Jeegsephirot
27-07-2007, 13:09
RAT-MAN
Titolo originale: "Ratman", di Leo Ortolani.
Nazionalità: italiana.
Autore: Leonardo Ortolani (testi, disegni e lettering), Lorenzo Ortolani (colori copertine)
da: iafol.org
E' un fumetto divertentissimo. Ortolani sembra conoscere tutte o quasi le sfumature della comicità: assistiamo così a gag fulminanti (alla guida di un furgone: "Cavoli, hai mancato quel cieco per un soffio!" "Eh, non ho più la mira di una volta..."), o a situazioni pazientemente costruite ad inizio albo per poi deflagrare verso la fine, a comicità di tipo slapstick (cioè la comicità fisica alla "oggi le comiche"... l'episodio "Weekend di Torrone" ne è un ottimo esempio), all'houmour nero (al limite del discutibile), all'affettuosa autoironia, al metodo dell'anticlimax (far crescere la tensione fino allo spasimo per poi fare sgonfiare tutto dicendo la cosa sbagliata al momento giusto... guardare il finale di "La Minaccia Verde" per credere) fino ad arrivare anche a qualche grossolanità (parlando col proprio clone: "Siamo diversi, hai ereditato gli occhi azzurri della mamma!" "E da chi ho ereditato questo animalone che ho nelle..." "OK, OK, SIAMO DIVERSI!" O ancora, un'"amica" di Cinzia: "Questo è il leopardo... e questa è la coda!").
I personaggi offrono molti appigli alle situazioni comiche, specialmente il Ratto e Brakko, forti(?) di un'idiozia sconfinata, il bastardissimo cane Svarzeneggher, il "tormentone" Cinzia.
Spesso la comicità si fa molto feroce: destarono particolare scalpore una battuta su Steve Reeves e un "omaggio" a Charles Shulz.
Però Rat-Man non è solo questo: già nel secondo numero, "La Minaccia Verde", si nota la prima crepa nella demenzialità della serie in una tavola di grande lirismo.
E più avanti, nella trilogia del ritorno, comincia un lavoro di costruzione del Rat-Man come personaggio a tutto tondo che offrirà momenti di rara delicatezza e di eccezionale garbo nel tratteggiare personaggi al limite, come per esempio Cinzia, che passa da "pazzie d'amore" da checca isterica a momenti di grande imbarazzo quando si sente rifiutato/a.
O Brakko, che da idiota completo passa, ad un esame più profondo, allo status di anima candida.
Un tema portante della serie diviene la feroce solitudine del Ratto.
Assistiamo così a storie di un equilibrio straordinario come "Rat-Man vs. Erinni" dove il tema della solitudine viene inizialmente sviscerato con parole toccanti, per poi passare ad una serie di gag una più esilarante dell'altra, fino a ribaltare in tono comico le parole drammatiche dell'inizio.
Oppure la già citata trilogia del ritorno, dove si comprende appieno perché Ortolani è detto "il più grande autore Marvel vivente".
E' questa infatti una storia favolosa (secondo me tutt'ora la migliore, fra le saghe del Ratto) scritta perfettamente in stile Marvel, con grandi rivelazioni, tradimenti, spietati personaggi che tramano nell'ombra, ed un vecchio amore.
Eppure anche in questa saga la comicità è irresistibile, con un duetto fra Rat-Man e Cinzia eccezionale.
Spesso sopraffina la tecnica narrativa. Forte del fatto delle origini parodistiche del personaggio Ortolani cita a tutto spiano, ma mai banalmente. Da buon cinefilo conosce il linguaggio ed i topoi cinematografici, nonché i grandi classici, e ne importa le atmosfere, giocando sulle sfumature per virarle in chiave comica. Il nostro conosce altrettanto bene le "regole" del fumetto, e spesso ne dà saggio, arrivando, nell'episodio intitolato "The R-files", al metafumetto.
Gli episodi non sono mai banali e spesso hanno contenuti che emergono ad una seconda lettura: così "Rat-Man: 1999" è leggibile come una storia sulla censura ed il bigottismo, e la trilogia della Gatta mette in piazza le manie dei collezionisti e certe bieche strategie di mercato.
Ottimo anche il disegno, un omaggio allo stile di Kirby sia nel dinamismo, sia nell'impostazione della tavola, sia nell'inchiostrazione, anche se i personaggi sono quanto di più lontano possibile dai canoni kirbyani. Eppure l'effetto è assicurato: vedere "L'Araldo" per credere.
A mio giudizio, pur se assistiamo a qualche raro passo falso, considerando la serie nella sua interezza possiamo tranquillamente parlare di capolavoro.
Non ho saputo trovare di meglio per descrivere Rat-Man, quello che posso aggiungere è che qualsiasi numero o albo speciale che leggiate di questo fumetto rischierete ogni volta di MORIRE letteralmente dal ridere (con una media di una risata ogni due pagine). Il vero orgoglio italiano nei fumetti è proprio Rat-Man!
Titolo originale: "Ratman", di Leo Ortolani.
Nazionalità: italiana.
Autore: Leonardo Ortolani (testi, disegni e lettering), Lorenzo Ortolani (colori copertine)
da: iafol.org
E' un fumetto divertentissimo. Ortolani sembra conoscere tutte o quasi le sfumature della comicità: assistiamo così a gag fulminanti (alla guida di un furgone: "Cavoli, hai mancato quel cieco per un soffio!" "Eh, non ho più la mira di una volta..."), o a situazioni pazientemente costruite ad inizio albo per poi deflagrare verso la fine, a comicità di tipo slapstick (cioè la comicità fisica alla "oggi le comiche"... l'episodio "Weekend di Torrone" ne è un ottimo esempio), all'houmour nero (al limite del discutibile), all'affettuosa autoironia, al metodo dell'anticlimax (far crescere la tensione fino allo spasimo per poi fare sgonfiare tutto dicendo la cosa sbagliata al momento giusto... guardare il finale di "La Minaccia Verde" per credere) fino ad arrivare anche a qualche grossolanità (parlando col proprio clone: "Siamo diversi, hai ereditato gli occhi azzurri della mamma!" "E da chi ho ereditato questo animalone che ho nelle..." "OK, OK, SIAMO DIVERSI!" O ancora, un'"amica" di Cinzia: "Questo è il leopardo... e questa è la coda!").
I personaggi offrono molti appigli alle situazioni comiche, specialmente il Ratto e Brakko, forti(?) di un'idiozia sconfinata, il bastardissimo cane Svarzeneggher, il "tormentone" Cinzia.
Spesso la comicità si fa molto feroce: destarono particolare scalpore una battuta su Steve Reeves e un "omaggio" a Charles Shulz.
Però Rat-Man non è solo questo: già nel secondo numero, "La Minaccia Verde", si nota la prima crepa nella demenzialità della serie in una tavola di grande lirismo.
E più avanti, nella trilogia del ritorno, comincia un lavoro di costruzione del Rat-Man come personaggio a tutto tondo che offrirà momenti di rara delicatezza e di eccezionale garbo nel tratteggiare personaggi al limite, come per esempio Cinzia, che passa da "pazzie d'amore" da checca isterica a momenti di grande imbarazzo quando si sente rifiutato/a.
O Brakko, che da idiota completo passa, ad un esame più profondo, allo status di anima candida.
Un tema portante della serie diviene la feroce solitudine del Ratto.
Assistiamo così a storie di un equilibrio straordinario come "Rat-Man vs. Erinni" dove il tema della solitudine viene inizialmente sviscerato con parole toccanti, per poi passare ad una serie di gag una più esilarante dell'altra, fino a ribaltare in tono comico le parole drammatiche dell'inizio.
Oppure la già citata trilogia del ritorno, dove si comprende appieno perché Ortolani è detto "il più grande autore Marvel vivente".
E' questa infatti una storia favolosa (secondo me tutt'ora la migliore, fra le saghe del Ratto) scritta perfettamente in stile Marvel, con grandi rivelazioni, tradimenti, spietati personaggi che tramano nell'ombra, ed un vecchio amore.
Eppure anche in questa saga la comicità è irresistibile, con un duetto fra Rat-Man e Cinzia eccezionale.
Spesso sopraffina la tecnica narrativa. Forte del fatto delle origini parodistiche del personaggio Ortolani cita a tutto spiano, ma mai banalmente. Da buon cinefilo conosce il linguaggio ed i topoi cinematografici, nonché i grandi classici, e ne importa le atmosfere, giocando sulle sfumature per virarle in chiave comica. Il nostro conosce altrettanto bene le "regole" del fumetto, e spesso ne dà saggio, arrivando, nell'episodio intitolato "The R-files", al metafumetto.
Gli episodi non sono mai banali e spesso hanno contenuti che emergono ad una seconda lettura: così "Rat-Man: 1999" è leggibile come una storia sulla censura ed il bigottismo, e la trilogia della Gatta mette in piazza le manie dei collezionisti e certe bieche strategie di mercato.
Ottimo anche il disegno, un omaggio allo stile di Kirby sia nel dinamismo, sia nell'impostazione della tavola, sia nell'inchiostrazione, anche se i personaggi sono quanto di più lontano possibile dai canoni kirbyani. Eppure l'effetto è assicurato: vedere "L'Araldo" per credere.
A mio giudizio, pur se assistiamo a qualche raro passo falso, considerando la serie nella sua interezza possiamo tranquillamente parlare di capolavoro.
Non ho saputo trovare di meglio per descrivere Rat-Man, quello che posso aggiungere è che qualsiasi numero o albo speciale che leggiate di questo fumetto rischierete ogni volta di MORIRE letteralmente dal ridere (con una media di una risata ogni due pagine). Il vero orgoglio italiano nei fumetti è proprio Rat-Man!