View Full Version : Anche la lonely planet in mano ai comunisti!
de generato
03-06-2007, 02:38
da:
http://www.lonelyplanet.com/worldguide/destinations/europe/italy/essential?a=culture
Recent History
Italy's parliament has a reputation for scandal and resignation, and at times it has left Italy virtually ungoverned and utterly chaotic. The explosion of corruption cases in the Mani Pulite (Clean Hands) and Tangentopoli (Bribesville) cases in the 1990s threw the traditional political parties into chaos and eventually led to Italy's richest man, entrepreneur Silvio Berlusconi, becoming prime minister in alliance with the former Fascist party and northern Italian secessionists in 2001. Berlusconi, plagued by fraud and other charges, spent much of his term concocting laws to suit his private and business interests. His most lasting legacy was probably the nationwide ban on smoking in all enclosed public spaces in early 2005. With his coalition looking brittle and many Italians desperately disillusioned with his cavalier approach to politics, the ever disunited left wing snatched power in a neck-and-neck election in 2006. Romano Prodi was named the new Prime Minister.
Pucceddu
03-06-2007, 08:33
da:
http://www.lonelyplanet.com/worldguide/destinations/europe/italy/essential?a=culture
Recent History
Italy's parliament has a reputation for scandal and resignation, and at times it has left Italy virtually ungoverned and utterly chaotic. The explosion of corruption cases in the Mani Pulite (Clean Hands) and Tangentopoli (Bribesville) cases in the 1990s threw the traditional political parties into chaos and eventually led to Italy's richest man, entrepreneur Silvio Berlusconi, becoming prime minister in alliance with the former Fascist party and northern Italian secessionists in 2001. Berlusconi, plagued by fraud and other charges, spent much of his term concocting laws to suit his private and business interests. His most lasting legacy was probably the nationwide ban on smoking in all enclosed public spaces in early 2005. With his coalition looking brittle and many Italians desperately disillusioned with his cavalier approach to politics, the ever disunited left wing snatched power in a neck-and-neck election in 2006. Romano Prodi was named the new Prime Minister.
Che vergogna :(
trallallero
03-06-2007, 09:46
Che vergogna :(
you mean this one, I suppose :asd:
Romano Prodi was named the new Prime Minister.
you mean this one, I suppose :asd:
...al solito, la pagliuzza nell'occhio dell'altro...
trallallero
03-06-2007, 10:09
...al solito, la pagliuzza nell'occhio dell'altro...
era una battuta dai! se Berlusconi e´ riuscito a fare cio´ che ha fatto ci dobbiamo vergognare del sistema, non di Berlusconi.
Stesso discorso, ovviamente, per Prodi.
E comunque sono libero di vergognarmi di piu´ di essere rappresentato nel mondo da Tizio piuttosto che da Caio ;)
era una battuta dai! se Berlusconi e´ riuscito a fare cio´ che ha fatto ci dobbiamo vergognare del sistema, non di Berlusconi.
Stesso discorso, ovviamente, per Prodi.
E comunque sono libero di vergognarmi di piu´ di essere rappresentato nel mondo da Tizio piuttosto che da Caio ;)
eeeeeeeecccccerto il problema è il sistema, berlusconi è solo un mero prodotto di esso.
:rolleyes:
da:
http://www.lonelyplanet.com/worldguide/destinations/europe/italy/essential?a=culture
Recent History
Italy's parliament has a reputation for scandal and resignation, and at times it has left Italy virtually ungoverned and utterly chaotic. The explosion of corruption cases in the Mani Pulite (Clean Hands) and Tangentopoli (Bribesville) cases in the 1990s threw the traditional political parties into chaos and eventually led to Italy's richest man, entrepreneur Silvio Berlusconi, becoming prime minister in alliance with the former Fascist party and northern Italian secessionists in 2001. Berlusconi, plagued by fraud and other charges, spent much of his term concocting laws to suit his private and business interests. His most lasting legacy was probably the nationwide ban on smoking in all enclosed public spaces in early 2005. With his coalition looking brittle and many Italians desperately disillusioned with his cavalier approach to politics, the ever disunited left wing snatched power in a neck-and-neck election in 2006. Romano Prodi was named the new Prime Minister.
C'è scritto qualcosa di falso per caso?? :mbe:
stbarlet
03-06-2007, 12:04
eeeeeeeecccccerto il problema è il sistema, berlusconi è solo un mero prodotto di esso.
:rolleyes:
Tutti i torti non li ha, solo che B non ha fatto quello che ha fatto perche glielo hanno imposto, ma perche loha voluto fare...
Lucrezio
03-06-2007, 12:46
Tutti i torti non li ha, solo che B non ha fatto quello che ha fatto perche glielo hanno imposto, ma perche loha voluto fare...
In America, per via dell'evasione, non sarebbe arrivato dov'è arrivato effettivamente ;)
In America, per via dell'evasione, non sarebbe arrivato dov'è arrivato effettivamente ;)
Nel senso che negli Usa non si sarebbero nemmeno sognati di avviare un procedimento nei confronti del maggiore contribuente, vero ?
:rolleyes:
Pucceddu
03-06-2007, 13:34
Nel senso che negli Usa non si sarebbero nemmeno sognati di avviare un procedimento nei confronti del maggiore contribuente, vero ?
No, nel senso che gli avrebbero fatto un mazzo grosso quanto la nostra strana penisola :)
Ahah non avevi ancora aggiunto la faccina, ora il messaggio e' del tutto diverso ;)
era una battuta dai! se Berlusconi e´ riuscito a fare cio´ che ha fatto ci dobbiamo vergognare del sistema, non di Berlusconi.
no, dobbiamo vergognarci solo di noi stessi...
Tutti i torti non li ha, solo che B non ha fatto quello che ha fatto perche glielo hanno imposto, ma perche loha voluto fare...
Più che altro direi che in Italia di imprenditori che hanno fatto fortuna in circostanze poco chiare ce ne sono tantissimi,probabilmente se non entrava in politica nessuno lo avrebbe preso in considerazione.E' da anni che il sistema è così.E molti elettori lo fomentano con cori degni del tifo da stadio,siano essi di centrosinistra o di centrodestra,senza rendersi conto che ormai non esistono i politici ma gli scaldasedie/rubastipendi
No, nel senso che gli avrebbero fatto un mazzo grosso quanto la nostra strana penisola :)
Ahah non avevi ancora aggiunto la faccina, ora il messaggio e' del tutto diverso ;)
Allora la tolgo, era solo per sdrammatizzare.
Dico solo che di procure composte di giudici con il retaggio culturale di quelli di Milano in Usa magari non ci sono e ciò depone fortemente a favore della serenità di giudizio di quelle procure nei confronti delle nostre in simili questioni.
Naturalmente è una mia valutazione magari difforme dal pensiero maggioritario che alberga nel forum...
;)
Dico solo che di procure composte di giudici con il retaggio culturale di quelli di Milano in Usa magari non ci sono e ciò depone fortemente a favore della serenità di giudizio di quelle procure nei confronti delle nostre in simili questioni.
Questo è vero , è indecente come la procura di Milano abbia usato i guanti bianchi e i massimi riguardi nei confronti di gente come Berlusconi , Dell' Utri , Previti , Tanzi e Tronchetti , negli USA i giudici li avrebbero presi e sbattuti dentro senza tante cerimonie , qua in Italia li trattano con i guanti bianchi .
Per una stupida bugia i giudici statunitensi hanno messo alla gogna il presidente Clinton , qua uno paga un giudice per aggiustare sentenze e neanche fanno finta di metterlo dentro .
Questo è vero , è indecente come la procura di Milano abbia usato i guanti bianchi e i massimi riguardi nei confronti di gente come Berlusconi , Dell' Utri , Previti , Tanzi e Tronchetti , negli USA i giudici li avrebbero presi e sbattuti dentro senza tante cerimonie , qua in Italia li trattano con i guanti bianchi .
....
Basta pensare all'esito del crack Enron e alle leggi approvate in USA per evitare il ripetersi di casi analoghi.
Ciao
Federico
dave4mame
04-06-2007, 09:43
a dire il vero il crack enron con la politica c'entra pochino pochino.
a dire il vero il crack enron con la politica c'entra pochino pochino.
Era solo una nota al paragrafo di Cfranco che ho quotato.
Ciao
Federico
~ZeRO sTrEsS~
04-06-2007, 10:31
a dire il vero il crack enron con la politica c'entra pochino pochino.
bhe se mandi a puttane l'economia di un paese centra e come con la politica.
trallallero
04-06-2007, 11:17
bhe se mandi a puttane l'economia di un paese centra e come con la politica.
vendono La Repubbblica anche in Olanda ? :D
stbarlet
04-06-2007, 11:39
In America, per via dell'evasione, non sarebbe arrivato dov'è arrivato effettivamente ;)
Si , ma come detto prima, vedo tutti i giorni mia mamma, tutti i giorni potrei ucciderla, ma non lo faccio.. cosi per lui e per tutti i furbetti italiani ( ma anche stranieri :asd: vedi wind).
a dire il vero il crack enron con la politica c'entra pochino pochino.
A certi livelli la politica e la finanza sono la stessa cosa .
Il crack Enron è più piccolo del crack Parmalat , eppure ha mandato in fibrillazione tutto il paese , per ridare fiducia il parlamento USA ha inasprito duramente le pene per i reati finanziari ( falso in bilancio -> 20 anni di galera ) , la magistratura ha sbattuto dentro i responsabili che sono stati condannati fino a 30 anni di galera ( che faranno tutti ) .
Per aver detto di non aver avuto rapporti sessuali con Monica Lewinsky , quando invece si era fatto fare un pompino sotto la scrivania , Clinton è stato massacrato dal giudice in diretta TV e ha rischiato di essere mandato a casa .
Al Capone è marcito in cella per non aver pagato le tasse , e con lui molti altri che hanno osato non pagarle , non si scherza , chi non paga va in galera ,
Qua , Tanzi è libero e non finirà mai in galera , il falso in bilancio è stato praticamente depenalizzato , e anche nel caso peggiore non ti porta neanche in galera , i protagonisti del crack Parmalat sono ancora a spasso a rubare ai risparmiatori , nessuno ha mai pensato di inasprire le pene , anzi .
C' è gente alla RAI che si fa fare pompini dalle aspiranti vallette , ex re d' Italia che organizzano incontri con prostitute , e fotografi che fanno estorsioni ai vip e sembra che la causa di tutti questi mali sia del giudice che ha trovato questi reati , così il parlamento in fretta e furia fa una bella legge per proibire ai giornali di parlare dei processi , una volta il fatto che i processi fossero pubblici era una norma a garanzia degli imputati , in questa maniera tutti potevano vedere che il giudice non condannasse qualcuno ingiustamente , adesso non piacciono più perchè gli imputati condannati non vogliono far sapere agli elettori la loro fedina penale .
E poi che dire dei ministri che inneggiano all' evasione e ai capi di governo che si auto-condonano le tasse evase , alle pene ridicole a cui sono sottoposti quelli che vengono trovati ?
Ci lamentiamo se all' estero ci dipingono come il paese delle banane e dei ladri ?
Noi siamo il paese delle banane e dei ladri .
FabioGreggio
04-06-2007, 12:35
....entrepreneur Silvio Berlusconi, becoming prime minister in alliance with the former Fascist party and northern Italian secessionists in 2001.
Benedetto pragmatismo anglossassone.
Partito Fascista, semplificando, evvaii...
....Berlusconi, plagued by fraud and other charges, spent much of his term concocting laws to suit his private and business interests.....
papale, papale
.... With his coalition looking brittle and many Italians desperately disillusioned with his cavalier approach to politics, the ever disunited left wing snatched power in a neck-and-neck election in 2006. Romano Prodi was named the new Prime Minister.....
disillusioned with his cavalier approach to politics è bellissima.
Komunistiiiii!!!
fg
FabioGreggio
04-06-2007, 12:43
Allora la tolgo, era solo per sdrammatizzare.
Dico solo che di procure composte di giudici con il retaggio culturale di quelli di Milano in Usa magari non ci sono e ciò depone fortemente a favore della serenità di giudizio di quelle procure nei confronti delle nostre in simili questioni.
Naturalmente è una mia valutazione magari difforme dal pensiero maggioritario che alberga nel forum...
;)
Sarebbe difficilissimo nonchè curioso spiegare al giornalista che ha scritto tanto raziocinio, chennò, non è proprio così, che la gran parte della colpa è della Procura di Milano senza la quale forse Previti sarebbe un sereno buon MInistro, Dell'Utri un onesto parlamentare e Berlusconi una vera provvidenza fatto da solo senza l'aiuto di nessuno.
Diciamo invece che una qualsiasi procura americana in Italia avrebbe forse fatto 10 volte più della Procura di Milano e sarebbe stata linciata per Stalinismo e Maoismo vergogna dell'Italia e persecutrice a senso unico.
E invece magari stava solo applicando la legge alla luce di inchieste e prove.
E questo è proprio un esempio del perchè all'estero scrivono e pensano queste cose su noi e Berlusconi.
Desistere sulla teoria della procura rossa sarebbe opportuno: rischiamo di far diventare la nostra opinione internazionale quella di una nazione sottosviluppata sudamericana se continuiamo così.
E' un consiglio....
fg
roverello
04-06-2007, 13:14
Nel senso che negli Usa non si sarebbero nemmeno sognati di avviare un procedimento nei confronti del maggiore contribuente, vero ?
:rolleyes:
Non provo simpatia per gli USA, ma credo che le regole fiscali siano fatte rispettare anche col bastone quando serve.
Quindi sarebbe definitivamente finito al fresco e non alla White House.
E continuavano a chiamarlo impunità
Marco Travaglio, Peter Gomez
Questo è un libro che non dovrebbe esistere. Un libro che, in un paese normale, nessuno penserebbe mai di scrivere perché la televisione e i giornali avrebbero già raccontato tutto a tutti, in presa diretta. Pensiamo all´inchiesta su Bill Clinton negli Stati Uniti: e si trattava di una presunta falsa testimonianza su un´avventura extraconiugale.
Pensiamo allo scandalo Kohl in Germania: e si trattava di fondi neri «soltanto» conosciuti, nemmeno maneggiati personalmente, dal fondatore della nuova Germania unita. Massima copertura su tutte le televisioni. Figurarsi se il capo del governo di quei paesi avesse dovuto rispondere di corruzione in atti giudiziari: cioè di aver pagato giudici per comprare sentenze e portare via due colossi imprenditoriali a un concorrente. Manca la controprova di quel che sarebbe accaduto. Ma soltanto perché non s´è mai visto al mondo un personaggio gravato da simili accuse che abbia soltanto lontanamente pensato di candidarsi alla guida del suo paese.
Sappiamo invece quel che è accaduto, quel che accade in Italia. Dal 1996 sappiamo che dai conti esteri di alcuni avvocati di Silvio Berlusconi sono partiti bonifici per svariati miliardi diretti ai conti esteri di alcuni giudici romani che a vario titolo si occupavano di cause a cui erano interessati Berlusconi e quegli avvocati. E cioè: Cesare Previti, parlamentare da quattro legislature ed ex ministro della Difesa (grazie al presidente Scalfaro, che nel 1994 gli impedì di diventare ministro della Giustizia mentre faceva rientrare clandestinamente miliardi dalla Svizzera, a mezzo di «spalloni»), attualmente detenuto agli arresti domiciliari in seguito a una condanna definitiva con interdizione perpetua dai pubblici uffici, ma ancora allegramente in Parlamento grazie all´ignavia dell´Unione; Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. Abbiamo sentito questi signori urlare per anni al complotto, al colpo di Stato, alla guerra civile. Li abbiamo visti escogitare le versioni più fantasiose per quelle fortune accumulate all´estero in barba alla legge, al fisco, agli italiani che pagano le tasse. Li abbiamo ascoltati smentirsi, correggersi, inventare racconti sempre più inverosimili a mano a mano che quelli precedenti si infrangevano contro i documenti bancari. Li abbiamo osservati mentre approvavano leggi vergogna alla velocità della luce per guadagnarsi l´impunità: eliminando le prove a loro carico giunte per rogatoria dall´estero; allontanando i pm che indagavano su di loro e i giudici che li processavano; infangando i testimoni che li accusavano; cancellando i reati di cui erano imputati; dimezzando per legge i termini di prescrizione; abrogando l´appello dei pm contro le attenuanti generiche generosamente concesse (per sette volte, nel caso di Berlusconi) dai giudici per non doverli condannare; silenziando quel poco di libera informazione che ancora si occupava di questi fatti.
Eppure persino questo paese, soltanto tredici anni fa, un minimo d´informazione, anche televisiva, la possedeva. I primi processi di Tangentopoli venivano trasmessi in diretta dalla Rai del pentapartito, del Caf. Il processo Cusani andò in onda integralmente su Rai1, ogni mattina: telecronista il direttore del Tg1, che non era Che Guevara, ma Bruno Vespa. Idem per i telegiornali Fininvest: a dirigerli Berlusconi non aveva chiamato due no-global, ma due craxiani di provata fede, Enrico Mentana (memorabile la sua prefazione alle videocassette antologiche sul processo Enimont, gentile omaggio per i lettori di Epoca) ed Emilio Fede (indimenticabili i suoi duetti con Paolo Brosio collegato giorno e notte dalla postazione volante davanti al palazzo di giustizia di Milano). Eppure Tg4 e Tg5 non fecero mancare una sola notizia, un solo avviso di garanzia, un solo arresto, un solo verbale (almeno finché non ci andò di mezzo il loro signore e padrone).
Così si fa nelle democrazie quando politici, governanti, imprenditori, personaggi potenti e famosi finiscono sotto processo. Si informa l´opinione pubblica, senza tacerle nulla. E così è avvenuto, anche in Italia, persino in Italia, finché non è finito sotto inchiesta e sotto processo il ras dell´informazione: il cavalier Silvio Berlusconi. Da allora, black out. (...) E nel 2002 anche quei due o tre villaggi di Asterix furono espugnati: via Biagi, via Santoro, via Luttazzi, via la Guzzanti. Silenzio stampa per cinque anni (per non parlare dell´attuale limbo, dell´attuale berlusconismo senza Berlusconi). Tant´è che sempre più spesso accade di sentire qualcuno che domanda, sincero: «Processo a Berlusconi? Perché, c´è un processo a Berlusconi? Ma non l´avevano assolto da tutto?». (...)
Per questo abbiamo deciso di pubblicare questo compendio (che aggiorna due libri usciti a nostra firma nel 2002-2003, Bravi ragazzi e Lo chiamavano Impunità ), per questo l´abbiamo intitolato così. Non per «demonizzare»: per informare. Chiusa questa prefazione, il lettore non troverà più un solo commento, un solo aggettivo: soltanto documenti, perché ciascuno possa farsi un´idea dei due processi - Sme-Ariosto e Imi-Sir/Mondadori - che si sono celebrati per dieci anni da Milano alla Cassazione, fra mille polemiche e zero notizie in televisione. Due processi che vedevano imputato l´ex presidente del Consiglio e attuale capo dell´opposizione (poi uscito per il rotto della cuffia della prescrizione sia dal processo Sme sia dal processo Mondadori), un deputato, tre avvocati, quattro ex magistrati e qualche loro amico e sodale. Processi giunti a conclusione soltanto grazie a una pattuglia di giudici, pubblici ministeri e testimoni (soprattutto uno: Stefania Ariosto) con la schiena diritta, che non si sono lasciati intimidire dalle minacce né irretire dalle lusinghe di questi vergognosissimi anni. Processi che ci restituiscono lo spaccato peggiore della nostra peggiore classe dirigente: magistrati, imprenditori, avvocati, giuristi, professori universitari, politici che accumulano fortune all´estero violando la legge, frodano il fisco per miliardi e miliardi, trafficano fra di loro per neutralizzare la Giustizia uguale per tutti, per cancellare di fatto la Costituzione. E poi mentono, mentono per la gola, inscenano pianti greci, inventano le scuse più inverosimili senza mai un´ombra di vergogna né di senso del ridicolo.
I loro interrogatori sembrano gag di Totò e Peppino De Filippo, roba da pretura di Roccacannuccia. (...) E poi Berlusconi, con le sue tragicomiche «dichiarazioni spontanee» al processo Sme, a pochi giorni dall´approvazione del lodo Maccanico-Schifani, ovviamente incostituzionale, altrimenti detto Operazione Impunità Duratura: 80 bugie in 115 minuti di sproloquio-soliloquio dinanzi ai giudici silenti e attoniti, per confondere i contorni e i ruoli del caso Sme e trasformare addirittura i magistrati, la parte lesa (Carlo De Benedetti) e due testimoni (Romano Prodi e Stefania Ariosto) in imputati virtuali, gli imputati veri in testimoni e parti lese. A parte le menzogne, in quelle due ore scarse di monologo (qui riportato nella sua gran parte, a imperitura memoria), il sedicente «imprenditore che si è fatto da sé», il presunto alfiere del libero mercato e della libera concorrenza, riesce comunque a confessare di essere intervenuto nel 1985 per sabotare un libero accordo fra due gruppi industriali, Iri e Buitoni, per ordine di un politico, il presidente del Consiglio Bettino Craxi, e a mandare a monte la prima privatizzazione della storia d´Italia. (...)
Mentre gli eccellentissimi imputati si esibivano in tribunale, le telecamere Rai e Mediaset riprendevano tutto. Ma Rai e Mediaset non hanno mai trasmesso più di dieci secondi di quelle immagini. Mai uno speciale, mai un talk show, mai un quarto d´ora di televisione, in un panorama mediatico che non trascura nemmeno i processi per il più remoto infanticidio, ci ha mostrato il premier e i suoi sodali mentre dicevano ai giudici cose che noi umani non potevamo nemmeno immaginare. Eppure quelle scene, soltanto per la loro spettacolarità, avrebbero riscosso un´audience altissima, anche a prescindere da quelle trascurabili inezie che sono il dovere di informare e il diritto dei cittadini a essere informati. Valori che sopravvivono soltanto al di là della frontiera di Chiasso. Infatti, di questi processi, si sono occupati i principali network e giornali stranieri, con grande scandalo di Berlusconi e dei suoi house organ . Intanto noi, in Italia, eravamo ridotti ai libri, alle conferenze, alle piazze, ai teatri, ai blog. Alla tradizione orale.
Ecco: questo libro si rivolge a chi vuole conoscere la vera storia degli scandali Sme, Mondadori e Imi-Sir e continuare a vivere in un paese dove la giustizia sia uguale per tutti. Raccogliendo e confrontando le versioni di tutti i protagonisti (De Benedetti, Berlusconi, Prodi, Amato, Ariosto e così via) e soprattutto le sentenze del Tribunale di Milano, della Corte d´appello ambrosiana e della Cassazione, E continuavano a chiamarlo Impunità aiuta a sapere e a capire. dopodiché ciascuno si farà l´opinione che preferisce. Ma, almeno, sarà un´opinione informata. In tal senso, questo è un piccolo manuale di autodifesa democratica.
http://www.marcotravaglio.it/libri/econtinuavanoachiamarloimpunita.htm
trallallero
04-06-2007, 15:37
eh gia´, se non ci fosse Berlusconi l´Italia sarebbe un gioiello ...
Perché vi scandalizzate adesso per gli affari sporchi di Telecom?
La frode e il saccheggio sono stati compiuti già all’inizio, nella sua «privatizzazione».
Fu nel 1997, quando il governo Prodi mise sul mercato le azioni telefoniche in possesso del Tesoro. E vendette quelle azioni - cosa nostra, pagate da noi contribuenti in mezzo secolo - per una cifra minima: tant’è vero che si vide, in un anno, che Telecom valeva sul mercato cinque volte di più (più 514 %).
Insomma Prodi svendette un patrimonio nostro e dello Stato.
Un regalo per amici e privilegiati.
Vero è che l’enorme rialzo fu in parte dovuto ad altre frodi del governo.
Si proclamò che di Telecom si voleva fare una public company; i piccoli risparmiatori furono invitati a comprare da una campagna martellante (e infatti comprarono l’85%).
La fiducia dei risparmiatori fu artificialmente accresciuta dall’affermazione, emanata dal Tesoro, che la AT&T, il colosso USA delle telecomunicazioni, s’era precipitata a comprare ben il 2,4% della nostra Telecom: una presenza che aumentava il prestigio e dunque il valore di Telecom. Ebbene, era una menzogna.
Quel 2,4 % restò parcheggiato al Tesoro, fino a quando AT&T rese pubblico che non aveva mai pensato di comprare alcunchè.
Ministro del Tesoro era allora Ciampi, il padre della patria.
Direttore generale, Mario Draghi.
Al vertice di Telecom fu nominato l’immarcescibile, il sempre intoccabile Guido Rossi.
In realtà, il potere fu assegnato a un «nocciolo duro» di vari proprietari, ciascuno dei quali possedeva lo 0,5 %, lo 0,6 %: fra cui Ifil (Agnelli), i soliti capitalisti senza capitale.
Prima ancora della privatizzazione, il più bell’affare sporco di Telecom: nel ‘97 compra il 29 % di Telekom Serbia, pagando a Milosevic 878 miliardi di lire.
Rivenderà questa quota a Telekom Serbia, cinque anni dopo (caduto Milosevic), per 378 miliardi: con una perdita del 57%.
Su questo delitto il Polo, Paolo Guzzanti in testa, faranno una così rumorosa «indagine», da pasticciare le cose in modo tale, che nulla si scoprirà e nessuno sarà condannato.
E' stata tutta una serie di affari schifosi, in pura perdita, a portare il debito Telecom a 40 miliardi di euro, il costo di tre finanziarie lacrime-e-sangue.
Nel 1997, quando il governo (Prodi) privatizza Telecom, ne ricava 11,8 miliardi di euro.
Lo Stato esce dalle telecomunicazioni, si proclama.
Ma nel 2001 ENEL - società pubblica - rientra nelle telecomunicazioni comprando Infostrada, una concorrente di Telecom, ma più piccola.
E per quale cifra? 11 miliardi di euro.
Ma che c’entra Infostrada, direte voi.
C’entra e spiega come avvenne il saccheggio.
Infostrada è, sostanzialmente, la vecchia rete telefonica interna delle Ferrovie dello Stato.
Il governo (Prodi) vendette questa preziosa infrastruttura, nostra e pagata da noi, ad Olivetti (De Benedetti) per 700 miliardi di lire, pagabili con comode rate in 14 anni.
E Olivetti la vendette subito alla tedesca Mannesman per 14 mila miliardi di lire, mica a rate, ma in unica soluzione.
Non è un bel regalo, un patrimonio nostro ceduto a un amico loro a un ventesimo del suo valore?
Nessuno fu incarcerato per questo.
Anzi, uno sì: Lorenzo Necci, onesto manager delle Ferrovie, cercò di opporsi.
Giuliano Amato e Massimo D’Alema gli consigliarono di non fare il difficile, di dare la rete a Olivetti senza tirare sul prezzo.
Necci non capì l’amichevole consiglio.
La magistratura lo incriminò subito dopo, le sue telefonate intercettate divennero di pubblico dominio, lo attendevano mesi di carcerazione preventiva.
Poi assolto.
D’Alema va al governo, e comincia il saccheggio firmato Colaninno.
Questo «capitano coraggioso» dalemiano s’è accaparrato Olivetti, e con questa dà la scalata a Telecom.
Con irregolarità mostruose: ma quando la Consob, con Spaventa a capo, vuol vederci chiaro, un colloquio a quattrocchi di D’Alema con Spaventa spaventa Spaventa (che non è un ardito, ed ha di fronte l’esempio di Necci).
Un caso soltanto: nell’offerta pubblica d’acquisto, Colaninno è costretto ad aumentare l’offerta, da 10 a 11,5 euro ad azione, perché il titolo in Borsa è salito.
Da quel momento ovviamente Colaninno ha estremo interesse che il titolo non salga più sul «libero mercato».
Che fa?
Si scopre che in quei giorni lui e soci vendono di soppiatto le azioni in loro possesso e di cui dichiarano al mercato di essere pronti a comprarne di più: per farne calare il corso.
I capitani coraggiosi realizzano tra l’altro una plusvalenza di 50 miliardi con questa vendita occulta, perché hanno approfittato del rialzo da loro stesso determinato con l’annuncio di voler acquistare a 11,5 anziché a 10.
In altri Paesi, ciò si chiama aggiotaggio e insider trading, e porta in galera.
In Italia no, quando governa D’Alema.
Colaninno si scusa, e finisce lì.
La scalata venne definita dal Financial Times «una rapina in pieno giorno».
FabioGreggio
04-06-2007, 16:31
eh gia´, se non ci fosse Berlusconi l´Italia sarebbe un gioiello ...
Prego segnalaci la fonte.
In secondo luogo, le accuse sono gravi, anche se di sapore "Libero".
Se sei sicuro di quello che hai scritto ti consiglio di andare a depositarle alla prima Procura.
Ah, porta anche due prove.
Che non siano nè la prima pagina di Libero, ne la prima pagina de Il Giornale, il supporto cartaceo della famiglia Berlusconi.
fg
trallallero
04-06-2007, 16:36
Prego segnalaci la fonte.
In secondo luogo, le accuse sono gravi, anche se di sapore "Libero".
Se sei sicuro di quello che hai scritto ti consiglio di andare a depositarle alla prima Procura.
Ah, porta anche due prove.
Che non siano nè la prima pagina di Libero, ne la prima pagina de Il Giornale, il supporto cartaceo della famiglia Berlusconi.
fg
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1408019
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1408019
Minchia che fonte autorevole!
FabioGreggio
04-06-2007, 16:49
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1408019
AAAaaaaaaaa!
Ida Magli.
Abbè allora:
Ida Magli, finanza e politica "islamica"
Una nostra vecchia conoscenza è tornata farsi viva sulle pagine dell'unico giornale che poteva darle spazio, ovvero La Padania, noto rifugio di pallonare professioniste. Trattasi di Ida Magli, più o meno "insigne" antropologa che, in merito ad una possibile discesa "meticcia" di Afef in politica (visto che si candiderebbe con un partito di estrazione Dc), afferma «Che sarebbe pericoloso. La prima, apre la strada agli altri. Se passa Afef, dovremo aspettarci un parlamento italiano composto da una maggioranza di musulmani. E credo che di arabi pronti all’assalto delle nostre Istituzioni ce ne siano già molti: magari non hanno i soldi della Tronchetti Provera... Comunque, non è una bella prospettiva». Non si ferma qui, la Magli...Secondo lei "il pericolo invasione arriva dal Sud e in particolare dai Paesi arabi. Mi chiedo, poi, se ci sia una regia occulta che punta alla distruzione dell’Italia e della sua civiltà. Non sono riuscita ancora a capire se ci sia una forza straniera che guida questo tentativo di distruzione dell’Italia", aggiungendo "Mi dica quale tunisino ha prodotto un’opera come la Cupola di San Pietro. Quale arabo ha scritto La Bohème". L'intervista è allucinante, quindi leggetevela da soli. Rita, lettrice di questo blog, ebbe già occasione di osservare come "Fa profonda tristezza vedere quella che era in passato una studiosa, un'antropologa piuttosto interessante, ridotta a una specie di clone della Fallaci. Chissà perchè..." quando Ida Magli, ora collaboratrice de La Padania e il Giornale nonché autrice di svariati "libri", sostenne in un articolo che "dovrebbero immediatamente vietare con una legge apposita l’acquisto di qualsiasi bene immobiliare a chi non è cittadino italiano e residente in Italia da almeno trent’anni" in quanto "i musulmani possiedono enormi ricchezze (tanto più che lasciano nella più estrema povertà i propri sudditi) con le quali comprano le nostre aziende, le nostre case, i nostri negozi, i nostri territori, le nostre banche, i nostri giornali". Che la Magli fosse un'antropologa da quattro soldi l'avevo subito capito appena lessi l'esordio di quel articolo, quel "Dire Arabi significa dire musulmani. E i musulmani possiedono enormi ricchezze". Sbagliato, ovviamente: dire arabi non significa affatto dire musulmani. Ci sono arabi cristiani e ci sono musulmani cinesi. Sarebbe interessante sapere cosa pensa dell'egiziano Sawiris, acquirente di wind, arabo pure lui ma cristiano. Come scrisse infatti il noto arabista Michele Vallaro nell'introduzione del mio libro, "Al-ka'bah", "c’è sempre qualcuno che confonde arabi e musulmani. La qualificazione di «arabo», di carattere assai piú linguistico e sociologico che etnico, non implica alcun contenuto religioso: esistono per esempio molti arabi cristiani, rimasti tali da tempi anteriori all’Islàm. La qualificazione di «musulmano », d’altra parte, riguarda una vastissima comunità umana di cui gli arabi non costituiscono che una minoranza (circa il venti per cento)". Che il "qualcuno" però fosse un' "insigne" antropologa, non me lo sarei mai immaginato.
Queste strane "evoluzioni in basso", comunque, non sono affatto una novità: l'Italia ha già avuto una sua Ida Magli, anche se al maschile, in epoca fascista. Si chiamava, allora, Giovanni Preziosi (Nato il 28 ottobre 1881). All'inizio del '900 era un giovane prete profondamente impegnato nel movimento democratico cristiano, caratterizzato da una grande apertura alla modernità e alla scienza. Entrato a far parte del Circolo Studi Ufficiali di Napoli, nel 1905 Preziosi realizzò anche un'interessante conferenza intitolata "Evoluzionismo e domma" in cui sostenne la perfetta compatibilità tra cattolicesimo e le teorie evoluzionistiche. Tra il 1905 e il 1912, si dedicò anima e corpo alla causa degli emigranti italiani "in cerca di un pane stentato" e grazie a numerosi viaggi negli Stati Uniti divenne un esperto di fama nazionale del fenomeno dell'emigrazione transoceanica. In quel periodo scrisse numerosi articoli sull'emigrazione italiana e una volta tornato in Italia e lasciato l'abito talare, per amore di una donna, si dedicò al giornalismo e fondò la rivista quindicinnale "La vita italiana all'estero" (1913) di cui fu direttore per oltre trent'anni. Conobbe Mussolini durante la prima Guerra Mondiale e aderì con convinzione al movimento fascista, svolgendo anche un ruolo di primo piano nell'organizzazione della marcia su Roma. Tra il 24 e il 25, fu l'unico che difese a spada tratta il regime dopo il delitto Mateotti dalle colonne del quotidiano che allora dirigeva, Il Mezzogiorno. E siccome era al centro dei giochi di potere, più volte cadde in disgrazia, ma riusciva sempre a tornare alla ribalta, fino alla sua nomina a ministro di stato il 18 dicembre del 1942. L'aspetto che più ci interessa in questa sede comunque è che, nel suo percorso politico culturale, ci fu una vera e propria svolta antisemita. Ad un certo punto cominciò a condurre una feroce campagna contro la presenza ebraica in Italia, che culminò nella traduzione e introduzione dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Un documento falso che, come è ben noto, attrbuiva agli ebrei un complotto per la conquista del mondo attraverso gli strumenti della finanza e della democrazia. Un'accozzaglia di pregiudizi messi insieme da una mente accecata dall'odio. Insomma, roba simile all'articolo della Magli.
Sebbene i Protocolli fossero falsi, per gente come Preziosi erano comunque veri. La presenza di ebrei nel mondo della finanza era la prova della veridicità dei contenuti, il pregiudizio creava la realtà e le smentite non facevano che rafforzarlo. Lo stesso vale per la Magli: Gheddafi compra quote della Fiat? Gli Emirati acquistano parte della Ferrari? Il mondo e i meccanismi dell'economia non c'entrano. Fa tutto parte di un complotto islamico! Di una "regia occulta"! Anzi, Preziosi sosteneva addirittura che la mancanza di prove era soltanto la dimostrazione ulteriore dell'enorme potenza degli ebrei e della loro capacità di agire nel segreto. Per Preziosi "Solamente gli stupidi come percore non vedono l'ebreo anche là dove apparentemente non c'è". Ma siccome la Magli non è una pecora (con le mie più sentite scuse alla pecora, ovviamente), lei il musulmano lo vede comunque: "Hanno anche dato vita a una specie di catena che rende riconoscibile i loro negozi con i nomi di “Michelangelo I”, “Michelangelo 2”, “Raffaello I”, “Raffaello 2”, nomi che nessun negoziante italiano aveva mai osato utilizzare (naturalmente è l’Amministrazione Comunale che approva insegne e nomi)". Come ha potuto, un uomo sano di mente come Preziosi, che aveva prodotto in passato alcuni studi e articoli di un certo valore scientifico e che aveva sostenuto tesi del tutto ragionevoli, assumere simili posizioni? Come ha potuto diventare uno dei più feroci antisemiti del regime fascista, prima di accreditarsi presso i Nazisti - dopo la caduta del regime, avvenuta il 25 luglio - come uno dei pochi fascisti "con le palle", spingendosi fino ad criticare dalle onde radio e dai giornali tedeschi lo stesso Mussolini attribuendogli la colpa della sconfitta (individuata - manco a dirlo - nella sua mancata determinazione nella lotta contro gli ebrei)? Esiste una nota di Goebbels, datata 18 novembre del 43, in cui asserisce che Preziosi "ha criticato perfino il Duce con molta severità e lo ha biasimato per non avere fatto una chiara politica contro gli ebrei e i massoni. Proprio questo ha provocato la sua caduta". Una nota che la Magli ricalca pari pari nel suo articolo in cui sostiene appunto che "non sappiamo neanche con precisione quanti siano (gli immigrati, ndr) perchè i nostri governanti non vogliono farcelo sapere" e che "Rimane soltanto una domanda alla quale non si sa che cosa rispondere: pensano forse i politici che stanno uccidendo i propri popoli di poter continuare a regnare una volta che gli stranieri saranno abbastanza forti da imporre la propria volontà e la propria religione?" oppure ancora che "Gli Italiani e i cittadini degli altri Stati europei a loro volta sono costretti dai propri governanti a lasciarsi conquistare, spodestare, senza poter neanche aprire bocca per difendersi perchè il grande progetto europeo consiste proprio in questo: la cancellazione della cultura occidentale" .
In poche parole, Preziosi era la Fallaci e la Magli del Fascismo, tant'è vero che nel suo lungo memoriale, inviato sia al Duce che ad Hitler, concluse: "Se non ci metteremo sulla via della integrale soluzione del problema ebraico, avremo nuove delusioni. Dio non voglia che anche questa volta alla mia voce sia destinata la stessa sorte di quella di Cassandra". Non vi ricorda quella gustosa citazione tratta da quel disgustoso articolo intitolato "Il nemico che trattiamo da amico" firmato dalla Fallaci, in cui sosteneva tra l'altro che "Sono quattr'anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia»?". Ad ogni modo, a forza di sgolarsi, Preziosi viene accontentato: venne richiamato dalla Germania e nominato "Ispettore generale della Razza" e "Capo del programma della purezza razziale della Repubblica Sociale". Durò poco, questa sua ultima vittoria: non riuscì a varare, come avrebbe invece voluto, una legge simile a quella tedesca in materia di "protezione della civiltà ariana" (i suoi disegni di legge sono tuttora conservati presso l'Archivio di Stato), si lamentò del suo declassamento da Ministro di Stato a Sottosegretario, e sopravvisse con difficoltà fino alla sconfitta totale del fascimo e la fuga rocambolesca. Come è stata possibile, una simile conversione? Ebbene...C'è da considerare la rottura provocata dalla guerra che produsse il rifiorire di miti e leggende, superstizioni e dicerie, nonché comportamenti irrazionali legati alle incertezze, alle angoscie della morte e della violenza. Un clima identico a quello attuale, legato alla guerra, ai rapimenti, agli sgozzamenti e alle bombe nei resort turistici e sui mezzi di trasporto pubblico. Ora sembra tutto più soft, in quanto filtrato dai media, ma sotto sotto prevalgono gli stessi istinti umani di allora. Dall'altro c'era, come adesso, la tendenza ad estremizzare le contrapposizioni, il bene contro il male, il giusto contro l'ingiusto, abituando le persone alla presenza di un nemico mostruoso e inumano: l'ebreo, esattamente come lo è oggi il musulmano. Il piano dei Protocolli, per quanto spaventoso e falso fosse, era - al pari del mito della "congiura islamica" - estremamente rassicurante, perché esemplificava la complessità degli avvenimenti che stavano mettendo in crisi insiemi di valori, sistemi politici e rapporti di forze. Dava una spiegazione a buon mercato di eventi complessi e inquietanti, difficilmente propinabili all'uomo di strada.
Tutti questi elementi fecero sì che gli ebrei - al pari dei musulmani di oggi - divennissero la personificazione del male, gli esseri mostruosi e onnipotenti, quelli che possiedono "interi quartieri di Roma", "una vastissima zona intorno al Duomo di Firenze" e "Torino è già tutta di loro proprietà" come asserisce la Magli riguardo ai musulmani (eppure qualche settimana fa, sulla Stampa di Torino, un articolo di Maria Teresa Martinengo confermava il raddopiamento di attività commerciali cinesi e il calo di quelle arabe). Ma probabilmente c'è di più: credo infatti che la Magli stia provando un forte desiderio di rivalsa nazionale, un po' di invidia nei confronti di questi immigrati che pian pianino riescono a smettere di mungere le vacche e a possedere, invece, fattorie. Immigrati che smettono di fare i servi diventando, anche loro, un po' padroni. Anche Preziosi provò un simile risentimento in tempi non sospetti. Nel 1909, scrivendo da una strada di New York, disse: "Non è difficile che un buon ebreo vi afferri per il braccio, gridandovi la propria merce. Son proprio questi, gli ebrei, che fanno il miglior commercio con i nostri italiani, perché da buoni cosmopoliti, ai adattano ai loro costumi, parlano il loro dialetto e riescono a contentarli nell'atto che maggiormente li gabbano". Faceva indivia constatare che, in America, altre "razze" - tedeschi, irlandesi, e soprattutto ebrei - riuscivano a mantenere salda la propria identità nazionale imponendosi nella società statunitense grazie alla propria abilità nel commercio e nella finanza (e nel caso della Magli anche eventualmente della politica). Che continuavano a parlare yiddish, pur avendo negozi nominati all'americana. Esattamente come i musulmani di cui si lamenta la Magli, in quanto acquistano "appartamenti, palazzi, negozi nei quali vendono ai turisti le merci più famose per la loro antica e pregiata produzione come “fiorentina”". Ecco come nasce il mito della malvagia "Alta finanza ebraica". Ed ecco come la Magli si è inventata il mito della malvagia "Alta finanza islamica". Oggi la Magli chiede di bloccare gli investimenti degli islamici, domani - come i Nazisti - chiederà la confisca dei loro beni, chiederà di strappare dalle loro bocche i denti in oro, di sventrare i loro figli, non sia mai che abbiano ingoiato qualche diamante prima della perquisizione (vedere Schindler's List). La Magli è sulla buona strada: per ora ha fondato "Il Movimento politico e culturale “Italiani Liberi” che si propone, oltre il "ristabilire l’indipendenza dell’Italia uscendo dall’Unione europea" e anche "di difendere e rafforzare l’identità nazionale, storica e culturale degli Italiani". Con i suoi articoli e le sue interviste. probabilmente aspira a diventare il nuovo "Ispettore generale della Razza" e "Capo del programma della purezza razziale della Repubblica Italiana", esattamente come Preziosi, il quale però fece anche una brutta fine: diventato quasi pazzo, si suicidò in un albergo di Milano, il 27 aprile del 45.
Etichette: Razzismo
PER APPROFONDIMENTI ( preparate la bacinella per il vomito):
http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=46296,1,1
http://kefflash.wordpress.com/2007/03/13/ida-magli-lerede-della-fallaci/
Una cosa meno nazista invece ce l'hai?
fg
trallallero
04-06-2007, 20:05
Minchia che fonte autorevole!
la fonte è da cercare la dentro. A me non me ne può fregare di meno se vi limitate ad attribuire le colpe alle conseguenze, pardon, alla conseguenza, con la B maiuscola mi raccomando, di un sistema e non alle sue cause.
Avere metà del popolo accecato dalla Berlusconite fa comodo a parecchi ;)
Nel senso che negli Usa non si sarebbero nemmeno sognati di avviare un procedimento nei confronti del maggiore contribuente, vero ?
:rolleyes:in USA una persona divorziata nn si può presentare alle elezioni , se lo fa non lo vota nessuno ed è improbabile che passi le primarie.
In USA una persona indiziata di reato ( ha ricevuto un avviso di garanzia ) non si può presentare alle elezioni , nn viene manco preso in considerazione dal partito.
con questo nn intendo certo dire che la politica americana è superiore a quella italiana , ma il signor Berlusconi difficilmente si sarebbe potuto presentare e vincere le elezioni in un paese diverso dall'Italia .
in USA una persona divorziata nn si può presentare alle elezioni , se lo fa non lo vota nessuno ed è improbabile che passi le primarie.
In USA una persona indiziata di reato ( ha ricevuto un avviso di garanzia ) non si può presentare alle elezioni , nn viene manco preso in considerazione dal partito.
con questo nn intendo certo dire che la politica americana è superiore a quella italiana , ma il signor Berlusconi difficilmente si sarebbe potuto presentare e vincere le elezioni in un paese diverso dall'Italia .
In un paese come gli Usa magistrati come quelli che ricoprono posti chiave nelle nostre procure probabilmente non sarebbero nemmeno diventati magistrati.
In un paese come gli Usa magistratura inquirente e giudicante sono organi ben separati e non indifferenziati e collusi come da noi.
In un paese come gli Usa il maggiore contribuente federale difficilmente viene messo sotto inchiesta per evasione fiscale, mentre da noi, al di là delle altre cose, proprio per questo lo si considera comunque un delinquente perchè se ricco non può essere onesto. Per definizione.
Tutte, le mie e le vostre, sono e rimangono comunque convinzioni non dimostrabili e null'altro.
Che Usa ed Italia siano lontane per molto aspetti è però un fatto.
Non potete sapere quanto ne sia rammaricato...
In un paese come gli Usa magistrati come quelli che ricoprono posti chiave nelle nostre procure probabilmente non sarebbero nemmeno diventati magistrati.
In un paese come gli Usa magistratura inquirente e giudicante sono organi ben separati e non indifferenziati e collusi come da noi.
In un paese come gli Usa il maggiore contribuente federale difficilmente viene messo sotto inchiesta per evasione fiscale, mentre da noi, al di là delle altre cose, proprio per questo lo si considera comunque un delinquente perchè se ricco non può essere onesto. Per definizione.
Tutte, le mie e le vostre, sono e rimangono comunque convinzioni non dimostrabili e null'altro.
Che Usa ed Italia siano lontane per molto aspetti è però un fatto.
Non potete sapere quanto ne sia rammaricato...
La tua ignoranza è abissale. Negli stati uniti i procuratori distrettuali sono eletti direttamente. Nel perseguire uno come berlusconi un qualsiasi procuratore avrebbe ottenuto una visibilità tale da garantirgli (in caso di successo ovviamente), una carriera folgorante. Aggiungo che negli stati uniti non esistono processi conclusi con la prescrizione, e se un avvocato prova ad usare tattiche dilatorie il giudice lo può mettere in gattabuia per oltraggio alla corte.
Edito perchè non voglio scendere al livello di certi elementi.
Cosa sono e come funzionano le procure distrettuali e in genere l'ordinamento giuridico statunitense, lo so benissimo.
Tieni per te le tue inutili e banali lezioncine da quattro soldi.
FabioGreggio
04-06-2007, 22:35
Edito perchè non voglio scendere al livello di certi elementi.
Cosa sono e come funzionano le procure distrettuali e in genere l'ordinamento giuridico statunitense, lo so benissimo.
Tieni per te le tue inutili e banali lezioncine da quattro soldi.
Prova a rispondergli nel merito.
La gara a ki ce l'ha più lungo la fate in un secondo momento.
fg
No, non rispondo a chi insulta nè tantomeno faccio gare.
Se vuoi accomodati tu...
Non ho bisogno delle lezioncine del buongustaio per formulare le mie valutazioni che espongo esclusivamente per amore di discussione.
FabioGreggio
04-06-2007, 23:04
No, non rispondo a chi insulta nè tantomeno faccio gare.
Se vuoi accomodati tu...
Non ho bisogno delle lezioncine del buongustaio per formulare le mie valutazioni che espongo esclusivamente per amore di discussione.
presuntuosetto però.....
dai smollati e ragionaci su.
presuntuosetto però.....
:rotfl:
:D
svarionman
05-06-2007, 00:02
Se il maggiore contribuente federale è effettivamente un evasore non vedo dove sia lo scandalo se viene indagato.
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