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View Full Version : [NEWS] Il Governo vara la Internet Tax


c.m.g
19-10-2007, 10:57
venerdì 19 ottobre 2007

Le dimensioni del siluro http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif

http://punto-informatico.it/punto/20071019/19.gif

Roma - Questa minaccia era proprio sfuggita agli occhi di Punto Informatico e, purtroppo, anche a quelli di molti altri. Ma non è sfuggita (http://www.civile.it/news/visual.php?num=45712) a Valentino Spataro, avvocato di Civile.it (http://www.civile.it/), che in un editoriale appena pubblicato avverte tutti del siluro sparato dal Governo contro la rete in pieno agosto (http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/testo_int.asp?d=36760) e approvato formalmente dal Consiglio dei ministri lo scorso 12 ottobre.

La novità è presto detta: qualsiasi attività web dovrà registrarsi al ROC, ossia al Registro degli operatori di Comunicazione (http://www.agcom.it/operatori/roc/roc.htm), se il disegno di legge si tradurrà in una norma a tutti gli effetti. Registrazione che porta con sé spese, burocrazia, procedure.

Il testo (http://www.governo.it/Presidenza/DIE/doc/DDL_editoria_030807.pdf) parte bene, spiega che "La disciplina prevista dalla presente legge in tema di editoria quotidiana, periodica e libraria ha per scopo la tutela e la promozione del principio del pluralismo dell'informazione affermato dall'articolo 21 della Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere informati".

Bene, anche perché esplicita che si parla di editoria e non, ad esempio, di pubblicazioni spurie prive di intenti editoriali, come può esserlo un sito personale. Il problema, come osserva Spataro, è che poi il testo si contraddice quando va a definire cosa è un prodotto editoriale.

Una definizione che chi legge Punto Informatico da almeno qualche anno sa essere già oggi molto spinosa e che, con questo disegno governativo, assume nuovi inquietanti connotati:

"Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso" (art 2, comma 1).

Chi avesse ancora dei dubbi su cosa sia prodotto editoriale può leggere il comma seguente del medesimo articolo, che stabilisce cosa non è prodotto editoriale:

"Non costituiscono prodotti editoriali quelli destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico".

Chi ritenesse che questa definizione non si applichi, per esempio, al proprio blog personale dove pubblica di quando in quando un post, dovrà ricredersi passando al comma successivo dell'articolo 2, il terzo comma, che recita:

La disciplina della presente legge non si applica ai prodotti discografici e audiovisivi.

Il Governo, nel redigere questo disegno di legge, non si è dimenticato, peraltro, dei prodotti editoriali integrativi o collaterali che sono quei prodotti, compresi quelli discografici o audiovisivi, che siano "diffusi unitamente al prodotto editoriale principale".

Rimarrebbe una scappatoia, quella delle pubblicazioni, on e off line, che sono sì di informazione o divulgazione, o formazione o intrattenimento, ma non sono a scopo di lucro. Rimarrebbe se solo il Governo non ci avesse pensato. Ed invece dedica alla cosa l'intero articolo 5:

"Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L'esercizio dell'attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative".

Un paragrafo che dunque non lascia scampo ai "prodotti" non professionali, lasciando forse, ma è una questione accademica, un micro-spiraglio a chi non ottiene o non cerca pubblicità di sorta sulle proprie pubblicazioni.

Qualcuno potrebbe pensare che il solleone ad agosto abbia giocato brutti scherzi. In realtà all'articolo 7 viene raccontato il motivo del provvedimento. Con espresso riferimento a quanto pubblicato online, si spiega che l'iscrizione al ROC serve "anche ai fini delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa".

Senza contare la montagna di introiti extra che il Registro otterrebbe con questa manovra, ne consegue che la giustificazione che viene addotta a questo abominio nuovo provvedimento sia la necessità di tutelare dalla diffamazione. Come se fino ad oggi chiunque avesse avuto mano libera nel diffamare chiunque altro. Il che non è, tanto che più volte siti non professionali e altre pubblicazioni online, anche del tutto personali come dei blog, e anche senza alcuna finalità di lucro, si sono ritrovati coinvolti in un processo per diffamazione.


"Potessero, - conclude Spataro - chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico. Su internet il controllo è più facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sarà il modo migliore per far finire l'internet Italiana".

http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif

Fonte: punto-informatico.it (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2092327)


Continua =====>>

c.m.g
19-10-2007, 11:04
<<==== precedente


Un breve commento (P. De Andreis) http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif

http://punto-informatico.it/punto/20071019/19.gif

Vista l'enormità di quanto sta producendo questo Governo, visto anche l'impegno profuso da Punto Informatico e da decine di migliaia di utenti negli anni scorsi per cercare di tenere lontani dalla rete i tentacoli del controllo editoriale tradizionale, mi sembra doveroso lasciar qui alcune righe.

Ci troviamo dinanzi ad un provvedimento che non andrà lontano. I suoi scopi sono altri, i primi articoli del testo sono scritti malissimo: verranno riscritti, è facile prevederlo, forse persino prima che il New York Times titoli qualcosa tipo "Italia nel Medioevo" come fece quando fu approvata la legge sulle staminali.

La dimensione macroscopica dell'errore del Governo è tale, e capace di nuocere alla rimanente parte del disegno di legge, che con un colpo di bianchetto verrà consegnato all'oblìo nel più rigoroso silenzio mediatico. Presto non ne sentiremo più parlare. È già successo, si può aver fiducia che accada di nuovo.
Il punto è, evidentemente, un altro.

Sopravvivere al numero di oggi di Punto Informatico non è facile, richiede quella stessa capacità di controllo di quando si versano le imposte nelle mani della casta (http://www.bol.it/libri/scheda/ea978881701714.html) perché ci faccia ciò che crede: c'è Marco Calamari che fa il punto su come le diverse leggi sulla pedopornografia negli ultimi 8-10 anni abbiano provocato una compressione delle libertà individuali, c'è Valentino Spataro che spiega a tutti come sia capitato che il Governo abbia imposto una tassa (e una serie di procedure) in capo a qualunque pubblicazione online di qualsiasi genere anche senza finalità di lucro, e c'è Francesco Rutelli che fa sapere, vivaddio, di non poterne più, lui, di Italia.it.

Come dicevo, sopravvivere è difficile. In un solo giorno vengono condensati i risultati di fallimenti plateali e costosi, sia in termini economici che di libertà individuali, nati dalla ostinata ignoranza di chi alberga nella stanza dei bottoni, ignoranza almeno riguardo alle cose della rete, volendoci limitare a quelle.

Quando andavo a scuola e sbagliavo una frase importante in una versione di greco, il mio insegnante non mancava mai di metterci sotto due righe a penna con due o persino tre "x rosse", e di conseguenza abbassava in modo sostanziale il voto finale che assegnava alla mia traduzione. Non contento, le correzioni si eseguivano sempre tutti insieme pubblicamente, ognuno cosciente e informato degli errori degli altri.

Nel caso del Governo, una penna rossa riscriverà quegli articoli ma nessun brutto voto verrà emesso. Chi è riuscito a scrivere quegli obbrobri non dovrà ammettere il proprio errore, né sarà chiamato a risponderne. Il Consiglio dei ministri che ha letto e approvato quel testo non verrà certo messo in croce per l'irresponsabilità dimostrata e l'allarme inutilmente causato. Nessuno dirà nulla a quegli esponenti governativi che parlano di riforma eccellente (http://www.pubblicitaitalia.it/news.asp?id_news=44796).

Così vanno le cose in Italia. L'unica speranza è che noi si possa continuare a raccontarle. Passi l'essere italiani, ma non ci ridurremo certo ad agire come omertosi pattalorrinchiti (http://pipda.wordpress.com/2007/10/18/chi-lo-sa-lo-dica-grazie/).

Paolo De Andreis
il blog di pda (http://pipda.wordpress.com/)

http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif

Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2092327&p=2)

c.m.g
19-10-2007, 11:06
spero che tutto questo non tocchi la piccola attività delle news che stiamo conducendo io e chill out altrimenti mi vedrò costretto a cessarlo.
vorrei avere i vostri commenti.

W.S.
19-10-2007, 11:06
:( :( non vedo l'ora che si estinguano come quei dinosauri che sono.

"Potessero, - conclude Spataro - chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico. Su internet il controllo è più facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sarà il modo migliore per far finire l'internet Italiana".

ma dove caz#@ viviamo... alla faccia di "libera informazione in libero stato". :cry:

W.S.
19-10-2007, 11:07
Non credo, nel senso che dovrà essere hwupgrade a registrarsi... o forse no?

c.m.g
19-10-2007, 11:15
:( :( non vedo l'ora che si estinguano come quei dinosauri che sono.



ma dove caz#@ viviamo... alla faccia di "libera informazione in libero stato". :cry:
non sai quanto sono in sintonia con te, quì veramente si sta tornando al medioevo, siamo una nazione fatta di censure nascoste attraverso cavilli politici fatte di "leggi trappola" a cui si può dare libera inrpretazione in base alle situazioni più o meno scottanti.
Non credo, nel senso che dovrà essere hwupgrade a registrarsi... o forse no?

fino a quando non si chiarirà questa situazione, intendo da quando il "siluro" non verrà convertito in legge, continuerò a scrivere, ma capite bene la mia situazione: non posso fare un'attività gratuita ed espormi a problemi legali. alla fine non faccio altro che riportare articoli scritti da altri, ma sono nella confusione totale.
fino a quando non verrà chiarita anche questa situazione con chi gestisce questo sito sono incerto.

http://punto-informatico.it/punto/20071019/19.gif

questa immagine dice più di mille parole!!! :O
prima o poi ci troveremo così: http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif

W.S.
19-10-2007, 11:43
questa immagine dice più di mille parole!!! :O

Decisamente... purtroppo è una soluzione sempre più allettante :(

Bugs Bunny
19-10-2007, 14:11
ma questi sono completamente ANDATI,o meglio è andato il loro decisamente SOTTOSVILUPPATO CERVELLINO

xcdegasp
19-10-2007, 15:24
se qualcuno deve registrarsi questo è il sito che attua un'attività di informazione e non i singoli, quindi hwupgrade.it dovrà registrarsi.

cmq se va veramente in porto e diventa operativa realmente è facile presupporre un fuggi fuggi dei server in altri stati europei (ovviamente non considerando i domini .it)

c.m.g
19-10-2007, 17:46
se qualcuno deve registrarsi questo è il sito che attua un'attività di informazione e non i singoli, quindi hwupgrade.it dovrà registrarsi.

cmq se va veramente in porto e diventa operativa realmente è facile presupporre un fuggi fuggi dei server in altri stati europei (ovviamente non considerando i domini .it)

ok, diciamo che questa è la prassi, analiziamo per un attimo un possibile caso: hwupgrade.it deve registrarsi al registro degli operatori di comunicazione, ok ma mettiamo che io riporto (non creo un articolo) che magari diffama, che ne so, la symantec, e la symantec fa causa ad hwupgrade, chi ne lascia le penne? io oppure chi deve vigilare sugli articoli che verranno riportati? come funzionerà la cosa?

c.m.g
19-10-2007, 17:54
venerdì 19 ottobre 2007

http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif

Roma - Da questa notte, da quando Punto Informatico ha reso pubblico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2092327) il testo di riforma dell'editoria come è uscito dal Consiglio dei ministri, un disegno di legge che suscita scandalo in rete, l'argomento ha iniziato ad uscire da Internet. Dopo Repubblica.it e altri giornali, e moltissimi blogger, la questione ha raggiunto le istituzioni. Poiché il ROC, al centro della parte della riforma che più interessa, fa capo all'Autorità TLC (http://www.agcom.it/), Punto Informatico ha scambiato informalmente due parole con Nicola D'Angelo, magistrato, commissario dell'Authority ed esperto di cose della rete.

"Questa esigenza di garanzia, di affermare una responsabilità per i reati a mezzo stampa - spiega D'Angelo a PI - non può tradursi nell'imporre misure burocratiche per aprire un blog. Il valore universalmente riconosciuto della rete è stato sempre quello di essere uno strumento aperto a tutti, pluralista. Anzi, la rete ha costituito l'elemento di più forte di pluralismo nell'informazione globale e in Italia". Su tutto questo, spiega il commissario, "imporre regole che limitino la creatività e la dinamicità di un sistema di informazione alternativo e diverso è una cosa che va assolutamente evitata. Cosa si vuole fare? Costringere i blogger italiani ad andare all'estero? Il sistema deve rimanere aperto quanto più possibile".

Sebbene D'Angelo esprima opinioni personali, in nessun modo vincolanti rispetto all'Autorità, ci tiene a spiegare che anche assegnare al ROC il ruolo di spartiacque, a decidere chi debba registrarsi e chi no "è un po' improprio". "Ritengo - sottolinea - che non sia corretto che la regolamentazione del ROC stabilisca un discrimine tra ciò che va registrato e ciò che non va registrato, in quel caso si richierebbe davvero una forte discrezionalità".
Il problema della garanzia, della diffamazione e così via, sottolinea D'Angelo, si risolve con le leggi che già esistono, è questione che attiene alle più normali attività di vigilanza.

Non sarà che qualcuno nel Palazzo teme ancora qualche diffamazione anonima? "Se il problema è l'anonimato - risponde D'Angelo - certo chi vuole mantenerlo non si iscriverà al ROC, ma il blog lo aprirà lo stesso".

La sostanza, dunque, è che "fermo restando il rispetto della legge, il sistema della rete deve essere mantenuto il più aperto possibile. Non solo: è un sistema globale, interconnesso, se imponiamo regole nostre, limitanti, che senso potrebbero avere in questo contesto?".

Il vero punto secondo D'Angelo è un altro, sono "le garanzie di accesso, la neutralità tecnologica, l'accesso alla rete a condizioni vantaggiose, l'estensione della copertura della rete, evitare che ci possa essere una serie A e una serie B tra i fornitori di contenuti e tra gli utenti". Come a dire, cioè, aggiungiamo noi, che se il Governo voleva darsi delle priorità, queste non erano certo l'iscrizione al ROC di qualsiasi sito italiano.

Paolo De Andreis

http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif

Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2093705)

c.m.g
19-10-2007, 18:05
Notizia riportata anche da Bebbe Grillo sul suo blog: http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif


19 Ottobre 2007

http://www.beppegrillo.it/immagini/Ricardo_Franco_Levi.jpg
Ecco l'artefice della censura all'italiana!

Ricardo Franco Levi (http://it.wikipedia.org/wiki/Ricardo_Franco_Levi), braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge (http://www.beppegrillo.it/immagini/DDL_editoria_030807.pdf) è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi (http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/scienza_e_tecnologia/testo-editoria/testo-editoria/testo-editoria.html) prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.


Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a: levi_r@camera.it http://www.p2pforum.it/forum/images/smilies/shutup.gif


Fonte: beppegrillo.it - il suo blog (http://www.beppegrillo.it/)

xcdegasp
19-10-2007, 19:25
ok, diciamo che questa è la prassi, analiziamo per un attimo un possibile caso: hwupgrade.it deve registrarsi al registro degli operatori di comunicazione, ok ma mettiamo che io riporto (non creo un articolo) che magari diffama, che ne so, la symantec, e la symantec fa causa ad hwupgrade, chi ne lascia le penne? io oppure chi deve vigilare sugli articoli che verranno riportati? come funzionerà la cosa?

in ogni caso è un news che hai letto e di cui metti la fonte quindi non sei imputabile inquanto è la fonte la causa ;)
non è nemmeno imputabile il forum perchè il regolamente specifica chiaramente che le responsabilità sono individuali dei soggetti partecipanti nonostante lo staff si prenda cura di rispettare le regole di queto vivere e garantire contenuti nel rispetto delle legislazioni...

in sostanza secondo me è la solita legge del cavolo che si rimpallano le varie istituzioni e poi muore :)

c.m.g
19-10-2007, 20:55
speriamo, comunque vedremo gli sviluppi...

W.S.
20-10-2007, 09:47
La notizia è apparsa pure sul "Corriere della sera" :)
Bhe, quantomeno la cosa non è passata inosservata. Un grosso aiuto l'ha Beppe Grillo... siamo alle solite, salvati (forse) da un comico! :D

Di Pierto ha già dovuto fare retromarcia scusandosi e promettendo di votare contro e credo che non sarà lunico (avere l'appoggio di quello che chiamano "il popolo della rete" fa gola a tanti). Si parla anche di una petizione che ha raccolto 600 firme nella sola giornata di ieri.

Non ci resta che lasciare le valige quasi fatte e osservare come si metteranno le cose nei prossimi giorni.

c.m.g
20-10-2007, 10:13
con tutto il rispetto e la stima che ho per voi ragazzi, mi dispiace ma io ho fatto una scelta:

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1581653

puoi leggere quello che ho scritto, quindi la cosa non mi tocca più da vicino.

bye

xcdegasp
20-10-2007, 10:37
con tutto il rispetto e la stima che ho per voi ragazzi, mi dispiace ma io ho fatto una scelta:

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1581653

puoi leggere quello che ho scritto, quindi la cosa non mi tocca più da vicino.

bye

contento te... :)

pistolino
20-10-2007, 11:39
.

Marci
20-10-2007, 11:51
una cosa non ho capito, la cosa vale anche se il tuo log ha un dominio non .it; chessò, io ho un blog.tk loro possono rompermi le scatole?

xcdegasp
20-10-2007, 12:33
una cosa non ho capito, la cosa vale anche se il tuo log ha un dominio non .it; chessò, io ho un blog.tk loro possono rompermi le scatole?

sì non ha nulla a che vedere con quel decreto che dovevi inviare la documentazione a firenze :D

Marci
20-10-2007, 13:29
sì non ha nulla a che vedere con quel decreto che dovevi inviare la documentazione a firenze :D

e con che criterio? se il blog è registrato all'estero per quale motivo devi regolamentarli in Ita? sarebbe come pretendere soldi dal NY times perchè ne vendono le copie negli aeroporti italiani

c.m.g
20-10-2007, 13:34
e con che criterio? se il blog è registrato all'estero per quale motivo devi regolamentarli in Ita? sarebbe come pretendere soldi dal NY times perchè ne vendono le copie negli aeroporti italiani

nel suo blog beppe grillo minacciava di spostarsi in server esteri se non si risolveva la situazione, tutto questo supportato dalla consulenza dei suoi avvocati, quindi CREDO * che possa stare sicuro, qualsiasi cosa succeda.

* almeno così mi è sembrato di capire!

xcdegasp
20-10-2007, 16:19
e con che criterio? se il blog è registrato all'estero per quale motivo devi regolamentarli in Ita? sarebbe come pretendere soldi dal NY times perchè ne vendono le copie negli aeroporti italiani

se è registrato a nome di un italiano potrebbe darsi di sì... :D

c.m.g
21-10-2007, 19:20
20 Ottobre 2007

http://www.beppegrillo.it/immagini/bavaglio_blog.jpg

Oggi mi sento più tranquillo. Un signor Nessuno, eletto da nessuno, che si chiama Ricardo Franco Levi ci ha rassicurato.
Il disegno di legge Levi-Prodi per imbavagliare la Rete farà il suo percorso, ma sarà sereno. In caso di dubbi sulle finalità di un sito o di un blog ci penserà l'Autorità per le Comunicazioni. Sentite le parole di questo paraculo prodiano: “Distinguere tra attività editoriale e privata non è semplice. Per questo sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare quali siti o blog siano tenuti all’iscrizione”.
Non solo fanno leggi non previste dal programma di governo, in silenzio, per non essere disturbati. Ma ci prendono anche per il culo. Levi, le do un consiglio: si tolga dalle palle, ma presto, torni alla panchina del parco dove l’ha raccattata il suo amico Prodi. Questa legge va CANCELLATA. Se volete, cari amici dell’Unione, discutetevela tra di voi nel nuovo loft del Partito Democratico, ma non fateci perdere tempo.
Rete 4 abusiva (http://www.beppegrillo.it/2007/09/rete_4_sul_sate.html) da mandare sul satellite: non pervenuta. Legge sul conflitto di interessi: non pervenuta. Corruzione di giudici per l’acquisto della Mondadori (http://www.beppegrillo.it/2007/07/informazione_al.html): non pervenuta. Televisione pubblica occupata dai partiti: non pervenuta. Wi Max regalato alle società di telecomunicazioni: non pervenuto. E voi, dipendenti infedeli che avete tradito il vostro elettorato, vi occupate, senza alcun mandato, di mettere sotto controllo la Rete? Ma chi siete? Chi vi autorizza?
Prodi fa sempre l’indiano. Non applica il suo programma per la legge Maroni (legge 30), fa l’indulto, non cambia la legge elettorale, non tocca l’ex-Cirielli e la Pecorella. Il debito pubblico sale come un termometro impazzito. Ma lui non c’entra mai. Un presidente del Consiglio inesistente.
Il prossimo V-day sarà dedicato all’informazione, sto decidendo la data. Chiederemo due cose:
- l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria
- l’abolizione dell’ordine dei giornalisti.
Stay tuned.

Fonte: Beppe Grillo - Blog (http://www.beppegrillo.it/2007/10/la_soluzione_fi.html#amico)

c.m.g
21-10-2007, 23:30
nuove da punto informatico:

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2094791

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2094823

c.m.g
23-10-2007, 23:21
mercoledì 24 ottobre 2007

Roma - Il caso del nuovo disegno di legge sull'editoria (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2092327) approvato dal Consiglio dei ministri continua a suscitare polemiche e discussioni. L'obbligo di registrazione della maggioranza dei siti web italiani al Registo degli Operatori di Comunicazione (http://www.agcom.it/operatori/roc/roc.htm) (ROC), previsto dalla norma, è stato da più parti giudicato come assurdo o liberticida.

Mentre si fanno sempre più probabili sostanziali modifiche una volta che il disegno approderà alla Camera, il presidente della Commissione cultura ed editoria Piero Folen (http://www.pietrofolena.net/)a conferma a Punto Informatico che l'inizio ufficiale dell'iter parlamentare avverrà oggi (24 ottobre), con l'audizione del sottosegretario Ricardo Levi, curatore del provvedimento.

A Punto Informatico Folena dichiara che "è necessario che gli utenti rimangano, però, mobilitati: facciano pressione. Spero che anche giornalisti autorevoli si pronuncino". Secondo Folena "l'ignoranza di cosa sia la Rete è molto diffusa, molto bipartisan. Molti vedono Internet come qualcosa da cui difendersi. Invece Internet è ormai il modo di comunicare, divertirsi, produrre, vivere di milioni di persone. Non va imbragata, bisogna avere un atteggiamento liberale". "Dal mio punto di vista è molto semplice: chi vuole usufruire dei contributi per la stampa si iscrive al tribunale, accettando le regole vigenti, chi non li desidera non lo fa".

Per conoscere la posizione del governo in materia, PI ha incontrato anche Beatrice Magnolfi (http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00017692.htm), sottosegretario al Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica amministrazione.

Punto Informatico: Secondo quanto attualmente prevede il disegno di legge, i blog, i siti personali, i forum, sono "prodotti editoriali" alla stregua di testate tradizionali, e devono anch'essi iscriversi al Registro degli operatori di Comunicazione (registrazione che porta con sé burocrazia, procedure, spese). Oltre ad essere una proposta che rischia di stringere ancor più il già stretto cappio della burocrazia italiana, è a tutti gli effetti una sorta di tassa sul web. Come giudica questo intervento normativo?
Beatrice Magnolfi: Il ddl sull'editoria non è sufficientemente chiaro nella definizione di prodotto editoriale. Demandando all'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni le definizioni specifiche e, quindi, la decisione su quali siti debbano avere l'obbligo di iscrizione al ROC.

PI: Obbligo che molti contestano. Qual è lo scopo di tale registrazione?
BM: Indubbiamente trovo corretto che questa iscrizione sia obbligatoria per quei siti che, sia in termini di struttura organizzativa, di funzione e di periodicità, sono assimilabili alle testate giornalistiche tradizionali. Mi sembra invece inopportuno che allo stesso obbligo siano sottoposti blog e siti personali.

I blog devono rimanere un terreno di espressione libera, non sottoposto agli stessi vincoli di una testata giornalistica. Sarebbe inoltre velleitario pensare di controllarne il contenuto, senza poi considerare che possono essere realizzati dall'estero. La Rete è un fenomeno nuovo, che richiede una regolamentazione dei contenuti ad hoc, definita con criteri differenti rispetto al passato, rigorosamente multistakeholder.

PI: La necessità di registrazione al ROC però, sembra andare in direzione differente: cosa fa il governo, nella pratica, per tutelare queste libertà e questi diritti?
BM: Proprio con questi propositi il Governo italiano ha di recente promosso, insieme alle Nazioni Unite, la definizione di un Internet Bill of Rights, una Carta dei diritti della rete che ha come finalità principale la tutela della libertà del web, ampliandone l'accesso e garantendo la pluralità delle opinioni e la sicurezza degli utenti. Ma attenzione: questo non vuol dire che i reati, se commessi, non debbano essere puniti, come d'altronde la legge già prevede: la libertà della Rete passa anche dai doveri degli utenti oltre che dai loro diritti. Libertà d'opinione non deve mai essere libertà di insulti.

PI: Ma visto che lei stessa afferma che la legge già prevede che questi reati siano perseguiti, crede fosse davvero necessario quello che - nella sostanza - è un inasprimento per le pubblicazioni online?
BM: Per le testate giornalistiche online non lo definirei un inasprimento, ma un atto di regolamentazione che per queste tipologie di siti può rappresentare anche un'opportunità di crescita e di consolidamento della propria autorevolezza.

PI: Il Web, però, è costituito prevalentemente da siti di semplici cittadini, che certo non hanno nulla in comune con un vero prodotto editoriale e perciò non ha senso siano iscritti al ROC. A suo giudizio, com'è possibile che una legge con un'imprecisione così macroscopica sia arrivata così avanti nell'iter parlamentare, tra l'altro in periodo estivo, senza che nessuno si sia mobilitato per modificarla?
BM: Innanzitutto si tratta di un disegno di legge, che deve ancora iniziare l'iter parlamentare. Poi mi sembra chiara la volontà, a partire dalle precisazioni del Sottosegretario Levi e dalle dichiarazioni del Ministro Gentiloni, di non attuare un'interpretazione estensiva degli articoli del ddl.

PI: E non pensa sia il caso di agire? Per esempio aprendo un tavolo di discussione per modificare la normativa così come attualmente presentata?
BM: Mi sembra che la discussione non solo si sia già aperta, ma stia già sottolineando la necessità di fare delle modifiche al testo attuale. Sicuramente il provvedimento deve continuare ad essere seguito, e come tutti i temi che riguardano la Rete, deve tenere conto di un approccio che coinvolga tutti i soggetti di Internet, a partire dagli utenti. Non è essenziale essere personalmente esperti di tutto, basta saper ascoltare il mondo delle competenze. Questo è il motivo per cui abbiamo costituito presso il ministero un "Comitato consultivo sulla governance di Internet", che raccoglie alcuni fra i maggiori esperti italiani della Rete, a cominciare da Stefano Rodotà: mi auguro il cammino di questa iniziativa legislativa e delle altre che il Governo vorrà assumere in futuro terranno maggiormente conto di questa risorsa.

PI: Tornando al disegno di legge. Alcuni osservatori hanno riscontrato un problema di costituzionalità, poiché, obbligando la registrazione di chiunque esprima il proprio pensiero online, limiterebbe la libertà di espressione dei cittadini. È così?
BM: Non vedo un problema di anticostituzionalità, se le norme non si applicano ai blog e ai siti personali.

PI: Il disegno di legge, nato da una proposta del 2003 dell'On. Bonaiuti ma che ha riscosso consensi bipartisan, ha messo a nudo una discreta inadeguatezza di una parte della politica italiana a trattare i temi più urgenti dell'innovazione, e ha sollevato aspre polemiche di tecnici ed osservatori. È tornata a gran voce la richiesta di un rinnovamento della classe politica, ma c'è spesso una certa reticenza a parlare di questi argomenti, Lei che ne pensa?
BM: Penso che fra i soggetti a rischio di digital divide ci sia il "maschio adulto e munito di segretaria", che corrisponde all'identikit di molti gruppi dirigenti, non solo della politica.
Parlando seriamente, non c'è dubbio che occorre una sensibilità nuova da parte della classe politica nell'approccio ai temi dell'innovazione tecnologica. La Rete disegna nuovi confini del mondo, prefigura strumenti inediti di rappresentanza e di democrazia, ridefinisce l'organizzazione del lavoro, crea nuovi paradigmi cognitivi.

A cura di Luca Spinelli (http://www.lucaspinelli.com/)


Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2097156)

c.m.g
23-10-2007, 23:22
un approfondimento:

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2096945

pistolino
24-10-2007, 13:09
Preoccupazione del tutto ingiustificata IMHO, per il semplice fatto che, se anche il disegno divenisse legge (cosa già di per sè altamente improbabile...), sarebbe IMPENSABILE controllare l'intero Web italiano, oltre che tecnicamente IMPOSSIBILE.

Regards

c.m.g
24-10-2007, 15:00
Preoccupazione del tutto ingiustificata IMHO, per il semplice fatto che, se anche il disegno divenisse legge (cosa già di per sè altamente improbabile...), sarebbe IMPENSABILE controllare l'intero Web italiano, oltre che tecnicamente IMPOSSIBILE.

Regards

dici? e come mai i cinesi ci riescono? :D

c.m.g
25-10-2007, 00:33
altro approfindimento da punto informatico:

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2098374

c.m.g
25-10-2007, 20:28
risposta di grillo a levi:

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2099421