View Full Version : Scaricavano MP3 da internet: garante privacy contro Peppermint!
Paganetor
18-05-2007, 17:49
da ansa.it
SCARICAVANO MP3 DA INTERNET, GARANTE PRIVACY CONTRO PEPPERMINT
ROMA - Con riferimento alla vicenda degli utenti italiani, ai quali la società Peppermint ha chiesto un risarcimento danni per aver condiviso via Internet file musicali nei siti cosiddetti peer to peer (P2P), l'Autorità Garante per la privacy ha deciso di costituirsi in giudizio presso il Tribunale di Roma nelle cause intentate dalla Peppermint nei confronti di gestori telefonici allo scopo di identificare alcune migliaia di utenti. La decisione del Garante nasce dalla volontà di verificare se nella vicenda siano stati rispettati tutti i diritti di protezione dei dati personali.
Nei mesi scorsi diversi utenti italiani che utilizzano sistemi di file sharing si sono visti recapitare, dopo che l'autorità giudiziaria aveva imposto ad alcuni gestori telefonici la comunicazione dei loro dati identificativi, raccomandate da parte della casa discografica Peppermint con richieste di risarcimento del danno per violazione del diritto d autore. L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha inoltre deciso di richiedere a diverse società interessate e a gestori telefonici tutti gli elementi utili per una piena valutazione del caso
chissà che "forse" stavolta il garante ne faccia una giusta!
sono curioso di vedere come va a finire. logistep è società svizzera, fuori dalla ue, inoltre ipred 2 ancora non era in vigore
insomma, la violazione c'è stata, non c'è storia
questi han fatto leva sul fatto che una lettera in carta bollata fa strizzare e molti, con qualche scheletro nell'armadio, pagano. quasi estorsione
momo-racing
18-05-2007, 17:56
La decisione del Garante nasce dalla volontà di verificare se nella vicenda siano stati rispettati tutti i diritti di protezione dei dati personali.
potrebbe trattarsi di un arma a doppio taglio. Mettiamo che il garante alla fine stabilisca che tutti i diritti di protezione della privacy siano stati rispettati: non si farebbe altro che dare piena legittimità a manovre simili.
potrebbe trattarsi di un arma a doppio taglio. Mettiamo che il garante alla fine stabilisca che tutti i diritti di protezione della privacy siano stati rispettati: non si farebbe altro che dare piena legittimità a manovre simili. anche senza il pronunciamento del garante il procedimento sta andando avanti con le richieste di risarcimento in via bonaria di 330 euro per un MP3 scaricato (mousse).
Quindi il suo pronunciamento è fondamentale per stabilire una volta per tutte se una società privata possa risalire all'identità di un utente reo, secondo le indagini PRIVATE della società medesima, di aver scaricato un MP3 illegalmente.
Cmq l'intervento del garante era stato già richiesto dal Tribunale di Roma prima di autorizzare il rilascio dei dati identificativi, ma il garante non si era espresso.
cmq qui ci sono 30 pagine di forum di utenti che hanno ricevuto la famosa lettera
http://www.p2pforum.it/forum/showthread.php?t=185269
potrebbe trattarsi di un arma a doppio taglio. Mettiamo che il garante alla fine stabilisca che tutti i diritti di protezione della privacy siano stati rispettati: non si farebbe altro che dare piena legittimità a manovre simili.
adesso sono legittime
Musica sul Web: caso Peppermint, il Garante si costituisce in giudizio
Dalla parte degli utenti si mobilita Altroconsumo
Il Garante della privacy si costituisce in giudizio presso il Tribunale di Roma nelle cause che la società Peppermint ha avviato nei confronti di gestori telefonici per identificare «alcune migliaia di utenti» a cui ha chiesto un risarcimento danni per aver condiviso via Internet file musicali nei siti cosiddetti «peer to peer» (2P2).
La decisione dell’Authority presieduta da Francesco Pizzetti, riferisce una nota, nasce dalla volontà di «verificare se nella vicenda siano stati rispettati tutti i diritti di protezione dei
dati personali».
Nei mesi scorsi diversi utenti italiani che utilizzano sistemi di file sharing si sono visti recapitare, dopo che l’autorità giudiziaria aveva imposto ad alcuni gestori telefonici la
comunicazione dei loro dati identificativi, raccomandate da parte della casa discografica Peppermint con richieste di risarcimento del danno per violazione del diritto d’autore.
L’Autorità Garante ha deciso anche di «richiedere a diverse società interessate e a gestori telefonici tutti gli elementi utili per una piena valutazione del caso».
Intanto Altroconsumo ha scritto oggi all’Autorità garante per la protezione dei dati personali denunciando "le modalità illegali, dai contorni orwelliani, attraverso cui la Peppermint Jam Records GmbH, casa discografica tedesca, ha raccolto circa 4000 indirizzi IP di utenti italiani in Rete, intimando loro di pagare 330 euro per aver condiviso dei file musicali in Rete".
Molti consumatori si sono rivolti ai giuristi di Altroconsumo (che offre ai consumatori consulenza attraverso la casella e-mail peppermint@altroconsumo.it) denunciando il fatto di aver ricevuto una lettera da uno studio legale di Bolzano con la quale si richiede il risarcimento per una presunta violazione della legge sul diritto d’autore ai danni della società discografica tedesca.
Scrive Altroconsumo in un comunicato: "La vicenda è di questi giorni dimostra come la condivisione peer to peer in Rete di file audiovideo, nell’attuale quadro normativo sul diritto d’autore in evoluzione, anche a livello comunitario (con la direttiva Ipred2), e con pesanti attività di pressione da parte delle case produttrici, sia ritenuta una violazione piratesca del diritto d’autore, senza che si appuri se l’attività sia fatta non a fini commerciali, ma per fruizione personale dei contenuti. La vocazione punitiva da parte della Peppermint è palese: il valore commerciale dei file musicali condivisi in Rete è, per unità, inferiore a 1 euro, ma ai singoli consumatori, condannati senza prove, ne sono richiesti 330! L’indirizzo IP dei soggetti contattati sarebbe stato reperito attraverso l’intercettazione con un software da parte di una società appositamente incaricata, la Logistep Ag, con sede legale in Svizzera. L’associazione indipendente di consumatori ricorda che non esiste correlazione diretta e provata tra indirizzo IP e identità della persona, elemento cardine, invece, dell’arbitraria richiesta di danaro da parte della Peppermint".
Altroconsumo sottolinea nella lettera al garante che il Codice in materia di protezione dei dati personali vieta l’uso di comunicazione elettronica per accedere a informazioni archiviate nell’apparecchio terminale di un utente internet, per archiviare informazioni o per monitorare le operazioni dell’utente.
L’uso della Rete in tali termini, conclude Altroconsumo, è consentito dal Codice solo per il tempo strettamente necessario alla trasmissione della comunicazione o a fornire uno specifico servizio richiesto dall’utente. Ciò solo nei riguardi dell’utente che abbia espresso il consenso precedentemente, attraverso un’informativa dove siano indicati in modo chiaro e preciso le finalità e la durata del trattamento.
fonte: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=545&ID_sezione=3&sezione=
altra fonte: http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scienza_e_tecnologia/software/caso-peppermint/caso-peppermint.html
Le associazioni dei consumatori accusano: "Violata la privacy dei cittadini"
"Dovete darci 330 euro per i nostri file"
Gli utenti protestano e interviene il Garante
Ora si indagherà come sono stati acquisiti i nomi dei navigatori
"Ricavati dagli indirizzi IP svelati da una software-house svizzera"
di GIOVANNI GAGLIARDI
ROMA - "Avete scaricato la nostra musica, dovete pagare 330 euro", firmato Peppermint Jam Records. E' più o meno di questo tono la lettera che stanno ricevendo in questi giorni migliaia di persone in Italia. E il Garante ha deciso di costituirsi in giudizio, per difendere la privacy delle persone coinvolte nella vicenda.
L'importante decisione è stata presa in seguito alla denuncia avanzata da alcune associazioni di consumatori (Adiconsum e Altroconsumo) che hanno denunciato all'Autorità la richiesta di risarcimento per aver scaricato, con i sistemi peer-to-peer, un singolo brano di uno dei loro artisti.
Ma è il modo orwelliano con cui la casa discografica si è procurata gli indirizzi IP dei 'colpevoli' ad aver fatto rizzare le antenne al Garante della privacy. "La Peppermint - spiegano all'Adiconsum - ha chiesto a una società svizzera di software, la Logistep Ag, di individuare attraverso un programma, usato anche dalla polizia polacca, gli indirizzi in rete delle persone che scaricano musica. Una volta ottenuti gli IP, si sono rivolti al tribunale di Roma chiedendo di poter avere i nominativi corrispondenti dai provider italiani. Il tribunale in prima istanza ha negato il consenso, mandando una richiesta al Garante della privacy, che non ha dato risposta. In seconda istanza, sempre senza nessun riscontro dal Garante, il tribunale ha invece dato parere positivo. I provider sono quindi stati obbligati a fornire i nominativi dei loro clienti".
A questo punto entrano in scena due giovani avvocati dello studio legale altoatesino Mahlknecht & Rottensteiner che, tramite raccomandata, invitano migliaia di persone a pagare 330 euro (a parziale risarcimento di "ipotetici" danni), con la promessa di non ripetere più l'illecito (pena altri 10.000 euro di 'multa'), per evitare che la Peppermint "provveda a sporgere denuncia/querela penale e a intraprendere le azioni civili...".
"I risultati della Logistep non sono affatto 'una prova' - spiegano da Altroconsumo -, la prova va valutata in contraddittorio e davanti al giudice. Inoltre, proprio perché l'IP identifica un pc (in molti casi neanche quello, pensiamo soltanto alle reti Wi-fi) e non chi lo usa, la responsabilità non può essere addossata automaticamente al proprietario e neanche è possibile costringerlo (ammesso che sia in grado di dirlo) a rivelare chi usa il suo computer o a dedurre la colpevolezza da un eventuale diniego".
"La decisione del Garante - si legge nella nota dell'organismo di tutela - nasce dalla volontà di verificare se nella vicenda siano stati rispettati tutti i diritti di protezione dei dati personali". Inoltre l'Autorità ha deciso di richiedere a diverse società interessate e a gestori telefonici tutti gli elementi utili per una piena valutazione del caso".
momo-racing
18-05-2007, 18:25
anche senza il pronunciamento del garante il procedimento sta andando avanti con le richieste di risarcimento in via bonaria di 330 euro per un MP3 scaricato (mousse).
Quindi il suo pronunciamento è fondamentale per stabilire una volta per tutte se una società privata possa risalire all'identità di un utente reo, secondo le indagini PRIVATE della società medesima, di aver scaricato un MP3 illegalmente.
Cmq l'intervento del garante era stato già richiesto dal Tribunale di Roma prima di autorizzare il rilascio dei dati identificativi, ma il garante non si era espresso.
cmq qui ci sono 30 pagine di forum di utenti che hanno ricevuto la famosa lettera
http://www.p2pforum.it/forum/showthread.php?t=185269
il problema che volevo sottolineare è proprio legato alla totale mancanza di tempismo dell'organo in questione, che rischia di produrre ancora più danni dopo aver accuratamente fatto tutto il possibile per cercare di non intervenire.
P.s.
il forum linkato lo sto già seguendo attivamente da circa 10 giorni a questa parte e consiglio a tutti gli interessati di darci un occhiata.
finalmente sta scoppiando anche sui media la bomba Urbani, gli stessi media si erano ben visti dal darne notizia quando era stata approvata la legge.
E questi sono i risultati, ora volenti o nolenti devono darne cronaca. Aspetto di vedere il Tg delle 20.00
ecco la scansione della lettera di risarcimento (da: http://www.p2pforum.it/forum/showthread.php?t=188917 )
1° pagina
http://img521.imageshack.us/my.php?image=scansione002lz3.jpg
2° pagina
http://img244.imageshack.us/my.php?image=scansione003ou0.jpg
3° pagina
http://img255.imageshack.us/my.php?image=scansione004am2.jpg
generals
19-05-2007, 12:04
Gravissima questa violazione, occorreva una denuncia della società non una propria indagine chiaramente volta a violare la privacy e soprattutto non si può chiedere con una lettera o mi paghi o ti denuncio è estorsione!:rolleyes:
Le scorrette tecniche di raccolta dati utilizzate dalla RIAA sono illegali e non andrebbero usate come prova legittima. Questo è quanto un tribunale olandese ha concluso, basandosi su una perizia del dottor Johan Pouwelse, che testimonierà nel caso UMG vs. Lindor, negli Stati Uniti.
Il dr. Pouwelse è stato contattato da Ray Beckerman, l'avvocato di Mrs Lindor, per dare il suo parere da esperto sulle tecniche di raccolta IP utilizzate dalla RIA.
tra le altre cose, la RIAA fa affidamento sulla compagnia statunitense MediaSentry per monitorare le reti file-sharing in cerca di violazioni. Il compito di MediaSentry consiste nell'identificare e tracciare gli indirizzi IP che la RIAA sostiene siano convolti in infrazioni di copyright.
L'efficacia e la validità di MediaSentry è stata già messa in discussione dal dr. Pouwelse nel caso, tenutosi in un tribunale olandese, Foundation vs UPC Nederland.
Le conclusioni di quel processo sono state che il modo “scorretto” in cui MediaSentry raccoglie e processa indirizzi IP non ha alcuna base legittima. Quando il tribunale statunitense raggiungerà le stesse conclusioni, tutto ciò avrà enormi conseguenze su molte altre cause intentate dalla RIAA.
Come indica Jon di P2Pnet: «La prova addotta da Pouwelse sarà una pietra miliare, e sarà riutilizzata dagli avvocati di tutti gli Stati Uniti che cercano di provare l'innocenza dei loro clienti, i quali - come Mrs Lindor - sono erroneamente criminali e ladri incalliti, senza principi»
Pouwelse è uno dei programmatori del client Tribler BitTorrent, e attualmente fa l'assistente all'olandese Delft University of Technology.
Fonte: TorrentFreak
Mooolto interessante
Sinclair63
19-05-2007, 13:06
Ne hanno parlato poco fa anche al TG5
e forse non è finita qui!
In Italia questo è il primo caso di "persecuzione di massa" per uso del P2P.
Ma l'esperienza tedesca dice ne arriveranno altri, e forse qualcuno sarà curioso di sapere cosa riguarderanno, per essere in qualche modo "preavvisato".
Premetto che posto questa lista non per seminare il terrore, ma per entrare nell'ordine di idee che arriveranno altre lettere, e imparare a non preoccuparcene. E perchè chi ci trova qualcosa di "conosciuto" sia preavvisato e prenda le sue precauzioni (in Germania le poche persone che hanno avuto grane sono state quelle perquisite e trovate in flagrante con i files indicati). I criteri per procedere ad una perquisizione (ed eventuale sequestro del PC per qualche mese) sembrano essere legati al numero di files condivisi, se è inferiore ai 500 non ci sono state, e comunque sono sempre avviate dalle autorità di propria iniziativa. Se arrivano lettere come questa, in cui un avvocato invita alla distruzione della prova di un ipotetico reato, significa che l'ipotesi di reato è già stata esaminata e archiviata con non luogo a procedere da parte delle autorità.
Riguardo alle lettere, si è stimato che il 50% ha pagato (senza ricevere nulla in ritorno); chi non paga e non risponde, riceve solitamente una seconda lettera, a volte una terza, leggermente più minacciose e con importi maggiorati, poi tutto è finito nel silenzio da parte dei vari studi legali.
Questo è l'elenco delle "società rilevatrici" (eh si, non c'è solo la nostra amica Logistep), dei files incriminati con data delle relative lettere, la parte "detentrice dei diritti", e l'importo chiesto "bonariamente" dai rispettivi legali (i cui nomi non cito, perchè tanto operano solo in Germania) dal 2005 ad oggi. Ometto files che non ci riguarderebbero (es. cantanti tedeschi) ma la lista originale - in tedesco - la trovate qui.
rilevatore: Logistep AG (Svizzera)
software utilizzato: "File Sharing Monitor 1.3.1"
08/2005: Glaushaus-Drei (gruppo musicale tedesco),3P, 300,-€
12/2005: Earth 2160, Videogame, Zuxxez, 200,-€
01/2006: Conflict Global Storm, Videogame, Eidos, 300,-€
03/2006: Warren G - In the Mid-Nite Hour.mp3, Peppermint Jam, 300,-€
03/2006: Roachford - Word of Mouth.mp3, Peppermint Jam, 300,-€
07/2006: Total Overdose, Videogame, Eidos, 300,-€
08/2006: Codname Panzers Phase 2, Videogame, CDV, 300,-€
09/2006: Mousse T vs The Dandy Warhols - Horny as a dandy.mp3, Peppermint Jam, 300,-€ (hanno già alzato i prezzi da noi!! )
12/2006: Easy2sync per Dati+Outlook, software, ITSTH, 300,-€
02/2007: The Glory of the Roman Empire, videogame, CDV, 350,-€
03/2007 (UK): Dream Pinball 3D, videogame, Topware Interactive, £340
04/2007 (Francia): Call of Juarez, videogioco, Techland, 350,-€
rilevatore: CopyRight Solutions GmbH (Svizzera) (<--speriamo di non fare la tua conoscenza )
software utilizzato: "Black Widow"
10/2006: Titten Teans Nr.7 ( Porno), Purzel Video, 250,-€
10/2006: Ich brauche das Geld - Purzel hilft! (Porno), Purzel Video, 250,-€
11/2006: Die Goere 3 (Porno), Purzel Video, 350,-€
12/2006: Masturbation Nr.3 (Porno), Purzel Video, 250,-€
12/2006: The Guild 2, videogame, KochMedia, 150,-€
01/2007: Secret Files - Tunguska, videogame, KochMedia, 150,-€
01/2007: Gothic 3, videogame, KochMedia, 150,-€
04/2007: Wahrhammer-Mark of Chaos, videogioco, KochMedia, 150,-€
05/2007: Rush for Berlin, videogioco, 150,-€
rilevatore ProMedia (Amburgo, Germania) per la GVU (Produttore di videogiochi e di film)
2006: è stata l'ondata più pesante con "cifre bonarie" diverse a seconda delle tipologie di "criminali":
- "First Seeder Kill": che per primo ha immesso nel P2P un film;
- "Facilitators": operatori dei servers P2P;
- "Release groups" e i rispettivi sottoscrittori;
- mercato di frontiera con la repubblica Ceca;
- case d'asta
Esito: 1900 notifiche, 1400 perquisizioni, più di 500mila hard disk sequestrati (fonte: www.gvu.de).
Importante: in questo caso l'autorità ha agito d'ufficio, non sono arrivate lettere.
Ci sono anche 3 casi di libri illecitamente distribuiti in forma di "E-Book" e "sanzionati" con 866,-€, i cui casi sono stati rilevati manualmente con un client P2P (e questo a fa davvero pensare che chiunque di noi potrebbe scriversi l'indirizzo IP di chi sta condividendo le proprie foto delle vacanze su P2P, e spedirgli una lettera in cui gli si contesta chissà quale violazione).
Alcuni tedeschi hanno ricevuto lettere non per il p2p ma per contenuti "protetti" presenti nei loro siti personali.
Comunque, come vedete, c'è un po' di tutto, dalla musica, al software, ai giochi, ai film porno (e lì si che può essere più imbarazzante ricevere una lettera!), e le cadenze fra le "ondate di lettere" sono abbastanza serrate.
Non è detto che problemi su questi files arrivino anche qui, però per alcuni è probabile (in Francia è il momento di "Call of Juarez", per esempio), quindi magari chi ha qualcuno di questi, può iniziare a sbarazzarsene.
Comunque dopo tutte queste ondate il consiglio, della maggioranza di chi la cosa l'ha vissuta, anche di chi la prima volta ha pagato per paura è: se avete più di 1000 files condivisi, fate pulizia in casa ... ma non pagate, non rispondete.
Il preoccupante, semmai, è che in 2 anni la Germania non è riuscita a sbarazzarsi del problema, Logistep ha incassato qualche soldino (nel marzo 2007 si è installata in una vera sede, prima era solo una targhetta su una casa di abitazione), e continua tranquillamente a riempire buche delle lettere. Ce la faremo noi?
Vi è certezza di 10 casi arrivati in tribunale: in 5 l'accusato ha ammesso la propria colpevolezza; negli altri l'istanza è stata rigettata per motivi vari (in un caso addirittura Peppermint Jam non è riuscita a dimostrare di possedere il diritto d'autore per le opere di Warren G.); l'ammissibilità del software Logistep non è mai stata presa in considerazione, proprio perchè non si è scesi a questo livello di dettaglio e il procedimento è stato bocciato per vizi vari più grossolani.
Molti tedeschi hanno avviato procedimenti contro lo studio legale che ha spedito le lettere.
http://www.p2pforum.it/forum/showthread.php?t=186460
il sito della purzel video è comico, pare un'azienda tirata avanti da cantinari del porno :D
mi sa che fan più soldi con le minacce che non vendendo video :D
il sito della purzel video è comico, pare un'azienda tirata avanti da cantinari del porno :D
mi sa che fan più soldi con le minacce che non vendendo video :D
tra l'altro purzel in molti dialetti incluso il mio significa ":oink:" :D
cmq vorrei far notare..
330euro x 4000 = 1.320.000 euro
Fides Brasier
19-05-2007, 18:21
cmq vorrei far notare..
330euro x 4000 = 1.320.000 euro hanno trovato il modo di farsi i soldi :mbe:
giacomo_uncino
25-05-2007, 04:21
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=2001190&r=PI
tratto dall'articolo sopra:
"Ma novità sul fronte del peer-to-peer arrivano anche in Italia da Altroconsumo, l'associazione dei consumatori che sta seguendo da vicino il clamoroso caso Peppermint. L'Associazione ha infatti deciso di inviare una missiva all'Ordine degli avvocati di Bolzano in cui contesta l'operato del legale che per conto di Peppermint-Logistep ha firmato le raccomandate spedite ai 3.636 utenti coinvolti nella vicenda.
Altroconsumo contesta l'intera procedura che ha portato alle raccomandate, in cui si chiede agli utenti di versare 330 euro in cambio di una chiusura bonaria del caso, per evitare successive azioni legali.
"Si tratta - scrive l'Associazione - di una procedura sulla quale molto c'è da obiettare, così come crea forti dubbi (violazione della privacy) anche il modo con il quale sono stati acquisiti gli indirizzi IP degli utenti coinvolti. Il lavoro di ricerca e individuazione dei file "abusivi" è stato condotto dalla società svizzera Logistep; attraverso questa attività (sulla legittimità della quale tra l'altro abbiamo sollecitato il Garante per la Privacy a prendere una chiara posizione qui link alla lettera) si è poi risaliti ai nominativi legati agli indirizzi IP grazie anche a un'ordinanza del Tribunale di Roma nei confronti di Telecom (individuata attraverso gli indirizzi IP acquisiti dalla Logistep quale ISP)".
Come se non bastasse, sottolinea Adiconsum, il caso rischia di allargarsi. "Proprio in questi giorni - scrive - ci sarebbero almeno altri due procedimenti cautelari in corso a Roma contro Tiscali e Wind Infostrada, questa volta attivati da una società polacca che opera nel settore dei videogiochi; i legali della stessa società ci avevano già provato poco tempo fa in Francia suscitando anche in quella occasione il disappunto dell'Ordine degli Avvocati e il conseguente avvio di un'indagine per verificare possibili violazioni del codice deontologico (cosa che ci auguriamo, appunto, accada anche da noi). Lo schema, comunque, resterebbe lo stesso utilizzato nella vicenda Peppermint, ovvero l'utilizzo del software della Logistep (ancora lei) per rintracciare gli indirizzi IP dei presunti "pirati" e il ricorso al tribunale di Roma per obbligare i provider a fornire i dati fisici abbinati agli IP. Proprio su questi due procedimenti ancora in corso pare, però, voglia finalmente intervenire il Garante per la Privacy, così come annunciato in un suo recente comunicato".
Nella lettera trasmessa all'Ordine degli avvocati di Bolzano, reperibile qui in PDF, Altroconsumo sottolinea come nella raccomandata sia scritto esplicitamente: "Certi del fatto che un procedimento giudiziario a Suo carico, in sede penale e/o civile, Le causerebbe conseguenze indesiderabili, la nostra Cliente le propone di risolvere bonariamente la controversia che la riguarda" e, infine, si aggiunge: "Qualora Lei accetti, la mia Cliente si dichiara soddisfatta, si impegna a non sporgere denuncia penale nei Suoi confronti ed a non agire in sede civile per la violazione commessa". L'Associazione fa notare che a dispetto di quanto scritto nella missiva"il reato contestato è perseguibile d'ufficio", un particolare sul quale si concentra Altroconsumo per chiedere all'Ordine degli avvocati un intervento immediato per bloccare questa procedura e per sanzionare l'avvocato che ha firmato quelle raccomandate.
"
altre raccomandate in arrivo............
Paganetor
25-05-2007, 07:58
per la serie "in culo alla legge sulla privacy", è sufficiente che una società polacca chieda i nomi e questi di wind e tiscali glieli spiattellano tutti? :mbe:
ah be', congratulazioni!
ci sono gli estremi per una denuncia anche contro i nostri provider che danno in giro queste informazioni così allegramente!
Certo che la lettera fa ridere....
"Certi che un procedimento nei suoi confronti....."
Uno studio legale che sa di avere ragione non scrive niente di tutto ciò....
-kurgan-
25-05-2007, 08:45
peccato non mi sia arrivata la lettera, avrei denunciato loro. Non si possono dare dati personali a nessuno se non alle autorità giudiziarie.
il procedimento corretto per una casa discografica è fare denuncia, poi dopo le forze dell'ordine fanno le intercettazioni del caso.
a quanto pare in europa non siamo soli e la magistratura sta dando ragione all'industria
si prevedono passaggi in massa a sistemi criptati serverless, con somma felicità dei pedofili
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