View Full Version : Mafia: 'Talpe' Palermo, Difesa Cuffaro Chiedera' Lo Stop Del Processo
Palermo, 13 ott.- (Adnkronos) - Troppe polemiche all'interno della Procura di Palermo sul 'caso' Cuffaro e la difesa del Presidente della Regione Sicilia, imputato nel processo per le 'talpe' della Dda per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto d'ufficio, si accinge a chiedere la rimessione del processo, con il rischio di azzerare l'intero dibattimento, ormai giunto quasi al traguardo. Il colpo di scena, a quanto apprende l'ADNKRONOS, potrebbe arrivare gia' lunedi' mattina, nel corso della nona udienza dedicata alla requisitoria dei pm del dibattimento che si svolge davanti alla terza sezione penale del Tribunale.
Secondo i difensori di Cuffaro, Antonino Mormino, Nino Caleca e Claudio Gallina Montana, per i giudici non ci "sarebbero piu' le condizioni per potere proseguire con serenita' il processo". Ad innescare la miccia, e' stata la rovente polemica a distanza scoppiata all'interno della Procura di Palermo, in particolare tra i pm che rappresentano l'accusa, Maurizio de Lucia e Michele Prestipino e il Procuratore aggiunto Alfredo Morvillo. Quest'ultimo, mercoledi' scorso, aveva ufficialmente preso le distanze dalle valutazioni del pm de Lucia in requisitoria, secondo cui, per Cuffaro "non e' raffigurabile il reato di concorso esterno in associazione mafiosa", ma di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra.
Parole che, secondo Morvillo, "non rappresentano la linea dell'ufficio", considerando che su Cuffaro pende un altro procedimento proprio per concorso esterno in associazione mafiosa. Il procuratore Francesco Messino aveva anche tentato di gettare acqua sul fuoco, parlando di "normale dialettica" all'interno degli uffici, ma sembra proprio che non sia cosi'. E adesso la difesa di Cuffaro e' pronta al contrattacco.
PS:Stiamo parlando della fuga di notizie che fece saltare l'arresto di Provenzano anni fa.Cuffaro avvisò un maresciallo colluso che fece arrivare la notizia a Provenzano tramite Aiello (ministro delle infrastrutture di cosa nostra).
Il processo x mafia invece si riferisce al discorso relativo a gattadauro (gia in carcere) boss di palermo e medico nota x le innumerevoli cliniche.
E poi:
Palermo, 13 ott. (Adnkronos) - ''Leggo i giornali e prendo atto con grande preoccupazione della polemica insorta all'interno dell'ufficio della Procura della Repubblica di Palermo sulla requisitoria dei Pm che conducono l'accusa nel mio processo, fatto unico nella storia giudiziaria d'Italia. Rimane in me radicata la fiducia nella magistratura ed il rispetto per l'istituzione; comincio pero' ad avvertire un crescente disagio. Lascio ai miei avvocati la valutazione sulle iniziative piu' opportune''. Lo ha detto il Presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, commentando le polemiche sorte nei giorni scorsi dopo la requisitoria del processo per le 'talpe' della Dda nel corso della quale l'accusa aveva ribadito che per Cuffaro "non e' ravvisabile il reato concorso esterno in associazione mafiosa", ma solo il favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Di diverso parere il Procuratore aggiunto, Alfredo Morvillo, che si era 'dissociato' dalle parole del pm Maurizio de Lucia.
Pronti per l'ennesimo colpo di spugna?
giannola
13-10-2007, 15:29
Pronti per l'ennesimo colpo di spugna?
ora posso esagerare ? :fagiano:
ora posso esagerare ? :fagiano:
Tra una scarcerazione e una condanna vedo più improbabile la prima,ma sn pronto a fare una scommessa con te :D
giannola
13-10-2007, 15:33
Tra una scarcerazione e una condanna vedo più improbabile la prima,ma sn pronto a fare una scommessa con te :D
no, ma io parlo per entrambe le cose. :muro: :stordita:
sicuro che tra un pò non avremo riina all'antimafia ? :O
PS:Stiamo parlando della fuga di notizie che fece saltare l'arresto di Provenzano anni fa.Cuffaro avvisò un maresciallo colluso che fece arrivare la notizia a Provenzano tramite Aiello (ministro delle infrastrutture di cosa nostra).
Il processo x mafia invece si riferisce al discorso relativo a gattadauro (gia in carcere) boss di palermo e medico nota x le innumerevoli cliniche.
E poi:
Pronti per l'ennesimo colpo di spugna?
perchè? Si da' per scontato che venga accettata la richiesta delle difesa?
perchè? Si da' per scontato che venga accettata la richiesta delle difesa?
Da quando cuffaro è stato assoluto per nn aver commesso il reato (grazie alle richieste del procuratore che nn accettò il capo d'imputazione di assoc mafiosa ma impose il fav. aggravato - portando per quel tipo di imputazione ad unì'ovvia assoluzione ) mi aspetto di tutto.
Tra questo e la possibile scarcerazione di Riina non so più cosa pensare, io spero sempre che sia un sogno e spero nel giorno in cui cadendo dal letto, mi romperò si il naso, ma almeno saprò che è stato tutto un parto della mia mente... :muro:
La richiesta avanzata dal procuratore nei confronti del governatore della Sicilia
Gli avvocati chiedono il trasferimento del processo "per grave situazione ambientale"
Mafia, chiesta condanna a 8 anni per Cuffaro
"Favoreggiamento e rivelazione notizie"
Salvatore Cuffaro
PALERMO - Otto anni di reclusione: questa la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone, al termine della requisitoria nel processo alle cosiddette "talpe della Dda", nei confronti del presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, imputato di favoreggiamento a Cosa nostra e rivelazione di notizie riservate.
I pm hanno poi chiesto la condanna a 18 anni per il manager della sanità privata Michele Aiello, che deve rispondere di associazione mafiosa; nove anni per il maresciallo del Ros Giorgio Riolo, accusato di concorso in associazione mafiosa; cinque anni per il radiologo Aldo Carcione, imputato di concorso in rivelazioni di segreto d'ufficio. Pene pecuniarie sono state invocate per le società Atm (1 milione e 549 mila euro) e per la Diagnostica per immagini (un milione di euro).
"A questo punto ci aspettavamo una richiesta pesante, peraltro anticipata anche in questi giorni da qualcuno. Certo, non ci attendavamo il massimo previsto dalla legge. Comunque da noi, anche la richiesta di un solo giorno di carcere, sarebbe stata ritenuta eccessiva". Questo il commento dei legali di Cuffaro, Nino Caleca e Nino Mormino, che proprio questa mattina hanno depositato, nella terza sezione del Tribunale di Palermo, l'istanza in cui chiedono la "remissione" del processo in altra sede giudiziaria per "la grave situazione ambientale". A decidere sarà la Cassazione.
FabioGreggio
15-10-2007, 13:37
no, ma io parlo per entrambe le cose. :muro: :stordita:
sicuro che tra un pò non avremo riina all'antimafia ? :O
L'avevo detto prima io ooooh!
fg
giannola
15-10-2007, 13:48
L'avevo detto prima io ooooh!
fg
nienti 'nsiti.
:O
Per chi non conoscesse il famosissimo avvocato difensore di Cuffaro...
Nino Mormino (Termini Imerese, 23 giugno 1938) è un avvocato e uomo politico italiano.
Avvocato penalista molto noto in Sicilia (fra gli altri, è il difensore di Marcello Dell'Utri), è un esponente di lungo corso di Forza Italia. È approdato per la prima volta alla Camera dei Deputati nella XIV legislatura, quando è stato eletto nel collegio maggioritario di Cefalù con un collegamento alla lista civetta Abolizione dello scorporo. Durante il mandato parlamentare è stato vicepresidente della Commissione Giustizia. Riconfermato alla Camera nella XV legislatura in virtù della candidatura nella lista di Forza Italia per la circoscrizione Sicilia 1, è stato vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e componente della Commissione Giustizia.
:asd:
Avvocati della scuderia berlusconi...collusioni con gli stessi uomoni collusi con gli amici di Mr.B...e ora anche un aiuto nel processo...:asd:
Palermo, 12 ott.- (Adnkronos) - E' durata solo pochi minuti ed e' stata rinviata al prossimo 23 novembre l'udienza fissata dal Gup del Tribunale di Palermo Fabio Licata per decidere se revocare o meno l'ordine di distruzione delle intercettazioni di alcune conversazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi e il Presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro.L'accusa era rappresemtata dallo stesso Procuratore di Palermo Francesco Messineo, nei panni inusuali del pm, visto che il fascicolo non e' ancora stato assegnato a nessun magistrato della Procura. In aula c'erano i legali dell'ex premier, gli avvocati Filippo Dinacci e Ugo Ghedini, e i legali di Cuffaro, gli avvocati Nino Mormino, Nino Caleca, e Claudio Gallina Montana.
E' stato il Procuratore Messineo a firmare personalmente l'istanza indirizzata al gup Licata per la revoca delle intercettazioni delle bobine registrate tra il 2003 e il 2004 tra Berlusconi e Cuffaro. Nelle due telefonate, Berlusconi rassicurava Cuffaro sugli sviluppi dell'inchiesta contro di lui, preannunciandogli un esito favorevole. Secondo il Procuratore di Palermo le intercettazioni sono "irrilevanti nei confronti del governatore siciliano". L'udienza, che si svolge a porte chiuse, e' stata cosi' rinviata al prossimo 23 novembre.
visibilità sui tg?
Credo nulla, io sono rientrato in casa alle 2 meno dieci ed ho visto al Tg2, l'hanno accennato in chiusura con un articolo di si e no 30 secondi.
fracarro
15-10-2007, 16:30
visibilità sui tg?
Credo nulla, io sono rientrato in casa alle 2 meno dieci ed ho visto al Tg2, l'hanno accennato in chiusura con un articolo di si e no 30 secondi.
Strano mi sembra anche troppo. ;)
Comunque ecco pronta la solidarietà per la povera vittima di queste calunnie.
Dal Correriere: (http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_15/cuffaro_mafia.shtml)
LA SOLIDARIETA' DI BERLUSCONI - Al presidente della Regione sono arrivati diversi attestati di solidarietà, tra cui il più significativo è quello del capo della Cdl, Silvio Berlusconi. «Confermo con forza la mia solidarietà al presidente della Regione Sicilia, on. Salvatore Cuffaro - è il commento del Cavaliere -. La stima che nutro nella sua intelligenza mi fa escludere in maniera assoluta che egli possa essere coinvolto in quelle vicende in cui si pretende di coinvolgerlo».
svarionman
15-10-2007, 16:37
Dovrebbe iniziare a nutrire meno fiducia nella sua "stima".
diabolicus
15-10-2007, 17:01
Per chi non conoscesse il famosissimo avvocato difensore di Cuffaro...
Nino Mormino (Termini Imerese, 23 giugno 1938) è un avvocato e uomo politico italiano.
aggiungiamo pure una citazione da "i complici".. tanto per inquadrare il tipo
Tra i candidati da supportare, Binu il ragioniere ne individua uno su cui fa particolare affidamento. Dopo essersi confrontato con Pino Lipari, che essendo anche suo cliente ne ha saputo apprezzare l’abilità, decide di puntare sull’ex socialista Nino Mormino, [...] È Provenzano in persona a comunicare a Giuffrè la scelta, spiegando di aver pensato a Mormino, assieme a Lipari, perché era «una persona abbastanza preparata per risolvere determinati argomenti giuridici in Parlamento». Manuzza è entusiasta e oggi sostiene di aver ricevuto, tramite un intermediario che però non indica, un messaggio direttamente dall’avvocato: «State tranquilli. Io nel momento in cui sarò a Roma mi adopererò a fare i vostri interessi, a fare le cose giuste per venirvi incontro». [...]
Comunque ecco pronta la solidarietà per la povera vittima di queste calunnie.
se c'è una cosa che non manca a totò vasa-vasa, sono le buone amicizie.. :rolleyes:
avevo preso il link un po' di tempo fa proprio da questo forum, qualche discussione fa, ma ho visto che tutti quei link su youtube dove si trovavano le intercettazioni di Guddauro e Cuffaro sono stati rimossi.
Ora hanno riuppato cmq il filmato de La Mafia è bianca, diviso in 12 parti (http://video.google.it/videosearch?q=mafia+%C3%A8+bianca).
Li vi potete fare un piccolo ripasso dei fatti.
Red_Star
15-10-2007, 17:32
Ma che resti al suo posto !!!
Se i siciliani sono felice cosi ben per loro (e lo dico da siciliano).
Potevano cambiare, hanno avuto o no l'occasione di votare la Borsellino ?
A loro piace cosi, non c'è niente da fare......
Per chi non conoscesse il famosissimo avvocato difensore di Cuffaro...
Nino Mormino (Termini Imerese, 23 giugno 1938) è un avvocato e uomo politico italiano.
Avvocato penalista molto noto in Sicilia (fra gli altri, è il difensore di Marcello Dell'Utri), è un esponente di lungo corso di Forza Italia. È approdato per la prima volta alla Camera dei Deputati nella XIV legislatura, quando è stato eletto nel collegio maggioritario di Cefalù con un collegamento alla lista civetta Abolizione dello scorporo. Durante il mandato parlamentare è stato vicepresidente della Commissione Giustizia. Riconfermato alla Camera nella XV legislatura in virtù della candidatura nella lista di Forza Italia per la circoscrizione Sicilia 1, è stato vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e componente della Commissione Giustizia.
:asd:
ora capisco perchè la solidarietà di berlusconi....
Ma a me una cosa non mi è chiara... casini se li cerca con la lente di ingradimento questi personaggi.... e lui che sembra una persona "seria"
giannola
15-10-2007, 18:42
Ma che resti al suo posto !!!
Se i siciliani sono felice cosi ben per loro (e lo dico da siciliano).
Potevano cambiare, hanno avuto o no l'occasione di votare la Borsellino ?
A loro piace cosi, non c'è niente da fare......
per cortesia ..... la borsellino, ma lasciamo stare.... pochi si sono resi conto che non le si può applicare la proprietà transitiva del fratello. :stordita:
Se a sx non volevano far vincere cuffaro dovevano candidare qualcuno più credibile.
Red_Star
15-10-2007, 19:23
per cortesia ..... la borsellino, ma lasciamo stare.... pochi si sono resi conto che non le si può applicare la proprietà transitiva del fratello. :stordita:
Se a sx non volevano far vincere cuffaro dovevano candidare qualcuno più credibile.
Per cortesia ? Era un segno, di cambiamento.
Io l'avrei votata solo per il gusto di dire no a cuffaro.
Ripeto, non ti parlo da "esterno" ma da "borgo nuovese".
Pier Ferdinando Casini, Presidente della Camera, ospite di "In mezz'ora" di Lucia Annunziata su Rai3 è intervenuto nel dibattito sull'opportunità di candidare Totò Cuffaro, sotto processo per favoreggiamento aggravato alla Mafia, alla Presidenza della Regione Siciliana.
"Mi assumo la responsabilità di ritenere Salvatore Cuffaro una persona onesta. Cuffaro - ha continuato Casini - è un signore che fa politica e che qualcuno ha messo sotto processo". Il presidente dell'Udc ha poi sostenuto che le principali accuse nei confronti del governatore della Sicilia sono state "già smentite nei fatti dai magistrati".
La difesa a spada tratta di Casini non ammette dubbi "Sono convinto dell'onestà di Cuffaro e che sarà scagionato dalla magistratura".
http://sicilia.blogosfere.it/2006/02/casinicuffaro-e.html
giannola
16-10-2007, 07:24
Io l'avrei votata solo per il gusto di dire no a cuffaro.
In questa frase sta proprio il mio rifiuto di accettarla come candidato.
Premesso, che io di no a cuffaro l'ho detto senza bisogno di votarla.
Non credo si possa mandare avanti una politica seria con personaggi scelti giusto per non votare gli avversari.
Magari se avesse delle capacità proprie ?
Faccio un'esempio, mettere la sorella(ipotetica) di Einstein come ministro per la ricerca scientifica.
Chi ci dice è portata ?
Mica se uno è un magistrato che ha lottato contro l'antimafia la sorella deve avere le stesse doti.
Inoltre amministrare la regione non è solo combattere la mafia, ma occuparsi dei tanti annosi problemi.
Ripeto, non ti parlo da "esterno" ma da "borgo nuovese".
Ma se scrivi da milano :confused:
In questa frase sta proprio il mio rifiuto di accettarla come candidato.
Premesso, che io di no a cuffaro l'ho detto senza bisogno di votarla.
Non credo si possa mandare avanti una politica seria con personaggi scelti giusto per non votare gli avversari.
Magari se avesse delle capacità proprie ?
Faccio un'esempio, mettere la sorella(ipotetica) di Einstein come ministro per la ricerca scientifica.
Chi ci dice è portata ?
Mica se uno è un magistrato che ha lottato contro l'antimafia la sorella deve avere le stesse doti.
Inoltre amministrare la regione non è solo combattere la mafia, ma occuparsi dei tanti annosi problemi.
sai che non sono d'accordo con ciò che sostieni. c'è una carenza di alternativa politica importante, ma resta il fatto che non possiamo aspettare berlinguer per fare vincere qualcun altro.
il punto è che chi ci metti metti a correre contro il cdx in sicilia perde. perchè il cdx è molto più forte e, direi, molto più ammanigliato con chi procura voti.
rita borsellino poteva essere un'alternativa a totò, semplicemente per un fatto di immagine. sicuramente appena eletta non avrebbe avuto questo gran peso sulle decisioni della regione, ma sicuramente non ci sarebbe stato totò in sella (il che implica il fatto che lui non avrebbe potuto mantenere le promesse e proteggere gli amici e gli amici degli amici dalla sua posizione di governatore della sicilia).
e poi, per salvare la regione, innanzitutto si deve fare lotta alla mafia. gli annosi problemi della sicilia dipendono dalla capillarizzazione della mafia nelle istituzioni e nei servizi.
risolvi il problema mafia e dai la possibilità di fare libera impresa. e vedi come si risolvono i problemi, soli soli.
continuare ad accettare chi stravince ormai da sempre (prima come DC, ora come FI, AN e UDC) semplicemente perchè dall'altra parte non c'è alternativa mi sembra un errore grossolano (con tutto il rispetto). sicuramente l'infiltrazione mafiosa a sinistra è meno importante in questo momento. il problema è che mancano le idee. ma a sto punto, perso per perso, si vota per la mafia o contro la mafia? perchè si tratta di questo.
ora c'è il PD. c'è qualcuno come me che pensa in una possibile riscossa del CSX in sicilia dopo la nascita del PD?
nel merito del thread: nulla di strano, si aspettava una cosa del genere da un momento all'altro. così il bravo totò si salva il culo e tra anni e anni verrà dichiarato colpevole ma prescritto da una procura X. e intanto sarà stato governatore della sicilia a vita. resta da capire quale sarà la trovata per rimanere là oltre il secondo mandato. stay tuned :rolleyes:
rita borsellino poteva essere un'alternativa a totò, semplicemente per un fatto di immagine. sicuramente appena eletta non avrebbe avuto questo gran peso sulle decisioni della regione, ma sicuramente non ci sarebbe stato totò in sella (il che implica il fatto che lui non avrebbe potuto mantenere le promesse e proteggere gli amici e gli amici degli amici dalla sua posizione di governatore della sicilia).
e poi, per salvare la regione, innanzitutto si deve fare lotta alla mafia. gli annosi problemi della sicilia dipendono dalla capillarizzazione della mafia nelle istituzioni e nei servizi.
risolvi il problema mafia e dai la possibilità di fare libera impresa. e vedi come si risolvono i problemi, soli soli.
il problema è che mancano le idee. ma a sto punto, perso per perso, si vota per la mafia o contro la mafia? perchè si tratta di questo.
E' questo il punto fondamentale.Ovviamente ti quoto.
In questa frase sta proprio il mio rifiuto di accettarla come candidato.
Premesso, che io di no a cuffaro l'ho detto senza bisogno di votarla.
Non credo si possa mandare avanti una politica seria con personaggi scelti giusto per non votare gli avversari.
Magari se avesse delle capacità proprie ?
Faccio un'esempio, mettere la sorella(ipotetica) di Einstein come ministro per la ricerca scientifica.
Chi ci dice è portata ?
Mica se uno è un magistrato che ha lottato contro l'antimafia la sorella deve avere le stesse doti.
Inoltre amministrare la regione non è solo combattere la mafia, ma occuparsi dei tanti annosi problemi.
Ma se scrivi da milano :confused:
MA che discorsi, si trattava di votare UN SIMBOLO, che avrebbe significato dare un grosso segno alla mafia, che il popolino tanto popolino non lo è più.
Che c'è voglia di dire BASTA.
Invece mi sa che siete senza speranza. Mi spiace solo per i milioni di euro che si ciuccia la sicilia e che vanno ad ingrassare la mafia.
Red_Star
16-10-2007, 08:41
In questa frase sta proprio il mio rifiuto di accettarla come candidato.
Premesso, che io di no a cuffaro l'ho detto senza bisogno di votarla.
Non credo si possa mandare avanti una politica seria con personaggi scelti giusto per non votare gli avversari.
Magari se avesse delle capacità proprie ?
Faccio un'esempio, mettere la sorella(ipotetica) di Einstein come ministro per la ricerca scientifica.
Chi ci dice è portata ?
Mica se uno è un magistrato che ha lottato contro l'antimafia la sorella deve avere le stesse doti.
Inoltre amministrare la regione non è solo combattere la mafia, ma occuparsi dei tanti annosi problemi.
Ma se scrivi da milano :confused:
Scrivo da Milano ma è una vita che vado a Palermo.
"Se tutto deve rimanere com'è, è necessario che tutto cambi."
Non sei d'accordo ?
Tornando alla Borsellino, e tralasciando programmi e colori politici, sicuramente avrebbe rappresentato un simbolo di cambiamento, cambiamento che i siciliani hanno nuovamente rifiutato.
@Joesun: PD o non PD per me non cambia niente, è di un cambiamento culturale che avete bisogno non di un'altro partito.
giannola
16-10-2007, 08:50
sai che non sono d'accordo con ciò che sostieni. c'è una carenza di alternativa politica importante, ma resta il fatto che non possiamo aspettare berlinguer per fare vincere qualcun altro.
tanto vince cmq.
il punto è che chi ci metti metti a correre contro il cdx in sicilia perde.
appunto.
perchè il cdx è molto più forte e, direi, molto più ammanigliato con chi procura voti.
forse perchè non si cerca qualcuno che ha davvero fame di e per far cambiare le cose.
rita borsellino poteva essere un'alternativa a totò, semplicemente per un fatto di immagine. sicuramente appena eletta non avrebbe avuto questo gran peso sulle decisioni della regione, ma sicuramente non ci sarebbe stato totò in sella (il che implica il fatto che lui non avrebbe potuto mantenere le promesse e proteggere gli amici e gli amici degli amici dalla sua posizione di governatore della sicilia).
Semplicemente non poteva vincere.
E così è stato.
I dubbi non li ho avuti solo io.
e poi, per salvare la regione, innanzitutto si deve fare lotta alla mafia. gli annosi problemi della sicilia dipendono dalla capillarizzazione della mafia nelle istituzioni e nei servizi.
risolvi il problema mafia e dai la possibilità di fare libera impresa. e vedi come si risolvono i problemi, soli soli.
Questo approccio in sicilia non funziona, i siciliani hanno altre priorità (te lo spiego 2 quote sotto).
continuare ad accettare chi stravince ormai da sempre (prima come DC, ora come FI, AN e UDC) semplicemente perchè dall'altra parte non c'è alternativa mi sembra un errore grossolano (con tutto il rispetto).
l'alternativa c'è ma la gerarchia politica non permette di farla affiorare.
sicuramente l'infiltrazione mafiosa a sinistra è meno importante in questo momento. il problema è che mancano le idee. ma a sto punto, perso per perso, si vota per la mafia o contro la mafia? perchè si tratta di questo.
L'unica vera strategia è batterli sul loro stesso campo di battaglia, quello dove non si aspettano di essere sconfitti: il lavoro.
Occorre qualcuno che sappia rappresentare i disoccupati, i lavoratori in nero, che mostri che non vuole essere eletto per avere uno stipendio, ma soprattutto che fa in modo di dare lavoro in modo legale e senza accordi sottobanco attraverso le proprie segreterie come fanno alcuni politici del cdx coi loro elettori.
E' questo il vero problema.
Poi si può portare avanti tutta l'antimafia che si vuole, ma per scalzare il cdx occorre questo.
E non mi si venga a dire che non ci sono idee quando si finge di non vedere un buco nero del genere.;)
ora c'è il PD. c'è qualcuno come me che pensa in una possibile riscossa del CSX in sicilia dopo la nascita del PD?
Tutto deve cambiare per restare identico.:O
nel merito del thread: nulla di strano, si aspettava una cosa del genere da un momento all'altro. così il bravo totò si salva il culo e tra anni e anni verrà dichiarato colpevole ma prescritto da una procura X. e intanto sarà stato governatore della sicilia a vita. resta da capire quale sarà la trovata per rimanere là oltre il secondo mandato. stay tuned :rolleyes:
di sicuro la mano del csx a mettere un candidato non all'altezza.:fagiano:
L'unica vera strategia è batterli sul loro stesso campo di battaglia, quello dove non si aspettano di essere sconfitti: il lavoro.
Occorre qualcuno che sappia rappresentare i disoccupati, i lavoratori in nero, che mostri che non vuole essere eletto per avere uno stipendio, ma soprattutto che fa in modo di dare lavoro in modo legale e senza accordi sottobanco attraverso le proprie segreterie come fanno alcuni politici del cdx coi loro elettori.
E' questo il vero problema.
Poi si può portare avanti tutta l'antimafia che si vuole, ma per scalzare il cdx occorre questo.
E non mi si venga a dire che non ci sono idee quando si finge di non vedere un buco nero del genere.;)
se la metti così, ti dico che per combattere la mafia sullo stesso piano si deve dare una alternativa lavorativa anche quelli che al momento sono: spacciatori, estortori, corrieri, ladri.
ma come fai a dare lavoro se non c'è impresa? e come fai a fare impresa se c'è la mafia?
ribadisco: lotta alla mafia, poi tutto il resto viene da se. innanzitutto togliendogli la possibilità di farsi i provvedimenti regionali a loro piacimento. innanzitutto togliendogli la rappresentanza politica. e questo si fa andando a votare contro la mafia. siamo sicuri che vince lo stesso totò? almeno teniamoci il diritto di dire di aver votato contro.
certo è che per rendere il meccanismo elettorale più efficiente si dovrebbero far presidiare tutte le elezioni dai caschi blu. ma non è detto che i corrotti dalla mafia non siano anche là.
di sicuro la mano del csx a mettere un candidato non all'altezza.:fagiano:
no, io parlo di totò che tra 10 anni sarà ancora governatore della sicilia.
Le parole di Pignatone sono dei macigni:
"Questo è stato definito il processo alle 'talpe' - ha detto il procuratore Pignatone, alla fine della requisitoria, prima di formulare le richieste di pena - ma questa definizione è riduttiva. Questo processo ha svelato alcuni aspetti strategici e vitali per Cosa nostra, facendo emergere il coacervo di interessi illeciti che hanno accomunato mafiosi, imprenditori, professionisti ed esponenti delle istituzioni, compresi rappresentanti politici. Mai, come in questo processo è stato ricostruito, in un'aula giudiziaria, il fenomeno delle fughe di notizie, rivelando un panorama desolante di sistematico tradimento anche da parte di esponenti degli apparati investigativi".
In riferimento alla fuga di notizie, attribuita al governatore della Sicilia, sull'esistenza di intercettazioni a casa del boss Guttadauro, che nel 2001 portò alla rimozione della microspia e alla neutralizzazone dell'indagine, Pignatone ha sottolineato la "gravità della condotta di Cuffaro, che in quei giorni veniva eletto presidente della Regione siciliana". L'ultima considerazione, Pignatone l'ha dedicata al "comportamento processuale degli imputati" perché "non è stato possibile ricostruire l'intera catena delle rivelazioni delle notizie riservate, e dunque accertare se vi era una fonte interna alla Procura, e chi era quella persona in diretto collegamento con Roma, con cui Cuffaro commentava l'esito delle indagini".
sai che non sono d'accordo con ciò che sostieni. c'è una carenza di alternativa politica importante, ma resta il fatto che non possiamo aspettare berlinguer per fare vincere qualcun altro.
il punto è che chi ci metti metti a correre contro il cdx in sicilia perde. perchè il cdx è molto più forte e, direi, molto più ammanigliato con chi procura voti.
rita borsellino poteva essere un'alternativa a totò, semplicemente per un fatto di immagine. sicuramente appena eletta non avrebbe avuto questo gran peso sulle decisioni della regione, ma sicuramente non ci sarebbe stato totò in sella (il che implica il fatto che lui non avrebbe potuto mantenere le promesse e proteggere gli amici e gli amici degli amici dalla sua posizione di governatore della sicilia).
e poi, per salvare la regione, innanzitutto si deve fare lotta alla mafia. gli annosi problemi della sicilia dipendono dalla capillarizzazione della mafia nelle istituzioni e nei servizi.
risolvi il problema mafia e dai la possibilità di fare libera impresa. e vedi come si risolvono i problemi, soli soli.
continuare ad accettare chi stravince ormai da sempre (prima come DC, ora come FI, AN e UDC) semplicemente perchè dall'altra parte non c'è alternativa mi sembra un errore grossolano (con tutto il rispetto). sicuramente l'infiltrazione mafiosa a sinistra è meno importante in questo momento. il problema è che mancano le idee. ma a sto punto, perso per perso, si vota per la mafia o contro la mafia? perchè si tratta di questo.
ora c'è il PD. c'è qualcuno come me che pensa in una possibile riscossa del CSX in sicilia dopo la nascita del PD?
Quoto. Mi dispiace veramente per tutti i soldi dello Stato che vanno in Sicilia, certe volte mi verrebbe da votare Lega :rolleyes:
Le parole di Pignatone sono dei macigni:
"Questo è stato definito il processo alle 'talpe' - ha detto il procuratore Pignatone, alla fine della requisitoria, prima di formulare le richieste di pena - ma questa definizione è riduttiva. Questo processo ha svelato alcuni aspetti strategici e vitali per Cosa nostra, facendo emergere il coacervo di interessi illeciti che hanno accomunato mafiosi, imprenditori, professionisti ed esponenti delle istituzioni, compresi rappresentanti politici. Mai, come in questo processo è stato ricostruito, in un'aula giudiziaria, il fenomeno delle fughe di notizie, rivelando un panorama desolante di sistematico tradimento anche da parte di esponenti degli apparati investigativi".
In riferimento alla fuga di notizie, attribuita al governatore della Sicilia, sull'esistenza di intercettazioni a casa del boss Guttadauro, che nel 2001 portò alla rimozione della microspia e alla neutralizzazone dell'indagine, Pignatone ha sottolineato la "gravità della condotta di Cuffaro, che in quei giorni veniva eletto presidente della Regione siciliana". L'ultima considerazione, Pignatone l'ha dedicata al "comportamento processuale degli imputati" perché "non è stato possibile ricostruire l'intera catena delle rivelazioni delle notizie riservate, e dunque accertare se vi era una fonte interna alla Procura, e chi era quella persona in diretto collegamento con Roma, con cui Cuffaro commentava l'esito delle indagini".
tanto sono solo parole al vento. purtroppo non sarà fatta giustizia nemmeno questa volta. il processo verrà spostato, cuffaro sarà prescritto o peggio assolto. le intercettazioni verranno distrutte e noi continueremo allegramente a prendercela nel didièr.
e quando dico noi non mi riferisco solo ai siciliani. mi riferisco a tutti gli italiani, perchè se uno come cuffaro la passa liscia continuando a farsi i comodi suoi e dei suoi amici, la paghiamo tutti, sia in termini economici (v. thread 00Luca sui trasferimenti dallo stato alle regioni) sia in termini di civiltà e di democrazia.
giannola
16-10-2007, 09:40
se la metti così, ti dico che per combattere la mafia sullo stesso piano si deve dare una alternativa lavorativa anche quelli che al momento sono: spacciatori, estortori, corrieri, ladri.
ma come fai a dare lavoro se non c'è impresa? e come fai a fare impresa se c'è la mafia? .
le imprese legali le difendi, con la vigilanza con le fdo, con l'esercito, fino a quando i magistrati non avranno fatto quello che serve.
Intanto legalizzi una pratica illegale di voti in cambio di posti di lavoro.
In questo modo chi ti vota ti vota perchè sa che ti impegni a dar lavoro, ma per tutti non al singolo.
Si cerchino di promuovere imprese dando incentivi a chi viene a investire capitali da fuori.
Si migliorino le infrastrutture, si chieda al governo nazionale di effettuare una esenzione speciale delle tasse sulla benzina per rendere competitivi i trasporti.
Eccetera.
Non è difficile.
Il tuo cane che si morde la coda non ci porta da nessuna parte.;)
ribadisco: lotta alla mafia, poi tutto il resto viene da se. innanzitutto togliendogli la possibilità di farsi i provvedimenti regionali a loro piacimento. innanzitutto togliendogli la rappresentanza politica. e questo si fa andando a votare contro la mafia. siamo sicuri che vince lo stesso totò? almeno teniamoci il diritto di dire di aver votato contro.
certo è che per rendere il meccanismo elettorale più efficiente si dovrebbero far presidiare tutte le elezioni dai caschi blu. ma non è detto che i corrotti dalla mafia non siano anche là.
io invece dico tutto il resto, e poi una volta eletti, la lotta alla mafia viene da sè.
:D
no, io parlo di totò che tra 10 anni sarà ancora governatore della sicilia.
ma anche se non ci sarà lui, ci sarà sempre qualcuno del cdx.
Red_Star
16-10-2007, 09:54
le imprese legali le difendi, con la vigilanza con le fdo, con l'esercito, fino a quando i magistrati non avranno fatto quello che serve.
Intanto legalizzi una pratica illegale di voti in cambio di posti di lavoro.
In questo modo chi ti vota ti vota perchè sa che ti impegni a dar lavoro, ma per tutti non al singolo.
Si cerchino di promuovere imprese dando incentivi a chi viene a investire capitali da fuori.
Si migliorino le infrastrutture, si chieda al governo nazionale di effettuare una esenzione speciale delle tasse sulla benzina per rendere competitivi i trasporti.
Il problema è che in Sicilia non si riesce a fare impresa.
Aggiungerei che forse non ha senso.
Che senso ha investire, facciamo un esempio :D, in un deposito di vernice quando basta una molotov per rovinare tutto ?
A cosa servono le ZFU se le aziende non hanno accesso al credito ?
Conosco gente che con un fatturato mensile di 120.000 € ha problemi a ricevere 20.000 € di prestiti.
giannola
16-10-2007, 10:12
Che senso ha investire, facciamo un esempio :D, in un deposito di vernice quando basta una molotov per rovinare tutto ?
appunto occorre aumentare il controllo sul territorio e proteggere le aziende oneste.
Intanto abolire gli orari nelle stazioni dei carabinieri.
A cosa servono le ZFU se le aziende non hanno accesso al credito ?
Conosco gente che con un fatturato mensile di 120.000 € ha problemi a ricevere 20.000 € di prestiti.
E qua vanno cambiate alcune norme finanziarie.
Ripeto non vedo ostacoli insormontabili a meno di non essere assolutmente pessimisti.
appunto occorre aumentare il controllo sul territorio e proteggere le aziende oneste.
Intanto abolire gli orari nelle stazioni dei carabinieri.
cioè?
FabioGreggio
16-10-2007, 10:19
per cortesia ..... la borsellino, ma lasciamo stare.... pochi si sono resi conto che non le si può applicare la proprietà transitiva del fratello. :stordita:
Se a sx non volevano far vincere cuffaro dovevano candidare qualcuno più credibile.
Anche se la sorella di Borsellino fosse incapace di fare una O col bikkiere, a mio avviso sarebbe cmq meglio di un Cuffaro.
ragazzi, contenti voi.... io c'ho già dei problemi col Formigoni, ma almeno lui sta solo impoverendoci e basta.
fg
giannola
16-10-2007, 10:20
cioè?
no lo sai.
I carabinieri nei paesi ricevono dalle 8.30 alle 13 e dalle 16 alle 19:30.
Una solenne cazzata.
Soprattutto in una terra come la sicilia.
Capito ?
Se c'è un crimine segnalarlo solo in orari d'ufficio.:doh:
Le ronde notturne ci vogliono, altro che andare a letto.:muro:
FabioGreggio
16-10-2007, 10:22
no lo sai.
I carabinieri nei paesi ricevono dalle 8.30 alle 13 e dalle 16 alle 19:30.
Una solenne cazzata.
Soprattutto in una terra come la sicilia.
Capito ?
Se c'è un crimine segnalarlo solo in orari d'ufficio.:doh:
Le ronde notturne ci vogliono, altro che andare a letto.:muro:
Insisto: Polizia e Carabinieri in Italia sono quasi inutili così come sono strutturati.
Non intervengono mai al bisogno, sono inquisitivi e repressivi senza aiutare il cittadino, sono politicizzatissimi da fare vomitare e quando agiscono fanno solo danni a persone non interessate ai fatti.
fg
giannola
16-10-2007, 10:22
Anche se la sorella di Borsellino fosse incapace di fare una O col bikkiere, a mio avviso sarebbe cmq meglio di un Cuffaro.
ragazzi, contenti voi.... io c'ho già dei problemi col Formigoni, ma almeno lui sta solo impoverendoci e basta.
fg
quindi dici che se sollevo obiezioni sulla mediocrità del candidato che opponiamo, vuol dire che sono contento di Cuffaro?:mbe:
Con questo atteggiamento masochista non si vincerà mai: è mediocre, ma taci e accetta. :doh:
Accontentarsi è perdere in partenza.
FabioGreggio
16-10-2007, 10:25
quindi dici che se sollevo obiezioni sulla mediocrità del candidato che opponiamo, vuol dire che sono contento di Cuffaro?:mbe:
Con questo atteggiamento masochista non si vincerà mai: è mediocre, ma taci e accetta. :doh:
Accontentarsi è perdere in partenza.
Quindi mafioso è meglio di mediocre?
Me lo segno, alle prox elezioni cerco il mafioso, data la mediocrità diffusa...
fg
giannola
16-10-2007, 10:29
Quindi mafioso è meglio di mediocre?
Me lo segno, alle prox elezioni cerco il mafioso, data la mediocrità diffusa...
fg
non fa onore alla tua intelligenza fingere di non capire quello che ho detto.
Oppure ti ho sopravvalutato.
:fagiano:
FabioGreggio
16-10-2007, 10:39
non fa onore alla tua intelligenza fingere di non capire quello che ho detto.
Oppure ti ho sopravvalutato.
:fagiano:
Ho capito benissimo.
E mi hai sottovalutato.
fg
le imprese legali le difendi, con la vigilanza con le fdo, con l'esercito, fino a quando i magistrati non avranno fatto quello che serve.
Intanto legalizzi una pratica illegale di voti in cambio di posti di lavoro.
In questo modo chi ti vota ti vota perchè sa che ti impegni a dar lavoro, ma per tutti non al singolo.
Si cerchino di promuovere imprese dando incentivi a chi viene a investire capitali da fuori.
Si migliorino le infrastrutture, si chieda al governo nazionale di effettuare una esenzione speciale delle tasse sulla benzina per rendere competitivi i trasporti.
Eccetera.
Non è difficile.
Il tuo cane che si morde la coda non ci porta da nessuna parte.;)
io invece dico tutto il resto, e poi una volta eletti, la lotta alla mafia viene da sè.
:D
ma anche se non ci sarà lui, ci sarà sempre qualcuno del cdx.
direi visioni diametralmente opposte. la causa di questa inattaccabilità della mafia sta nel fatto che i corrotti stanno sia dalla parte dei controllati che dei controllori. non si possono chiedere leggi realmente antimafia a una classe politica che va a pranzo e a cena e spesso anche a nanna con la mafia.
la lotta secondo me va fatta partendo da una rappresentanza politica antimafia, tecnica e BLINDATA. che possa prendere i provvedimenti che chiedi.
una maggioranza regionale guidata dalla borsellino sicuramente avrebbe potuto ascoltare le istanze dei cittadini molti più della attuale maggioranza di cdx.
senza le persone oneste nei luoghi dove si prendono le decisioni sono tutte chiacchiere. il cane che si morde la coda chiaramente non porta da nessuna parte, ma è lo stato di cose che la mafia ha creato anche grazie agli accordi con la politica.
per quanto riguarda cuffaro. io credo che lui al governo della regione sia una garanzia per tutti. cuffaro in sicilia conosce tutti ed è conosciuto da tutti. è garante dei poteri forti della sicilia, dai club esclusivi alle gategorie professionali. ma lui in quanto totò cuffaro, non in quanto rappresentante del cdx. per questo dico che troveranno un escamotage per tenerlo sempre là.
o magari lo faranno lievitare a livelli nazionali. magari al ministero della giustizia (uno dei testimoni di nozze di campanella lo è diventato..). e allora si che mi farò grasse risate. amare.
giannola
16-10-2007, 11:47
Ho capito benissimo.
fg
allora si continuerà a far governare Cuffaro, un grazie ai sinistri che ci credono. :rolleyes:
E mi hai sottovalutato.
caro, mai sentito il detto: chi si loda s'imbroda ?:O
allora si continuerà a far governare Cuffaro, un grazie ai sinistri che ci credono. :rolleyes:
caro, mai sentito il detto: chi si loda s'imbroda ?:O
Il problema è che chi nn ha votato contro cuffaro,quindi per la borsellino,è colui che ha permesso a cuffaro di stare li dov'è...
FabioGreggio
16-10-2007, 11:51
allora si continuerà a far governare Cuffaro, un grazie ai sinistri che ci credono. :rolleyes:
O
Ma è un ragionamento senza senso.
O la sinistra produce uno con le contropalle o la Sicilia sceglie un mafioso incapace?
Cioè o il massimo da una parte o il minimo come dall'altra?
Ma è una cazzata di ragionamento, ma cosa significa?
fg
giannola
16-10-2007, 11:52
direi visioni diametralmente opposte. la causa di questa inattaccabilità della mafia sta nel fatto che i corrotti stanno sia dalla parte dei controllati che dei controllori. non si possono chiedere leggi realmente antimafia a una classe politica che va a pranzo e a cena e spesso anche a nanna con la mafia.
la lotta secondo me va fatta partendo da una rappresentanza politica antimafia, tecnica e BLINDATA. che possa prendere i provvedimenti che chiedi.
una maggioranza regionale guidata dalla borsellino sicuramente avrebbe potuto ascoltare le istanze dei cittadini molti più della attuale maggioranza di cdx.
senza le persone oneste nei luoghi dove si prendono le decisioni sono tutte chiacchiere. il cane che si morde la coda chiaramente non porta da nessuna parte, ma è lo stato di cose che la mafia ha creato anche grazie agli accordi con la politica.
per quanto riguarda cuffaro. io credo che lui al governo della regione sia una garanzia per tutti. cuffaro in sicilia conosce tutti ed è conosciuto da tutti. è garante dei poteri forti della sicilia, dai club esclusivi alle gategorie professionali. ma lui in quanto totò cuffaro, non in quanto rappresentante del cdx. per questo dico che troveranno un escamotage per tenerlo sempre là.
o magari lo faranno lievitare a livelli nazionali. magari al ministero della giustizia (uno dei testimoni di nozze di campanella lo è diventato..). e allora si che mi farò grasse risate. amare.
il concetto è: una classe politica sana si può dare un codice etico a cui attenersi per non farsi controllare dalla mafia, non c'è bisogno che lo sbandieri come unico punto del programma.
insomma se si vuole dire di no lo si può fare, portando avanti il proprio programma e non l'antimafia che è di competenza dei magistrati.
Detto questo come ho spiegato la mafia la si può combattere ma togliendo le condizioni che favoriscono l'assunzione di poveracci a fare il lavoro sporco.
Poi se non va bene la mia idea, ci si tiene i propri candidati perdenti e ci si rassegna a far presenza nelle tornate elettorali.
;)
FabioGreggio
16-10-2007, 11:52
Il problema è che chi nn ha votato contro cuffaro,quindi per la borsellino,è colui che ha permesso a cuffaro di stare li dov'è...
Infatti è quello che ho detto anche io...
fg
il concetto è: una classe politica sana si può dare un codice etico a cui attenersi per non farsi controllare dalla mafia, non c'è bisogno che lo sbandieri come unico punto del programma.
insomma se si vuole dire di no lo si può fare, portando avanti il proprio programma e non l'antimafia che è di competenza dei magistrati.
Detto questo come ho spiegato la mafia la si può combattere ma togliendo le condizioni che favoriscono l'assunzione di poveracci a fare il lavoro sporco.
Poi se non va bene la mia idea, ci si tiene i propri candidati perdenti e ci si rassegna a far presenza nelle tornate elettorali.
;)
Ricordati che i magistrati,senza un potere politico che gli faccia da garante,non valgono niente.Purtroppo nell'antimafia è così.
Solidarieta' di Cossiga a Cuffaro
Ieri pm di Palermo ha chiesto condanna a otto anni
(ANSA) - ROMA, 16 OTT - "Lunga telefonata affettuosa di solidarieta'" di Francesco Cossiga al presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. L'iniziativa dell'ex presidente dopo che per Cuffaro il pm di Palermo ha chiesto la condanna a otto anni al processo sulle cosiddette talpe della Dda.
:confused:
il concetto è: una classe politica sana si può dare un codice etico a cui attenersi per non farsi controllare dalla mafia, non c'è bisogno che lo sbandieri come unico punto del programma.
e invece è qui che sbagli, imho. perchè per farlo capire alla gente glielo devi mettere davanti come unico punto del programma. perchè lotta alla mafia significa sviluppo per tutti. e glielo devi fare capire. non puoi arrivare e dire: più lavoro per tutti e abbiamo risolto tutti i problemi. c'hanno provato, ma è servito solo alla mafia stessa (v. alla voce "quinquennio B.").
allo stato attuale lo sviluppo in sicilia non significa lotta alla mafia, ma sviluppo della mafia.
insomma se si vuole dire di no lo si può fare, portando avanti il proprio programma e non l'antimafia che è di competenza dei magistrati.
giannola, l'antimafia non è competenza dei magistrati. loro sono quelli che devono punire le attività illecite che fanno i mafiosi, ma l'antimafia è lotta culturale, e deve essere fatta da tutti, politica (quindi cittadini) in primis.
Detto questo come ho spiegato la mafia la si può combattere ma togliendo le condizioni che favoriscono l'assunzione di poveracci a fare il lavoro sporco.
ma se la classe più "acculturata" sostiene cuffaro, ma che speranze vuoi che abbiano i poveracci?
Poi se non va bene la mia idea, ci si tiene i propri candidati perdenti e ci si rassegna a far presenza nelle tornate elettorali.
;)
suvvia, non ammetti la possibilità che la soluzione possa stare anche altrove? ;)
FabioGreggio
16-10-2007, 12:04
Solidarieta' di Cossiga a Cuffaro
Ieri pm di Palermo ha chiesto condanna a otto anni
(ANSA) - ROMA, 16 OTT - "Lunga telefonata affettuosa di solidarieta'" di Francesco Cossiga al presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. L'iniziativa dell'ex presidente dopo che per Cuffaro il pm di Palermo ha chiesto la condanna a otto anni al processo sulle cosiddette talpe della Dda.
:confused:
Certe cose proprio non le capisco.
Non capisco cosa spinge a così bassi gesti.
Poteva ignorare.
cos' fa venire in mente ad una catena di collusioni sotterranee, di favori resi....boh getto la spugna.
fg
giannola
16-10-2007, 12:05
Ma è un ragionamento senza senso.
O la sinistra produce uno con le contropalle o la Sicilia sceglie un mafioso incapace?
Cioè o il massimo da una parte o il minimo come dall'altra?
Ma è una cazzata di ragionamento, ma cosa significa?
fg
significa la realtà dei fatti.
Sinceramente trovo poco credibile che tu non abbia afferrato il concetto.
Devo esprimermi più terra terra ?
La politica del Cdx procura lavoro a coloro che li votano, nei modi e nei termini non previsti dalla legge.
Finchè esiste questo meccanismo non c'è verso di scardinare la classe politica dx.
A sinistra si propone un modello di legalità, che allo stato attuale delle cose (cultura, sviluppo) non può esistere: è come chiedere ad un tunisino di avere il senso dell'igiene di un abitante di zurigo.
Ci si arriva per gradi.
O, che è lo stesso, se a Palermo tutti guidano facendo quello che caspita vogliono perchè (è il comune ragionamento) io devo sorbirmi la coda e andare piano ?
Allora occorre creare le condizioni sociali e culturali perchè il popolo evolva verso la legalità.
Al tunisino pulirai le strade e lo incentiverai a farsi il gabinetto, il bidet, a comprare detergenti, ecc.
Al guidatore palermitano gli sequestrerai l'auto tutte le volte che commette una infrazione (per dire!ho volutamente esagerato).
Dai oggi e dai domani, la gente cambia le sue abitudini.
Ma non è una cosa immediata e nel frattempo che fai ?
Non ti occupi di niente ?
Lasci che i poveracci vengano corrotti dai facili guadagni della mafia e finiscano in carcere ?(per uscire via indulto)
La legalità comincia rendendo meno necessario (economicamente) essere illegali.
Questo permette di dire no, grazie e toglie alimento a "chiddi"
Ora e senzi mezzi termini il meccanismo illegale proposto a dx è vantaggioso per i tanti disoccupati e precari siciliani.
Punto.
L'alternativa sarebbe il nulla.
Deve essere possibile aiutarli in maniera legale, così si toglie l'elettorato dalle mani del cdx e il cdx dalle mani della mafia.
giannola
16-10-2007, 12:07
Ricordati che i magistrati,senza un potere politico che gli faccia da garante,non valgono niente.Purtroppo nell'antimafia è così.
intanto c'è da ricordare, per quanto la sicilia sia autonoma, che nessuna legge può andare contro quelle nazionali.
Quindi non è che in sicilia possono fare leggi liberamafiosi se sono in contrasto con roma.
giannola
16-10-2007, 12:10
suvvia, non ammetti la possibilità che la soluzione possa stare anche altrove? ;)
sta talmente altrove che la sinistra siciliana non è stata capace di cambiare strategia.
Quello che dici, per quello che ho già espresso, non può funzionare.
Certe cose proprio non le capisco.
Non capisco cosa spinge a così bassi gesti.
Poteva ignorare.
cos' fa venire in mente ad una catena di collusioni sotterranee, di favori resi....boh getto la spugna.
fg
Perchè il pm sta toccando un politico. Perchè kossiga era della vecchia dc (ognuno tragga le conclusioni che vuole).
Perchè così il pm si sente solo, con le spalle scoperte. Perchè così gli passa la voglia.
sta talmente altrove che la sinistra siciliana non è stata capace di cambiare strategia.
Quello che dici, per quello che ho già espresso, non può funzionare.
allora:
1) se parliamo di elezioni, va bene che la sinistra non serve in sicilia, ma andare a dare "per protesta" il voto a cuffaro o comunque alla sua compagnia non credo che serva più della sinistra. rita borsellino non è suo fratello (tant'è che lei è farmacista mentre lui magistrato), ma non è nemmeno cuffaro o qualsiasi votoscambista di cdx. quindi come alternativa è valida. in questo devo dare ragione a fabio, non si può pretendere dalla sinistra il meglio del meglio mentre si va a dare il voto a cuffaro o a cammarata o a miccichè.
2) se parliamo di soluzioni allo strapotere politico-mafioso in sicilia, tu proponi di dare lavoro (cioè: io vado alle elezioni proponendo nel programma lavoro per tutti quelli che al momento sono prezzolati dalle famiglie mafiose) in cambio del voto. io propongo invece di abbattere la collusione tra politica e mafia, innanzitutto col meccanismo elettorale, proponendo una società in cui l'unico potere costituito sia quello di uno stato corretto nei confronti dei cittadini onesti. e quindi partendo da là. se ti metti a dare lavoro in questo stato di cose non concludi niente, anzi alimenti questo sistema.
mi sembra che "più lavoro per tutti", come ho detto prima, sia servito allo scopo opposto alla lotta alla mafia. mentre fino ad ora un governo regionale di gente onesta non c'è mai stato. o quantomeno di qualcuno che ha avuto un fratello ucciso barbaramente dalla mafia (?) e che si sia impegnato nel volontariato spinto da un simile trauma (io personalmente me ne sarei andato a stare in alaska).
Solidarieta' di Cossiga a Cuffaro
Ieri pm di Palermo ha chiesto condanna a otto anni
(ANSA) - ROMA, 16 OTT - "Lunga telefonata affettuosa di solidarieta'" di Francesco Cossiga al presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. L'iniziativa dell'ex presidente dopo che per Cuffaro il pm di Palermo ha chiesto la condanna a otto anni al processo sulle cosiddette talpe della Dda.
:confused:
Da uno che è sempre stato contro la magistratura mi aspetto questo e ben altro...
intanto c'è da ricordare, per quanto la sicilia sia autonoma, che nessuna legge può andare contro quelle nazionali.
Quindi non è che in sicilia possono fare leggi liberamafiosi se sono in contrasto con roma.
Ovvio,però parte da roma e arriva in sicilia...è tutto collegato,inziate a cambiare chi vi governa regionalmente...
giannola
16-10-2007, 13:42
allora:
1) se parliamo di elezioni, va bene che la sinistra non serve in sicilia, ma andare a dare "per protesta" il voto a cuffaro o comunque alla sua compagnia non credo che serva più della sinistra. rita borsellino non è suo fratello (tant'è che lei è farmacista mentre lui magistrato), ma non è nemmeno cuffaro o qualsiasi votoscambista di cdx. quindi come alternativa è valida. in questo devo dare ragione a fabio, non si può pretendere dalla sinistra il meglio del meglio mentre si va a dare il voto a cuffaro o a cammarata o a miccichè.
2) se parliamo di soluzioni allo strapotere politico-mafioso in sicilia, tu proponi di dare lavoro (cioè: io vado alle elezioni proponendo nel programma lavoro per tutti quelli che al momento sono prezzolati dalle famiglie mafiose) in cambio del voto. io propongo invece di abbattere la collusione tra politica e mafia, innanzitutto col meccanismo elettorale, proponendo una società in cui l'unico potere costituito sia quello di uno stato corretto nei confronti dei cittadini onesti. e quindi partendo da là. se ti metti a dare lavoro in questo stato di cose non concludi niente, anzi alimenti questo sistema.
mi sembra che "più lavoro per tutti", come ho detto prima, sia servito allo scopo opposto alla lotta alla mafia. mentre fino ad ora un governo regionale di gente onesta non c'è mai stato. o quantomeno di qualcuno che ha avuto un fratello ucciso barbaramente dalla mafia (?) e che si sia impegnato nel volontariato spinto da un simile trauma (io personalmente me ne sarei andato a stare in alaska).
in risposta alle tue obiezioni
1) io non ho votato.
2) Di per sè il più lavoro per tutti non ha una valenza negativa, direi che è stato usato come specchietto per le allodole.
Facciamo che io mi impegno a mettere in campo sane strategie per dare lavoro, per regolarizzare il sommerso, incentivare le assunzioni e controllare la regolarità dei contratti, dando premi a coloro che realmente inaugurano una ricerca di piena occupazione e che facciano tutto nella massima trasparenza e legalità.
Dopodichè mi impegno e con me tutti gli appartenenti alla sinistra a mettere nero su bianco il mio operato, a prendere informazioni sul conto delle frequentazioni con cui decido di incontrarmi e a dimettermi qualora mi fossero contestati reati di mafia (quindi già in sede istruttoria).
Viceversa continuare a proporre lo stesso sterile modello (già sconfitto 2 volte) lascerà la strada spianata a chi la sicilia non vuole cambiarla.
Tutto qui.
Ovvio,però parte da roma e arriva in sicilia...è tutto collegato,inziate a cambiare chi vi governa regionalmente...
ah ma a me piacerebbe cambiare chi governa, ma la sinistra di qui si è incaponita su un modello elettorale che li consegnerà all'opposizione ancora per molto.
in risposta alle tue obiezioni
ah ma a me piacerebbe cambiare chi governa, ma la sinistra di qui si è incaponita su un modello elettorale che li consegnerà all'opposizione ancora per molto....
.....fino a quando continuerete ad aspettare utopisticamente il ritorno di Paolo Borsellino.
giannola
16-10-2007, 13:51
.....fino a quando continuerete ad aspettare utopisticamente il ritorno di Paolo Borsellino.
.....fino a quando continueranno ad aspettare utopisticamente il ritorno di Paolo Borsellino.
se invece intendono rimboccarsi le maniche io sono pronto.
.....fino a quando continueranno ad aspettare utopisticamente il ritorno di Paolo Borsellino.
se invece intendono rimboccarsi le maniche io sono pronto.
Si ma se nn gli dai la possibilità di provarci...
Cmq nn capisco,che forza hai dovuto applicare su te stesso per nn votare la borsellino?!?!Io nella tua condizione sarei schizzato di testa...cioè,c'è la figlia di Borsellino che si candida per la regione sicilia contro un mafioso e tu nn vai a votarla...
Scusa ma come speri che le cose cambino?!?!
giannola
16-10-2007, 14:20
Si ma se nn gli dai la possibilità di provarci...
Cmq nn capisco,che forza hai dovuto applicare su te stesso per nn votare la borsellino?!?!Io nella tua condizione sarei schizzato di testa...cioè,c'è la figlia di Borsellino che si candida per la regione sicilia contro un mafioso e tu nn vai a votarla...
Scusa ma come speri che le cose cambino?!?!
1) se non ha vinto non sono certo io ad aver fatto la differenza.
2) domandati invece perchè non ha fatto presa.
3) è vietato dare del mafioso ad uno che ancora non ha riportato condanne in tal senso
4) per risponderti: non l'ho votata perchè non la ritenevo (e non la ritengo) capace di far politica, di occuparsi di tutti gli aspetti del ruolo che intendeva assumere, di fare da collante al suo schieramento.
Più che altro fa l'ombra di suo fratello.
E mi stupisce che proprio tu che qualche post fa avevi affermato una cosa del genere ti domandi perchè non l'ho votata.
5) cmq una politica sana deve andare avanti dopo un fallimento e cercare di proporre qualcosa che attragga l'elettorato, altrimenti no voti, no acchiani, no cambi mentalità di popolo.
:)
Red_Star
16-10-2007, 18:48
1) se non ha vinto non sono certo io ad aver fatto la differenza.
2) domandati invece perchè non ha fatto presa.
3) è vietato dare del mafioso ad uno che ancora non ha riportato condanne in tal senso
4) per risponderti: non l'ho votata perchè non la ritenevo (e non la ritengo) capace di far politica, di occuparsi di tutti gli aspetti del ruolo che intendeva assumere, di fare da collante al suo schieramento.
Più che altro fa l'ombra di suo fratello.
E mi stupisce che proprio tu che qualche post fa avevi affermato una cosa del genere ti domandi perchè non l'ho votata.
5) cmq una politica sana deve andare avanti dopo un fallimento e cercare di proporre qualcosa che attragga l'elettorato, altrimenti no voti, no acchiani, no cambi mentalità di popolo.
:)
Vedi.
Lo spirito siciliano si riassume in "non sono certo io ad aver fatto la differenza".
Avete un terra bellissima....secondo me senza pari nel mondo e ci sputate allegramente sopra.
Ritornando al Gattopardo e al sign. Borsellino, quello di cui avete bisogno è sempra la stessa cosa, un cambiamento culturale.
giannola
16-10-2007, 19:03
Vedi.
Lo spirito siciliano si riassume in "non sono certo io ad aver fatto la differenza".
purtroppo non ho superpoteri
quello di cui avete bisogno è sempra la stessa cosa, un cambiamento culturale.
una rondine non fa primavera.
1) se non ha vinto non sono certo io ad aver fatto la differenza.
2) domandati invece perchè non ha fatto presa.
3) è vietato dare del mafioso ad uno che ancora non ha riportato condanne in tal senso
4) per risponderti: non l'ho votata perchè non la ritenevo (e non la ritengo) capace di far politica, di occuparsi di tutti gli aspetti del ruolo che intendeva assumere, di fare da collante al suo schieramento.
Più che altro fa l'ombra di suo fratello.
E mi stupisce che proprio tu che qualche post fa avevi affermato una cosa del genere ti domandi perchè non l'ho votata.
5) cmq una politica sana deve andare avanti dopo un fallimento e cercare di proporre qualcosa che attragga l'elettorato, altrimenti no voti, no acchiani, no cambi mentalità di popolo.
:)
1.Solita storia,se tutti ragionano come te,è ovvio che nn cambierà mai nulla.Quando si va a votare bisogna ragionare esattamente all'opposto di come stai ragionando tu.Non è che siccome io valgo 1 e per essere eletti ci vogliono 100.000 allora posso anche farne a meno..tanto voto in più voto in meno...
2.Potrei risponderti per una diretta causa del #1,ma ovviamente nn è solo per quello...purtroppo il 416 pesa come un macigno nell'elezione regionale,provinciale e comunale (ultime elezioni a PA).
3.si....:rolleyes: Ipergarantista...:rolleyes:
4.Io ho affermato e condivido tutt'ora l'idea che nn sia adatta a far politica.Ma partire da quel presupposto è utopistico nel caso della sicilia.
In sicilia c'è bisogno di qualcuno chje sia un SIMBOLO della legalità (come Orlando o Pio La Torre) e quindi dell'antimafia,perchè è quello il problema principale da sconfiggere.QUando si è debellata la mafia allora puoi iniziare ad occuparti di poltiica e di altri meccasnimi del genere,ma fin quando ci sarà cosa nostra,tutto sarà distorto e l'occuparsi di politica andrà per forza di cose a scontrarsi con gli interessi dei collusi.
5.Il cambio di mentalità deve essere incentivato da una forte lotta dello stato come rappresentate della legalità.Se hai un forse mafioso come pres.della regione,che messaggio vuoi trasmettere ai siciliani??
giannola
17-10-2007, 08:30
4.Io ho affermato e condivido tutt'ora l'idea che nn sia adatta a far politica.Ma partire da quel presupposto è utopistico nel caso della sicilia.
In sicilia c'è bisogno di qualcuno chje sia un SIMBOLO della legalità (come Orlando o Pio La Torre) e quindi dell'antimafia,perchè è quello il problema principale da sconfiggere.QUando si è debellata la mafia allora puoi iniziare ad occuparti di poltiica e di altri meccasnimi del genere,ma fin quando ci sarà cosa nostra,tutto sarà distorto e l'occuparsi di politica andrà per forza di cose a scontrarsi con gli interessi dei collusi.
La mafia va debellata questo è certo, ma non può e non deve essere l'alfa e l'omega di un programma elettorale.
Il motivo non c'è nemmeno bisogno di spiegarlo di nuovo.
Non puoi partire per sconfiggere la mafia se il tessuto sociale la condivide.
Qualcuno una volta questo discorso ha cercato di farlo capire.
Carlo Alberto si chiamava.
E' lo stesso identico discorso delle BR finchè la gente comune appoggia e sostiene i mafiosi (consapevolmente o meno) la lotta alla mafia sarà inutile.
Perchè in quel caso l'unica lotta che puoi fare è una repressione similfascista assolutamente inaccettabile per le regole che abbiamo.
5.Il cambio di mentalità deve essere incentivato da una forte lotta dello stato come rappresentate della legalità.Se hai un forse mafioso come pres.della regione,che messaggio vuoi trasmettere ai siciliani??
Ma lascia stare cuffaro, il problema non è quello.
Tu guardi a valle.
Il problema è che io ho parenti mafiosi, tizio ha parenti mafiosi, caio ha parenti mafiosi....
La mafia è infiltrata profondamente nella società e agisce su quelli vicini.
Difficilmente uno tradirebbe suo padre, sua madre, suo cugino.
Per questo l'unica strategia è fare terra bruciata.
Di che si serve la mafia ?
Di manodopera...togliamogliela.
Di imprenditori corrotti....mandiamoli in malora e favoriamo (e proteggiamo) solo chi non si fa corrompere.
Di politici...noi ci diamo un autoregolamentazione morale (di cui ho già parlato).
Terra bruciata, Braccia Rubate alla Mafia.
Con questa strategia si cambia la società, altrimenti è tempo perso.
giannola
17-10-2007, 08:31
3.si....:rolleyes: Ipergarantista...:rolleyes:
le regole valgono solo quando fa comodo a te ?:fagiano:
La mafia va debellata questo è certo, ma non può e non deve essere l'alfa e l'omega di un programma elettorale.
Il motivo non c'è nemmeno bisogno di spiegarlo di nuovo.
Non puoi partire per sconfiggere la mafia se il tessuto sociale la condivide.
Qualcuno una volta questo discorso ha cercato di farlo capire.
Carlo Alberto si chiamava.
E' lo stesso identico discorso delle BR finchè la gente comune appoggia e sostiene i mafiosi (consapevolmente o meno) la lotta alla mafia sarà inutile.
Perchè in quel caso l'unica lotta che puoi fare è una repressione similfascista assolutamente inaccettabile per le regole che abbiamo.
Ma lascia stare cuffaro, il problema non è quello.
Tu guardi a valle.
Il problema è che io ho parenti mafiosi, tizio ha parenti mafiosi, caio ha parenti mafiosi....
La mafia è infiltrata profondamente nella società e agisce su quelli vicini.
Difficilmente uno tradirebbe suo padre, sua madre, suo cugino.
Per questo l'unica strategia è fare terra bruciata.
Di che si serve la mafia ?
Di manodopera...togliamogliela.
Di imprenditori corrotti....mandiamoli in malora e favoriamo (e proteggiamo) solo chi non si fa corrompere.
Di politici...noi ci diamo un autoregolamentazione morale (di cui ho già parlato).
Terra bruciata, Braccia Rubate alla Mafia.
Con questa strategia si cambia la società, altrimenti è tempo perso.
Tutto giusto quello che dici,peccato però che in un paese democratico,l'attuaziione di quelle normative deve partire da un iter legislativo che si trasforma in attuazione,peccato però che fino a quando si continueranno ad eleggere politici corrotti e collusi,queste leggi restranno sempre un'utopia.
Io nn guardo a valle ma a monte,servono le leggi e di conseguenza servono politici onesti per farle...cosa che con gente come cuffaro alla regione o altri in parlamento,risulterà impossibile.
le regole valgono solo quando fa comodo a te ?:fagiano:
Mettersi a difendere cuffaro,facendo l'ipergarantista la trovo una forma di ipocrisia....;)
Insisto: Polizia e Carabinieri in Italia sono quasi inutili così come sono strutturati.
Non intervengono mai al bisogno, sono inquisitivi e repressivi senza aiutare il cittadino, sono politicizzatissimi da fare vomitare e quando agiscono fanno solo danni a persone non interessate ai fatti.
fg
;)
giannola
17-10-2007, 08:47
Io nn guardo a valle ma a monte,servono le leggi e di conseguenza servono politici onesti per farle...cosa che con gente come cuffaro alla regione o altri in parlamento,risulterà impossibile.
si ma se i politici onesti non trovano la formula giusta per farsi eleggere dal popolo, hai voglia a pensare di cambiare.
Mettersi a difendere cuffaro,facendo l'ipergarantista la trovo una forma di ipocrisia....;)
Difendere cuffaro, bella questa.
Sono garantista con chiunque (cmq non ti ho segnalato).
il cambiamento passa per le regole e per il rispetto delle stesse.
quindi non mi pare il caso di dare dell'ipergarantista a giannola.
se ci sono le regole vanno rispettate e stop
e in primo luogo chi lo deve fare è la classe dirigente e non certo per dare moralisticamente il buon esempio. solo chi riesce a comprendere il significato del rispetto delle norme può capire quanto è importante farle rispettare agli altri.
anch'io sono dell'idea che proporre la sorella di un magistrato simbolo della lotta alla mafia sia una cosa di scarsissimo (ma proprio scarso vè) acume politico (intellettivo?) che denota che la classe dirigente della sinistra in sicilia non ha idee (e nè probabilmente entusiasmo) ma si limita a conservare le poltrone, cmq, comode dell'opposizione.
si ma se i politici onesti non trovano la formula giusta per farsi eleggere dal popolo, hai voglia a pensare di cambiare.
Difendere cuffaro, bella questa.
Sono garantista con chiunque (cmq non ti ho segnalato).
La formula è quella di sconfiggere la mafia almeno in parte adesso (cosa che vedo al quanto difficile) per avere poi delle elezioni senza 416 o cmq ridotto ed ottenere una nomina democratica.
Se vuoi edito su Cuffaro,ma sn convinto che se andiamo a rivederlo,tra 5-10 anni,sarà la corretta definizione :D
giannola
17-10-2007, 09:14
il cambiamento passa per le regole e per il rispetto delle stesse.
quindi non mi pare il caso di dare dell'ipergarantista a giannola.
se ci sono le regole vanno rispettate e stop
e in primo luogo chi lo deve fare è la classe dirigente e non certo per dare moralisticamente il buon esempio. solo chi riesce a comprendere il significato del rispetto delle norme può capire quanto è importante farle rispettare agli altri.
Infatti.
Io ho difeso Berlusconi, Prodi (che mi stanno antipatici), perchè credo che le regole debbano valere sempre e cmq.
Altrimenti che esempio si dà ?
Poi certo non vado mica a dire che Cuffaro è una brava persona...:D
Semplicemente taccio fino a sentenza definitiva.
anch'io sono dell'idea che proporre la sorella di un magistrato simbolo della lotta alla mafia sia una cosa di scarsissimo (ma proprio scarso vè) acume politico (intellettivo?) che denota che la classe dirigente della sinistra in sicilia non ha idee (e nè probabilmente entusiasmo) ma si limita a conservare le poltrone, cmq, comode dell'opposizione.
ecco appunto.
Si continua a gridare come un disco rotto "antimafia, antimafia" ma alla gente spaventata, avvilita, disillusa che cosa gli si offre per affrancarsi davvero da questa società malata ?
Il siciliano medio (ma anche quello estremo e pure chi non è siciliano) pensa che in sicilia le cose non cambieranno mai.
Mettersi a proporre un ipotetico progetto antimafia senza punti specifici (riguardo a sicurezza, economia,ecc) come potrebbe mai attirare il siciliano ?
Perfino Guajana che si oppone alla mafia (e a cui hanno fatto l'attentato in fabbrica) è convinto che nulla cambierà.
Per la serie: mettiti al centro della strada e fatti sparare.
Una richiesta del genere è poco più che ridicola.
Fate dei nomi allora,xchè o ci si accontenta della borsellino e si cerca di farla vincere,oppure si resta nell'utopia sperano di trovare nel cesto dei regali,il politico perfetto per la sicilia...convinto voi...io però penso che sia meglio cambiare e di corsa.Più tempo passa e peggio è.
Infatti.
Io ho difeso Berlusconi, Prodi (che mi stanno antipatici), perchè credo che le regole debbano valere sempre e cmq.
Altrimenti che esempio si dà ?
Poi certo non vado mica a dire che Cuffaro è una brava persona...:D
Semplicemente taccio fino a sentenza definitiva.
ecco appunto.
Si continua a gridare come un disco rotto "antimafia, antimafia" ma alla gente spaventata, avvilita, disillusa che cosa gli si offre per affrancarsi davvero da questa società malata ?
Il siciliano medio (ma anche quello estremo e pure chi non è siciliano) pensa che in sicilia le cose non cambieranno mai.
Mettersi a proporre un ipotetico progetto antimafia senza punti specifici (riguardo a sicurezza, economia,ecc) come potrebbe mai attirare il siciliano ?
Perfino Guajana che si oppone alla mafia (e a cui hanno fatto l'attentato in fabbrica) è convinto che nulla cambierà.
Per la serie: mettiti al centro della strada e fatti sparare.
Una richiesta del genere è poco più che ridicola.
Scusa ma quando il pool operava in maniera concreta e arresta mafiosi nella primavera palermitana,non mi pare ci fossero leggi in senso economico e di sicurezza,eppure la gente siciliana ci credeva in quella gente,credeva nei loro valori di antimafia (altro che disco rotto....) e nei valori di purezza dello stato.
Eppure all'epoca di politici inguiati ne avevamo a frottole...eppure c'era chi ci credeva e sperava davvero in un cambiamento radicale.
Se non inizi a lottare contro la mafia,con la pratica,ovvero con la giustrizia,non otterrai mai nulla.
Se continui ad avere Cuffaro come pres della regione,con infiltrazioni fin dentro il vecchio palazzo dei veleni,come puoi sperare di sconfiggere o infliggere dei colpi durissimi alla mafia??
In linea di principio io sono dellì'idea che la mafia la sconfiggi solo con la legge e con la sua applicazione giudiziaria.Peccato però che in questo paese la politica rivendicando il suo potere in ogni dove,è riuscito con leggi e pressioni a condizionare la magistratura,impedendole di compiere il suo lavoro.
Se non iniziate ad eleggere una persona che possa dare il via ad un ipergarantismo equo della classe giuridica,non si riuscirà mai a sconfiggere cosa nostra.
La Mafia senza la politica non conta un cazzo.Iniziate a cambiare la parte politica,anche solo con la borsellino (sebbene per voi sia quasi un insutlo sentirla nominre in ambito regionale) e vedrete chi gli organi preposti all'utilizzo della giustizia inizieranno quel processo di purificazione che parte dai picciotti della strada ma che deve per forza di cose arrivare ai colletti bianchi.
Scusa ma quando il pool operava in maniera concreta e arresta mafiosi nella primavera palermitana,non mi pare ci fossero leggi in senso economico e di sicurezza,eppure la gente siciliana ci credeva in quella gente,credeva nei loro valori di antimafia (altro che disco rotto....) e nei valori di purezza dello stato.
Eppure all'epoca di politici inguiati ne avevamo a frottole...eppure c'era chi ci credeva e sperava davvero in un cambiamento radicale.
la maggior parte delle persone li osteggiava anche apertamente, per non parlare della classe politica e quella "imprenditoriale"...
Se non iniziate ad eleggere una persona che possa dare il via ad un ipergarantismo equo della classe giuridica,non si riuscirà mai a sconfiggere cosa nostra.
La Mafia senza la politica non conta un cazzo.Iniziate a cambiare la parte politica,anche solo con la borsellino (sebbene per voi sia quasi un insutlo sentirla nominre in ambito regionale) e vedrete chi gli organi preposti all'utilizzo della giustizia inizieranno quel processo di purificazione che parte dai picciotti della strada ma che deve per forza di cose arrivare ai colletti bianchi.
vabbè c'è superman disponibile forse.
non è questione di una persona ma è questione id mentalità e di cultura o almeno di un programma elettorale forte ed articolato
che non sia eleggiamo la borsellino che ci cancella la mafia. a questo non ci crede proprio nessuno (giustamente a mio parere).
la maggior parte delle persone li osteggiava anche apertamente, per non parlare della classe politica e quella "imprenditoriale"...
Va bhè,la mafia e la collusione agivano anche all'epoca...ma la gente comune nn era mica contro il pool...anzi...
vabbè c'è superman disponibile forse.
non è questione di una persona ma è questione id mentalità e di cultura o almeno di un programma elettorale forte ed articolato
che non sia eleggiamo la borsellino che ci cancella la mafia. a questo non ci crede proprio nessuno (giustamente a mio parere).
E' un primo passo eleggere la Borsellino.
Tra lei e un forsemafioso,come si fa nn scegliere lei a prescindere ??E' questo che nn capisco.
E' utopistico sperare ADESSO in altro.Altrimenti si fa eleggere superman come dici tu....
giannola
17-10-2007, 09:49
Fate dei nomi allora,xchè o ci si accontenta della borsellino e si cerca di farla vincere,oppure si resta nell'utopia sperano di trovare nel cesto dei regali,il politico perfetto per la sicilia...convinto voi...io però penso che sia meglio cambiare e di corsa.Più tempo passa e peggio è.
e se fossi io il politico perfetto ?...:stordita:
A parte gli scherzi, politici a sx con le idee e le palle non ne vedo a parte Ferdinando Latteri.
Forse mi orienterei, ma pesco a caso, su gente che non ha fatto politica di professione:
Rolando Guajana
Giovanni Impastato
giannola
17-10-2007, 09:51
Scusa ma quando il pool operava in maniera concreta e arresta mafiosi nella primavera palermitana,non mi pare ci fossero leggi in senso economico e di sicurezza,eppure la gente siciliana ci credeva in quella gente,credeva nei loro valori di antimafia (altro che disco rotto....) e nei valori di purezza dello stato.
il pool però era fatto da giudici, che erano lì per fare uno sporco lavoro e lo facevano, così la gente ci credeva.
Quà parliamo di politici che per fare devono avere prima (e non dopo) il consenso della gente.
E' sostanzialmente diverso.
Va bhè,la mafia e la collusione agivano anche all'epoca...ma la gente comune nn era mica contro il pool...anzi...
E' un primo passo eleggere la Borsellino.
Tra lei e un forsemafioso,come si fa nn scegliere lei a prescindere ??E' questo che nn capisco.
E' utopistico sperare ADESSO in altro.Altrimenti si fa eleggere superman come dici tu....
sul1) la gente che conta era contro.
la gente che non conta e che conterebbe solo al momento del voto, proprio in quell'attimo si calava le brache (anche per mancanza di alternative, per carità).
2) il problema è che non convincendo nessuno non la vota nessuno o la votano in pochi.
giannola
17-10-2007, 09:53
E' un primo passo eleggere la Borsellino.
Tra lei e un forsemafioso,come si fa nn scegliere lei a prescindere ??E' questo che nn capisco.
E' utopistico sperare ADESSO in altro.Altrimenti si fa eleggere superman come dici tu....
semplicemente perchè governare la regione non si fa con gli slogan, senza un programma oltre quello "andiamo avanti giorno per giorno".
Inoltre come ti ho detto qua non si tratta di scegliere tra cuffaro o borsellino, si tratta di votare borsellino o non votare affatto.
;)
il pool però era fatto da giudici, che erano lì per fare uno sporco lavoro e lo facevano, così la gente ci credeva.
Quà parliamo di politici che per fare devono prima (e non dopo) il consenso della gente.
E' sostanzialmente diverso.
Ok,ma contestualizza nella fottuta realtà siciliana di adesso.
Se i PM hanno TUTTI CONTRO come fanno a fare il loro lavoro??
Esempio: Se pignatone fa una requisitoria o scrivono nel libro degli indagatri dei colletti bianchi e da roma partono 20505668 attacchi ai magistrati ma il presi.della regione li difende a spada tratta e urla a sua volta contro l'invasività della politica,forse i giudici si sentiranno più protetti...se poi è la stessa Rita a dire queste cose,capite che fa un effetto molto pesante ?
La sicilia ha bisogno di magistrati che dacciano pulizia tra i mafiosi e tra i politici,ma fino a quando nn ci saranno dei politici che si schierano con loro,resteranno sempre isolata.
Mi va bene anche Impastato,basta che sia un SIMBOLO dell'antimafia,perchè che lo vogliate capire o meno,il problema della sicilia e dell'Italia è la MAFIA.E' la connivenza e corruzione tra istituzioni.
il pool però era fatto da giudici, che erano lì per fare uno sporco lavoro e lo facevano, così la gente ci credeva.
Quà parliamo di politici che per fare devono prima (e non dopo) il consenso della gente.
E' sostanzialmente diverso.
se vogliono sperare di convincere qualcuno devono per forza dimostrare qualcosa. almeno al livello di impegno. quelli che veramente si impegnano o si sono impegnati(anche a livello molto locale) sono stati costretti ad andare via dalla Sicilia. quelli che ci rimangono evidentemente pongono in essere un impegno stitico volto, magari anche involontariamente, a legittimare chi governa.
sul1) la gente che conta era contro.
la gente che non conta e che conterebbe solo al momento del voto, proprio in quell'attimo si calava le brache (anche per mancanza di alternative, per carità).
Chi conta in sicilia è quasi sempre stato contro...l'importante è che ci siano quei 2-3 che contano e che NON siano contro.E' la loro voce che da il via al cambiamento...ricordatevi di Orlando o di altri...
2) il problema è che non convincendo nessuno non la vota nessuno o la votano in pochi.
Secondo voi senza il 416 avrebbe vito cuffaro??ma per cortesia....
se vogliono sperare di convincere qualcuno devono per forza dimostrare qualcosa. almeno al livello di impegno. quelli che veramente si impegnano o si sono impegnati(anche a livello molto locale) sono stati costretti ad andare via dalla Sicilia. quelli che ci rimangono evidentemente pongono in essere un impegno stitico volto, magari anche involontariamente, a legittimare chi governa.
Quindi riassumendo:
Ci vuole qualcuno che sia veramente impegnata (secondo i vostri parametri) nella lotta alla mafia e abbia anche altre idee.Peccato però che questa gente o non esista (superman forse) oppure sia stata cacciata dalla sicilia.
In assesnza di questa persona abbiamo la sorella di un PM simbolo dell'antimafia che nn vale nulla e che anzi,favoriscfe cuffaro.
Bhè,se la vedete così,credo che nn si sia speranza per chi vive in sicilia.
Se si fa di ogni questione un dibattito utopistico nn se ne esce più...purtroppo la sicilia aveva l'occasione di cambiare,nn ha preso quel "treno"...pensavo fosse solo per il 416,ma da come state ragionando,inizio a credere che chi sia causa del suo mal pianga se stesso...
Ok,ma contestualizza nella fottuta realtà siciliana di adesso.
Se i PM hanno TUTTI CONTRO come fanno a fare il loro lavoro??
Esempio: Se pignatone fa una requisitoria o scrivono nel libro degli indagatri dei colletti bianchi e da roma partono 20505668 attacchi ai magistrati ma il presi.della regione li difende a spada tratta e urla a sua volta contro l'invasività della politica,forse i giudici si sentiranno più protetti...se poi è la stessa Rita a dire queste cose,capite che fa un effetto molto pesante ?
La sicilia ha bisogno di magistrati che dacciano pulizia tra i mafiosi e tra i politici,ma fino a quando nn ci saranno dei politici che si schierano con loro,resteranno sempre isolata.
Mi va bene anche Impastato,basta che sia un SIMBOLO dell'antimafia,perchè che lo vogliate capire o meno,il problema della sicilia e dell'Italia è la MAFIA.E' la connivenza e corruzione tra istituzioni.
meno male che hai precisato che la Mafia è un problema della Sicilia e dell'Italia, magari se le cose non si vogliono risolvere a livello centrale a livello locale non si riesce a combinare nulla . nè dal punto di vista politico, nè da quello della magistratura, delle forze dell'ordine ecc. ecc.
se hai un prefetto che ha un bel lavoro te lo promuovono.
Quindi riassumendo:
Ci vuole qualcuno che sia veramente impegnata (secondo i vostri parametri) nella lotta alla mafia e abbia anche altre idee.Peccato però che questa gente o non esista (superman forse) oppure sia stata cacciata dalla sicilia.
In assesnza di questa persona abbiamo la sorella di un PM simbolo dell'antimafia che nn vale nulla e che anzi,favoriscfe cuffaro.
Bhè,se la vedete così,credo che nn si sia speranza per chi vive in sicilia.
Se si fa di ogni questione un dibattito utopistico nn se ne esce più...purtroppo la sicilia aveva l'occasione di cambiare,nn ha preso quel "treno"...pensavo fosse solo per il 416,ma da come state ragionando,inizio a credere che chi sia causa del suo mal pianga se stesso...
azz
veramente al nord siete messi meglio
a me pare che le cose stiano peggiorando molto anche là
chi è causa del suo mal pianga se stesso
azz
veramente al nord siete messi meglio
a me pare che le cose stiano peggiorando molto anche là
chi è causa del suo mal pianga se stesso
No nn abbiamo avuto la possibilità di votare la Borsellino,altrimenti il mio voto non gliel'avrebbe tolto nessuno.
E cmq si,anche qua siamo messi malissimo,purtroppo è tutta l'italia che è messa male.
meno male che hai precisato che la Mafia è un problema della Sicilia e dell'Italia, magari se le cose non si vogliono risolvere a livello centrale a livello locale non si riesce a combinare nulla . nè dal punto di vista politico, nè da quello della magistratura, delle forze dell'ordine ecc. ecc.
se hai un prefetto che ha un bel lavoro te lo promuovono.
Iniziate dal livello locale,facendo fuori politicamente cuffaro...meglio di niente no?
giannola
17-10-2007, 11:05
Quindi riassumendo:
Ci vuole qualcuno che sia veramente impegnata (secondo i vostri parametri) nella lotta alla mafia e abbia anche altre idee.
non penserai di poter mettere per cinque anni solo "antimafia" come ODG. :D
Peccato però che questa gente o non esista (superman forse) oppure sia stata cacciata dalla sicilia.
Esistono, esistono, solo che non le cercano perchè sono troppo impegnative.
Perchè è più facile lamentarsi che mettersi a pensare.
Vedi questa discussione con te, è quasi un vicolo cieco.
Perchè tu dici "bisogna distruggere la mafia".
Ma non è che porti un progetto.
Io invece dico bisogna fare terra bruciata offrendo lavoro pulito, occorre calmierare la benza, migliorare le infrastrutture, incentivare investitori esteri, proteggerli con i mezzi militari se necessario; propongo una strategia precisa con la quale erodere il fenomeno mafioso, isolando cellula per cellula.
Piano, piano, poco, poco, come piace a noi:D
Ma tu aggiungi a priori che, no, queste cose non si debbono nemmeno tentare se prima non si distrugge la mafia.
Ecco vedi così è facilissimo, si sta all'opposizione e ci si lamenta.
Ed anche se si arriva a governare non c'è un progetto concreto.
In assesnza di questa persona abbiamo la sorella di un PM simbolo dell'antimafia che nn vale nulla e che anzi,favoriscfe cuffaro.
è la realtà dei fatti per quello che ho detto sopra.
Bhè,se la vedete così,credo che nn si sia speranza per chi vive in sicilia.
in queste condizioni condivido.
Se si fa di ogni questione un dibattito utopistico nn se ne esce più...
Il dibattito utopistico è sconfiggere la mafia senza porre le fondamenta di una cultura diversa.
le mie idee sono concrete assai.
purtroppo la sicilia aveva l'occasione di cambiare,nn ha preso quel "treno"...
nn c'era nessun treno.
La borsellino era solo una facciata, il dentro è vuoto.
pensavo fosse solo per il 416,ma da come state ragionando,inizio a credere che chi sia causa del suo mal pianga se stesso...
La mafia e la sicilia sono di una complessità disarmante.
non penserai di poter mettere per cinque anni solo "antimafia" come ODG. :D
Ovvio che no ma quando si parla di collusione,significa che ogni persona preposta a creare nuove normative o prendere decisioni importanti tende a farle in direzione "mafiosa".Quello che intendo io è nn avere questo genere di persone a prendere quel tipo di decisioni.Intendendola in questa maniera si può supporre che il tema antimafia sia sempre ODG.
Esistono, esistono, solo che non le cercano perchè sono troppo impegnative.
Perchè è più facile lamentarsi che mettersi a pensare.
Vedi questa discussione con te, è quasi un vicolo cieco.
Perchè tu dici "bisogna distruggere la mafia".
Ma non è che porti un progetto.
Io invece dico bisogna fare terra bruciata offrendo lavoro pulito, occorre calmierare la benza, migliorare le infrastrutture, incentivare investitori esteri, proteggerli con i mezzi militari se necessario; propongo una strategia precisa con la quale erodere il fenomeno mafioso, isolando cellula per cellula.
Piano, piano, poco, poco, come piace a noi:D
Belle idee,ma senza l'incentivo politico restiamo si in un vicolo cieco.
E non è tanto quello che dico io,che è tutt'altro senza progetto.Quello che dici tu nn ha progetto xchè attualemtne c'è una politica che essendo collusa farà il contrario di quello che proponi tu.Quindi a monte bisogna cambiare la politica che è l'unica che può attuare il progetto che intendi tu.
Peccato però che nn andate a votare chi POTREBBE cambiare qualcosa...e quindi è ovvio che se si resta con le mani in mano,nn cambierà mai nulla.
Ma tu aggiungi a priori che, no, queste cose non si debbono nemmeno tentare se prima non si distrugge la mafia.
Ecco vedi così è facilissimo, si sta all'opposizione e ci si lamenta.
Ed anche se si arriva a governare non c'è un progetto concreto.
Io nn dico questo,dico che sn due cose intrinseche e che per distruggere la mafia ci vuole quello che dici tu unito ad un'azione della magistratura coem 15 anni fa.Peccato che,avendo la magistratura perso la sua indipendanza,ci voglia cmq la mano politica per portare a questi effetti.Ma ancora una volta,si evita di votare e di dare una possibilità....
Se fosse stata eletta la Borsellino,nn credo si sarebbe messa ad attaccare i PM,anzi,mavrebbe di sicuro protetto i medesimi dagli attacchi romani e se una come lei si mette ad urlare cotnro la casta politica,credimi,fa notizia.in tutta italia.
Il dibattito utopistico è sconfiggere la mafia senza porre le fondamenta di una cultura diversa.
le mie idee sono concrete assai.
La cultura diversa deve essere una conseguenza di come agiscono le istituzioni.Sono loro che devono dare un imprtona di legalità.Cosa che la Borsellino avrebbe sicuramente saputio fare meglio di Cuffaro,o no ?
nn c'era nessun treno.
La borsellino era solo una facciata, il dentro è vuoto.
Ma fammi capire,tra cuffaro e la borsellino tu scegli cuffaro?No ovviamente.Quindi?Perchè nn aver votato Rita,di sicuro sarebbe stato meglio di cuffaro,no?
Non capisco questo autolesionismo-utopico.E' ora di cambiare le cose in sicilia e l'elezione della Borsellino sarebbe stato un piccolo passo...invece....
FabioGreggio
17-10-2007, 11:42
semplicemente perchè governare la regione non si fa con gli slogan, senza un programma oltre quello "andiamo avanti giorno per giorno".
Inoltre come ti ho detto qua non si tratta di scegliere tra cuffaro o borsellino, si tratta di votare borsellino o non votare affatto.
;)
Razionalizziamo:
Io tra Cuffaro e Borsellino, avrei votato Borsellino.
Anche solo per non permettere a Cuffaro di diventare Governatore.
I Siciliani l'hanno pensata diversamente.
Si ciuccino Cuffaro.
In attesa del programmone.
fg
Razionalizziamo:
Io tra Cuffaro e Borsellino, avrei votato Borsellino.
Anche solo per non permettere a Cuffaro di diventare Governatore.
E' questo che nn capisco.
Anch'io ho votato csx alle ultime elezioni politiche,turandomi il naso,eppure l'ho fatto unicamente per nn permettere a Mr.B di tornare di nuovo su...è questo il fulcro...evidentemente cuffaro nn faceva così schifo...
giannola
17-10-2007, 14:25
Belle idee,ma senza l'incentivo politico restiamo si in un vicolo cieco.
e questo cosa vorrebbe dire ?
La politica va avanti a forza di idee altrimenti è mera occupazione di poltrone.
E non è tanto quello che dico io,che è tutt'altro senza progetto.Quello che dici tu nn ha progetto xchè attualemtne c'è una politica che essendo collusa farà il contrario di quello che proponi tu.Quindi a monte bisogna cambiare la politica che è l'unica che può attuare il progetto che intendi tu.
Appunto tocca a chi non è colluso farsi eleggere proponendo idee che attirano gli elettori.
Altrimenti come la cambi la politica ?:mbe:
Peccato però che nn andate a votare chi POTREBBE cambiare qualcosa...e quindi è ovvio che se si resta con le mani in mano,nn cambierà mai nulla.
la borsellino non avrebbe cambiato nulla erano già d'accordo a tenerla per "rappresentanza", salvo poi essere le segreterie a dettare le condizioni.
E dopo un pò eventualmente liquidarla.
e se una come lei si mette ad urlare cotnro la casta politica,credimi,fa notizia.in tutta italia.
Se una come lei ? :D
Ma chi credi che sia la borsellino ?
E' una farmacista che è stata tirata in mezzo solo perchè brillava il suo cognome.
Gli accordi veri erano sottobanco, lei era una che doveva solo presiedere.
Carisma politico zero.
E lo si è visto una volta che, non avendo vinto, il personaggio si è sciolto come neve al sole.
Che la strategia sia stata fallimentare lo sanno pure le formiche.
Per fare antimafia da un punto di vista politico sarebbe servito un vero leader del livello di Peppino Impastato.
Uno che si espone, che lotta, che non si limita a qualche intervista amarcord.
Affiancata ovviamente a tutte le riforme economiche di cui ho parlato.
La cultura diversa deve essere una conseguenza di come agiscono le istituzioni.Sono loro che devono dare un imprtona di legalità.Cosa che la Borsellino avrebbe sicuramente saputio fare meglio di Cuffaro,o no ?
Ma la borsellino non è stata eletta.
Guardiamo avanti cercando di imparare dai fallimenti.
Ma fammi capire,tra cuffaro e la borsellino tu scegli cuffaro?No ovviamente.Quindi?Perchè nn aver votato Rita,di sicuro sarebbe stato meglio di cuffaro,no?
Non capisco questo autolesionismo-utopico.E' ora di cambiare le cose in sicilia e l'elezione della Borsellino sarebbe stato un piccolo passo...invece....
l'unico passo è quello di togliere manodopera alla mafia.
Cancellare le innumerevoli file di persone in cerca di lavoro presso alcuni onorevoli siciliani in cambio di voti.
giannola
17-10-2007, 14:26
Razionalizziamo:
Io tra Cuffaro e Borsellino, avrei votato Borsellino.
Anche solo per non permettere a Cuffaro di diventare Governatore.
I Siciliani l'hanno pensata diversamente.
Si ciuccino Cuffaro.
In attesa del programmone.
fg
e ci ciucceremo cuffaro allora :D
Ma chi credi che sia la borsellino ?
E' una farmacista che è stata tirata in mezzo solo perchè brillava il suo cognome.
Gli accordi veri erano sottobanco, lei era una che doveva solo presiedere.
Carisma politico zero.
E lo si è visto una volta che, non avendo vinto, il personaggio si è sciolto come neve al sole.
Che la strategia sia stata fallimentare lo sanno pure le formiche.
Per fare antimafia da un punto di vista politico sarebbe servito un vero leader del livello di Peppino Impastato.
Uno che si espone, che lotta, che non si limita a qualche intervista amarcord.
Affiancata ovviamente a tutte le riforme economiche di cui ho parlato.
Descrivere la Borsellino come una persona "messa lì" per il suo cognome mi sembra non veritiero.
La Borsellino è dal 1992 che si impegna in prima persona nel campo dell'antimafia.
Dal 1995 è inoltre vice-presidente di http://www.libera.it/ (Libera), ed è stata nominata presidentessa onoraria della stessa associazione nel 2005.
http://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Borsellino
e ci ciucceremo cuffaro allora :D
Votando un candidato onesto come la Borsellino o votando contro Cuffaro alle ultime regionali, si otteneva sicuramente un beneficio, quello di (provare a) impedire a gente dubbia e collusa con la mafia di continuare a governare.
Per me è già un fondamentale progresso se al governo ci va un onesto (e anzi impegnato nell'antimafia) invece di uno come cuffaro, se per voi non è così, a questo punto hai ragione, tenetevelo... :)
cmq l'antimafia esiste finchè esiste la mafia.
meditate.
ps. ho l'impressione che molti di voi non conoscano la situazione sicula per cui
hanno un pò di difficoltà a capire i punti di vista opposti.
giannola
17-10-2007, 15:09
tenetevelo... :)
ma infatti ce lo teniamo, non c'è alternativa.
Soprattutto dai discorsi che sono usciti nel 3d.
E' ovvio che ce lo teniamo visto che funziona che vado dall'onorevole X, per un pò di tornate gli dò dei voti e poi lui mi da un lavoro.
Se invece vado dall'onorevole antimafia che lavoro mi dà ?
Così è abbastanza elementare il concetto ?
Votando un candidato onesto come la Borsellino o votando contro Cuffaro alle ultime regionali, si otteneva sicuramente un beneficio, quello di (provare a) impedire a gente dubbia e collusa con la mafia di continuare a governare.
Per me è già un fondamentale progresso se al governo ci va un onesto (e anzi impegnato nell'antimafia) invece di uno come cuffaro, se per voi non è così, a questo punto hai ragione, tenetevelo... :)
*
giannola
17-10-2007, 15:12
cmq l'antimafia esiste finchè esiste la mafia.
meditate.
ps. ho l'impressione che molti di voi non conoscano la situazione sicula per cui
hanno un pò di difficoltà a capire i punti di vista opposti.
vero
Ma neanche molti dei siciliani del forum accettano una cosa del genere, è come se avessero dei paraocchi, c'è solo il bianco o nero, o la gente (gli elettori) ci seguono oppure sono dei codardi che preferiscono cuffaro.
Mentre invece il consenso di deve cercare.
Se io voglio farmi votare devo promettere dei benefici agli elettori che devono darmi la loro preferenza.
Mica posso dire votatemi perchè IO sono onesto.
:muro:
Evvabbè io sono onesto, sono antimafia e aderisco ad addiopizzo, in quanti mi voterebbero qui dentro ?
cmq l'antimafia esiste finchè esiste la mafia.
meditate.
ps. ho l'impressione che molti di voi non conoscano la situazione sicula per cui
hanno un pò di difficoltà a capire i punti di vista opposti.
Fidati,io la conosco e molto bene anche.
Però nn iniziare con i discorsi dei professionisti dell'antimafia...gia sciascia fece una figuraccia ;)
vero
Ma neanche molti dei siciliani del forum accettano una cosa del genere, è come se avessero dei paraocchi, c'è solo il bianco o nero, o la gente (gli elettori) ci seguono oppure sono dei codardi che preferiscono cuffaro.
Mentre invece il consenso di deve cercare.
Se io voglio farmi votare devo promettere dei benefici agli elettori che devono darmi la loro preferenza.
Mica posso dire votatemi perchè IO sono onesto.
:muro:
Evvabbè io sono onesto, sono antimafia e aderisco ad addiopizzo, in quanti mi voterebbero qui dentro ?
Rispetto a gente come cuffaro o il sindaco di palermo che ha criticato addiopizzo,io ti voterei.
Interessante il discorso di Impastato.Hai qlc info sulla sua attività politica e di come si stia sviluppando??
Rispetto a gente come cuffaro o il sindaco di palermo che ha criticato addiopizzo,io ti voterei.
Interessante il discorso di Impastato.Hai qlc info sulla sua attività politica e di come si stia sviluppando??
*
giannola
17-10-2007, 15:25
Rispetto a gente come cuffaro o il sindaco di palermo che ha criticato addiopizzo,io ti voterei.
Grazie, non me l'aspettavo.
Cmq veramente ho aderito ad addiopizzo.
http://www.addiopizzo.org/cambiaiconsumi.asp
Giannola Giorgio
;)
Interessante il discorso di Impastato.Hai qlc info sulla sua attività politica e di come si stia sviluppando??
al momento c'è questa manifestazione:
http://riberaonline.blogspot.com/2007/08/giovanni-impastato-lancia-un-messaggio_23.html
inoltre
http://www.loschermo.it/articolo.php?idart=2304
Fidati,io la conosco e molto bene anche.
Però nn iniziare con i discorsi dei professionisti dell'antimafia...gia sciascia fece una figuraccia ;)
piucchealtro la figuraccia la fece chi commentò l'uscita di sciascia senza capire un ca**o di quanto sciascia aveva inteso dire.
gente che prima lo ha insultato, poi ne ha abusato il nome per i loro fini creando una associazione che usa il suo nome (ora non ricordo precisamente ma mi documenterò). ed usandolo anche se, una volta chiesto il permesso alla sig.ra Sciascia, questa (memore dei comportamenti dei tizi in questione e volendo probabilmente onorare la memoria del marito) aveva molto garbatamente invitato a sceglierne un altro.
ps. un consiglio. chi nn ha letto sciascia non può capire la sicilia ed i siciliani
Mentre invece il consenso di deve cercare.
Se io voglio farmi votare devo promettere dei benefici agli elettori che devono darmi la loro preferenza.
Mica posso dire votatemi perchè IO sono onesto.
:muro:
Evvabbè io sono onesto, sono antimafia e aderisco ad addiopizzo, in quanti mi voterebbero qui dentro ?
Per me l'onestà e l'essere contro la mafia di un candidato è già in sè un ENORME beneficio quando l'alternativa è collusione/collaborazione/favori alla mafia.
Se poi i candidati sono entrambi onesti e antimafia, è chiaro che l'onestà non è più beneficio ma cosa scontata, e pretendi molto di più, ma se non è così.
E come Ser, di fronte a candidati dubbi o mafiosi, non ci penserei due volte a votare, se si presenta, un cittadino onesto e antimafia, anche "sconosciuto".
E ora te lo chiederei io se è abbastanza semplice il concetto.
I professionisti dell'antimafia
di Leonardo Sciascia
dal Corriere della sera , 10 gennaio 1987
Autocitazioni, da servire a coloro che hanno corta memoria o/e lunga malafede e che appartengono prevalentemente a quella specie (molto diffusa in Italia) di persone dedite all'eroismo che non costa nulla e che i milanesi, dopo le cinque giornate, denominarono «eroi della sesta»:
1) «Da questo stato d'animo sorse, improvvisa, la collera. Il capitano sentì l'angustia in cui la legge lo costringeva a muoversi; come i suoi sottufficiali vagheggiò un eccezionale potere, una eccezionale libertà di azione: e sempre questo vagheggiamento aveva condannato nei suoi marescialli. Una eccezionale sospensione delle garanzie costituzionali, in Sicilia e per qualche mese: e il male sarebbe stato estirpato per sempre. Ma gli vennero nella memoria le repressioni di Mori, il fascismo: e ritrovò la misura delle proprie idee, dei propri sentimenti... Qui bisognerebbe sorprendere la gente nel covo dell'inadempienza fiscale, come in America. Ma non soltanto le persone come Mariano Arena; e non soltanto qui in Sicilia. Bisognerebbe, di colpo, piombare sulle banche; mettere le mani esperte nelle contabilità, generalmente a doppio fondo, delle grandi e delle piccole aziende; revisionare i catasti. E tutte quelle volpi, vecchie e nuove, che stanno a sprecare il loro fiuto (...), sarebbe meglio se si mettessero ad annusare intorno alle ville, le automobili fuoriserie, le mogli, le amanti di certi funzionari e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi, e tirarne il giusto senso». (II giorno della civetta , Einaudi, Torino, 1961).
2) «Ma il fatto è, mio caro amico, che l'Italia è un così felice Paese che quando si cominciano a combattere le mafie vernacole vuol dire che già se ne è stabilita una in lingua... Ho visto qualcosa di simile quarant'anni fa: ed è vero che un fatto, nella grande e nella piccola storia, se si ripete ha carattere di farsa, mentre nel primo verificarsi è tragedia; ma io sono ugualmente inquieto». (A ciascuno il suo , Einaudi, Torino, 1966).
Il punto focale . Esibite queste credenziali che, ripeto, non servono agli attenti e onesti lettori, e dichiarato che la penso esattamente come allora, e nei riguardi della mafia e nei riguardi dell'antimafia, voglio ora dire di un libro recentemente pubblicato da un editore di Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro: Rubbettino. Il libro s'intitola La mafia durante il fascismo, e ne è autore Christopher Duggan, giovane «ricercatore» dell'Università di Oxford e allievo dì Denis Mack Smith, che ha scritto una breve presentazione del libro soprattutto mettendone in luce la novità e utilità nel fatto che l'attenzione dell'autore è rivolta non tanto alla «mafia in sé» quanto a quel che «si pensava la mafia fosse e perché»: punto focale, ancora oggi, della questione: per chi - si capisce- sa vedere, meditare e preoccuparsi; per chi sa andare oltre le apparenze e non si lascia travolgere dalla retorica nazionale che in questo momento del problema della mafia si bea come prima si beava di ignorarlo o, al massimo, di assommarlo al pittoresco di un'isola pittoresca, al colore locale, alla particolarità folcloristica. Ed è curioso che nell'attuale consapevolezza (preferibile senz'altro - anche se alluvionata di retorica - all'effettuale indifferenza di prima) confluiscano elementi di un confuso risentimento razziale nei riguardi della Sicilia, dei siciliani: e si ha a volte l'impressione che alla Sicilia non si voglia perdonare non solo la mafia, ma anche Verga , Pirandello e Guttuso.
Ma tornando al discorso: non mi faccio nemmeno l'illusione che quei miei due libri, cui i passi che ho voluto ricordare, siano serviti - a parte i soliti venticinque lettori di manzoniana memoria (che non era una iperbole a rovescio, dettata dal cerimoniale della modestia poiché c'è da credere che non più di venticinque buoni lettori goda, ad ogni generazione un libro) - siano serviti ai tanti, tantissimi che l'hanno letto ad apprender loro dolorosa e in qualche modo attiva coscienza del problema: credo i più li abbiano letti, per così dire, «en touriste», allora; e non so come li leggano oggi. Tant'è che allora il «lieto fine» - e se non lieto edificante - era nell'aria, per trasmissione del potere a quella cultura che, anche se marginalmente, lo condivideva: come nel film In nome della legge, in cui letizia si annunciava nel finale conciliarsi del fuorilegge alla legge.
Ed è esemplare la vicenda del dramma La mafia di Luigi Sturzo. Scritto, nel 1900, e rappresentato in un teatrino di Caltagirone, non si trovò, tra le carte di Sturzo, dopo la sua morte, il quinto atto che lo, completava; e lo scrisse Diego Fabbri, volgarmente pirandelleggiando e, con edificante conclusione. Ritrovati più tardi gli abboni di Sturzo per, il quinto atto, si scopriva la ragione per cui la «pièce» era stata dal, suo autore chiamata dramma (il che avrebbe dovuto essere per Fabbri, avvertimento e non a concluderla col trionfo del bene): andava a finir, male e nel male, coerentemente a quel che don Luigi Sturzo sapeva e, vedeva. Siciliano di Caltagirone, paese in cui la mafia allora soltanto, sporadicamente sconfinava, bisogna dargli merito di aver avuto, chiarissima nozione del fenomeno nelle sue articolazioni, implicazioni e, complicità; e di averlo sentito come problema talmente vasto, urgente e, penoso da cimentarsi a darne un «esempio» (parola cara a san Bernardino), sulla scena del suo teatrino. E come poi dal suo Partito Popolare sia, venuta fuori una Democrazia Cristiana a dir poco indifferente al, problema, non è certo un mistero: ma richiederà, dagli storici, un'indagine e un'analisi di non poca difficoltà. E ci vorrà del tempo; almeno quanto ce n'è voluto per avere finalmente questa accurata, indagine e sensata analisi di Christopher Duggan su mafia e fascismo.
Nel primo fascismo. idea, e il conseguente comportamento, che il primo fascismo ebbe nei riguardi della mafia, si può riassumere in una specie di sillogismo: il fascismo stenta a sorgere là dove il socialismo è debole: in Sicilia la mafia è già fascismo. Idea non infondata, evidentemente: solo che occorreva incorporare la mafia nel fascismo vero e proprio. Ma la mafia era anche, come il fascismo, altre cose. E tra le altre cose che il fascismo era, un corso di un certo vigore aveva l'istanza rivoluzionaria degli ex combattenti dei giovani che dal Partito Nazionalista di Federzoni per osmosi quasi naturale passavano al fascismo o al fascismo trasmigravano non dismettendo del tutto vagheggiamenti socialisti ed anarchici: sparute minoranze, in Sicilia; ma che, prima facilmente conculcate, nell'invigorirsi del fascismo nelle regioni settentrionali e nella permissività e protezione di cui godeva da parte dei prefetti, dei questori, dei commissari di polizia e di quasi tutte le autorità dello Stato; nella paura che incuteva ai vecchi rappresentanti dell'ordine (a quel punto disordine) democratico, avevano assunto un ruolo del tutto sproporzionato al loro numero, un ruolo invadente e temibile. Temibile anche dal fascismo stesso che - nato nel Nord in rispondenza agli interessi degli agrari, industriali e imprenditori di quelle regioni e, almeno in questo, ponendosi in precisa continuità agli interessi «risorgimentali» - volentieri avrebbe fatto a meno di loro per più agevolmente patteggiare con gli agrari siciliani e quindi con la mafia. E se ne liberò, infatti, appena, dopo lì delitto Matteotti, consolidatosi nel potere: e ne fu segno definitivo l'arresto di Alfredo Cucco (figura del fascismo isolano, di linea radical-borghese e progressista, per come Duggan e Mack Smith lo definiscono, che da questo libro ottiene, credo giustamente, quella rivalutazione che vanamente sperò di ottenere dal fascismo, che soltanto durante la repubblica di Salò lo riprese e promosse nei suoi ranghi).
Nel fascismo arrivato al potere, ormai sicuro e spavaldo, non è che quella specie di sillogismo svanisse del tutto: ma come il fascismo doveva, in Sicilia, liberarsi delle frange «rivoluzionarie» per patteggiare con gli agrari e gli esercenti delle zolfare, costoro dovevano - garantire al fascismo almeno l'immagine di restauratore dell'ordine - liberarsi delle frange criminali più inquiete e appariscenti.
Le guardie del feudo. E non è senza significato che nella lotta condotta da Mori contro la mafia assumessero ruolo determinante i campieri (che Mori andava solennemente decorando al valor civile nei paesi "mafiosi"): che erano, i campieri, le guardie del feudo, prima insostituibili mediatori tra la proprietà fondiaria e la mafia e, al momento della repressione di Mori, insostituibile elemento a consentire l'efficienza e l'efficacia del patto.
Mori, dice Duggan, «era per natura autoritario e fortemente conservatore», aveva «forte fede nello Stato», «rigoroso senso del dovere». Tra il '19 e il '22 si era considerato in dovere di imporre anche ai fascisti il rispetto della legge: per cui subì un allontanamento dalle cariche nel primo affermarsi del fascismo, ma forse gli valse - quel periodo di ozio - a scrivere quei ricordi sulla sua lotta alla criminalità in Sicilia dal sentimentale titolo di Tra le zagare, oltre che la foschia che certamente contribuì a farlo apparire come l'uomo adatto, conferendogli poteri straordinari, a reprimere la virulenta criminalità siciliana.
Rimasto inalterato il suo senso del dovere nei riguardi dello Stato, che era ormai lo Stato fascista, e alimentato questo suo senso del dovere da una simpatia che un conservatore non liberale non poteva non sentire per il conservatorismo in cui il fascismo andava configurandosi, l'innegabile successo delle sue operazioni repressive (non c'è, nei miei ricordi, un solo arresto effettuato dalle squadre di Mori in provincia di Agrigento che riscuotesse dubbio o disapprovazione nell'opinione pubblica) nascondeva anche il giuoco di una fazione fascista conservatrice e di un vasto richiamo contro altra che approssimativamente si può dire progressista, e più debole.
Sicché se ne può concludere che l'antimafia è stata allora strumento di una fazione, internamente al fascismo, per il raggiungimento di un potere incontrastato e incontrastabile. E incontrastabile non perché assiomaticamente incontrastabile era il regime - o non solo: ma perché talmente innegabile appariva la restituzione all'ordine pubblico che il dissenso, per qualsiasi ragione e sotto qualsiasi forma, poteva essere facilmente etichettato come «mafioso». Morale che possiamo estrarre, per così dire, dalla favola (documentatissima) che Duggan ci racconta. E da tener presente: l'antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando.
E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un sindaco che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi - in interviste televisive e scolastiche, in convegni, conferenze e cortei - come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra (che sono tanti, in ogni paese, in ogni città: dall'acqua che manca all'immondizia che abbonda), si può considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno molto timidamente, oserà rimproverargli lo scarso impegno amministrativo; e dal di fuori. Ma dal di dentro, nel consiglio comunale e nel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un'azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia: ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno. Ed è da dire che il senso di questo rischio, di questo pericolo, particolarmente aleggia dentro la Democrazia Cristiana: «et pour cause», come si è tentato prima dl spiegare. Questo è un esempio ipotetico.
Ma eccone uno attuale ed effettuato. Lo si trova nel «notiziario straordinario n. 17» (10 settembre 1986) del Consiglio Superiore della Magistratura. Vi si tratta dell'assegnazione del posto di Procuratore della Repubblica a Marsala al dottor Paolo Emanuele Borsellino e dalla motivazione con cui si fa proposta di assegnargliela salta agli occhi questo passo: "Rilevato, per altro, che per quanto concerne i candidati che in ordine di graduatoria precedono il dott. Borsellino, si impongono oggettive valutazioni che conducono a ritenere, sempre in considerazione della specificità del posto da ricoprire e alla conseguente esigenza che il prescelto possegga una specifica e particolarissima competenza professionale nel settore della delinquenza organizzata in generale e di quella di stampo mafioso in particolare, che gli stessi non siano, seppure in misura diversa, in possesso di tali requisiti con la conseguenza che, nonostante la diversa anzianità di carriera, se ne impone il "superamento" da pane del più giovane aspirante".
Per far carriera. Passo che non si può dire un modello di prosa italiana, ma apprezzabile per certe delicatezze come «la diversa anzianità», che vuoi dire della minore anzianità del dottor Borsellino, e come quel «superamento», (pudicamente messo tra virgolette), che vuoi dire della bocciatura degli altri, più anziani e, per graduatoria, più in diritto di ottenere quel posto. Ed è impagabile la chiosa con cui il relatore interrompe la lettura della proposta, in cui spiega che il dottor Alcamo -che par di capire fosse il primo in graduatoria - è «magistrato di eccellenti doti», e lo si può senz'altro definire come «magistrato gentiluomo», anche perché con schiettezza e lealtà ha riconosciuto una sua lacuna «a lui assolutamente non imputabile»: quella di non essere stato finora incaricato di un processo di mafia. Circostanza «che comunque non può essere trascurata», anche se non si può pretendere che il dottor Alcamo «piatisse l'assegnazione di questo tipo di procedimenti, essendo questo modo di procedere tra l'altro risultato alieno dal suo carattere». E non sappiamo se il dottor Alcamo questi apprezzamenti li abbia quanto più graditi rispetto alta promozione che si aspettava.
I lettori, comunque, prendano atto che nulla vale più, in Sicilia, per far carriera nella magistratura, del prender parte a processi di stampo mafioso. In quanto poi alla definizione di «magistrato gentiluomo», c'è da restare esterrefatti: si vuol forse adombrare che possa esistere un solo magistrato che non lo sia?
visto che l'avete chiamato in ballo eccovi l'articolo di sciascia.
leggetelo prima, poi magari, commentatelo. a me pare che il giudizio espresso sull'autore sia almeno superficiale.
dantes76
17-10-2007, 16:17
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La mafia e la sicilia sono di una complessità disarmante.
la mafia e' la sicilia,
ps. un consiglio. chi nn ha letto sciascia non può capire la sicilia ed i siciliani
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I professionisti dell'antimafia
di Leonardo Sciascia
dal Corriere della sera , 10 gennaio 1987
Autocitazioni, da servire a coloro che hanno corta memoria o/e lunga malafede e che appartengono prevalentemente a quella specie (molto diffusa in Italia) di persone dedite all'eroismo che non costa nulla e che i milanesi, dopo le cinque giornate, denominarono «eroi della sesta»:
1) «Da questo stato d'animo sorse, improvvisa, la collera. Il capitano sentì l'angustia in cui la legge lo costringeva a muoversi; come i suoi sottufficiali vagheggiò un eccezionale potere, una eccezionale libertà di azione: e sempre questo vagheggiamento aveva condannato nei suoi marescialli. Una eccezionale sospensione delle garanzie costituzionali, in Sicilia e per qualche mese: e il male sarebbe stato estirpato per sempre. Ma gli vennero nella memoria le repressioni di Mori, il fascismo: e ritrovò la misura delle proprie idee, dei propri sentimenti... Qui bisognerebbe sorprendere la gente nel covo dell'inadempienza fiscale, come in America. Ma non soltanto le persone come Mariano Arena; e non soltanto qui in Sicilia. Bisognerebbe, di colpo, piombare sulle banche; mettere le mani esperte nelle contabilità, generalmente a doppio fondo, delle grandi e delle piccole aziende; revisionare i catasti. E tutte quelle volpi, vecchie e nuove, che stanno a sprecare il loro fiuto (...), sarebbe meglio se si mettessero ad annusare intorno alle ville, le automobili fuoriserie, le mogli, le amanti di certi funzionari e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi, e tirarne il giusto senso». (II giorno della civetta , Einaudi, Torino, 1961).
2) «Ma il fatto è, mio caro amico, che l'Italia è un così felice Paese che quando si cominciano a combattere le mafie vernacole vuol dire che già se ne è stabilita una in lingua... Ho visto qualcosa di simile quarant'anni fa: ed è vero che un fatto, nella grande e nella piccola storia, se si ripete ha carattere di farsa, mentre nel primo verificarsi è tragedia; ma io sono ugualmente inquieto». (A ciascuno il suo , Einaudi, Torino, 1966).
Il punto focale . Esibite queste credenziali che, ripeto, non servono agli attenti e onesti lettori, e dichiarato che la penso esattamente come allora, e nei riguardi della mafia e nei riguardi dell'antimafia, voglio ora dire di un libro recentemente pubblicato da un editore di Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro: Rubbettino. Il libro s'intitola La mafia durante il fascismo, e ne è autore Christopher Duggan, giovane «ricercatore» dell'Università di Oxford e allievo dì Denis Mack Smith, che ha scritto una breve presentazione del libro soprattutto mettendone in luce la novità e utilità nel fatto che l'attenzione dell'autore è rivolta non tanto alla «mafia in sé» quanto a quel che «si pensava la mafia fosse e perché»: punto focale, ancora oggi, della questione: per chi - si capisce- sa vedere, meditare e preoccuparsi; per chi sa andare oltre le apparenze e non si lascia travolgere dalla retorica nazionale che in questo momento del problema della mafia si bea come prima si beava di ignorarlo o, al massimo, di assommarlo al pittoresco di un'isola pittoresca, al colore locale, alla particolarità folcloristica. Ed è curioso che nell'attuale consapevolezza (preferibile senz'altro - anche se alluvionata di retorica - all'effettuale indifferenza di prima) confluiscano elementi di un confuso risentimento razziale nei riguardi della Sicilia, dei siciliani: e si ha a volte l'impressione che alla Sicilia non si voglia perdonare non solo la mafia, ma anche Verga , Pirandello e Guttuso.
Ma tornando al discorso: non mi faccio nemmeno l'illusione che quei miei due libri, cui i passi che ho voluto ricordare, siano serviti - a parte i soliti venticinque lettori di manzoniana memoria (che non era una iperbole a rovescio, dettata dal cerimoniale della modestia poiché c'è da credere che non più di venticinque buoni lettori goda, ad ogni generazione un libro) - siano serviti ai tanti, tantissimi che l'hanno letto ad apprender loro dolorosa e in qualche modo attiva coscienza del problema: credo i più li abbiano letti, per così dire, «en touriste», allora; e non so come li leggano oggi. Tant'è che allora il «lieto fine» - e se non lieto edificante - era nell'aria, per trasmissione del potere a quella cultura che, anche se marginalmente, lo condivideva: come nel film In nome della legge, in cui letizia si annunciava nel finale conciliarsi del fuorilegge alla legge.
Ed è esemplare la vicenda del dramma La mafia di Luigi Sturzo. Scritto, nel 1900, e rappresentato in un teatrino di Caltagirone, non si trovò, tra le carte di Sturzo, dopo la sua morte, il quinto atto che lo, completava; e lo scrisse Diego Fabbri, volgarmente pirandelleggiando e, con edificante conclusione. Ritrovati più tardi gli abboni di Sturzo per, il quinto atto, si scopriva la ragione per cui la «pièce» era stata dal, suo autore chiamata dramma (il che avrebbe dovuto essere per Fabbri, avvertimento e non a concluderla col trionfo del bene): andava a finir, male e nel male, coerentemente a quel che don Luigi Sturzo sapeva e, vedeva. Siciliano di Caltagirone, paese in cui la mafia allora soltanto, sporadicamente sconfinava, bisogna dargli merito di aver avuto, chiarissima nozione del fenomeno nelle sue articolazioni, implicazioni e, complicità; e di averlo sentito come problema talmente vasto, urgente e, penoso da cimentarsi a darne un «esempio» (parola cara a san Bernardino), sulla scena del suo teatrino. E come poi dal suo Partito Popolare sia, venuta fuori una Democrazia Cristiana a dir poco indifferente al, problema, non è certo un mistero: ma richiederà, dagli storici, un'indagine e un'analisi di non poca difficoltà. E ci vorrà del tempo; almeno quanto ce n'è voluto per avere finalmente questa accurata, indagine e sensata analisi di Christopher Duggan su mafia e fascismo.
Nel primo fascismo. idea, e il conseguente comportamento, che il primo fascismo ebbe nei riguardi della mafia, si può riassumere in una specie di sillogismo: il fascismo stenta a sorgere là dove il socialismo è debole: in Sicilia la mafia è già fascismo. Idea non infondata, evidentemente: solo che occorreva incorporare la mafia nel fascismo vero e proprio. Ma la mafia era anche, come il fascismo, altre cose. E tra le altre cose che il fascismo era, un corso di un certo vigore aveva l'istanza rivoluzionaria degli ex combattenti dei giovani che dal Partito Nazionalista di Federzoni per osmosi quasi naturale passavano al fascismo o al fascismo trasmigravano non dismettendo del tutto vagheggiamenti socialisti ed anarchici: sparute minoranze, in Sicilia; ma che, prima facilmente conculcate, nell'invigorirsi del fascismo nelle regioni settentrionali e nella permissività e protezione di cui godeva da parte dei prefetti, dei questori, dei commissari di polizia e di quasi tutte le autorità dello Stato; nella paura che incuteva ai vecchi rappresentanti dell'ordine (a quel punto disordine) democratico, avevano assunto un ruolo del tutto sproporzionato al loro numero, un ruolo invadente e temibile. Temibile anche dal fascismo stesso che - nato nel Nord in rispondenza agli interessi degli agrari, industriali e imprenditori di quelle regioni e, almeno in questo, ponendosi in precisa continuità agli interessi «risorgimentali» - volentieri avrebbe fatto a meno di loro per più agevolmente patteggiare con gli agrari siciliani e quindi con la mafia. E se ne liberò, infatti, appena, dopo lì delitto Matteotti, consolidatosi nel potere: e ne fu segno definitivo l'arresto di Alfredo Cucco (figura del fascismo isolano, di linea radical-borghese e progressista, per come Duggan e Mack Smith lo definiscono, che da questo libro ottiene, credo giustamente, quella rivalutazione che vanamente sperò di ottenere dal fascismo, che soltanto durante la repubblica di Salò lo riprese e promosse nei suoi ranghi).
Nel fascismo arrivato al potere, ormai sicuro e spavaldo, non è che quella specie di sillogismo svanisse del tutto: ma come il fascismo doveva, in Sicilia, liberarsi delle frange «rivoluzionarie» per patteggiare con gli agrari e gli esercenti delle zolfare, costoro dovevano - garantire al fascismo almeno l'immagine di restauratore dell'ordine - liberarsi delle frange criminali più inquiete e appariscenti.
Le guardie del feudo. E non è senza significato che nella lotta condotta da Mori contro la mafia assumessero ruolo determinante i campieri (che Mori andava solennemente decorando al valor civile nei paesi "mafiosi"): che erano, i campieri, le guardie del feudo, prima insostituibili mediatori tra la proprietà fondiaria e la mafia e, al momento della repressione di Mori, insostituibile elemento a consentire l'efficienza e l'efficacia del patto.
Mori, dice Duggan, «era per natura autoritario e fortemente conservatore», aveva «forte fede nello Stato», «rigoroso senso del dovere». Tra il '19 e il '22 si era considerato in dovere di imporre anche ai fascisti il rispetto della legge: per cui subì un allontanamento dalle cariche nel primo affermarsi del fascismo, ma forse gli valse - quel periodo di ozio - a scrivere quei ricordi sulla sua lotta alla criminalità in Sicilia dal sentimentale titolo di Tra le zagare, oltre che la foschia che certamente contribuì a farlo apparire come l'uomo adatto, conferendogli poteri straordinari, a reprimere la virulenta criminalità siciliana.
Rimasto inalterato il suo senso del dovere nei riguardi dello Stato, che era ormai lo Stato fascista, e alimentato questo suo senso del dovere da una simpatia che un conservatore non liberale non poteva non sentire per il conservatorismo in cui il fascismo andava configurandosi, l'innegabile successo delle sue operazioni repressive (non c'è, nei miei ricordi, un solo arresto effettuato dalle squadre di Mori in provincia di Agrigento che riscuotesse dubbio o disapprovazione nell'opinione pubblica) nascondeva anche il giuoco di una fazione fascista conservatrice e di un vasto richiamo contro altra che approssimativamente si può dire progressista, e più debole.
Sicché se ne può concludere che l'antimafia è stata allora strumento di una fazione, internamente al fascismo, per il raggiungimento di un potere incontrastato e incontrastabile. E incontrastabile non perché assiomaticamente incontrastabile era il regime - o non solo: ma perché talmente innegabile appariva la restituzione all'ordine pubblico che il dissenso, per qualsiasi ragione e sotto qualsiasi forma, poteva essere facilmente etichettato come «mafioso». Morale che possiamo estrarre, per così dire, dalla favola (documentatissima) che Duggan ci racconta. E da tener presente: l'antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando.
E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un sindaco che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi - in interviste televisive e scolastiche, in convegni, conferenze e cortei - come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei problemi del paese o della città che amministra (che sono tanti, in ogni paese, in ogni città: dall'acqua che manca all'immondizia che abbonda), si può considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno molto timidamente, oserà rimproverargli lo scarso impegno amministrativo; e dal di fuori. Ma dal di dentro, nel consiglio comunale e nel suo partito, chi mai oserà promuovere un voto di sfiducia, un'azione che lo metta in minoranza e ne provochi la sostituzione? Può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia: ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno. Ed è da dire che il senso di questo rischio, di questo pericolo, particolarmente aleggia dentro la Democrazia Cristiana: «et pour cause», come si è tentato prima dl spiegare. Questo è un esempio ipotetico.
Ma eccone uno attuale ed effettuato. Lo si trova nel «notiziario straordinario n. 17» (10 settembre 1986) del Consiglio Superiore della Magistratura. Vi si tratta dell'assegnazione del posto di Procuratore della Repubblica a Marsala al dottor Paolo Emanuele Borsellino e dalla motivazione con cui si fa proposta di assegnargliela salta agli occhi questo passo: "Rilevato, per altro, che per quanto concerne i candidati che in ordine di graduatoria precedono il dott. Borsellino, si impongono oggettive valutazioni che conducono a ritenere, sempre in considerazione della specificità del posto da ricoprire e alla conseguente esigenza che il prescelto possegga una specifica e particolarissima competenza professionale nel settore della delinquenza organizzata in generale e di quella di stampo mafioso in particolare, che gli stessi non siano, seppure in misura diversa, in possesso di tali requisiti con la conseguenza che, nonostante la diversa anzianità di carriera, se ne impone il "superamento" da pane del più giovane aspirante".
Per far carriera. Passo che non si può dire un modello di prosa italiana, ma apprezzabile per certe delicatezze come «la diversa anzianità», che vuoi dire della minore anzianità del dottor Borsellino, e come quel «superamento», (pudicamente messo tra virgolette), che vuoi dire della bocciatura degli altri, più anziani e, per graduatoria, più in diritto di ottenere quel posto. Ed è impagabile la chiosa con cui il relatore interrompe la lettura della proposta, in cui spiega che il dottor Alcamo -che par di capire fosse il primo in graduatoria - è «magistrato di eccellenti doti», e lo si può senz'altro definire come «magistrato gentiluomo», anche perché con schiettezza e lealtà ha riconosciuto una sua lacuna «a lui assolutamente non imputabile»: quella di non essere stato finora incaricato di un processo di mafia. Circostanza «che comunque non può essere trascurata», anche se non si può pretendere che il dottor Alcamo «piatisse l'assegnazione di questo tipo di procedimenti, essendo questo modo di procedere tra l'altro risultato alieno dal suo carattere». E non sappiamo se il dottor Alcamo questi apprezzamenti li abbia quanto più graditi rispetto alta promozione che si aspettava.
I lettori, comunque, prendano atto che nulla vale più, in Sicilia, per far carriera nella magistratura, del prender parte a processi di stampo mafioso. In quanto poi alla definizione di «magistrato gentiluomo», c'è da restare esterrefatti: si vuol forse adombrare che possa esistere un solo magistrato che non lo sia?
visto che l'avete chiamato in ballo eccovi l'articolo di sciascia.
leggetelo prima, poi magari, commentatelo. a me pare che il giudizio espresso sull'autore sia almeno superficiale.
Attenzione,nn metterti su un piedistallo perchè io di sciascia nn ho detto un bel nulla.
E cmq nn basta 1 articolo per capirlo...ci vogliono anni di letture...
Attenzione,nn metterti su un piedistallo perchè io di sciascia nn ho detto un bel nulla.
E cmq nn basta 1 articolo per capirlo...ci vogliono anni di letture...
ecco bravo
un motivo in più per iniziare ;)
comunque dall'articolo mi pare chiaro che sciascia avvertiva del pericolo che derivava dal potere dell'antimafia (sia dal punto di vista mediatico sia dall'interno delle istituzioni), potere talmente forte da sovvertire le regole costituite. e qui si può leggere che tali regole erano e sono in realtà deboli e sovvertibili a seconda del vento che soffia.
non è sbagliato poi il parallelismo con il periodo fascista che, tra l'altro serve a farci capire che, il fascismo non è una fase estemporanea della nostra storia, ma è anzi latente nella nostra mentalità e cultura (o forse mancanza di cultura).
per questo ho richiamato l'attenzione sull'accusa di ipergarantismo mossa nei confronti di giannola. la stragrande maggioranza crede che il garantismo (o il liberalismo) serva solo ai delinquenti (qui si nota come chi ritiene ciò si ritiene un non delinquente a prescindere) e non al cittadino.
purtroppo, per via dell'effetto mediatico, chi è liberale adesso è un berlusconiano, poichè s'ignora cosa sia il liberalismo, la sua contrapposizione storica con il potere monarchico prima, il fascismo, il comunismo poi, l'esperienza dei paesi anglosassoni.
Dall'articolo a me pare chiaro, invece, che partendo da un avvertimento generico di un'antimafia che può diventare essa stessa un potere e in realtà non agire, in teoria giusto, va a prendere come esempio (oltre ad Orlando) proprio Paolo Borsellino!! ovvero chi ha sacrificato la vita per combattere la mafia!!! sferrando contro di lui un pesante, diretto, preciso attacco.
E per cosa? Perchè veniva promosso per il suo eccellente, durissimo, concreto lavoro di lotta alla mafia, quindi per i suoi meriti e impegno sul campo che gli costò la vita.
Le ultime parole dell' ultimo intervento pubblico di Borsellino, «Tutto incominciò con quell'articolo sui professionisti dell'antimafia» poi fanno capire come tale attacco, da una persona così autorevole, permise a molti furbi di strumentalizzare il resto attaccando con gli stessi toni anche Falcone, e i pochi che come lui hanno veramente combattuto contro la mafia.
Recentemente si era riaperta la polemica sull'articolo, dato che Pierluigi Battista sul Corriere chiedeva scuse per Sciascia. Riporto un'introduzione di Barbacetto e la risposta-testimonianza di Dalla Chiesa.
Vent'anni dopo, una nuova polemica su una brutta polemica scatenata da Leonardo Sciascia. Con la solita esclusione dei fatti.
Chiedere scusa a Sciascia, come chiede Pierluigi Battista sul Corriere? Ma per che cosa? Innanzitutto i fatti, come sempre oscurati e dimenticati nelle polemiche giornalistiche italiane.
1. Leonardo Sciascia, scrittore siciliano che ha insegnato che cos'è la mafia a più generazioni, il 10 gennaio 1987 pubblica sul Corriere un lungo articolo titolato: "I professionisti dell'antimafia". Nella prima parte discute di un libro di Christopher Duggan sulla mafia durante il fascismo, sostenendo che che l'antimafia può raggiungere «un potere incontrastato e incontrastabile» e trasformarsi in uno «strumento di potere». Nella seconda parte dà concretezza a queste astratte riflessioni, portando due esempi. Quello del sindaco di Palermo Leoluca Orlando (senza farne il nome) e (con nome e cognome) quello di Paolo Borsellino, appena diventato procuratore di Marsala «per meriti antimafia». Sciascia era stato spinto a scrivere dal magistrato candidato procuratore che, benché avesse maturato un'anzianità maggiore, era stato sconfitto da Borsellino. La competenza e la professionalità avevano finalmente battuto, forse per la prima volta, le ragioni dell'anzianità.
2. Nessuna reazione all'intervento di Sciascia. Finché il Coordinamento antimafia di Palermo (300 iscritti) emette un duro comunicato che critica Sciascia, afferma che con quell'intervento lo scrittore si è messo ai margini della società civile e lo qualifica come un «quaquaraquà». Sciascia, scrive il Coordinamento, per una «certa affinità di cultura», ha nel suo cuore non Orlando, ma un sindaco come Vito Ciancimino, «che gestiva la cosa pubblica in nome e per conto della mafia».
3. A questo punto scoppia la polemica. Violentissima nei confronti del Coordinamento. Per difendere Sciascia si muove uno schieramento compatto e bipartisan di giornalisti, intellettuali, politici, di destra e di sinistra (fino a Rossana Rossanda sul Manifesto). I toni sono da difesa della libertà d'espressione contro la dittatura della maggioranza, da battaglia contro il conformismo dell'antimafia. Ma in realtà gli intellettuali che cercano di capire le ragioni del Coordinamento si contano sulle dita di un paio di mani: Corrado Stajano, Nando dalla Chiesa, Eugenio Scalfari, Giampaolo Pansa, Stefano Rodotà, Franco Rositi.
Sulla scia di Sciascia si muove anche tutta la palude siciliana e nazionale che coglie un'occasione ghiotta (e insperata) per attaccare i magistrati attivi contro Cosa nostra e i movimenti antimafia. A un congresso della Dc siciliana, accusata di connivenze con la mafia, il pubblico grida all'oratore: «Cita Sciascia, cita Sciascia!».
4. Il 2 gennaio 2006 Pierluigi Battista, a seguito di due precedenti articoli di Attilio Bolzoni su Repubblica e di Sandra Amurri sull'Unità, riprende la polemica e chiede a chi vent'anni fa criticò Sciascia di chiedere scusa allo scrittore. Interviene di rincalzo Piero Ostellino, che da direttore del Corriere vent'anni fa curò la regia giornalistica dell'intervento di Sciascia.
5. Reagisce, sull'Unità, Nando dalla Chiesa, che cerca di ristabilire i fatti: Sciascia non fece un generico intervento contro l'antimafia che può diventare strumento di potere (in astratto, può essere certamente vero); ma attaccò direttamente Paolo Borsellino, colpevole di aver fatto carriera per meriti antimafia. E per quali meriti si deve far carriera, in questo Paese? Per meriti di mafia?
La reazione del Coordinamento antimafia di Palermo fu certamente eccessiva e sbagliò i toni, ma il comunicato fu scritto di getto da un ragazzo di vent'anni, indignato per il fatto che, nella Palermo dove era normale morire di mafia, l'intellettuale simbolo se la prendesse con un magistrato come Borsellino, non con chi faceva carriera per meriti di mafia o di ossequio ai poteri. Chi ricorda, oggi, il clima tremendo di quegli anni in Sicilia, gli anni dei morti ammazzati per strada, gli anni del maxiprocesso a Cosa nostra, gli anni degli attacchi ai movimenti antimafia... Il Giornale di Sicilia finì per pubblicare gli elenchi degli iscritti al Coordinamento antimafia: un'intimidazione pesante.
6. Borsellino cinque anni dopo fu ucciso da Cosa nostra. Culmine della carriera di un professionista dell'antimafia. Davvero Sciascia si riconciliò con Borsellino, prima della strage di via D'Amelio? Di certo Borsellino tornò su quell'episodio nel suo ultimo discorso pubblico prima di morire, la sera del 25 giugno 1992 alla Biblioteca comunale di Palermo. Il magistrato parlò, quella sera, con un'intensità mai vista: parlò dei tempi brevi che doveva darsi, dell'amico Giovanni Falcone appena ucciso, del «giuda» che lo aveva tradito al Csm, dell'interminabile campagna di delegittimazione dei magistrati antimafia di Palermo: «Tutto cominciò con quell'articolo sui professionisti dell'antimafia», scandì, prima di ricevere dodici, interminabili minuti d'applausi, con cui i mille presenti, in piedi e con la pelle d'oca, vollero fargli sentire da vivo quel sostegno che Falcone non aveva potuto sentire.
Qualcuno dei sostenitori di Sciascia ha mai chiesto scusa a Borsellino? (gianni barbacetto)
Chiedere scusa a Sciascia per avere criticato il suo celebre articolo contro i professionisti dell'antimafia di vent'anni fa? Recitare il mea culpa come chiede Pierluigi Battista sul «Corriere» dell'altro ieri? In questi casi è sempre bene non rispondere di getto. E rimettere in fila tutti i dati di realtà conosciuti. E poi pensarci. E poi pensarci ancora. Per evitare di reiterare un gioco delle parti. L'ho fatto. E sono giunto alla conclusione che non ci sia da chiedere scusa di nulla. Non per ostinazione. Ma per un ricordo che ho ben vivo nella mente. Incancellabile. Di quelli che segnano il tuo modo di ragionare (e di far memoria) per tutta la vita.
Partirò dunque da quella sera del 25 giugno del '92. Biblioteca comunale di Palermo. Dibattito organizzato dalla rivista «Micromega» sullo stato della lotta alla mafia dopo la strage di Capaci, in cui era stato ucciso Giovanni Falcone. A un certo punto arrivò Paolo Borsellino. In ritardo perché si era dimenticato dell'impegno. Accolto da un applauso lunghissimo. Prese quasi subito la parola, aspirando una sigaretta dopo l'altra. Misurando le parole, ma usandole con una forza inconsueta. Ero seduto alla sua destra, credo che tra noi ci fossero due oratori, ce n'erano sette stipati su una predella che normalmente non avrebbe contenuto più di quattro sedie. Lo guardavo come attratto da una calamita (tutti lo guardavano così). Man mano che parlava tutti capimmo che Borsellino stava consegnando ai presenti un documento orale a futura memoria. Parlò del suo amico ucciso, parlò delle indagini, dei tempi veloci che egli stesso doveva darsi. Parlò del giudice che aveva tradito Falcone nel Csm, riservandogli un termine («giuda») che giunse sui presenti come una staffilata; insieme con l'immagine, nitidissima per tutti, del magistrato palermitano al quale si riferiva. Poi fece la ricostruzione storica della campagna volta a distruggere e delegittimare i magistrati palermitani impegnati sulla trincea della lotta alla mafia. A un certo punto fece una pausa e disse: «Tutto incominciò con quell'articolo sui professionisti dell'antimafia». Lo disse con un tono sprezzante e amareggiato, esistono le registrazioni di quella serata. Fu l'ultimo intervento pubblico di Borsellino. Il testamento morale di un giudice che, con il lucido istinto dell'animale braccato, sentiva che avrebbe seguito la stessa sorte dell'amico e che perciò pesò con quella gravità le sue parole. E che comunicò questo suo presagio anche alle mille persone presenti. Che infatti vollero fargli sentire da vivo l'applauso che Falcone non aveva potuto sentire. Dodici, interminabili minuti di applausi. In piedi, con le lacrime agli occhi e la pelle d'oca che non se ne andava.
Ripartiamo da lì: «Tutto incominciò con quell'articolo sui professionisti dell'antimafia». Un articolo spartiacque, dunque. D'altronde chi lo aveva criticato cinque anni prima aveva ben capito quale ne sarebbe stata la forza dirompente. Aveva ben intuito l'effetto che avrebbe prodotto, nel pieno di una carneficina e nel preciso momento in cui si aprivano spazi istituzionali di una nuova coscienza e responsabilità antimafiosa, quell'attacco a chi si stava impegnando su una frontiera rischiosa e cruciale come quella siciliana. Tanto più se l'attacco veniva da uno scrittore che con i suoi romanzi aveva insegnato a leggere la mafia a un paio di generazioni e che quindi si sarebbe prestato a meraviglia per essere usato contro il nascente movimento antimafia. Il che puntualmente accadde. Come già era accaduto e come ancora sarebbe accaduto in quegli anni. Nemmeno per il «Corriere», fra l'altro, quell'intervento fu un episodio. Oltre al modo in cui venivano trattati Falcone e Borsellino (per avere difeso i quali dagli articoli di via Solferino dovetti subire due processi per reati d'opinione), brillò in quei giorni un editoriale non firmato (e dunque riconducibile alla direzione di allora, quella di Piero Ostellino) nel quale si affermava che accanto alla mafia tradizionale si stava affermando «un meccanismo di clientele e parentele che... rischia di trasformarsi in una sorta di mafia, sia pure di segno contrario e in nome di nobilissimi principi». Era la teoria della nuova, più nobile mafia composta anche dai familiari delle vittime (le «parentele»)!
Di tutto questo, nel lungo articolo di Pier Luigi Battista, non si trova traccia. E in certa misura è comprensibile. Battista non era alla biblioteca di Palermo quella sera e quindi tramanda la versione del Borsellino pacificamente riconciliatosi con Sciascia. Battista non ha vissuto, per fortuna sua, quegli anni nel fuoco dello scontro diretto e quindi può condannare, impeccabilmente, il coordinamento antimafia di Palermo per avere, in un furente e improvvido comunicato, messo Sciascia «ai margini della società civile» e averlo definito un «quaquaraquà». Chissà che si immagina che fosse quel coordinamento antimafia. Non sa che era fatto da studenti stanchi di terrore e lapidi e complicità, da donne mai prima impegnate in politica, da qualche poliziotto voglioso di dare giustizia a un grappolo di colleghi assassinati. Gente semplice, non intellettuali, che per rabbia, la rabbia del «tradimento», usò parole assurde. Ma che difese le ragioni dell'antimafia con generosità, e Dio sa quanto fu difficile difenderle tra gli studenti dopo che l'auto della scorta di Borsellino ne uccise due davanti al liceo Meli.
Si può restituire il contesto storico di allora contrapponendo a Sciascia quel coordinamento audace e smandrappato? Facendo l'elenco minimo di chi dissentì dallo scrittore siciliano e indicando in Sciascia l'anticonformista che dovette pagare il prezzo della sua libertà, sostenuto solo dai radicali (e dal «Corriere», si intende)? Credo che non si possa. Credo, anzitutto, che non si possa negare al lettore l'informazione dirimente, poiché è da qui, dal racconto fedele dei fatti, che inizia il garantismo: ossia la frase con cui lo scrittore chiudeva quel suo celebre articolo, e che ne rappresentava il succo (egli scrisse infatti per protestare contro la nomina di Borsellino a procuratore capo a Marsala). Concludeva sdegnato Sciascia: «I lettori comunque prendano atto che nulla vale più, in Sicilia, per fare carriera nella magistratura, del prender parte a processi di stampo mafioso». La carriera di Borsellino, insomma. Era questo l'oggetto del fondo di Sciascia, che fra l'altro non conteneva mai l'espressione «professionisti dell'antimafia», che fu invece tutta farina del sacco del «Corriere» di allora. E nemmeno credo che si possa evitare di riandare agli schieramenti veri di allora. Coordinamento antimafia, il circolo «Società civile» di Milano e pochi intellettuali (Stajano, Rodotà, Rositi, oltre a Pansa) da un lato; tutti i partiti, tutti i sindacati, tutti i direttori di giornale (Scalfari escluso) dall'altro, avvinti in un intreccio surreale, che univa complicità aperte, omertà di partito, bisogno di una legalità «ben temperata», rispetto sacro per il maestro di pensiero, diffidenze verso i pool di magistrati nati nei processi al terrorismo. Altro che «il vuoto» intorno a Sciascia, come afferma Battista. Pochi e con poco potere contro un intero sistema. Chi era anticonformista?
No, il problema non furono gli «sciasciani di borgata» (come dice e disse Leoluca Orlando, comprensibilmente preoccupato di riconoscere la grandezza intellettuale dell'interlocutore). Il problema furono gli sciasciani di palazzo, e che Palazzo. A loro, a chi diede loro un aiuto insperato, è difficile oggi chiedere scusa. Sia chiaro: viene ben da pensare ogni tanto, vedendo certi esempi di retorica antimafiosa, che Sciascia avesse una qualche ragione. Ma non vi è certo bisogno delle analisi di Sciascia per provare fastidio per la retorica in generale. Il fatto è che nel caso specifico (l'unico su cui sì può misurare il senso concreto della polemica) la «retorica» era quella che aveva legittimato la «carriera» di Borsellino. Una «carriera» che non doveva costituire un precedente. E che infatti, grazie a quella polemica, non fu un precedente per Giovanni Falcone, boicottato strenuamente - con il contributo del «giuda» - nel Csm. Poi la carriera di Borsellino, la sua celebre carriera, finì. Nel modo che sappiamo. E lui appena prima di finirla disse in pubblico: «Tutto è incominciato con quell'articolo sui professionisti dell'antimafia». Non è che per caso qualcuno deve chiedere scusa a Borsellino?
per questo ho richiamato l'attenzione sull'accusa di ipergarantismo mossa nei confronti di giannola. la stragrande maggioranza crede che il garantismo (o il liberalismo) serva solo ai delinquenti (qui si nota come chi ritiene ciò si ritiene un non delinquente a prescindere) e non al cittadino.
purtroppo, per via dell'effetto mediatico, chi è liberale adesso è un berlusconiano, poichè s'ignora cosa sia il liberalismo, la sua contrapposizione storica con il potere monarchico prima, il fascismo, il comunismo poi, l'esperienza dei paesi anglosassoni.
Il garantismo, quando ovviamente è applicato a tutti ed in ogni occasione, è importante, vero.
Per l'effetto mediatico direi però ciò che noto io (e da anni) è che invece chi è legalitario e tiene al rispetto dei giudici e delle leggi diventa giustizialista e/o comunista, e chi come giudice fa il suo dovere (due esempi, Caselli e Bocassini, trasformati in "comunisti") diventa un perseguitatore politico rosso, o che i giudici di Tangentopoli diventano "assassini", tanto che si è arrivati (Bonfrisco (Fi)) a gridare "Sei un assassino" a D'Ambrosio proprio nel Senato.
Il garantismo, quando ovviamente è applicato a tutti ed in ogni occasione, è importante, vero.
Per l'effetto mediatico direi però ciò che noto io (e da anni) è che invece chi è legalitario e tiene al rispetto dei giudici e delle leggi diventa giustizialista e/o comunista, e chi come giudice fa il suo dovere (due esempi, Caselli e Bocassini, trasformati in "comunisti") diventa un perseguitatore politico rosso, o che i giudici di Tangentopoli diventano "assassini", tanto che si è arrivati (Bonfrisco (Fi)) a gridare "Sei un assassino" a D'Ambrosio proprio nel Senato.
quando i giudici si comportano nel modo con cui si sono comportati nella nomina a procuratore di Marsala di Borsellino.... (vediamo se dite che ce l'ho con Borsellino)....
quando la procura di Milano opera in modo da farsi, dopo anni di processo, dichiarare incompetente e rinviare il processo a PErugia....
quando i pm si dividono in bande e si criticano ferocemente e pubblicamente tra di loro (e non possono farlo) per motivi che nessuno riesce a capire, facendo a gara a chi è più antimafioso....rendendo possibile il ricorso al legittimo sospetto....
quando si prosegue in processi dove è inquisito un giudice senza spostare la competenza in altre sedi.....
quando i pubblici ministeri operano come operava l'allora pm di pietro
e quando i ministri operano come opera l'attuale di pietro...
quando i ministri che abbandonano i prefetti diventano vicepresidenti del CSM
http://it.wikipedia.org/wiki/Virginio_Rognoni...
qualche dubbio sul corretto operato della magistratura viene a tutti.
la magistratura per non essere criticata dovrebbe mettersi al riparo da ogni sospetto e non è che siccome uno fa i processi contro la mafia non può essere criticato
e non basta proclamarsi antimafioso per esserlo veramente....
mi sembra quasi di vivere in una dimensione parallella
ps.: meno male che c'è l'articolo di sciascia postato integralmente. come ca**o fate a dire che è contro borsellino?
:read:
ps2: non postate i commenti. leggetelo :read:
a me interessa poco di come l'articolo, travisato, sia stato recepito dalla società del tempo. chè se l'ora non hanno capito un ca**o noi non dobbiamo mica ripetere l'errore. andiamo alla fonte.
quando i giudici si comportano nel modo con cui si sono comportati nella nomina a procuratore di Marsala di Borsellino.... (vediamo se dite che ce l'ho con Borsellino)....
quando la procura di Milano opera in modo da farsi, dopo anni di processo, dichiarare incompetente e rinviare il processo a PErugia....
quando i pm si dividono in bande e si criticano ferocemente e pubblicamente tra di loro (e non possono farlo) per motivi che nessuno riesce a capire, facendo a gara a chi è più antimafioso....rendendo possibile il ricorso al legittimo sospetto....
quando si prosegue in processi dove è inquisito un giudice senza spostare la competenza in altre sedi.....
quando i pubblici ministeri operano come operava l'allora pm di pietro
e quando i ministri operano come opera l'attuale di pietro...
quando i ministri che abbandonano i prefetti diventano vicepresidenti del CSM
http://it.wikipedia.org/wiki/Virginio_Rognoni...
qualche dubbio sul corretto operato della magistratura viene a tutti.
la magistratura per non essere criticata dovrebbe mettersi al riparo da ogni sospetto e non è che siccome uno fa i processi contro la mafia non può essere criticato
e non basta proclamarsi antimafioso per esserlo veramente....
mi sembra quasi di vivere in una dimensione parallella
ps.: meno male che c'è l'articolo di sciascia postato integralmente. come ca**o fate a dire che è contro borsellino?
:read:
ps2: non postate i commenti. leggetelo :read:
a me interessa poco di come l'articolo, travisato, sia stato recepito dalla società del tempo. chè se l'ora non hanno capito un ca**o noi non dobbiamo mica ripetere l'errore. andiamo alla fonte.
Sull'articolo di sciascia mi pare che la tua lettura sia la più condivisibile.Non volevo darti dell'ignorante riguardo sciascia.
Borsellino e sciascia si sono anche incontrari e lo scrittore,come ricorda il magistrato,gli chiese scusa e discussero della questione,convenendo su ogni punto.Fu un errore di sciascia citare Borsellino come scrisse Bocca su cds,e fu un errore che sciascia mise per iscritto in un paio di corrispondenze con lui.
Ovviamente divennero grandi amici.
Aggiungo che i "professionisti" dell'antimafia sn la cosa peggiore,si lavano la bocca con la parola antimafia ma poi nei fatti danno la procura a giammanco e trasferiscono caselli,oppure ammazzano le sentenze o peggio ancora propongono un pm alla superprocura gettandolo in pasto agli squali...o magari votano contro nel plenium del csm,facendo perdere la superprocura...
Di esempi ne possiamo fare all'infinito,purtroppo.
Non ho capito invece l'affermazione sulla procura di Marsala.Non sto dicendo che hai criticato Borsellino,semplicemente nn ho capito a cosa potessi alludere.
PS:Aggiungo che riguardo il fulcro della questione tra sciascia e borsellino,il meccanismo utilizzato,cioè della maggior predisposizione ad indagare sulla mafia,è stato a mio dire giusto.In generale nella vita,si merita il posto chi è più bravo,non chi è più anziano e questo a prescindere dal tipo di lavoro.
Inoltre,se nn ricordo male,il candidato era abbastanza anziano ed in età di pensionamento quindi si sarebbero persi anni preziosi per dover poi passare la procura a borsellino un paio di anni più tardi.
quando la procura di Milano opera in modo da farsi, dopo anni di processo, dichiarare incompetente e rinviare il processo a PErugia....
Guardiamo i fatti.
La Cassazione, in sede cautelare, ovvero sui ricorsi presentati contro gli ordini di cattura emessi nel 1996, aveva respinto la questione di competenza territoriale.
Le sentenze in questione:
26.6.1996 (depositata il 29.8.96) sul ricorso proposto da Attilio PACIFICO avverso l'ordinanza 15.5.1996 del G.I.P. presso il Tribunale di Milano
16.4.1996 (depositata il 23.5.1996) (IV sezione, sentenza n. 1616) sul ricorso proposto da Renato SQUILLANTE avverso l'ordinanza 11 marzo 1996 emessa dal G.I.P presso il Tribunale di Milano.
In queste la cassazione dava l'OK alla procura di Milano sulla competenza.
Inoltre e soprattutto il 27 gennaio 2003 le sezioni riunite avevano respinto la richiesta di trasferire i processi "toghe sporche" (Imi-Sir/Lodo Mondadori e Sme-Ariosto) a Brescia per legittimo sospetto.
E in quella sentenza, delle sezioni riunite (presiedute da Marvulli) c'è anche scritto che «Allo stato la competenza per territorio del giudice (di Milano) non può ritenersi illegittimamente determinata». E risottolineo che riguardava anche Sme-Ariosto!
Incollo maggiori dettagli sulle sentenze del 1996, contenute nella Richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Previti, data 3 Settembre 1997 fonte http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/iv/008/lettera.htm.
2 - SULLA COMPETENZA TERRITORIALE
La competenza territoriale appartiene allo stato degli atti all'autorità giudiziaria di Milano sulla scorta delle seguenti pronunzie della Suprema Corte di Cassazione:
1. 16.4.1996 (depositata il 23.5.1996) sul ricorso proposto da Renato SQUILLANTE avverso l'ordinanza 11 marzo 1996 emessa dal G.I.P presso il Tribunale di Milano, relativamente al capo A (cfr. allegato n. 14):
«La condotta offensiva, attribuita allo Squillante, come dirigente dell'ufficio giudiziario, consiste nella trasgressione sistematica del dovere di garantire a scopi istituzionali quella vigilanza che a lui competeva a presidio della legalità dell'organizzazione e dell'azione corretta dei componenti della medesima».
«Ed ancora, la condotta antidoverosa ipotizzata è stata identificata nel piegare l'organizzazione dell'ufficio e la gestione del medesimo a vantaggio di un gruppo economico ("in quanto stabilmente retribuito perché ponesse le sue pubbliche funzioni al servizio degli interessi degli erogatori ... società aventi sede a Milano..."), in modo da far risultare l'ufficio stesso in un rapporto strumentale rispetto ad interessi estranei all'amministrazione della giustizia, e far apparire il proprio ruolo e quello di alcuni componenti dell'organizzazione giudiziaria in stretto collegamento con persone esponenziali del gruppo imprenditoriale».
«In violazione dei doveri... tipici della funzione giudiziaria in tutti i procedimenti e in ogni altra attività in cui ne fosse richiesto...», avrebbe procurato al gruppo il favore di componenti della amministrazione della giustizia, («impegnandosi ad intervenire su appartenenti agli uffici giudiziari... in modo da favorire le società predette...)», nonché determinato una credibilità diffusa di influenza di detto gruppo sull'andamento della giustizia in settori di interesse delle società».
«Il tutto è stato addebitato allo Squillante in ragione di una strumentalità inquinante da costui posta in essere in favore del gruppo imprenditoriale costituito dalle società aventi sede in Milano, assecondando gli interessi delle società stesse secondo determinazioni, ideazioni ed una complessiva concertazione illecita incentrata nel luogo stesso di collocazione e di diffusione degli scopi delittuosi, cioè in Milano».
Ciò posto, come risulta dal testo stesso dell'ordinanza impugnata, attraverso la stigmatizzazione indiziaria degli elementi utilizzati per la ricostruzione dell'intera vicenda (rapporti costanti e frequentazioni tra Squillante, Previti, Pacifico, intreccio di interessi finanziari riferibili all'attività delle società milanesi nonché dei su nominati, modalità e circostanze inerenti alle intense comunicazioni e motivazioni delle medesime, aderenza di un determinato ambiente giudiziario rispetto agli interessi del gruppo rappresentati da personaggi di significativo rilievo, interferenza nell'attività giudiziaria in corso, giacenze finanziarie all'estero) -, la condotta corruttiva contestata allo Squillante, ed ai compartecipi, va oltre alla individualizzazione di singoli atti formali, ed attiene al substrato dell'attività complessiva inerente al suo ufficio, caratterizzata illecitamente dalla deviazione rispetto ai doveri fondamentali della struttura giudiziaria».
«Ed allora, identificato nella suddetta condotta il veicolo dell'offesa dell'interesse tutelato i due episodi di materiale dazione del denaro, indicati dal "teste", costituiscono solo momenti della complessiva vicenda corruttiva, ed assumono il più riduttivo ruolo di momenti satisfattivi dell'ampio disegno corruttivo dello Squillante, d'intesa con gli esponenti del gruppo economico di Milano».
«Al fine di definire più puntualmente l'addebito corruttivo dello Squillante, questo Collegio non può trascurare di considerare come l'inquinamento di un'organizzazione, di natura professionale, quale quella giudiziaria, possa manifestarsi in un lento e progressivo condizionamento delle sue scelte rispetto a gruppi economici attraverso la creazione di collegamenti anomali con i suoi componenti verso i quali si viene a determinare un rapporto di "simpatia" ovvero di condivisione dei subvalori a costoro riferibili, sulla base di procurate occasioni di incontri, di regalie, di mondanità, di soddisfacimento di esigenze di gratificazione individuali di ogni specie. E ciò non può non risultare di più agevole ed incisivo risultato ove l'attività possa giovarsi di un esponente, qualificato e quindi di vertice, dell'organizzazione stessa, potendo non solo "intervenire sugli altri appartenenti" dell'ufficio, non solo garantire una copertura di complicità, ma determinare motivazioni per la rimozione di ogni remora psicologica a livello individuale di slealtà verso l'organizzazione, nella commistione che il capo dell'ufficio determina tra potere formale, che distorce, e potere informale indirizzato alla cura di interessi antinomici, che nell'esercizio di quello dissimula».
«Da quanto sopra, s'impone una più approfondita rilettura normativa delle ipotesi criminose di corruzione, tutte le volte che abbiamo come riferimento fatti non solo di mercimonio dei doveri dell'ufficio in relazione ad atti squisitamente formali, ma coinvolgenti la condotta in genere del pubblico ufficiale di favoritismo e quindi antidoverosa (Cass. sez. 6, 29 ottobre 1992, P.m. in proc. Riso, CED Cass. 193821, 193822; idem, 14 marzo 1996, Varvarito); e ciò soprattutto quando, come nel caso in esame, la corruzione, investendo i doveri di base di un'organizzazione («professionale», in quanto sono ad essa affidate scelte di valore, come le decisioni giudiziarie), comporta la sistematica abdicazione delle sue finalità legali, e la formazione di una subcultura che sostituisce quelle finalità con gli scopi illeciti posti a base del mercimonio dell'ufficio».
«Ed il suddetto inquinamento costituiva la ragione, come risulta dall'ordinanza impugnata, dell'inserimento dello Squillante nell'assetto degli interessi del gruppo economico di Milano, dal quale il medesimo risultava destinatario di denaro ed utilità patrimoniali».
«La localizzazione dell'accordo e quindi della relativa promessa di denaro e di altre utilità in Milano trova, d'altra parte, conferma laddove, nell'ordinanza impugnata, richiamando - il giudice - alcune intercettazioni ambientali di particolare valore indiziario (come quella del «bar Mandara»), viene fatto riferimento agli incontri tra lo Squillante ed i massimi esponenti del gruppo societario in questione, incontri avente ad oggetto la gestione e l'esito di affari economici».
«In considerazione di quanto sopra, allo stato procedimentale deve riconoscersi la competenza territoriale dell'autorità giudiziaria di Milano, luogo di intreccio degli illeciti interessi e dell'accordo corruttivo.
.2. 26.6.1996 (depositata il 29.8.96) sul ricorso proposto da Attilio PACIFICO avverso l'ordinanza 15.5.1996 del G.I.P. presso il Tribunale di Milano, relativamente al capo B (cfr. allegato n. 17):
«Esaminando i motivi dedotti in ordine di pregiudizialità logica va anzitutto disattesa l'eccezione diretta a contestare la competenza territoriale dell'A.G. di Milano».
«Al riguardo l'impugnata ordinanza, partendo dall'incontestato assunto della non individualità allo stato del luogo di perfezionamento degli accordi corruttivi e della non utilità, per la dislocazione estera, del luogo di effettuazione dei versamenti a favore degli avvocati indagati (che comunque è bene aggiungere, non integrerebbe, per l'identità dei destinatari, la dazione consumativa della corruzione), e premessa quindi la necessità, per stabilire la competenza territoriale, di far ricorso alle regole suppletive di cui all'articolo 9 c.p.p., rileva la non praticabilità dei criteri di cui al primo e al secondo comma del citato articolo, in base, da un lato, all'irrilevanza del luogo della condotta commissiva od omissiva del pubblico ufficiale, non facente parte della fattispecie della corruzione, e, dall'altro, alla presenza di indagati aventi residenza, dimora o domicilio in luoghi diversi, pervenendo così alla conclusione della necessaria applicazione del criterio residuale, di cui all'ultimo comma dell'articolo 9 c.p.p., della priorità di iscrizione nel registro previsto dall'articolo 335 c.p.p. conducente alla competenza dell'A.G. di Milano».
Nel ricorso si contesta tale argomentazione in base al rilievo che tutti i soggetti corrotti (magistrati, funzionari e incaricati dello studio legale che patrocino l'IMI nella causa civile con i Rovelli) hanno quantomeno il domicilio in Roma, onde potrebbe e dovrebbe trovare applicazione nella specie il criterio del forum rei, che identifica il foro competente in quello di Roma, da spostarsi poi ex articolo il c.p.p., per il prospettato coinvolgimento di magistrati appartenenti al distretto della Corte di appello di Roma, a quello di Perugia».
«Nei motivi aggiunti si richiama altresì, come ricordato in narrativa, il criterio del reato più grave, ex coord. disp. artt. 12 e 16 c.p.p., in relazione al falso per soppressione che sarebbe sostanzialmente contenuto nella contestazione e per il quale le indagini, già chiuse con archiviazione, risulterebbero riaperte».
«Le suesposte obiezioni sono destituite di fondamento».
«Quanto, invero all'invocata praticabilità del forum rei, rilevasi che il riferimento ai soggetti corrotti fatto nel ricorso, oltre ad essere contenutisticamente lacunoso e inidoneo, venendo prospettata con relativa attendibilità la comunanza in Roma solo del domicilio dei soggetti stessi, laddove, come emerge palesemente dal tenore del cpv. articolo 9 c.p.p., i criteri della residenza, della dimora o del domicilio vanno applicati in graduale successione fra di loro (v. in relazione alla medesima previsione del vecchio codice, Cass. 18.1.1979, Sammartino), è soggettivamente parziale, ricavandosi chiaramente dalla contestazione il concorso anche di altri corruttori (tra i quali in primo luogo gli eredi Rovelli), per i quali la comunanza suddetta non è dedotta (né, per quanto attiene agli eredi Rovelli, ravvisabile». «L'affermazione dell'ordinanza sulla diversità dei luoghi di residenza, dimora o domicilio dei vari soggetti sottoposti alle indagini, non può dunque ritenersi validamente confutata e superata dai rilievi del ricorrente».
«Circa poi l'argomentazione facente leva sul reato più grave, deve senz'altro respingersi la tesi che nella contestazione mossa all'indagato sia sostanzialmente contenuto anche il reato di falso per soppressione, in riferimento alla sparizione della procura speciale autenticata, posta che tale sparizione è messa nella contestazione in alternativa all'ipotesi minore dell'omesso deposito, risultando così priva, per definizione, della consistenza della gravità indiziaria. Al momento dell'emissione dell'ordinanza applicativa della misura peraltro, un procedimento aperto per il falso de quo era stato archiviato per obiettiva infondatezza della notitia criminis (v. ordinanza 13.5.1996 del GIP del Tribunale di Roma, allegata sub 8 ai motivi aggiuntivi del ricorrente); né risulta in alcun modo che le relative indagini fossero state riaperte (nulla provando in proposito la richiesta del 29.5.96 presentata dal difensore dell'Acampora al GIP del Tribunale di Roma per il rilascio di copie degli atti relativi alla riapertura delle indagini nella vicenda relativa alla assenza della procura rilasciata dall'IMI ai propri difensori, e, in particolare, l'annotazione a mano ivi fatta a margine dal P.M. che riserva la decisione al P.M. di Milano, ormai titolare, che, anzi, lascia supporre la perdurante assenza di qualunque presupposto per la competenza, sulla vicenda stessa, della A.G. di Roma)».
«Deve pertanto ritenersi correttamente individuata nell'ordinanza impugnata, allo stato degli atti, la competenza territoriale del GIP del Tribunale di Milano».
Detto questo, se la Cassazione per 11 anni non ha nulla da dire sulla competenza territoriale, se non per ribadire nella sentenza del 2003, peraltro esplicitamente riferita anche a SME-ARIOSTO, che la competenza è legittimamente a Milano, per poi all'ultimo momento!! cambiare idea, mandando il processo a donnine, è colpa della procura di Milano???
La vera colpa della procura Milanese è quella di aver processato Berlusconi. Lo stesso per chi ha osato processare altri politici potenti, come Andreotti o Dell'Utri, non s'adda fa.
Sull'articolo di sciascia mi pare che la tua lettura sia la più condivisibile.Non volevo darti dell'ignorante riguardo sciascia.
Borsellino e sciascia si sono anche incontrari e lo scrittore,come ricorda il magistrato,gli chiese scusa e discussero della questione,convenendo su ogni punto.Fu un errore di sciascia citare Borsellino come scrisse Bocca su cds,e fu un errore che sciascia mise per iscritto in un paio di corrispondenze con lui.
Ovviamente divennero grandi amici.
Aggiungo che i "professionisti" dell'antimafia sn la cosa peggiore,si lavano la bocca con la parola antimafia ma poi nei fatti danno la procura a giammanco e trasferiscono caselli,oppure ammazzano le sentenze o peggio ancora propongono un pm alla superprocura gettandolo in pasto agli squali...o magari votano contro nel plenium del csm,facendo perdere la superprocura...
Di esempi ne possiamo fare all'infinito,purtroppo.
Non ho capito invece l'affermazione sulla procura di Marsala.Non sto dicendo che hai criticato Borsellino,semplicemente nn ho capito a cosa potessi alludere.
PS:Aggiungo che riguardo il fulcro della questione tra sciascia e borsellino,il meccanismo utilizzato,cioè della maggior predisposizione ad indagare sulla mafia,è stato a mio dire giusto.In generale nella vita,si merita il posto chi è più bravo,non chi è più anziano e questo a prescindere dal tipo di lavoro.
Inoltre,se nn ricordo male,il candidato era abbastanza anziano ed in età di pensionamento quindi si sarebbero persi anni preziosi per dover poi passare la procura a borsellino un paio di anni più tardi.
il problema è la bravura o l'anzianità, ìnell'idividuazioe del criterio migliore. in quel caso c'era già un criterio stabilito per scegliere chi doveva essre promosso (magari sbagliato, magari poco utile, magari non meritocratico) il problema sta proprio nell'avere sovvertito il criterio. sciascia sottolineava come il potere dell'antimafia, dell'essere contro la mafia, rappresentava criterio di preferenza nei confronti delle altre persone, anche contro le norme.
c'è chi in nome dell'antimafia compie scelte in spregio delle regole, esercitando liberamente, come se fosse proprio, un potere non libero ma vincolato alla funzione esercitata: un comportamento non dissimile da chi esercita il potere in modo mafioso.
c'è inoltre chi sfruttando l'eco mediatico promuove la propria politica dichiarandosi antimafioso. pongo un interrogativo, basta proclamarsi per esserlo??
Guardiamo i fatti.
La Cassazione, in sede cautelare, ovvero sui ricorsi presentati contro gli ordini di cattura emessi nel 1996, aveva respinto la questione di competenza territoriale.
Le sentenze in questione:
26.6.1996 (depositata il 29.8.96) sul ricorso proposto da Attilio PACIFICO avverso l'ordinanza 15.5.1996 del G.I.P. presso il Tribunale di Milano
16.4.1996 (depositata il 23.5.1996) (IV sezione, sentenza n. 1616) sul ricorso proposto da Renato SQUILLANTE avverso l'ordinanza 11 marzo 1996 emessa dal G.I.P presso il Tribunale di Milano.
In queste la cassazione dava l'OK alla procura di Milano sulla competenza.
Inoltre e soprattutto il 27 gennaio 2003 le sezioni riunite avevano respinto la richiesta di trasferire i processi "toghe sporche" (Imi-Sir/Lodo Mondadori e Sme-Ariosto) a Brescia per legittimo sospetto.
E in quella sentenza, delle sezioni riunite (presiedute da Marvulli) c'è anche scritto che «Allo stato la competenza per territorio del giudice (di Milano) non può ritenersi illegittimamente determinata». E risottolineo che riguardava anche Sme-Ariosto!
Incollo maggiori dettagli sulle sentenze del 1996, contenute nella Richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Previti, data 3 Settembre 1997 fonte http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/iv/008/lettera.htm.
Detto questo, se la Cassazione per 11 anni non ha nulla da dire sulla competenza territoriale, se non per ribadire nella sentenza del 2003, peraltro esplicitamente riferita anche a SME-ARIOSTO, che la competenza è legittimamente a Milano, per poi all'ultimo momento!! cambiare idea, mandando il processo a donnine, è colpa della procura di Milano???
La vera colpa della procura Milanese è quella di aver processato Berlusconi. Lo stesso per chi ha osato processare altri politici potenti, come Andreotti o Dell'Utri, non s'adda fa.
bene allora prenditela pure con la Cassazione,
la sostanza non cambia.
il problema è la bravura o l'anzianità, ìnell'idividuazioe del criterio migliore. in quel caso c'era già un criterio stabilito per scegliere chi doveva essre promosso (magari sbagliato, magari poco utile, magari non meritocratico) il problema sta proprio nell'avere sovvertito il criterio. sciascia sottolineava come il potere dell'antimafia, dell'essere contro la mafia, rappresentava criterio di preferenza nei confronti delle altre persone, anche contro le norme.
Se per te è un problema aver sovvertito il criterio di scelta in un eccezionale caso di competenza come quella di Borsellino,o sei in malafede oppure consideri il suo operato poco efficace.Io nn credo che tu sia in malafede,quindi vorrei capire meglio.
In ogni caso,i precedenti esistono da sempre nella storia della magistratura,e figuriamoci nella storia in generale.E' da ciò che si evolvono le situazioni.Chiaramente a promulgare queste nuove norme ci devono essere persone pulite.Altrimenti si creano le distorsioni che stiamo vivendo oggi giorno.
c'è chi in nome dell'antimafia compie scelte in spregio delle regole, esercitando liberamente, come se fosse proprio, un potere non libero ma vincolato alla funzione esercitata: un comportamento non dissimile da chi esercita il potere in modo mafioso.
Purtroppo sono le distorsioni a cui siamo arrivati,da questo punto di vista sciascia ha scritto un articolo ineccepibile.
c'è inoltre chi sfruttando l'eco mediatico promuove la propria politica dichiarandosi antimafioso. pongo un interrogativo, basta proclamarsi per esserlo??
Ovviamente no,mi sembra palese.Bisogna dismostrale nel campo in cui si pratica e nell'etica personale.
bene allora prenditela pure con la Cassazione,
la sostanza non cambia.
in questo caso la cassazione è stata degna dei migliori professionisti dell'antimafia...stile carnevale,chissà tra l'altro se sia gia tornato nella prima sezione penale della cassazione a recuperare gli anni di sospensione dopo 11 anni di processi.(quando si parla di leggi ad-personam di mr.b)
Se non conoscete la storia,andate a leggerla da qlc parte,è raccapricciante e fa capire quanto abbiano influito certe ammazza-sentenze (come veniva chiamato) nella storia della mafia e nei processi di milano e palermo.
Sull'articolo di sciascia mi pare che la tua lettura sia la più condivisibile.Non volevo darti dell'ignorante riguardo sciascia.
Borsellino e sciascia si sono anche incontrari e lo scrittore, come ricorda il magistrato,gli chiese scusa e discussero della questione, convenendo su ogni punto. Fu un errore di sciascia citare Borsellino come scrisse Bocca su cds, e fu un errore che sciascia mise per iscritto in un paio di corrispondenze con lui.
Ovviamente divennero grandi amici.
Non sapevo si fossero incontrati e che Sciascia gli chiese scusa, beh non può che farmi piacere!! :)
Aggiungo che i "professionisti" dell'antimafia sn la cosa peggiore,si lavano la bocca con la parola antimafia ma poi nei fatti danno la procura a giammanco e trasferiscono caselli,oppure ammazzano le sentenze o peggio ancora propongono un pm alla superprocura gettandolo in pasto agli squali...o magari votano contro nel plenium del csm,facendo perdere la superprocura...
Di esempi ne possiamo fare all'infinito,purtroppo.
Hai ragione! Questi si che sono esempi adatti al testo di Sciascia.
E su questo non si può che concordare, l'antimafia la si fa innanzitutto con coerenza e con i fatti e l'impegno concreto, come fecero Caselli, Falcone, Borsellino e tanti altri, non a parole.
la magistratura per non essere criticata dovrebbe mettersi al riparo da ogni sospetto e non è che siccome uno fa i processi contro la mafia non può essere criticato
e non basta proclamarsi antimafioso per esserlo veramente....
mi sembra quasi di vivere in una dimensione parallella
Certo che anche se fai i processi di mafia puoi essere criticato.
Però poi noi possiamo giudicare la critica, condividerla o considerarla sbagliata.
Chi ha detto che basta dire la mafia mi fa schifo per essere antimafia, mi/ci sottovaluti. :D Bisogna guardare i fatti non basta dirlo in sè, ovvissimo. :D
bene allora prenditela pure con la Cassazione,
la sostanza non cambia.
E quale è la sostanza? Che il misfatto è stato fatto da giudici,
e non cambia se sono della procura di Milano o della Cassazione, anche se viene attribuito erroneamente ai primi?
Se vogliamo criticare "la giustizia", per me ha senso farlo solo attenendosi scrupolosamente ai fatti e allo svolgimento di questi, e visto che giustizia non è un "blocco unico" identificando caso per caso, sentenza per sentenza i casi come quello della competenza territoriale, attribuendo le responsabilità a chi di dovere; non estendendo a tutta la categoria (che comprende i Carnevale come i Caselli), e non attribuendo ai giudici di Milano cose che hanno fatto e deciso altri giudici in altri luoghi.
Se non conoscete la storia,andate a leggerla da qlc parte,è raccapricciante e fa capire quanto abbiano influito certe ammazza-sentenze (come veniva chiamato) nella storia della mafia e nei processi di milano e palermo.
Conosco la storia, in particolare riguardo la sentenza della cassazione del 30 ottobre 2002, che considero quantomeno acrobatica.......
Se per te è un problema aver sovvertito il criterio di scelta in un eccezionale caso di competenza come quella di Borsellino,o sei in malafede oppure consideri il suo operato poco efficace.Io nn credo che tu sia in malafede,quindi vorrei capire meglio.
In ogni caso,i precedenti esistono da sempre nella storia della magistratura,e figuriamoci nella storia in generale.E' da ciò che si evolvono le situazioni.Chiaramente a promulgare queste nuove norme ci devono essere persone pulite.Altrimenti si creano le distorsioni che stiamo vivendo oggi giorno.
Purtroppo sono le distorsioni a cui siamo arrivati,da questo punto di vista sciascia ha scritto un articolo ineccepibile.
Ovviamente no,mi sembra palese.Bisogna dismostrale nel campo in cui si pratica e nell'etica personale.
come fai a conciliare il punto 1 con il punto 2.
il problema, molto banalmente, sta nel fatto che se ci sono delle regole vanno rispettate. nessuno ha il potere di sovvertirle, nemmeno in casi eccezionali (con l'eccezione dei casi eccezionali previsti).
non mi pare così difficile.
la nomina di Borsellino voleva dire questo è eccezionalmente bravo, passa davanti agli altri. il problema ovviamente non era del giudice Borsellino ma di chi usava arbitrariamente della propria posizione per disporre a proprio piacimento della cosa pubblica (e non intendo solo i soldi pubblici, ma tutto quanto è riconnesso all'esercizio della funzione della magistratura, non ultima le aspettative dei giudici stessi; non so se avete capito quanto è grave il comportamento di chi si arroga il diritto di spostare tale pm qui o tale pm là senza seguire alcun criterio scritto; se poi vi viene il sospetto che nella maggior parte dei casi i giudici operano così capite anche perchè la magistratura italiana si trova in questa situazione disastrosa).
come fai a conciliare il punto 1 con il punto 2.
il problema, molto banalmente, sta nel fatto che se ci sono delle regole vanno rispettate. nessuno ha il potere di sovvertirle, nemmeno in casi eccezionali (con l'eccezione dei casi eccezionali previsti).
non mi pare così difficile.
la nomina di Borsellino voleva dire questo è eccezionalmente bravo, passa davanti agli altri. il problema ovviamente non era del giudice Borsellino ma di chi usava arbitrariamente della propria posizione per disporre a proprio piacimento della cosa pubblica (e non intendo solo i soldi pubblici, ma tutto quanto è riconnesso all'esercizio della funzione della magistratura, non ultima le aspettative dei giudici stessi; non so se avete capito quanto è grave il comportamento di chi si arroga il diritto di spostare tale pm qui o tale pm là senza seguire alcun criterio scritto; se poi vi viene il sospetto che nella maggior parte dei casi i giudici operano così capite anche perchè la magistratura italiana si trova in questa situazione disastrosa).
Mischi troppe le questioni.
Chi trasferisce i giudici che lavorano correttamente lo fa xchè ha degli obblighi precisi verso persone terze.Sicuramente si considerereranno professionisti dell'antimafia,tanto fa comodo.
Più che altro continui a tirare in mezzo la questione di Borsellino a Marsala che nn c'entra nulla.
Come dici tu, "non è difficile capire" quindi vedi di capire che sono due cose diverissime :D
Processo “talpe”: Accordo con Cosa Nostra? I pm ridimensionano l’accusa
11 ottobre 2007
Palermo. Inaspettata la precisazione in aula della pubblica accusa al processo sulle “talpe” che in questi giorni sta trattando il capitolo sulle “fughe di notizie” contestate al Presidente della Regione Totò Cuffaro. I pm Michele Prestipino, Maurizio De Lucia e l’aggiunto Pignatone che stanno processando il Governatore, scelgono la fase della requisitoria per ufficializzare le motivazioni che li hanno condotti a contestare al politico il reato di favoreggiamento aggravato e non quello di concorso esterno. Secondo i pm non ci sarebbe la prova dell’accordo tra Guttadauro e Cuffaro di candidare alle regionali del 2001 Mimmo Miceli. «Se vi fosse saremmo in presenza di una responsabilità di concorso esterno in associazione mafiosa». Da qui la scelta di ascrivere a Cuffaro il solo favoreggiamento aggravato. Una valutazione che aveva portato a una spaccatura all’interno del pool originariamente costituito anche dai magistrati Nino Di Matteo e Gaetano Paci, dissidenti proprio sulla linea accusatoria adottata dai colleghi e quindi dimissionari dal processo. Una discrepanza di metodo e di opinioni che aveva portato a uno scisma anche all’interno della Dda con altri sostituti procuratori anche loro sostenitori della linea più dura. Le dichiarazioni di De Lucia, echeggiate dalle prime agenzie stampa, non sono comunque rimbalzate nel vuoto, suscitando dagli uffici giudiziari la secca risposta del procuratore aggiunto Alfredo Morvillo: «Quelle espresse in aula su Cuffaro sono valutazioni individuali dei due sostituti titolari del processo. La linea dell’ufficio è quella nota a tutti, ovvero quella consacrata nella riapertura dell’indagine del procedimento per concorso esterno in associazione mafiosa, richiesta pienamente accolta dal giudice per le indagini preliminari». Un’inchiesta che a quattro mesi dalla riapertura attende di essere assegnata dal procuratore capo Messineo, il quale cercando di smorzare i toni sulla vicenda ha precisato:«Niente guerra, niente spaccatura. Escludo che si possa parlare di una situazione conflittuale così grave. C'é una discussione in atto sulle strategie processuali e sulla conduzione di determinati procedimenti, sulla quale rifletteremo nelle debite sedi». Messineo che ieri era fuori sede ha poi affermato: «Conto di incontrare al più presto i due pm per procurarmi altre e più puntuali informazioni sulle caratteristiche delle valutazioni da loro espresse in udienza non ero al corrente della loro iniziativa, ne parleremo insieme appena possibile».
Intanto De Lucia e Prestipino hanno continuato in aula la contestazione sulle responsabilità di Cuffaro, definendo la sua linea difensiva “antimafia di facciata” che con i suoi manifesti tesi a depistare e ingannare l’opinione pubblica esordiva con “la mafia fa schifo”.
Che Cuffaro sia stato al corrente che Miceli, suo candidato, fosse in contatto anche con Guttadauro non v’è alcun dubbio. «Nel momento in cui il presidente dà notizia a Mimmo Miceli del fatto che a casa di Guttadauro c’è una microspia – ha detto De Lucia – egli sa benissimo dei rapporti che intercorrono tra Miceli e il capomafia di Brancaccio. In questo momento lui è consapevole di stare agevolando non solo il boss, ma l’intera cosa nostra, perché consente ai mafiosi di sfuggire alle indagini che grazie a quelle microspie stavano svelando segreti e retroscena dell’organizzazione».
Sul capitolo relativo alla fuga di notizie il pm si è soffermato anche nei giorni scorsi. «Cuffaro risponde di due delitti di favoreggiamento riconducibili a due vicende: quella delle informazioni ad Aiello, Ciuro e Riolo sulla loro sottoposizione a indagini nell’ottobre 2003 e la vicenda della rivelazione di microspie nell’appartamento di Guttadauro nella primavera estate del 2001». Nel secondo caso De Lucia ha affermato che dei tre episodi contestati a Cuffaro uno solo ha trovato conferma nelle dichiarazioni di un “personaggio chiave” del processo “talpe”: il collaboratore Salvatore Aragona.
Rifacendosi alla motivazione della sentenza Miceli (condannato in primo grado a otto anni per concorso in associazione mafiosa), il magistrato ha affermato che non vi sarebbero prove sufficienti a sostegno della prima narrazione di Aragona riguardo la diffusione della notizia sulle indagini del Ros giunta a Miceli da Cuffaro e Borzacchelli. L’incontro a cui si riferisce De Lucia è quello relativo all’incontro all’Hotel Quark di Milano del 29 marzo 2001. Nel capoluogo lombardo Miceli si era recato nel tentativo di ricevere un aiuto da Aragona per gestire la delicata situazione che si era creata a Palermo, dove si trovava a mediare tra il Presidente Cuffaro e il boss Guttadauro per la designazione del candidato Priola (legale del boss). In quell’occasione l’ex assessore alla sanità di Palermo gli avrebbe rivelato l’esistenza delle indagini sul capomandamento di Brancaccio ma secondo il giudice di primo grado Raimondo Loforti «non sono emersi elementi di conferma sul presunto ruolo di informatore che, come affermato da Aragona, l’imputato (Miceli) avrebbe svolto in quei giorni».
Il secondo “anello” debole dal punto di vista probatorio sempre secondo De Lucia, riguarderebbe la cena del 24 giugno 2001 al Riccardo III di Monreale, dove Aragona aveva appreso da Miceli, a sua volta informato da Borzacchelli e Cuffaro, dell’esistenza di più microspie in casa Guttadauro. Anche qui il pm ha confermato l’assenza di riscontri diretti. Il contrario invece era emerso durante la requisitoria del processo Miceli esposta dai pm Nino Di Matteo e Gaetano Paci. Secondo questi e il giudice che le ha confermate, le dichiarazioni di Aragona trovavano riscontro oltre che dalla testimonianza di Riolo, anche da quella di Renato Vassallo comune amico di Miceli e Aragona che la sera del 24 si trovava al “Riccardo III”. Il teste aveva raccontato dettagliatamente lo svolgimento della serata in cui avevano cenato per festeggiare la fine della campagna elettorale del presidente Cuffaro. «Dopo aver illustrato i suoi rapporti di amicizia con Aragona e Miceli, Vassallo ha precisato che era giunto presso il locale in compagnia del primo, che insieme avevano preso posto allo stesso tavolo di Cuffaro, dove si trovavano anche altre persone (…) la serata si era svolta normalmente, fino alla conclusione del banchetto e fra gli invitati era presente pure il Mar.llo Borzacchelli». «Nel momento in cui avevano deciso di andare via il teste era uscito dal ristorante prima di Aragona, per andare a recuperare l’auto, ed aveva notato un folto gruppo di persone, fra cui Miceli ed Aragona, che parlottavano fra loro sotto il porticato di ingresso: il fatto non lo aveva colpito in modo particolare, in quanto aveva pensato che si attardassero nei saluti. Al suo ritorno, aveva assistito ad un’animata discussione fra Miceli ed Aragona che, molto alterati e preoccupati, parlavano della scoperta di microspie in casa Guttadauro, esprimendo tutta la loro rabbia». Vassallo aveva descritto la concitazione e le parole che erano rimbalzate tra Miceli e Aragona entrambi in preda a un delirante confronto. La sua deposizione dunque aveva confermato la narrazione di Salvatore Aragona raccontando anche il seguito della serata al termine della quale, durante la corsa in auto per raggiungere il cognato del boss a Bagheria (verosimilmente Vincenzo Greco), il teste aveva avuto una discussione con Aragona perché non voleva essere coinvolto nella questione.
«La sorpresa – aveva concluso il giudice – e la reazione immediata che tanto hanno colpito il teste concorrono dunque ad accreditare la versione di Aragona e ad individuare l’imputato (Miceli) come l’effettivo latore delle informazioni ricevute dal collaboratore quella sera». Inoltre «la descrizione dell’incontro appartato di Miceli con Borzacchelli e con Cuffaro, nel corso del quale il primo sarebbe stato messo a sua volta al corrente delle rivelazioni, risulta invece riportata solo dalle dichiarazioni di Aragona. Ma il fatto che tale aspetto, relativo alle modalità di apprendimento di Miceli, non ha trovato riscontro, non è sufficiente a screditare anche l’altra parte del racconto». Quella parte cioè che risulta invece confermata dalla ricostruzione di Riolo il quale aveva dichiarato che, nel periodo di poco precedente al ritrovamento delle microspie, aveva confidato al Maresciallo Borzacchelli proprio dell’esistenza di microspie a casa di Guttadauro ed il coinvolgimento di Mimmo Miceli in quelle indagini. Ragion per cui Borzacchelli quel 24 giugno sapeva delle indagini. Riolo aveva poi raccontato di aver parlato nuovamente della questione con il sottufficiale e Cuffaro alcuni giorni dopo il ritrovamento delle microspie, rilevando «senza fornire altre indicazioni sui passaggi intermedi della notizia» che quest’ultimo «risultava già al corrente della circostanza».
Riguardo Aragona va detto che già dall’estate del 2002, rimaneva l’unico dei soggetti interessati a collaborare con la giustizia e l’unico a riferire alcune delle parole più compromettenti per il Governatore captate da quelle famose microspie. A detta di Aragona la frase più “pericolosa” registrata era: «“ma allora avevano ragione” o qualcosa di simile». All’epoca però quella frase non risultava ancora agli atti del processo. L’espressione a cui si riferiva Aragona “Veru, ragiuni avia Totò Cuffaro” era emersa in dibattimento solo molti mesi dopo durante la deposizione del maresciallo del Ros Giorgio Riolo. Quella esclamazione fatta dalla moglie del boss durante il ritrovamento della prima “cimice” verrà trovata nelle bobine non trascritte dei Carabinieri.
Dei tre episodi relativi alle “fughe di notizie” fin’ora attribuiti a Cuffaro in favore di Guttadauro, stando alle prime agenzie dunque, se ne accerterebbe uno solo: quello relativo al 12 giugno 2001. Data in cui Mimmo Miceli incontrandosi nella sua segreteria politica con Salvo Aragona gli riferisce che era stata intercettata una telefonata in cui “Peppino” parlava al telefono con “Mimmo”. La fonte della notizia, ha precisato De Lucia, è Cuffaro. «Questa informazione portò tre giorni dopo alla scoperta e alla neutralizzazione dell’indagine».
La lettura del capitolo sulle “fughe di notizie” di De Lucia ha suscitato l’immediato compiacimento della parte difensiva del Presidente della Regione. «Quello che abbiamo ascoltato – hanno commentato compiaciuti i legali di Cuffaro Caleca e Mormino – è un atto processuale estremamente importante, abbiamo assistito a un ridimensionamento significativo dell’accusa».
I pm a loro volta non hanno replicato ma il giorno seguente in aula hanno spiegato che «per ipotizzare il concorso esterno è necessario che vi sia un rapporto con l'associazione mafiosa e la volontà di interagire con le condotte altrui. Ovvero la ritenuta sussistenza di un preciso patto criminoso». I magistrati hanno quindi rilevato che «il punto cruciale è la candidatura di Mimmo Miceli alle regionali del 2001». «Se vi fosse la prova - ha detto De Lucia - che tale candidatura è stata concordata con Guttadauro, saremmo in presenza di una responsabilità di concorso esterno in associazione mafiosa per Cuffaro. Dagli atti, però, non emerge la prova di questa condotta. Non sono ritenute, infatti, prove sufficienti le dichiarazioni di Aragona e le conversazioni intercettate a casa Guttadauro sulle manovre pre-elettorali». Una valutazione non condivisa però da molti colleghi della Procura che attendono l’avvio dell’inchiesta-bis sul Presidente Cuffaro accusato di concorso alla mafia.
Silvia Cordella
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