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View Full Version : Cosa significa ''Essere se stessi''???


giorno
30-06-2007, 16:56
Ciao a tutti:)
E' da parecchio tempo che mi sto chiedendo cosa significhi la frase ''essere se stessi'',perche' sinceramente io ho un carattere molto ambiguo,per cui molti miei conoscenti spesso mi appellano con aggettivi del tipo ''falso'' ''meschino'' ''egoista''.
Io sinceramente ho voglia di cambiare,perche' il mio ''status'' attuale non e' che mi piaccia troppo,anche io mi accorgo che......quando dico una cosa,molte volte non la penso.......e quando penso una cosa molte volte non la dico.

Cioe',vorrei essere ''piu' me stesso'',ma non capisco a fondo il significato di ''me stesso''.:)


Qualcuno di voi ha mai attraversato situazioni analoghe?e se si,come avete reagito?
Avete qualche consiglio da darmi su come migliorare la mia persona?

Brightblade
30-06-2007, 17:11
Ciao a tutti:)
E' da parecchio tempo che mi sto chiedendo cosa significhi la frase ''essere se stessi'',perche' sinceramente io ho un carattere molto ambiguo,per cui molti miei conoscenti spesso mi appellano con aggettivi del tipo ''falso'' ''meschino'' ''egoista''.
Io sinceramente ho voglia di cambiare,perche' il mio ''status'' attuale non e' che mi piaccia troppo,anche io mi accorgo che......quando dico una cosa,molte volte non la penso.......e quando penso una cosa molte volte non la dico.

Cioe',vorrei essere ''piu' me stesso'',ma non capisco a fondo il significato di ''me stesso''.:)


Qualcuno di voi ha mai attraversato situazioni analoghe?e se si,come avete reagito?
Avete qualche consiglio da darmi su come migliorare la mia persona?

Ma tu senti che ti comporti come hai descritto spinto da motivazioni create da te internamente oppure perche' sono le situazioni della vita a piegarti a quel tipo di comportamento? Secondo me non e' tanto questione di essere se stessi, ma di valutare se ci comportiamo in un certo modo perche' spinti da una motivazione che noi stessi abbiamo generato internamente oppure se ci stiamo nostro mal grado piegando di fronte alla vita (su certi eventi comunque ci possiamo fare ben poco, ma non sono quelli a cui mi riferisco).

Giusnico
30-06-2007, 17:18
Essere sè stessi è una delle tautologie più abusate del nostro tempo. Cioè è un'espressione che sembra dire qualcosa, ma in realtà non dice proprio niente. Secondo me deriva da una superficiale conoscenza della psiche umana. Il carattere di una persona non si può etichettare né definire con una sola parola (tipo: estroverso, timido, aggressivo, ecc...).
Le persone, invece di perdere tempo a piacersi o a piacere agli altri, dovrebbero badare di più a sviluppare appieno tutte le loro capacità fisiche e mentali.
Se qualcuno ti dice che sei falso, meschino, egoista, potrebbe farlo solo per metterti in soggezione e per manipolarti.

Kharonte85
30-06-2007, 17:55
Essere sè stessi è una delle tautologie più abusate del nostro tempo. Cioè è un'espressione che sembra dire qualcosa, ma in realtà non dice proprio niente. Secondo me deriva da una superficiale conoscenza della psiche umana. Il carattere di una persona non si può etichettare né definire con una sola parola (tipo: estroverso, timido, aggressivo, ecc...).
Le persone, invece di perdere tempo a piacersi o a piacere agli altri, dovrebbero badare di più a sviluppare appieno tutte le loro capacità fisiche e mentali.
Quoto

"Essere se stessi" significa anche non dover recitare una parte del copione che non ci appartiene...oppure non dover indossare nessuna "maschera" pirandelliana:

in ognuno di noi c'è una serie di contrasti tra quello che vorremmo e quello che in realtà siamo, tra quello che sembriamo agli altri e quello che realmente siamo. Pertanto l'esistenza umana è una vicenda di solitudine, di pena e di illusioni, condizionata all'esterno da tutta una serie assurda di convenzioni, e amareggiata all'interno dalla consapevolezza della falsità e delle ipocrisie a cui si deve ricorrere per restare "nel flusso di vita" della società. Tutti infatti indossiamo una "maschera", conforme a ciò che da noi si aspettano gli altri e che noi ci siamo imposti. Sconsolante è quindi il quadro di questa società, fondata sul nulla della finzione, della convinzione, del credere vero quello che si sa non essere tale. L'individuo viene travolto facilmente da questo gioco tragico e finisce per "vedersi vivere": non più vivere la vita in senso attivo e fattivo, ma lasciarsi imporre la vita, subirla come un peso. A questo punto l'individuo, che si è visto vivere, si ribella, ma si tratta di una ribellione solo momentanea, infatti i personaggi che si ribellano alla forma finiscono per riaccettare la loro situazione perché in effetti non ci sono alternative, oppure succede che si precipiti nella pazzia senza più uscirne. In genere i personaggi di Pirandello sono degli associali perché capiscono che la vita sociale non ha spontaneità, immediatezza; ci sono però delle situazioni sociali inevitabili, una di queste è la famiglia, che non appare un luogo di serenità, tranquillità e pace, ma che diventa invece un luogo di tensione, un ambiente pieno di ipocrisie, di menzogne. Nei personaggi pirandelliani è venuto soprattutto un indebolimento dell' "io": l'uomo ha perso coscienza di se stesso (già la psicanalisi glielo ha dimostrato), questo "io" ha perso la sua forza nei confronti delle tradizioni sociali; quest'indebolimento dell' "io" è caratteristica non solo di Pirandello, ma in generale del Decadentismo.

http://www.itcbz.it/didattica/archivio/decadentismo/pirandello.htm

e

Nella vita e nel suo flusso eterno, Pirandello avverte da un lato disordine, casualità e caos, dall’altro percepisce disgregazione e frammentazione. Questi elementi, però, non si fermano alla realtà esterna: anche l’individuo, al suo interno, manca di unità e di compattezza, si sfalda e si disgrega in frammenti incoerenti. Tuttavia, secondo lo scrittore, ciascuno di noi tende a fissarsi e irrigidirsi in una forma che vorrebbe presentarsi come unitaria, organica e compatta. Inoltre, tutti coloro che ci osservano, ci attribuiscono una forma diversa da quella in cui noi stessi ci riconosciamo; per di più, anche la società, con le sue regole e istituzioni, ci impone una "maschera". Di conseguenza, ognuno tende a deformare la realtà secondo la personale visione del mondo, e l’immagine di ciascuno cambia con il mutare della prospettiva. Solo l’ipocrisia delle istituzioni, delle ideologie e delle regole che l’uomo stesso si è dato tiene uniti questi frammenti in una apparenza, dietro la quale tuttavia scorre inarrestabile la vita. L’uomo, a dispetto dei suoi sforzi, non riesce a penetrare fino in fondo nel labirinto delle apparenze, né a conoscere ciò che è racchiuso in quelle forme di cui egli è responsabile ma anche prigioniero; per questo si dibatte, impotente, nella loro trappola, ed è costretto a subire quelle leggi che sente false, ma che rappresentano la sua unica possibile identità.

http://www.csssstrinakria.org/pirandello.htm

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