dasdsasderterowaa
31-05-2007, 14:03
Bene così!
fonte: Il Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2007/05/amato-audizione.shtml?uuid=e89cd7d2-0eb6-11dc-b7de-00000e251029&DocRulesView=Libero)
Il ministero dell'Interno ha 408 milioni di debiti, prevalentemente dovuti a canoni non pagati, forniture e bollette inevase. Lo ha segnalato il ministro dell'Interno Giuliano Amato, intervenendo alla commissione Affari Costituzionali della Camera sullo stato della sicurezza in Italia. La mancanza di risorse adeguate, dunque, attanaglia l'intero sistema della sicurezza e non si tratta di un problema contingente. «Quando si arriva al punto - spiega Amato - che anche le auto debbono essere in parte acquistate con fondi degli enti locali vuol dire che si è arrivati un po' al di là del normale equilibrio tra competenze nazionali e competenze locali».
I tagli della Finanziaria
Il ministro dell'Interno ha spiegato che «a causa del comma 507 abbiamo perso, come amministrazione, 217 milioni e abbiamo maturato debiti per 408 milioni, prevalentemente per canoni di affitto e bollette non pagate». E con il consueto senso dell'ironia che lo contraddistingue il ministro ha detto di aver consigliato «ai Vigili del fuoco di pagare la benzina e di non pagare i canoni di affitto, perchè il distributore li manderebbe a quel Paese vedendosi arrivare gli automezzi per il rifornimento mentre è possibile che il padrone di casa non li cacci. È arduo, da ministro dell'Interno, dare consigli di questo tipo ma di fronte a una situazione di questo tipo». Sempre quest'anno, ha poi ricordato Amato, «abbiamo avuto 220 milioni di euro non affluiti alla nostra amministrazione per la non riassegnazione».
Amato ha ricordato come una «una norma bipartisan in Finanziaria prevede da alcuni anni che le somme dovute da un terzo a una amministrazione affluiscono al Tesoro e poi siano riassegnate all'amministrazione dovuta, ma nei limiti della media del biennio precedente». Il risultato? Che il ministro dell'Economia, di «qualunque colore, ti invita da un lato a trovare risorse di tuo e se offri servizi a farli pagare, dall'altro le maggiori risorse per i servizi se le tiene». Con la conseguenza, dice Amato, che «tu smetti di farlo perché non sei in condizione di rendere il servizio visto che ti mancano le risorse». Una situazione paradossale, che ha colpito (con 177 milioni non riassegnati) anche il Fondo di solidarietà per le vittime di estorsione e usura. «Sono aumentate le aspettative delle vittime e io devo dare risposte idiote - protesta il ministro - perché le risorse sono bloccate là». E la soluzione é facile, dice Amato: basterebbe una norma, in Finanziaria, che destini tutte le risorse dei servizi a chi li offre.
Le critiche di Amato non risparmiano Eurostat, che ha avuto la «brillante pensata» di eliminare i «limiti d'impegno», ossia la possibilità di spalmare su più bilanci (attraverso i ratei) le spese pluriennali. Ironizza Amato: «secondo Eurostat, se tu assumi un debito, ancorché pluriennale, devi caricare sul primo anno l'intero ammontare. Non c'é nessun essere umano che lo farebbe, se no uno farebbe il mutuo e poi si suiciderebbe».
Personale civile
Negli ultimi anni, spiega Amato, il ministero ha registrato un accrescimento del carico funzionale, con un calo delle risorse disponibili. «Nel 2004 erano 25,4 miliardi, nel 2007 sono diventate 24,4 miliardi. Si tratta di un miliardo in meno che pesa sulle spese di investimento e sui consumi intermedi». Intanto le funzioni che il personale deve svolgere sono aumentate in modo esponenziale, tanto che spesso c'è meno personale di quanto ci vorrebbe per un civile esercizio delle funzioni. Sotto l'obiettivo anche il problema del personale civile dell'amministrazione, con meno di 10mila unità di personale civile nel Dipartimento di pubblica sicurezza, mentre in altri Paesi europei rappresentano il 20 per cento. Per il ministro dell'Interno questo significa che serve più personale civile, in modo da restituire ai compiti istituzionali il personale che deve svolgere funzioni relative alla sicurezza.
Vigili del fuoco
Situazione da sanare quella dei Vigili del fuoco: Amato ha sottolineato che hanno pochi mezzi e non godono delle ordinanze in deroga e questo li rende «fratelli minori» rispetto alla Protezione civile. Questo pur mantenendo la titolarità esclusiva delle responsabilità anti-incendi. La fuga verso la Protezione civile, ha spiegato il ministro, «è figlia dell'abilitazione a finanziare con ordinanze in deroga. Tempo fa la Corte costituzionale si pose con severità il problema su come l'ordinanza in deroga potesse essere un fine e non un mezzo. Poi tutto passa e ci si abitua».
Non risolto razionalmente, secondo Amato, il problema prevenzione catastrofi, in particolare da terrorismo. «Perché - sottolinea il ministro dell'Interno - al Dipartimento Vigili del fuoco abbiamo la responsabilità della prevenzione e della difesa in caso di attacco chimico o da altri mezzi che possono provocare catastrofi, il che eccita l'intervento della Protezione civile». La questione, ha ribadito, «non è risolta, lo dico con garbo, perché posso immaginare che la conseguenza di un'attenzione al tema possa essere quella di portare sotto la Protezione civile anche quel poco che è riservato ai Vigili de fuoco».
Scuole di polizia
Tasto dolente anche quello delle scuole di polizia. «Noi - dice Amato - non prepariamo più di mille agenti l'anno e abbiamo scuole di polizia per 4mila agenti l'anno, quindi devo chiudere alcune scuole, ma incontro resistenze». Il ministro ha poi spiegato che sul fronte della sicurezza in Italia non si stanno scialacquando risorse. «Fino a qualche anno fa - sottolinea Amato - come rapporto tra Pil e risorse destinate alla sicurezza ci trovavamo insieme ad altri Paesi europei tra 1,01% e 1,04%: negli ultimi anni francesi, spagnoli e inglesi sono saliti e noi siamo scesi».
fonte: Il Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2007/05/amato-audizione.shtml?uuid=e89cd7d2-0eb6-11dc-b7de-00000e251029&DocRulesView=Libero)
Il ministero dell'Interno ha 408 milioni di debiti, prevalentemente dovuti a canoni non pagati, forniture e bollette inevase. Lo ha segnalato il ministro dell'Interno Giuliano Amato, intervenendo alla commissione Affari Costituzionali della Camera sullo stato della sicurezza in Italia. La mancanza di risorse adeguate, dunque, attanaglia l'intero sistema della sicurezza e non si tratta di un problema contingente. «Quando si arriva al punto - spiega Amato - che anche le auto debbono essere in parte acquistate con fondi degli enti locali vuol dire che si è arrivati un po' al di là del normale equilibrio tra competenze nazionali e competenze locali».
I tagli della Finanziaria
Il ministro dell'Interno ha spiegato che «a causa del comma 507 abbiamo perso, come amministrazione, 217 milioni e abbiamo maturato debiti per 408 milioni, prevalentemente per canoni di affitto e bollette non pagate». E con il consueto senso dell'ironia che lo contraddistingue il ministro ha detto di aver consigliato «ai Vigili del fuoco di pagare la benzina e di non pagare i canoni di affitto, perchè il distributore li manderebbe a quel Paese vedendosi arrivare gli automezzi per il rifornimento mentre è possibile che il padrone di casa non li cacci. È arduo, da ministro dell'Interno, dare consigli di questo tipo ma di fronte a una situazione di questo tipo». Sempre quest'anno, ha poi ricordato Amato, «abbiamo avuto 220 milioni di euro non affluiti alla nostra amministrazione per la non riassegnazione».
Amato ha ricordato come una «una norma bipartisan in Finanziaria prevede da alcuni anni che le somme dovute da un terzo a una amministrazione affluiscono al Tesoro e poi siano riassegnate all'amministrazione dovuta, ma nei limiti della media del biennio precedente». Il risultato? Che il ministro dell'Economia, di «qualunque colore, ti invita da un lato a trovare risorse di tuo e se offri servizi a farli pagare, dall'altro le maggiori risorse per i servizi se le tiene». Con la conseguenza, dice Amato, che «tu smetti di farlo perché non sei in condizione di rendere il servizio visto che ti mancano le risorse». Una situazione paradossale, che ha colpito (con 177 milioni non riassegnati) anche il Fondo di solidarietà per le vittime di estorsione e usura. «Sono aumentate le aspettative delle vittime e io devo dare risposte idiote - protesta il ministro - perché le risorse sono bloccate là». E la soluzione é facile, dice Amato: basterebbe una norma, in Finanziaria, che destini tutte le risorse dei servizi a chi li offre.
Le critiche di Amato non risparmiano Eurostat, che ha avuto la «brillante pensata» di eliminare i «limiti d'impegno», ossia la possibilità di spalmare su più bilanci (attraverso i ratei) le spese pluriennali. Ironizza Amato: «secondo Eurostat, se tu assumi un debito, ancorché pluriennale, devi caricare sul primo anno l'intero ammontare. Non c'é nessun essere umano che lo farebbe, se no uno farebbe il mutuo e poi si suiciderebbe».
Personale civile
Negli ultimi anni, spiega Amato, il ministero ha registrato un accrescimento del carico funzionale, con un calo delle risorse disponibili. «Nel 2004 erano 25,4 miliardi, nel 2007 sono diventate 24,4 miliardi. Si tratta di un miliardo in meno che pesa sulle spese di investimento e sui consumi intermedi». Intanto le funzioni che il personale deve svolgere sono aumentate in modo esponenziale, tanto che spesso c'è meno personale di quanto ci vorrebbe per un civile esercizio delle funzioni. Sotto l'obiettivo anche il problema del personale civile dell'amministrazione, con meno di 10mila unità di personale civile nel Dipartimento di pubblica sicurezza, mentre in altri Paesi europei rappresentano il 20 per cento. Per il ministro dell'Interno questo significa che serve più personale civile, in modo da restituire ai compiti istituzionali il personale che deve svolgere funzioni relative alla sicurezza.
Vigili del fuoco
Situazione da sanare quella dei Vigili del fuoco: Amato ha sottolineato che hanno pochi mezzi e non godono delle ordinanze in deroga e questo li rende «fratelli minori» rispetto alla Protezione civile. Questo pur mantenendo la titolarità esclusiva delle responsabilità anti-incendi. La fuga verso la Protezione civile, ha spiegato il ministro, «è figlia dell'abilitazione a finanziare con ordinanze in deroga. Tempo fa la Corte costituzionale si pose con severità il problema su come l'ordinanza in deroga potesse essere un fine e non un mezzo. Poi tutto passa e ci si abitua».
Non risolto razionalmente, secondo Amato, il problema prevenzione catastrofi, in particolare da terrorismo. «Perché - sottolinea il ministro dell'Interno - al Dipartimento Vigili del fuoco abbiamo la responsabilità della prevenzione e della difesa in caso di attacco chimico o da altri mezzi che possono provocare catastrofi, il che eccita l'intervento della Protezione civile». La questione, ha ribadito, «non è risolta, lo dico con garbo, perché posso immaginare che la conseguenza di un'attenzione al tema possa essere quella di portare sotto la Protezione civile anche quel poco che è riservato ai Vigili de fuoco».
Scuole di polizia
Tasto dolente anche quello delle scuole di polizia. «Noi - dice Amato - non prepariamo più di mille agenti l'anno e abbiamo scuole di polizia per 4mila agenti l'anno, quindi devo chiudere alcune scuole, ma incontro resistenze». Il ministro ha poi spiegato che sul fronte della sicurezza in Italia non si stanno scialacquando risorse. «Fino a qualche anno fa - sottolinea Amato - come rapporto tra Pil e risorse destinate alla sicurezza ci trovavamo insieme ad altri Paesi europei tra 1,01% e 1,04%: negli ultimi anni francesi, spagnoli e inglesi sono saliti e noi siamo scesi».