joesun
13-11-2007, 15:38
Empire State Cuffaro
di F. Bonazzi ed E. Pedemonte
Sedi a Parigi, Tunisi, Montreal e sul grattacielo più famoso di New York. Presto altre a Sofia, Shanghai e Zurigo. Ecco le vetrine mondiali della Regione Sicilia
Al confronto Prada, Armani e Gucci sembrano quasi dei poveracci. Negozianti che hanno risparmiato sulle vetrine e sui metri quadri. Forse solo il prossimo show-room parigino di Roberto Cavalli, in via di allestimento al Faubourg Saint Honoré, sarà più grande. Già, perché gli 850 metri quadri su due piani di Casa Sicilia al numero 98 di Boulevard Hausmann, angolo rue d'Anjou, sono un vero splendore. Per trovare una 'maison' così ampia e prestigiosa nella zona compresa tra l'Opera e il Louvre, bisogna proseguire su rue d'Anjou per altri tre isolati e arrivare all'insegna di Louis Roederer, quelli delle bollicine più famose del mondo. Certo, quelle cinque vetrine lunghe 30 metri 'made in Sicily' potrebbero avere un'aria meno paesana. Perché sono state riempite di carretti, ceramiche, pupi, biscottini, fichi d'india e un cavalletto con il gonfalone dell'assessorato regionale Cooperazione, artigianato, commercio e pesca. Tocco di burocratica eleganza che chissà che cosa comunica ai distratti passanti parigini. Mancano solo le coppole, verrebbe da pensare. Ma basta entrare ed eccole in vendita a 50 euro l'una.
Benvenuti a bordo del surreale carretto delle Case Sicilia, ambasciate della Trinacria nel mondo. Ultima frontiera della grandeur voluta dal presidente Salvatore Cuffaro. Sedi sparse a New York, Montreal, Parigi e Tunisi. Prossime aperture a Sofia, Shanghai, Toronto e Zurigo. Tutto grazie a una legge regionale del 2002 che consente di allestire rappresentanze con il marchio Casa Sicilia, in convenzione con soggetti pubblici o privati. Si parte con un finanziamento che di solito non supera il mezzo milione, ma poi non c'è limite alla copertura di spese "per singoli eventi".
Una visitina a Casa Sicilia Parigi aiuta a capire se queste strutture sono davvero un ponte non solo turistico, ma anche commerciale, verso la 'Trinacria felix' di Cuffaro. Basta spacciarsi per il socio italiano di un grande ristoratore della Savoia, interessato a un contatto diretto con le tonnare di Sicilia, per innescare la grande gentilezza di
Antonio La Gumina. In 'negozio' ci sta direttamente lui, presidente di Casa Sicilia, ex funzionario del Banco di Sicilia a Parigi e fino a pochi mesi fa presidente della camera di commercio italo-francese. Si lascia scappar detto che "le tonnare sono praticamente finite perché lavorano solo per i giapponesi", poi si riprende e dice di conoscere bene il presidente del Consorzio del tonno. Per essere messi in contatto con il consorzio, però, bisogna aspettare che torni il direttore commerciale di Casa Sicilia, "perché sa, io sono sostanzialmente un uomo di banca". Di fare affari, comunque, c'è davvero bisogno. La Gumina ci tiene a dire che Casa Sicilia è una società privata e improvvisa una joint-venture senza neanche chiedere un biglietto da visita: "Potremmo fornirvi dei prodotti freschi con il marchio Casa Sicilia; pesce, ma non solo. Pensi che giorni fa abbiamo fatto arrivare la caponata per un ricevimento qui a Parigi".
Proviamo con il turismo culturale, chiedendo il programma della prossima stagione lirica del Massimo di Palermo. A Casa Sicilia non c'è, ma ci viene offerto di partecipare (una settimana dopo) alla presentazione parigina della stagione del Bellini di Catania. La netta sensazione è che la festosa inaugurazione che il 3 settembre del 2004 portò Cuffaro in Boulevard Hausmann a tagliare il nastro sia l'unico bel ricordo. Per rendersene conto basta sfogliare i bilanci di Casa Sicilia Spa, sede legale a Catania in via Galermo. In tre anni ha messo insieme 900 mila euro di perdite e al 31 dicembre 2006 ha accumulato debiti per 1.493.834 euro (tutti a breve scadenza). L'ultimo esercizio è stato chiuso con oltre 400 mila euro di perdite su 252 mila di fatturato. La società risulta controllata da La Gumina per il 36,7 per cento e da due società editoriali catanesi, la Sige e la Domenico Sanfilippo, con il 22,15 per cento ciascuna. Quanto ha speso la Regione Sicilia per la vetrina parigina? Circa 350 mila euro per lo start-up e altre centinaia di migliaia come contributo a singoli 'eventi'. Tirare le somme è difficile, grazie al meccanismo fanta-privatistico della legge.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Empire-State-Cuffaro/1870508?ref=rephpsp4
ma lo stato non si potrebbe far finanziare dalla regione sicilia? ma tutti sti soldi dove li trovano, se piangono miseria delle casse regionali a destra e a manca?:mbe:
di F. Bonazzi ed E. Pedemonte
Sedi a Parigi, Tunisi, Montreal e sul grattacielo più famoso di New York. Presto altre a Sofia, Shanghai e Zurigo. Ecco le vetrine mondiali della Regione Sicilia
Al confronto Prada, Armani e Gucci sembrano quasi dei poveracci. Negozianti che hanno risparmiato sulle vetrine e sui metri quadri. Forse solo il prossimo show-room parigino di Roberto Cavalli, in via di allestimento al Faubourg Saint Honoré, sarà più grande. Già, perché gli 850 metri quadri su due piani di Casa Sicilia al numero 98 di Boulevard Hausmann, angolo rue d'Anjou, sono un vero splendore. Per trovare una 'maison' così ampia e prestigiosa nella zona compresa tra l'Opera e il Louvre, bisogna proseguire su rue d'Anjou per altri tre isolati e arrivare all'insegna di Louis Roederer, quelli delle bollicine più famose del mondo. Certo, quelle cinque vetrine lunghe 30 metri 'made in Sicily' potrebbero avere un'aria meno paesana. Perché sono state riempite di carretti, ceramiche, pupi, biscottini, fichi d'india e un cavalletto con il gonfalone dell'assessorato regionale Cooperazione, artigianato, commercio e pesca. Tocco di burocratica eleganza che chissà che cosa comunica ai distratti passanti parigini. Mancano solo le coppole, verrebbe da pensare. Ma basta entrare ed eccole in vendita a 50 euro l'una.
Benvenuti a bordo del surreale carretto delle Case Sicilia, ambasciate della Trinacria nel mondo. Ultima frontiera della grandeur voluta dal presidente Salvatore Cuffaro. Sedi sparse a New York, Montreal, Parigi e Tunisi. Prossime aperture a Sofia, Shanghai, Toronto e Zurigo. Tutto grazie a una legge regionale del 2002 che consente di allestire rappresentanze con il marchio Casa Sicilia, in convenzione con soggetti pubblici o privati. Si parte con un finanziamento che di solito non supera il mezzo milione, ma poi non c'è limite alla copertura di spese "per singoli eventi".
Una visitina a Casa Sicilia Parigi aiuta a capire se queste strutture sono davvero un ponte non solo turistico, ma anche commerciale, verso la 'Trinacria felix' di Cuffaro. Basta spacciarsi per il socio italiano di un grande ristoratore della Savoia, interessato a un contatto diretto con le tonnare di Sicilia, per innescare la grande gentilezza di
Antonio La Gumina. In 'negozio' ci sta direttamente lui, presidente di Casa Sicilia, ex funzionario del Banco di Sicilia a Parigi e fino a pochi mesi fa presidente della camera di commercio italo-francese. Si lascia scappar detto che "le tonnare sono praticamente finite perché lavorano solo per i giapponesi", poi si riprende e dice di conoscere bene il presidente del Consorzio del tonno. Per essere messi in contatto con il consorzio, però, bisogna aspettare che torni il direttore commerciale di Casa Sicilia, "perché sa, io sono sostanzialmente un uomo di banca". Di fare affari, comunque, c'è davvero bisogno. La Gumina ci tiene a dire che Casa Sicilia è una società privata e improvvisa una joint-venture senza neanche chiedere un biglietto da visita: "Potremmo fornirvi dei prodotti freschi con il marchio Casa Sicilia; pesce, ma non solo. Pensi che giorni fa abbiamo fatto arrivare la caponata per un ricevimento qui a Parigi".
Proviamo con il turismo culturale, chiedendo il programma della prossima stagione lirica del Massimo di Palermo. A Casa Sicilia non c'è, ma ci viene offerto di partecipare (una settimana dopo) alla presentazione parigina della stagione del Bellini di Catania. La netta sensazione è che la festosa inaugurazione che il 3 settembre del 2004 portò Cuffaro in Boulevard Hausmann a tagliare il nastro sia l'unico bel ricordo. Per rendersene conto basta sfogliare i bilanci di Casa Sicilia Spa, sede legale a Catania in via Galermo. In tre anni ha messo insieme 900 mila euro di perdite e al 31 dicembre 2006 ha accumulato debiti per 1.493.834 euro (tutti a breve scadenza). L'ultimo esercizio è stato chiuso con oltre 400 mila euro di perdite su 252 mila di fatturato. La società risulta controllata da La Gumina per il 36,7 per cento e da due società editoriali catanesi, la Sige e la Domenico Sanfilippo, con il 22,15 per cento ciascuna. Quanto ha speso la Regione Sicilia per la vetrina parigina? Circa 350 mila euro per lo start-up e altre centinaia di migliaia come contributo a singoli 'eventi'. Tirare le somme è difficile, grazie al meccanismo fanta-privatistico della legge.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Empire-State-Cuffaro/1870508?ref=rephpsp4
ma lo stato non si potrebbe far finanziare dalla regione sicilia? ma tutti sti soldi dove li trovano, se piangono miseria delle casse regionali a destra e a manca?:mbe: