View Full Version : La via francese alla precarieta'
Si discute qua in francia sulle riforme del mercato del lavoro
per affrontare precarieta' e flessibilita' il nuovo governo propone l'abolizione dei contratti a tempo determinato e indeterminato, sostituiti da un'unica tipologia di contratto in cui a tutti siano dati gli stessi diritti, e in cui la protezione sociale aumenta nel tempo
Ho cercato un articolo italiano che ne parli
Sia quel che sia, a me pare un modo interessante di guardare al problema
http://www.rassegna.it/2007/europamondo/articoli/sarkozy.htm
L’altra “rivoluzionaria” proposta presentata da Sarkozy è l’introduzione di un contratto unico di lavoro, attraverso la riforma e il superamento di alcune delle tipologie di contratto presenti oggi, tra cui in primo luogo il contratto a tempo determinato e quello a tempo indeterminato. Questa proposta (non esattamente nuova, risale in effetti al 2004) è anch’essa frutto della squadra di economisti del presidente e prevede una flessibilità totale, in entrata e in uscita, con “adeguati contrappesi” in caso di perdita dell’occupazione, con meccanismi di ricollocamento dei licenziati e, soprattutto, una graduale crescita dei diritti dei lavoratori legati soprattutto all’anzianità. Facendo eco al dibattito sulla flexicurity che tiene banco in ambito europeo, il fine dichiarato è quello di offrire maggiore flessibilità ai datori di lavoro e favorire così le assunzioni. La riforma dovrebbe entrare in vigore entro l’autunno di quest’anno ma non ha ancora acquisito forma e contenuti definitivi.
L’argomento più forte a suo favore è lo stesso che si sente affermare in sede europea, e che ha trovato un’adeguata formulazione nel libro verde per la modernizzazione del diritto del lavoro: ridurre le differenze di diritti e di opportunità tra coloro che hanno un lavoro (i cosiddetti insider) e coloro che non ce l’hanno (outsider), attraverso il superamento di fatto della centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato e la diffusione di forme più “flessibili”, uguali per tutti. Un modo, secondo il presidente francese, anche per superare la barriera tra i privilegiati supertutelati e i lavoratori precari. Anche durante la campagna elettorale Sarkozy ha insistito molto su questo punto, sostenendo di voler uscire dal dibattito concentrato sull’alternativa tra contratto a tempo determinato o indeterminato attraverso l’introduzione di un contratto unico di lavoro, nel quale i diritti sociali e i diritti relativi alla protezione del posto di lavoro e all’indennizzazione aumentano con l’anzianità del salariato: si comincia da precari, con la prospettiva (o la speranza) di diventare col tempo dipendenti in forma più stabile.
Bisognera' vedere nei dettagli le caratteristiche
Ma a me sembra che l'approccio sia quello giusto, ovvero smettere di far dipendere i diritti dalla tipologia di contratto.
Non capisco bene com'è che dovrebbe essere strutturata..
Si discute qua in francia sulle riforme del mercato del lavoro
per affrontare precarieta' e flessibilita' il nuovo governo propone l'abolizione dei contratti a tempo determinato e indeterminato, sostituiti da un'unica tipologia di contratto in cui a tutti siano dati gli stessi diritti, e in cui la protezione sociale aumenta nel tempo
Ho cercato un articolo italiano che ne parli
Sia quel che sia, a me pare un modo interessante di guardare al problema
http://www.rassegna.it/2007/europamondo/articoli/sarkozy.htm
Bisognera' vedere nei dettagli le caratteristiche
Ma a me sembra che l'approccio sia quello giusto, ovvero smettere di far dipendere i diritti dalla tipologia di contratto.
Quoto!!!
Anche se dubito che in Italia con l'attuale mentalità e classe politica sia anche solo sempliemente proponibile una cosa del genere, inoltre andrebbe riformato anche il modo a cui si accede al credito, dato che poi alla fin fine il tempo indeterminato serve essenzialmente a chi si deveimpegnare per esempio con un mutuo.
IpseDixit
01-09-2007, 12:44
dato che poi alla fin fine il tempo indeterminato serve essenzialmente a chi si deveimpegnare per esempio con un mutuo.
Non puoi obbligare le banche a prestare i soldi a chi non da garanzie.
temo un livellamento verso il basso di tutte le posizioni lavorative.....
Quoto!!!
dato che poi alla fin fine il tempo indeterminato serve essenzialmente a chi si deveimpegnare per esempio con un mutuo.
se per te è poco.......
se per te è poco.......
Assolutamente non è poco, ma perchè in Italia le cose funzionano a cavolo!! In Italia il mito del contratto a tempo indeterminato è dovuto in buona misura alla possibilità di accedere al credito con tale tipo di contratto ( altre cose come l'illicenziabilità e la stabilità nella vita sono solo chimere e parlo per esperienza diretta essendo stato licenziato con un contratto a tempo indeterminato ne 2003 dopo 5 anni che lo avevo):rolleyes: in altri paesi la gente cambia lavoro anche 10 volte nella sua vita, e ciò nonostante riesce ad accedere al credito senza grossi problemi, e lì le banche sono maggiormente propense a rischiare, qui invece per avere 5 devi garantire non 10 o 20......ma 100 e ilT.I. è prerequisito:muro: anche io quando sono entrato nell'azienda dove lavoro, a seguito del licenziamento,e ho avuto il contratto a tempo indeterminato ho fatto di nuovo le capriole dalla felicità.
Ma ritengo che se in Italia non creassero probemi di accesso al credito per i determinati, e lo stato desse un sussidio a chi perde il lavoro o cessa un contratto come avviene in Francia e in altri paesi, in attesa di un nuovo lavoro, molti frà cui anche io non si porrebbero il problema di accettare un tempo determinato piuttsto che indeterminato.
Assolutamente non è poco, ma perchè in Italia le cose funzionano a cavolo!! In Italia il mito del contratto a tempo indeterminato è dovuto in buona misura alla possibilità di accedere al credito con tale tipo di contratto ( altre cose come l'illicenziabilità e la stabilità nella vita sono solo chimere e parlo per esperienza diretta essendo stato licenziato con un contratto a tempo indeterminato ne 2003 dopo 5 anni che lo avevo):rolleyes: in altri paesi la gente cambia lavoro anche 10 volte nella sua vita, e ciò nonostante riesce ad accedere al credito senza grossi problemi, e lì le banche sono maggiormente propense a rischiare, qui invece per avere 5 devi garantire non 10 o 20......ma 100 e ilT.I. è prerequisito:muro: anche io quando sono entrato nell'azienda dove lavoro, a seguito del licenziamento,e ho avuto il contratto a tempo indeterminato ho fatto di nuovo le capriole dalla felicità.
Ma ritengo che se in Italia non creassero probemi di accesso al credito per i determinati, e lo stato desse un sussidio a chi perde il lavoro o cessa un contratto come avviene in Francia e in altri paesi, in attesa di un nuovo lavoro, molti frà cui anche io non si porrebbero il problema di accettare un tempo determinato piuttsto che indeterminato.
ma infatti alcuni istituti bancari stanno iniziando ad elargire prestiti anche a chi ha contratti a termine.Non lo fanno certo per filantropia,ma perchè il mercato ormai è questo e devono adeguarsi se vogliono continuare a speculare.Ed in cambio chiedono tante garanzie (ipoteca sulla casa,se non ce l'hai c'è sempre quella di papà e mamma,no? :rolleyes: ).Di questo passo faremo la fine degli stati uniti
Sono il primo a sostenere la mobilità sul lavoro,a patto che non sia sfruttamento e che soprattutto il lavoro ci sia!Qui da noi per ora non è attuabile
Assolutamente non è poco, ma perchè in Italia le cose funzionano a cavolo!! In Italia il mito del contratto a tempo indeterminato è dovuto in buona misura alla possibilità di accedere al credito con tale tipo di contratto ( altre cose come l'illicenziabilità e la stabilità nella vita sono solo chimere e parlo per esperienza diretta essendo stato licenziato con un contratto a tempo indeterminato ne 2003 dopo 5 anni che lo avevo):rolleyes: in altri paesi la gente cambia lavoro anche 10 volte nella sua vita, e ciò nonostante riesce ad accedere al credito senza grossi problemi, e lì le banche sono maggiormente propense a rischiare, qui invece per avere 5 devi garantire non 10 o 20......ma 100 e ilT.I. è prerequisito:muro: anche io quando sono entrato nell'azienda dove lavoro, a seguito del licenziamento,e ho avuto il contratto a tempo indeterminato ho fatto di nuovo le capriole dalla felicità.
Ma ritengo che se in Italia non creassero probemi di accesso al credito per i determinati, e lo stato desse un sussidio a chi perde il lavoro o cessa un contratto come avviene in Francia e in altri paesi, in attesa di un nuovo lavoro, molti frà cui anche io non si porrebbero il problema di accettare un tempo determinato piuttsto che indeterminato.
I sussidi si danno solo ai rom, non ai disoccupati... :rolleyes:
matrizoo
01-09-2007, 23:04
mancava solo questa adesso:rolleyes:
sembra che le professionalità siano riservate solo a notai ed avvocati, TUTTI gli altri lavori sono flessibili e li può svolgere anche mia nonna...
se andiamo avanti così saremo un paese di rimbecilliti che non sanno fare più un cazzo:O
ma infatti alcuni istituti bancari stanno iniziando ad elargire prestiti anche a chi ha contratti a termine.Non lo fanno certo per filantropia,ma perchè il mercato ormai è questo e devono adeguarsi se vogliono continuare a speculare.Ed in cambio chiedono tante garanzie (ipoteca sulla casa,se non ce l'hai c'è sempre quella di papà e mamma,no? :rolleyes: ).Di questo passo faremo la fine degli stati uniti
Sono il primo a sostenere la mobilità sul lavoro,a patto che non sia sfruttamento e che soprattutto il lavoro ci sia!Qui da noi per ora non è attuabile
Infatti da noi non è attuabile come tipo di discorso, ma perchè i tempo determinato sono visti come contratti di serie "B", in altri paesei come la Fracia chi ha un contratto a tempo determinato ha innanzitutto una retribuzione mediamente più alta che chi ha un tempo indeterminato e che svolge la stessa mansione, e poi laddove il contratto cessi ha un sussidio di disoccupazione che non è elemosina, e che gli consente di vivere dignitosamente sino a quando ha un nuovo lavoro:rolleyes:
zerothehero
01-09-2007, 23:39
Una cosa del genere in ITalia è fuoridiscussione.
zerothehero
01-09-2007, 23:57
Riporto una tabella che ho su un libro:
Il mercato del lav. italiano a 6 segmenti:
http://img239.imageshack.us/img239/2926/clipboard01uz1.jpg
errore:
dip. imprese > 15 dip protezione licenziamento-> molto elevata
zerothehero
02-09-2007, 00:05
http://img165.imageshack.us/img165/5775/clipboard02el4.jpg
blamecanada
02-09-2007, 00:16
La flessibilità serve... ma bisogna vedere a chi e a cosa.
Agl'industriali serve per spendere meno in salari potendo assumere solo nei picchi di produzione e ad avere piú possibilità di ricatto (chi alza la testa e non si lascia sfruttare può essere facilmente mandato a casa).
Ai lavoratori serve a rendere instabile la vita ed incerto il futuro, a renderli piú servi, piú ricattabili.
Questo non è progresso.
DvL^Nemo
02-09-2007, 00:38
Mah io ho lavorato 4 anni in cococo/cocopro ( sono da 6 mesi a t.i. ) e non lo auguro a nessuno.. No ferie no malattie no 13/14 e altre schifezze ( tipo che comunque ti fai le ute 8 ore di lavoro cone un dipendente ).. Quella di Sarkozy mi sembra una legge che fa sembrare tutto e niente e che come quindi sembra non fare altro che "precarizzare" di piu' il mercato..
La flessibilità serve... ma bisogna vedere a chi e a cosa.
Agl'industriali serve per spendere meno in salari potendo assumere solo nei picchi di produzione e ad avere piú possibilità di ricatto (chi alza la testa e non si lascia sfruttare può essere facilmente mandato a casa).
Ai lavoratori serve a rendere instabile la vita ed incerto il futuro, a renderli piú servi, piú ricattabili.
Questo non è progresso.
Combattere la flessibilita' e' come lottare contro i mulini a vento
Mah io ho lavorato 4 anni in cococo/cocopro ( sono da 6 mesi a t.i. ) e non lo auguro a nessuno.. No ferie no malattie no 13/14 e altre schifezze ( tipo che comunque ti fai le ute 8 ore di lavoro cone un dipendente ).. Quella di Sarkozy mi sembra una legge che fa sembrare tutto e niente e che come quindi sembra non fare altro che "precarizzare" di piu' il mercato..
Beh, l'idea di base e' che valgano per tutti gli stessi diritti.
Stessi diritti alle ferie, alla protezione sociale, alla malattia, maternita', indipendentemente dal tipo di contratto
L'alternativa e' una societa' spaccata con una classe di lavoratori ultraprotetti, illicenziabili e inamovibili con contraltare una classe di @subordinati@ senza quasi nessuna tutela...
DvL^Nemo
02-09-2007, 01:24
Beh, l'idea di base e' che valgano per tutti gli stessi diritti.
Stessi diritti alle ferie, alla protezione sociale, alla malattia, maternita', indipendentemente dal tipo di contratto
L'alternativa e' una societa' spaccata con una classe di lavoratori ultraprotetti, illicenziabili e inamovibili con contraltare una classe di @subordinati@ senza quasi nessuna tutela...
Quello di cui ho anche io paura come detto da altri e' che si faccia solo un salto "verso il basso" ;) Nel senso facciamogli avere gli stessi diritti, facciamoli essere tutti cococo/cocopro ( e' un esempio ma chiarisce la mia idea )..
Quello di cui ho anche io paura come detto da altri e' che si faccia solo un salto "verso il basso" ;) Nel senso facciamogli avere gli stessi diritti, facciamoli essere tutti cococo/cocopro ( e' un esempio ma chiarisce la mia idea )..
L'unico diritto che davvero viene ritoccato al ribasso e' quello al posto fisso
nessuno e' piu garantito a vita sulla sua scrivania (o qualunque altro luogo di lavoro)
I paesi che hanno il piu alto tasso di protezione sociale sono anche quelli in cui la gente ha cambiato piu spesso lavoro. In media un cinquantenne svedese ha cambiato 5 posti di lavoro nella sua vita....
L'unico diritto che davvero viene ritoccato al ribasso e' quello al posto fisso
nessuno e' piu garantito a vita sulla sua scrivania (o qualunque altro luogo di lavoro)
I paesi che hanno il piu alto tasso di protezione sociale sono anche quelli in cui la gente ha cambiato piu spesso lavoro. In media un cinquantenne svedese ha cambiato 5 posti di lavoro nella sua vita....
Io posso anche essere favorevole al cambio di più posti di lavoro durante la vita lavorativa.
Il problema è che se viene licenziata una persona di 45/50 anni o più, chi la riassume (a meno che non abbia abilità/conoscenze con tanta richiesta e poca concorrenza)?
Per migliorare le condizioni lavorative e contrattuali in Italia bisogna attirare le aziende.
- Tasse alle imprese più basse
- Migliori infrastrutture (come trasporto le merci? Sulle tratte ferroviarie a binario unico? Sulle autostrade a 2 corsie piene di cantieri?)
- Protezione dalla criminalità (perchè dovrei aprire stabilimenti produttivi in zone d'Italia dove poi il boss locale decide chi devo assumere, da quali fornitori mi devo rifornire, da chi devo farmi trasportare la merce?)
- deducibilità dei costi del lavoro dipendente (perchè dovrei assumere personale i cui costi non sono deducibili ai fini IRAP? licenzio il più possibile automatizzando tutto ed in cambio lo Stato mi premia facendomi pagare meno tasse)
- tassazione più semplice (perchè devo pagare 3 o 4 tipi di tasse diverse? lasciamo solo IVA ed IRPEG, aboliamo il resto e semplifichiamo le procedure, modulando l'IRPEG per compensare i mancati introiti derivanti dalle tasse abolite).
- aumentare il livello d'istruzione della popolazione
Se attiriamo le aziende aumenta la domanda di lavoro, e quindi ci sarà un generico miglioramento delle condizioni lavorative.
blamecanada
02-09-2007, 13:23
Combattere la flessibilita' e' come lottare contro i mulini a vento
Questo lo dici tu, io non sono affatto d'accordo, quello che ci fregherà sarà questo fatalismo rinunciatario...
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