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View Full Version : Mafia: Ricorso Contrada in Cassazione il 9 maggio


Ser21
05-05-2007, 08:23
Mafia: Ricorso Contrada in Cassazione il 9 maggio

Fonte: repubblica.it

La Corte di Cassazione ha fissato al 9 maggio la data dell’udienza in cui verrà esaminato il ricorso di Bruno Contrada, l’ex numero tre del Sisde condannato a 10 anni con l’accusa di concorso in associazione mafiosa.

La sesta sezione della Suprema Corte tratterà la causa per la seconda volta: in precedenza, il 12 dicembre del 2004, un’altra sezione aveva annullato con rinvio l’assoluzione di Contrada, decisa dalla Corte d’Appello di Palermo dopo una prima condanna. A seguito della prima decisione della Cassazione, si è tornati davanti alla Corte d’Appello di Palermo, che l’anno scorso ha ribadito la condanna a 10 anni. Bruno Contrada, arrestato il 24 dicembre del 1992, è rimasto in custodia cautelare per 31 mesi, e accusato di avere favorito i boss attraverso una serie di comportamenti che avrebbero consentito a capimafia come Rosario Riccobono di rimanere latitante e di gestire il potere nel mandamento di Partanna Mondello. Contrada ha sempre respinto le accuse e si è dichiarato vittima di una macchinazione messa su dai collaboratori di giustizia.

http://newscontrol.repubblica.it/item/295395/mafia-ricorso-contrada-in-cassazione-il-9-maggio

Sarei curioso di sapere chi siano i membri della cassazione che tra pochi giorni esaminerà il ricorso di Contrada.
Spero vivamente che questo personaggio finisca FINALMENTE dentro per tutto quello che ha fatto.

Io comunuque non riesco a capire,se la cassazione dovesse respingere il ricorso della difesa,come un giudice come Agnello che ha ASSOLTO in secondo grado l'imputato (poi clamorosamente smentito tutto il processo giuridico e istruttorio dalla cassazione precedente,rimandando ad un nuovo processo il verdetto) possa continuare liberamente a svolgere il suo mestiere,come se niente fosse.Un personaggio che era AMICO stesso di Contrada...ma la separazione delle cariere è troppo difficile da concepire in Italia?

Ser21
05-05-2007, 12:59
Il fatto che probabilmente la stragrande maggiornaza di voi siano all'oscuro di chi fu e cosa fece questo personaggio,sta a dimostrazione del fatto che purtrioppo in Italia è passata di moda l'antimafia e il contrasto di essa con l'uso dei media.Oramai siamo arrivati ad un punto in cui chi è colpevole viene difeso da tv e giornali oppure semplicemente si tace su tutta la vicenda,tenendo i cittadini fuori da queste questioni fondamentali della democrazia.

pars_
05-05-2007, 13:43
hai ragione, è passata di moda l'antimafia, basta vedere chi hanno nominato alla commissione :muro: .
Curioso che se uno fa una ricerca come Bruno Contrada trovi prima il sito brunocontrada.info che cerca di ripulirgli l'immagine, una sorta di Porta a Porta mirato online insomma.
Bah... che poi a parlarne si tornerebbe sempre li, a parlare di Bontade e quindi di nuovo bisognerebbe parlare dell' Andreottino.
Ritirare fuori l'argomento constringerebbe a parlare di nuovo di cose per cui (tra cui sempre il caso Vespino) si è cercato in tutti i modi di nascondere o ripulire.

Ser21
05-05-2007, 13:52
hai ragione, è passata di moda l'antimafia, basta vedere chi hanno nominato alla commissione :muro: .
Curioso che se uno fa una ricerca come Bruno Contrada trovi prima il sito brunocontrada.info che cerca di ripulirgli l'immagine, una sorta di Porta a Porta mirato online insomma.
Bah... che poi a parlarne si tornerebbe sempre li, a parlare di Bontade e quindi di nuovo bisognerebbe parlare dell' Andreottino.
Ritirare fuori l'argomento constringerebbe a parlare di nuovo di cose per cui (tra cui sempre il caso Vespino) si è cercato in tutti i modi di nascondere o ripulire.

Io ritengo che la sentenza più scandalosa della storia della magistratura italiana non sia quella di andeotti (Condannato fino al 1980 in via definitiva) ma quella riguardante il giudice Carnevale,il così detto "ammazzasentenze".
Una figura diabolica,riuscito ad essere assolto in cassazione per mani dei suoi giudici amici (si ritorna sempre li:separazione delle cariere) dopo che nel grado precedente era stato condannato con prove esplicite (intercettazioni ambientali e non) e dichiarazioni incorciate di pentiti.
Che schifo...CHE SCHIFO!

pars_
05-05-2007, 13:57
e non sei ancora schifato abbastanza, forse non sei al corrente che lo riammettono in magistratura


Carnevale: per Csm deve tornare in magistratura
19.34: Il plenum del Csm ha dato il via libera al ritorno in magistratura di Corrado Carnevale, con funzioni di presidente di sezione. E' lo stesso incarico che il giudice ricopriva quando nel 2001 lascio', dopo essere stato condannato dalla Corte d'appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, sentenza annullata l'anno dopo dalla Cassazione.
Ansa - sabato 5 maggio 2007 14.54

Ser21
05-05-2007, 14:00
e non sei ancora schifato abbastanza, forse non sei al corrente che lo riammettono in magistratura

non ci voglio credere,torna come capo della prinma sezione penale della cassazione??Non c'è da stupirsi cmq,negli ultimi 5-6 anni apparte giuffrè e un altro,di pentiti casualmente non ne sn saltati fuori altri.
Cmq è scadnaloso che un signore del genere a cui carico sn stati imputati reati di associazioni (liquidati col banale comma 2 art 530 dell'insuff di prove) esterna possa liberamente tornare a svolgere il suo lavoro..
Ma xchè l'Italia fa così pena ed è così' corrotta??
Ha ragione travaglio quando dice che stragi come quelle del 92'-93' si sn viste solo in colombia e il riferimento a QUEL paese in particolare non è affatto casuale....

pars_
05-05-2007, 14:08
Ma xchè l'Italia fa così pena ed è così' corrotta??


mah, dove ti giri ti giri qui un ci si tira fori le gambe. Non so nemmeno se sperare nella UE che pian piano arrivi ad avere un potere per cercare di sistemarci un pochino a suon di aperture di infrazioni, perchè anche quello come organo mi da poca fiducia.. boh

drakend
05-05-2007, 14:18
mah, dove ti giri ti giri qui un ci si tira fori le gambe. Non so nemmeno se sperare nella UE che pian piano arrivi ad avere un potere per cercare di sistemarci un pochino a suon di aperture di infrazioni, perchè anche quello come organo mi da poca fiducia.. boh
Probabilmente saranno i nostri metodi a diffondersi nella UE in quanto ovunque i potenti vogliono continuare a rimanere tali ed i metodi italiani sono i migliori del mondo! :rolleyes:

Ser21
05-05-2007, 14:45
Mi piacerebbe leggere un elenco delle 500 sentenze smontate da carnevale nel corso della sua carriera.

Esiste un sito/libro che contenga tali informazioni?

Ser21
05-05-2007, 14:49
Probabilmente saranno i nostri metodi a diffondersi nella UE in quanto ovunque i potenti vogliono continuare a rimanere tali ed i metodi italiani sono i migliori del mondo! :rolleyes:

Ma la cosa "divertente" è il folle seguito che ottiene questa gente nel proclamarsi innocente e perseguitati da complotti e/o magistratura rossa.
Ovviamente una grossa mano la danno TV e Giornali che amplificano o taciono argomenti/dichiarazioni/fatti con un ben preciso scopo di fondo.

pars_
05-05-2007, 15:04
ma se "festeggiano" per la prescrizione (rinunciabile dalla difesa), rendiamoci conto come siamo messi.
Si potrebbe sostenere che uno non è colpevole fino a che non è dichiarato tale (poi hanno anche aggiunto "definitiva in cassazione" perchè il primo ed il secondo grado sembrano barzellette ormai in italia, non contano nulla sono meri passaggi del calendario giuridico), ma qui proprio festeggiano, gridano "assolto" proprio o meglio scrivono direttamente assolto. Nemmeno + prescritto, assolto.


@Ser21 - prova a vedere qualcosa su ibs ma non credo, di certo trovi il suo libro "il giudice solo" dove se la ride e se la canta.

Ser21
05-05-2007, 15:05
Leggete leggete...


Assolto il giudice ammazza-sentenze.

Articolo di Saverio Lodato su L'Unità, 31 Ottobre 2002

novembre 2002
a cura di Enrico Natoli e Maria Mazzei





Corrado Carnevale esulta, e ne ha ben donde. "Papà hai vinto", esulta al cellulare la figlia appena conosciuta la buona novella. Il suo processo? Non sarà rifatto. Non sarà riscritto. E' solo da buttare. Niente rinvio. Niente stillicidio che si sarebbe protratto negli anni. "Il fatto non sussiste", ha proclamato la Suprema Corte a Sezioni Unite dopo quasi quattro ore di camera di consiglio. E' una marcia trionfale per "ammazza-sentenze". Commenta Carnevale: "Mi aspettavo questa conclusione e non da oggi, ma da quando nel '92 la procura di palermo avviò l'indagine nei miei confronti, visto che io non, ho fatto altro che onorare la magistratura Italiana". Questa vicenda giudiziaria gli ha prodotto "danni di immagine, alla sua famiglia e alla sua carriera, incalcolabili e irreparabili." Anche se non si rivarrà su chi lo ha indagato, anche se questo processo "dovrà essere vivisezionato". Esultano i suoi avvocati, il professor Giuseppe Gianzi e l'avvocato Salvino mondello, genero dell'ex presidente titolare della prima sezione penale della Cassazione. " Questa sentenza della Suprema Corte - commenta Gianzi - riporta il propcesso nei giusti binari, annullando la sentenza di appello che si era ispirata ad una illogica valutazione della prova".

E il reato di concorso esterno in associazine mafiosa, il cosiddetto 110 più 416bis? Non allarmiamoci. Già da tempo questa ipotesi di reato era diventata un feticcio, una chimera penale meramente teorica. Passato remoto, visto che raffiche di assoluzioni da tempo avevano finito con l'annacquarlo. Archeologia giustizialista. Il de profundis non poteva essere più dirompente. Ma la Cassazione ha voluto salvare la forma: e il concorso esterno resta reato. I supremi giudici affermano infatti che rimane "configurabile" il concorso purché l'apporto abbia una "effettiva rilevanza causale" nel mantenere in vita o rafforzare Cosa Nostra. Non è dunque il caso di Carnevale.



Ma c'è molto di più. La parola degli ex colleghi dell'alto magistrato non doveva neanche essere presa in considerazione "perchè il giudice penale ha l''obbligo di astenersi dal deporre, come teste, per quanto riguarda ciò che avviene nelle camere di consiglio quando i magistrati decidono i loro verdetti in assoluta segretezza".
Corrado Carnevale potrà impiegare gli anni della sua pensione per tornare alla carica con le polemiche, con i risentimenti, i giudizi sprezzanti nei confronti dei colleghi che si erano messi in testa di processare uno come lui, proverbiale in Italia per la capacità "tecnico-professionale" di stecchire sentenza, affossare giudizi di condanna, rimettere in libertà ergastolani, stragisti e boss di mafia. Carnevale, con le sue prime dichiarazioni, sembra promettere buona condotta. Si vedrà.

Alla Suprema Corte, quella condanna a sei anni che il 29 giugno 2001 aveva concluso a Palermo il processo d'appello al magistrato chiamato - chissà poi perchè - "ammazza-sentenze", deve essere apparsa densa di vizi di forma, contraddittoria, improponibile e inaccettabile nell'Italia ipergarantista del nuovo millennio.
Non ci furono sentenze "aggiustate". Non ci furono corsie preferenziali per i processi di mafia. L'alto magistrato non era "a disposizione" di Cosa Nostra. Non faceva il sabotatore dei processi su commissione dei diretti interessati. E quelle decine di pentiti che lo tirarono in ballo ora dovrebbero farsi l'esame di coscienza per aver infangato un poveretto. Questo, in sintesi, il verdetto delle Sezioni Unite di Cassazione quando affermano che "il fatto non sussiste".

A uno come Carnevale, sanguigno e supponente, non resterà che vantarsi dei suoi primati olimpionici nel Palazzo di piazza Cavour, autentici successi da maratoneta delle assoluzioni. Qualche cifra può essere utile a capire le dimensioni del "fenomeno Carnevale". Nei sette anni in cui diresse la prima sezione di Cassazione (la più prestigiosa, la più significativa), il magistrato, originario di Licata, paese derelitto del sud Sicilia, indiscutibilmente ferrato in diritto, riuscì ad annullare quattrocento, dicasi quattrocento, sentenze di condanna. Proprio Giovanni Falcone, nella primavera del 1991, appena giunto alla direzione della sezione affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia, dispose un "monitoraggio" di quelle assoluzioni che sembravano scaturire da una curiosissima catena di montaggio.



Carnevale annullò quella per la strage dell'Italicus. Annullò quella per il "rapido 904". Annullò due volte le sentenze di condanna per i killer del capitano dei carabinieri di Monreale Emanuele Basile. Annullò a raffica le condanne per l'uccisione del giudice istruttore Rocco Chinnici, facendo tirare un bel sospiro di sollievo ai terribili fratelli Michele e Salvatore Greco, il "papa" e il "senatore" di Cosa Nostra, considerati mandanti del delitto. Sono solo alcune delle sue assoluzioni che meriterebbero di essere incorniciate.
E lui "Mi sono sempre limitato ad applicare la legge", si schermiva di fronte a interrogazioni parlamentari, campagne giornalistiche, quando ancora la sua fregola assolutoria non era diventata materia di aule di tribunale. Quelle assoluzioni rappresentavano il pedigree di questo alto, altissimo giureconsulto, che poteva anche concedersi il lusso di qualche volgarità fuori dal comune.

L'Italia restò a bocca aperta quando nel '93 il tg3 mandò in onda alcune intercettazioni telefoniche di polizia che lo riguardavano. Ricordate? Chi era Giovanni Falcone? "E' un cretino". Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? "I Dioscuri". Il loro sacrificio? "Non avrei portato a spalla certe bare". Infatti Carnevale diceva di se stesso: "Rispetto certi morti, certi altri no". Infastidito perchè chiamato a giustificarsi, ammise: "E' vero che avevo una stima negativa nei confronti di Falcone e Borsellino, ma nessuno, a parte il Papa, è infallibile e il mio è un giudizio tecnico-professionale". Tecnica, professione, appunto, ma anche cavilli, tantissimi cavilli.


Era finito sotto inchiesta il 28 marzo del 1993, all'indomani dell'esecuzione mafiosa di Salvo Lima, l'eurodeputato dc. E quella, sotto il profilo della lotta alla mafia, era davvero un'altra Italia, capace ancora di indignarsi, tanto era vivo il ricordo delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Si era diffusa la consapevolezza che Cosa Nostra ormai andava colpita non solo nei suoi tentacoli militari, ma anche e soprattutto nelle sue coperture politiche e istituzionali.

I pentiti dell'epoca non ebbero tentennamenti: definirono "pacifico" e "assodato" il legame fra Cosa Nostra e il giudice "ammazza-sentenze". A ondate successive si fecero sotto collaboratori di peso: da Francesco Marino Mannoia a Giovanni Brusca, da Gaspare Mutolo a Giuseppe Marchese, da Balduccio Di Maggio a Salvatore Cancemi, da Santo Di Matteo a Pasquale Di Filippo, solo per citarne alcuni. Finirono sotto inchiesta altri giudici di Cassazione, persino cancellieri.

Tutti sospettati di pilotare i processi "difficili" in maniera tale che fossero assegnati puntualmente alla prima sezione, quella dove Carnevale per dirla con le parole dell'ex presidente Vittorio Sgroi, era l'espressione del "partito patriottico" che operava in Cassazione. Venne indicata persino una troika degli "aggiustamenti": Carnevale, am anche Giulio Andreotti, anche Claudio Vitalone. Partito dunque degli andreottiani, che a sua volta si identificava - ovviamente secondo l'accusa - con il "partito patriottico". Finirono agli atti telefonate registrate alla vigilia della sentenza di Cassazioneche si apprestava a pronunciarsi nel merito del primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Andreotti, nel frattempo, veniva assolto.

Ci fu persecuzione nei confronti di Carnevale? Difficile dirlo. Fatto che il 3 aprile del 1995, la stessa Procura di palermo che lo aveva messo sotto inchiesta, chiese ed ottenne dal gip, due giorni dopo, l'archiviazione della sua posizione. Ma il caso venne riaperto il 26 aprile dello stesso anno per iniziativa della procura romana che inviò a Palermo altri altti, altre dichiarazioni dei pentiti e il 29 aprile il nome di "ammazza-sentenze" finì per la seconda volta nel registro degli indagati.
L'8 giugno del 2000, il processo di primo grado si concluse con l'assoluzione - dovuta, secondo la sentenza, a "elementi insufficienti, testi inattendibili, dichiarazioni contraddittorie" mentre si stigmatizzarono le deposizioni dei pentiti i quali "avevano parlato de relato". Un verdetto letteralmente capovolto il 29 giugno del 2001: condanna a sei anni di carcere, l'impianto accusatorio aveva retto.



Ed è cronaca di ieri.
Poteva addirittura essere rinviato a giudizio per mafia, più che per concorso esterno: questa, in sintesi, la motivazione che Vincenzo Siniscalchi, Procuratore Generale di cassazione, aveva espresso nella sua requisitoria: "C'è stata una disponibilità non occasionale e protratta nel tempo in favore di chiunque appartenesse a Cosa Nostra". Al punto - aveva proseguito il pg - che "bisogna chiedersi se la sua non sia stata addirittura partecipazione all'associazione mafiosa e non concorso". Aveva deifinito " pienamente credibili" Antonio Manfredi La Penna, consigliere della prima sezione penale, il quale aveva rivelato in processo di essere stato chiamato da Carnevale nel suo studio. Dove aveva trovato - raccontò - una persona vestita da "massaro" che si informava sulle sorti del processo del 1991 che si sarebbe risolto con la scarcerazione dei boss per decorrenza dei termini (proprio grazie alla successiva sentenza di Carnevale).

Opposto il punto di vista dell'avvocato Giuseppe Gianzi, uno dei difensori di Carnevale: "il mio assistito non faceva parte dell'associazione mafiosa, lo dicono anche i giudici che hanno formulato i capi di imputazione a suo carico".
E aveva chiesto l'annullamento senza rinvio della condanna a sei anni, "sia nel caso in cui non si ritenga configurabile il concorso esterno, sia che la corte decida diversamente". Secondo Gianzi i 22 coimputati di reati connessi avevano "rilasciato dichiarazioni non univoche a proposito del coinvolgimento di Carnevale, senza che i riscontri fossero precisi e concordi".

E la testimonianza di La Penna? "Un vizio logico aver creduto a lui e non alle testimonianze degli altri consiglieri". Infine, l'altro difensore, Salvinio Mondello, si era a lungo soffermato a sottolinearte le contraddizioni delle dichiarazioni provenienti dai pentiti.

Alle 18, 54 di ieri, 330 ottobre 2002, la Corte demoliva definitivamente qualsiasi impianto accusatorio. Un fatto è certo: teorizzando l'impossibilità per i colleghi di Carnevale di deporre in processo, la Cassazione ha dilatato in maneira assai considerevole l'area del "segreto" della camera di Consiglio. Scelta impegnativa. Il fatto è che alcuni di quei giudici erano andati in processo per denunciare pressioni, anomalie, pesantissime interferenze. Bocca chiusa, dice ora la cassazione. Cane non mangia cane.


This is Italy.

drakend
05-05-2007, 15:23
Ma la cosa "divertente" è il folle seguito che ottiene questa gente nel proclamarsi innocente e perseguitati da complotti e/o magistratura rossa.
Ovviamente una grossa mano la danno TV e Giornali che amplificano o taciono argomenti/dichiarazioni/fatti con un ben preciso scopo di fondo.
Beh succede questo quando il più importante proprietario privato di tv ha così tanti scheletri nell'armadio da poter aprire un museo di paleontologia.

Ser21
05-05-2007, 15:39
Beh succede questo quando il più importante proprietario privato di tv ha così tanti scheletri nell'armadio da poter aprire un museo di paleontologia.

o quando l'attuale presidente perdendo certi aiuti,è dovuto lui stesso intervenire per proteggersi...tanto gira e rigira,sempre li andiamo a finire..alla famosa villa casati..

Ser21
06-05-2007, 10:07
:asd:

IpseDixit
10-05-2007, 18:04
ROMA - La Cassazione ha confermato la condanna a dieci anni di reclusione per l'ex numero tre del Sisde, Bruno Contrada. La decisione della Suprema Corte rende definitiva la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa emessa il 25 febbraio 2006 dalla Corte di Appello di Palermo nel processo d'appello bis.

In questo modo, la Suprema Corte ha sposato la tesi dell'accusa che aveva considerato valide le dichiarazioni di una decina di pentiti, da Tommaso Buscetta a Giovanni Brusca, secondo le quali lo 007 ha fatto spesso gli interessi di Cosa nostra. Il pg Antonello Mura, nella sua requisitoria, ha evidenziato come Contrada sia "colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio".

Dura la reazione del legale di Contrada che parla di sentenza annunciata: "Il destino di Bruno Contrada - ha detto l'avvocato Piero Milio - era segnato ancor prima che cominciasse il processo: abbiamo lottato ma era condannato ancor prima di emettere il verdetto. La Suprema Corte però - ha aggiunto Milio - potrebbe non avere colpe in questa decisione in quanto si è limitata a leggere le carte scritte da altri giudici. Spero che gli italiani si indignino davanti a questa ingiustizia".

Contrada venne arrestato il 24 dicembre 1992. In carcere rimase per trentuno mesi malgrado ricorsi presentati perfino alla Corte europea per i diritti dell'uomo. Il 12 aprile del '94 inizio' il primo processo a suo carico, e il 19 gennaio del '96, al termine di una requisitoria protrattasi per 22 udienze, il pubblico ministero chiese la condanna di Contrada a 12 anni. Il Tribunale inflisse all'ex poliziotto 10 anni di reclusione e tre di libertà vigilata.

Il verdetto di primo grado fu però ribaltato dalla Corte d'Appello di Palermo che nel 2001 assolse Contrada. Ma il 12 dicembre del 2002 la Cassasione riaprì il caso, annullando l'assoluzione e dispondendo un nuovo giudizio presso la Corte d'Appello di Palermo che, l'anno scorso, pronunciò la sentenza di condanna oggi confermata in Cassazione.

Secondo l'accusa, l'ex funzionario del Sisde avrebbe iniziato i suoi rapporti con Cosa Nostra tramite il conte Arturo Cassina, grande appaltatore palermitano, amico del boss Stefano Bontate. Dopo l'uccisione di Bontate nel 1980, Contrada avrebbe mantenuto contatti con i nuovi potenti di Cosa Nostra, i corleonesi di Totò Riina.

Contrada ha sempre rivendicato il suo ruolo di uomo dello Stato, sostenendo di non avere mai conosciuto mafiosi e di essere stato accusato "per vendetta" da criminali da lui perseguiti in passato. Dalle indagini patrimoniali condotte nei suoi confronti e della sua famiglia è emerso un tenore di vita compatibile con lo stipendio di funzionario di polizia.

Entrato in Polizia nel 1959 alla questura di Latina, Contrada nel 1962 divenne capo della sezione "Volanti" alla questura di Palermo, poi fu dirigente della Criminalpol e capo di gabinetto dell'Alto Commissariato della lotta alla mafia e, infine, numero tre del Sisde.
(10-05-2007)

http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/cronaca/bruno-contrada/bruno-contrada/bruno-contrada.html

drakend
10-05-2007, 19:15
Ma è dentro Contrada oppure è in giro per le varie televisioni a piagnucolare che è una vittima di un complotto, che la giustizia non esiste più ecc?

Ser21
11-05-2007, 13:30
Ma è dentro Contrada oppure è in giro per le varie televisioni a piagnucolare che è una vittima di un complotto, che la giustizia non esiste più ecc?

E' in carcere da 31 mesi e ci resterà ancora!

Una delle poche volte in cui si posa esultare con un:

GIUSTIZIA E' FATTA!