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View Full Version : Jethro Tull a Civitella del Tronto


strat09
02-07-2007, 22:38
spendo due righe per far rosicare tutti gli appassionati di rock che si sono persi, domenica 1 luglio, una notevole performance dei mitici JT...:p

tanto per cominciare la location, nella fortezza di civitella del tronto (teramo): Ian Anderson e soci si sono esibiti nella piazza d'armi, di fronte a 2500 persone, circondati dall'imponente massiccio del Gran Sasso e con vista sul mare

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ma passiamo alla formazione: Ian si porta dietro oltre al fedelissimo Martin Barre, Doan Perry alla batteria, David Goodier al basso e il relativamente giovane John O'Hara alla tastiera.

il concerto si apre con il classico blues "someday the sun won't shine for you", poi "living in the past", "jack in the green", che non hanno certo bisogno di presentazioni, a cui segue "the donkey and the drum", quindi una splendida "thick as a brick", tanto dolce ed intima nella prima parte quanto corposa ed aggressiva nella seconda. si vira sul folk/medievale con un "madrigale" ("pastime with good company") e "mother goose", per tornare sull'hard rock con "sweet dreams", quindi di nuovo sulla classica con "bourèe".
dopo l'omaggio a Bach segue la strumentale "steal" e un'ottima "farmer on the freeway". è ora la volta di virare sul progressive con una bellissima "stairway to aqualung". che c'entra stairway? era il simpatico modo di Ian per annunciare un'introduzione strumentale di 8 minuti al brano più rappresentativo dei Tull.
quindi un curioso american mix, tributo a emerson, lake & palmer. la mai-come-ora opportuna "my god" (the bloody church...) ed una stupenda "budapest" chiudono temporaneamente il concerto, in attesa del bis: la classica "Locomotive Breath" e dopo 2 ore piene, senza una pausa, il 60enne Ian saluta contento e soddisfatto come un bambino.
è suo il 39esimo anno di tour.

infine le pagelle:
sezione ritmica buona, non eccezionale, un po' deludente a mio avviso il suono del basso (un po' freddo).
O'Hara alla tastiera e fisarmonica è una piacevole sorpresa (è il suo primo anno con i Tull), condita da soli davvero originali. ha stile.
Martin Lancelot Barre si diverte, sorride durante gli assoli, oserei dire che con il passare degli anni è migliorato come un buon vino, sebbene abbia perso l'aggressività dei primi anni di carriera. il suono è per me splendido: pieno, corposo, fluido, mai impastato e confuso. direte voi, con una PRS, testate Soldano e casse Marshall son capace pure io. ma il Barre ha tocco. ottimo
infine il menestrello: in splendida forma, la voce soffre un po' sugli acuti (ha 60 anni però!) ma al flauto è pazzesco, dà il meglio di se. semplicemente unico ed inimitabile, impossibile non emozionarsi.

a breve cercherò di mettere qualche video registrato con la digitale

ciao :)