View Full Version : L'Aquila, 200 inneggiano alla Lioce e a Bologna scritte sotto la casa di Biagi
DonaldDuck
04-06-2007, 06:47
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/suicidio-41-bis/corteo-lioce/corteo-lioce.html
Manifestazione dell'area movimentista eversiva: cori per la brigatista in carcere
Sui muri del capoluogo la frase "Terrorista è lo Stato". Condanne unanimi
L'Aquila, in 200 inneggiano alla Lioce
E a Bologna scritte sotto la casa di Biagi
http://img235.imageshack.us/img235/2562/senzanomebm0.png
ROMA - Corteo all'Aquila contro il carcere duro, previsto dall'articolo 41 bis, davanti al penitenziario dove è detenuta Nadia Desdemona Lioce, leader delle Nuove Br. Il corteo dell'area "movimentista-eversiva", si è svolto proprio mentre da Bologna arrivava la notizia di scritte contro Marco Biagi, apparse nei pressi dell'abitazione del giuslavorista ucciso dai terroristi.
La manifestazione dell'Aquila. Circa 200 persone sono giunte stamane all'Aquila per il corteo contro il regime del carcere duro, previsto dall'articolo 41 bis. Massiccia la presenza delle forze dell'ordine, dopo che ieri sera, nel penitenziario dove è detenuta anche Nadia Desdemona Lioce delle Nuove Br, un esponente della 'ndrangheta si era suicidato. Davanti al carcere i manifestanti hanno inscenato un sit-in sparando petardi e lanciando in aria fumogeni. Scanditi cori a sostegno della brigatista e contro Marco Biagi, ucciso dalle Br a Bologna cinque anni fa.
Obiettivo della manifestazione, sottolinea il movimento Olga sul suo sito internet, "Ora di Liberarsi dalle Galere", "lottare contro la tortura dell'isolamento e quindi dell'istituzione carceraria nel suo complesso". Annunciato da aspre critiche da entrambe le coalizioni politiche, il corteo stamane ha attraversato il centro della città scortato da polizia e carabinieri. Sui muri, con lo spray, slogan di protesta contro le forze dell'ordine, lo Stato e la Chiesa. "Da Poggio Reale all'Ucciardone evasione" ha scritto un giovane manifestante. Dalle grate di una cella del carcere, un detenuto è riuscito ad appendere una bandiera rossa. La manifestazione si è sciolta in anticipo, poco prima delle 17, a causa di un violento acquazzone che si è abbattuto sulla città.
Bologna, scritte contro Biagi. "Terrorista è lo Stato". Questa la scritta comparsa in via Valdonica a Bologna, la via in cui il 19 marzo del 2002 fu ucciso dai terroristi delle brigate rosse il giuslavorista Marco Biagi. Lo riferisce oggi 'il Resto del Carlino' sottolineando che "la scritta (segnalata al giornale da un lettore), è apparsa in questi giorni anche in altre zone della città. Il procuratore capo Enrico Di Nicola ha commentato l'accaduto allo stesso quotidiano affermando che "la scritta apparsa sotto casa del professor Biagi si commenta da sè. E' stupida, oltre che vergognosa".
Unanime il giudizio di sdegno. Secondo il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, la scritta "segnala l'esistenza di un problema non risolto quale è quello della presenza in città di persone attratte dalla follia del terrorismo". Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, parla di "un gesto ignobile da condannare con grande fermezza". Per il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, "Ci sono tanti motivi per chiedere scusa ai familiari di Marco Biagi, ma da oggi ce n'è uno in più". Duro anche il commento di Piero Fassino: "Un atto vergognoso - ha detto il segretario dei Democratici di sinistra - che rivela lo squallore umano e politico di chi ha vergato quella scritta".
(3 giugno 2007)
wolfnyght
04-06-2007, 08:40
dico solo:
pala e picco ed ancora pala e picco
(unico vantaggio è che almeno si vedon in faccia questi manifestanti....e se ne prende nota...così se succede qualcos'altro...almeno si pò iniziar a spremere un pò per aver informazioni...)
Se dico altro finisco sbranato e bannato
zichichi
04-06-2007, 10:11
la cosa che mi disgusta è che qualcuno li giustifica e supporta....che schifo di gente. :mad:
non vedo perchè abbiano autorizzato il corteo
l'apologia di reato è un crimine
matteo10
04-06-2007, 10:18
Ritengo sia necessario intervenire con estrema durezza e compattezza prima che la situazione sfugga di mano.
jpjcssource
04-06-2007, 10:26
gente ridicola e che non ha niente di meglio da fare :rolleyes:
DonaldDuck
04-06-2007, 11:58
gente ridicola e che non ha niente di meglio da fare :rolleyes:
La fregatura è che una finalità ce l'hanno :muro: . Guarda l'appello del Centro Popolare Occupato Gramigna ad una mobilitazione nazionale...Evidentemente stanno effettuando le prove.
gente inutile per il pianeta intero
La fregatura è che una finalità ce l'hanno :muro: . Guarda l'appello del Centro Popolare Occupato Gramigna ad una mobilitazione nazionale...Evidentemente stanno effettuando le prove.
Perchè mischi sempre una cosa con un' altra ?
Come se io dicessi che i 20 fascisti che inneggiano al duce stanno facendo le prove per il prossimo congresso di AN .
DonaldDuck
04-06-2007, 12:27
Perchè mischi sempre una cosa con un' altra ?
Come se io dicessi che i 20 fascisti che inneggiano al duce stanno facendo le prove per il prossimo congresso di AN .
Perchè questa è la conseguenza. Te lo ricordi il testo dell'appello? Pensi davvero che qualcuno, pochi o tanti che siano, non avrebbe recepito? E sono andati a manifestare sotto il carcere di L'Aquila, dove è detenuta la Lioce.
-kurgan-
04-06-2007, 12:33
Perchè questa è la conseguenza. Te lo ricordi il testo dell'appello? Pensi davvero che qualcuno, pochi o tanti che siano, non avrebbe recepito? E sono andati a manifestare sotto il carcere di L'Aquila, dove è detenuta la Lioce.
non mi stupisco che 200 persone arrivino ad appoggiare la lioce.. mi spaventerei se fossero di più, ma 200 teste calde per me possono benissimo essere tenute sotto controllo dalle forze dell'ordine.
ci sono tanti personaggi con idee fuori dalle regole della buona convivenza in italia, penso anche solo a molti ultras negli stadi.. l'importante è che questi non diventino troppi!
DonaldDuck
04-06-2007, 12:35
non mi stupisco che 200 persone arrivino ad appoggiare la lioce.. mi spaventerei se fossero di più, ma 200 teste calde per me possono benissimo essere tenute sotto controllo dalle forze dell'ordine.
ci sono tanti personaggi con idee fuori dalle regole della buona convivenza in italia, penso anche solo a molti ultras negli stadi.. l'importante è che questi non diventino troppi!
*
FabioGreggio
04-06-2007, 12:57
non vedo perchè abbiano autorizzato il corteo
l'apologia di reato è un crimine
quoto.
Anche l'apologia al fascismo di certe manifestazioni autorizzate.
Lì non ti ho visto così preso dal disgusto però.
fg
FabioGreggio
04-06-2007, 13:02
non mi stupisco che 200 persone arrivino ad appoggiare la lioce.. mi spaventerei se fossero di più, ma 200 teste calde per me possono benissimo essere tenute sotto controllo dalle forze dell'ordine.
ci sono tanti personaggi con idee fuori dalle regole della buona convivenza in italia, penso anche solo a molti ultras negli stadi.. l'importante è che questi non diventino troppi!
Ma infatti.
200 persone di questo tipo sono paragonabili alle poche decine di Forza Nuova quando vanno in piazza con tutto il loro armamentario nazi: cotorni, teste rasate, pseudosvastiche, saluti fascisti, occhialone scuro da polizia sudamericana e sloga provocanti.
Occorre condannare sempre e cmq questi estremi.
Ma la cosa più pericolosa è condannarne solo uno di loro, a dx o a sx.
Questa cosa sarebbe pericolosa perchè renderebbe più plausibile una parte e criminalizzerebbe solo l'altra.
Coloro che inneggiano alla violenza o al terrorismo debbono invece essere isolati a prescindere. Neri o Rossi.
fg
jpjcssource
04-06-2007, 13:03
quoto.
Anche l'apologia al fascismo di certe manifestazioni autorizzate.
Lì non ti ho visto così preso dal disgusto però.
fg
Concordo in pieno, ma il titolo del thread qual'è? Cosa ne pensi di questa gente? :)
Edit: abbiamo postato insieme
quoto.
Anche l'apologia al fascismo di certe manifestazioni autorizzate.
Lì non ti ho visto così preso dal disgusto però.
fg
forse perchè non mi hai letto
fosse per me forza nuova andrebbe sciolta dalla magistratura
dantes76
04-06-2007, 13:39
manifestano contro lo stato :asd:
per tanti reati dovrebbe essere prevista l'espulsione
FabioGreggio
04-06-2007, 13:42
forse perchè non mi hai letto
fosse per me forza nuova andrebbe sciolta dalla magistratura
capito.
fg
gente inutile per il pianeta intero
QUOTONE...e mi fermo qui :asd:
guglielmit
04-06-2007, 13:51
Non e' altro che FECCIA!!
manifestano contro lo stato :asd:
per tanti reati dovrebbe essere prevista l'espulsione
.
FORZA NUOVA NON MANIFESTA per i terroristi , cavolo centra
per me l'hanno autorizzata per schedarli a modino
Marco83_an
04-06-2007, 14:48
FORZA NUOVA NON MANIFESTA per i terroristi , cavolo centra
per me l'hanno autorizzata per schedarli a modino
si stà parlando di manifestazioni anti costituzionali ! ! !
e forse FN nn manifesta per i terroristi xchè nessuno di loro oltrepassa le parole con i fatti ! ;) se magari qualcuno di FN commettesse qualche reato e venisse arrestato , ci sarebbero loro in piazza a manifestare per i propri camerati ! quindi la cosa sarebbe identica
Cmq nessuna liberà x gente che difende degli assassini ! spero che li abbiano schedati tutti !!!!! :read:
si stà parlando di manifestazioni anti costituzionali ! ! !
e forse FN nn manifesta per i terroristi xchè nessuno di loro oltrepassa le parole con i fatti ! ;) se magari qualcuno di FN commettesse qualche reato e venisse arrestato , ci sarebbero loro in piazza a manifestare per i propri camerati ! quindi la cosa sarebbe identica
Cmq nessuna liberà x gente che difende degli assassini ! spero che li abbiano schedati tutti !!!!! :read:
con i se e con i ma si va dove si vuole, allo stato attuale chi ha i compagni che sbagliano al gabbio e manifesta per loro non è FN.
si stà parlando di manifestazioni anti costituzionali ! ! !
e forse FN nn manifesta per i terroristi xchè nessuno di loro oltrepassa le parole con i fatti ! ;) se magari qualcuno di FN commettesse qualche reato e venisse arrestato , ci sarebbero loro in piazza a manifestare per i propri camerati ! quindi la cosa sarebbe identica
Cmq nessuna liberà x gente che difende degli assassini ! spero che li abbiano schedati tutti !!!!! :read:
che centrano i se . qui si parla dei fatti
Marco83_an
04-06-2007, 16:07
che centrano i se . qui si parla dei fatti
Ma infatti i fatti sono questi : i manifestanti che hanno inneggiato a dei brigatisti , quindi a dei delinquenti , vanno trattati come tali ! il mio era solo un cercar di spiegarvi xchè i tranquillissimi ragazzoni di FN nn manifestano mai a favore dei delinquenti (checchè poi si voglia definire delinquente un certo sig. Pelatozzo!!!!) :D
blamecanada
04-06-2007, 16:20
con i se e con i ma si va dove si vuole, allo stato attuale chi ha i compagni che sbagliano al gabbio e manifesta per loro non è FN.
Non mi pare che questa protesta fosse sostenuta da alcun partito, quindi qual è la questione?
VegetaSSJ5
04-06-2007, 22:18
Non mi pare che questa protesta fosse sostenuta da alcun partito, quindi qual è la questione?
era presente un parlamentare del prc. (come mai la cosa non mi sorprende affatto?!? :confused: )
zerothehero
04-06-2007, 22:25
si stà parlando di manifestazioni anti costituzionali ! ! !
e forse FN nn manifesta per i terroristi xchè nessuno di loro oltrepassa le parole con i fatti ! ;) se magari qualcuno di FN commettesse qualche reato e venisse arrestato , ci sarebbero loro in piazza a manifestare per i propri camerati ! quindi la cosa sarebbe identica
Cmq nessuna liberà x gente che difende degli assassini ! spero che li abbiano schedati tutti !!!!! :read:
Non conviene..meglio farli parlare e manifestare...salvo poi controllarli.
Se i CARC fossero dichiarati illegali si disperderebbero in mille sigle, rendendo inefficaci i controlli.
blamecanada
04-06-2007, 22:26
era presente un parlamentare del prc. (come mai la cosa non mi sorprende affatto?!? :confused: )
Chi? :confused:
VegetaSSJ5
04-06-2007, 22:31
Chi? :confused:
non ricordo il nome, cmq l'avevo letto oggi sul giornale...
ora non mi va di cercarlo sto letteralmente dormendo... :zzz:
blamecanada
04-06-2007, 22:35
non ricordo il nome, cmq l'avevo letto oggi sul giornale...
ora non mi va di cercarlo sto letteralmente dormendo... :zzz:
ha partecipato anche il presidente dell'Azienda regionale per l'edilizia territoriale (Aret), Giulio Petrilli, già segretario provinciale del Prc.
Non è un parlamentare ma :muro:. Spero il partito se ne dissoci.
Compagni che sbagliano... :O
Compagni che...
Compagni.
;)
Non conviene..meglio farli parlare e manifestare...salvo poi controllarli.
Se i CARC fossero dichiarati illegali si disperderebbero in mille sigle, rendendo inefficaci i controlli.
I CARC mesi fa li ho sentiti leggere i loro proclami tranquillamente a Radio Anch'io, in diretta nazionale... :boh:
:muro:
FabioGreggio
04-06-2007, 23:17
Non conviene..meglio farli parlare e manifestare...salvo poi controllarli.
Se i CARC fossero dichiarati illegali si disperderebbero in mille sigle, rendendo inefficaci i controlli.
Beh ma sei rimasto agli anni 70 quando la polizia schedava e fotografa ogni corteo. Di sinistra intendo.
Ora gli estremisti è meglio portarseli al Governo.
Hai visto Berlusconi al Convegno dalla Mussolini con quelli di Forza Nuova?
Se gli dai pure un posto al sole non solo li controlli meglio, ma ti portano anche qualche voto. Con i chiari di luna anche 1000 voti sono preziosi.
Del fatto che sia di un'immoralita senza limiti, macchisenfrega.
Andiamo su, per Resistenza ormai si intende quella del Ferro da Stiro, mica quei 4 delinquenti di partigiani torturatori dei "Bei Ragazzi di Salò" che cercavano la "morte bella" che-eroi-cazzo.
fg
Bizkaiko
05-06-2007, 10:39
Beh ma sei rimasto agli anni 70 quando la polizia schedava e fotografa ogni corteo. Di sinistra intendo.
Ora gli estremisti è meglio portarseli al Governo.
Hai visto Berlusconi al Convegno dalla Mussolini con quelli di Forza Nuova?
Se gli dai pure un posto al sole non solo li controlli meglio, ma ti portano anche qualche voto. Con i chiari di luna anche 1000 voti sono preziosi.
Del fatto che sia di un'immoralita senza limiti, macchisenfrega.
Andiamo su, per Resistenza ormai si intende quella del Ferro da Stiro, mica quei 4 delinquenti di partigiani torturatori dei "Bei Ragazzi di Salò" che cercavano la "morte bella" che-eroi-cazzo.
fg
E figuriamoci se anche in questo caso non tiravi in ballo Berlusconi.
Patetico, fatti curare da uno specialista per le tue ossessioni, vedrai che vivi meglio!
ah ecco ,allora hanno manifestato gli eredi dei partigiani
JackTheReaper
05-06-2007, 10:44
Beh ma sei rimasto agli anni 70 quando la polizia schedava e fotografa ogni corteo. Di sinistra intendo.
Ora gli estremisti è meglio portarseli al Governo.
Hai visto Berlusconi al Convegno dalla Mussolini con quelli di Forza Nuova?
Se gli dai pure un posto al sole non solo li controlli meglio, ma ti portano anche qualche voto. Con i chiari di luna anche 1000 voti sono preziosi.
Del fatto che sia di un'immoralita senza limiti, macchisenfrega.
Andiamo su, per Resistenza ormai si intende quella del Ferro da Stiro, mica quei 4 delinquenti di partigiani torturatori dei "Bei Ragazzi di Salò" che cercavano la "morte bella" che-eroi-cazzo.
fg
caro il mio greggio a parlare di estremisti al governo la sinistra dovrebbe stare proprio zitta... tra caruso, ex brigatisti e compagni che sbagliano....
E figuriamoci se anche in questo caso non tiravi in ballo Berlusconi.
Patetico, fatti curare da uno specialista per le tue ossessioni, vedrai che vivi meglio!
e invece riguardo a quello che c'è scritto hai qualcosa da dire? oltre alle valutazioni su chi le ha scritte (che poi dovrebbero essere fuori regolamento, ma non sono un mod)?
sono curioso di conoscere il tuo punto di vista.
l'italia è l'unico paese che ha terroristi condannati al ministero dell'interno
Bizkaiko
05-06-2007, 10:54
e invece riguardo a quello che c'è scritto hai qualcosa da dire? oltre alle valutazioni su chi le ha scritte (che poi dovrebbero essere fuori regolamento, ma non sono un mod)?
sono curioso di conoscere il tuo punto di vista.
Riguardo a dei beoti che manifestano a favore di assassini non credo ci sia molto da aggiungere.
Tirare in ballo anche questa volta Berlusconi non capisco cosa centrasse con l'argomento della discussione, se non per un patetico tentativo di giustificare qualsiasi cosa facciano certi elementi.
Riguardo a dei beoti che manifestano a favore di assassini non credo ci sia molto da aggiungere.
Tirare in ballo anche questa volta Berlusconi non capisco cosa centrasse con l'argomento della discussione, se non per un patetico tentativo di giustificare qualsiasi cosa facciano certi elementi.
sui beoti sono d'accordo, anche perchè dalla lioce e co. ci andrei personalmente e li creperei di mazzate perchè ammazzando biagi hanno ridotto drasticamente la possibilità di cancellare la legge vergogna a lui intitolata. e questo è convenuto politicamente sempre alla stessa persona...alla sinistra non fanno per niente bene.
purtroppo berlusconi c'entra, perchè lo stesso tipo di estremisti (che dal suo lato sono più furbi dei sinistri perchè picchiano gli extracomunitari e i gay, ma non si espongono mai più di tanto) lui li ha coccolati per portarli in parlamento.
quindi sarebbe preferibile un qualunquistico "fanno tutti schifo" piuttosto che "ah i comunisti hanno portato i terroristi al governo!" e la continua strumentalizzazione di questa baggianata:rolleyes:
Lucrezio
05-06-2007, 11:06
l'italia è l'unico paese che ha terroristi condannati al ministero dell'interno
Ad esempio?
:stordita:
Scusate l'ignoranza...
E figuriamoci se anche in questo caso non tiravi in ballo Berlusconi.
Patetico, fatti curare da uno specialista per le tue ossessioni, vedrai che vivi meglio!
Per te invece 3 giorni di sospensione, che ti calmi un pochino...
http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2219
Lucrezio
05-06-2007, 11:15
http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2219
:eek:
FabioGreggio
05-06-2007, 13:21
http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2219
BORGHEZIO STORY:
DA ORDINE NUOVO ALLA LEGA NORD
IL PERCORSO ESEMPLARE DI UN RAZZISTA
L’On. Mario Borghezio incarna ormai , senza ombra di dubbio, l’anima più radicale della Lega Nord. Nato a Torino nel 1943, laureato in giurisprudenza, dopo aver fatto parte per due legislature della Camera dei Deputati è stato nel 1999 eletto al Parlamento Europeo.
Nel settembre dello stesso anno venne anche designato presidente del “governo della Padania”, quando la Lega, a seguito del congresso straordinario di Varese, aveva deciso di battersi apertamente per la “secessione “.
Ora Mario Borghezio, più modestamente, si limita a presiedere i “volontari verdi”, un’associazione strettamente collegata alla Lega, già sotto processo fra l’altro con l’accusa di attentato all’unità dello Stato e costituzione di struttura paramilitare.
Ma prima di approdare alla Lega, alla fine degli anni ’80, Mario Borghezio aveva già avuto modo di far parlare di sé. Prima da liceale, quando aderì alla Legione ( sigla della “Lega Giovanile Nazionale Europea” ), poi, dopo una breve parentesi nella DC negli anni ’70, per la sua militanza in Ordine Nuovo, il gruppo neonazista fondato da Pino Rauti e Giulio Maceratini, ormai storicamente considerato, nell’ambito dei processi e delle nuove indagini avviate dalla magistratura, lo strumento esecutivo di tutte le stragi che dal 1969 al 1974 insanguinarono l’Italia.
Ancora recentemente, in un’intervista televisiva, Pino Rauti aveva ricordato la giovane figura di Borghezio, successivamente finito ( siamo già nei primi anni ’80 ) dalle parti della rivista “Orion”, interna all’arcipelago neofascista, fondata da Maurizio Murelli, condannato per concorso nell’omicidio dell’agente di polizia Antonio Marino, colpito al petto dal lancio di una bomba a mano, il 12 aprile 1973 a Milano, negli scontri seguiti ad una manifestazione della “Maggioranza Silenziosa”.
In un’intervista rilasciata solo pochi giorni fa all’Unità, lo stesso Maurizio Murelli aveva avuto modo di ricostruire l’amicizia di Borghezio con Claudio Mutti, da sempre vicino a Franco Freda, e l’ideologia “ferocemente antigiudaica” che lo pervadeva.
Ora Borghezio viaggia insieme al gruppo di Forza Nuova, da lui definito “ un ambiente fondamentalmente sano”.
E’ bene ricordare che Forza Nuova, costituita da Roberto Fiore e Massimo Morsello, è nata come reincarnazione di Terza Posizione, organizzazione eversiva di fatto scompaginata dalla magistratura nel 1980 quando furono emessi numerosi mandati di cattura nei confronti dei suoi dirigenti. Roberto Fiore, condannato per associazione sovversiva e banda armata, attese latitante a Londra la prescrizione della sua pena.
Il modello a cui storicamente guarda Forza Nuova è da sempre la “Guardia di Ferro”, movimento ultracattolico, antisemita e terrorista, nato in Romania negli anni ’30, strutturato in forma semiclandestina attraverso microcellule, i cosiddetti CUIB ( “nido” in lingua rumena ), riproposti ora da Forza Nuova come propri organismi di base.
Tra i simboli che oggi compaiono sui volantini e sugli striscioni di Forza Nuova il “dente o gancio del lupo”, già utilizzato da alcune divisioni delle Waffe-SS nel secondo conflitto mondiale.
Non casualmente la Digos di Roma, dopo il comizio ( l’ultimo di una lunga serie) del 2 novembre a Roma , in Piazza SS. Apostoli, oratori Mario Borghezio e Roberto Fiore, ha deciso di inoltrare alla Procura un’indagine in ordine ai reati di istigazione all’odio razziale, etnico e religioso. Viene dunque da lontano Mario Borghezio, ammiratore di Haider e Le Pen, legato da sempre alla destra radicale non solo ideologicamente ma anche nei comportamenti. Condannato a 5 mesi a Torino lo scorso 19 ottobre per aver incendiato sotto un ponte un ricovero di extracomunitari, non è nuovo alla frequentazione dei tribunali per atti di violenza.
Sul suo capo pende da tempo anche un processo per bancarotta fraudolenta. Una figura, in conclusione, certamente emblematica nel panorama leghista, ma non isolata. Non pochi altri hanno seguito lo stesso percorso.
http://www.uonna.it/borghezio-leghista-ordinovista.htm
Giovanni Alemanno detto Gianni
Ministro delle Politiche Agricole, è il genero di Pino Rauti, avendone sposato la figlia. Fascista della seconda ora viene arrestato due volte per le sue intemperanze di segretario nazionale del Fronte della Gioventù.
La prima il 20.11.1981 a Roma, con l’accusa di aver partecipato insieme ad altri 4 camerati all’aggressione di uno studente di 23 anni: un pestaggio con tanto di spranghe di ferro, costato al giovane il ricovero in ospedale per 10 giorni.
Il secondo arresto risale al 29.5.1989, a Nettuno: l’aitante Alemanno finisce in cella con altri 12 camerati per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, tentato blocco di corteo ufficiale, lesione ai danni di due poliziotti. L’allegro squadrone era sceso in piazza per contestare l’allora presidente degli USA, George Bush senior, in visita al cimitero di guerra americano.
Una provocazione intollerabile per la giovane camicia nera, che organizza subito un contro-corteo riparatore.
Per rappresentare, recita il comunicato, un monito per chi troppo facilmente dimentica il nostro passato e offende la memoria di migliaia di caduti che si sono battuti per la dignità della Patria, mentre altri pensavano solo a guadagnarsi i favori dei vincitori!
Cioè un monito per chi, visitando un cimitero, offendeva la memoria dei caduti di Salò privilegiando quegli opportunisti dei partigiani, noti servi degli amerikani.
Di Gianni Alemanno si parla diffusamente nelle carte dell’inchiesta palermitana “Nuovi sistemi criminali” (di cui la Procura ha appena chiesto l’archiviazione) per via del suo ruolo in alcuni movimenti di estrema destra di stampo “sudista”, in parallelo con il boom della Lega Nord.
Il 13.6.1991 Bossi partecipa a una manifestazione della Lega Sud Sicilia, e viene aspramente contestato dal Fronte della Gioventù guidato da Alemanno.
Due anni dopo i due “fronti” fanno la pace… l’occasione -come segnala il Sisde al ministero dell’Interno- è data da una manifestazione dell’ala rautiana del Fronte della Gioventù, organizzata da Alemanno il 15.9.1993 ai Giardini di Castel Sant’Angelo.
È la festa delle Comunità Nazionalpopolari, che si propone di gettare le basi per un fronte unico nazionalpopolare che convogli la protesta del Sud. Partecipa fra gli altri, con uno suo stand, la Lega Nazionalpopolare di cui è fondatore e segretario l’estremista nero Stefano Delle Chiaie.
Nel suo padiglione vengono avvistati Adriano Tilgher e il prof. Paolo Signorelli, ideologi dell’estremismo nero passati di lì per una breve visita.
La Lega Nord è presente con gli onorevoli Irene Pivetti, Mario Borghezio e Oreste Rossi. Un passo in avanti -secondo i Servizi- verso un accordo tra lega Nazionalpopolare e Lega Nord.
Una prospettiva che però nel MSI vede favorevole solo Rauti, e infatti si parla di una sua possibile scissione.
Secondo gli investigatori sarebbe collegato a questo gruppo anche Angelo Manna, ex-missino e fondatore del Fronte del Sud, uno dei tanti movimenti separatisti siciliani nati nei primi anni Novanta e poi confluiti nella Lega Nazionalpopolare di Delle Chiaie.
http://lupozzo.altervista.org/armata.php
Enrico La Loggia
Ex assessore DC a Palermo (giunta Orlando), poi senatore forzista, ora ministro degli Affari regionali, guai giudiziari non ne ha mai avuti, ma certe intercettazioni telefoniche “siciliane” che lo riguardano sono tutt’altro che rassicuranti.
Sarà perché sua padre Giuseppe, agrigentino, capo di una dinastia di avvocati DC, due volte presidente della Regione Sicilia e diverse volte deputato, morto nel 1994, era il cognato dell’ex-ministro DC Attilio Ruffini, più volte citato nelle inchieste di mafia. O sarà per una certa sfortuna nelle amicizie.Come quella che lo lega a Nino Mandalà, imprenditore di Villa Abate, membro del coordinamento provinciale di FI, arrestato nel 1999 per associazione mafiosa nell’inchiesta che riguarda pure il deputato forzista Gaspare Giudice (per il quale la Camera, 2 anni fa, negò l’autorizzazione all’arresto al GIP di Palermo).Mandalà a Villa Abate è una potenza, economica e politica; e, secondo gli inquirenti, gli capita spesso di chiacchierare a ruota libera con gli uomini più vicini a Bernardo Provenzano.Il 4.5.98, intercettato, Mandalà parla con Simone Castello, uno dei colonnelli del boss dei boss. E gli racconta il suo ultimo burrascoso incontro con Enrico La Loggia.Dice di averlo insultato e minacciato perché quello, dopo l’arresto di suo figlio Nicola (coinvolto nelle indagini su alcuni omicidi) aveva preso ad evitarlo, a fingere di non conoscerlo.Lui invece si aspettava almeno un cenno di solidarietà in nome dell’antica amicizia, un rapporto che risale alla notte dei tempi, quando eravamo tutti e due piccoli.
Non solo: Mandalà e il padre di La Loggia erano stati “soci in affari” in una società di brokeraggio assicurativo (la Broker Sicula), con La Loggia presidente e Mandalà amministratore delegato.Senza contare che 3 anni prima La Loggia, è sempre Mandalà che parla, gli aveva chiesto di procurare al responsabile legislativo di FI, on. Renato Schifani (eletto a Corleone) una consulenza a 54 milioni l’anno al comune di Villa Abate.
I due si rivedono in un congresso di FI, sette otto mesi dopo la liberazione di mio figlio riprende la telefonata intercettata col boss mafioso, e La Loggia sarebbe andato incontro a Mandalà, ma questi l’avrebbe zittito e cacciato in malo modo: Senti, devi farmi una cortesia, pezzo di merda che sei, non ti devi permettere di rivolgermi la parola. E La Loggia (sempre secondo la telefonata di Mandalà): Ma Nino, è mai possibile che mi tratti così? I nostri rapporti…Ma quali rapporti!
A quel punto La Loggia, allarmatissimo avrebbe invitato Mandalà a proseguire l’incontro in privato, nel suo studio palermitano in via Duca della Verdura.
Un incontro di un’ora nel quale Mandalà minaccia di scoprire alcuni altarini del senatore e della sua famiglia:Alla fine gli dissi: senti tu a me non mi devi cercare più! Devi dimenticare che esisto… Siccome io sono mafioso, come tuo padre, purtroppo, perché io con lui me ne andavo a cercargli i voti da Turiddu Malta, il capomafia di Vallelunga… io posso sempre dire che tuo padre era mafioso.
A quel punto LaLoggia si è messo a piangere. “Mi rovini… mi rovini…” piangeva ma non perché era mortificato, ma per la paura.
Castello a quel racconto sbotta: No, ma quant’è cretino.
E Mandalà: Vedi quant’è cornuto, minchia, ha pensato veramente che io lo andavo a rovinare… Io volevo solo spaventarlo, impaurirlo, per fargli male.
La Loggia nega quel vertice a quattr’occhi. con minacce e lacrime, ammette solo di avere incontrato Mandalà a un congresso di FI e di avere brevemente parlato con lui dell’arresto di suo figlio.
In ogni caso Carabinieri osservano nei loro rapporti che Mandalà è una figura centrale in Forza Italia siciliana: parla al telefono con vari esponenti del partito del piduista Berlusconi con parole e toni che lasciano chiaramente intendere una sua non giustificata -o forse sì?- autorità nei confronti degli stessi (da verbale)Altre telefonate imbarazzanti sono quelle di un quasi omonimo di Mandalà, il ragionier Pino Mandalari, gran maestro massone che, secondo gli inquirenti era il commercialista di fiducia di Salvatore Riina, nonché presidente della Ri.Sa., la Riina Salvatore srl.
Telefonate intercettate alla vigilia delle elezioni del 27 marzo del 1994: il 17.3.1994 il Mandalari telefona al numero privato di Enrico La Loggia cheidendo di “Enrico”, però assente, pregando di essere richiamato.
Il 19.3.1994 dà indicazioni di voto a un mafioso: Tutti per Forza Italia nella terza scheda… Bisogna vedere il candidato nel collegio… La Loggia è il nostro… rapporti ottimi, ci siamo incontrati qua con La Loggia per una riunione…La Loggia smentisce di avere mai conosciuto Mandalari e gli dà del millantatore e persona poco raccomandabile. Mandalari gli fa rispondere da un avvocato in maniera quanto mai sibillina: Mandalari pretende scuse pubbliche dal senatore La Loggia che dovrebbe ringraziarlo per avergli dato il suo voto e aver avuto fiducia in lui come politico: tutto questo senza conoscerlo…
Gianfranco Micciché
Figlio del banchiere Gerlando (vicedirettore generale del banco di Sicilia), già braccio destra di Dell’Utri in Publitalia, è il nuovo viceministro dell’Economia e delle Finanze, nonché il coordinatore di Forza Italia in Sicilia.
Le intercettazioni si sprecano anche sul suo conto.
Nel novembre scorso vengono arrestati tra Terrasini e Cinisi quattro colonnelli di Provenzano. Uno di questi è Giuseppe Leone, presunto capomafia di Carini (comune a due passi da Cinisi) intercettato a lungo dai ROS per conto delle procure i Palermo e Caltanissetta.
Secondo Leone, Micciché avrebbe una vecchia amicizia con il presunto boss di Terrasini, Salvatore d’Anna.
Leone lo racconta in automobile al suo braccio destro. Non solo, il primo aprile 1993, in un villino di Santa Flavia, vicino a Palermo, il vertice di Cosa Nostra -Messina Denaro, Leoluca Bagarella e Giuseppe Graviano- si riunisce per deliberare le stragi di Firenze, Milano e Roma.
Il villino è di proprietà di Giuseppe Vasile, figlio del vecchio capomafia di Brancaccio, già condannato per favoreggiamento nei confronti dei fratelli Graviano (i nuovi boss di Brancaccio), molto amico di Guglielmo Micciché, fratello di Gianfranco; i due sono accomumati dalla passione per le corse in auto.
Il pentito Fulvio Cannella parla, a questo proposito, di una movimentazione di capitali destinata a finanziare l’organizzazione Cosa Nostra nel 1993.
Il 12 maggio 1993, 48 ore prima dell’attentato a Maurizio Costanzo in via Fauro, avviene un fatto strano: Vasile e il suo amico Agostino Imperatore entrano nell’agenzia n. 27 del Banco di Sicilia, diretta da Guglielmo Micciché, e gli chiedono di cambiare 25 milioni in contanti in assegni circolari. Gli assegni verranno poi utilizzati per tentare di affittare una villa in Versilia, per ospitare sotto falso nome tre latitanti: i fratelli Graviano e Messina Denaro.
L’operazione immobiliare è gestita dall’imprenditore milanese Enrico Tosonotti, amico di Agostino Imperatore, l’uomo che sceondo il settimanale Sette avrebbe presentato a Marcello dell’Utri la futura moglie Miranda.
A fine 1994, dopo le stragi, nei giorni dela caduta del governo Berlusconi, Tosonotti incontra Micciché per tentare di fare ottenenere a un amico l’iscrizione all’albo dei fornitori del Ministero dei Trasporti, come ha ammesso lo stesso Micciché (a quell’epoca sottosegretario uscente ai Trasporti).
Tosonotti e Imperatore finiscono sotto inchiesta a Firenze per favoreggiamento ai Graviano nella strage del 1993.Di Micciché parla anche Lorenzo Rossano, un imprenditore in cattive acque, già fondatore di un club di Forza Italia:ricordo di aver capito il peso del personaggio Micciché dalla deferenza con cui veniva trattato da persone del calibro di Franco Madonìa, Onofrio Greco, Bino Catania (…) personaggi di calibro mafioso (…). Circa il Micciché ricordo che Pino Mandalari non lo considerava granché e diceva testualmente: è stato voluto da personaggi importanti ma non vale niente.
Quando dico “personaggi importanti” mi riferisco a personaggi di spessore mafioso. Anche su queste deposizioni, che risalgono al 1996, e sono inserite nel processo dell’Utri, la procura di Palermo sta indagando. Anche se Micciché non risulterebbe, al momento, iscritto nel registro degli indagati.
Ma di Micciché parla anche Micciché medesimo: quando il PM di palermo gli domanda se abbia mai incontrato personaggi poi risultati mafiosi, si ricorda di un vecchio pranzo con uno del Madonìa, poi arrestato per associazione mafiosa nel 1996. Sfortunato nelle amicizie anche lui come Berlusconi, come Pisanu, come d’Alì, come La Loggia, come Alemanno… tutti al governo!
Alfredo Biondi
Ha patteggiato una condanna per frode fiscale.
Carmelo Briguglio
Deputato di Alleanza Nazionale
Indagato per truffa nell’allestimento dei corsi professionali in Sicilia.
Vito Bonsignore
Condannato a 2 anni per corruzione, Biancofiore in Calabria.
Giampiero Cantoni
Senatore della Casa delle Libertà
Accusato in quanto ideatore e promotore di un piano fraudolento per commettere truffe ai danni dello Stato, ha patteggiato la pena ricoscendosi quindi colpevole.
Francesco Colucci
Deputato di FI - Sottosegretario
Ex socialista, condannato per voto di scambio.
Romano Comincioli
Senatore della Casa delle libertà
Imputato per i suoi rapporti con la Mafia e con la banda della Magliana, poi assolto ma poi di nuovo latitante perché accusato di falsa fatturazione in Publitalia.
Giuseppe Degennaro
Senatore della Casa delle Libertà
Condannato a 16 mesi per voto di scambio: comprati dal clan dei Capriati duemila voti di preferenza. Capofila nelle società che dirigono l’interporto di Bari.
Marcello Dell’Utri
Senatore di Forza Italia
Condannato a Torino alla galera in via definitiva per truffa e falso. Sotto processo per mafia e per corruzione sia in Italia che in Spagna.
Antonio Del Pennino
Senatore della Casa delle Libertà
Coinvolto nello scandalo Enimont patteggia una pena di due mesi, e per la corruzione nell’affaire del Metrò patteggia ancora: un anno e tre mesi di carcere! Accusato anche dal boss Epaminonda, invece di andare in galera eccolo a Montecitorio come gli altri.
Gianni De Michelis
Portatore d’acqua della Casa delle Libertà, segretario del PS
Indimenticato ministro craxiano, ha lasciato alcune centinaia di milioni da pagare all’hotel Plaza di Roma. Ha patteggiato per le tangenti.
Walter De Rigo
Senatore della Casa delle Libertà
Presidente degli industriali di Belluno. Patteggiò una pena di un anno e quattro mesi per una truffa architettata ai danni del ministero del lavoro e della Cee. Ecco un grande italiano per Forza Italia.
Giuseppe Filippo Drago
Deputato del CCD
Figlio di Nino Drago. Entrambi processati per tangenti, della corrente di Salvo Lima. Forza mafia!
Giuseppe Fallica detto Pippo
Deputato di FI
Braccio destro e segretario di Micciché. Condannato a 15 mesi per fatture false. Cognato di Gaspare Giudice, altro inquisito di FI.
Un altro grande italiano per Forza Italia!
Giuseppe Firrarello
Senatore di Forza Italia
Ex DC andreottiano, accusato nelle tangenti per l’ospedale di Catania. Richiesto l’arresto ma il Senato nega l’autorizzazione.
Sparite le cassette con le intercettazioni dei suoi dialoghi coi mafiosi, resta solo quella con il boss Enrico Incognito.
Ilario Floresta
Deputato di FI
Imprenditore telefonico. Due volte indagato e due volte prosciolto per presunte relazioni telefoniche coi mafiosi.
Michele Forte
Senatore del CCD
Ex sindaco di Formia. Arrestato negli anni Ottanta e ancora in attesa di giudizio definitivo.
Gianstefano Frigerio
Deputato di Forza Italia
Campione di Forza Italia!
Candidato ed eletto in Puglia è stato arrestato subito dopo le elezioni. Latitante anche durante le elezioni, pluripregiudicato, condannato a più di 7 anni di reclusione, in attesa del cumulo della pena. Divertente: la candidatura proposta da Berlusconi era sotto falso nome! Infatti è stato presentato come Carlo Frigerio… Grandissimo. Un altro vero probo italiano per Forza Italia!
Pippo Gianni
Deputato del CDU
Arrestato e condannato per tangenti a tre anni di galera. Ora è coordinatore del CDU…
Gaspare Giudice
Deputato di Forza Italia
Accusato di essere “a disposizione” del boss Caccamo Giuseppe Panzeca.
Accusato di riciclaggio con intercettazioni di capi mafia che gli ricordavano di dover a loro la sua elezione! Chiesto il suo arresto.
Forza mafia!
Luigi Grillo
Senatore di Forza Italia
Fu uno di quelli che passò con Berlusconi dopo essere stato eletto nel centrosinistra. È accusato di truffa aggravata per l’Alta velocità.
Lino Jannuzzi
Deputato di Forza Italia
Cacciato da L’Espresso per i suoi insulti a Falcone, ha preso dei soldi da Pippo Calò per scrivere un libro sulla mafia. Forza mafia!
Giorgio La Malfa (Il figlio! Povero Ugo!!!!)
Deputato della CdL
Condannato per uno scherzo genetico, e per finanziamento illecito al PRI.
Guido Lo Porto
Deputato di Alleanza Nazionale
Condannato a 16 mesi di galera nel 1969 per possesso di armi da guerra in macchina, con Pierluigi Concutelli di Ordine Nuovo, quelli che hanno messo le bombe in giro per l’Italia.
aurizio Lupi
Deputato di Forza Italia
Indagato a Milano per abuso di ufficio e truffa nella sua qualità di assessore comunale.
Raffaele Lombardo
Deputato di Forza Italia
Due volte in manette, poi rilasciato perché le tangenti sono passate come finanziamento illecito ai partiti. Torna per rifinanziare come sa fare lui…
Giovanni Mauro
Deputato di Forza Italia
Arrestato nel 1998 per tangenti. Sotto processo per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione: un vero berlusconide!
Nino Mormino
Deputato di Forza Italia
Eletto a Cefalù. Indagato per contatti mafiosi da molti pentiti, che poi hanno ritrattato…
Vincenzo Nespoli
Deputato di Alleanza Nazionale
Rinviato a giudizio per pressioni su una società che gestisce l’Ipercoop: voleva l’assunzione di 250 dei suoi. Si difende dicendo che è “normale attività politica”…
Nicolò Nicolosi detto Ciccio
Ha il primato delle assoluzioni! Tre volte arrestato, altre due volte indagato, sempre assolto: un eroe!
Massimo Pini
Ex detenuto di mani Pulite.
Cesare Previti
Deputato di Forza Italia
Il più famoso dei corruttori. Sotto processo per corruzione di magistrati (IMI-SIR) e del giudice Metta nel caso Mondadori.
Rocco Salini
Senatore della Casa delle Libertà
Da presidente della regione Abruzzo venne arrestato con tutta la giunta. Condannato a 1 anno e 4 mesi di galera ha patteggiato riconoscendosi colpevole. Ecco un altro senatore reo confesso.
Domenico Sudano
Senatore del CCD
Condannato per aver truccato il concorso di un’asta. Patteggia per un anno e mezzo di carcere, riconoscendo la colpa.
Un altro delinquente reo confesso e subito eletto.
Antonio Tomassini
Senatore di Forza Italia
Condannato in via definitiva a 3 anni di galera per falso ai danni di una bambina cerebrolesa. Forza schifo!
Denis Verdini
Deputato di Forza Italia
Indagato per falso in bilancio come presidente del Credito Fiorentino.
Antonio Verro
Deputato di Forza Italia
Manager berlusconiano della Edilnord (tò, proprio come si chiamava quella società svizzera che mandava 500 milioni al giorno di soldi misteriosi per costruire Milano Due!). Indagato per abuso d’ufficio.
Alfredo Vito
Deputato di Forza Italia
Il capolavoro!!! 14 condanne con patteggiamento per furto, illeciti e restituzione di 5 miliardi di bottino!!! Candidato in Campania nonostante il mugugno di Fini! La Mussolini lo definì un ladrone della DC napoletana, vera associazione per delinquere. Spera tanto nella libertà della Casa delle Libertà dalla galera…
Carlo Vizzini
Senatore della Casa delle Libertà
Condannato a 10 mesi per la tangente Enimont.
Antonio D’Alì
Neosottosegretario all’Interno, è un personaggio di tutto rispetto. Senatore di Forza Italia eletto a Trapani da tre legislature, in quella scorsa era addirittura vicepresidente della commissione Finanze, e per un po’ è stato pure responsabile economico di Forza Italia. Famiglia ricca e potente, proprietaria di saline, tenute agricole e sopratutto della Banca Sicula. Lo zio, Antonio il Vecchio, amministratore delegato dell’istituto deve lasciare la carica nel 1983: il suo nome risulta nelle liste della loggia P2 (sì, nel 1983 non si sarebbe potuto da piduisti diventare Presidente del Consiglio) Gli subentra il nipote e omonimo, Antonio jr.
Qualche anno dopo, il commissario di polizia Calogero Germanà ipotizza che l’Istituto, come la banca Rasini, venga usato per il riciclaggio del denaro sporco di Cosa Nostra: non a caso -sostiene il funzionario- il collegio dei sindaci è presieduto da Giuseppe Provenzano, presidente della regione e sopratutto ex commercialista dell’omonima famiglia Provenzano, quella del vecchio boss di Cosa Nostra.
I sospetti scompaiono nel 1991 insieme alla banca Sicula, inglobata dalla Comit, nel cui consiglio di amministrazione va così a sedere Giacomo d’Alì, figlio di Antonio il Vecchio e cugino del senatore. Ma la famiglia d’Alì è celebre a Trapani anche per aver dato per anni lavoro e stipendio a vari rampolli delle famiglie mafiose dei Minore e dei Messina Denaro.
Francesco Messina Denaro, storico boss di Trapani, è stato per decenni il “fattore” dei d’Alì. Poi cedette il testimone -di capomafia e di fattore- al figlio Matteo, che oggi, a 39 anni, è il nuovo numero uno di Cosa Nostra, latitante, condannato per le stragi del 1992-93.
Sembra di leggere la storia del mafioso Vittorio Mangano, “fattore” di villa Berlusconi dal 1973 al 1975. Alla Commissione parlamentare Antimafia sono conservati i documenti che testimoniano il pagamento di 4 milioni nel 1991 dai d’Alì all’INPS come indennità di disoccupazione di Matteo Messina Denaro, di professione “agricoltore”.Nelle carte dei giudici poi, le prove di una strana compravendita: quella di una vasta tenuta in contrada Zangara (Castelvetrano) passata dai d’Alì ai Messina Denaro, i quali però non hanno sborsato una lira. Un gentile omaggio oppure un’estorsione? E nel secondo caso perché nessuno l’ha mai denunciata? Oggi comunque quei terreni sono sotto sequestro perché il vero proprietario è Totò Riina, che usava Messina Denaro come testa di legno per nascondere i suoi beni.Che fine han fatto i protagonisti della nostra storia?
Giuseppe Provenzano è stato appena eletto deputato di Forza Italia. Il Commissario Germanà è stato trasferito altrove e ha pure subito un attentato da Luca Bagarella in persona. E Antonio d’Alì, come sottosegretario all’Interno, è ufficialmente un suo superiore; potrebbe anche diventare presidente delal commissione sui pentiti, carica che spetta tradizionalmente a un sottosegretario del Viminale; in alternativa c’è pronto l’avv. Taormina che avendo difeso fra gli altri Claudio Vitalone (omicidio Pecorelli, culo e camicia con la banda della Magliana e braccio destro di Andreotti) e il tenente Carmelo Canale, dei pentiti deve avere certamente un’ottima opinione e soprattutto molto serena.
Umberto Bossi
Leader della Lega Nord e neoministro delle Riforme Costituzionali e della Devoluzione è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di galera per violazione sulla legge sul finanziamento pubblico ai partiti (i famosi 200 milioni che gli versò Carlo Sama nell’ambito della maxitangente Enimont).
Altri 8 mesi definitivi glieli ha inflitti la Cassazione per istigazione a delinquere: un giorno il Senatür invitò i suoi “ad andare a prendere i fascisti casa per casa”. I fascisti, per la cronaca, erano i suoi ex e odierni alleati di AN.
Non solo nell’aprile del 2001 il Tribunale di Cantù gli ha inflitto 1 anno e 4 mesi di galera per vilipendio della bandiera (il nostro patriota aveva rivelato “io il Tricolore lo uso per pulirmi il culo” e poi per avere la poltrona lo ha baciato giurandoci sopra).
E quello di Milano gli ha appioppato altri 7 mesi per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale nei tafferugli seguiti alla perquisizione della sede leghista in via Bellerio a Milano da parte dela polizia inviata dal giudice Guido Papalia, procuratore capo di Verona.
Qui Bossi è indagato per attentato contro l’integrità dello Stato e alla Costituzione, a proposito delle “camicie verdi” reclutate dalla Lega. Finora la Camera l’ha salvato dal rinvio a giudizio, dichiarandolo “insindacabile”, ma Papalia ha sollevato il conflitto di attribuzione contro Montecitorio dinanzi alla Consulta, che ora dovrà decidere se autorizzare o meno il processo, congelato in udienza preliminare.
Sommatoria della galera che dovrebbe scontare Bossi Umberto: 8 mesi + 8 mesi + 1 anno e 4 mesi + 7 mesi = 3 anni e 3 mesi di gattabuia!
Aldo Brancher
Neodeputato forzista eletto in Veneto è il degno sottogretario unico alle Riforme e alla Devoluzione: un ministero, due condannati (l’altro è il ministro Bossi).
Ex sacerdote “paolino”, ex pubblicitario per il settimanale Famiglia Cristiana e poi per Publitalia, da 20 anni è il braccio destro di fedele Confalonieri alla Fininvest Comunicazioni. È il primo manager del Biscione a finire in galera nell’inchiesta Mani Pulite, il 18 giugno 1993, per corruzione: accusato di avere allungato una mazzetta di 300 milioni al ministro della Sanità Francesco De Lorenzo (figlio di quel Ferruccio corrotto da Berlusconi per sbolognare all’ENPAM l’invenduto di Milano Due) per la pubblicità anti-AIDS sulle TV berlusconiane, in cella non apre bocca e si guadagna l’eterna gratitudine del Cavaliere e dei suoi cari. Condannato in Appello a 2 anni e 8 mesi per falso in bilancio e violazione della legge sul finanziamento dei partiti, diventa nel 1999 responsabile di Forza Italia nel nord Italia.È lui l’artefice del riaggancio di Bossi. Ora i due lavoreranno insieme per riformare le vecchie istituzioni italiane portandovi una ventata di pulizia e di novità…
Vittorio Sgarbi
Eletto deputato per Forza Italia nel Friuli col ripescaggio proporzionale è il nuovo sottosegretaio ai Beni Culturali. Già presidente della Commissione Cultura della Camera, nel 1996 è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a sei mesi e 10 giorni di reclusione e 700mila lire di multa per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato: precisamente ai danni della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici del Veneto, dove fu impegato per 3 anni ma lavorò soltanto 3 giorni, allegando per il resto certificati di false malattie mai sofferte (tra cui il cimurro, da quel cane che è… e i dottori che scrivevano le false ricette? Nel suo piccolo è un bel falsario anche lo Sgarbi, vi pare?)Il cumulo di questa pena con quelle per le continue diffamazioni (preferibilmente ai danni di magistrati, da buon deliquente li odia tutti…), alcune delle quali senza più la sospensione condizionale lo rende un soggetto a rischio: senza l’immunità parlamentare finirebbe ipso facto in galera.
Ma la condanna per truffa alla Sovrintendenza avrebbe dovuto sconsigliare la sua nomina proprio ai Beni Culturali, che è un po’ come mettere la volpe a guardia del pollaio… (ma essendo un governo di pregiudicati forse è normale)
Roberto Maroni detto Bobo
Leghista, già ministro dell’Interno nel Berlusconi I, già capo del “governo della Padania”, ora Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, è l’unico condannato -provvisorio, per giunta- che ha subito veti per una poltrona nel governo Berlusconi.
La condanna è quella per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale che gli è costato il posto di ministro della Giustizia dove nel 1994 Berlusconi pensò di piazzare il nobile Cesare Previti.
Condanna in 1° grado a 8 mesi di reclusione per gli scontri con la Polizia inviata dal Procuratore Papalia a perquisire la sede della Lega a Milano: Maroni, prima di finire in ospedale con il naso rotto, avrebbe tentato di mordere la caviglia di un agente…Il processo di appello, probabilmente, non si celebrerà mai: dopo la prima sentenza la Camera ha dichiarato insindacabili Maroni, Bossi e gli altri deputati leghisti condannati.
In più, sempre a braccetto col Senatùr, Bobo è indagato a Verona come ex-capo delle “camicie verdi” e “la guardia nazionale padana” per attentato all’integrità dello Stato e alla Costituzione, nonché per associazione antinazionale e paramilitare.
Infine, la procura di Roma ha chiesto il suo rinvio a giudizio per “favoreggiamento a istigazione alla corruzione” nella presunta compravendita di voti che movimentò la nascita del governo D’Alema: secondo l’accusa, l’ex-leghista Luca Bagliani, passato all’UDEUR, avrebbe “offerto denaro e altre utilità economiche” a 4 colleghi leghisti per convincerli a lasciare la Lega, passare all’UDEUR e votare pro-D’Alema. Maroni avrebbe aiutato Bagliani “a eludere le investigazioni degli inquirenti”, tenendosi nel cassetto una registrazione che provava il mercato dei voti. Udienza preliminare il 6 luglio.
Girolamo Sirchia
Chirurgo di fama internazionale, assessore uscente ai Servizi Sociali nella Giunta milanese di Gabriele Albertini e attuale Minitro della Sanità sarebbe al centro di un’indagine del pubblico ministero Fabio Napoleone, nata da un esposto della consigliera comunale diessina Emilia De Biasi. L’inchiesta partita il 5 aprile di quest’anno con l’acquisizione di documenti negli uffici comunali di Via Larga, è chiamata “adotta un nonno” e riguarda la campagna di beneficenza “Buon Natale, anziani! 1999-2000”, lanciata proprio dall’allora assessore Sirchia per raccogliere fondi per l’assistenza agli anziani bisognosi. Secondo l’esposto -scrive il Corriere della sera- l’anno scorso per la raccolta dei fondi erano stati aperti due conti correnti: uno intestato alla Fondazione Fratelli di San Francesco e l’altro ad Andrea Mascarti, consigliere della fondazione (e consigliere comunale di F.I.). De Biasi ha segnalato inoltre che il denaro raccolto non è transitato sul Bilancio del comune.
Uno degli ultimi filoni dell’inchiesta ipotizza una gestione clientelare di quei fondi, che -secondo l’accusa- sarebbero stati erogati ad anziani “vicini” ai partiti della maggioranza.
Sirchia ha sempre smentito di essere formalmente indagato. Si vedrà.
Antonio Martino
Economista, deputato forzista eletto in Sicilia al proporzionale, già ministro degli Esteri nel Berlusconi I, ora “declassato” alla Difesa, straccia un altro tabù: mai, finora, un piduista aveva retto il ministero delle Forze Armate, nemmeno negli anni d’oro della loggia del Venerabile Licio Gelli. Il nome di Antonio Martino compariva nelle liste P2 scoperte a Castiglion Fibocchi nel 1981: fra coloro che avevano inoltrato a Gelli regolare domanda di iscrizione ma non c’era stato il tempo di perfezionarla (erano arrivati prima i giudici).
Martino ha sempre negato di aver presentato quella richiesta ma nelle carte del Venerabile fu ritrovata la sua domanda con tanto di firma e data: 6 luglio 1980; la Commissione Anselmi raccolse la testimonianza del “fratello” massone che l’aveva “presentato” alla pia confraternita dei ladroni e degli assassini: un certo Giuseppe Donato, strettissimo collaboratore di Gelli.
(il papà di Antonio si rivolta nella tomba…)
Giuseppe Pisanu detto Beppe
Deputato dal 1972, prima nella DC e poi in Forza Italia, già capogruppo forzista della Camera, candidato al ministero dell’Interno e poi dirottato all’ultimo momento sulla neonata poltrona della “Attuazione del programma di Governo” (sic!) è un altro che gli ambienti piduisti li ha conosciuti bene, tanto che, nella vita precedente, quando non era ancora anticomunista e portava la borsa a Benito Zaccagnini (Sinistra DC), fu travolto da uno scandalo per i suoi rapporti con il banchiere bancarottiere e piduista Roberto Calvi, presidente del banco Ambrosiano, con il Gran Maestro della massoneria Armando Corono e con il faccendiere Flavio Carboni, plurinquisito, pluriarrestato, legato a varie esponenti della banda della Magliana.
Sassarese, ex amico del cuore di Francesco Cossiga, già capo della segreteria Zaccagnini negli anni del compromesso storico DC-PCI, Pisanu diventa sottosegretario al tesoro e alla Difesa in vari governi. Ma ai tempi del Fanfani V (1983), saltano fuori le sue liasons dangereuses con alcuni imbarazzanti compagni di vacanze in barca: Flavio Carboni e Silvio Berlusconi!
Tutto comincia nell’estate el 1980, quando Berlusconi e Flavio brigano per regalare a Porto Rotondo una bella colata di cemento (progetto “Olbia 2”). Carboni ospita Pisanu e Berluskatz sulla sua Punto Rosso, una tinozza di 22 metri!
L’estate seguente, Beppe fa un’altra conquista: veleggia, sempre sulla barca di Carboni, al largo della Costa Smeralda, ma stavolta a bordo c’è pure il bancarottiere Calvi, fresco di condanna, in libertà provvisoria. Memorabile la testimonianza di Pisanu davanti al PM milanese Pier Luigi Dell’Osso che indaga sul crac Ambrosiano e lo interroga per sei ore l’11 settembre 1982 (mentre Carboni si trova in carcere da qualche giorno a Milano perché coinvolto nelle indagini sulla fuga e sulla morte di Calvi): Carboni -spiega Pisanu- era un interlocutore valido per le forze politiche richiamantisi alla ispirazione cattolica.
Insomma, il pio terzetto non discuteva di affari ma di teologia e mariologia…
Carboni, prosegue Pisanu, riuscendo a restare serio, mi disse che il Berlusconi aveva interesse a espandere Canale 5 in Sardegna, tal che lo stesso Carboni si stava interessando per rilevare a tal fine la più importante rete TV sarda, Videolina (quella fondata dal discusso finnziere Niki Grauso). Non solo: il Carboni mi disse di essere in affari col signor Berlusconi anche con riguardo a un grosso progetto edilizio di tipo turistico denominato ‘Olbia 2’. Fin dall’inizio ritenni di seguire gli sviluppi delle varie attività di Carboni, trattandosi di un sardo che intendeva operare in Sardegna.Il pio sodalizio Carboni-Pisanu si estende poi miracolosamente all’affaire Ambrosiano. Il sottosegretario al Tesoro portato dall’amico Flavio incontra Calvi per ben 4 volte, e subito dopo l’8 giugno 1982, risponde alla Camera alle allarmate interrogazioni delle opposizioni sul colossale buco dell’Ambrosiano, aggravato dai debiti miliardari del Banco Andino. Niente paura -rassicura Pisanu- è tutto sotto controllo! Nessun allarme: Le indagini esperite all’estero sull’Ambrosiano non hanno dato alcun esito.
La sera dopo, 9 giugno, Pisanu è di nuovo a cena con Carboni: pare che il tema della serata sia la nomina a nuovo procuratore Generale di Milano di un “amico”, il giudice Consoli, presente al convivio.L’indomani, 10 giugno, Calvi fugge dall’Italia per finire come sappiamo, impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra!Nove giorni dopo, il Governo dichiara insolvente l’Ambrosiano, mettendo sul lastrico migliaia di risparmiatori. Pochi mesi dopo sia l’Ambrosiano sia l’Andino fanno bancarotta.
Racconterà Angelo Rizzoli alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulla P2: a proposito dell’Andino, Calvi disse a me e a Tassa Din che il discorso dell’on. Pisanu in Parlamento l’aveva fatto fare lui. Qualcuno mi ha detto che per quel discorso Pisanu aveva preso 800 milioni da Flavio Carboni. Accusa mai dimostrata, anche se il portaborse di Calvi, Emilio Pellicani, dirà all’Espresso che Calvi aveva stanziato (per “comprare” il proprio salvataggio) 100 miliardi, dei quali “poche decine di milioni” sarebbero finite anche nelle tasche di Pisanu, tramite Carboni; e aggiunge che Pisanu si interessò attivamente del progetto di cessione del Corriere della Sera da parte di Calvi, tentando di pilotare l’operazione “in favore dell’on. Piccoli”.
Cioè di garantire una sorta di controllo DC sul primo quotidiano d’Italia. Pisanu smentisce e querela Pellicani. Memorabili gli attacchi che gli sferrano in quel periodo i due membri più battaglieri della Commissione P2: il missino Mirko Tremaglia e il radicale Massimo Teodori.Tremaglia denuncia l’assalto partitocratico al Corriere della Sera tramite manovre che di volta in volta sono passate attraverso Andreotti, Bagnasco, Pisanu, Carboni o Rizzoli. E quanto all’Ambrosiano appena dichiarato insolvente, punta il dito sulle gravissime responsabilità degli organi di Governo, compreso il sottosegretario Pisanu, amico non per caso di Carboni, che aveva dichiarato alla Camera che nulla era emerso di irregolare nell’Ambrosiano. Senonché esattamente 9 giorni dopo il Tesoro dispose lo scioglimento degli organi amministrativi dell’Ambrosiano.E Teodori: alcuni fatti sono incontrovertibili: i rapporti strettissimi e continuativi tra Pisanu e Carboni; i rapporti di Pisanu con Calvi tramite Carboni, i rapporti di Pisanu con Calvi e Carboni per la sitemazione del Corriere della Sera; i rapporti di Pisanu con Calvi e Carboni quando, sottosegretario al Tesoro, il ministero prendeva importanti decisioni sull’Ambrosiano; il sottogretario rispose per due volte alla Camera sulla questione Ambrosiano. Poi, il 19.1.1983 aggiunge: il sottosegretario Pisanu deve dimettersi: se c’è ancora un minimo di moralità è inconcepibile che l’on. Pisanu resti al governo.Non mi dimetterò su richiesta di Teodori, schiuma Pisanu. Poi però cambia idea, o gliela fanno cambiare: 2 giorni dopo il 21 gennaio si dimette da sottosegretario, per consentire il chiarimento della mia posizione senza condizionamenti legati all’incarico di governo ricoperto… ma il suo caso continuerà ad arroventare la Commissione P2 nei mesi avvenire.In febbraio Teodori torna a denunciare l’arroganza socialista e democristiana che vuole affossare la commissione d’inchiesta e pretende una condizione di speciale intoccabilità per tutti i politici, da Pisanu a Piccoli ad Andreotti.
Pisanu viene ascoltato una seconda volta dalla Commisisone Anselmi, e lì -pur rivendicando l’assoluta correttezza e “trasparenza” dei suoi rapporti con Carboni e Calvi- ammette di avere un po’ sottovalutato la delicatezza di certe frequentazioni.
Dopo un breve purgatorio, Pisanu risalta in sella nel 1987: sottosegretario alla Difesa del nuovo governo Fanfani. Poi un altro po’ di oblio, e la resurrezione “azzurra” grazie all’inseparabile Silvio, sempre riconoscente con i vecchi compari: nel 1994 lo promuove “vicecapogruppo vicario” alla Camera, nel 1996 capogruppo al posto del povero Vittorio Dotti, colpevole di essere amico dell’Ariosto, e quindi colpevole di avere sbagliato fidanzata, e sopratutto non era amico né di Calvi né di Carboni.
Nel 2001 l’ultimo balzo: ministro nel Berlusconi II, un’occasione per rivedere tanti vecchi amici…Come il ministro per gli Italiani all’Estero Mirko Tremaglia, e il neodeputato di F.I, Massimo Teodori; come passa il tempo…(i due grandi accusatori oggi gli leccano il culo e dicono che sa di buono…)
Claudio Scajola
È il primo Ministro dell’Interno della storia d’Italia ad avere conosciuto le patrie galere: non per le solite visite umanitarie ma per esservi stato detenuto per 70 giorni.
Nato a Imperia 53 anni fa, ha la politica nel sangue, anzi, nell’albero genealogico. La sua famiglia superdemocristiana ha regalato a Imperia tre sindaci: il padre Ferdinando (costretto a dimettersi negli anni ’50 perché sospettato di aver favorito il cognato per un posto da primario), il fratello Alessandro ed infine lui, nel 1982.
L’anno seguente però è già in manette. Arrestato dai carabinieri il 12 dicembre 1983, per ordine dei giudici milanesi (PM Davigo, DiMaggio e Carnevali, giudici istruttori Arbasino e Riva Crugnola), che indagano sullo scandalo dei casinò: una storiaccia di clan mafiosi siciliani che ha messo le mani sulle case da gioco di Sanremo e Campione d’Italia, accordandosi con i politici locali. Scajola è accusato di essersi incontrato in Svizzera con il sindaco di Sanremo ed il conte Giorgio Borletti -che aspirava al controllo del casinò sanremese- e di avergli chiesto alcune decine di milioni (una cinquantina, pare, dell’epoca) a titolo di “rimborso spese” per l’impegno profuso dai politici liguri. L’accusa è di tentata concussione aggravata (anche se Scajola sostiene di aver fatto con Borletti solo discorso sulle sue “intenzioni politiche” nella gestione del casinò). Settanta giorni a San Vittore (ma senza ciapà i bott).
Ma alla fine, dopo una lunga e accidentata indagine, nel 1990 Scajola viene prosciolto. Non perché i fatti non siano realmente accaduti ma perché -spiega il fratello Alessandro- Claudio fece quel viaggio su incarico del partito.
L’accusa insomma non sarebbe riuscita a dimostrare che avesse chiesto quel denaro per sè o per il collega sanremese.
Dopo quella triste disavventura, Scajola si riprende prontamente, si fa rieleggere sindaco di Imperia dalla DC e nel 1995 si ricandida con una lista civica.
Di Forza Italia, alleata con A.N., non ha una grande opinione: sono solo dei fascistelli.L’anno seguente cambia idea e si candida coi fascistelli: carriera folgorante. Berlusconi lo promuove responsabile organizzativo e lui in pochi anni trasforma il partito di plastica in una macchina da guerra radicata nel territorio. Nel 2001 arriva il premio: ministro dell’Interno.
http://lupozzo.altervista.org/armata.php
:asd: :asd: :asd: :asd:
Dicevi?
fg
DonaldDuck
05-06-2007, 13:31
:asd: :asd: :asd: :asd:
Dicevi?
fg
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/04_Aprile/27/brigatismo_senza_fine_galli_loggia_slogan.shtml
Slogan del 25 Aprile e veleni della nostra storia
Brigatismo senza fine
di Ernesto Galli della Loggia
Perché l'Italia è l'unico Paese dell'Unione Europea dove ancora alligna, sia pure in misura assai ridotta, il terrorismo rosso e da 20 anni non accenna a scomparire? E perché sempre l'Italia è l'unico Paese dove quel terrorismo sembra essere in grado di godere ancora oggi di un'area più o meno vasta di consenso? Le celebrazioni milanesi del 25 Aprile, con la loro appendice di slogan e di cartelli filo-Br, ripropongono questi imbarazzanti interrogativi che come fantasmi ci inseguono da decenni.
Ai quali è impossibile rispondere senza fare i conti con una questione più generale: quella della presenza storica nella società italiana di un fondo di violenza duro, tenace, che da sempre oppone un ostacolo insormontabile alla diffusione della cultura della legalità. Non è un caso se l'Italia è la patria delle più importanti organizzazioni storiche della criminalità europea.
La sfera politica italiana è stata segnata profondamente dalla violenza. Sorti alla statualità da un moto rivoluzionario con alcuni tratti di guerra civile, come per l'appunto fu il Risorgimento, l'idea che a certe condizioni la violenza sia ammissibile (addirittura necessaria) ha caratterizzato in modo netto tutte le moderne culture politiche che hanno visto la luce nella penisola, che affondano le radici nella realtà più autentica della nostra storia: il socialismo massimalista, il nazional-fascismo, il comunismo gramsciano, l'azionismo.
Tutte culture che in un modo o nell'altro si sono alimentate e hanno alimentato il mito della rivoluzione, qualunque fosse l'aggettivo che poi le veniva appiccicato. A livello di massa, in pratica, ha fatto eccezione solo la cultura politica cattolica. Se non ci fosse stata la quale, come si sa, è probabile che non ci sarebbe stata neppure l'Italia democratica che invece abbiamo avuto.
Ma la storia non è acqua. L'Italia democratica, pure se tale, è stata pur sempre figlia di una vicenda che aveva sviluppato un'antica e lunga contiguità con la violenza, nella forma, come ho detto, del mito rivoluzionario (all'origine, non da ultimo, con la Resistenza, della stessa legittimazione della Repubblica). La democrazia da noi non ha potuto che vivere gomito a gomito, e spesso intrecciata, con questo mito e con la sua cultura, entrambi opportunamente trasfigurati nella dimensione dell'«utopia», ancora oggi considerata dal senso comune politico italiano quanto di più nobile e degno la politica possa mettere in campo. Mentre lo Stato di diritto, da tutti a chiacchiere omaggiato e riverito, nei fatti commuove l'animo solo di sparute, sparutissime minoranze: quanti sono infatti, ancora oggi, quelli (a cominciare dal ministro degli Interni, si chiami Pisanu o Amato) che di fronte al blocco di una stazione da parte di un gruppo di scioperanti o alle truffe delle certificazioni sanitarie degli impiegati pubblici invocano il pugno della legge?
In realtà, il germe dell'illegalità e di quella sua manifestazione estrema che è la violenza l'Italia democratica lo porta in certo senso dentro di sé, nella sua storia culturale e dunque nella sua antropologia accreditata. Ed è per questo che non le è mai riuscito e non le riesce neppure oggi di estirparlo.
Può, per fare un esempio, cercare di insegnare l'educazione civica a scuola, ma nello stesso momento in cui lo fa mostra pateticamente quanto lei per prima creda poco ai suoi precetti non riuscendo a impedire in quella stessa scuola il venir meno di ogni norma di condotta, lo scatenarsi della più generale indisciplina. Non è il solo paradosso. C'è pure quello per cui l'Italia è il Paese dove più attecchiscono le parole d'ordine del pacifismo e la predicazione della non violenza ma insieme è anche quello dove rispetto al resto d'Europa più diffusa è la pratica dell'illegalità di massa e più frequente risuona l'esaltazione della violenza o la tolleranza di fatto nei suoi confronti: con una contraddizione solo apparente, però, dal momento che all'origine di entrambi i fenomeni c'è sempre il medesimo retaggio utopico della nostra cultura, sia pure diversamente declinato. Nonché, a custodire e perpetuare quel retaggio, l'involucro di una statualità debole che di fronte alle simpatie filo-Br di Milano dice per bocca del suo ministro degli Interni che sì, in effetti «c'è di che preoccuparsi» ma non se la sente di promettere nulla di più.
27 aprile 2007
FabioGreggio
05-06-2007, 13:51
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/04_Aprile/27/brigatismo_senza_fine_galli_loggia_slogan.shtml
Enrico La Loggia
Ex assessore DC a Palermo (giunta Orlando), poi senatore forzista, ora ministro degli Affari regionali, guai giudiziari non ne ha mai avuti, ma certe intercettazioni telefoniche “siciliane” che lo riguardano sono tutt’altro che rassicuranti.
Sarà perché sua padre Giuseppe, agrigentino, capo di una dinastia di avvocati DC, due volte presidente della Regione Sicilia e diverse volte deputato, morto nel 1994, era il cognato dell’ex-ministro DC Attilio Ruffini, più volte citato nelle inchieste di mafia. O sarà per una certa sfortuna nelle amicizie.Come quella che lo lega a Nino Mandalà, imprenditore di Villa Abate, membro del coordinamento provinciale di FI, arrestato nel 1999 per associazione mafiosa nell’inchiesta che riguarda pure il deputato forzista Gaspare Giudice (per il quale la Camera, 2 anni fa, negò l’autorizzazione all’arresto al GIP di Palermo).Mandalà a Villa Abate è una potenza, economica e politica; e, secondo gli inquirenti, gli capita spesso di chiacchierare a ruota libera con gli uomini più vicini a Bernardo Provenzano.Il 4.5.98, intercettato, Mandalà parla con Simone Castello, uno dei colonnelli del boss dei boss. E gli racconta il suo ultimo burrascoso incontro con Enrico La Loggia.Dice di averlo insultato e minacciato perché quello, dopo l’arresto di suo figlio Nicola (coinvolto nelle indagini su alcuni omicidi) aveva preso ad evitarlo, a fingere di non conoscerlo.Lui invece si aspettava almeno un cenno di solidarietà in nome dell’antica amicizia, un rapporto che risale alla notte dei tempi, quando eravamo tutti e due piccoli.
Non solo: Mandalà e il padre di La Loggia erano stati “soci in affari” in una società di brokeraggio assicurativo (la Broker Sicula), con La Loggia presidente e Mandalà amministratore delegato.Senza contare che 3 anni prima La Loggia, è sempre Mandalà che parla, gli aveva chiesto di procurare al responsabile legislativo di FI, on. Renato Schifani (eletto a Corleone) una consulenza a 54 milioni l’anno al comune di Villa Abate.
I due si rivedono in un congresso di FI, sette otto mesi dopo la liberazione di mio figlio riprende la telefonata intercettata col boss mafioso, e La Loggia sarebbe andato incontro a Mandalà, ma questi l’avrebbe zittito e cacciato in malo modo: Senti, devi farmi una cortesia, pezzo di merda che sei, non ti devi permettere di rivolgermi la parola. E La Loggia (sempre secondo la telefonata di Mandalà): Ma Nino, è mai possibile che mi tratti così? I nostri rapporti…Ma quali rapporti!
A quel punto La Loggia, allarmatissimo avrebbe invitato Mandalà a proseguire l’incontro in privato, nel suo studio palermitano in via Duca della Verdura.
Un incontro di un’ora nel quale Mandalà minaccia di scoprire alcuni altarini del senatore e della sua famiglia:Alla fine gli dissi: senti tu a me non mi devi cercare più! Devi dimenticare che esisto… Siccome io sono mafioso, come tuo padre, purtroppo, perché io con lui me ne andavo a cercargli i voti da Turiddu Malta, il capomafia di Vallelunga… io posso sempre dire che tuo padre era mafioso.
A quel punto LaLoggia si è messo a piangere. “Mi rovini… mi rovini…” piangeva ma non perché era mortificato, ma per la paura.
Castello a quel racconto sbotta: No, ma quant’è cretino.
E Mandalà: Vedi quant’è cornuto, minchia, ha pensato veramente che io lo andavo a rovinare… Io volevo solo spaventarlo, impaurirlo, per fargli male.
La Loggia nega quel vertice a quattr’occhi. con minacce e lacrime, ammette solo di avere incontrato Mandalà a un congresso di FI e di avere brevemente parlato con lui dell’arresto di suo figlio.
In ogni caso Carabinieri osservano nei loro rapporti che Mandalà è una figura centrale in Forza Italia siciliana: parla al telefono con vari esponenti del partito del piduista Berlusconi con parole e toni che lasciano chiaramente intendere una sua non giustificata -o forse sì?- autorità nei confronti degli stessi (da verbale)Altre telefonate imbarazzanti sono quelle di un quasi omonimo di Mandalà, il ragionier Pino Mandalari, gran maestro massone che, secondo gli inquirenti era il commercialista di fiducia di Salvatore Riina, nonché presidente della Ri.Sa., la Riina Salvatore srl.
Telefonate intercettate alla vigilia delle elezioni del 27 marzo del 1994: il 17.3.1994 il Mandalari telefona al numero privato di Enrico La Loggia cheidendo di “Enrico”, però assente, pregando di essere richiamato.
Il 19.3.1994 dà indicazioni di voto a un mafioso: Tutti per Forza Italia nella terza scheda… Bisogna vedere il candidato nel collegio… La Loggia è il nostro… rapporti ottimi, ci siamo incontrati qua con La Loggia per una riunione…La Loggia smentisce di avere mai conosciuto Mandalari e gli dà del millantatore e persona poco raccomandabile. Mandalari gli fa rispondere da un avvocato in maniera quanto mai sibillina: Mandalari pretende scuse pubbliche dal senatore La Loggia che dovrebbe ringraziarlo per avergli dato il suo voto e aver avuto fiducia in lui come politico: tutto questo senza conoscerlo…
fg
DonaldDuck
05-06-2007, 13:56
Enrico La Loggia
http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/politica/delia-contestato/delia-contestato/delia-contestato.html
Il deputato preso di mira per il suo passato di terrorista
Volantinaggio degli agenti. La Lega protesta in consiglio comunale
Torino, i poliziotti contro D'Elia
"Vergogna che sieda in Parlamento"
TORINO - Sergio D' Elia, ex terrorista oggi parlamentare della Rosa nel Pugno è stato fortemente contestato dai poliziotti del Sap e dalla Lega Nord a Torino. D'Elia si trovava nel capoluogo piemontese per rendere noti gli ultimi dati circa la pena di morte nel mondo nel corso di un incontro in Comune organizzato dall'associazione "Nessuno tocchi Caino" di cui è segretario.
In un primo momento, il Sap aveva organizzato un volantinaggio davanti al Comune, poi la protesta è stata circoscritta alla questura di Torino. "D'Elia è stato condannato in via definitiva per concorso in omicidio del giovane poliziotto Fausto Dionisi - si legge nel volantino - e oggi siede tranquillamente in Parlamento grazie alle leggi garantiste e premiali che hanno voluto chiudere la pagina degli anni di piombo insultando i parenti delle vittime e chi, poliziotto, magistrato, giornalista, politico o semplice cittadino, ha versato il proprio sangue a causa del fanatismo ideologico e terrorista".
Analoga motivazione sta alla base della protesta di Mario Carossa, capogruppo in consiglio comunale a Torino della Lega Nord, che questa sera, in apertura di consiglio, si è presentato con una maglietta bianca recante la scritta verde "Dalla parte di Abele".
Carossa, invitato dal presidente a togliersi la maglia e a rivestirsi in maniera più appropriata, si è allontanato spontaneamente dall' aula. "E' vergognoso - ha detto - che in una città come Torino, duramente colpita dal terrorismo, venga a parlare di pena di morte un condannato in via definitiva per l' omicidio di un poliziotto".
(18 dicembre 2006)
JackTheReaper
05-06-2007, 13:56
Attinenza con "L'Aquila, 200 inneggiano alla Lioce e a Bologna scritte sotto la casa di Biagi"? :muro:
quelli dell'aquila sono "compagni che sbagliano" :O
vuoi mettere un brigatista al governo con maroni che morde alla caviglia un poliziotto? non c'è nenache da paragonarle come gravità :O
jpjcssource
05-06-2007, 14:21
Attinenza con "L'Aquila, 200 inneggiano alla Lioce e a Bologna scritte sotto la casa di Biagi"? :muro:
Inutile, come al solito, pur di parlare il meno possibile dei personaggi scomodi del suo schieramento politico, cerca sempre di sviare il discorso tirando fuori i peccati altrui :rolleyes:
che scherzi?
molto piu grave un alemanno che tira i sassi
nomeutente
05-06-2007, 15:05
Fabio Greggio, atteggiamenti di questo tipo (postare lunghissimi articoli off topic per sviare il discorso sulla controparte) sono stati in passato sanzionati e non vedo la ragione per non farlo anche ora.
Non vanno bene i thread "sì ma anche gli altri": se hai qualcosa da dire nei confronti di altre persone lo fai in un thread apposito (cosa che di solito fai benissimo) senza utilizzare anche i thread dove si parla d'altro.
Ammonito e sospeso 3 gg per cumulo di ammonizioni.
nomeutente
05-06-2007, 18:09
OT
FORZA NUOVA NON MANIFESTA per i terroristi , cavolo centra
A dire il vero secondo Pisanu sono abbastanza pericolose anche le formazioni antagoniste di destra, fra cui forza nuova (fonte: rapporto sulla sicurezza in Italia del 2005, ma anche dichiarazioni successive), anche per i legami con le tifoserie.
/OT
I Carc sono pericolosi. Se ci fosse una sinistra marxista seria li isolerebbe e combatterebbe sul piano politico, purtroppo invece li si accusa sul piano giuridico e loro si sentono ancora più felici di essere "quelli contro il sistema", quando in realtà sono i migliori alleati del sistema con i loro proclami deliranti.
direi che è piu pericoloso un terrorista che un ultrà'.
l'ultra non aspetta sotto casa per sparare a qualcuno
blamecanada
06-06-2007, 16:29
«Io con gli antagonisti sul 41 bis? Colpa della sinistra»
Parla Giulio Petrilli, dirigente aquilano del Prc, sotto accusa per aver partecipato al corteo che inneggiava alle Br
Eleonora Martini
Adesso è nell'occhio del ciclone per aver partecipato domenica sotto il peniteziario de L'Aquila ad un corteo contro il 41 bis che si è trasformato in una manifestazione di solidarietà alla brigatista Nadia Desdemona Lioce che vi è detenuta. Ma Giulio Petrilli, dirigente regionale abruzzese di Rifondazione comunista, ha dedicato una vita ai problemi del carcere. Perché Petrilli, 49 anni, ex presidente provinciale del partito e oggi a capo dell'Aret, l'azienda regionale per l'edilizia territoriale, il carcere lo conosce bene: aveva 22 anni quando, nel 1980, entrò in prigione con l'accusa di banda armata. Ne uscì 6 anni dopo con la piena assoluzione. Ma due anni li passò in isolamento per applicazione dell'articolo 90, l'antesignano del 41 bis che venne poi introdotto nel 1986 inizialmente per i reati di associazione mafiosa ma subito esteso ai detenuti accusati di terrorismo e eversione. «E' una tortura alla quale le forze democratiche dovrebbero opporsi, qualunque sia il reato. Ed è un problema di difesa dello stato di diritto», dice. «Quello che non può più fare la sinistra - controbatte Petrilli - è rinunciare a queste battaglie e lasciarle nelle mani solo di certe aree ideologiche antagoniste».
Hai pensato a lungo se andare o no a quel corteo, perché?
Ero molto perplesso proprio perché ero consapevole del rischio di strumentalizzazione. Si era creato un clima mediatico molto pesante e il timore era di non riuscire a far emergere lo spirito originario dell'iniziativa, contro il 41 bis, ma di rimanere schiacciati da una dimensione che rifuggo. La piattaforma del corteo però era molto chiara, incentrata sui problemi del carcere duro e non si soffermava su singoli detenuti. Per questo ho sentito che non potevo non andare, pur prevedendo quello che ora sta avvenendo. E' da una vita che mi batto per migliorare le condizioni dei carcerati. Una battaglia che ho sempre condotto con molti compagni, anche un po' in controtendenza, dentro e fuori Rifondazione, a prescindere dai reati. L'ho fatto per i mafiosi come per i terroristi.
Ma la manifestazione non è stata organizzata a L'Aquila proprio perché è lì che è detenuta Lioce?
No, quello aquilano è il carcere italiano con più detenuti in regime di 41 bis, ce ne sono 160. Lì ci sono le zone rosse, l'isolamento totale. E il giorno prima della manifestazione si era suicidato un detenuto calabrese in 41 bis condannato per reati di mafia. Ci sono persone che da 6 o 7 anni vivono in totale isolamento, chiusi 23 ore su 24 e quell'unica ora d'aria al giorno la passano in compagnia di un'altra sola persona. Bisogna rendersi conto che quel regime speciale è paragonabile ad una tortura. E io sono contro la tortura.
Quindi per te era diventato secondario il rischio che la manifestazione potesse tracimare in quel modo?
Sì, per me come per molti altri che vi hanno partecipato la cosa era secondaria. Io non entro nel merito dei reati commessi ma mi batto per i diritti dei detenuti e in particolare contro il 41 bis. Purtroppo quella è stata l'unica manifestazione organizzata da tanto tempo sul tema e io mi sono sentito in dovere di andare. Semmai il problema è che questo tipo di battaglie che dovrebbero essere della sinistra democratica vengono invece lasciate nelle mani solo di certe aree antagoniste.
Ma che impressione hai avuto di quel corteo?
Ho partecipato all'inizio della manifestazione e non ho sentito slogan terribili, ma non metto in dubbio quello che hanno riportato i giornali. La mia è una cultura libertaria dentro la quale si inscrive la critica al 41 bis e che rifiuta categoricamente qualunque auspicio di morte. Ho partecipato con questo spirito e mi ritrovo schiacciato da qualcosa che non mi appartiene. Ma bisogna anche pensare che certe aree non vanno isolate ed è giusto stabilire un confronto politico con loro. E' quello che ho fatto.
Ma perché un tema così importante, come ha riconosciuto anche Olga D'Antona, viene trascurato da Rifondazione?
Perché le culture innovative dei diritti, libertarie e garantiste sono sofferenti dentro la sinistra mentre si fanno largo quelle forcaiole. Anche in parte dentro il Prc. E invece rilanciare una cultura di libertà è il solo modo di evitare la contrapposizione tra apparati dello stato e alcune posizioni oltranziste.
Dal Manifesto del 6 giugno 2007.
Se le cose stanno cosí la questione è molto differente, direi...
DonaldDuck
06-06-2007, 19:20
[I]«Io con gli antagonisti sul 41 bis? Colpa della sinistra»
Parla Giulio Petrilli, dirigente aquilano del Prc, sotto accusa per aver partecipato al corteo che inneggiava alle Br
Eleonora Martini
CUT
Se le cose stanno cosí la questione è molto differente, direi...
Cosa avrebbe potuto dire di diverso?
Ma che impressione hai avuto di quel corteo?
Ho partecipato all'inizio della manifestazione e non ho sentito slogan terribili, ma non metto in dubbio quello che hanno riportato i giornali. La mia è una cultura libertaria dentro la quale si inscrive la critica al 41 bis e che rifiuta categoricamente qualunque auspicio di morte. Ho partecipato con questo spirito e mi ritrovo schiacciato da qualcosa che non mi appartiene. Ma bisogna anche pensare che certe aree non vanno isolate ed è giusto stabilire un confronto politico con loro. E' quello che ho fatto.
DonaldDuck
06-06-2007, 19:31
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=66469
Corteo filo-Br a L'Aquila, scritte a Bologna
Si è concluso in anticipo, rispetto al previsto, il sit-in di protesta davanti al carcere aquilano Le Costrarellè di Pretuto. Ad interrompere la manifestazione, nessun intervento della polizia che si è limitata a scortare il corteo ma o un violento temporale che si è abbattuto sulla zona. I manifestanti di Soccorso Rosso, Olga, e dei Carc - i "Comitati d'appoggio per la resistenza e il Comunismo" - hanno abbandonato il prato davanti al carcere di massima sicurezza sono stati cacciati dall'acquazzone. Dopo aver scandito slogan "duri" e scoppiato petardi e fumogeni, se ne sono andati continuando a rivolgere epiteti ai rappresentanti delle forze dell'ordine e all'indirizzo dei giornalisti, definiti «terroristi». Erano in tutto circa duecento alla manifestazione indetta contro l'articolo 41bis, quello che prevede il carcere duro per reati associativi che riguardano banda armata e organizzazioni di tipo mafioso.
Un corteo organizzato sotto il penitenziario dove è detenuta anche Nadia Desdemona Lioce delle Nuove Br e dove recentemente un esponente della 'ndrangheta - Carmine Chirillo - sottoposto al 41bis si è suicidato.
I manifestanti - partiti dopo le 11 da piazza della Fontana Luminosa per attraversare le vie del centro cittadino, scortati da Polizia e Carabinieri - hanno gridato slogan e portano striscioni che chiedono «libertà per i prigionieri». Qualcuno, abbandonando momentaneamente la fila, è riuscito a scrivere sui muri con lo spray «Da Poggio Reale all'Ucciardone evasione». Incidenti o scontri con la polizia non ci sono stati, nonostante alcuni dei manifestanti abbiano aperto un varco nella rete metallica esterna del carcere, senza avvicinarsi alla struttura protetta da una recinzione alta più di tre metri. Slogan orrendi anche che inneggiavano alla morte di Marco Biagi: «Biagi non pedala più, Biagi non pedala più». E anche il refrain demenziale: «1o, 100, 1000 Nassirya».
Nella notte sono comparse scritte sul percorso del corteo: «Più vedove più orfani, più sbirri morti». Le scritte sono state ricoperte con vernice rosa e grigia, compresa quella sotto la lapide commemorativa di Umberto I ucciso dall'anarchico Gaetano Bresci il 29 luglio 1900 con tre colpi di pistola nel parco della Villa Reale di Monza.
Quando la manifestazione si è interrotta, i tre pullman dei manifestanti si sono allontanati, scortati dai mezzi delle forze dell'ordine e diretti verso l'autostrada per fare ritorno a Roma.
A commento della manifestazione il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha confermato in più occasioni che il regime speciale del 41 bis ha una «straordinaria importanza come strumento di contrasto alle organizzazioni di stampo mafioso e contro il terrorismo interno e internazionale».
Molti i commenti fortemente negativi da deputati del centrodestra che hanno stigmatizzato come il prefetto de L'Aquila abbia concesso il permesso ai manifestanti di sfilare e che collegano il corteo aquilano con una scritta apparsa a Bologna a pochi passi dal luogo dell'agguato in cui è stato ucciso il giuslavorista: «terrorista è lo Stato». «Occorre riproporre una convenzione ad isolare e ad escludere da ogni funzione di governo tutta l'area dell' estremismo di sinistra - ha detto l'azzurro Maurizio sacconi, ex sottosegretario del governo Berlusconi -. Si tratta di una regola opposta a quel "nessun nemico a sinistra" che in questi anni è prevalso nello stesso centrosinistra».
Pubblicato il: 03.06.07
Modificato il: 04.06.07 alle ore 15.27
blamecanada
06-06-2007, 19:39
Cambia, perché un conto è manifestare in difesa della Lioce, un'altra cosa è manifestare per l'abolizione di una norma che si reputa ingiusta e di cui si sono pagate le conseguenze pur essendo innocenti.
FastFreddy
06-06-2007, 19:40
Cambia, perché un conto è manifestare in difesa della Lioce, un'altra cosa è manifestare per l'abolizione di una norma che si reputa ingiusta e di cui si sono pagate le conseguenze pur essendo innocenti.
Direi che però abbia sbagliato momento, luogo e soprattutto compagnia... ;)
DonaldDuck
06-06-2007, 19:55
Cambia, perché un conto è manifestare in difesa della Lioce, un'altra cosa è manifestare per l'abolizione di una norma che si reputa ingiusta e di cui si sono pagate le conseguenze pur essendo innocenti.
Ma che impressione hai avuto di quel corteo?
Scusa ma...
Ho partecipato all'inizio della manifestazione e non ho sentito slogan terribili, ma non metto in dubbio quello che hanno riportato i giornali. La mia è una cultura libertaria dentro la quale si inscrive la critica al 41 bis e che rifiuta categoricamente qualunque auspicio di morte. Ho partecipato con questo spirito e mi ritrovo schiacciato da qualcosa che non mi appartiene. Ma bisogna anche pensare che certe aree non vanno isolate ed è giusto stabilire un confronto politico con loro. E' quello che ho fatto.
Quali sarebbero le aree che non andrebbero isolate? Che genere di confronto politico ci potrebbe essere? Che poi abbia partecipato solo all'inizio della manifestazione non lo metto in dubbio, la manifestazione si è interrotta causa maltempo.
NeSs1dorma
07-06-2007, 00:25
dico solo:
pala e picco ed ancora pala e picco
(unico vantaggio è che almeno si vedon in faccia questi manifestanti....e se ne prende nota...così se succede qualcos'altro...almeno si pò iniziar a spremere un pò per aver informazioni...)
Se dico altro finisco sbranato e bannato
sottoscrivo.
Ma in questo Paese queste "manifestazioni" sono permesse.. spero anche io che la Digos abbia preso facce e nomi di questi ceffi..
nomeutente
07-06-2007, 10:22
Quali sarebbero le aree che non andrebbero isolate? Che genere di confronto politico ci potrebbe essere?
Conosco alcuni attivisti dei Carc e ti posso dire senza problemi che alcuni sono delle teste calde, provocatori di professione, con un passato discutibile. Altri sono giovani perbene che però non credono nella sinistra tradizionale e si fanno abbindolare da fraseologie rivoluzionarie.
E' la tattica del terrorismo: un braccio politico legale e una parte clandestina in cui vengono a poco a poco cooptati quelli che si avvicinano alla parte legale.
Mi sembra _evidente_ che la parte con cui è non solo opportuno ma necessario dialogare è l'area del cosiddetto antagonismo, proprio per coinvolgerla in un disegno politico diverso da quello offerto dal terrorismo.
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