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View Full Version : [Anime/Manga] Monster


Jeegsephirot
13-06-2007, 13:59
Monster

Casa ed.: Planet Manga
Anno: 1995
Anno Ita: 2003
Autore: Naoki Urasawa
Sovracoperta: si
Verso lettura: giapponese
Num. pagine: 200/210
Colori o b/n: b/n


"C'era una volta un mostro che non aveva nome."
"Düsseldorf, Germania Ovest, 1986. Un giorno il dott. Kenzo Tenma ignorò l'ordine del suo superiore e, con spirito umanitario, salvò la vita di un bambino. Ecco come iniziò quest'orribile storia!"

Ci tenevo ad iniziare questo articolo con la frase che si trova nella pagina di apertura del primo tankobon di quest'opera di Naoki Urasawa. Vi chiederete perché faccio questo, e i vostri dubbi sono più che legittimi: non è un concetto di per sè particolare, nulla di diverso da tanti letti su libri, riviste, copertine di DVD, anche manga, volendo rimanere all'interno del settore di "nostra" competenza. È un'intelligente descrizione, breve ma toccante, che può essere in grado senza alcun dubbio di invogliare all'acquisto, ma nulla più. Eppure....

Eppure se io vi dicessi che oggi, arrivati al 17° numero (a solo un numero dalla conclusione del lavoro, dato che l'opera si compone di 18 volumi), e quindi a circa un anno e mezzo di distanza dalla prima volta che la lessi, essa rimbalza ancora nella mia testa in maniera ossessiva ogni qualvolta mi appresto a metter mano su uno qualunque dei libretti che compongono questa meraviglia su carta, definizione unica che riesco a trovare per questo manga? Se poi aggiungessi che ogni qualvolta questo avviene, è impossibile frenare la pelle d'oca che queste poche parole mi procurano, e un leggero brivido mi passa lungo la schiena?

Dite che esagero, o che voglio esser teatrale? Forse, ma secondo me lo dite perché non avete mai letto "Monster"...

"Il suo maggiore desiderio era avere un nome"
Düsseldorf, 1986. Il muro di Berlino è ancora lontano dall'essere abbattuto e la Germania Occidentale vive nell'agiatezza che il suo "Miracolo Economico" ha saputo donarle, quasi all'oscuro di quello che accade al di là della cortina di ferro.

"Operazione eccellente dottor Tenma!","Ha dato una grande prova del suo genio, dottor Tenma!".
Queste sono le parole che il più delle volte sente Kenzo Tenma durante la sua lunga e faticosa giornata. Egli è un neurochirurgo giapponese trasferitosi nella "locomotiva economica d'Europa", ma questo sarebbe riduttivo: non è un semplice neurochirurgo, è il miglior neurochirurgo della Clinica Eisler, punta di diamante della chirurgia tedesca.

È giovane, eppure le sue indubbie qualità gli hanno già permesso di divenire caposala in uno degli ospedali più famosi della nazione; è ben voluto dai pazienti, che dimostrano di apprezzare molto la sua umanità poco in linea con la freddezza tipica germanica e, come se non bastasse, è fidanzato con la figlia del direttore dell'ospedale nel quale opera, la bellissima e altezzosa Eva Heinemann.

Vita perfetta, si potrebbe pensare. Già, vero, se non fosse che.... Se non fosse che Tenma non riesce ad abituarsi ad un ambiente in cui il potere e la carriera la fanno da padrone e nel quale i giochi politici per emergere e occupare le posizioni al vertice sembrano avere maggior importanza della vita dei pazienti; eppure egli non fa nulla per ribellarsi.

Il suo essere succube di questo brutale modo di intendere quella che lui considera a tutti gli effetti una missione verrà sconvolto da due avvenimenti: la morte di un pover'uomo, non operato celermente solo per far spazio ad un importante cantante lirico colpito da emorragia celebrale, e una frase della sua fidanzata, convinta che "le vite non hanno tutte lo stesso valore".

Da quel momento Tenma decide di non dar più peso agli ordini dei suoi superiori, ma di trattare tutti i pazienti con coscienza e senza favoritismi alcuni. Questo lo porterà ad operare un bambino gravemente ferito alla testa da un proiettile piuttosto che il potente sindaco di Düsseldorf, che a causa di questo gesto morirà.

La carriera di Tenma sembra ormai spezzata: viene abbandonato da tutti i colleghi, dal direttore, e anche dalla fidanzata. Ma un colpo di scena è alle porte: il direttore Heinemann e due eminenti colleghi del nostro protagonista muoiono avvelenati in circostanze misteriose, portando il consiglio di amministrazione della clinica a nominare Tenma nuovo primario; e lo stesso giorno degli omicidi scompaiono dalla clinica Johan, il bambino che Kenzo aveva salvato, e la sua sorellina, ricoverata insieme a lui in stato di preoccupante shock....

"Allora egli si mise in viaggio in cerca di un nome."
Devo ammettere che non mi è facile fare una recensione di questo manga, perché ho una gran paura che, agli occhi di chi non la conosce l'opera, essa appaia nulla più che un immenso e infinito elogio ad Urasawa, e che quindi venga bollata come un articolo poco critico e molto ruffiano. Ma vi assicuro che così non è! È chiaramente più semplice per chi ha già letto qualcosa di questo autore comprendere le mie parole, me ne rendo conto, ma non credo di riuscire ad usarne altre: questo manga (ma forse dovrei allungare il termine e dire "questo mangaka") è semplicemente meraviglioso! Oggigiorno pochi autori sono al suo livello.

Spesso si dice che i manga siano apprezzati perché portano agli occhi del lettore una realtà ben diversa da quella che vive ogni giorno, nella quale esistono davvero degli eroi in grado di vincere in un modo o nell'altro, nella quale le sofferenze non sono così atroci e dagli orrori si può scappare, o comunque li si può affrontare e sconfiggerli: insomma, il luogo dove molti vorrebbero vivere, che esso sia una villetta stile "Maison Ikkoku"o un medioevo parallelo tipo "Berserk" (a seconda dei gusti!).

Beh, "Monster" invece è la realtà, nuda e cruda, con i suoi immensi problemi, le sue immense tragedie, i suoi vinti che sono molto più numerosi dei vincitori, le piccole storie di ordinaria crudeltà illuminate qua e là da personaggi umili e semplici che spesso e volentieri sono costretti a subire il giogo dell'esistenza. Un lettore "leggero" (mi si passi il termine) potrebbe pensare, scorrendo rapidamente le pagine, che si tratti di un semplice thriller dalla trama particolarmente complessa, ma cadrebbe in un terribile errore.

In primis "semplice" non è una parola che si addice ad un'opera monumentale come questa: la sceneggiatura è da film, anzi, è superiore a quella di qualsiasi film "giallo" voi possiate mai aver visto. Non vive sui colpi di scena (che pure sono molti), perché non ne ha bisogno! Le atmosfere cupe, i protagonisti ambigui nelle loro esistenze e nei loro comportamenti, le ambientazioni quasi sempre offuscate da tenebre (e non mi riferisco tanto alla mancanza di sole, quanto alla mancanza di uno spiraglio di luce in quello che sembra un luogo di sole ombre) hanno la capacità di tenere il lettore praticamente incollato alle pagine.

A questo vanno aggiunte le personalità di tutti coloro che entrano nella spaventosa macchina di morte creata da Johan , che oltre che essere tremendamente vere e reali, sono elementi cardine di tutta l'architettura creata da Urasawa: tutti coloro che si incontrano durante la lettura hanno un loro significato, profondo e complesso, e non esiste uno di loro che non dia qualcosa alla trama. Questo va sottolineato, perché capita raramente (e oserei dire mai) di incontrare un'opera, qualunque essa sia, nella quale non si possa fare a meno di nessun personaggio, sia pure esso secondario.

In "Monster" tutti sono fondamentali, perché è attraverso la conoscenza di ognuno di loro che Tenma sarà in grado di raggiungere la verità che brama come nessun'altra cosa al mondo ed è anche l'unico modo che ha il lettore di comprendere a pieno le risposte alle innumerevoli domande che il mangaka dissemina lungo tutto il percorso narrativo, quasi che noi si sia dei novelli Pollicino, intenti a seguire le bricioline di pane, sola maniera per uscire dal bosco buio e inquietante.

Ma la cosa fondamentale da capire è che non ci si trova davanti "solo" ad un magnifico psico-thriller magistralmente diretto, ma c'è molto di più di fronte agli occhi di noi lettori: grazie alle decine di storie che Urasawa intreccia nel racconto, da quelle dei protagonisti fino a quella dell'ultimo dei "comprimari", l'autore riesce perfettamente a renderci consapevoli di quali siano le mille sfaccettature della psiche umana, di quali impressionanti nevrosi possano formarsi all'interno dell'animo di un individuo qualunque che non conosce la morte, ma se la trova inaspettatamente alla sua porta, e di come l'esser ricchi o poveri, intelligenti o stolti, orchi o buoni samaritani non ci renda minimamente diversi davanti alle tragedie quotidiane che si abbattono su chiunque e non risparmiano coloro che in terra sono denominati "i primi".

Perfetto nella sceneggiatura, è a mio parere molto pregevole anche dal punto di vista grafico, con un tratto deciso, secco, estremamente realistico, adattissimo alla storia che intende raccontare. Mancano chiaramente i personaggi in "stile Clamp": i visi non sono teneri e felici con occhioni grandi e luminosi, ma scavati dalla sofferenza e dalla vecchiaia; le ambientazioni sono cupe e tenebrose e la trama prende forma in vicoli bui o in ville cupe e sinistre, all'interno dei quali nessuno vorrebbe mai trovarsi nella vita reale; bianchi e neri usati in maniera esemplare, eccellenti soprattutto le scene notturne o quelle svolte in ambienti poco illuminati. Da brividi i primi piani, soprattutto le espressione di "calma olimpica" sfoderate dal "demonio" Johan (è l'unico termine che riesco a legare al suo nome...).

Difetti non ce ne sono, se non uno: non è obiettivamente un'opera per tutti. Non lo è per due ragioni: prima di tutto per la complessità degli argomenti che va a toccare, nella quale la violenza la fa da padrone, ed in cui la morte e la sopraffazione sono all'ordine del giorno. L'autore spazia senza problema alcuno dallo spionaggio alle tematiche sessuali, dalle violenze sui minori all'intolleranza razziale, ed è facile rendersi conto che se per chi ha raggiunto una discreta maturità è una stupenda sfida letteraria, una "montagna" del genere, per un lettore troppo giovane, può essere troppo ardua da scalare, e divenire addirittura fastidiosa, tanta è la crudezza (non mancano le sequenze estremamente drammatiche e i "bagni di sangue") che ci propone.

In secondo luogo la trama è molto complessa, e questo non è solo dovuto al ramo principale lungo il quale essa scorre, ma anche, se non soprattutto, alle storie individuali di ognuno dei personaggi, nessuna facile da comprendere (e ancor meno da vivere).

Mi sia comunque permesso precisare che io non trovo assolutamente che questi siano difetti, ma, mettendomi nei panni di un ragazzo di 15 anni che deve decidere l'acquisto del manga, non posso esimermi dall'essere chiaro: questo non è un "banale" fumetto; qui ci vuole tanta voglia di capire, e tanto stomaco per sopportare.

In conclusione, suppongo di esser stato sufficientemente chiaro: questi 18 volumetti non possono, anzi, non devono mancare nella casa di un vero appassionato! Potete sistemarli lì, si, proprio lì, vicino a "20th Century Boys", l'altro capolavoro del "Maestro", e non lasciate che la polvere li attacchi, sarebbe un sacrilegio (io verrei a saperlo, e le conseguenze sarebbero nefaste...per voi!).

Credo che questa recensione (tratta da an:Zine) dica tutto, non credo si possa aggiungere altro. In assoluto il miglior manga, dopo 20th Century Boys e Eden, che abbia mai letto nella mia vita. Direi che la lettura/visione non è consigliata, ma obbligata!

Wolfgang Grimmer
13-06-2007, 16:41
Semplicemente una vera opera d'arte. Secondo me Monster non sfigura nemmeno davanti alle opere letterarie che fanno parte della nostra cultura.
Monster è stato il mio ultimo amore. Dopo averlo visto non sono più riuscito a guardare anime e a leggere manga (tranne rarissimi casi di lavori davvero meritevoli). In confronto a Monster quasi tutto il resto diventa cacca.
I personaggi sono tutti stupendi ma il mio preferito è Grimmer.
Il mio nick non è mica casuale :D
Ma bene o male tutti i personaggi sono geniali.
E' strano perché mentre lo guardi pensi "questo è il mio personaggio preferito, è perfetto", poi pian piano se ne aggiungono altri e di ognuno pensi la stessa cosa.
Alla fine capisci che sono tutti perfetti, anche quelli "secondari".

Brakon
13-06-2007, 16:45
Premessa: qui parlerò dell'anime... non ho letto il manga purtroppo :\

Concordo con tutto... Monster è, secondo me, l'Anime più "atipico" in senso buono che abbia mai visto. Ogni personaggio ha una vita, ogni episodio una storia e a parte un tratto un po' lento nella parte centrale della storia, non passa una puntata senza qualche emozione. La lentezza ragionata e stillicida con la quale si dipana il plot principale mentre i personaggi cercano la loro via è qualcosa di maestoso.

Il finale poi.. ma non voglio spoilerare.
Guardatelo con pazienza, vi ripagherà ;)

Jeegsephirot
13-06-2007, 16:48
Semplicemente una vera opera d'arte. Secondo me Monster non sfigura nemmeno davanti alle opere letterarie che fanno parte della nostra cultura.
Monster è stato il mio ultimo amore. Dopo averlo visto non sono più riuscito a guardare anime e a leggere manga (tranne rarissimi casi di lavori davvero meritevoli). In confronto a Monster quasi tutto il resto diventa cacca.
I personaggi sono tutti stupendi ma il mio preferito è Grimmer.
Il mio nick non è mica casuale :D
Ma bene o male tutti i personaggi sono geniali.
E' strano perché mentre lo guardi pensi "questo è il mio personaggio preferito, è perfetto", poi pian piano se ne aggiungono altri e di ognuno pensi la stessa cosa.
Alla fine capisci che sono tutti perfetti, anche quelli "secondari".

comprendo perfettamente cio che dici e ti quoto in tutto, ma se mi è concesso: ti consiglio di leggere assolutamente, se non l hai ancora fatto, 20th century boys (sempre di Urasawa) e Eden di Endo. Sono nella mia top 3 dei manga e credo che se ti è piaciuto cosi tanto Monster questi due non possano di certo deluderti, anzi nel caso di 20th Century Boys potresti addiritura preferirlo a Monster.

Wolfgang Grimmer
13-06-2007, 16:59
comprendo perfettamente cio che dici e ti quoto in tutto, ma se mi è concesso: ti consiglio di leggere assolutamente, se non l hai ancora fatto, 20th century boys (sempre di Urasawa) e Eden di Endo. Sono nella mia top 3 dei manga e credo che se ti è piaciuto cosi tanto Monster questi due non possano di certo deluderti, anzi nel caso di 20th Century Boys potresti addiritura preferirlo a Monster.

20th CB lo stavo leggendo. Appena avrò qualcosa di soldi mi sono promesso di continuare tutti i manga che ritengo meritevoli, 20th cb è tra quelli.
Di Eden sono alla ricerca perenne del numero 5 :cry:

Jeegsephirot
13-06-2007, 17:06
20th CB lo stavo leggendo. Appena avrò qualcosa di soldi mi sono promesso di continuare tutti i manga che ritengo meritevoli, 20th cb è tra quelli.
Di Eden sono alla ricerca perenne del numero 5 :cry:

auguri per la ricerca, i primi 6-7 numeri sono una bella gatta da pelare. I consigli sono i soliti: ispezionare le fiere da cima a fondo e scorrazzare per le fumetterie della tua città (quelle piu fornite e non). Non ti sto di certo a dire che non li pagherai a prezzo di copertina, anzi sarai di certo fortunato se li paghi come minimo il doppio, d altronde si sa come vanno queste cose :)

giorno
14-06-2007, 06:39
eccezionale.
il manga con la trama migliore in assoluto.
poi anna e' molto carina..

Wolfgang Grimmer
14-06-2007, 09:56
eccezionale.
il manga con la trama migliore in assoluto.
poi anna e' molto carina..

Carina? Anna è proprio bona :oink: :oink: :oink:
Conoscete questo
http://www.mangascreener.com/stephen/monster/am/amonster.html
?
Spero tanto che prima o poi arrivino a tradurre questo capitolo
Chapter 22 - Grimmer's Notebook (October 2001; Berlin)