Black Dawn
29-08-2007, 19:10
Fonte: QUATTRORUOTE
http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=103659
Mancanza di programmazione? Forse. Scarsa prontezza nel decidere? Probabile. Difficoltà nel superare ostacoli burocratici e amministrativi? Possibile. Mancanza di coordinamento tra amministrazioni? Quasi sicuro. Le spiegazioni della nuova caotica situazione in cui si trova l'organizzazione dei servizi di controllo elettronico della velocità sono tante. Resta il fatto che la nuova disciplina introdotta dal cosiddetto decreto Bianchi sulla sicurezza stradale ha il solito sapore: all'italiana.
Ricapitoliamo. Il 3 agosto scorso il Governo approva il decreto proposto dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, provvedimento che entra in vigore il 4 agosto e che, tra le altre cose (inasprimento delle sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza o supera i limiti di velocità) prevede che le postazioni per il controllo elettronico della velocità debbano essere preventivamente segnalate in maniera chiara e visibile. "Finalmente!", è stato il commento di milioni di automobilisti italiani alle prese da anni, o meglio da lustri, con "agguati" "firmati" da pattuglie poco o nulla interessate alla sicurezza stradale e alla prevenzione degli incidenti.
Peccato, però, che, come spesso accade, questa norma, a distanza di settimane dalla sua entrata in vigore, resti di non semplice applicazione, in qualche caso disapplicata o, addirittura, abbia avuto come effetto quello paradossale della diminuzione dei controlli. Possibile? Possibile, possibile… Per prima cosa il decreto del 3 agosto rinviava le modalità operative a un successivo decreto da emanarsi entro trenta giorni, decreto che è entrato in vigore qualche giorno fa, il 23 agosto.
Il provvedimento entra nel dettaglio della segnalazione ma non chiarisce tutto, lasciando, tanto per cambiare, qualche dubbio interpretativo. Per esempio su forma, dimensioni, colore dei cartelli. Per quanto riguarda la segnaletica esistente, poi, essa dovrà essere adeguata alle nuove norme per quanto riguarda la distanza dal punto di rilevamento e la necessità di ripetizione nel caso in cui tra il cartello e l'apparecchio vi sia un incrocio, cosa tutt'altro che rara in ambito urbano. Insomma, parecchi cartelli da installare, cartelli che però non si sa come debbano essere fatti. Il risultato? I controlli elettronici della velocità sono più difficili da fare.
La conseguenza? Un prevedibile aumento del contenzioso. Anche perché la norma è sì in vigore ma dovrà essere convertita in legge entro il 2 ottobre. Il Parlamento, chiuso per ferie, non riaprirà che il 12 settembre alle ore 17 (dopo 40 giorni di vacanza di deputati e senatori, alla faccia di noi comuni mortali) ed è facile prevedere che il decreto non riuscirà a essere convertito in legge in tempo e decadrà. In questo caso sarà come se la norma non sia mai esistita, con tutte le paradossali conseguenze del caso.
La nuova disciplina degli autovelox, peraltro, è contenuta anche nel disegno di legge sulla sicurezza stradale, attualmente all'esame del Senato (e già modificato rispetto al testo licenziato dalla Camera). Il testo, dopo il via libera di palazzo Madama, dovrà tornare a Montecitorio per l'approvazione definitiva, approvazione che, a essere ottimisti, non avverrà prima della fine di ottobre… Insomma, il solito pasticcio. E pensare che ci hanno lavorato per mesi fior (si fa per dire) di tecnici, giuristi e professori universitari. Continuiamo così, facciamoci del male…
AAA cercasi ministro dei trasporti urgentemente, anche part-time, "massima serietà" "no perdi-tempo"!
Che qualcuno mandi un tapiro al signor Bianchi...http://blackdawn.interfree.it/Rotfl.gif
http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=103659
Mancanza di programmazione? Forse. Scarsa prontezza nel decidere? Probabile. Difficoltà nel superare ostacoli burocratici e amministrativi? Possibile. Mancanza di coordinamento tra amministrazioni? Quasi sicuro. Le spiegazioni della nuova caotica situazione in cui si trova l'organizzazione dei servizi di controllo elettronico della velocità sono tante. Resta il fatto che la nuova disciplina introdotta dal cosiddetto decreto Bianchi sulla sicurezza stradale ha il solito sapore: all'italiana.
Ricapitoliamo. Il 3 agosto scorso il Governo approva il decreto proposto dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, provvedimento che entra in vigore il 4 agosto e che, tra le altre cose (inasprimento delle sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza o supera i limiti di velocità) prevede che le postazioni per il controllo elettronico della velocità debbano essere preventivamente segnalate in maniera chiara e visibile. "Finalmente!", è stato il commento di milioni di automobilisti italiani alle prese da anni, o meglio da lustri, con "agguati" "firmati" da pattuglie poco o nulla interessate alla sicurezza stradale e alla prevenzione degli incidenti.
Peccato, però, che, come spesso accade, questa norma, a distanza di settimane dalla sua entrata in vigore, resti di non semplice applicazione, in qualche caso disapplicata o, addirittura, abbia avuto come effetto quello paradossale della diminuzione dei controlli. Possibile? Possibile, possibile… Per prima cosa il decreto del 3 agosto rinviava le modalità operative a un successivo decreto da emanarsi entro trenta giorni, decreto che è entrato in vigore qualche giorno fa, il 23 agosto.
Il provvedimento entra nel dettaglio della segnalazione ma non chiarisce tutto, lasciando, tanto per cambiare, qualche dubbio interpretativo. Per esempio su forma, dimensioni, colore dei cartelli. Per quanto riguarda la segnaletica esistente, poi, essa dovrà essere adeguata alle nuove norme per quanto riguarda la distanza dal punto di rilevamento e la necessità di ripetizione nel caso in cui tra il cartello e l'apparecchio vi sia un incrocio, cosa tutt'altro che rara in ambito urbano. Insomma, parecchi cartelli da installare, cartelli che però non si sa come debbano essere fatti. Il risultato? I controlli elettronici della velocità sono più difficili da fare.
La conseguenza? Un prevedibile aumento del contenzioso. Anche perché la norma è sì in vigore ma dovrà essere convertita in legge entro il 2 ottobre. Il Parlamento, chiuso per ferie, non riaprirà che il 12 settembre alle ore 17 (dopo 40 giorni di vacanza di deputati e senatori, alla faccia di noi comuni mortali) ed è facile prevedere che il decreto non riuscirà a essere convertito in legge in tempo e decadrà. In questo caso sarà come se la norma non sia mai esistita, con tutte le paradossali conseguenze del caso.
La nuova disciplina degli autovelox, peraltro, è contenuta anche nel disegno di legge sulla sicurezza stradale, attualmente all'esame del Senato (e già modificato rispetto al testo licenziato dalla Camera). Il testo, dopo il via libera di palazzo Madama, dovrà tornare a Montecitorio per l'approvazione definitiva, approvazione che, a essere ottimisti, non avverrà prima della fine di ottobre… Insomma, il solito pasticcio. E pensare che ci hanno lavorato per mesi fior (si fa per dire) di tecnici, giuristi e professori universitari. Continuiamo così, facciamoci del male…
AAA cercasi ministro dei trasporti urgentemente, anche part-time, "massima serietà" "no perdi-tempo"!
Che qualcuno mandi un tapiro al signor Bianchi...http://blackdawn.interfree.it/Rotfl.gif