D.O.S.
31-07-2007, 14:28
Nanocomputer
Elettromeccanico è meglio
Un computer di questo tipo richiederebbe meno energia e potrebbe operare in condizioni ambientali estreme
Il linea di principio, un computer potrebbe funzionare senza le tecnologie dei chip di silicio, e rinunciare anche a quei transistor e valvole termoioniche che rendevano enormi i primi calcolatori mai costruiti. In linea di principio leveraggi e ingranaggi potrebbero bastare. Di fatto però un vero calcolatore meccanico o elettromeccanico non è mai stato costruito, vuoi per l'ingombro, vuoi per la lentezza operativa, vuoi per l'energia che richiederebbe.
Le nanotecnologie, che hanno aperto le porte alla possibilità di manipolare i materiali quasi a livello molecolare, potrebbero però cambiare le cose.
Lo sostengono Robert Blick e colleghi dell'Università del Wisconsin a Madison in un articolo sull'ultimo numero del New Journal of Physics nel quale hanno proposto la costruzione di un computer completamente meccanico, le cui unità avrebbero dimensioni dell'ordine del nanometro. Queste unità dovrebbero essere costruite in materiali piezoelettrici estremamente duri, come il diamante, che cambiano forma quando sono attraversati da una corrente elettrica. Le unità potrebbero essere integrate negli usuali chip a silicio e opererebbero essenzialmente spingendosi e tirandosi l'un l'altra secondo strutture atte a creare interruttori logici e unità di memoria.
Il punto essenziale, secondo i ricercatori, è che queste unità nanomeccaniche occuperebbero uno spazio pari a un millesimo di quello necessario ai transistor tradizionali e, a parità di volume, un chip potrebbe contenerne molti di più, mentre la distanza minima fra le porte logiche porterebbe a un incremento della velocità operativa.
Fra gli ulteriori vantaggi elencati dagli operatori vi sarebbero inoltre il minor fabbisogno di energia per il funzionamento, il minor calore prodotto, con il conseguente alleviamento del problema del raffreddamento dei circuiti, la capacità di poter operare comunque a temperature più elevate e una maggiore resistenza ai salti di tensione. In altri termini: potrebbero funzionare in condizioni ambientali decisamente proibitive per i computer che adottano le tecnologie classiche.
preso da Le Scienze (http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1309156)
l'articolo originale può essere scaricato da QUI (http://www.iop.org/EJ/article/-search=25976499.1/1367-2630/9/7/241/njp7_7_241.pdf) (file in formato PDF 456 Kb) :O
e per costruire in serie del processori del genere come si fa :confused:
Elettromeccanico è meglio
Un computer di questo tipo richiederebbe meno energia e potrebbe operare in condizioni ambientali estreme
Il linea di principio, un computer potrebbe funzionare senza le tecnologie dei chip di silicio, e rinunciare anche a quei transistor e valvole termoioniche che rendevano enormi i primi calcolatori mai costruiti. In linea di principio leveraggi e ingranaggi potrebbero bastare. Di fatto però un vero calcolatore meccanico o elettromeccanico non è mai stato costruito, vuoi per l'ingombro, vuoi per la lentezza operativa, vuoi per l'energia che richiederebbe.
Le nanotecnologie, che hanno aperto le porte alla possibilità di manipolare i materiali quasi a livello molecolare, potrebbero però cambiare le cose.
Lo sostengono Robert Blick e colleghi dell'Università del Wisconsin a Madison in un articolo sull'ultimo numero del New Journal of Physics nel quale hanno proposto la costruzione di un computer completamente meccanico, le cui unità avrebbero dimensioni dell'ordine del nanometro. Queste unità dovrebbero essere costruite in materiali piezoelettrici estremamente duri, come il diamante, che cambiano forma quando sono attraversati da una corrente elettrica. Le unità potrebbero essere integrate negli usuali chip a silicio e opererebbero essenzialmente spingendosi e tirandosi l'un l'altra secondo strutture atte a creare interruttori logici e unità di memoria.
Il punto essenziale, secondo i ricercatori, è che queste unità nanomeccaniche occuperebbero uno spazio pari a un millesimo di quello necessario ai transistor tradizionali e, a parità di volume, un chip potrebbe contenerne molti di più, mentre la distanza minima fra le porte logiche porterebbe a un incremento della velocità operativa.
Fra gli ulteriori vantaggi elencati dagli operatori vi sarebbero inoltre il minor fabbisogno di energia per il funzionamento, il minor calore prodotto, con il conseguente alleviamento del problema del raffreddamento dei circuiti, la capacità di poter operare comunque a temperature più elevate e una maggiore resistenza ai salti di tensione. In altri termini: potrebbero funzionare in condizioni ambientali decisamente proibitive per i computer che adottano le tecnologie classiche.
preso da Le Scienze (http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1309156)
l'articolo originale può essere scaricato da QUI (http://www.iop.org/EJ/article/-search=25976499.1/1367-2630/9/7/241/njp7_7_241.pdf) (file in formato PDF 456 Kb) :O
e per costruire in serie del processori del genere come si fa :confused: