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22-07-2007, 14:18
12 luglio - Dopo aver fornito l’addestramento di base a 11.000 poliziotti a Nassiryah e dintorni, i carabinieri tornano in Iraq per istruire le forze d’élite della polizia di Baghdad. Sei mesi dopo la conclusione dell’operazione Antica Babilonia il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha annunciato il 28 giugno l’avvio di una nuova missione militare in Iraq durante l’incontro con il suo omologo iracheno, Mohammed Jasim Al Mafriji, in visita ufficiale a Roma. Un nucleo dell’Arma è già arrivato a Baghdad per mettere a punto i dettagli della missione che dovrebbe prendere il via a settembre. Le necessità della Iraqi National Police riguardano soprattutto i settori investigativo, antisommossa e antiguerriglia. I carabinieri sono considerati anche dagli statunitensi la migliore forza di polizia a status militare del mondo, grazie anche all’esperienza maturata con l’impiego delle unità MSU (Multinational Specialized Unit) nei Balcani e nella provincia irachena del Dhiqar. Anzi, secondo indiscrezioni, la nuova missione addestrativa sarebbe state richiesta direttamente dal Comando statunitense a Bagdad che già nel 2003, subito dopo la caduta di Saddam Hussein, aveva chiesto invano all'italia di fornire un consistente contingente dell'Arma per riorganizzare il comparto della sicurezza in Iraq. Da settembre alcune decine di istruttori e consiglieri, provenienti in gran parte dal reggimento carabinieri paracadutisti “Tuscania” e dalla Seconda Brigata Mobile dell'Arma, si occuperanno per almeno due anni di selezionare e addestrare alcuni battaglioni di polizia irachena strutturati sul modello delle MSU, composti cioè da circa 400 effettivi suddivisi tra unità mobili, logistiche, investigative e di comando. Il supporto fornito dall’Arma consentirà di preparare non meno di due brigate e inoltre di formare i quadri iracheni che a loro volta addestreranno altri battaglioni di agenti sotto la supervisione degli esperti italiani. Pur ritirando il contingente da Nassiryah per sottolineare la “discontinuità” con il precedente governo di centro-destra, l’Unione ha mantenuto diversi programmi di cooperazione militare con Baghdad. Ufficiali iracheni studiano nelle scuole militari italiane, la marina ha ricevuto in dono alcune motovedette dismesse dalle Capitanerie di porto mentre a Rustamiyah, nei pressi di Baghdad, una trentina di istruttori italiani lavorano all’accademia istituita dalla NATO per formare i nuovi ufficiali iracheni. Un'Accademia nella quale il ruolo italiano non è certo di basso profilo considerato che un generale di divisione dell'Esercito, attualmente Alessandro Pompegnani, ricopre l'incarico di vice comandante. La "discontinuità" sembra quindi riguardare non tanto le finalità quanto la continuità e la coerenza dell’impegno militare italiano a favore dell’Iraq. Dopo aver addestrato le forze di polizia nel Dhiqar, il ritiro della MSU dei carabinieri con l’intero contingente Antica Babilonia ha privato gli agenti iracheni dei consulenti che verificavano anche efficienza e affidabilità con il risultato che oggi molti poliziotti a Nassiryah rispondono direttamente alle milizie dei partiti sciiti e non alle istituzioni irachene. Un aspetto che di fatto vanifica tre anni di lavoro svolto dall'operazione Antica Babilonia. La nuova missione, pur se addestrativa, non è certo priva di rischi soprattutto tenendo conto dell’escalation delle azioni terroristiche e delle crescenti perdite statuntensi e alleate in Iraq. L'arrivo di altri militari italiani non riguarderà però Nassiryah dove continuano ad operare una mezza dozzina di tecnici italiani del Provincial Reconstruction Team, l'Unità di Supporto alla Ricostriuzione guidata da Anna Prause che gestisce progetti infrastrutturali e di formazione nel Dhiqar. Il personale nazionale e straniero del PRT a guida italiana vive all'interno della base alleata di Tallil, scortato e protetto da truppe americane e australiane in attesa che entri in vigore un contratto siglato con la società di sicurezza privata britannica Aegis del valore di 3 milioni di euro.
Gianandrea Gaiani
Gianandrea Gaiani