Igor
18-07-2007, 11:35
http://www.canisciolti.info/news_dettaglio.php?id=6654
Omicidio Borsellino: Procura di Caltanissetta indaga su apparati deviati dei servizi segreti
La procura della Repubblica di Caltanissetta indaga sul probabile coinvolgimento di apparati deviati dei servizi segreti nella strage di via d'Amelio in cui morì il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. La notizia è stata confermata all'ANSA da ambienti qualificati. Il procuratore aggiunto, Renato Di Natale, coordina l'inchiesta sui mandanti occulti della strage avvenuta il 19 luglio 1992.
comunque il
Secondo l'ipotesi degli inquirenti ci potrebbe essere la mano di qualcuno degli apparati deviati dei servizi segreti che ha forse avuto un ruolo nell'attentato. Questa pista di indagine, che in un primo momento era stata accantonata ed archiviata, è stata ripresa nei mesi scorsi dagli investigatori in seguito a nuovi input d'indagine.
I magistrati stanno valutando una serie di documenti acquisiti dalla procura di Palermo e che riguardano il telecomando che potrebbe essere stato utilizzato dagli attentatori. A questo apparecchio è collegato un imprenditore palermitano. I processi che si sono svolti in passato hanno solo condannato gli esecutori materiali della strage, ma nulla si è mai saputo su chi ha premuto il pulsante che ha fatto saltare in aria Borsellino e gli agenti di scorta.
Un altro elemento sul quale è puntata l'attenzione degli inquirenti, è "la presenza anomala" di un agente di polizia in via d'Amelio subito dopo l'esplosione. Si tratta di un poliziotto - già identificato dai magistrati - che prima della strage era in servizio a Palermo, ma venne trasferito a Firenze alcuni mesi prima di luglio dopo che i colleghi avevano scoperto da una intercettazione che aveva riferito "all'esterno" i nomi dei poliziotti di una squadra investigativa che indagava a San Lorenzo su un traffico di droga.
Ci sono ancora non pochi nodi da sciogliere sulla morte di Falcone e Borsellino, in particolare sull'esistenza o meno dei mandanti occulti. Non si può ignorare comunque il fatto che dopo il maxi-processo di Palermo, lo Stato anzichè sostenere maggiormente i due giudici, finì con l'ostacolarli e lasciarli soli.
Come scrive Alexander Stille nel suo libro "Cadaveri Eccellenti", ricordando la storia del più grande processo anti-mafia mai celebrato, il maxi-processo di Palermo e dei due magistrati che lo hanno reso possibile, riportando una clamorosa vittoria nella lotta contro la mafia, in un altro Paese “gli artefici di una tale vittoria sarebbero stati considerati un patrimonio nazionale. Dopo aver vinto la prima battaglia a Palermo, ci si sarebbe aspettato che Falcone e i suoi colleghi fossero messi nelle condizioni di vincere la guerra. Invece in Italia avvenne proprio il contrario”
Omicidio Borsellino: Procura di Caltanissetta indaga su apparati deviati dei servizi segreti
La procura della Repubblica di Caltanissetta indaga sul probabile coinvolgimento di apparati deviati dei servizi segreti nella strage di via d'Amelio in cui morì il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. La notizia è stata confermata all'ANSA da ambienti qualificati. Il procuratore aggiunto, Renato Di Natale, coordina l'inchiesta sui mandanti occulti della strage avvenuta il 19 luglio 1992.
comunque il
Secondo l'ipotesi degli inquirenti ci potrebbe essere la mano di qualcuno degli apparati deviati dei servizi segreti che ha forse avuto un ruolo nell'attentato. Questa pista di indagine, che in un primo momento era stata accantonata ed archiviata, è stata ripresa nei mesi scorsi dagli investigatori in seguito a nuovi input d'indagine.
I magistrati stanno valutando una serie di documenti acquisiti dalla procura di Palermo e che riguardano il telecomando che potrebbe essere stato utilizzato dagli attentatori. A questo apparecchio è collegato un imprenditore palermitano. I processi che si sono svolti in passato hanno solo condannato gli esecutori materiali della strage, ma nulla si è mai saputo su chi ha premuto il pulsante che ha fatto saltare in aria Borsellino e gli agenti di scorta.
Un altro elemento sul quale è puntata l'attenzione degli inquirenti, è "la presenza anomala" di un agente di polizia in via d'Amelio subito dopo l'esplosione. Si tratta di un poliziotto - già identificato dai magistrati - che prima della strage era in servizio a Palermo, ma venne trasferito a Firenze alcuni mesi prima di luglio dopo che i colleghi avevano scoperto da una intercettazione che aveva riferito "all'esterno" i nomi dei poliziotti di una squadra investigativa che indagava a San Lorenzo su un traffico di droga.
Ci sono ancora non pochi nodi da sciogliere sulla morte di Falcone e Borsellino, in particolare sull'esistenza o meno dei mandanti occulti. Non si può ignorare comunque il fatto che dopo il maxi-processo di Palermo, lo Stato anzichè sostenere maggiormente i due giudici, finì con l'ostacolarli e lasciarli soli.
Come scrive Alexander Stille nel suo libro "Cadaveri Eccellenti", ricordando la storia del più grande processo anti-mafia mai celebrato, il maxi-processo di Palermo e dei due magistrati che lo hanno reso possibile, riportando una clamorosa vittoria nella lotta contro la mafia, in un altro Paese “gli artefici di una tale vittoria sarebbero stati considerati un patrimonio nazionale. Dopo aver vinto la prima battaglia a Palermo, ci si sarebbe aspettato che Falcone e i suoi colleghi fossero messi nelle condizioni di vincere la guerra. Invece in Italia avvenne proprio il contrario”