti criminali di pirateria", pena una denuncia.
Tutto vero? No, tutto falso. Le informazioni contenute (http://torrentfreak.com/14-year-old-hacker-threatens-whatcd-071112/) nell'header dell'email parevano confermare (http://whois.domaintools.com/76.74.24.143) l'autenticità delle missive: poi, però, sono intervenuti gli stessi admin di what.cd per chiarire la vicenda.
A scrivere le email sarebbe stato un ragazzo di 15 anni, tale Peter Cole (http://p-3-t-3-r.stumbleupon.com/tag/mac/) di Halifax (http://maps.google.com/maps?q=Halifax%2C+UK) (Regno Unito), che assieme al fratello gestisce un sito personale sullo stesso server di what.cd. Lo dicono i log (http://en.wikipedia.org/wiki/Data_log) del server, oltre che una serie di conversazioni via IRC (http://en.wikipedia.org/wiki/IRC) avute dagli admin con Peter e il fratello.
I due, sfruttando un bug del sistema, avrebbero avuto accesso al database degli iscritti del sito ed avrebbero deciso di simulare una minaccia delle major per screditare il progetto. La spiegazione (http://pastebin.ca/770821) fornita parla di una certa animosità dei ragazzi: a quanto pare ai Cole non era andato giù di avere dei vicini di server così ingombranti.
what.cd ha fatto sapere che non intende denunciare i due fratelli: per il momento è bastato rendere note le generalità degli attaccanti, assieme a tutti i loro contatti online, invitando i navigatori a farci qualunque cosa ritengano opportuna.
La ritorsione dei fratelli Cole, comunque, è già in canna: starebbero (http://pastebin.ca/770935) pensando di vendere il database, o di spedire davvero tutto alla RIAA (http://www.riaa.com/).
Luca Annunziata
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2113460)