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View Full Version : dalla magistratura ecco il perché dell'emergenza rifiuti a napoli


~ZeRO sTrEsS~
26-07-2007, 14:33
Il mattino

http://www.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20070726&ediz=NAZIONALE&npag=31&file=TAGE.xml&type=STANDARD



le accuse

DANIELA DE CRESCENZO L’emergenza rifiuti è stata creata per giustificare il malfunzionamento degli impianti: è questa la tesi di fondo del Gip Saraceno. E, secondo i magistrati, l’ex commissario Bassolino,l’ ex vicecommissario Raffaele Vanoli, l'ex subcommissario Giulio Facchi, non solo non hanno mai preteso il rispetto delle clausole di appalto, ma hanno addirittura collaborato con il consorzio. Tredici anni di commissariato, cinque milioni di ecoballe fuorilegge, un miliardo e mezzo di euro spesi per fronteggiare la continua emergenza: bisogna partire dall’appalto concesso al consorzio di ditte capeggiato da Impregilo, per capire perché le nostre strade sono ancora piene di rifiuti. Nel 1994 dichiarato lo «stato di emergenza», il governo nomina il primo commissario. È solo nel ’96 che i poteri si ampliano e passano al presidente della Regione che in quel momento in Campania è Antonio Rastrelli. Ed è la sua amministrazione che organizza il bando di gara per appaltare la gestione di un ciclo integrato dei rifiuti. Le procedure vanno avanti con il suo successore, Andrea Losco (Udeur) e vengono concluse da Antonio Bassolino (Ds) che nel 2000 firma con il consorzio un contratto, che, ha sostenuto il gip Rosanna Saraceno nella sua ordinanza, non sarà mai rispettato dalle ditte né disdetto dal commissariato. Impregilo e soci hanno costruito sette impianti di produzione di combustibile derivati dai rifiuti. Avrebbero dovuto anche edificare due impianti per la termovalorizzazione del combustibile, ma ne hanno realizzato uno solo, quello contestatissimo di Acerra. Le imprese avrebbero dovuto anche gestire tutti i rifiuti prodotti in Campania trasformandone il 32 per cento in combustibile, il 33 per cento in compost destinato al recupero ambientale. Il 3 per cento dovevano essere scarti ferrosi. Solo il 14 per cento doveva finire in discarica. Ma, è la tesi dei magistrati che si sono serviti di numerose perizie tecniche, quella che esce dagli impianti di cdr è spazzatura triturata. Ed è da qui che nasce l’esigenza costante di nuove cave dove smaltire i rifiuti. Il materiale prodotto dai cdr doveva avere per contratto al massimo il 15 per cento di umidità. Il decreto Ronghi prevede una percentuale del 25 per cento. La spazzatura che prodotta agli inceneritori supera il 30. E la quantità di immondizia che esce dai sette inceneritori è maggiore di quella in entrata a causa degli additivi. In compenso solo per ospitare le cosiddette ecoballe bisogna occupare 40 mila metri quadrati ogni mese. E così il commissariato ha speso finora milioni di euro per inviare le balle al nord o addirittura all’estero. In attesa di costruire l’impianto di Acerra le ditte appaltatrici avrebbero dovuto smaltire le ecoballe a proprie spese, ma il commissariato non ha preteso il rispetto della clausola contrattuale. Non basta. Il subappalto del trasporto di materiali prodotti dagli impianti era vietato, ma solo sulla carta. Le numerose emergenze hanno fatto proliferare le deroghe e il servizio è stato affidato a una partecipata dei Comuni dell’area Nord (Impregeco), che non avendo, però, i mezzi necessari lo ha a sua volta subappaltato a una miriade di padroncini. L’emergenza, poi, giustifica fitti e subappalti senza gare: e i costi lievitano. Perciò la Campania sommersa dalla spazzatura paga la tassa sui rifiuti più cara d’Italia.

gigio2005
26-07-2007, 14:44
straold

ormai mi ci sono rassegnato...l'ha detto pure il nuovo commissario...dovremo convivere con la monnezza fino al 2009......(chissa' se in uganda e' cosi'...boh)

ma sicuramente la colpa e' dei napoletani