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View Full Version : GUIDO ROSSI. LA MIA VERITA' SU TRONCHETTI PROVERA


gretas
09-04-2007, 19:18
Oggi sul quotidiano LA REPUBBLICA l'ex-presidente della Consob (l'organo di controllo sulla Borsa) , il prof. Guido Rossi, ritenuto a ragione uno dei più stimati e rispettabili giuristi, in un'intervista rilasciata al giornalista Federico Rampini, ha svelato le ragioni della sua rottura con l' "afeffato" Marco Tronchetti Provera.







"Adesso posso dirlo: mi sento sollevato, mi sono tolto un peso. Da metà settembre fino a martedì scorso ho passato sei mesi d'inferno. Alla mia età è giunta l'ora di rinunciare alle illusioni: il sogno di salvare la Telecom, come quello di risanare il calcio italiano. Erano le illusioni di un vecchio signore che ancora pensa di fare il riformista. E' tempo che mi passino dalla testa". Il giorno dopo l'ultimo scontro con Marco Tronchetti Provera, Guido Rossi pronuncia giudizi severi e lapidari ma con il tono sereno, di chi davvero è convinto di aver chiuso una pagina.

Può parlare in libertà, può dare la sua versione, può fare un bilancio di questi sei mesi (poco più) che lo hanno visto tornare alla testa del gruppo che lui stesso aveva guidato nella privatizzazione. Il giurista, ex presidente della Consob, promotore della legislazione antitrust in Italia, da questa vicenda trae la conferma di una diagnosi spietata sui mali profondi del capitalismo italiano, sulla sua incapacità di cambiare. Tronchetti; il vizio antico delle scatole cinesi; le banche; la politica; nessuno si salva: e se questo è lo stato del paese allora ben vengano gli stranieri, è la sua lezione finale.

Professor Rossi, cominciamo dall'inizio, cioè da settembre. Visto com'è andata a finire, non era una missione impossibile la sua? E perché Tronchetti venne a cercare proprio lei, se stava scritto che i vostri disegni sarebbero risultati incompatibili?
"Perché è venuto a cercarmi? Perché era troppo nei guai, perché era alle strette sia con l'Antitrust che con l'Authority delle Comunicazioni, perché la sua situazione sembrava irrecuperabile, perché aveva bisogno di credibilità. Io mi sono fatto carico di questa responsabilità nell'interesse dell'azienda, l'ultima grande impresa tecnologica italiana, un gruppo al quale mi sentivo legato dalla storia della sua privatizzazione. Ma quando ho cercato di fare pulizia nel conflitto d'interessi fra Tronchetti e la Telecom, per il bene dell'azienda, del mercato e del paese, siamo entrati in rotta di collisione. Sono diventato pericoloso per lui, andavo eliminato. Naturalmente anche negli scontri c'è modo e modo di comportarsi. Che mancanza di stile, avvertirmi solo la sera prima che Olimpia non mi avrebbe ricandidato per il rinnovo del consiglio d'amministrazione...".

Ma già prima di questa resa dei conti finale, c'erano stati scontri strategici. Si è detto che lei ha fatto saltare un primo accordo, quello che Tronchetti stava negoziando con la spagnola Telefonica. Sarebbe stato, dopotutto, se non una soluzione italiana almeno un esito europeo.
"Ma chi ha messo in giro questa fandonia? Ho l'impressione che mentre io mi occupavo dell'azienda, c'è chi passava più tempo a parlare con i giornali per accreditare queste tesi. Quella che io avrei ostacolato il dialogo con Telefonica è una menzogna. Al contrario, da un certo momento sono stato l'unico a tenere i rapporti con Cesar Alierta. Il presidente di Telefonica era scandalizzato per la tracotanza di Tronchetti. Venne a trovarmi a casa, passò un'intera domenica pomeriggio a parlarmi. Aveva capito che Tronchetti voleva incassare tutto il premio di controllo, per un controllo che non ha. Telefonica è una public company, mi disse Alierta, certe cose non può farle. Ecco come si parla quando si ha rispetto per il mercato".

Si è detto anche che lei con il suo ostruzionismo di fatto stava spianando la strada all'ingresso della Fininvest di Silvio Berlusconi, l'unico gruppo italiano con i mezzi per subentrare nel controllo di Telecom.
"E' un'accusa ignobile. Purtroppo in questo paese sembra non sia facile trovare persone libere, non condizionate da logiche d'appartenenza. E così le dietrologie sfidano anche le regole della verosimiglianza. Io appoggerei Berlusconi? Guardi, ho vissuto altri momenti drammatici per l'economia italiana, e basti ricordare il crac Ferruzzi-Montedison, ne ho viste tante ma questa è davvero la vicenda peggiore. Al conflitto d'interessi di Tronchetti si sono mescolate le grandi manovre del risiko bancario, le eterne tentazioni di commistione della politica. Non so se gli stranieri che si affacciano hanno capito con quale paese hanno a che fare".

Questa volta però il presidente del Consiglio ha deciso di non intervenire sul caso Telecom.
"Sì, ma il risiko bancario è ancora e sempre impregnato di politica, è percorso da tensioni fra Prodi e i Ds. Tronchetti si sente appoggiato da Banca Intesa. Prodi forse pensa di condizionare la vicenda, di garantire un ancoraggio italiano, attraverso le banche. In tutto questo si perde di vista l'unica questione seria: nonostante gli anni di difficoltà, i ridimensionamenti, le occasioni perdute, la Telecom è l'ultima grande impresa italiana che è ancora in grado di fare ricerca tecnologica, e la fa. Nel 2006 ha investito più di 3 miliardi di euro in ricerca, innovazione e sviluppo, per l'Italia sono volumi importanti. E' un patrimonio del paese. Il suo indebitamento è dovuto solo a quelli che l'hanno scalata, a chi sta ai piani superiori. L'azienda è sana, ha un cash flow straordinario, genera utili. Non merita di essere al centro di un gioco al massacro".

Il 16 aprile è convocata l'assemblea della Telecom. Lei fino a quell'assemblea è ancora il presidente. Che farà?
"Non credo proprio che mi presenterò. Che cosa farei, in mezzo a una lista di amministratori designati per obbedire a chi di suo ha investito lo 0,6% del capitale, e pretende di controllare la società? Qui vengono a galla problemi strutturali del nostro capitalismo, che ho denunciato da decenni. Si paga il prezzo delle riforme mai fatte, delle opportunità sprecate anche quando il centro-sinistra era al governo. Di recente è diventato di moda scoprire il sistema dualistico di governance d'impresa, il modello tedesco: lo scopriamo noi proprio quando la Germania per modernizzarsi prende le distanze da una formula vecchia di settant'anni. Ci si trastulla con questi inutili diversivi, nessuno invece osa toccare le anomalie patologiche del nostro sistema: le scatole cinesi, i patti di sindacato. Questa vicenda Telecom passa tutta sopra la testa del mercato, ecco l'unica certezza: i piccoli azionisti sono resi impotenti, e saranno beffati come sempre. E un paese che soffre di una così grave mancanza di regole naturalmente è il terreno ideale per chi vuole approfittarne, per chi pensa a portar via più soldi che può. Invece del fare, c'è l'arraffare. Questa sembra la Chicago degli anni Venti, sembra il capitalismo selvaggio dei Baroni Ladri nell'America del primo Novecento. Ma almeno in America un secolo non è passato invano. Là semmai con la Sarbanes-Oxley oggi hanno addirittura il problema opposto, quello di un sistema iper-regolato".

Tronchetti ha aperto ufficialmente un tavolo di trattativa per la cessione del controllo di Telecom all'americana AT&T associata coi messicani di America Movil. The Wall Street Journal sostiene che si sono rimessi in moto altri due contendenti stranieri, France Télécom e Telefonica. Alla fine sono tutti gruppi esteri, con eventuali soci bancari italiani nella funzione di comprimari. Una parte della sinistra preme su Prodi perché difenda l'italianità della Telecom. Lei che ne pensa?
"Ma ben vengano gli stranieri! Il nostro sistema paese sta dando il peggio di sé. In questa situazione mi par di vedere dei ricorsi storici, torniamo a un'epoca in cui un pezzo d'Italia era sotto gli austriaci, un altro sotto gli spagnoli... Fuor d'ironia, non sono mai stato un nemico della globalizzazione. Se veramente si hanno a cuore gli interessi dell'Italia, vanno difesi in altri modi. Bisogna creare le condizioni ambientali, dalla formazione dei giovani nelle università alla ricerca scientifica, perché questo sia un paese dove è comunque vantaggioso mantenere attività ad alto valore aggiunto, centri d'innovazione. Chi predica la difesa dell'italianità, dov'era quando occorreva costruire le fondamenta di un mercato dei capitali moderno, cos'ha fatto per definire regole serie in difesa degli azionisti? Questo è un paese disperante per chi ha creduto nelle riforme. E' un paese dove ormai o si muove la magistratura - e lei stessa è sempre più paralizzata dalle inefficienze - oppure non succede più niente".

Mercoledì lei è stato a Mediobanca, dove il polo bancario alternativo a quello di Banca Intesa ha chiesto il suo parere su un eventuale contropiano da opporre a quello di Tronchetti.
"Ho risposto che ho già dato. Ora sono fatti loro, tra azionisti, che trovino qualcun altro".

A sei mesi di distanza, le sembra di rivivere un film già visto con lo scandalo del calcio?
"La trama è diversa, il finale è lo stesso: il trionfo della restaurazione".

E adesso cosa farà il professor Rossi?
"Quello che per fortuna non ho mai smesso di fare. Mi dedicherò ai miei studenti universitari. Finirò il ciclo di lezioni sulla pena di morte e i diritti umani. L'unico terreno su cui l'Europa è rimasta all'avanguardia nel mondo, e l'America farebbe bene a imparare da noi. Il tema del mio prossimo libro".



di Federico Rampini (dal quotidiano LA REPUBBLICA del 6 aprile 2007)




http://svanity.squarespace.com/svanitynews/

giorno
09-04-2007, 19:23
traformare utili in dividendi.....



....bell'idea che hai avuto tronchetto:asd:

gretas
09-04-2007, 19:23
di Antonello de Gennaro

Oggi il manager-datore di lavoro degli "spioni", alias Marco Tronchetti Provera sembra aver ritrovato la voce nella sua "chiacchierata giornalistica" con Feruccio De Bortoli, direttore del SOLE24ORE quotidiano di proprietà della Confindustria, associazione di cui (è bene ricordarlo) Tronchetti è vicepresidente.

Quello che Tronchetti non dice, dimentica, o fa finta di dimenticare, è che per ritenersi proprietari di una società di capitali come Telecom Italia s.p.a. occorre detenerne la maggioranza degli azioni, e cioè il 50,01 % e non ci sembra che il suo salotto (dei debiti) e cioè la società Olimpia abbia in portafoglio un tale pacchetto di azioni.


De Bortoli scrive che Tronchetti Provera "è stato sempre visto più vicino al Governo Berlusconi appena insediato all'epoca dell'acquisto da Colaninno, Gnutti & C"



De Bortoli scrive che "Questo accostamento è per Tronchetti inaccettabile. Ricorda che una delle prime misure di Tremonti sulla tassazione d'impresa costò alla Pirelli 500 milioni. Che Edilnord fu acquisita battendo la concorrenza di Ligresti e non per fare un favore ad Arcore. E ancora: che si tentò di rilevare Pagine Utili da Fininvest per consentire la cessione di Pagine Gialle a valori più congrui."


Non potendo dubitare sulla correttezza professionale e giornalistica dell'ottimo e serio collega Ferruccio De Bortoli, siamo indotti a ritenere che Tronchetti Provera abbia bisogno di un buon psico-analista ( quindi non finanziario !) in quanto dimentica di ricordare, scusate il gioco di parole, qual'era la reale situazione economico-finanziaria dell' Edilnord di Paolo Berlusconi all'atto della compravendita; citare Ligresti come concorrente nell'acquisizione equivale come di cono a Napoli per "Arlecchino chiamare a testime Pulcinella", con il dovuto rispetto per le due maschere napoletante e per l'ing. Ligresti.



Quello che Tronchetti Provera non dice (a una certa età la memoria fa strani effetti... ed il Viagra non serve !) è che Pagine Gialle , sotto il controllo Telecom Italia, a pochi giorni della sua cessione firmò una sontuosa sponsorizzazione in favore del Milan Calcio, società presieduta se ben ricordiamo da un certo... Silvio Berlusconi ! Così come Tronchetti Provera (sopra nella foto con Galliani) non ricorda i 27 miliardi pagati a Fabio Fazio per non andare in onda con il suo programma su La7, emittente televisiva di proprietà di Telecom Italia. E sopratutto non ha mai spiegato cosa l'ha indotto a tanta generosità....! Per non parlare poi...delle liquidazioni miliardarie pagate a Lorenzo Pelliccioli che guidava l'emittente televisiva ed a Roberto Giovalli che la dirigeva per andare via da La7. I due ancora ringraziano e se la ridono !

Così come Tronchetti Provera dimentica.. le sue stesse parole contenute in un'intervista rilasciata nel novembre del 2001 al settimanale Panorama (proprietà Mondadori, alias famiglia Berlusconi...) . Eccole:
PANORAMA. Lei punta molto sulla bolletta trasparente

TRONCHETTI: Punto sul servizio. Siccome andiamo in casa di tutti gli italiani, dobbiamo farlo nel modo più efficiente.



Chissà...quando diceva "andiamo in casa di tutti gli italiani " forse intendeva quello che la sua security aziendale ha fatto nei confronti di un cliente (ed azionista) Telecom, spiandolo, intercettandolo illegalmente dopo che costui aveva protestato con la Presidenza (e cioè con Tronchetti Provera) per i disservizi subiti. E tutto questo lo ha ricordato recentemente il programma "REPORT" di RAITRE (clicca qui e vedi) . O forse l' "afeffato" Tronchetti si riferiva alle decine e decine di multe salate ricevute dall' Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e quelle ricevute dall' Antitrust per le ripetute pubblicità ingannevoli immesse sul mercato dal Gruppo Telecom Italia a danno dei consumatori ? Ah...se il buon De Bortoli avesse la buona idea...giornalistica di mandare qualcuno dei suoi a fare delle verifiche scoprirebbe che Telecom è leader delle telecomunicazioni inItalia, si, ma per le violazioni, condanne e sanzioni subite, come quella storica per posizione dominante che è stata la più grossa multa comminata in Italia dallo Stato nei confronti di un'impresa !


Come non dare ragione al comico Daniele Luttazzi quando disse "Ho visto l'ultima pubblicità della Telecom, quella con Gandhi: "Se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe ?". Un mondo in cui i Tronchetti Provera dormirebbero sui chiodi". E come non dare ragione a Beppe Grillo quando ricorda il fiume di finge-benefit, stock option, utili trasformati in dividendi, megastipendi, gettoni d'oro per i consiglieri di amministrazione (che ricordano tanto le corti napoleoniche) che sopno sempre d'accordo quando un giorno decidono che la fusione fra TIM e TELECOM è strategica, e dopo appena 12 mesi decidono (e deliberano !) esattamente il contrario. Grillo parla di "consenso a gettone"....




E vogliamo parlare del lauto contratto (autorizzato da chi) stipulato dalla società presieduta da Marco Tronchetti Provera a Giuliano Tavaroli (sopra insieme nella foto) l'ex-maresciallo dei Carabinieri , diventato il responsabile della sicurezza della famiglia Tronchetti Provera, poi della Pirelli e quindi di Telecom Italia, nonostante fosse già iscritto nel registro degli indagati della procura di Milano che successivamente lo ha fatto arrestare ed attualmente è in carcere da circa 6 mesi ! Pensate che qualcuno ebbe il coraggio da dire che quel contratto fu spintom e consigliato da Palazzo Chigi, dove in quel momento se non ricordiamo male...sedeva un certo Silvio Berlusconi !



Per concludere anticipiamo al dottor Tronchetti Provera un quesito che a breve gli sarà posto con gran piacere..dai nostri avvocati dinnanzi al Tribunale di Milano. Come mai autorizzò l'ufficio legale di Telecom Italia, il suo capo-spione-hacker Fabio Ghioni, Giuliano Tavaroli e la società IKON CORP. di Garbagnate Milanese con un bel contratto di consulenza di 12 mesi (pagato dagli azionisti di Telecom e quindi da soldi del mercato !) ad effettuare operazioni illecite ai danni del sito SVANITYFAIR che da "famigerato" come lo si voleva far passare, e che adesso per non poche Procure italiane, è diventato illuminante ?


Come mai si voleva immettere materiale pedo-pornografico nel sito in questione per farlo chiudere ed arrestare il suo fondatore e cioè Antonello de Gennaro ? Anche in questo caso lei non sapeva niente...? E' mai possibile che lei non sapeva che la sua "gentile signora" Afef da Tunisi, era proprio il mandante, cioè colei la quale chiedeva e voleva tutto ciò, come risulta dagli interrogatori effettuati dalla Procura della repubblica di Milano a più persone che l'hanno dichiarato separatamente ? Chissà se Tronchetti Provera è a conoscenza che dagli atti giudiziari risulta che un bel giorno Tavaroli, portò agli hackers di Ghioni pagati con i soldi di Telecom Italia, proprio i complimenti di Afef per le incursioni e gli attacci di pirateria informatica effettuati come sempre da quelle parti in spregio alle norme di legge. Anche in questo caso Telecom Italia è parte lesa....?

Ma questa è tutt'altra storia che un giorno, siamo sicuri, anche Feruccio De Bortoli dovrà pubblicare sul SOLE24ORE. Se rimarrà com'è e cioè un giornalista serio ed onesto alladirezione di un grande giornale.

drakend
09-04-2007, 19:29
La risposta è una sola: rinazionalizziamo Telecom e pace.

Onisem
09-04-2007, 19:39
Tutte cose ampiamente note. E' ora di rivalutare i discorsi da bar.

DonaldDuck
09-04-2007, 19:40
Sull'argomento c'è già un'altra discussione
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1446763