Guille
15-06-2007, 17:33
Gli indiani delocalizzano in Italia con un brand tedesco. Così rinasce Nordmende
di Mario Cianflone
Gli indiani delocalizzano in Italia per produrre tv con un marchio tedesco. È questo in sintesi il senso della rinascita del marchio Nordmende, fulgido esempio della tecnologia «made in Germany» degli anni Settanta e Ottanta, travolto dal tracollo dell'elettronica europea sotto i colpi dell'hi-tech nipponico prima, poi taiwanese e cinese dopo. Il brand, protagonista dell'era del tubo catodico, rinasce adesso sulla scia del Flat Tv al plasma, apprezzato ma di nicchia, e della massificazione dei cristalli liquidi.
Normende-fenice, ex brand appartenente alla galassia dell'ex -gigante Thomson, torna sul mercato fin da ora con quasi 20 modelli di televisori Lcd e al plasma prodotti nello stabilimento di Anagni, ex Videocolor, pietra miliare dell'elettronica italiana ed esempio del treno perso da parte della tecnologia del Bel Paese. E si rimette in moto grazie ai capitali messi sul piatto dalla Videocon, la multinazionale indiana che ha rilevato dal gruppo Thomson molti stabilimenti (il brand francese andò 3 anni fa ai cinesi di Tcl) tra cui quello di Anagni.
L'obiettivo, si badi bene, non è assemblare televisori con componenti del Far East, bensì produrre pannelli al plasma da montare sui propri apparecchi e venduti anche ad altri produttori. Ma la sorpresa non è soltanto la conversione degli impianti dal tubo catodico al plasma, ma anche un investimento da ben un miliardo di euro per una fabbrica di pannelli Lcd in Campania, al confine con il Lazio, tra Caserta e Cassino. Un progetto per il quale è al via un finanziamento Ue e un intervento del Governo per circa il 20% dell'investimento che avrà positive ricadute sull'occupazione: 1000 posti di lavoro.
L'impianto si candida a diventare una realtà unica nell'ambito dell'industria elettronica europea e inizierà la produzione, secondo i piani, alla fine del 2009.
Resta il dubbio se convenga davvero investire in Italia e in Occidente in generale per produrre beni tipicamente realizzati in Paesi dove il costo del lavoro è ritenuto più economico. «In realtà spiega Marco Padella - direttore generale di Nordmende - sul costo di produzione di apparati complessi come i flat tv pesano i materiali e le macchine per l'assemblaggio. Due fattori, questi, che hanno un costo uniforme in tutto il mondo, mentre il maggior costo della manodopera in Italia può essere facilmente compensato con vantaggi come quelli inerenti ai minor costi di logistica o ai benefici dovuti a processi di ordine più veloci e snelli».
Fonte Il Sole 24 ore (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2007/06/nordmende.shtml?uuid=b85d38d8-1a72-11dc-ae77-00000e251029&DocRulesView=Libero)
Il ciclo si sta completando da paese che delocalizza stiamo per diventare un paese in cui delocalizzare :eek:
di Mario Cianflone
Gli indiani delocalizzano in Italia per produrre tv con un marchio tedesco. È questo in sintesi il senso della rinascita del marchio Nordmende, fulgido esempio della tecnologia «made in Germany» degli anni Settanta e Ottanta, travolto dal tracollo dell'elettronica europea sotto i colpi dell'hi-tech nipponico prima, poi taiwanese e cinese dopo. Il brand, protagonista dell'era del tubo catodico, rinasce adesso sulla scia del Flat Tv al plasma, apprezzato ma di nicchia, e della massificazione dei cristalli liquidi.
Normende-fenice, ex brand appartenente alla galassia dell'ex -gigante Thomson, torna sul mercato fin da ora con quasi 20 modelli di televisori Lcd e al plasma prodotti nello stabilimento di Anagni, ex Videocolor, pietra miliare dell'elettronica italiana ed esempio del treno perso da parte della tecnologia del Bel Paese. E si rimette in moto grazie ai capitali messi sul piatto dalla Videocon, la multinazionale indiana che ha rilevato dal gruppo Thomson molti stabilimenti (il brand francese andò 3 anni fa ai cinesi di Tcl) tra cui quello di Anagni.
L'obiettivo, si badi bene, non è assemblare televisori con componenti del Far East, bensì produrre pannelli al plasma da montare sui propri apparecchi e venduti anche ad altri produttori. Ma la sorpresa non è soltanto la conversione degli impianti dal tubo catodico al plasma, ma anche un investimento da ben un miliardo di euro per una fabbrica di pannelli Lcd in Campania, al confine con il Lazio, tra Caserta e Cassino. Un progetto per il quale è al via un finanziamento Ue e un intervento del Governo per circa il 20% dell'investimento che avrà positive ricadute sull'occupazione: 1000 posti di lavoro.
L'impianto si candida a diventare una realtà unica nell'ambito dell'industria elettronica europea e inizierà la produzione, secondo i piani, alla fine del 2009.
Resta il dubbio se convenga davvero investire in Italia e in Occidente in generale per produrre beni tipicamente realizzati in Paesi dove il costo del lavoro è ritenuto più economico. «In realtà spiega Marco Padella - direttore generale di Nordmende - sul costo di produzione di apparati complessi come i flat tv pesano i materiali e le macchine per l'assemblaggio. Due fattori, questi, che hanno un costo uniforme in tutto il mondo, mentre il maggior costo della manodopera in Italia può essere facilmente compensato con vantaggi come quelli inerenti ai minor costi di logistica o ai benefici dovuti a processi di ordine più veloci e snelli».
Fonte Il Sole 24 ore (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2007/06/nordmende.shtml?uuid=b85d38d8-1a72-11dc-ae77-00000e251029&DocRulesView=Libero)
Il ciclo si sta completando da paese che delocalizza stiamo per diventare un paese in cui delocalizzare :eek: