c.m.g
13-11-2007, 18:35
martedì 13 novembre 2007
Roma - RIAA risponde alla mozione (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2084072) post-processuale (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2090668) avviata (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2106375) dalla mamma pirata (http://punto-informatico.it/cerca.asp?s=jammie&o=0&t=4&c=Cerca): l'industria della musica, riporta (http://arstechnica.com/news.ars/post/20071112-riaa-jammie-thomas-has-no-basis-to-complain-about-damage-award.html) Ars Technica ha difeso la legittimità della condanna a carico di Jammie Thomas e ha invitato il giudice a negarle il ricorso.
Jammie Thomas aveva provato a dimostrare l'incostituzionalità della sentenza (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2078087) del tribunale che l'aveva condannata a rimborsare a RIAA 9.250 dollari (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2081695) per ognuno dei 24 file che aveva scaricato e condiviso. Il legale della donna aveva sostenuto che fosse una cifra sproporzionata rispetto ai reali danni inflitti all'industria della musica.
Ma la richiesta delle major è perfettamente legittima, ha spiegato RIAA: non è necessario che i danni chiesti in tribunale siano proporzionali al prezzo sul mercato dei brani scaricati da Jammie Thomas. A maggior ragione per il fatto che la donna è risultata colpevole non solo di aver scaricato, ma anche di aver distribuito i file a un numero imprecisato di utenti.
Se il giudice incaricato di valutare la mozione dovesse dare ragione a RIAA, è probabile che la mamma pirata continui a battere la strada del ricorso. L'avvocato di Jammie Thomas potrebbe fare leva sul fatto che RIAA non sia stata chiamata a dimostrare che la donna abbia effettivamente distribuito i 24 brani archiviati sull'hard disk. (G.B.)
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico - brevi (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2113266)
Roma - RIAA risponde alla mozione (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2084072) post-processuale (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2090668) avviata (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2106375) dalla mamma pirata (http://punto-informatico.it/cerca.asp?s=jammie&o=0&t=4&c=Cerca): l'industria della musica, riporta (http://arstechnica.com/news.ars/post/20071112-riaa-jammie-thomas-has-no-basis-to-complain-about-damage-award.html) Ars Technica ha difeso la legittimità della condanna a carico di Jammie Thomas e ha invitato il giudice a negarle il ricorso.
Jammie Thomas aveva provato a dimostrare l'incostituzionalità della sentenza (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2078087) del tribunale che l'aveva condannata a rimborsare a RIAA 9.250 dollari (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2081695) per ognuno dei 24 file che aveva scaricato e condiviso. Il legale della donna aveva sostenuto che fosse una cifra sproporzionata rispetto ai reali danni inflitti all'industria della musica.
Ma la richiesta delle major è perfettamente legittima, ha spiegato RIAA: non è necessario che i danni chiesti in tribunale siano proporzionali al prezzo sul mercato dei brani scaricati da Jammie Thomas. A maggior ragione per il fatto che la donna è risultata colpevole non solo di aver scaricato, ma anche di aver distribuito i file a un numero imprecisato di utenti.
Se il giudice incaricato di valutare la mozione dovesse dare ragione a RIAA, è probabile che la mamma pirata continui a battere la strada del ricorso. L'avvocato di Jammie Thomas potrebbe fare leva sul fatto che RIAA non sia stata chiamata a dimostrare che la donna abbia effettivamente distribuito i 24 brani archiviati sull'hard disk. (G.B.)
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico - brevi (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2113266)