tdi150cv
18-06-2007, 13:50
Presenti una quarantina di romeni, che hanno lasciato le baracche Sgomberato campo rom vicino a Chiaravalle Maiolo (Fi): «Un plauso a prefetto e questore». Lunedì in Comune
si discute del futuro dell'area grazie a una mozione bipartisan
Come annunciato da Palazzo Marino uno dei campi nomadi della zona di Chiaravalle, a sud di Milano, è stato sgomberato dalla polizia. Si trova intorno all'abbazia, all'intersezione tra via Sant'Arialdo e via San Dionigi. Era occupato da 150 nomadi, in gran parte provenienti da ex Jugoslavia e Romania. Molti di loro avevano già lasciato l'accampamento sapendo dell'intenzione del Comune. Al momento dello sgombero erano presenti una quarantina di stranieri, tutti rumeni, che se ne sono andati spontaneamente prima che le ruspe abbattessero le baracche, una ventina, in attesa di procedere allo sbancamento del terreno per evitare nuovi insediamenti. Alle donne con bambini (una decina, più 15 minori), è stata offerta l'accoglienza in alcune strutture comunali, ma la proposta è stata rifiutata.
POLIZIA SUGLI AUTOBUS - «Questi sgomberi sono mirati ad alleggerire la situazione nella zona di Chiaravalle - ha detto il vicesindaco De Corato, che ha presenziato all'operazione -. Dalla prossima settimana dovremo intervenire sulla parte più consistente di questi insediamenti». De Corato ha poi annunciato che aa venerdì, sugli autobus della linea 77 - che attraversa la zona - ci sarà una pattuglia del nucleo tutela trasporto pubblico della polizia locale per un'attività di prevenzione della microcriminalità e di gesti vandalici, a più riprese lamentati dai passeggeri. Una decisione che piacerà alla Lega, che aveva annunciato per bocca di Matteo Salvini ronde in difesa della legalità proprio sulla linea 77.
MAIOLO: «PLAUSO» - «Finalmente anche uno dei campi nomadi abusivi di Chiaravalle è stato sgomberato. Un plauso a prefetto e questore che ci stanno aiutando concretamente a ripristinare la legalità sui nostri territori» ha commentato Tiziana Maiolo, portavoce di Forza Iitalia in giunta. «I nomadi presenti a Milano non sono troppi, ma troppissimi. E non possono essere ospitati se non dimostrano di avere un lavoro, di non rubare, di mandare i bambini a scuola invece che a prostituirsi. A loro spetta l'onere della prova, se vogliono restare sui territori del milanese. Diversamente devono essere cacciati, per motivi di sicurezza. Da tempo diciamo che i campi nomadi devono rispettare la tradizione di campi-sosta, a pagamento e con servizi del modello campeggio».
TAVOLO CONGIUNTO - Ora il discorso si sposta sulla riqualificazione dell'area. Argomento che sarà trattato lunedì in Comune grazie a una mozione depositata da Carmela Rozza (Ulivo) e firmata dalla maggioranza di Palazzo Marino, rappresentata da Aldo Brandirali (Fi), Carlo Fidanza (An), Pasquale Salvatore (Udc), Claudio Santarelli (lista Letizia Moratti), Giancarlo Pagliarini e De Angelis del Gruppo Misto. Secondo Carmela Rozza è necessario «istituire un tavolo congiunto degli assessorati sicurezza, sviluppo del territorio, politiche sociali, ambiente e arredo urbano e con la Provincia per realizzare un progetto di riqualificazione e promozione di tutta l'area. Il Comune ha sgombrato la baraccopoli e la Cascina Grancia, ma ci sono ancora cinque cascine occupate abusivamente e quattro insediamenti abusivi nella zona. Lo sgombero non basta certo a ridare serenità e certezze ai 1500 cittadini residenti che lamentano aggressioni, furti e molestie. Inoltre nella mozione chiediamo la recinzione delle case comunali di via San Bernardo che ospitano ben 146 famiglie». Nella mozione, firmata anche dalla capogruppo dell'Ulivo Marilena Adamo e da Enrico Fedreghini dei Verdi, si chiede un presidio costante di polizia e vigili urbani. «Chiediamo che il Comune concordi con Provincia e Regione la definizione di un numero chiuso per Milano dei nomadi e la ricollocazione in aree da definire con Prefetto, Regione e Provincia» conclude Rozza.
PRESIDIO SUNIA - Il sindacato degli inquilini Sunia ha convocato per lunedì tutti i residenti in presidio davanti a Palazzo Marino per avere rassicurazioni sul futuro del quartiere. «Esprimiamo apprezzamento per uno sgombero che chiediamo da mesi - osserva Silvia Davite, responsabile del settore pubblico del Sunia -, ma non crediamo che questo intervento da solo possa risolvere i problemi di Chiaravalle». Per il sindacato inquilini resta aperta la questione della riqualificazione di un'area considerata degradata e afflitta da abusivismo e da un'alta percezione di insicurezza da parte dei residenti. «Questo e i futuri sgomberi - aggiunge Davite -, senza l'applicazione in tutta la città del patto di sicurezza, rischiano solo di spostare il problema. Occorre che il Comune decida dove collocare e controllare i rom sfollati, altrimenti resteranno liberi di insediarsi di nuovo a Chiaravalle o altrove». Un'altra urgenza sollevata dal sindacato è quella di una maggiore presenza delle forze dell'ordine nel quartiere. «Presidiare la linea 77 è necessario ma non sufficiente - conclude Davite -. Come è possibile che alle Colonne di San Lorenzo ci siano 40 uomini e a Chiaravalle nessuno?».
14 giugno 2007
si discute del futuro dell'area grazie a una mozione bipartisan
Come annunciato da Palazzo Marino uno dei campi nomadi della zona di Chiaravalle, a sud di Milano, è stato sgomberato dalla polizia. Si trova intorno all'abbazia, all'intersezione tra via Sant'Arialdo e via San Dionigi. Era occupato da 150 nomadi, in gran parte provenienti da ex Jugoslavia e Romania. Molti di loro avevano già lasciato l'accampamento sapendo dell'intenzione del Comune. Al momento dello sgombero erano presenti una quarantina di stranieri, tutti rumeni, che se ne sono andati spontaneamente prima che le ruspe abbattessero le baracche, una ventina, in attesa di procedere allo sbancamento del terreno per evitare nuovi insediamenti. Alle donne con bambini (una decina, più 15 minori), è stata offerta l'accoglienza in alcune strutture comunali, ma la proposta è stata rifiutata.
POLIZIA SUGLI AUTOBUS - «Questi sgomberi sono mirati ad alleggerire la situazione nella zona di Chiaravalle - ha detto il vicesindaco De Corato, che ha presenziato all'operazione -. Dalla prossima settimana dovremo intervenire sulla parte più consistente di questi insediamenti». De Corato ha poi annunciato che aa venerdì, sugli autobus della linea 77 - che attraversa la zona - ci sarà una pattuglia del nucleo tutela trasporto pubblico della polizia locale per un'attività di prevenzione della microcriminalità e di gesti vandalici, a più riprese lamentati dai passeggeri. Una decisione che piacerà alla Lega, che aveva annunciato per bocca di Matteo Salvini ronde in difesa della legalità proprio sulla linea 77.
MAIOLO: «PLAUSO» - «Finalmente anche uno dei campi nomadi abusivi di Chiaravalle è stato sgomberato. Un plauso a prefetto e questore che ci stanno aiutando concretamente a ripristinare la legalità sui nostri territori» ha commentato Tiziana Maiolo, portavoce di Forza Iitalia in giunta. «I nomadi presenti a Milano non sono troppi, ma troppissimi. E non possono essere ospitati se non dimostrano di avere un lavoro, di non rubare, di mandare i bambini a scuola invece che a prostituirsi. A loro spetta l'onere della prova, se vogliono restare sui territori del milanese. Diversamente devono essere cacciati, per motivi di sicurezza. Da tempo diciamo che i campi nomadi devono rispettare la tradizione di campi-sosta, a pagamento e con servizi del modello campeggio».
TAVOLO CONGIUNTO - Ora il discorso si sposta sulla riqualificazione dell'area. Argomento che sarà trattato lunedì in Comune grazie a una mozione depositata da Carmela Rozza (Ulivo) e firmata dalla maggioranza di Palazzo Marino, rappresentata da Aldo Brandirali (Fi), Carlo Fidanza (An), Pasquale Salvatore (Udc), Claudio Santarelli (lista Letizia Moratti), Giancarlo Pagliarini e De Angelis del Gruppo Misto. Secondo Carmela Rozza è necessario «istituire un tavolo congiunto degli assessorati sicurezza, sviluppo del territorio, politiche sociali, ambiente e arredo urbano e con la Provincia per realizzare un progetto di riqualificazione e promozione di tutta l'area. Il Comune ha sgombrato la baraccopoli e la Cascina Grancia, ma ci sono ancora cinque cascine occupate abusivamente e quattro insediamenti abusivi nella zona. Lo sgombero non basta certo a ridare serenità e certezze ai 1500 cittadini residenti che lamentano aggressioni, furti e molestie. Inoltre nella mozione chiediamo la recinzione delle case comunali di via San Bernardo che ospitano ben 146 famiglie». Nella mozione, firmata anche dalla capogruppo dell'Ulivo Marilena Adamo e da Enrico Fedreghini dei Verdi, si chiede un presidio costante di polizia e vigili urbani. «Chiediamo che il Comune concordi con Provincia e Regione la definizione di un numero chiuso per Milano dei nomadi e la ricollocazione in aree da definire con Prefetto, Regione e Provincia» conclude Rozza.
PRESIDIO SUNIA - Il sindacato degli inquilini Sunia ha convocato per lunedì tutti i residenti in presidio davanti a Palazzo Marino per avere rassicurazioni sul futuro del quartiere. «Esprimiamo apprezzamento per uno sgombero che chiediamo da mesi - osserva Silvia Davite, responsabile del settore pubblico del Sunia -, ma non crediamo che questo intervento da solo possa risolvere i problemi di Chiaravalle». Per il sindacato inquilini resta aperta la questione della riqualificazione di un'area considerata degradata e afflitta da abusivismo e da un'alta percezione di insicurezza da parte dei residenti. «Questo e i futuri sgomberi - aggiunge Davite -, senza l'applicazione in tutta la città del patto di sicurezza, rischiano solo di spostare il problema. Occorre che il Comune decida dove collocare e controllare i rom sfollati, altrimenti resteranno liberi di insediarsi di nuovo a Chiaravalle o altrove». Un'altra urgenza sollevata dal sindacato è quella di una maggiore presenza delle forze dell'ordine nel quartiere. «Presidiare la linea 77 è necessario ma non sufficiente - conclude Davite -. Come è possibile che alle Colonne di San Lorenzo ci siano 40 uomini e a Chiaravalle nessuno?».
14 giugno 2007