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View Full Version : Consulta, Vaccarella critica il governo e lascia


DonaldDuck
02-05-2007, 13:11
I piccoli partiti non vogliono il referendum. Un demone da esorcizzare ad ogni costo.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/04_Aprile/30/dimissioni_vaccarella.shtml

E Prodi: non interveniamo sulle sentenze, la Corte agirà con indipendenza

Consulta, Vaccarella critica il governo e lascia

Le dimissioni del giudice costituzionale provocano l'intervento del Quirinale. Napolitano: «Istituzione che merita rispetto assoluto»

ROMA - Il giudice costituzionale Romano Vaccarella, nominato nell'aprile 2002 in quota alla Cdl, ha rassegnato le dimissioni dalla Corte Costituzionale, motivandole «sia con riferimento a dichiarazioni in materia di ammissibilità di referendum elettorali attribuite da organi di stampa ad alcuni Ministri e ad un Sottoegretario offensive della dignità e della indipendenza della Corte stessa, sia con riferimento all’assenza di smentite ed al silenzio delle Istituzioni». In particolare ne faceva riferimento un articolo del Corriere della Sera del 26 aprile.
La notizia delle dimissioni è stata diffusa dalla stessa Consulta, annunciando che pertanto il presidente Franco Bile ha convocato la Corte Costituzionale mercoledì 2 maggio, nel pomeriggio, «per ogni conseguente iniziativa».
«NON STO SCHERZANDO» - Vaccarella - secondo quanto appreso - avrebbe comunicato la sua decisione di dimettersi consegnando personalmente al presidente Franco Bile la lettera di rinuncia all'incarico. Spetterà ora alla Corte riunirsi per decidere se accogliere o rifiutare le dimissioni. In ambienti di Palazzo della Consulta viene data per probabile la seconda ipotesi. Contattato dall'agenzia Ansa, che gli ha chiesto se le sue fossero dimizzioni «irrevocabili», Vaccarella ha spiegato che «di irrevocabile c'è solo la morte, ma questo non è uno scherzo». Il giudice ha poi precisato che «sarà la Corte a decidere» in proposito.
PRODI: SONO INDIPENDENTI - Sulla vicenda si registra un commento del presidente del Consiglio, Romano Prodi, che replicando a chi gli annunciava l'intenzione di Vaccarella di dimettersi, ha sottolineato come «il governo non interviene mai sulle sentenze della Corte costituzionale, la quale agirà, anche nel caso del referendum, con assoluta indipendenza. Con l'indipendenza che le è propria».
NAPOLITANO: MASSIMO RISPETTO - E, come ovvio, le dimissioni di un giudice della Consulta - la più alta corte dell'ordinamento italiano, che ha competenze sulla legittimità delle leggi e che giudica sui quesiti referendari - hanno avuto eco anche al Quirinale. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, informa una nota del suo ufficio stampa, ha ricevuto dal presidente della Corte Costituzionale comunicazione telefonica della lettera di dimissioni del professor Romano Vaccarella e delle sue motivazioni. In proposito, nel corso della conversazione, prosegue la nota, il presidente della Repubblica ha ricordato i suoi precedenti interventi sulla necessità dell'assoluto rispetto da ogni parte dell'alta funzione di garanzia della Corte, chiamata a esercitare in piena autonomia tutte le competenze attribuitele dalla Costituzione».
L'APPELLO DI BERTINOTTI E MARINI - I presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, hanno invece invitato Vaccarella a ripensarci. Nel caso in cui le dimissioni dovessero essere accolte, spetterà alle Camere in seduta comune nominare un nuovo giudice costituzionale. Ciò in ogni caso non avrà ricadute sull' attività della Consulta che può lavorare fino ad un minimo di undici giudici, mentre con l' assenza di Vaccarella sarebbero 14.
30 aprile 2007

Onisem
02-05-2007, 13:12
Proprio un organo indipendente e non politico la Corte Costituzionale... :rolleyes:

DonaldDuck
02-05-2007, 13:17
Un passo indietro...Le dichiarazioni diffuse a mezzo stampa ( 26 Aprile) a cui si riferisce il Giudice Vaccarella sono le seguenti:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/04_Aprile/26/verderami_consulta_referendum.shtml

E Chiti sussurrò a Cesa: molti aspetti di incostituzionalità

I piccoli «tifano» Consulta: fermerà il quesito

A gennaio la scelta sull'ammissibilità

ROMA - Il titolare dell' Ambiente definisce la Corte Costituzionale «il nostro ultimo baluardo», e il responsabile della Giustizia ne parla «da tifoso». Pecoraro Scanio e Mastella saranno pure ministri, ma prima di tutto sono leader di partito, di due dei tanti piccoli partiti che vivono il referendum elettorale come una minaccia, e che perciò confidano nella Consulta per fermarlo. Sembrerà un discorso prematuro, il comitato referendario deve ancora raccogliere le cinquecentomila firme, e solo a gennaio dell' anno prossimo la Corte sarà eventualmente chiamata ad esprimersi. Ma in alcuni casi è opportuno muoversi per tempo, e infatti devono essere già iniziati «gli appelli» - come li definisce il capo dei Verdi - alla Consulta, se è vero quanto accaduto a palazzo Chigi durante l' incontro tra il governo e i dirigenti dell' Udc sulla riforma del sistema di voto. Nel bel mezzo della discussione, quando sono iniziate ad emergere le difficoltà di arrivare a un accordo sulla legge prima del referendum, il ministro Chiti si è rivolto al segretario centrista Cesa: «... E comunque c' è sempre la Consulta». «Che significa?». «Beh, ci sono molti aspetti di incostituzionalità nel quesito», ha risposto l' esponente dell' esecutivo. «È come se Chiti quel giorno - racconta adesso Cesa - volesse farmi capire che la Corte Costituzionale è considerata l' ultima speranza». Forse sarà per questo che qualche tempo dopo in Transatlantico, a colloquio con un esponente del Polo, il sottosegretario alle Riforme Naccarato ha definito «una pistola semi-scarica» il referendum: «Ricordati - ha sussurrato al suo interlocutore il braccio destro di Chiti - che la Consulta ha sempre tenuto conto degli orientamenti politici». «Vuoi dire che...». «Ti voglio solo rammentare - ha sorriso l' esponente del governo - che la Corte è un organo storicamente sensibile agli appelli di altri organi politici e istituzionali». Di illazioni ne sono state fatte tante su alcune sentenze redatte dalla Consulta sotto i pressanti «appelli» della politica. Dieci anni fa si vociferò addirittura che l' allora capo dello Stato Scalfaro era intervenuto nel cuore della notte sui giudici per far cambiare la sentenza su uno spinoso referendum, quello che puntava a smilitarizzare la Guardia di Finanza: a sera pareva fosse stato accolto, l' indomani fu dichiarato inammissibile. Calderisi, membro del comitato referendario, sa già che davanti alla Corte «potrà accadere di tutto». Ha una lunga esperienza in materia, essendo stato protagonista di mille battaglie referendarie con i Radicali, «e basta un episodio a qualificare la giurisprudenza della Corte Costituzionale»: «Nell' 81 il referendum sull' aborto presentato da Pannella venne giudicato ammissibile. Nel ' 96 lo stesso, identico quesito fu bocciato. Insomma, quello è sostanzialmente un organo politico, perciò la bocciatura o meno del nostro referendum - che in punta di diritto è inattaccabile - dipenderà soltanto dalla situazione politica». Se davvero stanno così le cose, a gennaio bisognerà verificare chi saranno «i tifosi» e chi gli avversari politici del referendum elettorale, se cioè resteranno solo i piccoli partiti ad osteggiare il quesito iper-maggioritario, o se invece avranno l' appoggio delle forze maggiori. Pecoraro Scanio confida di trovare ascolto tra i leader del futuro partito democratico: «Proprio loro dovrebbero farlo saltare, perché se passasse il referendum e si andasse a votare con quel sistema, dovremmo fare un unico listone. E lì dentro i Ds, per esempio, si ritroverebbero con Mussi e Angius che se ne sono appena andati dal partito». E in attesa di ricevere risposta, il leader ambientalista rivolge un «appello» anche alla Consulta: «Guardate bene, dico ai giudici. Non fate passare un sistema anti-democratico». Alla Corte iniziano ad arrivare molti «appelli» pubblici, e chissà quanti altri riservati. In entrambi i casi, non paiono restano inascoltati, almeno a sentire Mastella. «Secondo quello che mi hanno detto - spiega il Guardasigilli senza svelare chi sono i suoi interlocutori - nel referendum ci sono molti margini di incostituzionalità. Insomma, ci sono delle speranze». Le stesse che coltivano dentro Rifondazione, dove possono valersi della forza d' urto del presidente della Camera, impegnato apertamente a contrastare il quesito. «È opinione di grandi costituzionalisti - dice il capogruppo Russo Spena - che il referendum non ha i requisiti necessari per essere ammesso». In realtà nel Prc c' è chi pensa che la Consulta si mostrerà «sensibile» solo se in Parlamento nel frattempo si sarà trovata almeno un' intesa di massima su una nuova legge elettorale. Fini, che è uno dei firmatari del referendum, già un mese fa manifestò riservatamente i propri timori: «Prima bisognerà raccogliere le firme, ma poi bisognerà vedere cosa ne farà la Corte di quelle firme». Mastella dice che sono molti i tifosi della Consulta: «E anche Prodi dovrebbe mettersi a tifare se ci tiene al suo governo».
Francesco Verderami

flisi71
02-05-2007, 13:20
Veramente c'è qualcosa di più recente....
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/05_Maggio/02/prodi_vaccarrella_consulta.shtml


...
Vaccarella lamentò nei giorni scorsi «pressioni indebite» da parte di alcuni ministri sul giudizio di legittimità costituzionale che la Corte sarà chiamata a dare sui quesiti referendari sulla legge elettorale.
In mattinata però con una nota il giudice dimissionario ha spiegato il perché del suo gesto: «Le mie dimissioni non hanno nulla a che vedere con opinioni tecniche espresse da chicchessia sull'ammissibilità o inammissibilità del referendum».
....



Ciao

Federico

lowenz
02-05-2007, 13:22
Com'è che si sta scoprendo che il PD è quasi DC e che i magistrati non sono rossi? :D
Non c'erano comunisti da tutte le parti prima? :asd:

DonaldDuck
02-05-2007, 13:22
Su questo referendum c'erano anche delle dichiarazioni di Bertinotti. Parole che avevano mandato in bestia Giovanni Guzzetta
http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/politica/referendum-firme/referendum-firme/referendum-firme.html
Giovanni Guzzetta, presidente del comitato promotore, usa parole di fuoco contro Bertinotti che non più di una settimana fa aveva detto: "Il referendum rende un cattivo servizio alla democrazia". "Provenendo queste affermazioni dalla terza carica dello Stato, e cioè dal presidente della Camera Fausto Bertinotti - dice Guzzetta - la loro gravità non ha bisogno di commento".

flisi71
02-05-2007, 13:37
Com'è che si sta scoprendo che il PD è quasi DC e che i magistrati non sono rossi? :D
Non c'erano comunisti da tutte le parti prima? :asd:

Vero, qualcuno dovrà aggiornare gli slogan da capo....:D

Ripreso da qui:
http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/politica/referendum-vaccarella/parla-vaccarella/parla-vaccarella.html

....
Intanto il giudice dimissionario chiarisce: "In riferimento ad illazioni apparse su un quotidiano a larga diffusione smentisco nel modo più categorico di aver mai espresso valutazioni di alcun genere sul merito della questione dell'ammissibilità o inammissibilità del referendum 'elettorale' e di aver parlato in proposito, con 'amici' o 'nemici', di 'terreno fertile' o di 'clima' interno alla Corte". E conclude: "le mie dimissioni pensavo di essere stato chiaro in proposito - non hanno nulla a che vedere con opinioni 'tecniche' espresse da chicchessia sull'ammissibilità o inammissibilità del referendum".

A fronte di questo e dell'analogo trafiletto ripreso dal Corriere, ribadisco che il titolo andrebbe perlomeno cambiato :D



Ciao

Federico

DonaldDuck
02-05-2007, 13:37
Veramente c'è qualcosa di più recente....
CUT
Ciao

Federico
Vero. Però sembra un ammorbidimento riguardo le motivazioni delle dimissioni. Volutamente sono partito a monte dell'accaduto ma non per strumentalizzazione ma per ricostruire il percorso. Poi ognuno apporta il proprio contributo ;) .Inizialmente Sircana aveva detto che, se richiesto, il governo avrebbe riferito in Parlamento.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/05_Maggio/01/vaccarella_consulta_aula.shtml
Bertinotti: «Già ribadita l'autonomia della Corte»

Caso Consulta, governo pronto a riferire

Sircana dopo le dimissioni polemiche di Vaccarella: «Se ci sarà richiesta formale, un ministro si recherà in Parlamento»

ROMA - «Il governo non si è mai sottratto alle richieste formali di riferire in Parlamento». Lo sottolinea il portavoce di palazzo Chigi, Silvio Sircana, a proposito della richiesta avanzata dalla Cdl di un'informativa parlamentare da parte del governo sul caso delle dimissioni di Romano Vaccarella dalla Consulta. L'opposizione vuole far luce sulle presunte pressioni che sarebbero state fatte sui membri della Consulta in vista del giudizio di legittimità costituzionale che la Corte sarà chiamata a dare sui quesiti referendari sulla legge elettorale. Altero Matteoli per An chiede che sia Prodi in prima persona a spiegare il perché del passo indietro del giudice costituzionale, ma a palazzo Chigi sono di diverso avviso. «Il governo ha già chiarito la sua posizione - puntualizza Sircana - con le parole del presidente del Consiglio - ma se verrà formalizzata una richiesta in Parlamento il governo non si sottrarrà e un ministro competente andrà a riferire».

CONSULTA - Sia come sia, la Corte Costituzionale si riunirà in via straordinaria mercoledì pomeriggio per ratificare le dimissioni del giudice costituzionale e quindi avviare le procedure per la nomina di un suo successore da parte del Parlamento. O, viceversa, per prendere atto del loro ritiro da parte del giurista, qualora Vaccarella ritenga che gli interventi del Capo dello Stato, dei presidenti delle Camere e del premier abbiano dato sufficienti garanzie contro pressioni indebite sul giudizio che la Consulta dovrà dare sui referendum.

POLEMICHE - Intanto Clemente Mastella e Alfonso Pecoraro Scanio, i ministri - oltre al diessino Chiti - ai quali Vaccarella ha alluso denunciando le pressioni del governo, non ci stanno a essere messi sul banco degli imputati. Il Guardasigilli anzi rivendica la libertà di esprimere «riflessioni politiche sull'ammissibilità dei referendum» come è sempre accaduto nel passato. Il leader dei Verdi si spinge oltre e solleva dubbi sulle dimissioni di Vaccarella, il giudice eletto dal Parlamento nel 2002 su indicazione della Cdl. «Non nutro sospetti ma mi sorprendono queste dimissioni. Speriamo che tutti i giudici politici rispondano al paese e non a interessi di parte». Di contro, il presidente della Camera Fausto Bertinotti ricorda che insieme al presidente Marini «abbiamo fatto tutto quanto possibile affinché le dimissioni siano ritirate» ed «ora non sta più a noi decidere».



01 maggio 2007

DonaldDuck
02-05-2007, 13:40
Prodi ha poi negato la disponibilità a riferire in parlamento. Tratto dal link citato da Flisi71
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/05_Maggio/02/prodi_vaccarrella_consulta.shtml

PRODI - Intanto si fa sentire anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. Lo fa intervenendo al Gr1. «Il fatto veramente strano, incomprensibile, - commenta il premier riferendosi alla mossa del giudice costituzionale - è che queste dimissioni siano avvenute dopo che avevo chiaramente espresso la pozione del governo di assoluto rispetto dell'indipendenza delle Corte e dopo che questo era andato in tutte le agenzie e in tutti i media del paese». Prodi quindi ribadisce: «Il governo non fa e non farà alcuna influenza indebita nei confronti della Corte Costituzionale, l'autonomia della Corte è suprema». Ma il governo riferirà in Parlamento, come chiede l'opposizione? Prodi lo esclude: «Il governo ha già fatto il suo dovere e con questo ha dato una risposta perché il governo risponde con i fatti», spiega.


02 maggio 2007

DonaldDuck
02-05-2007, 13:46
Vero, qualcuno dovrà aggiornare gli slogan da capo....:D

Dici :D?
A fronte di questo e dell'analogo trafiletto ripreso dal Corriere, ribadisco che il titolo andrebbe perlomeno cambiato :D
Io direi proprio di no. Riportando i fatti secondo l'esatta sequenza ( e per intero) il titolo è appropriato.

flisi71
02-05-2007, 14:02
Io direi proprio di no. Riportando i fatti secondo l'esatta sequenza ( e per intero) il titolo è appropriato.

Quindi lo stesso giudice Vaccarella, nelle inequivocabili smentite odierne riportate sopra, dimostra di non conoscere i fatti che lo vedono protagonista?:D :D


Ciao
Ciao

Federico

DonaldDuck
02-05-2007, 14:14
Quindi lo stesso giudice Vaccarella, nelle inequivocabili smentite odierne riportate sopra, dimostra di non conoscere i fatti che lo vedono protagonista?:D :D


Ciao
Ciao

Federico
Certo che li conosce. Tanto quanto Napolitano ;).
NAPOLITANO: MASSIMO RISPETTO - E, come ovvio, le dimissioni di un giudice della Consulta - la più alta corte dell'ordinamento italiano, che ha competenze sulla legittimità delle leggi e che giudica sui quesiti referendari - hanno avuto eco anche al Quirinale. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, informa una nota del suo ufficio stampa, ha ricevuto dal presidente della Corte Costituzionale comunicazione telefonica della lettera di dimissioni del professor Romano Vaccarella e delle sue motivazioni. In proposito, nel corso della conversazione, prosegue la nota, il presidente della Repubblica ha ricordato i suoi precedenti interventi sulla necessità dell'assoluto rispetto da ogni parte dell'alta funzione di garanzia della Corte, chiamata a esercitare in piena autonomia tutte le competenze attribuitele dalla Costituzione».

Singolare la retromarcia di Prodi rispetto a quanto dichiarato dal proprio portavoce. Leggere sopra :p. In oltre...
L'APPELLO DI BERTINOTTI E MARINI - I presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, hanno invece invitato Vaccarella a ripensarci. Nel caso in cui le dimissioni dovessero essere accolte, spetterà alle Camere in seduta comune nominare un nuovo giudice costituzionale.
Tentativi di ricomposizione. Però il fattaccio rimane.

DonaldDuck
02-05-2007, 20:00
http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/politica/referendum-vaccarella/parla-vaccarella/parla-vaccarella.html

In mattinata il premier Prodi aveva attaccato il giudice: "Dimissioni strane e incomprensibili
Il governo aveva già chiarito il rispetto assoluto per l'indipendenza della Consulta"

La Corte respinge all'unanimità
le dimissioni di Vaccarella

Le motivazioni: "Le istituzioni devono evitare comportamenti denigratori"
Bertinotti: "Garanzie per la raccolta firme. I referendum vanno preservati dalle incursioni"
di CLAUDIA FUSANI

ROMA - Dopo tre ore di camera di consiglio la Consulta ha respinto le dimissioni del giudice Romano Vaccarella. La decisione è stata presa all'unanimità e nella motivazione i giudici "blindano" il ruolo e il potere della Corte. "Occorre ribadire - scrivono - che esponenti di altre istituzioni evitino comportamenti denigratori della Corte" e che "rispettino il suo ruolo di garanzia costituzionale, osservando il principio della divisione dei poteri". Il riferimento è alle dichiarazioni, più o meno ufficiali filtrate da ministri e sottosegretari che in questa ultima settimana si sono susseguite sui giornali circa l'esito del verdetto di ammissibilità che entro ottobre la Consulta dovrà dare sui tre quesiti che riguardano le modifiche alla legge elettorale. I giudici costituzionali hanno, nei fatti, riconosciuto come legittime le preoccupazioni di Vaccarella. Il suo richiamo al rispetto dell'autonomia della Consulta. Adesso spetta al professore civilista l'ultima parola. Potrebbe anche non accettarle. Ma è un'ipotesi assai remota.

La camera di consiglio si è riunita al secondo piano del palazzo della Consulta alle 16 e 40 minuti. I quindici giudici, capofila il presidente Franco Bile, a seguire Romano Vaccarella, hanno preso posto nella Sala grande, facce lunghe, tese e poca voglia di parlare, ognuno sotto braccio una cartellina. "Una cartellona" sottolinea l'ufficio stampa "visto che dentro ci sono tutti gli articoli di giornale, le dichiarazioni, i comunicati e le agenzie di stampa dal 24 aprile a oggi". E' da quel giorno, infatti, data di inizio della raccolta delle firme per il referendum elettorale, che comincia il caso-Vaccarella. La Corte dovrà decidere entro ottobre sull'ammissibilità dei quesiti referendari sulle modifiche in senso maggioritario alla legge elettorale. E la politica, soprattutto i piccoli partiti che quelle modifiche vedono come un cappio per il loro destino, ha iniziato il commentario sull'ammissiiblità o meno dei quesiti e su quello che deciderà la Corte.

Nella storia della Consulta, custode delle leggi, è la terza volta che i giudici si riuniscono in camera di consiglio per discutere un caso di dimissioni. La prima volta era il 1957, al centro dell'affaire c'era l'allora presidente della Corte, Enrico De Nicola: il primo presidente della Repubblica italiana aveva chiesto di lasciare l'incarico per motivi di salute. Trent'anni dopo toccò a Giuseppe Ferrari che si dimise in polemica con i colleghi che non lo avevano eletto Presidente. Dimissioni accettate, ovviamente.

In attesa del responso della Camera di consiglio la politica stamani aveva fatto un passo indietro. Clima troppo pesante, poca chiarezza. Meglio rinviare a domattina, una volta note le decisioni della Corte, la decisione se portare il governo in aula sul caso Vaccarella.

La Casa delle Libertà, infatti, era partita nei giorni scorsi lancia in resta per chiedere ragione di dimissioni così clamorose come quelle del giudice nominato alla Corte nel 2003 dal centrodestra. L'insistenza del Polo ha finito per "targare" politicamente la personale scelta di Vaccarella. Il centrosinistra parlava di "dimissioni assurde e strumentali". Il premier Prodi, stamani, era intervenuto per sottolineare quanto fosse "strano e incomprensibile che le dimissioni di Vaccarella fossero arrivate dopo che avevo chiaramente espresso la posizione del governo di assoluto rispetto dell'indipendenza della Corte e dopo che questo era andato in tutte le agenzie e in tutti i media del Paese''.

Clima avvelenato, appunto. "Questo governo mina alle fondamenta le basi della nostra già fragile democrazia" aveva attaccato il numero 2 di Forza Italia Sandro Bondi. Lo stesso Vaccarella a metà mattina ha cercato di mettere a tacere il balletto di ricostruzioni e interpretazioni. "Le mie dimissioni non hanno nulla a che vedere con opinioni tecniche espresse da chiunque sull'ammissibilità o meno del referendum" ha scritto Vaccarella che, quindi, non si è dimesso perchè ministro e sottosegretari hanno espresso opinioni sulla costituzionalità dei quesiti. Meno che mai, ha detto, "ho parlato di "amici" o "nemici", di "terreno fertile" o di "clima" interno alla Corte".

E allora, quale il motivo delle dimissioni? "La mancata presa di posizione delle istituzioni in questi giorni in cui sui giornali si è letto di tutto, pressioni, ingerenze, decisioni già prese e quant'altro" hanno spiegato dalla segreteria della Consulta. Ora le scuse e le difese istituzionali sono arrivate. E il caso può dirsi chiuso.

Sempre in mattinata il presidente della Camera Fausto Bertinotti, dopo "il massimo rispetto per la Corte" e per il comitato referendario, ha chiesto che la raccolta di firme per il referendum "sia preservata da ogni incursione". Proprio il Primo maggio un gruppetto di giovani di Rifondazione ha pensato bene di insultare e spintonare l'onorevole Segni che era in piazza S.Giovanni con trenta metri di banchetti per raccogliere le firme. Il referendum, se vincitore, obbligherebbe il nostro sistema elettorale ad un maggioritario vero. A discapito dei tanti partiti che affollano la politica italiana. Sono i cosiddetti "piccoli" per cui il referendum è un tabù.

(2 maggio 2007)

DonaldDuck
02-05-2007, 20:24
Ora le scuse e le difese istituzionali sono arrivate. E il caso può dirsi chiuso.

Mannaggia il diavoletto che ce fece litigà, pace pace pace...:rolleyes:

greasedman
03-05-2007, 08:51
Questo qua che si autodefinisce "un tipo un pò fumantino" si sarebbe dimesso perchè nessuno del governo ha smentito un articolo di tal "VERDERAMI" su un giornale?!? :D
Figurati se Prodi con quel che ha da fare si interessa di "verderami"... uno che non lo considera magari neanche la moglie... :D

E da ciò deriverebbe il mancato rispetto dei giudici del csx?!? :cool:
Se è così suscettibile, poteva dimettersi quando l'expresidente del consiglio ha dichiarato che:
"per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana" :O

Ecco, se io fossi un Gioralista per esempio gli chiederei perchè si dimette oggi dopo l'inutile articolo di Verderami e non lo fece allora... :cool:


La cosa più opportuna l'ha detta DiPietro, categorizzando queste dimissioni come la simulazione fatta da un centravanti appena entra in area di rigore... :D

DonaldDuck
03-05-2007, 17:51
Questo qua che si autodefinisce "un tipo un pò fumantino" si sarebbe dimesso perchè nessuno del governo ha smentito un articolo di tal "VERDERAMI" su un giornale?!? :D
Figurati se Prodi con quel che ha da fare si interessa di "verderami"... uno che non lo considera magari neanche la moglie... :D

E da ciò deriverebbe il mancato rispetto dei giudici del csx?!? :cool:
Se è così suscettibile, poteva dimettersi quando l'expresidente del consiglio ha dichiarato che:
"per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana" :O

Ecco, se io fossi un Gioralista per esempio gli chiederei perchè si dimette oggi dopo l'inutile articolo di Verderami e non lo fece allora... :cool:


La cosa più opportuna l'ha detta DiPietro, categorizzando queste dimissioni come la simulazione fatta da un centravanti appena entra in area di rigore... :D
Ah beh, se l'ha detto Di pietro :D...Quindi tutto un gombloddo ;) , tanto rumore per nulla. Successo qualcosa? Naaa. Normale amministrazione. Povero Romano Vaccarella poco considerato dalla moglie, che ti ha fatto di male :( ? In fondo ha "solo" incassato la solidarietà di Napolitano e del resto della Consulta. Parla proprio Di Pietro che sarebbe uno "dei piccoli" tanto interessati ad una legge elettorale che non si riesce a fare. Uno che ha fatto l'occhiolino al "grande centro" con Mastella e Casini ;) . Vorrà dire che andranno avanti con il referendum. Sempre che qualcuno non continui a ribaltare i tavoli per la raccolta delle firme :p . Inoltre Prodi si metta d'accordo con il portavoce Sircana sul da farsi: uno smentisce l'altro.

greasedman
03-05-2007, 18:38
Povero Romano Vaccarella poco considerato dalla moglie, che ti ha fatto di male :( ? Verderami.
Non Vaccarella, Verderami. ;)

Se passa il concetto che uno è costretto a dimettersi perchè il governo non si è ricordato di smentire le dichiarazioni della nullità dell'ultim'ora siamo alle comiche (ammesso che già non ci siamo).


Il tutto sempre facendo finta di ignorare il secondo fine di Vaccarella... ;)

DonaldDuck
03-05-2007, 20:04
Verderami.
Non Vaccarella, Verderami. ;)

Urka, scusa :eek: . A volte la vecchiaia gioca brutti scherzi :D
Se passa il concetto che uno è costretto a dimettersi perchè il governo non si è ricordato di smentire le dichiarazioni della nullità dell'ultim'ora siamo alle comiche (ammesso che già non ci siamo).
Aoh, libero di pensarla in modo diverso ;). Però le pressioni ci sono state, vuoi a mezzo stampa ( e ci si è messo pure Bertinotti) vuoi in altro modo. Pensi che non ci fossero i presupposti per rassegnare le dimissioni?
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/05_Maggio/02/dimissioni_vaccarella.shtml
Questa mattina, dopo la bufera politico-istituzionale scatenata dalla sua decisione di lasciare, Vaccarella ha voluto precisare di non non aver «mai espresso valutazioni di alcun genere sul merito della questione dell'ammissibilità o inammissibilità del referendum 'elettorale'», e ha così smentito la ricostruzione fatta dal quotidiano «La Repubblica» che gli aveva attribuito considerazioni sul fatto che all'interno della Corte «tira una brutta aria» perchè ci sarebbe «terreno fertile» ai segnali anti-referendum.

Smentita indirettamente confermata (si lo so, suona malissimo :D) dalla nota emessa dalla Consulta dopo aver respinto le dimissioni.
Il tutto sempre facendo finta di ignorare il secondo fine di Vaccarella... ;)
O facendo finta che tutto vada bene ;) . Purtroppo alle comiche già ci siamo.

DonaldDuck
04-05-2007, 13:22
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/05_Maggio/04/dimissioni_vaccarella_consulta.shtml

Il membro della Corte Costituzionale accusa i politici di ingerenza

Il giudice Vaccarella conferma le dimissioni

Nessun ripensamento: «Generiche e rituali le dichiarazioni di Prodi».
Il premier invita i ministri al rispetto della divisione dei poteri

ROMA - Tra i motivi che lo hanno indotto a non tornare sui propri passi c'è il silenzio delle istituzioni di fronte a una «vicenda di tali gravità». «Ho ritenuto, e ritengo - dice - che le generiche e rituali dichiarazioni intervenute il 29 aprile (quelle del presidente del Consiglio Romano Prodi, ndr) non fossero in alcun modo idonee a fugare il mio convincimento». Il giudice costituzionale Romano Vaccarella conferma le dimissioni che la Corte aveva respinto all'unanimità mercoledì scorso. E lo fa con una lettera consegnata al presidente della Consulta Franco Bile nella quale ribadisce che la sua decisione è originata «non già dal fatto che esponenti del Governo avessero espresso dubbi sulla ammissibilità del referendum ma dal fatto che alcuni di tali esponenti si dicessero sicuri della 'disponibilità' della Corte a seguire i suggerimenti del Governo stesso; dal fatto che tali gravissimi dichiarazioni non fossero state immediatamente e pubblicamente smentite dai ministri in questione e dal fatto che una vicenda di tali gravità non avesse provocato alcun intervento delle Istituzioni (leggi il testo integrale della lettera)».

ASSENZA DI SMENTITE - Vaccarella si era dimesso lunedì scorso con una lettera in cui aveva già denunciato l'«indifferente silenzio delle nostre istituzioni» e l'«assenza di qualsiasi smentita» rispetto alle dichiarazioni di alcuni ministri (Vannino Chiti, Clemente Mastella, Alfonso Pecoraro Scanio) e di un sottosegretario (Paolo Naccarato) riportate da un articolo del "Corriere della Sera" del 26 aprile scorso, dalle quali - a detta del giudice costituzionale - si evinceva l'idea di una Corte «serva del potere esecutivo» per le ingerenze sull'ammissibilità dei referendumelettorali.
L'INVITO DELLA CORTE - Nel pieno della bufera politico-istituzionale causata dal suo gesto, la Corte Costituzionale si era riunita in via d'urgenza mercoledì scorso per respingere all'unanimità le dimissioni di Vaccarella con un documento che - in ambienti della Consulta - veniva considerato un compromesso che avrebbe potuto consentire al giudice dimissionario di restare. Se da un lato, infatti, in quella delibera di 22 righe la Corte ribadiva la «necessità che esponenti di altre Istituzioni evitino comportamenti denigratori» come le dichiarazioni rilasciare al Corriere della Sera del 26 aprile da ministri e sottosegretari, dall'altro lato, però, dava atto al presidente del Consiglio di aver «disapprovato» quelle dichiarazioni già con le sue dichiarazioni del 29 e 30 aprile (quindi anche il giorno prima che Vaccarella si dimettesse). Vaccarella ha preso una giornata di tempo per riflettere e poi ha confermato le sue dimissioni irrevocabili.
PRODI AI MINISTRI: «RISPETTARE LA DIVISIONE DEI POTERI» - Del caso Vaccarella si è parlato anche in Consiglio dei Ministri. E il premier, Romano Prodi, ha ribadito che «bisogna rispettare il principio della divisione dei poteri». A riferirlo è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, in una breve conferenza stampa a palazzo Chigi. «All'inizio della seduta - racconta Letta - il presidente del Consiglio ha espresso ai ministri due comunicazioni. Nella prima ha affermato come il governo è assolutamente consapevole della necessità di rispettare la divisione dei poteri. E quindi per quanto riguarda le polemiche di questi giorni apparse sulla stampa attorno alle dimissioni di un giudice della Corte Costituzionale, il premier ha invitato i ministri e l'intero governo alla massima attenzione di questi principi di rispetto della divisione dei poteri».
04 maggio 2007