Fritz!
31-05-2007, 14:57
STILATA LA CLASSIFICA DI COLORO CHE NEL 2006 HANNO USATO LA LORO AUTORITÀ PER INDEBOLIRE O NEGARE BASILARI DIRITTI UMANI
I vincitori della “Galleria della vergogna” secondo Human Rights Watch (HRW) sono nell'ordine: Papa Benedetto XVI, il presidente USA George W. Bush, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il ministro dell'istruzione polacco Roman Giertych, il deputato filippino Bienvenido Abante
di Maria G. Di Rienzo
Nel “Giorno internazionale contro l'omofobia”, il 17 maggio u.s., Human Rights Watch (HRW) ha esposto i maggiori ritratti della “Galleria della vergogna”, ovvero ha indicato chi si è impegnato notevolmente nell'ultimo anno per alimentare pregiudizi contro persone omosessuali e transgender. La “Galleria della vergogna”, spiega Scott Long (direttore del programma di Human Rights Watch che si occupa dei diritti umani delle persone LGBT), non pretende di includere chi si è macchiato degli atti peggiori, ma di indicare i leader che hanno usato la loro autorità per indebolire o negare basilari diritti umani.
I vincitori di questo “premio di infamia” sono cinque: il primo è Papa Benedetto XVI, e la motivazione dice letteralmente “per aver avversato le famiglie”. E continua: “Il Papa è andato ben oltre l'espressione delle opinioni teologiche della chiesa sull'omosessualità. Egli è intervenuto nelle questioni politiche in diversi paesi, per condannare legislazioni e persone che sostengono l'uguaglianza dei diritti o qualsiasi forma di riconoscimento per le famiglie gay e lesbiche. Dopo che la Spagna ha legalizzato le unioni fra persone dello stesso sesso nel 2005, il Consiglio pontificio per la famiglia ha ordinato ai funzionari spagnoli di rifiutarsi di istituire le pratiche previste da detta legge.”
Il secondo è il presidente Usa George W. Bush, “per aver distrutto la sanità pubblica”. Un terzo dei fondi per la prevenzione dell'AIDS, infatti, è stato destinato dal presidente ai “programmi che incitano all'astinenza sessuale prima del matrimonio”. Questi programmi minacciano direttamente la salute delle persone omosessuali, sostiene HRW, mandando loro il messaggio che per esse non vi è un modo sano e sicuro di avere una vita sessuale, e negando loro informazioni che potrebbero salvare le loro vite. In alcuni paesi, come l'Uganda, il programma anti-Aids americano di aiuti ha finanziato gruppi che promuovono attivamente l'omofobia; in altri, ha preteso la riduzione o la sospensione della fornitura di preservativi.
Il terzo è il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad: “per aver creato scandali pubblici e privati”. Il presidente ha fatto da supervisore ad una vasta campagna per “contrastare l'immoralità”, arrestando arbitrariamente migliaia di cittadine e cittadini per i vestiti che indossano o perché si comportano in modo che lui non considera “normale”. Centinaia e centinaia di donne iraniane, ricorda HRW, sono detenute perché i loro abiti sono stati giudicati non conformi al “corretto” abbigliamento islamico. Il presidente permette inoltre a vigilantes religiosi di entrare nelle case private in cerca di indizi di “devianza”, fra cui è inclusa l'omosessualità. Il regime iraniano sta violando i diritti umani su larga scala.
Al quarto posto Roman Giertych, Ministro dell'istruzione polacco e vice Primo Ministro: “per aver tentato di danneggiare i bambini e i giovani”. Costui ha fatto dell'omofobia la parte centrale delle sue politiche: la sua più recente proposta di legge prevede la prigione o la multa per insegnanti, personale scolastico e studenti che solo menzionino l'omosessualità; dalle scuole verranno così bandite informazioni vitali per la protezione dall'HIV/AIDS.
E infine al quinto Bienvenido Abante, deputato filippino Presidente della Commissione parlamentare sui diritti umani: “per aver tentato di imporre il proprio orientamento sessuale agli altri”. Il deputato insiste sul fatto che gli omosessuali possono essere “curati” e trasformati in eterosessuali, e perciò ha ripetutamente bloccato una legge che bandisce la discriminazione basata sull'identità sessuale e sull'identità di genere nelle Filippine. Fintanto che non li si cura, suggerisce anche il deputato, lesbiche, gay, bisessuali e transgender dovrebbero essere esclusi dalla definizione di possessori di diritti umani.
“L'omofobia mina i diritti umani di base,”, ha concluso Scott Long, “e tutti dovremmo esserne preoccupati. I governi svalutano le famiglie quando negano riconoscimento ad alcune loro tipologie, e danneggiano bambini e ragazzi imponendo il silenzio sulla loro esistenza.”
E adesso per i teodem, i fautori del nuovo partito democratico-cristiano all'americana (perché là sì che fanno le cose seriamente...), i parroci del “Family Day”, e il ministro Mastella, l'indirizzo della sede centrale di Human Rights Watch: 350 Fifth Avenue, 34th Floor, New York, NY 10118-3299 USA. E’ proprio vero, eh? A New York sì che si fa sul serio.
(25-5-2007)
http://www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=007231
I vincitori della “Galleria della vergogna” secondo Human Rights Watch (HRW) sono nell'ordine: Papa Benedetto XVI, il presidente USA George W. Bush, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il ministro dell'istruzione polacco Roman Giertych, il deputato filippino Bienvenido Abante
di Maria G. Di Rienzo
Nel “Giorno internazionale contro l'omofobia”, il 17 maggio u.s., Human Rights Watch (HRW) ha esposto i maggiori ritratti della “Galleria della vergogna”, ovvero ha indicato chi si è impegnato notevolmente nell'ultimo anno per alimentare pregiudizi contro persone omosessuali e transgender. La “Galleria della vergogna”, spiega Scott Long (direttore del programma di Human Rights Watch che si occupa dei diritti umani delle persone LGBT), non pretende di includere chi si è macchiato degli atti peggiori, ma di indicare i leader che hanno usato la loro autorità per indebolire o negare basilari diritti umani.
I vincitori di questo “premio di infamia” sono cinque: il primo è Papa Benedetto XVI, e la motivazione dice letteralmente “per aver avversato le famiglie”. E continua: “Il Papa è andato ben oltre l'espressione delle opinioni teologiche della chiesa sull'omosessualità. Egli è intervenuto nelle questioni politiche in diversi paesi, per condannare legislazioni e persone che sostengono l'uguaglianza dei diritti o qualsiasi forma di riconoscimento per le famiglie gay e lesbiche. Dopo che la Spagna ha legalizzato le unioni fra persone dello stesso sesso nel 2005, il Consiglio pontificio per la famiglia ha ordinato ai funzionari spagnoli di rifiutarsi di istituire le pratiche previste da detta legge.”
Il secondo è il presidente Usa George W. Bush, “per aver distrutto la sanità pubblica”. Un terzo dei fondi per la prevenzione dell'AIDS, infatti, è stato destinato dal presidente ai “programmi che incitano all'astinenza sessuale prima del matrimonio”. Questi programmi minacciano direttamente la salute delle persone omosessuali, sostiene HRW, mandando loro il messaggio che per esse non vi è un modo sano e sicuro di avere una vita sessuale, e negando loro informazioni che potrebbero salvare le loro vite. In alcuni paesi, come l'Uganda, il programma anti-Aids americano di aiuti ha finanziato gruppi che promuovono attivamente l'omofobia; in altri, ha preteso la riduzione o la sospensione della fornitura di preservativi.
Il terzo è il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad: “per aver creato scandali pubblici e privati”. Il presidente ha fatto da supervisore ad una vasta campagna per “contrastare l'immoralità”, arrestando arbitrariamente migliaia di cittadine e cittadini per i vestiti che indossano o perché si comportano in modo che lui non considera “normale”. Centinaia e centinaia di donne iraniane, ricorda HRW, sono detenute perché i loro abiti sono stati giudicati non conformi al “corretto” abbigliamento islamico. Il presidente permette inoltre a vigilantes religiosi di entrare nelle case private in cerca di indizi di “devianza”, fra cui è inclusa l'omosessualità. Il regime iraniano sta violando i diritti umani su larga scala.
Al quarto posto Roman Giertych, Ministro dell'istruzione polacco e vice Primo Ministro: “per aver tentato di danneggiare i bambini e i giovani”. Costui ha fatto dell'omofobia la parte centrale delle sue politiche: la sua più recente proposta di legge prevede la prigione o la multa per insegnanti, personale scolastico e studenti che solo menzionino l'omosessualità; dalle scuole verranno così bandite informazioni vitali per la protezione dall'HIV/AIDS.
E infine al quinto Bienvenido Abante, deputato filippino Presidente della Commissione parlamentare sui diritti umani: “per aver tentato di imporre il proprio orientamento sessuale agli altri”. Il deputato insiste sul fatto che gli omosessuali possono essere “curati” e trasformati in eterosessuali, e perciò ha ripetutamente bloccato una legge che bandisce la discriminazione basata sull'identità sessuale e sull'identità di genere nelle Filippine. Fintanto che non li si cura, suggerisce anche il deputato, lesbiche, gay, bisessuali e transgender dovrebbero essere esclusi dalla definizione di possessori di diritti umani.
“L'omofobia mina i diritti umani di base,”, ha concluso Scott Long, “e tutti dovremmo esserne preoccupati. I governi svalutano le famiglie quando negano riconoscimento ad alcune loro tipologie, e danneggiano bambini e ragazzi imponendo il silenzio sulla loro esistenza.”
E adesso per i teodem, i fautori del nuovo partito democratico-cristiano all'americana (perché là sì che fanno le cose seriamente...), i parroci del “Family Day”, e il ministro Mastella, l'indirizzo della sede centrale di Human Rights Watch: 350 Fifth Avenue, 34th Floor, New York, NY 10118-3299 USA. E’ proprio vero, eh? A New York sì che si fa sul serio.
(25-5-2007)
http://www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=007231