IpseDixit
03-06-2007, 14:23
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(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/06_Giugno/02/settimana_internazionale_profilattico.shtml)
Secondo il nuovo rapporto globale dell’Unaids 2006, l’epidemia di Aids è lentamente in calo in tutto il mondo, anche se restano alcune regioni e Paesi in cui i nuovi casi continuano ad aumentare. Si stima che in tutto il mondo siano 38,6 milioni le persone infettate dall’Hiv (contro i 40,3 del 2005) e che soltanto nel 2005 siano stati 4,1 milioni i nuovi casi.
Per quanto riguarda invece la mortalità, nel 2005 sono morte di Aids più di 3 milioni di persone, di cui 500.000 bambini. L'aumento più consistente delle infezioni si è riscontrato nell'Europa orientale e nell'Asia centro-orientale, per quanto l'Africa sub-sahariana continui a essere la regione più colpita, con il 64% di nuovi casi, per un totale di 3 milioni di persone infette.
In Europa
In Europa la situazione varia notevolmente fra Est e Ovest. Nell'Europa occidentale i sieropositivi sono circa mezzo milione, con un aumento dei casi attraverso i rapporti eterosessuali, soprattutto fra le donne. Insieme agli Stati Uniti, l'Europa occidentale è l'unica regione del mondo dove l'accesso alla terapia antiretrovirale è garantito: la mortalità per Aids è infatti in netta diminuzione (da circa 4.000 morti nel 2000, a 2.200 nel 2004: una riduzione di oltre il 40%).
Ben diversa è la situazione in Europa orientale, dove l'epidemia è in crescita vertiginosa. I dati indicano che nella regione che comprende l'Europa orientale e l'Asia centrale vivano circa 1,6 milioni di sieropositivi, 860.000 soltanto in Russia. Insieme all'Ucraina, la Federazione russa è il Paese più colpito, soprattutto fra i giovani: ogni anno, più dei tre quarti delle nuove diagnosi sono in persone al di sotto dei trent'anni.
La Commissione europea ha adottato un piano di azione per il triennio 2006-09, identificando le priorità nel campo della prevenzione, della comunicazione, dell'educazione e nella ricerca, e promuovendo un dialogo con le associazioni che operano sul territorio.
In Italia
Sino al 2005 in Italia sono stati riportati circa 53.000 casi di malattia conclamata e 33.700 morti a causa dell'Aids. Le stime più recenti, relative alla fine del 2003, indicano che in Italia sono circa 120.000 le persone sieropositive o malate di Aids. L'incidenza dell'infezione nel 2003 è stata stimata intorno ai 3.500-4.000 casi (35% donne e 20% stranieri).
Per quanto riguarda la malattia conclamata, dopo il picco registrato nel 1995 (5.500 casi), i casi sono gradualmente diminuiti, grazie soprattutto all'introduzione delle terapie antivirali: l'incidenza dell'Aids in Italia si è ormai stabilizzata intorno ai 1.800 casi all'anno.
Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, si stima che circa il 40% dei nuovi casi di infezione avvenga attraverso rapporti eterosessuali, il 20% attraverso rapporti omosessuali o bisessuali e il 35% attraverso lo scambio di siringhe infette. L'aumento dei casi fra gli eterosessuali è probabilmente dovuto alla crescente immigrazione di persone da Paesi dove l'infezione è endemica.
La prevalenza varia notevolmente fra le Regioni: i valori più alti si registrano a Milano e Roma (4,8 e 4,9 casi ogni 100.000 persone), seguite da Genova (4,1 su 100.000) e Bologna (3,7 su 100.000).
(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/06_Giugno/02/settimana_internazionale_profilattico.shtml)
Secondo il nuovo rapporto globale dell’Unaids 2006, l’epidemia di Aids è lentamente in calo in tutto il mondo, anche se restano alcune regioni e Paesi in cui i nuovi casi continuano ad aumentare. Si stima che in tutto il mondo siano 38,6 milioni le persone infettate dall’Hiv (contro i 40,3 del 2005) e che soltanto nel 2005 siano stati 4,1 milioni i nuovi casi.
Per quanto riguarda invece la mortalità, nel 2005 sono morte di Aids più di 3 milioni di persone, di cui 500.000 bambini. L'aumento più consistente delle infezioni si è riscontrato nell'Europa orientale e nell'Asia centro-orientale, per quanto l'Africa sub-sahariana continui a essere la regione più colpita, con il 64% di nuovi casi, per un totale di 3 milioni di persone infette.
In Europa
In Europa la situazione varia notevolmente fra Est e Ovest. Nell'Europa occidentale i sieropositivi sono circa mezzo milione, con un aumento dei casi attraverso i rapporti eterosessuali, soprattutto fra le donne. Insieme agli Stati Uniti, l'Europa occidentale è l'unica regione del mondo dove l'accesso alla terapia antiretrovirale è garantito: la mortalità per Aids è infatti in netta diminuzione (da circa 4.000 morti nel 2000, a 2.200 nel 2004: una riduzione di oltre il 40%).
Ben diversa è la situazione in Europa orientale, dove l'epidemia è in crescita vertiginosa. I dati indicano che nella regione che comprende l'Europa orientale e l'Asia centrale vivano circa 1,6 milioni di sieropositivi, 860.000 soltanto in Russia. Insieme all'Ucraina, la Federazione russa è il Paese più colpito, soprattutto fra i giovani: ogni anno, più dei tre quarti delle nuove diagnosi sono in persone al di sotto dei trent'anni.
La Commissione europea ha adottato un piano di azione per il triennio 2006-09, identificando le priorità nel campo della prevenzione, della comunicazione, dell'educazione e nella ricerca, e promuovendo un dialogo con le associazioni che operano sul territorio.
In Italia
Sino al 2005 in Italia sono stati riportati circa 53.000 casi di malattia conclamata e 33.700 morti a causa dell'Aids. Le stime più recenti, relative alla fine del 2003, indicano che in Italia sono circa 120.000 le persone sieropositive o malate di Aids. L'incidenza dell'infezione nel 2003 è stata stimata intorno ai 3.500-4.000 casi (35% donne e 20% stranieri).
Per quanto riguarda la malattia conclamata, dopo il picco registrato nel 1995 (5.500 casi), i casi sono gradualmente diminuiti, grazie soprattutto all'introduzione delle terapie antivirali: l'incidenza dell'Aids in Italia si è ormai stabilizzata intorno ai 1.800 casi all'anno.
Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, si stima che circa il 40% dei nuovi casi di infezione avvenga attraverso rapporti eterosessuali, il 20% attraverso rapporti omosessuali o bisessuali e il 35% attraverso lo scambio di siringhe infette. L'aumento dei casi fra gli eterosessuali è probabilmente dovuto alla crescente immigrazione di persone da Paesi dove l'infezione è endemica.
La prevalenza varia notevolmente fra le Regioni: i valori più alti si registrano a Milano e Roma (4,8 e 4,9 casi ogni 100.000 persone), seguite da Genova (4,1 su 100.000) e Bologna (3,7 su 100.000).