sempreio
27-05-2007, 07:34
"Lo psicologo, che intanto aveva letto la missiva del suo collega, mi disse che non potevo abortire. Gli chiesi perché e lui per tutta risposta mi comunicò che, se volevo abortire, avevo solo una possibilità: dovevo anche farmi sterilizzare".
1. Eugenetica di welfare...
I paesi dell’area scandinava potevano vantare, agli inizi del Novecento, una delle principali comunità di eugenisti presenti nel panorama mondiale. Tra di essi lo svedese Lundborg, il cui attivismo aveva portato nel 1922 alla costituzione, a Uppsala, dell’Istituto svedese di Biologia Razziale, un’istituzione unica al mondo nel suo genere fino a quel momento, ed il norvegese Mjøen, a lungo massima autorità europea in materia di eugenetica. Le politiche di sterilizzazione, varate tra il 1929 ed il 1935 in Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, assumeranno negli anni successivi delle notevoli similitudini, a loro volta determinate dalla condivisione di un medesimo modello culturale, sociale ed economico. In tutti i casi si cercherà una legittimazione nelle congetture pseudoscientifiche sulla degenerazione, ma nella realtà saranno le ragioni del Welfare State a prevalere. Tra di essi, quello svedese è probabilmente il più eclatante, considerando il posto che questo paese ha occupato, nell’immaginario collettivo, in relazione a presunti archetipi di 'progresso' e 'civiltà'.
Anche in Svezia il motivo della bonifica dagli elementi biologicamente tarati rimarrà in seguito ridondante nella propaganda eugenetica, ma il ricorso alle retoriche degli svedesi "di serie A" servirà da mero pretesto, mascherando un intervento repressivo di ordine socio-economico che teneva in considerazione, molto più che fattori razziali, un paradigma di "buona cittadinanza" plasmato nel rispetto di un’etica calvinista e puritana. Le pressioni esercitate in tal senso dall’ala riformatrice guidata da Gunnar ed Alva Myrdal furono decisive nel dare un taglio 'socialdemocratico' all’eugenetica svedese. Nel 1934 verrà varata la prima legge svedese per la sterilizzazione eugenetica, poi estesa nel 1941 a nuove categorie di marginali. L’obiettivo era di eliminare dal ciclo riproduttivo gli individui moralmente ed economicamente incapaci di assicurare ai propri figli un’educazione 'appropriata'.
2. ...eugenetica al femminile
La macchina sterilizzatoria svedese ebbe come suo principale, quasi esclusivo bersaglio, le donne. L’eccessiva prolificità venne stigmatizzata sia come deleteria per l’ethos collettivo, sia per il bilancio pubblico, prevedendo il Welfare-State un sistema di assegni di maternità. Delle oltre 60.000 sterilizzazioni effettuate in Svezia tra il 1934 ed il 1976, anno in cui la legge eugenetica venne definitivamente accantonata, circa il 95% riguardano donne. Risentire di uno stato depressivo, alzarsi tardi al mattino, avere amicizie maschili, parlare liberamente in pubblico della propria vita sessuale, seguire svogliatamente le lezioni scolastiche o le funzioni religiose, o semplicemente andare a ballare, divennero così tutti atteggiamenti potenzialmente destabilizzanti. Atteggiamenti da stigmatizzare e reprimere attraverso la sterilizzazione, la cui necessità veniva decretata da compiacenti diagnosi di "schizofrenia", "devianza", "irresponsabilità morale" di medici al servizio dell’organigramma normalizzatorio svedese.
capisco che qui in italia qualche politico andrebbe sterilizzato però alla fine quello che ha fatto la civilissima svezia con i paesi scandinavi è peggio di quello che ha fatto hitler:rolleyes:
1. Eugenetica di welfare...
I paesi dell’area scandinava potevano vantare, agli inizi del Novecento, una delle principali comunità di eugenisti presenti nel panorama mondiale. Tra di essi lo svedese Lundborg, il cui attivismo aveva portato nel 1922 alla costituzione, a Uppsala, dell’Istituto svedese di Biologia Razziale, un’istituzione unica al mondo nel suo genere fino a quel momento, ed il norvegese Mjøen, a lungo massima autorità europea in materia di eugenetica. Le politiche di sterilizzazione, varate tra il 1929 ed il 1935 in Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, assumeranno negli anni successivi delle notevoli similitudini, a loro volta determinate dalla condivisione di un medesimo modello culturale, sociale ed economico. In tutti i casi si cercherà una legittimazione nelle congetture pseudoscientifiche sulla degenerazione, ma nella realtà saranno le ragioni del Welfare State a prevalere. Tra di essi, quello svedese è probabilmente il più eclatante, considerando il posto che questo paese ha occupato, nell’immaginario collettivo, in relazione a presunti archetipi di 'progresso' e 'civiltà'.
Anche in Svezia il motivo della bonifica dagli elementi biologicamente tarati rimarrà in seguito ridondante nella propaganda eugenetica, ma il ricorso alle retoriche degli svedesi "di serie A" servirà da mero pretesto, mascherando un intervento repressivo di ordine socio-economico che teneva in considerazione, molto più che fattori razziali, un paradigma di "buona cittadinanza" plasmato nel rispetto di un’etica calvinista e puritana. Le pressioni esercitate in tal senso dall’ala riformatrice guidata da Gunnar ed Alva Myrdal furono decisive nel dare un taglio 'socialdemocratico' all’eugenetica svedese. Nel 1934 verrà varata la prima legge svedese per la sterilizzazione eugenetica, poi estesa nel 1941 a nuove categorie di marginali. L’obiettivo era di eliminare dal ciclo riproduttivo gli individui moralmente ed economicamente incapaci di assicurare ai propri figli un’educazione 'appropriata'.
2. ...eugenetica al femminile
La macchina sterilizzatoria svedese ebbe come suo principale, quasi esclusivo bersaglio, le donne. L’eccessiva prolificità venne stigmatizzata sia come deleteria per l’ethos collettivo, sia per il bilancio pubblico, prevedendo il Welfare-State un sistema di assegni di maternità. Delle oltre 60.000 sterilizzazioni effettuate in Svezia tra il 1934 ed il 1976, anno in cui la legge eugenetica venne definitivamente accantonata, circa il 95% riguardano donne. Risentire di uno stato depressivo, alzarsi tardi al mattino, avere amicizie maschili, parlare liberamente in pubblico della propria vita sessuale, seguire svogliatamente le lezioni scolastiche o le funzioni religiose, o semplicemente andare a ballare, divennero così tutti atteggiamenti potenzialmente destabilizzanti. Atteggiamenti da stigmatizzare e reprimere attraverso la sterilizzazione, la cui necessità veniva decretata da compiacenti diagnosi di "schizofrenia", "devianza", "irresponsabilità morale" di medici al servizio dell’organigramma normalizzatorio svedese.
capisco che qui in italia qualche politico andrebbe sterilizzato però alla fine quello che ha fatto la civilissima svezia con i paesi scandinavi è peggio di quello che ha fatto hitler:rolleyes: