INTERNaTO89
27-06-2007, 10:47
Sicuramente alcuni di voi hanno sentito parlare e letto della lista "iMille" che si presenterà alle Primarie del 14 ottobre per l'Assemblea Costituente.
Vorrei sottoporvi un articolo a riguardo, curioso di vedere se si tratta di una posizione condivisa:
Seguo il blog di Scalfarotto da quando l’ho conosciuto per la candidatura alle Primarie dell’Unione.
E non ho fatto a meno di leggere dell’avvicendamento che ha portato alla costituzione della lista “iMille“, con lui e tanti altri “esponenti della Società Civile”, guardando inzialmente al progetto con un grado di interesse rilevante.
Ma non posso fare a meno di buttar giù qualche nota che ha la pretesa di essere unicamente costruttiva:
- il blog de iMille risulta altamente confuso: né un “chi siamo” né un “cosa vogliamo” o “perché esistiamo”, solo una serie di post con diversi autori e, soprattutto, piuttosto generici, non risparmiando una infarinatura di qualunquismo; nell’ultimo post in home page si scopre che si tratta di una lista che parteciperà alle primarie per la costituente del Partito Democratico;
- non è ben chiaro lo scopo dei Mille: se da una parte si chiede (fin dall’espressione nell’header del blog “it’s time for them to go”) il ritiro a vita privata dell’attuale classe dirigente politica, dall’altra non si è chiari su chi dovrebbe sostituire queste persone e, soprattutto, quali idee e programmi vuole portare avanti;
- scopro che esiste la categoria “Idee” all’interno del blog. Clicco e leggo una serie di post tra cui: un buon Luca Sofri che toppa clamorosamente criticando un Governo sotto l’unico aspetto davvero non criticabile: l’operato del Ministro degli Esteri; un timido, ed unico, post di “contenuti” per la lista iMille di Adinolfi. Il post più commentato (22 commenti) è il post che riguarda le regole per le Primarie del 14 ottobre;
- come spesso accade ultimamente, si dà per assodato che esponenti della società civile siano per forza di cose più in gamba rispetto all’attuale classe politica. Permettetemi di dissentire. Non per difendere strenuamente una casta politica che vede gli impresentabili presenti in Parlamento, ma perché non vedo come dirigenti internazionali, professori prestigiosi e cervelli in fuga (questa è l’impressione che ci si fa leggendo dei “Mille” che hanno dato inizio a quest’avventura) possano in qualche modo essere buttati a far politica (quasi a casaccio) non avendo mai vissuto quel periodo formativo e *indispensabile* che si chiama militanza politica: dalle riunioni, al volantinaggio, ai congressi, alle manifestazioni ecc ecc. Francamente mi riesce difficile pensare, a prescindere dai contenuti e dalle idee (non posso dare un giudizio se non trovo per ora contenuti nei Mille), che qualcuno possa preferire un perfetto sconosciuto (che, per carità, sarà anche un illustrissimo professionista nel suo ambito, ma che non ha alcuna esperienza politica alle spalle) dei Mille a dirigenti quali Veltroni, Fassino, D’Alema, Finocchiaro, Bersano, Chiamparino, Violante e tantissimi altri;
- se l’arma e lo strumento di propagando politica deve essere il Web, è meglio rinunciare da subito. E’ risaputo che il popolo del web, in Italia, non ha alcun peso politico rilevante. E non lo avrà per almeno i prossimi dieci anni. Meglio mettersi l’anima in pace. Non si sfida efficacemente con il Web una macchina organizzativa elettorale storica e d’esperienza.
- in più parti si sventola orogogliosamente l’esperienza di Ivan Scalfarotto nelle primarie dell’Unione. Ecco, appunto. Quello di Ivan è sicuramente un tentativo apprezzabile e coraggioso, ma non può rappresentare un modello. Proprio perché il risultato di quella candidatura non è stato altro che una costruttiva esperienza che rimarrà nel bagaglio personale del candidato, e basta. Rappresentare lo zerovirgolaqualcosa non porta da nessuna parte. Abbiamo visto in Italia più tentativi di “rivoluzionare” la politica: da Ivan a Dario Fo candidato sindaco a Milano (ma lì non ci ha creduto mai nessuno, né lo stesso Dario) a Rita Borsellino per la guida della Regione Sicilia (e qui l’incapacità politica della candidata ha fatto sì che si è rimasti staccati addirittura di 10 punti da un noto delinquente che porta il nome di Cuffaro) e tanti altri. iMille nascono per rappresentare lo zerovirgolaqualcosa anche questa volta?
- se da una parte si invocano le genti e le grandi masse da coinvolgere in una lista aperta e democratica, dall’altra lo snocciolamento di nomi di intellettuali e dirigenti dà quasi l’impressione di una lista elitaria, nel quale una serie di ottimi teorici, prevalentemente cervelli in fuga, può facilmente perdere il contatto con la realtà in un clima di autoreferenzialità;
- ma allora come cambiare la politica? Semplicemente iniziando a farne parte. Per rovesciare un sistema o si è abbastanza forti per imporre la propria linea (e non è sicuramente il caso dei Mille) oppure si deve sottostare alla “legge” politica fino a quando non si occupano posizioni di rilievo per poter cambiare davvero lo stato delle cose. Questo non significa affatto sporcarsi il camice bianco nella stanza dei bottoni, ma, anzi, cercare di conoscere davvero ciò che si vuole cambiare.
In definitiva: iMille, per come sono impostati finora, deludono quanto e più del Partito Democratico stesso.
Fonte: http://www.leonardovaghaye.net/2007/06/26/imille-non-cambieranno-la-politica/
Vorrei sottoporvi un articolo a riguardo, curioso di vedere se si tratta di una posizione condivisa:
Seguo il blog di Scalfarotto da quando l’ho conosciuto per la candidatura alle Primarie dell’Unione.
E non ho fatto a meno di leggere dell’avvicendamento che ha portato alla costituzione della lista “iMille“, con lui e tanti altri “esponenti della Società Civile”, guardando inzialmente al progetto con un grado di interesse rilevante.
Ma non posso fare a meno di buttar giù qualche nota che ha la pretesa di essere unicamente costruttiva:
- il blog de iMille risulta altamente confuso: né un “chi siamo” né un “cosa vogliamo” o “perché esistiamo”, solo una serie di post con diversi autori e, soprattutto, piuttosto generici, non risparmiando una infarinatura di qualunquismo; nell’ultimo post in home page si scopre che si tratta di una lista che parteciperà alle primarie per la costituente del Partito Democratico;
- non è ben chiaro lo scopo dei Mille: se da una parte si chiede (fin dall’espressione nell’header del blog “it’s time for them to go”) il ritiro a vita privata dell’attuale classe dirigente politica, dall’altra non si è chiari su chi dovrebbe sostituire queste persone e, soprattutto, quali idee e programmi vuole portare avanti;
- scopro che esiste la categoria “Idee” all’interno del blog. Clicco e leggo una serie di post tra cui: un buon Luca Sofri che toppa clamorosamente criticando un Governo sotto l’unico aspetto davvero non criticabile: l’operato del Ministro degli Esteri; un timido, ed unico, post di “contenuti” per la lista iMille di Adinolfi. Il post più commentato (22 commenti) è il post che riguarda le regole per le Primarie del 14 ottobre;
- come spesso accade ultimamente, si dà per assodato che esponenti della società civile siano per forza di cose più in gamba rispetto all’attuale classe politica. Permettetemi di dissentire. Non per difendere strenuamente una casta politica che vede gli impresentabili presenti in Parlamento, ma perché non vedo come dirigenti internazionali, professori prestigiosi e cervelli in fuga (questa è l’impressione che ci si fa leggendo dei “Mille” che hanno dato inizio a quest’avventura) possano in qualche modo essere buttati a far politica (quasi a casaccio) non avendo mai vissuto quel periodo formativo e *indispensabile* che si chiama militanza politica: dalle riunioni, al volantinaggio, ai congressi, alle manifestazioni ecc ecc. Francamente mi riesce difficile pensare, a prescindere dai contenuti e dalle idee (non posso dare un giudizio se non trovo per ora contenuti nei Mille), che qualcuno possa preferire un perfetto sconosciuto (che, per carità, sarà anche un illustrissimo professionista nel suo ambito, ma che non ha alcuna esperienza politica alle spalle) dei Mille a dirigenti quali Veltroni, Fassino, D’Alema, Finocchiaro, Bersano, Chiamparino, Violante e tantissimi altri;
- se l’arma e lo strumento di propagando politica deve essere il Web, è meglio rinunciare da subito. E’ risaputo che il popolo del web, in Italia, non ha alcun peso politico rilevante. E non lo avrà per almeno i prossimi dieci anni. Meglio mettersi l’anima in pace. Non si sfida efficacemente con il Web una macchina organizzativa elettorale storica e d’esperienza.
- in più parti si sventola orogogliosamente l’esperienza di Ivan Scalfarotto nelle primarie dell’Unione. Ecco, appunto. Quello di Ivan è sicuramente un tentativo apprezzabile e coraggioso, ma non può rappresentare un modello. Proprio perché il risultato di quella candidatura non è stato altro che una costruttiva esperienza che rimarrà nel bagaglio personale del candidato, e basta. Rappresentare lo zerovirgolaqualcosa non porta da nessuna parte. Abbiamo visto in Italia più tentativi di “rivoluzionare” la politica: da Ivan a Dario Fo candidato sindaco a Milano (ma lì non ci ha creduto mai nessuno, né lo stesso Dario) a Rita Borsellino per la guida della Regione Sicilia (e qui l’incapacità politica della candidata ha fatto sì che si è rimasti staccati addirittura di 10 punti da un noto delinquente che porta il nome di Cuffaro) e tanti altri. iMille nascono per rappresentare lo zerovirgolaqualcosa anche questa volta?
- se da una parte si invocano le genti e le grandi masse da coinvolgere in una lista aperta e democratica, dall’altra lo snocciolamento di nomi di intellettuali e dirigenti dà quasi l’impressione di una lista elitaria, nel quale una serie di ottimi teorici, prevalentemente cervelli in fuga, può facilmente perdere il contatto con la realtà in un clima di autoreferenzialità;
- ma allora come cambiare la politica? Semplicemente iniziando a farne parte. Per rovesciare un sistema o si è abbastanza forti per imporre la propria linea (e non è sicuramente il caso dei Mille) oppure si deve sottostare alla “legge” politica fino a quando non si occupano posizioni di rilievo per poter cambiare davvero lo stato delle cose. Questo non significa affatto sporcarsi il camice bianco nella stanza dei bottoni, ma, anzi, cercare di conoscere davvero ciò che si vuole cambiare.
In definitiva: iMille, per come sono impostati finora, deludono quanto e più del Partito Democratico stesso.
Fonte: http://www.leonardovaghaye.net/2007/06/26/imille-non-cambieranno-la-politica/