Fritz!
06-06-2007, 01:42
un fatto
due articoli
il primo repubblica, il secondo Il giornale
Esclusa la rapina, le indagini indirizzate verso un omicidio di tipo omofobico
La famiglia acconsente all'espianto degli organi. Un minuto di silenzio al Consiglio provinciale
Morto il dirigente della Margherita aggredito domenica a Milano
Il luogo dell'aggressione in via Porta Tenaglia a Milano
MILANO - Dopo tre giorni di agonia è morto Maurizio Oldani, il commercialista dirigente della Margherita milanese malmenato all'alba di domenica. Ancora ignoti i motivi della selvaggia aggressione ma le indagini si indirizzano verso un omicidio di tipo omofobico. L'assassino ha ucciso a mani nude, colpendo più volte la vittima alla testa. Non è stata una rapina: in tasca il commercialista aveva ancora il cellulare e la tessera dell'Arcigay e nei calzini, come usava fare dopo una precedente aggressione, i soldi, 100 euro. Forse il movente è legato alle amicizie occasionali del professionista.
Polizia e carabinieri indagano sulle frequentazioni di Oldani e sulle ultime ore trascorse in città, forse in un club privato del centro di Milano. Il magistrato ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario: alle 6 del mattino di domenica, quando il commercialista è stato soccorso agonizzante in via Porta Tenaglia, a pochi metri da casa sua. Nessun testimone. Accanto al corpo, gli agenti hanno rinvenuto uno zainetto con un asciugami e un paio di ciabatte da sauna che potrebbero essere della vittima anche se i genitori hanno assicurato che non erano sue.
Oldani era una persononalità di spicco nella Margherita milanese. Candidato alle ultime elezioni circoscrizionali, era il coordinatore per la Marghertia e l'Ulivo nella zona del centro storico. Nipote dello scomparso vescovo milanese Luigi Oldani, il commercialista era conosciuto per il suo profondo impegno cattolico: agiva nel volontariato e ricopriva la carica di vicesegretario nazionale dell'Associazione dei Partigiani Cristiani.
Nell'aprire i lavori del Consiglio provinciale milanese, il presidente Vincenzo Ortolina stamane ha invitato l'aula a osservare un minuto di silenzio per la morte dell'uomo politico. "Ho incontrato Oldani la settimana scorsa nella sede milanese del partito", ha ricordato Mario Barbaro, capogruppo della Margherita in consiglio provinciale. "Era sereno e sorridente. Non posso credere che lo abbiano massacrato e ridotto in quelle condizioni, fino a farlo morire".
La famiglia ha autorizzato l'espianto degli organi.
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— MILANO —
HANNO decisamente imboccato la pista del mondo gay le indagini sulla brutale aggressione subita domenica mattina da Maurizio Oldani, il commercialista di 47 anni coordinatore della Zona 1 per la Margherita. A indirizzare gli investigatori della squadra mobile verso questa direzione è stato il ritrovamento di una tessera dell’Arcigay in tasca al professionista e le testimonianze di alcuni amici che hanno parlato dell’abitudine da parte di Oldani di frequentare locali per omosessuali e in particolare uno, il «Depot», che si trova tra via Padova e via dei Valtorta. Per vederci più chiaro, la polizia ha convocato ieri in Questura un rappresentante dell’Arcigay milanese, chiedendogli informazioni più particolareggiate sulla vita, le abitudini e le amicizie del commercialista e soprattutto con chi potrebbe essersi visto nelle ore precedenti l’aggressione.
UNA DOPPIA VITA, quella di Oldani, che in pochi conoscevano e che lui faceva di tutto per tenere il più riservata possibile. Soprattutto in ragione dei suoi impegni politici e sociali. Il professionista, infatti, non è solo il coordinatore della Margherita per la Zona 1, ma fa anche parte del consiglio pastorale della parrocchia di Sant’Ambrogio ed è il presidente dell’Associazione partigiani cattolici. Un uomo probo, di sincera fede, che mai si lasciava andare ad atteggiamenti equivoci e tantomeno esibizionistici.
Eppure è proprio la pista dell’omosessualità che in queste ore gli investigatori stanno seguendo. Le amicizie particolari del commercialista, le sole che potrebbero giustificare un’aggressione così selvaggia.
SE C’È UNA COSA che ha impressionato la polizia, infatti, è stata la violenza con cui Oldani è stato picchiato. Una brutalità che poco ha da spartire con una rapina, tanto più che in tasca la vittima aveva ancora tutti i suoi soldi, circa 80 euro, oltre ai documenti e alla tessera dell’Arcigay, che gli serviva per avere accesso ad alcuni circoli riservati.
Purtroppo pare non ci siano testimoni del fatto. È stato un passante, verso le 6.05 di domenica mattina, a trovare il commercialista steso a terra in via di Porta Tenaglia. A poca distanza c’è una discoteca e gli agenti hanno subito compiuto un sopralluogo, ascoltando un po’ di persone, senza però ottenere risultati significativi. Nel frattempo le condizioni di Oldani sono apparse subito molto gravi. Era esanime e perdeva molto sangue. Un medico ha tentato un massaggio cardiaco e subito dopo è stato trasportato a sirene spiegate al Fatebenefratelli, dove è tutt’ora ricoverato in condizioni disperate. Secondo i medici non solo rischia seriamente la vita, ma se anche sopravvivesse, i danni che potrebbe subire all’organismo sarebbero permanenti.
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Giornale.it
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il primo repubblica, il secondo Il giornale
Esclusa la rapina, le indagini indirizzate verso un omicidio di tipo omofobico
La famiglia acconsente all'espianto degli organi. Un minuto di silenzio al Consiglio provinciale
Morto il dirigente della Margherita aggredito domenica a Milano
Il luogo dell'aggressione in via Porta Tenaglia a Milano
MILANO - Dopo tre giorni di agonia è morto Maurizio Oldani, il commercialista dirigente della Margherita milanese malmenato all'alba di domenica. Ancora ignoti i motivi della selvaggia aggressione ma le indagini si indirizzano verso un omicidio di tipo omofobico. L'assassino ha ucciso a mani nude, colpendo più volte la vittima alla testa. Non è stata una rapina: in tasca il commercialista aveva ancora il cellulare e la tessera dell'Arcigay e nei calzini, come usava fare dopo una precedente aggressione, i soldi, 100 euro. Forse il movente è legato alle amicizie occasionali del professionista.
Polizia e carabinieri indagano sulle frequentazioni di Oldani e sulle ultime ore trascorse in città, forse in un club privato del centro di Milano. Il magistrato ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario: alle 6 del mattino di domenica, quando il commercialista è stato soccorso agonizzante in via Porta Tenaglia, a pochi metri da casa sua. Nessun testimone. Accanto al corpo, gli agenti hanno rinvenuto uno zainetto con un asciugami e un paio di ciabatte da sauna che potrebbero essere della vittima anche se i genitori hanno assicurato che non erano sue.
Oldani era una persononalità di spicco nella Margherita milanese. Candidato alle ultime elezioni circoscrizionali, era il coordinatore per la Marghertia e l'Ulivo nella zona del centro storico. Nipote dello scomparso vescovo milanese Luigi Oldani, il commercialista era conosciuto per il suo profondo impegno cattolico: agiva nel volontariato e ricopriva la carica di vicesegretario nazionale dell'Associazione dei Partigiani Cristiani.
Nell'aprire i lavori del Consiglio provinciale milanese, il presidente Vincenzo Ortolina stamane ha invitato l'aula a osservare un minuto di silenzio per la morte dell'uomo politico. "Ho incontrato Oldani la settimana scorsa nella sede milanese del partito", ha ricordato Mario Barbaro, capogruppo della Margherita in consiglio provinciale. "Era sereno e sorridente. Non posso credere che lo abbiano massacrato e ridotto in quelle condizioni, fino a farlo morire".
La famiglia ha autorizzato l'espianto degli organi.
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HANNO decisamente imboccato la pista del mondo gay le indagini sulla brutale aggressione subita domenica mattina da Maurizio Oldani, il commercialista di 47 anni coordinatore della Zona 1 per la Margherita. A indirizzare gli investigatori della squadra mobile verso questa direzione è stato il ritrovamento di una tessera dell’Arcigay in tasca al professionista e le testimonianze di alcuni amici che hanno parlato dell’abitudine da parte di Oldani di frequentare locali per omosessuali e in particolare uno, il «Depot», che si trova tra via Padova e via dei Valtorta. Per vederci più chiaro, la polizia ha convocato ieri in Questura un rappresentante dell’Arcigay milanese, chiedendogli informazioni più particolareggiate sulla vita, le abitudini e le amicizie del commercialista e soprattutto con chi potrebbe essersi visto nelle ore precedenti l’aggressione.
UNA DOPPIA VITA, quella di Oldani, che in pochi conoscevano e che lui faceva di tutto per tenere il più riservata possibile. Soprattutto in ragione dei suoi impegni politici e sociali. Il professionista, infatti, non è solo il coordinatore della Margherita per la Zona 1, ma fa anche parte del consiglio pastorale della parrocchia di Sant’Ambrogio ed è il presidente dell’Associazione partigiani cattolici. Un uomo probo, di sincera fede, che mai si lasciava andare ad atteggiamenti equivoci e tantomeno esibizionistici.
Eppure è proprio la pista dell’omosessualità che in queste ore gli investigatori stanno seguendo. Le amicizie particolari del commercialista, le sole che potrebbero giustificare un’aggressione così selvaggia.
SE C’È UNA COSA che ha impressionato la polizia, infatti, è stata la violenza con cui Oldani è stato picchiato. Una brutalità che poco ha da spartire con una rapina, tanto più che in tasca la vittima aveva ancora tutti i suoi soldi, circa 80 euro, oltre ai documenti e alla tessera dell’Arcigay, che gli serviva per avere accesso ad alcuni circoli riservati.
Purtroppo pare non ci siano testimoni del fatto. È stato un passante, verso le 6.05 di domenica mattina, a trovare il commercialista steso a terra in via di Porta Tenaglia. A poca distanza c’è una discoteca e gli agenti hanno subito compiuto un sopralluogo, ascoltando un po’ di persone, senza però ottenere risultati significativi. Nel frattempo le condizioni di Oldani sono apparse subito molto gravi. Era esanime e perdeva molto sangue. Un medico ha tentato un massaggio cardiaco e subito dopo è stato trasportato a sirene spiegate al Fatebenefratelli, dove è tutt’ora ricoverato in condizioni disperate. Secondo i medici non solo rischia seriamente la vita, ma se anche sopravvivesse, i danni che potrebbe subire all’organismo sarebbero permanenti.
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