CYRANO
26-04-2007, 19:54
WASHINGTON - Il Congresso federale americano ha lanciato il guanto di sfida a George W. Bush e alla sua amministrazione e, ignorandone la più volte reiterata minaccia di opporre il veto presidenziale, ha approvato il disegno di legge che autorizza lo stanziamento di 124 miliardi di dollari in fondi di emergenza destinati al finanziamento delle operazioni militari in Iraq e in Afghanistan, subordinandone tuttavia la concreta elargizione alla fissazione di una scadenzario per la fine della campagna bellica irachena. Più precisamente, il ritiro delle truppe statunitensi dal Paese arabo dovrà iniziare dal prossimo ottobre e, sebbene la data abbia valore non vincolante bensì meramente indicativo, completarsi entro e non oltre il 31 marzo 2008.
Il testo è stato licenziato ieri dalla Camera dei Rappresentanti con 218 voti a favore e 208 contrari, e oggi dal Senato per 51 voti a 46, enfatizzando come non mai la spaccatura tra democratici e repubblicani che ormai divide nettamente il Parlamento di Washington, soprattutto dopo la vittoria dei primi nelle elezioni di medio termine dello scorso 8 novembre, che li ha visti riconquistare la maggioranza dopo ben dodici anni.
La mossa costituisce un vero e proprio schiaffo a Bush, il quale ha più volte ribadito che mai accetterà di promulagare provvedimenti con cui si stabilisca un termine per il richiamo del contingente Usa di stanza in Iraq. Il capo della Casa bianca lo ha ribadito anche in questa occasione, attraverso la propria portavoce Dana Perino, che ha subito liquidato l'iniziativa della camera bassa alla stregua di un "voto per il fallimento in Iraq", attraverso l'approvazione di "una legge deludente", che "insiste su una data per la resa, lega le mani ai nostri generali e prevede spese per miliardi di dollari che non sono legate alla guerra".
Il presidente, ha avvertito Perino, "porrà il veto" al testo approvato dal Congresso, bloccandolo grazie alla prerogativa che gli spetta istituzionalmente. In tal modo il provvedimento sarà eliminato e dovrà essere sostituito con un disegno di legge completamente nuovo e diverso. La legge giungerà alla Casa Bianca la prossima settimana, in coincidenza col quarto anniversario, il primo maggio, della famosa dichiarazione di Bush dalla portaerei Lincoln, secondo la quale la guerra in Iraq era di fatto conclusa.
Repubblica.it
bene cosi'. sperem che qualcuno torni al lume della ragione.
Coapzpaza
Il testo è stato licenziato ieri dalla Camera dei Rappresentanti con 218 voti a favore e 208 contrari, e oggi dal Senato per 51 voti a 46, enfatizzando come non mai la spaccatura tra democratici e repubblicani che ormai divide nettamente il Parlamento di Washington, soprattutto dopo la vittoria dei primi nelle elezioni di medio termine dello scorso 8 novembre, che li ha visti riconquistare la maggioranza dopo ben dodici anni.
La mossa costituisce un vero e proprio schiaffo a Bush, il quale ha più volte ribadito che mai accetterà di promulagare provvedimenti con cui si stabilisca un termine per il richiamo del contingente Usa di stanza in Iraq. Il capo della Casa bianca lo ha ribadito anche in questa occasione, attraverso la propria portavoce Dana Perino, che ha subito liquidato l'iniziativa della camera bassa alla stregua di un "voto per il fallimento in Iraq", attraverso l'approvazione di "una legge deludente", che "insiste su una data per la resa, lega le mani ai nostri generali e prevede spese per miliardi di dollari che non sono legate alla guerra".
Il presidente, ha avvertito Perino, "porrà il veto" al testo approvato dal Congresso, bloccandolo grazie alla prerogativa che gli spetta istituzionalmente. In tal modo il provvedimento sarà eliminato e dovrà essere sostituito con un disegno di legge completamente nuovo e diverso. La legge giungerà alla Casa Bianca la prossima settimana, in coincidenza col quarto anniversario, il primo maggio, della famosa dichiarazione di Bush dalla portaerei Lincoln, secondo la quale la guerra in Iraq era di fatto conclusa.
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