sander4
06-04-2007, 22:22
2007-04-06 16:53
MAFIA: IL RECORD DI PROVENZANO, 12 ERGASTOLI DEFINITIVI
PALERMO - Sono dodici gli ergastoli, ormai confermati dalla Cassazione, collezionati da Bernardo Provenzano. Altri tre ergastoli, inoltre, gli sono stati inflitti nel corso di procedimenti conclusi in primo grado. Quindici condanne a vita in tutto: un autentico record che proietta il superboss di Corleone, arrestato l'11 aprile del 2006 dopo 43 anni di latitanza, in cima alla lista dei più grandi criminali di tutti i tempi.
Sulla base del "teorema Buscetta", i giudici ritengono infatti Provenzano responsabile della gran parte degli omicidi decisi dalla Commissione di Cosa Nostra fin dall' inizio degli anni Ottanta, quando insieme con Totò Riina assunse le redini dell' organizzazione mafiosa, scatenando a Palermo una sanguinaria guerra di mafia. Per altri omicidi, il convincimento che ha portato i giudici alla condanna scaturisce dalle accuse dirette provenienti da collaboratori della giustizia o da conversazioni "captate" dalle microspie degli investigatori. Il primo ergastolo ad aver ricevuto il "bollo" della Cassazione, il 10 giugno 1996, dopo un complesso iter processuale, è quello inflitto a Binu nello "storico" maxiprocesso alle cosche. Il secondo, confermato dalla Suprema Corte il 21 marzo del '97, e' quello inflitto nel processo per i cosiddetti "omicidi trasversali".
La terza condanna all' ergastolo arriva il 19 dicembre del '97 e riguarda il processo per gli omicidi di Ninni Cassara' e Giuseppe Montana, i poliziotti eliminati a Palermo nell'estate dell' '85. Gli ultimi ergastoli ''definitivi" sono quelli inflitti al boss per la strage di Capaci, per la strage di via D' Amelio (nel processo cosiddetto Borsellino-ter), e nel processo per le stragi del '93, di Milano, Roma e Firenze. Provenzano e' inoltre imputato in alcuni tra i principali processi di mafia in corso a Palermo. Un ergastolo gli è stato inflitto in primo grado nel processo Agate + 56, di cui è da poco cominciato l' appello. Un altro ergastolo gli è stato comminato in primo grado nel processo "Golden Market", la cui sentenza è ancora in attesa di deposito. Il terzo ergastolo a Provenzano lo ha inflitto la Corte d' assise nel processo "Tempesta", di cui è in corso l' appello scaturito da un rinvio della Cassazione. Provenzano è inoltre imputato nel processo "Grande Mandamento", in corso davanti alla terza sezione del tribunale e nel processo per l' omicidio Panepinto, in corso davanti alla prima sezione della Corte d' assise. Il boss è stato assolto dal tribunale nel processo per il sequestro Fiorentino, di cui deve ancora essere celebrato l' appello.
Proprio l'11 aprile, nel primo anniversario della sua cattura, Provenzano sarà collegato in videoconferenza con l' aula dove si svolgerà il processo "Grande Mandamento" perché quel giorno è prevista l' udienza. Lo stesso giorno saranno celebrate due udienze preliminari che lo vedono tra gli indagati: una per l' omicidio Miceli e l' altra per la strage di viale Lazio.
I FAVOREGGIATORI DI BINU, 'AMICI' PER TUTTE LE STAGIONI
L'ultimo tra i favoreggiatori di Bernardo Provenzano a finire in manette, pochi giorni fa, e' stato Giovanni Genovese, 36 anni, figlio del patriarca di San Giuseppe Jato Salvatore. Nelle lettere che il boss latitante Salvatore Lo Piccolo inviava a Binu, si faceva riferimento a Genovese jr. come al referente di Cosa nostra nella zona di San Giuseppe Jato. Ma il ragazzo e', ovviamente, solo uno dei tanti fedelissimi che per anni sono stati al fianco di Provenzano, rendendo possibile la sua lunga e leggendaria latitanza.
Di ''amici'' a disposizione, il boss ne ha avuti a centinaia, un vero esercito di postini, ''vivandieri'', messaggeri, autisti, cassieri, e persino medici, sempre pronto a fornire servigi e prestazioni in tutte le stagioni e in tutte le localita' scelte di volta in volta per la sua lunga latitanza. I fedelissimi degli ultimi giorni di liberta', quelli che hanno sostenuto il superboss nel periodo della sua permanenza nel casolare di Montagna dei Cavalli fino al momento della cattura, l' 11 aprile di un anno fa, sono tutti in carcere.
Sono Giovanni Marino, Carmelo Gariffo, Liborio Spatafora, Bernardo Riina, Calogero Lo Bue, suo figlio Giuseppe Lo Bue e Francesco Grizzaffi, accusati a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento. Il gup Riccardo Corleo li processera' con la formula del rito abbreviato a partire dal prossimo 23 maggio. I fiancheggiatori del periodo trascorso in latitanza dal Padrino a Bagheria, invece, sono imputati nel processo cosiddetto ''Grande Mandamento'', in corso davanti alla terza sezione del Tribunale, e devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, favoreggiamento, omicidio ed estorsioni. Sono undici in tutto, e tra questi, oltre allo stesso Provenzano , figurano il latitante Salvatore Lo Piccolo, capomafia di San Lorenzo, e Nicolo' Cirrito di Villabate. Altri favoreggiatori, stralciati da ''Grande Mandamento'', sono gia' stati giudicati con il rito abbreviato, dal gup Adriana Piras. Si tratta di 57 imputati, gran parte dei quali, oltre a proteggere nell' ultimo decennio la latitanza del boss, hanno gestito le casse di Cosa nostra. Tra questi Nicola Mandala' (condannato a 13 anni e 4 mesi), Salvatore Troia ed Ezio Fontana (condannato a 10 anni), accusati di aver aiutato il superlatitante durante il viaggio e la permanenza a Marsiglia dove nel 2003 ha subito due interventi alla prostata. Le pene piu' alte sono andate al capomafia di Belmonte, Benedetto Spera (28 anni), ad Onofrio Morreale (18 anni), a Giuseppe Di Fiore (14 anni) e Giuseppe Pinello (12 anni e otto mesi). Si attende adesso il deposito della sentenza.
Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2137703150.html
MAFIA: IL RECORD DI PROVENZANO, 12 ERGASTOLI DEFINITIVI
PALERMO - Sono dodici gli ergastoli, ormai confermati dalla Cassazione, collezionati da Bernardo Provenzano. Altri tre ergastoli, inoltre, gli sono stati inflitti nel corso di procedimenti conclusi in primo grado. Quindici condanne a vita in tutto: un autentico record che proietta il superboss di Corleone, arrestato l'11 aprile del 2006 dopo 43 anni di latitanza, in cima alla lista dei più grandi criminali di tutti i tempi.
Sulla base del "teorema Buscetta", i giudici ritengono infatti Provenzano responsabile della gran parte degli omicidi decisi dalla Commissione di Cosa Nostra fin dall' inizio degli anni Ottanta, quando insieme con Totò Riina assunse le redini dell' organizzazione mafiosa, scatenando a Palermo una sanguinaria guerra di mafia. Per altri omicidi, il convincimento che ha portato i giudici alla condanna scaturisce dalle accuse dirette provenienti da collaboratori della giustizia o da conversazioni "captate" dalle microspie degli investigatori. Il primo ergastolo ad aver ricevuto il "bollo" della Cassazione, il 10 giugno 1996, dopo un complesso iter processuale, è quello inflitto a Binu nello "storico" maxiprocesso alle cosche. Il secondo, confermato dalla Suprema Corte il 21 marzo del '97, e' quello inflitto nel processo per i cosiddetti "omicidi trasversali".
La terza condanna all' ergastolo arriva il 19 dicembre del '97 e riguarda il processo per gli omicidi di Ninni Cassara' e Giuseppe Montana, i poliziotti eliminati a Palermo nell'estate dell' '85. Gli ultimi ergastoli ''definitivi" sono quelli inflitti al boss per la strage di Capaci, per la strage di via D' Amelio (nel processo cosiddetto Borsellino-ter), e nel processo per le stragi del '93, di Milano, Roma e Firenze. Provenzano e' inoltre imputato in alcuni tra i principali processi di mafia in corso a Palermo. Un ergastolo gli è stato inflitto in primo grado nel processo Agate + 56, di cui è da poco cominciato l' appello. Un altro ergastolo gli è stato comminato in primo grado nel processo "Golden Market", la cui sentenza è ancora in attesa di deposito. Il terzo ergastolo a Provenzano lo ha inflitto la Corte d' assise nel processo "Tempesta", di cui è in corso l' appello scaturito da un rinvio della Cassazione. Provenzano è inoltre imputato nel processo "Grande Mandamento", in corso davanti alla terza sezione del tribunale e nel processo per l' omicidio Panepinto, in corso davanti alla prima sezione della Corte d' assise. Il boss è stato assolto dal tribunale nel processo per il sequestro Fiorentino, di cui deve ancora essere celebrato l' appello.
Proprio l'11 aprile, nel primo anniversario della sua cattura, Provenzano sarà collegato in videoconferenza con l' aula dove si svolgerà il processo "Grande Mandamento" perché quel giorno è prevista l' udienza. Lo stesso giorno saranno celebrate due udienze preliminari che lo vedono tra gli indagati: una per l' omicidio Miceli e l' altra per la strage di viale Lazio.
I FAVOREGGIATORI DI BINU, 'AMICI' PER TUTTE LE STAGIONI
L'ultimo tra i favoreggiatori di Bernardo Provenzano a finire in manette, pochi giorni fa, e' stato Giovanni Genovese, 36 anni, figlio del patriarca di San Giuseppe Jato Salvatore. Nelle lettere che il boss latitante Salvatore Lo Piccolo inviava a Binu, si faceva riferimento a Genovese jr. come al referente di Cosa nostra nella zona di San Giuseppe Jato. Ma il ragazzo e', ovviamente, solo uno dei tanti fedelissimi che per anni sono stati al fianco di Provenzano, rendendo possibile la sua lunga e leggendaria latitanza.
Di ''amici'' a disposizione, il boss ne ha avuti a centinaia, un vero esercito di postini, ''vivandieri'', messaggeri, autisti, cassieri, e persino medici, sempre pronto a fornire servigi e prestazioni in tutte le stagioni e in tutte le localita' scelte di volta in volta per la sua lunga latitanza. I fedelissimi degli ultimi giorni di liberta', quelli che hanno sostenuto il superboss nel periodo della sua permanenza nel casolare di Montagna dei Cavalli fino al momento della cattura, l' 11 aprile di un anno fa, sono tutti in carcere.
Sono Giovanni Marino, Carmelo Gariffo, Liborio Spatafora, Bernardo Riina, Calogero Lo Bue, suo figlio Giuseppe Lo Bue e Francesco Grizzaffi, accusati a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento. Il gup Riccardo Corleo li processera' con la formula del rito abbreviato a partire dal prossimo 23 maggio. I fiancheggiatori del periodo trascorso in latitanza dal Padrino a Bagheria, invece, sono imputati nel processo cosiddetto ''Grande Mandamento'', in corso davanti alla terza sezione del Tribunale, e devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, favoreggiamento, omicidio ed estorsioni. Sono undici in tutto, e tra questi, oltre allo stesso Provenzano , figurano il latitante Salvatore Lo Piccolo, capomafia di San Lorenzo, e Nicolo' Cirrito di Villabate. Altri favoreggiatori, stralciati da ''Grande Mandamento'', sono gia' stati giudicati con il rito abbreviato, dal gup Adriana Piras. Si tratta di 57 imputati, gran parte dei quali, oltre a proteggere nell' ultimo decennio la latitanza del boss, hanno gestito le casse di Cosa nostra. Tra questi Nicola Mandala' (condannato a 13 anni e 4 mesi), Salvatore Troia ed Ezio Fontana (condannato a 10 anni), accusati di aver aiutato il superlatitante durante il viaggio e la permanenza a Marsiglia dove nel 2003 ha subito due interventi alla prostata. Le pene piu' alte sono andate al capomafia di Belmonte, Benedetto Spera (28 anni), ad Onofrio Morreale (18 anni), a Giuseppe Di Fiore (14 anni) e Giuseppe Pinello (12 anni e otto mesi). Si attende adesso il deposito della sentenza.
Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2137703150.html